EXPO Arte Italiana di Vittorio Sgarbi Il corpo illusorio di Lorenzo
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EXPO Arte Italiana di Vittorio Sgarbi Il corpo illusorio di Lorenzo
EXPO Arte Italiana di Vittorio Sgarbi […] Nella ricerca per l’EXPO di Milano, dovendo documentare, con capricciosa difficoltà, un’artista contemporaneo per regione mi sono imbattuto, nel Molise non particolarmente florido di proposte, in Antonio Finelli che avrebbe guardato con molto interesse anche il suo omonimo Giuliano. Una bellissima scoperta che dimostra come talvolta gli artisti veri si nascondono. […] Il corpo illusorio di Lorenzo Canova […] Nei suoi ritratti, Finelli ha scelto di lasciare delle parti incompiute, eliminando volutamente delle zone spesso decisive per il completamento delle immagini e aumentando il senso di inquietante spaesamento generato da opere dove il non-finito mette in crisi le sicurezze dello spettatore generando un vero e proprio cortocircuito visivo elaborato con una raffinata sapienza iconica e costruttiva. Finelli ha quindi rafforzato il suo metodo compositivo, portandolo a una nota più intensa dove il suo gesto paziente fa vibrare sottilmente la materia della grafite depositata sul supporto, infondendo un senso paradossale a queste opere che appaiono allo stesso tempo bloccate in una fissità quasi allucinata e mosse impercettibilmente dalla dialettica tra le zone terminate in modo impeccabile e le parti “risparmiate” che parlano in modo ancora più eloquente attraverso il linguaggio del silenzio e del vuoto. La solitudine e la saggezza, la felicità e il dolore, la consapevolezza e l’assenza si fondono pertanto nella sintesi limpida e incisiva dei suoi ritratti che compongono una galleria di grande rigore che però non evita la una possibile immedesimazione dell’artista in queste opere che, non a caso, intitola Autoritratti, come per calarsi nel corpo e nelle fattezze delle donne e degli uomini a cui dona una nuova esistenza attraverso la sua azione figurale. […] De Senectute di Maria Laura Perilli […] Antonio Finelli, indaga il mondo della “vecchiaia” e lo fa con lo strumento a lui più congeniale: il disegno. Il suo tratto è dolce solo all’apparenza; è in realtà pieno di una forza incisiva che scava e analizza muovendosi tra le pieghe dell’epidermide facendo affiorare dal profondo dell’esistenza le vicissitudini che il vecchio ha attraversato. […] L’Osservatore del Tempo di Roberta Gubitosi […] La pelle, piena di segni e di esperienze nascoste, si esprime attraverso un proprio linguaggio, non verbale, che si può conoscere nel momento in cui l'artista comincia a registrarne e indagarne i particolari. Ogni volto con la sua superficie corruttibile e mutevole diviene una sorta di pagina scritta attraverso un linguaggio solo apparentemente incomprensibile. Nel lento processo grafico, Antonio Finelli sembra voler scrutare e decodificare quei segni come tracce che l'inesorabile trascorrere del tempo ha registrato sulla superficie dei volti, invitando il fruitore a leggere, interpretare la superficie come specchio del vissuto. Decidere di imparare quel linguaggio significa cercare di capire il proprio corpo. Così il segno viene a essere voce in un autoritratto in cui la pelle racconta il proprio passato, la propria storia. RAI NEWS I ritratti di Antonio Finelli sono eseguiti con la matita. Il segno è pulito, raffinato e talmente verosimile da sembrare una fotografia: in primo piano, occhi di uomini e di donne scavati dal tempo, capelli bianchi, epidermidi rugose. Dentro i volti di Finelli c’è qualcosa che l’artista non desidera comunicare. Sta a noi scoprire cosa, a chi rimanda la forza di quel vecchio volto[…]