curiosando nelle carte, dalle 101 torri ai tram a vapore per imola e
Transcript
curiosando nelle carte, dalle 101 torri ai tram a vapore per imola e
10 Dicembre 2011 Periodico della Camera di commercio di Bologna la biblioteca della mercanzia Curiosando nelle carte, dalle 101 torri ai tram a vapore per Imola e per Vignola L’ultima stanza della biblioteca della Camera di commercio ci riserba una curiosa sorpresa: in un bel mobile costruito su misura sono raccolte numerose carte geografiche. Si tratta di carte relativamente recenti di territori diversi. Quelle che però hanno attirato la nostra attenzione sono tre carte, o meglio mappe di Bologna: due degli anni trenta, piena epoca fascista, e una invece che ricostruisce la città medievale. Si tratta, lo ripetiamo, di curiosità che da una parte ci fanno vedere, o meglio immaginare, com’era la Bologna dopo l’anno mille, la città turrita; dall’altra ci mostrano un territorio in espansione ma ancora ben lontano dalle dimensioni attuali. Nella biblioteca della Mercanzia la mappa con le 18 porte del Mille e la città che nel 1939 si allarga e diventa moderna Cominciamo con la mappa di ‘Bologna nella seconda cerchia – le 18 porte fino al 1256’, opera di Angelo Finelli che la dedicò, nel 1917, alla memoria della madre, Rosa Marcheselli (la pianta fu stampata a colori da Bergamaschi e Vecchi, via del Pallone 3, tel. 2034). Nel titolo, l’autore spiega che <la mappa fu ideata su documenti storici e tratta dalle opere storiche del conte senatore G. Gozzadini e altri storici>. A corredo della mappa troviamo informazioni preziose. Finelli ci racconta che le vie di Bologna erano, in tutto, 292; di queste 73 hanno ancora il nome antico, 106 hanno cambiato nome, 26 sono state chiuse in diverse epoche, di 40 ci sono poche tracce e 47 sono scomparse. Le piazze erano una trentina, mentre le torri erano 101 di parte guelfa, 47 ghibelline e 29 incerte. L’attuale centro non doveva essere particolarmente gradevole: a pochi passi dalla Mercanzia che sorgeva (e sorge) sul trebbo del Carrobbio, c’erano, a ridosso della ruga degli orefici e drapperie, via dello scorticatoio e la ruga degli scannabecchi. E la corporazione dei macellai aveva la propria sede proprio in quell’area ed è ricordata da una targa su un edificio a metà di via Orefici. Le chiese erano 88, 49 delle quali scomparse, mentre di 8 restano tracce. Alla base della mappa c’è una foto rettangolare intitolata ‘La fosca turrita Bologna’ che ci mostra una selva di torri racchiuse dietro le mura e, sullo sfondo, le colline e San Luca. Si tratta, secondo la dicitura, <di una pianta ideata, studiata su documenti storici ed eseguita in legno da Angelo Finelli nel 1917 e fotografata con apparecchio scenografico preparato e dipinto dal medesimo>. E veniamo alle altre due mappe: Anche se pochi anni dividono l’una dall’altra, i cambiamenti sono evidenti. La prima è stata realizzata Periodico della Camera di commercio di Bologna Dicembre 2011 la biblioteca della mercanzia quasi certamente da un tecnico della Camera di commercio: è realizzata a china e riporta solo il centro storico fino alle ultime mura. Qualche curiosità: i nomi delle strade. In gran parte sono i nomi che leggiamo ancora oggi, ma qualcosa è cambiato. Cominciamo da Piazza Maggiore, che allora si chiamava piazza Vittorio Emanuele. Poi Piazza dei Martiri era piazza Umberto I° e le vie che vi confluiscono erano viale Carlo Alberto, oggi via Gramsci e via Dogali, oggi Don Minzioni. La piazza davanti al tribunale era dedicata a Giordani. Poi ecco via del Littoriale, l’attuale Andrea Costa, che ci permette di datare in modo approssimato l’anno di realizzazione della mappa: sopra via del Littoriale c’è incollato un cartoncino che reca il nuovo nome, Via Duca d’Aosta. Il Littoriale ovvero il Dall’Ara, fu inaugurato nel 1927, mentre il Duca d’Aosta divenne viceré d’Etiopia dieci anni dopo. E’ quindi probabile che la carta sia stata redatta agli inizi degli anni ’30 e corretta alla nomina a Viceré. E un’ulteriore conferma dell’epoca viene dalle indicazioni per le località vicine. In via Galliera, all’altezza del Sacro Cuore, c’era la stazione del tram a vapore per Pieve di Cento e Malalbergo; in piazza Malpighi il tram elettrico per Casalecchio; a porta Mazzini angolo Ercolani il tram vaporino per Imola, a metà di viale Aldini il tram a vapore per Bazzano-Vignola e in via Zanolini la stazione per Por tomaggiore e Massalombarda, la ‘veneta’ ancora esistente. La terza mappa ci mostra, a colori, la città che cresce. E’ stampata da Cappelli, scala 1:10mila nella primavera del ’39. Si vedono, ancora staccate dalla città, Borgo Panigale con indicate da un lato le Fonderie Parenti e dall’altro le Fonderie Calzoni, la Bolognina oltre la stazione e, a sud ovest, staccandosi da via Toscana, via Savioli e Laura Bassi che si perdono nei campi, così come via degli Orti. Al centro dei Giardini Regina Margherita il galoppatoio in bella evidenza. Non sono segnate la gabbia dei leoni e dei daini, luoghi magici per i bolognesi che erano bambini nel dopoguerra. • ma. mo. 11