caccia alle streghe

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caccia alle streghe
>Anno 1 >Numero 3 >FEBBRAIO 2006
>stili di vita alternativi
DolceVita
GRA
TIS
CAcci
a
CAccia
alle
streghe
...CON LA NUOVA LEGGE
SULLE DROGHE
BARCELLONA
CAPAREZZA SEX&LOVE SALVIA
DIVINORUM (no) TAV
EDITORIALE
La dimostrazione più efficace e convincente di quanto sia sbagliata la cosiddetta “legge Fini” sulla droga è
venuta da Gianfranco Fini in persona: il quale in tv ha dichiarato agli italiani di essersi anche lui, in gioventù,
fumato una canna (in Giamaica, per la precisione: che sarebbe come dire aver fatto la prima comunione in
San Pietro). L’episodio – oltre a renderci ancor più simpatico il leader di Alleanza nazionale – dimostra in
modo inoppugnabile che le canne non fanno male: tant’è che un ex consumatore, seppur occasionalissimo,
è diventato un brillante vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri. Se qualcuno ancora pensava allo
spinello come ad un’arma di distruzione di massa della gioventù, guardando e ascoltando Fini in televisione si
sarà definitivamente ricreduto: si può fumare un po’ d’erba e poi meritarsi un ufficio a palazzo Chigi. Niente
male come carriera, per un tossico.
Il fatto è che l’onorevole Fini non è affatto un tossico: non lo è per i suoi elettori e non lo è per il senso comune.
Però ha fumato uno spinello. E dunque è un tossico per la legge che porta il suo nome. E’ una legge approvata in
fretta e furia allo scadere della legislatura, sotto forma di subemendamento al decreto di copertura delle Olimpiadi
invernali di Torino, e per di più con un voto di fiducia, cioè senza la possibilità per il Parlamento di presentare e
discutere altri emendamenti. Lasciamo da parte il metodo a dir poco truffaldino scelto dalla maggioranza per
trasformare in legge un progetto che da tre anni suscita polemiche e contrarietà (tant’è che
in tre anni la maggioranza non è riuscito ad approvarlo).
Lasciamo pure da parte la delega in bianco al governo
per definire la nuova ‘modica quantità’. E lasciamo
da parte anche i generosi finanziamenti a pioggia
elargiti alle comunità private a totale discrezione
della presidenza del Consiglio. E’ la filosofia
della legge – cioè l’equiparazione fra derivati
della cannabis e droghe pesanti – che è
profondamente sbagliata. Come dimostra
appunto il “caso Fini”.
La grossolanità dell’errore commesso dalla
nuova legge è evidente a tutti. Perché
sono diversi milioni gli italiani che più o
meno occasionalmente fumano (il 26%
della popolazione compresa fra i 15 e i 44
anni, secondo i dati del governo), e dunque
appare ridicolo a chiunque considerare
“criminale” un comportamento così
diffuso e, soprattutto, così innocuo. Il che
significa che il buonsenso, per una volta,
sta dalla parte degli antiproibizionisti. Ed
è proprio sul buonsenso che bisognerà far
leva, nei prossimi mesi, per capovolgere
una legge così evidentemente sbagliata
in
una
normativa
ragionevolmente
antiproibizionista. Perché ciò avvenga,
bisogna essere ragionevoli.
Sono almeno tre i fronti su cui si combatte
la
battaglia
antiproibizionista:
quello
tossicologico, quello criminale e quello
dell’opionione pubblica. Ma è soltanto
sull’ultimo che si vince (o si perde). In
altre parole, la comunità scientifica è
sostanzialmente d’accordo sulla scarsa o nulla
pericolosità tossicologica del THC, così come
le polizie di mezzo mondo sono perfettamente
a conoscenza della pericolosa contiguità del
mercato nero delle droghe pesanti e di quelle
“leggere”. Una parte della grande opinione pubblica,
tuttavia, continua a percepire la parola “droga” come
un pericolo oscuro e indistinto, socialmente pericoloso e
potenzialmente contagioso, che colloca in un unico indefinito
inferno tanto lo spinello quanto la siringa o la pasticca. D’altro canto – come proprio Fini ha dimostrato
– è altrettanto diffusa, nell’opinione pubblica, una percezione opposta: e cioè che le canne siano tutt’al più un
fenomeno folcloristico, ma certo non criminale o ‘deviante’. Del resto chi oggi ha cinquant’anni – e cioè, in una
parola, la classe dirigente a tutti i livelli – è divenuto adulto con la liberazione sessuale, la musica rock, i viaggi
in capo al mondo e, appunto, la marijuana. E così come si compra con entusiasmo il dvd rimasterizzato con
tutto Woodstock da gustarsi sullo schermo al plasma, il cinquantenne arrivato e soddisfatto di sé con altrettanta
tranquillità può fumarsi un po’ d’erba. E’ questa la normalità su cui fare leva, e su cui chiamare il centrosinistra
a prendere finalmente una posizione chiara.
Ad aprile si vota per un nuovo Parlamento e un nuovo governo. Non mancano, nel centrosinistra, i candidati
e le forze (come il Partito radicale) apertamente antiproibizionisti. Perché non farne un tema della campagna
elettorale? L’opinione pubblica è divisa, e ha percezioni opposte e contraddittorie del problema: ma non è
pregiudizialmente contraria: anzi. Del resto, le campagne elettorali servono proprio a questo: discutere con la
gente le cose da fare. E depenalizzare il consumo e la coltivazione personale della canapa è proprio una cosa
ragionevole da fare.
Fabrizio Rondolino
Dolce Vita
06. Guardando le stelle
P.O. Box 1056
1012 DE - Amsterdam (Olanda)
07. Fumetti di Ivanart
08. Notizie dal mondo e curiosità
Direttore responsabile:
Wolff Blankers
09. Concorso - oltre 400 euro di premi in palio
09. Report eventi e manifestazioni
- HighLife Amsterdam 2006 & Tattoo Convention Milano
11. Eventi e fiere
- Cannabis Tipo Forte 2006
- La verità sulle compagnie di semi
16. I consigli del canapaio
17. Strain per tutti i gusti
- The Doctor by Green House Seed Co.
19. Cannabis terapeutica
- Epilessia e Sclerosi multipla
20. Stati modificati di coscienza e società di Gilberto
Camilla
- Condizioni disumane
24. Poster "We Love it !"
27. Sociale
- Tav: facciamo un po' di chiarezza
- Afghanistan 2006 - La guerra è finita (o no?)
29. Giurisprudenza e leggi di Angelo Averni
- Approvata la legge "Fini"
30. Attualità e antiproibizionismo
- Caccia alle streghe: gli aspetti più critici della nuova legge
32. Comunicato ConFini Zero
- 11 marzo 2006: TUTTI IN PIAZZA ! < < < < <
- Quando si perde la propria libertà
34. Quando il vino venne a mancare di Giorgio Samorini
- La sua sostituzione con l'Amanita muscaria
35. Etnobotanica
- La salvia degli dei: Salvia Divinorum
36. L'erba è come er vino...
36. Varie (recensioni libri, prodotti, ecc)
38. High tech di Crisis
- Palladium: la fine della libertà
- Tips & Tricks
40. Musica
- Caparezza in 50 domande
- Beat generation (2° parte)
- Recensioni: dancehall, rap, reggae, rock...
43. Cucina di Marina Berati
- Chi sono i Vegan?
44. Sex & Love
- I nuovi campioni dell'amore sono i greci
- Lettera alla moglie
45. Viaggi & Avventure
- Barcellona: città incompiuta
47. Indice pubblicità e info varie
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321

Hanno collaborato:
Gilberto Camilla, Giorgio Samorini,
Andrea De Angelis, Marco Contini,
Emiliano Duroni, Marina Cernia,
Vijava, Franco Lojacono, Gennaro
Maulucci, Noucetta Kehdi, Marina
Berati, il Fonfo, ENjOINTeam
. AZIENDA PRODACTION NETWOrK ... 012345678987654
28. Sangue vivo
ALTERNATIV LIFESTYLE ..
14. Lo scrigno delle meraviglie di Shantibaba
22. Cronache da dietro il cancello
Supporto legale:
avv. Angelo Averni
In redazione:
Fabrizio Rondolino,
Matteo Gracis "Ecko",
Scott Blakey “Shantibaba”,
Filippo Vona, Franco Casalone,
Fabio Cardoni, Stefano Ferrante
“Crisis”, Angelo Averni, Maurizio
Gazzoni, Marco Matiuzzo,
Ivan Artucovich
12. La Bioponia di Noucetta Kehdi
We Love iT !
Direttore editoriale:
Matteo Gracis “Ecko”
..
FUCK Uu ! kADOREBADBOYS 2006
Anno 1 - Numero 3
Febbraio 2006

Dolce
Vita
03. Editoriale di Fabrizio Rondolino
SWEET LIFE .
!& ITALIANS DO IT BETTER !!! WWW.enJoinT.com ! UNDERGROUND.MOVEMENT !..
INDICE
GUARDANDO LE STELLE
Questa notte non dormo. Questa notte scrivo.. di me, di noi, del mondo.
E per una volta lascio spento il computer e scrivo con una vecchia matita, su
semplici fogli di carta e mi sento più vivo, più umano. Scrivo una lettera ai
miei genitori e fatico a trovare le parole per ringraziarli per tutto ciò che
mi hanno insegnato e trasmesso da quando sono nato. Scrivo al mio
migliore amico, che non riesce a smettere di farsi.. e provo ancora
una volta a dirgli che sta sbagliando, che la vita è una sola ed è la
cosa più preziosa che abbiamo e che lui la sta buttando nel cesso.
Scrivo poi alla mia principessa, poche parole, avvolte in un fiore:
è un essere speciale ed io avrò cura di lei. Scrivo ad un’amica, le
dico che ci sarò sempre quando e se avrà bisogno di me e che non
si scoraggi davanti a niente: è in gamba e con un po’ di buona
volontà ce la farà in tutto. Scrivo anche ad uno sconosciuto.. si,
una lettera che spedirò ad una persona a caso che non conosco.
Le auguro semplicemente una meravigliosa giornata, anzi una
meravigliosa vita.
Infine.. scrivo a voi. A dire il vero è dall’inizio che sto scrivendo a
voi.. tante parole, tante lettere, tanti pensieri per dirvi una cosa
semplice.. per dirvi che vale la pena di lottare, di rialzarsi sempre
quando si cade.. per difendere la nostra libertà, le nostre passioni e
soprattutto il nostro diritto e dovere di vivere e non semplicemente di
esistere.
Perché in fondo, c’è così tanta bellezza a questo mondo..
Matteo“Ecko”
6 • Dolce Vita
NOTIZIE DAL MONDO
Londra, camerieri ciechi per ristorante al buio
Le bizzarrie di Londra, città crocevia di cultura e stili, sono note a tutti. Ma questa sembra superarle tutte. Secondo quanto riferito dal New
Zealand Herald, nella capitale britannica starebbe per aprire i battenti un ristorante al buio nel quale a servire ai tavoli saranno camerieri
ciechi. Chi possa sentirsi attratto da un luogo di questo genere ci sfugge, ma secondo Edouard de Broglie, il padrone Dans le Noir, questo
il nome del locale, il segreto del successo dell’iniziativa sta nell’abbattimento dei “preconcetti riguardo al sapore del cibo che si basano sul
suo aspetto scompaiano. Tutti gli altri sensi - ha spiegato l’uomo - vengono bruscamente risvegliati e si gusta il cibo come mai prima”. I
camerieri poi, sono stati addestrati in modo da non rovesciare le pietanze calde durante il servizio ai tavoli. Per chi ancora coltivasse dubbi,
basti sapere che l’iniziativa è stata lodata dal Royal National Institute for the Blind.
Chiama la polizia e denuncia furto di droga: arrestato
‘’Pronto, polizia? Salve, sono un 18enne di Orem. Ho subito un furto”. E fin qui nulla di strano, ma il resto della storia ha dell’incredibile. E
testimonia dell’ingenuità dei giovani. Nello Utah, Stato americano centro-occidentale, il ragazzo infatti - come racconta il locale ‘Deseret Morning
News’ - ha chiamato il posto di polizia per denunciare la sparizione dalla sua stanza di un etto di marijuana, che lui aveva riposto nell’armadio per
poi venderla. ‘’Qualcuno - ha aggiunto il ragazzo per aiutare gli investigatori - è entrato dalla finestra, rompendo il vetro. E si è anche ferito”.
Non solo. La vittima del furto con scasso ha anche detto chi poteva essere il responsabile dell’azione: ‘’Lunedì mattina, prima dell’episodio,
mi ha chiamato un tale di Provo che voleva acquistare la droga, ma la conversazione non è terminata perché è caduta la linea. Secondo
me lui è il principale sospetto”. ‘’Grazie’’ hanno detto sempre più stupiti gli agenti. Poi hanno rintracciato tramite i tabulati telefonici il
cittadino di Provo, e nell’abitazione della madre, hanno trovato la droga e soprattutto i pantaloni sporchi di sangue. Così gli agenti hanno
telefonato al giovane derubato, avvertendolo di aver trovato ladro e refurtiva. E invitandolo a recarsi al posto di polizia per riconoscere la
droga. La storia termina con un finale scontato: tutti e due in carcere. E polizia che ‘ringrazia’ per il senso civico il 18enne solerte a denunciare il furto e a segnalare
il ladro. ‘’Fossero tutti così...’’, si saranno detti nelle stanze del posto di polizia di Orem.
Cesso riscaldato: ecco l’ultima moda Usa
Un’invenzione di questo genere non poteva non spopolare tra i cittadini statunitensi, noti per possedere in casa ogni tipo di elettrodomestico.
Sull’utilità delle “tavolette del cesso riscaldate” ci permettiamo di nutrire qualche dubbio, evidentemente non condiviso dagli americani
che, pare, abbiano gradito non poco il caloroso accessorio per la toilette. L’idea è giapponese, ma Oltreoceano la richiesta è talmente alta
da rendere necessaria l’apertura di una fabbrica supplementare in Messico. Il funzionamento è semplicissimo: basta rivestire il wc con uno
scalda-cesso da collegare ad una presa elettrica e stare seduti nel sanitario si trasforma da semplice espletamento di bisogni fisiologici a
vero momento di relax. Ovviamente la tavoletta è dotata di un dispositivo per il controllo della temperatura, onde evitare ustioni. Unico
inconveniente è l’altissimo consumo energetico, ma questo per gli americani non è mai stato un problema.
Slip da uomo rivitalizzanti al ginseng
Slip da uomo che rilasciano residui di erbe tonificanti sulla pelle e che avrebbero il potere di “rivitalizzare” chi li indossa. Li produce
una ditta di biancheria intima australiana e sembra che stiano avendo un grande successo nel mercato internazionale. Gli slip, chiamati
AussieBum Essence, contengono microcapsule nelle fibre del tessuto, all’essenza di acerola (vitamina C) o di ginseng, la famosa erba
tonificante cinese, che hanno entrambe proprietà energetiche e rigeneranti. Il tessuto di microfibre é stato sviluppato dalla ditta italiana
Jersey Lomellina, mentre il trattamento dei residui è stato affidato dall’azienda farmacologica internazionale Bayer. Il residuo rimane
attivo nello slip fino a 15 passaggi in lavatrice. “Praticamente - come spiega il fondatore di AussieBum, Sean Ashby - si può includere una
sostanza entro il tessuto di microfibre ed il tessuto libera la sostanza per un certo periodo di tempo.
Sesso fra le nuvole a bordo di aerei con suite
Stufi del sesso a terra? Una compagnia aerea israeliana ha lanciato un’offerta per venire incontro agli amanti dell’accoppiamento ad alta
quota: quarantacinque minuti di volo a bordo di un aereo con stanze da letto attrezzate con tutti i comfort per un incontro romantico
tra le nuvole. Secondo il più diffuso quotidiano israeliano, Yediot Aharonot, le suite sono ben decorate, con tanto di champagne sempre
fresco, cioccolatini, profilattici e oggetti erotici. Il volo parte e rientra all’aeroporto di Tel Aviv e costa 200 dollari. Il pilota, Tamir Harpaz,
che cura anche un sito erotico on-line, mette a disposizione dei clienti alcune telecamere per coloro che vorranno avere un video-ricordo
dell’esperienza.
Moto Cingolate
Sembrano motoslitte uscite da un film di James Bond, e invece si tratta di due interessanti progetti presentati al “Michelin
Challenge Design 2006” durante il salone internazionale dell’auto a Detroit. Entrambi i mezzi, Hyanide e Baal si muovono
utilizzando un cingolo di gomma e vengono pilotati utlizzando sia le mani che i piedi; il cuore è comune, un motore 500 cc
ATV e si possono facilmente immaginare all’opera su terreni sabbiosi, neve e fango.
Olanda: i coffee shop continuano
“Non è affatto vero che i coffee shop verranno chiusi”. E’ netta la dichiarazione del segretario dell’ambasciata olandese Ten
Hagen, in risposta ad alcune notizie divulgate in Italia nelle ultime settimane, che annunciavano la chiusura di oltre 800 attività
commerciali. Sul sito del ministero olandese per la Salute, Welfare e Sport, un documento dell’11 ottobre di quest’anno afferma inoltre, con un certo orgoglio, che “la politica olandese sulle droghe è stata, ragionevolmente, un successo, confrontata
alle politiche di altri paesi e - dice ancora il ministero - in particolare per quanto riguarda la prevenzione e la cura. Il numero
degli utilizzatori di vari tipi di droghe non è maggiore di altri paesi, mentre il numero dei morti per droga, 2.4 per milione di
abitanti, è il più basso in Europa”.
8 • Dolce Vita
Arrestata Heidi per uso e spaccio
di stupefacenti. Ora sappiamo perché
i monti le sorridevano e le caprette le
facevano ciao...
FONTE: WORLD WIDE WEB
- E’ impossibile starnutire con gli occhi aperti.
- L’orgasmo di un maiale dura 30 minuti.
- Chi usa la mano destra vive, in media, nove anni più a lungo dei mancini.
- Le farfalle sentono i sapori con i piedi.
- Alcuni leoni si accoppiano più di cinquanta volte al giorno.
- I ratti si moltiplicano così rapidamente che, in soli 18 mesi, una coppia può avere
più di un milione di discendenti.
- Per legge, le strade interstatali degli Stati Uniti hanno almeno un miglio
rettilineo ogni cinque. Questi rettilinei possono essere utili come piste di
atterraggio in casi di emergenza o in guerra.
- Gli elefanti sono gli unici animali che non possono saltare.
- Nel Pentagono esiste un numero di toilette doppio rispetto a quello
effettivamente necessario. Il fatto è che, in origine, in ogni settore era previsto un
bagno per i bianchi ed uno per i neri.
- L’altezza della piramide di Cheope è pari esattamente a 1 miliardesimo della
distanza che separa la terra dal sole.
CURIO
SANDO
CONCORSO DolceVita in collaborazione con
Per partecipare al concorso inviaci una foto, un disegno o un'illustrazione che rappresenti secondo te,
uno STILE DI VITA ALTERNATIVO oppure CHE CONTENGA LA COPERTINA DELLA NOSTRA RIVISTA.
Le immagini più originali e divertenti
saranno pubblicate sul prossimo numero!
IN PALIO:
- 1 BUONO ACQUISTO DI 200 EURO
da spendere sul sito www.vu-du.com
Prodotti growshop, smartshop, headshop e seedshop.
- 3 "PUSHER'S STREET"
Il gioco di società in scatola più alternativo del mondo.
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- 5 DVD "The King Of Cannabis"
Documentario della Green House Seedbank Co.
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Inviare il materiale tramite e-mail a: [email protected] - tramite posta a: AziendaProdAction, via Mac Mahon 89, 20155 - Milano
o tramite il forum di: www.enjoint.com - Specificare l'indirizzo dove si vuole ricevere l'eventuale premio e un contatto telefonico. Scade il 15 aprile 2006.
Con riferimento alla legge 675/96 sulla tutela della privacy, il trattamento dei dati personali è finalizzato unicamente all'invio dei premi. Tali dati non saranno divulgati a terzi.
REPORT EVENTI E MANIFESTAZIONI
INTERNATIONAL HIGHLIFE HEMPFAIR
11° TATTOO CONVENTION
(AMSTERDAM - 20 21 22 GENNAIO 2006)
(MILANO - 10 11 12 FEBBRAIO 2006)
Indubbiamente un appuntamento importante quello dell'Highlife olandese.
Quest'anno si è tenuto nella città di Amsterdam (fino al 2005 la fiera si è tenuta
ad Utrecht), le cui attrazioni hanno probabilmente contribuito a richiamare
visitatori stranieri. La fiera è stata ospitata dal RAI, il più grande centro fieristico
d'Olanda. Molte aziende, molti visitatori e anche qualche novità, tra cui vale la
pena citare i nuovi cabinet della G-Tools e della HTG, le nuove tecnologie
legate alla produzione e lavorazione della Canapa tessile, le nuove genetiche
della Reeferman Seeds e della De Sjaman Seeds (risultati della Highlife Cup a
pagina 17). Unico stand italiano i ragazzi della Vu-Du (sponsor di Dolce Vita)
che hanno fatto un buon lavoro pur dovendosi confrontare con i colossi
olandesi. Questi ultimi, a
nostro parere, hanno perso
un poco di mordente. Certo
lo spettacolo è sempre
affascinante e ricco, ma
mancava quell' energia
percepita nelle passate
edizioni. Forse si stanno
aprendo nuovi spazi ed è
veramente venuto il
momento che anche
esponenti di mercati
emergenti come quello
italiano comincino a dire la
propria.
Avvalendosi della collaborazione di Tattoo Life, rivista leader del settore,
presente in 48 paesi in 6 lingue differenti, la manifestazione svoltasi
presso il Centro Congressi Quark Hotel di Milano, oltre a presentare le
performance di oltre 100 tatuatori di vertice nel mondo, ha proposto alcuni
eventi di grande spessore legati ad ambiti culturali diversi. Mostre
fotografiche dedicate alla storia e la cultura dei tatuaggi Maori, Polinesiani
e Giapponesi, sessioni di danze tribali, videoproiezioni e molto altro.
Migliaia i visitatori molti dei quali hanno approfittato della presenza degli
"artisti" presenti per farsi tatuare. Una grande convention, ad oggi una
delle più grandi in Europa, che non ha deluso le aspettative. Unica nota
dolente il biglietto d'ingresso (17 euro per un giorno) che ha suscitato non
poche critiche.
A sinistra: Fabio della Vu-Du
con Soma
Sotto: lo stand italiano
Dolce Vita • 9
EVENTI & FIERE
CANNABIS TIPO FORTE 2006
FIERA INTERNAZIONALE DELLA CANAPA
II EDIZIONE – BOLOGNA, 2 3 4 GIUGNO
E’ con grande piacere che annunciamo la seconda edizione di Cannabis tipo
forte, la fiera italiana della canapa medica e industriale!
Dopo la prima importante edizione, abbiamo deciso di fare di Cannabis tipo
forte un appuntamento annuale, e di trasformare quella che solo fino all’anno
scorso era una piccola fiera della canapa in un appuntamento di prestigio e di
attenzione internazionale.
E’ ora di fare conoscere meglio anche in Italia il mercato legato ai mille usi
di questa pianta miracolosa, un tempo caposaldo tradizionale della nostra
economia e per creare un punto di incontro tra realtà solo apparentemente
in contrasto fra di loro, quali il mondo della cannabis ad uso industriale e
quello della cannabis ad uso medico / ricreativo. Argomenti, questi, quasi
sempre snobbati da chi ha in mano il potere di informare e fare crescere anche
culturalmente il paese.
Riteniamo peraltro fondamentale trovare un luogo ed una occasione per
discutere sugli ultimi sviluppi riguardanti le leggi italiane in materia di
stupefacenti , argomento sul quale in Italia vige una confusione a dir poco
imbarazzante, sia da parte di chi ha il dovere di fare le leggi, sia da parte di chi
tali leggi sarà costretto a subirle.
Vista la massiccia affluenza di espositori provenienti dall’estero riteniamo che
sia anche una buona occasione per fare conoscere meglio anche a loro il nostro
Belpaese, che nonostante i tempi che corrono, è ancora pieno di gente che
vuole vivere in allegria e con entusiasmo la propria vita.
Proprio a voi ci rivolgiamo, lettori entusiasti!
Certo, forse sarete un po’ delusi dal particolare momento che viviamo in questo
periodo, ma non dobbiamo lasciarci abbattere! Non lasciamoci intimorire,
reagiamo riappropriandoci di ciò che ci vogliono togliere con l’inganno,
troviamoci tutti insieme per confrontarci ed aiutarci l’uno con l’altro a
combattere la nostra battaglia sbandierando fieri la nostra passione per la vita,
e soprattutto la voglia di combattere per la libertà di espressione e di espansione
della coscienza! Quindi, tutti in prima fila per dimostrare a chi viene da paesi
(forse) più liberi del nostro che i luoghi comuni sugli italiani sono tutti falsi, che
non siamo un popolo di ignoranti rincoglioniti, fighetti o punkabbestia senza
passione né interessi, ma che sappiamo lottare ( e possibilmente, vincere) per
la nostra libertà! La data dell’evento è fissata per il primo fine settimana di
giugno 2006, (da venerdi 2 –festa della repubblica - a domenica 4) quindi non
ci saranno scuse: il tempo sarà sicuramente bello, il sole splenderà alto,in tivù
non ci sarà niente di interessante… Quindi perché non lasciarci attraversare da
una piacevole brezza antiproibizionista? Dopo l’esperienza di Pescia dello scorso
anno, abbiamo deciso di organizzare la nuova edizione della fiera a Bologna,
città del nord Italia che vanta una storia millenaria, perciò molto conosciuta
oltre che facilmente raggiungibile con ogni mezzo (aereo, treno o macchina).
Verremo ospitati in un nuovo salone vicino alla Fiera di Bologna, mettendo a
disposizione più di 3000 mq per dare spazio a sempre più espositori e per
accogliere nel modo più adatto tutti voi appassionati cannabinofili!
Venite a trovarci con gioia e voglia di fare festa insieme a noi!
Alla seconda edizione di Cannabis Tipo Forte potrete stuzzicare il vostro
antiproibizionismo con:
• i più importanti produttori internazionali appartenenti al mercato della
canapa;
• convegni e dibattiti riguardo tanto l’uso medico quanto quello ludico della
cannabis;
• una mostra sull’arte psichedelica degli anni sessanta (che con più di 250 opere
esposte si appresta ad essere la più grande esposizione del genere mai fatta in
Italia);
• spazi gratuiti in cui centri ed associazioni culturali, onlus e non profit del
settore possano fare sentire la propria voce;
• una sfilata di moda con tanti e freschi capi di canapa;
• concerti e dj set coordinati dalle 2 principali radio della città;
• una ampia zona dedicata al ristoro ed al relax, con due bar , un ristorante ma
anche zone dedicate al reiki , alla giocoleria ed alla conoscenza dell’uso e della
cultura del narghilé;
• e ovviamente, tanto altro ancora!!!
Vi a spettiamo numerosi e “carichi”! Non mancate (anche perché una occasione
simile potrebbe non ricapitare più).
Saluti verdissimi da tutto lo Staff di Cannabis Tipo Forte 2006
INFO
• Sito ufficiale: www.cannabistipoforte.com
• Report CannabisTipoForte 2005 (con foto e video)
su www.enjoint.com
Dolce Vita, Sponsor di CannabisTipoForte 2006, sarà presente alla fiera con uno stand (n. 18).
Presenti inoltre alla Spannabis di Barcellona dal 24 al 26 Febbraio (stand n. 64 - unico stand italiano) e
alla CannaTrade di Berna dal 24 al 26 Marzo. VI ASPETTIAMO AI NOSTRI STAND!
LA BIOPONIA
o cultura idroponica
al 100% biologica
Come l'idroponia, la bioponia è sempre
esistita. Dai "giardini sospesi di Babilonia"
fino alle "Chinapas"*, terrazze sulle quali gli
Atzechi coltivavano i loro frutti e legumi; le
piante conficcate nell'acqua si nutrivano
dei sali minerali rilasciati dalla
decomposizione delle materie organiche
viventi all'interno delle stesse…
Ma se l'idroponia esiste ancora, la bioponia
non esiste più. In effetti le prime
applicazioni "moderne" della cultura
idroponica furono utilizzate per la ricerca
scientifica e nell'insegnamento, in seguito
la produzione fu controllata e ottimizzata
con la ricerca spaziale. In quest'ottica i
concimi utilizzati erano sicuramente
concimi minerali, cioè un insieme di sali
minerali sciolti e solubili facilmente
assimilabili dalle piante. E' soltanto negli
ultimi 30 anni che questa tecnica ha
raggiunto sia il pubblico dei piccoli
produttori che gli appassionati di piante e di
giardini in generale, tutte persone che
coltivano la passione per le piante e che
sono felici di aver trovato un metodo di
cultura efficace, facile e rapido. Rimane
comunque il problema del concime. Infatti,
la coltivazione in vaso o in tubi di plastica
non pone alcun problema, in linea di
principio. Sapendo che questa tecnica
promette buoni raccolti, i coltivatori sono
spesso pronti ad abbracciarla senza troppe
difficoltà.
Ma quale concime usare?
L'informazione sul nutrimento delle piante resta ancor oggi piuttosto
vago. Minerale o biologico, è una questione che si dibatte
continuamente. In effetti, gli eccessi della cultura industriale, e lo stato
di inquinamento nel quale si trova il nostro pianeta portano l'opinione
pubblica a rifiutare ciò che prende il nome di concime "chimico" ma
che in realtà, soprattutto per le marche qualificate,non sono altro che
sali minerali raffinati e purificati. Ciò che bisogna innanzitutto sapere è
che la pianta, quando assorbe i nutrimenti, li assorbe sotto forma di
ioni sciolti, quale che sia l'origine del concime. Quello di cui ha
bisogno è un regime completo e d equilibrato, composto da sali
minerali sottoforma di ioni sciolti che la pianta è in grado di assorbire
facilmente secondo i bisogni del suo ciclo di crescita. Il concime
minerale idroponico di qualità apporta tutto ciò nella sua forma più
elaborata cioè la più solubile e completa. Dunque, per ottenere una
resa superiore e di buona qualità, bisogna utilizzare un concime
minerale completo, equilibrato e soprattutto che sia adatto all'acqua
della coltivazione in corso.
La scelta di consumare prodotti biologici, equilibrati, duraturi è una
scelta della vita contemporanea e alcuni ricercatori sono molto
sensibili. Da più di 20 anni uno di loro, William Texier, studia la vita
delle piante in terra e in coltura idroponica per scoprire le chiavi della
loro alimentazione. Da più di 8 anni conduce delle ricerche e dei test
intensivi per ottenere un concime completo al 100% biologico e
perfettamente solubile e che si possa utilizzare efficacemente nella
coltura idroponica. E tutti i suoi componenti possono essere registrati
come concimi "biologici". Si viene così a determinare il concetto di
"terra liquida" con la tecnica e il nome di "bioponia" e registrare
"Biosevia TM Grow & Bloom" come concime al 100% biologico.
Come utilizzare la bioponia?
E' molto semplice e ci sono due possibilità:
- L'idroponia su un substrato umido di lana di roccia, di fibra di cocco,
di perlite, ecc: si impiega concime per la crescita, poi concime di
fioritura, seguendo il ciclo vitale della pianta, al quali si aggiunge un
composto specifico di micro-organismi che servono a migliorare la
decomposizione delle materie organiche.
- L'idroponia su un substrato drenante, come l'argilla espansa, o a
radici nude, come l'aeroponia: si impiega un BioFiltre per creare un
habitat nel quale i micro-organismi possono riprodursi.
12 • Dolce Vita
Grazie alla bioponia, è da oggi possibile praticare l'idroponica
biologica, e godere dei vantaggi di un'ottima produzione (anche se
leggermente inferiore in quantità a quella della coltura idroponica
tradizionale) servendosi di prodotti biologici.
* Chinapas: nome dato agli orti galleggianti in Messico dagli agricoltori
Nahua (soprattutto Atzechi ) sui laghi paludosi degli altipiani centrali.
Lo scopo era di avere una maggiore estensione di terreno coltivabile. I
Chinapas erano costruiti da graticci, galleggianti sull'acqua, ricoperti
di canne, rami e fango. Queste isole artificiali, separate da canali,
erano ancorate al fondo del lago con salici piantati lungo i margini. Ve
ne sono tuttora sul lago Xochimilco.
a cura di Noucetta Kehdi - GHE
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LO SCRIGNO DELLE MERAVIGLIE
a cura di SHANTIBABA
Breeder della Mr Nice Seedbank.
Tra i massimi esperti mondiali di genetiche
e semi di cannabis.
Padre di alcuni degli strain
più famosi al mondo tra cui
White Widow e Super Silver Haze.
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14 • Dolce Vita
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Dolce Vita • 15
I CONSIGLI DEL CANAPAIO
TEMPI DI SEMINA
La canapa, come tutti i vegetali, viene influenzata
nei suoi cicli vitali da una serie di fattori che
sono: temperatura, umidità e circolazione
dell’aria; temperatura, ph, ec dell’acqua;
quantità di ore, intensità e colore della luce;
temperatura, granulometria, quantità disponibile
e composizione chimica del terreno; disponibilità e
qualità dei nutrimenti aggiunti; quantità di tempo
concesso per svolgere tutte le funzioni.
Il fattore che più influenza i due cicli principali
della canapa, la crescita e la fioritura, sono le
ore giornaliere di buio. La canapa è una pianta
che richiede un giorno più lungo e una notte più
breve per crescere, e l’opposto per fiorire. Si può
stimare che per la maggior parte delle varietà
la fioritura inizi quando ci sono meno di 13-14
ore di luce o più esattamente più di 10-11 ore di
buio ininterrotto (per la maturazione completa ci
vorranno 12 ore o più di buio).
All’equatore e ai tropici la durate del giorno e della
notte sono pressoché uguali tutto l’anno. Più si
sale verso nord, più il giorno è lungo d’estate e
corto d’inverno (nell’emisfero sud è l’opposto),
fino ai poli, in cui si avranno 6 mesi di giorno
e 6 di notte (questo per l’inclinazione dell’asse
terrestre, in realtà c’è un po’ più di luce per l’alba
ed il tramonto, che durano di più man mano che si
sale verso nord ).
Il 21-22 dicembre è il solstizio d’inverno. In questa
data la durata del giorno è minima. Le giornate
cominciano ad allungarsi, fino ad avere una
durata uguale alla notte intorno al 21-22 marzo
e continuano ad allungarsi fino al 22 giugno,
solstizio d’estate per poi iniziare di nuovo ad
accorciarsi. Il 21 settembre, equinozio d’autunno,
si equivalgono di nuovo alla notte, ed il 21
dicembre segnerà nuovamente la durata minima
per il giorno e la massima per la notte.
I tempi di semina per la canapa potranno
andare da poco prima l’equinozio di primavera
a poco prima di quello d’autunno. Se seminata
in primavera avrà tempo per crescere insieme
all’allungarsi delle giornate e inizierà a fiorire
quando si accorgerà del loro accorciarsi (secondo
le varietà, da inizio agosto a fine settembre). Se
seminata alla fine dell’estate o più tardi, entrerà
quasi immediatamente in fioritura; comunque
crescerà per 20-40 giorni, ma le ore di luce
saranno insufficienti per una crescita rigogliosa: le
piantine saranno piccole e stentate e la fioritura
misera.
TERRENO DI CRESCITA
La preparazione del terreno in cui dovrà crescere
la canapa è di primaria importanza per avere
piante sane ed un buon raccolto. Per coltivazioni
in pieno campo l’ideale è un terreno di medio
pasto, lavorato in profondità, ben drenato,
ricco di sostanza organica: stallatico, anidride
fosforica, ossido di potassio e azoto a effetto
protratto.
Se coltivata in vaso, è da evitare il terreno
dell’orto o del giardino: dopo poche irrigazioni
si compatterebbe eccessivamente, diventerebbe
troppo duro per la crescita delle radici ed
impedirebbe lo sviluppo delle piante. In più
sarebbe da sterilizzare perché conterrebbe
parassiti e infestanti che in “ambiente chiuso”
farebbero rapidamente grossi danni. In vaso
è importante (per tutte le piante) usare un
terriccio di alta qualità. Per la canapa dovrebbe
essere ricco di sostanza organica, con un
rapporto C/N fra 30 e 40, un ph fra 6 e 7, un
EC fra 0.8 e 1.5, buone capacità di trattenere
sia l’aria che l’acqua, che permetta un elevato
assorbimento dei nutrimenti.
Nelle diverse fasi di sviluppo le piante avranno
esigenze diverse: all’inizio il terreno dovrà
essere il più possibile sciolto e relativamente
povero di nutrimenti, per favorire un rapido
sviluppo radicale, poi dovrà essere ricco di
sostanza organica rapidamente assimilabile.
Sarà utile aggiungere la terreno vari ammendati
e fertilizzanti, secondo le varie fasi.
Utilizzate sempre terriccio fresco: quello dei
vasi vecchi sarà un ottimo ammendante per
l’orto o il giardino, ma non riusatelo mai nei
vasi: potrà contenere muffe, parassiti, sarà
esausto nei nutrimenti e ricco di sali tossici, si
compatterebbe rapidamente e creerebbe grossi
problemi alle piante.
FERTIIRRIGAZIONI
La richiesta d’acqua delle piante in vaso dipende
principalmente dall’evaporazione dovuta
alla traspirazione delle foglie (99% circa, il
restante 1% va a costituire nuovi tessuti). Più
c’è traspirazione (aumenta con la circolazione
dell’aria e l’aumentare della temperatura) più il
metabolismo delle piante è veloce. Una pianta
con un metabolismo più veloce avrà una maggior
richiesta di nutrimenti che, almeno per le piante
in vaso, ad un certo punto non saranno più
disponibili a sufficienza ed in modo bilanciato
nel terreno, e dovranno essere somministrati alle
radici, sciolti nell’acqua utilizzata per irrigare.
In genere, ad un vaso si dà acqua quando i
primi 2-3 cm. Dello strato superficiale sono
asciutti. A volte il terreno superficiale è troppo
secco e non riesce ad impregnarsi di acqua.
In questi casi spesso l’acqua (e i fertilizzanti
aggiungi) non si ferma nel vaso, ma scorre fuori
quasi completamente. Per ovviare a questo
inconveniente non lasciate mai seccare troppo il
terreno; le radici a contatto con le pareti del vaso
si seccherebbero rapidamente e la crescita sarebbe
rallentata. Rompete lo strato superficiale prima
di ogni irrigazione e premete il terreno contro le
pareti del vaso periodicamente.
Un trucco per ridurre la tensioattività dell’acqua
e permettere così al terreno di inzupparsi più
facilmente è quello di disciogliere alcune gocce di
detersivo biologico per piatti o di sapone neutro,
meglio ancora di sapone potassico, specifico per
utilizzi in agricoltura.
Controllare il ph dell’acqua dopo ogni aggiunta
e se necessario correggerlo: le piante si abituano
ad un certo grado di acidità; cambiare il ph
improvvisamente porta ad arresti nello sviluppo.
a cura de IL CANAPAIO
Autore di alcune tra le principali
pubblicazioni italiane dedicate
alla cultura e alla coltura della
cannabis tra cui “Il Canapaio”
e “Canapicoltura Indoor”.
ATTENZIONE
“Le informazioni contenute in questo articolo non intendono in alcun modo istigare, indurre od esortare l’attuazione di condotte vietate della legge vigente.
Ricordiamo ai lettori che il possesso e la coltivazione di cannabis ad alto contenuto di THC sono vietate, salvo specifica autorizzazione. E’ consentita la
coltivazione di alcune varietà di cannabis sativa ai sensi del Regolamento CE 1251/1999 e successive modificazioni.”
16 • Dolce Vita
The Doctor un campione dal carattere dolce
Dopo lunga attesa ecco finalmente l'ultima
creazione della Green House Seed Company:
The Doctor. Durante anni di selezione, test e
ricerche Arjan ha dato tutto se stesso per
preparare questa campionessa mondiale di
produzione. The Doctor è un'indica massiccia e
potente, dal sapore molto dolce e dalla
produttività record.
Le caratteristiche della pianta sono molto speciali:
compatta in statura, si sviluppa con una tipica forma a
cespuglio; i rami sono molto fibrosi e resistenti, pronti a
sostenere l'incredibile peso delle cime. Lo sviluppo dei
rami laterali tende verso l'esterno, conferendo alla pianta la
tipica struttura da super-indica bassa e tozza.
www.greenhouseseeds.nl, rivela i segreti di tutte le varietà della Green
House, settimana per settimana dalla talea al raccolto.
Dopo aver ricevuto reazioni molto positive dai pazienti che hanno usato The
Doctor e dai giudici della High Times Cannabis Cup, finalmente abbiamo
deciso di rendere accessibile questa pianta favolosa agli appassionati di tutto
il mondo.
Visitate il nostro stand alle prossime expo (Spannabis a Barcellona dal 24 al
26 febbraio; Cannatrade a Berna dal 24 al 26 marzo; Cannabis tipo Forte a
Bologna dal 2 al 4 giugno; UK Hemp Expo a Coventry dal 28 al 30 luglio).
Scoprirete i segreti di The Doctor direttamente da Arjan e dal team di creatori
di campioni della Green House Seed Company. Vi aspettiamo!
Franco Lojacono
(Green House Seed Co.)
Gli internodi si fissano a circa 6-7 cm l'uno dall'altro, formando un cespuglio
compatto che richiede sovente qualche tocco di forbice.
Si tratta di una pianta molto facile da coltivare, con un metabolismo e una
fibra molto resistenti. Perfetta per stanze indoor con soffitto basso, si
comporta molto bene anche all'esterno e in serra. La foglia è corta e tozza,
con tendenza a sovrapporre; una struttura che rivela l'origine tipica delle
indica più pure.
Il tempo di fioritura della Doctor è di 8-9 settimane, con incredibile
produzione di resina durante le ultime due settimane. Per questo motivo
consigliamo di lasciar maturare completamente la pianta prima del raccolto;
un gran investimento a puro vantaggio del gusto, dell'aroma e dell'effetto.
Alla Green House Seed Company lasciamo fiorire la Doctor fino alla nona
settimana; in questo modo raggiungiamo il massimo della produzione di
resina e otteniamo un'erba dall'aroma veramente intenso e pungente.
L'effetto diviene molto più fisico e pesante grazie alla più alta concentrazione
di CBD.
La struttura delle cime fiorite è molto arrotondata, con un peso e una densità
da record. Il rapporto tra foglie e calici nelle cime è a netto favore degli
ultimi, garantendo un gusto molto dolce grazie alla bassa concentrazione di
clorofilla nel prodotto finale. Già durante la quinta settimana di fioritura i
tricomi cominciano a diventare opachi, ma nuovi vengono prodotti a ciclo
continuo fino all'ottava settimana. Questo rapido processo di decadimento e
formazione dei cannabinoidi garantisce un effetto decisamente forte che
inizia con una fusione molto cerebrale seguita a breve da un effetto molto
fisico e narcotico, con occhi rossi e ginocchia pesanti. L'alto contenuto di
CBD ha reso questa pianta molto popolare tra i pazienti che necessitano di
un antidolorifico, o di un antispasmico nel caso di pazienti affetti da Sclerosi
Multipla. The Doctor è molto usata a fini medicinali in Olanda.
Il profumo è molto intenso, dolce ma anche aspro, ricorda le more e i frutti di
bosco. Un bouquet molto complesso che riempie il naso e la bocca e che si
può quasi masticare. Molti conoscitori olandesi hanno riferito una grande
similarità con il sapore e l'aroma della Great White Shark, pianta campione
della Green House nel 2005 alla coppa Highlife di Utrecht e nel 1997 alla
coppa High Times.
Il contenuto di THC raggiunge il 18%, con livelli molto elevati di CBD. Grazie
al CBD l'effetto fisico inizia già dopo 10-15 minuti dal consumo. Un effetto
super-rapido che dura a lungo, che dà a The Doctor un vantaggio in più sulla
maggior parte delle indica commerciali. Alla Green House Seed Company
coltiviamo questa pianta in diversi modi, ma i risultati migliori li abbiamo
ottenuti indoor con sistemi idroponici, usando vasi da 20 litri e lana di roccia.
Diamo alle piante 2 settimane di crescita vegetativa a 18 ore di luce e poi
induciamo la fioritura. In questo modo si ottengono piante che finiscono a
120 cm di altezza al raccolto. The Doctor può assorbire alte concentrazioni
di fertilizzante, fino ad una EC di 2.2-2.4 al momento di massima fioritura
durante la quarta settimana.
All'esterno questa varietà è perfetta per tutti i coltivatori, novizi o esperti.
Finisce infatti all'inizio di ottobre al sud e alla fine di ottobre al centro-nord,
con una produzione fino a 1000 grammi per pianta. Resiste bene ai
predatori e ai parassiti.
Il nuovo “Grow DVD” della Green House Seed Company mostra The Doctor
settimana per settimana, con dettagliate informazioni su tutti i fattori di
ambiente e i dati tecnici necessari per ottenere uno sviluppo ottimale e
risultati sbalorditivi. Questo doppio DVS, scaricabile gratis dal sito internet
SONDAGGIO -LA MIGLIORE SEEDBANK-
RISULTATI HIGHLIFE CUP 2006
Sensi Seeds
Mr Nice Seedbank
Serious Seeds
Paradise Seeds
Green House Seed Co.
Dutch Passion
Nirvana
The Flying Dutchmen
TH Seeds
Soma Seeds
Spice of Life
High Quality Seeds
Seedbank Bio
1 Paradise Seeds - Dutch Dragon
2 Sensi Seeds - Silver Pearl
3 De Sjaman Seeds - White Widow
Seedbank Haze Hydro
1 Catweazle Seeds - C.W. Haze1
2 Bio Ibo - Jack Herer 2
3 Green House - Hawaian Snow 3
Seedbank Hydro
1 Genesis Seeds - White Widow
2 De Sjaman Seeds - Sjaman High
3 Nirvana - Masterkush
Seedbank Haze Bio
1 Bio Ibo - Super Silver Haze
2 Soma Seed Company - Somami
3 Green House - Arjan Ultra Haze#2
Seedbank Outdoor
1 Catweazle Seeds - C.W. Haze
2 KC Brains - KC33
3 Magus Genetics - Double Dutch
Miss Highlife
1 Rowena - Greenhouse
2 Debbie - Genesis
3 Josje - Hacas
realizzato in collaborazione con ENjOINT.com
totale 400 voti
Hash Plant - Sensi Seeds
127 voti
67 voti
50 voti
46 voti
41 voti
27 voti
26 voti
13 voti
12 voti
8 voti
7 voti
2 voti
...and the winner is TWINS with SUPER SILVER HAZE
Dolce Vita • 17
CANNABIS TERAPEUTICA
POTENZIALI CAMPI DI USO TERAPEUTICO DEI DERIVATI DELLA CANNABIS
EPILESSIA
: Circa l' 1% della popolazione italiana, oltre 500.000 persone,
è affetto da epilessia. I portatori di epilessia vanno incontro periodicamente a crisi
convulsive, in genere dovute alla presenza di un gruppo piu' o meno grande di cellule
nervose che tendono ad avere una attivita' eccessiva, comunemente definita come
"ipereccitabilità". Tale fenomeno può coinvolgere un numero limitato di cellule nervose,
come nelle epilessie focali, o essere un fenomeno diffuso ad ampie aree della corteccia
cerebrale, come nelle epilessie generalizzate. Le epilessie possono insorgere a qualsiasi
eta', tuttavia, in circa l' 80% dei casi le crisi iniziano prima dei 20 anni, nell' infanzia e nell'
adolescenza. Si distinguono epilessie primarie o idiopatiche, in cui non è possibile
dimostrare la presenza di lesioni cerebrali, e epilessie secondarie, in cui l'insorgenza delle
crisi è legata alla presenza di una lesione cerebrale. Si va da disturbi dell'ossigenazione
cerebrale al momento della nascita (evento molto frequente), a malformazioni della
corteccia cerebrale fino a tutte le patologie acquisite del cervello, come infezioni, traumi,
tumori, disturbi circolatori. Ogni evento morboso che lede la corteccia cerebrale può infatti
dare origine, nel corso degli anni, a un focolaio responsabile dell'epilessia.
Le proprietà anticonvulsivanti dei derivati della
cannabis sono testimoniate da alcuni studi
scientifici nonchè da esperienze aneddotiche
di malati di epilessia che documentano, in
seguito alla assunzione di cannabinoidi, una
riduzione delle crisi e del fabbisogno di
farmaci.
Una prima segnalazione in tal senso risale al
1975 e riguarda un giovane di 24 anni con
epilessia farmaco-resistente, in cui
l'inalazione di Cannabis in aggiunta al
trattamento convenzionale portò ad un
soddisfacente controllo delle convulsioni.
Il dato concorda con quanto riferito da numerose esperienze aneddotiche di
pazienti che, pur al di fuori di un contesto medico "controllato", hanno verificato
in prima persona l'efficacia di tali sostanze, arrivando in alcuni casi a poter fare
a meno dei farmaci convenzionali (e dei loro spesso pesanti effetti collaterali ).
SCLEROSI MULTIPLA
: La sclerosi multipla (SM), o sclerosi a
placche, è una malattia grave del sistema nervoso centrale, cronica e spesso
progressivamente invalidante. Nonostante i molti passi avanti fatti dalla ricerca
scientifica, la causa esatta della SM è ancora sconosciuta. Si ritiene che sia coinvolta una
combinazione di più fattori: una predisposizione genetica a sviluppare la malattia e un
agente ambientale in grado di stimolare il sistema immunitario, geneticamente alterato. Il
risultato di questa interazione è una risposta immunitaria anormalmente diretta contro la
mielina, una sostanza di rivestimento delle fibre nervose che, oltre a proteggere le fibre, le
aiuta a condurre gli impulsi nervosi. In Italia 50.000 persone sono colpite da SM e ogni
anno si verificano 1.800 nuovi casi. L’età a rischio per l'insorgere della SM è fra i 15 e i 50
anni ed è più frequente nel sesso femminile.
Esistono numerose testimonianze aneddotiche di pazienti affetti da sclerosi
multipla che riferiscono un beneficio sintomatologico in seguito all'assunzione
di derivati della Cannabis. Tali testimonianze hanno anche il supporto di alcuni
studi scientifici, condotti per lo più su piccole casistiche, ma in grado di fornire
evidenze molto suggestive e convincenti.
Uno studio pubblicato nel 1981 ha dimostrato, in 7 di 9 pazienti affetti da
sclerosi multipla, un significativo miglioramento del tono muscolare dopo
somministrazione, in "doppio cieco", di 5 mg di THC.
Un miglioramento soggettivo dei sintomi legati alla spasticità muscolare dopo
inalazione di Cannabis viene segnalato anche da 5 di 8 pazienti studiati da
Clifford nel 1983. In due pazienti si ebbe anche un netto miglioramento delle
prove di coordinazione motoria e una significativa riduzione del tremore
muscolare, come mostrato nella figura.
NESSUNA SOMMINISTRAZIONE
SOMMINISTRAZIONE 5 mg THC
Il dato è stato successivamente confermato in uno studio condotto su 15
pazienti trattati con cannabidiolo (CBD), uno dei principi attivi della Cannabis. I
quindici patienti, affetti da epilessia secondaria con focus temporale, furono
trattati con 200-300 mg al giorno di CBD. In circa il 90% dei casi si ottennne la
scomparsa delle crisi convulsive o una loro significativa riduzione. Gli autori
dello studio sottolinearono il buon profilo di tolleranza del CBD e la scarsa
incidenza di significativi effetti collaterali.
Altri studi pubblicati hanno fornito risultati contrastanti e sono segnalati casi in
cui l'assunzione di dosi eccessive sembra aver facilitato l'insorgenza di crisi
convulsive.
In epoca più recente una revisione condotta su 308 pazienti epilettici ha
confermato il potenziale ruolo protettivo dei derivati della cannabis.
L'interesse per questo potenziale campo di applicazione è stato confermato
dal Workshop on medical marijuana del National Institutes of Health USA, dal
rapporto dello Science and Technology Committee della Camera dei Lord
inglesi ed in ultimo dal rapporto dell' Institute of Medicine della Accademia
Nazionale delle Scienze USA, Marijuana and Medicine: Assessing the Science
Base.
Tutti e tre i rapporti riconoscono il potenziale anticonvulsivante dei derivati della
cannabis, concordando tuttavia sul fatto che i dati clinici disponibili sono troppo
limitati e controversi e auspicando verifiche dell'efficacia su popolazioni più
numerose. Il rapporto dell' House of Lords Science and Technology Committee
in particolare riconosce che il cannabidiolo potrebbe essere sperimentato
come una utile terapia aggiuntiva in pazienti con sintomatologia scarsamente
controllata dalle terapie attualmente disponibili.
Alla luce di tali evidenze riteniamo che un tentativo terapeutico con
cannabinoidi possa essere preso in considerazione, sotto controllo medico: in
casi di epilessia farmacoresistente (ovvero non dominabile con le terapie
convenzionali) e in casi in cui le terapie convenzionali, pur efficaci, siano
gravate da inaccettabili effetti collaterali.
Tra questi merita di essere segnalato, per il rigore della metodologia utilizzata,
un caso pubblicato da Martyn nel 1995: ad una paziente con contrazioni
muscolari dolorose e disturbi vescicali furono somministrati, a giorni alterni,
una compressa di nabilone (un cannabinoide sintetico) o un placebo. Sia la
spasticità muscolare che i disturbi della vescica si riducevano sensibilmente
nei giorni in cui la paziente assumeva il cannabinoide. Nettamente migliorati,
negli stessi giorni, il tono dell'umore e la percezione soggettiva di benessere.
Consroe e collaboratori hanno raccolto, con un questionario anonimo, i dati
relativi a 112 pazienti con sclerosi multipla. Le esperienze di tali pazienti
concordavano nel riferire, in seguito alla assunzione di Cannabis, un
miglioramento sintomatico, con percentuali che vanno dal 97% al 30%, a
secondo del sintomo considerato. Il miglioramento riferito più frequentemente
era quello della spasticità muscolare e del dolore agli arti. Con frequenza
minore venivano riferiti miglioramenti del tremore, dell'appetito, della visione,
dei disturbi vescicali.
In epoca recente le evidenze scientifiche disponibili sono stato oggetto di
disamina da parte di autorevoli commissioni mediche.
Il Workshop on the Medical Utility of Marijuana dell'Istituto di Sanità
statunitense ha riconosciuto, nel 1997, il potenziale ruolo terapeutico nel
trattamento della spasticità muscolare e del dolore neuropatico. Questa
potenzialità è confermata anche in una recentissima review pubblicata
sull'autorevole British Medical Journal.
Nel 1998 il rapporto dello Science and Technology Committee della House of
Lords inglese ha confermato il ruolo della Cannabis nel migliorare i simptomi
della SM. "Sulla base dei dati in nostro possesso" - ha dichiarato Lord Perry of
Walton, presidente del Comitato, "riteniamo che i medici debbano essere
messi in condizione di prescrivere la Cannabis ai pazienti con SM senza
essere perseguiti dalla legge".
Anche il rapporto dell' Institutes of Medicine della National Academy of
Sciences USA ha sottolineato il potenziale ruolo dei cannabinoidi nella SM,
auspicando la realizzazione di studi clinici controllati su ampie casistiche.
Sull'onda di queste autorevoli raccomandazioni nel 1999 sono partiti in
Inghilterra due grandi studi clinici controllati , i cui risultati, potrebbero presto
aprire la strada alla registrazione di specialità a base di cannabinoidi per il
trattamento della SM.
Analogo miglioramento è riferito anche da tredici pazienti scarsamente
controllati dalle terapie convenzionali, che hanno partecipato nel 1988 a uno
studio in "doppio cieco", THC versus placebo.
Accanto a queste piccole casistiche esistono poi numerosi case reports in cui
vengono descritti benefici sintomatici sul piano della spasticità muscolare,
della coordinazione motoria, dell'equilibrio, dei disturbi della vescica.
A ciò si aggiungono alcune recentissime evidenze che spingono a far
ipotizzare possibili influenze dei cannabinoidi anche sulla progressione della
malattia. Un recente studio pubblicato sulla prestigiosa rivista Nature ha per
primo postulato, sulla base delle evidenze ottenute su un modello
sperimentale animale, un possibile ruolo dei cannabinoidi nell'influenzare non
solo i sintomi ma anche la stessa progressione della malattia.
Fonte: ACT - Associazione Cannabis Terapeutica - http://medicalcannabis.it
S
fonte: www.aduc.it
W
NE Canada: disponibile prodotto farmaceutico contro la sclerosi multipla
Dal 20 giugno 2005 è disponibile nelle farmacie canadesi il Sativex, un farmaco registrato per il sollievo sintomatico del dolore neuropatico negli adulti affetti
da sclerosi multipla. Si tratta di un prodotto farmaceutico standardizzato; i suoi principali principi attivi sono i cannabinoidi delta-9-tetraidrocannabinolo
(THC) e cannabidiolo (CBD). Si somministra come spray sotto la lingua o sull'interno della guancia.
Italia: solo 2 comunità su 500 favorevoli al decreto Fini
Sarebbero solo 2 su circa 500 le comunità di accoglienza che finora hanno dato la loro disponibilità all'applicazione del decreto sulla nuova normativa per il
recupero dei tossicodipendenti. Lo ha detto Riccardo De Facci, responsabile nazionale per le dipendenze del Cnca (Coordinamento nazionale comunità di
accoglienza), a Milano per presentare alcune iniziative insieme alla Rosa nel Pugno e all'Associazione Radicale Enzo Tortora. Le Comunità che hanno dato
la loro disponibilità ad accogliere i tossicomani che, condannati, sceglierebbero il recupero al posto del carcere, sono quella di San Patrignano e la
Comunità Incontro. "Se questa legge passa faremo disobbedienza civile - ha detto De Facci - e invitiamo le forze politiche a impegnarsi in quella che non è
solo una battaglia legale ma civile". Secondo dati forniti dal Cnca, a rischio di finire in carcere sono gli oltre 4 o 5 milioni consumatori abituali di cannabis.
Dolce Vita • 19
STATIMODIFICATI
MODIFICATI
STATI
DI COSCIENZA E SOCIETÀ
DI COSCIENZA E SOCIETÀ
a cura di GILBERTO CAMILLA
Presidente della SISSC
Accanto ai moduli comportamentali, filogeneticamente determinati ed evidenziati dall’etologia,
nell’uomo troviamo una costante
neurofisiologica che lo spinge a
ricercare attraverso una molteplice varietà di strumenti e tecniche,
l’esperienza di coscienza modificata. Questa costante comportamentale ci autorizza, in qualche
modo, a parlare di IMPULSO
ALL’ESTASI, una sorta di spinta verso il superamento degli
ordinari confini psichici. Questo
impulso va al di là di qualsiasi
distinzione storica, geografica,
culturale od etnica. Non è un
caso che gli stati modificati di
coscienza siano stati, in tutte le
società umane, integrati in più
vasti modelli culturali, sia pure
con funzioni diverse da società
a società.
L’importanza della coscienza e dei
suoi stati modificati, per lo meno
dal punto di vista neurochimico,
è una “scoperta” relativamente
20 • Dolce Vita
molto recente, e risale al 1943,
quando il chimico svizzero Albert
Hofmann sintetizzò nei laboratori
della Sandoz di Basilea la dietilamide dell’acido lisergico, meglio
nota con il nome di LSD.
Già però verso la fine del secolo scorso si era intuito il valore
psicologico della coscienza e dei
suoi stati modificati, grazie alle
osservazioni di alcuni brillanti
ricercatori. Cito, per dovere di
cronaca ma senza entrare in merito alle loro differenze teoriche,
Charcot, Janet, Moreau de
Tours, lo stesso Freud.
Purtroppo le intuizioni di questi
personaggi furono misconosciute
e anche superficiali, a causa della
limitatezza delle neuroscienze
dell’Ottocento. Inoltre le loro
intuizioni si prestarono ad un
colossale equivoco, le cui conseguenze si risentono ancora oggi.
La moderna neuropsicologia ha
ampiamente dimostrato che non
esiste uno stato “normale” di
coscienza, così come non esiste
un unico stato “modificato di
coscienza”. Questi sono fenomeni estremamente variegati e
complessi, che vanno, mi ripeto,
dall’estasi mistica alla possessione, dagli stati meditativi fino alla
deprivazione sensoriale, dalla
danza al sogno, all’ipnosi, e via
di seguito.
Prima di proseguire è forse il caso
di definire due concetti di base:
stato modificato di coscienza e
trance.
La definizione che vado a proporre non è ovviamente assoluta,
ma solo esplicativa. Per stato
modificato di coscienza
intendo un’esperienza affettiva
e cognitiva diversa da quella
vissuta nello stato ordinario di
coscienza, assunto come “stato
di base”. E’ quindi un nuovo e
temporaneo sistema dotato di
proprietà uniche sue proprie, una
ristrutturazione della coscienza
che fa vivere questo stato come
un “cambiamento”.
Per trance è invece da intendersi null’altro che uno stato modificato di coscienza ritualizzato e
istituzionalizzato.
Per comodità descrittiva possiamo distinguere tre grosse categorie di stati modificati di coscienza:
gli stati meditativi, inducibili
attraverso il digiuno, varie modalità di tecniche respiratorie,
attraverso l’ipnosi.
Gli stati di possessione, derivanti da iperattività motoria o
da qualsiasi induzione esogena
o spontanea di tipo dissociativo
(convulsioni, isteria, etc.).
Gli stati sciamanici o visionari, rappresentati da una
esperienza principalmente allucinatoria, nella quale un soggetto
“vede”, “sente” e “comunica”
con ciò che egli crede esterno
a sé: Nella maggior parte dei
popoli gli stati sciamanici sono
in stretta relazione con l’uso di
sostanze allucinogene.
Queste tre categorie di trance
sembrano indissolubilmente legate al grado di complessità della
società e alla sua “qualità”; sono
variamente distribuite anche sul
piano geografico: ad esempio
la trance meditativa prevale
nell’Oriente, la trance di possessione trova la sua massima
concentrazione in Africa e presso le società di tipo agricolo,
mentre la trance visionaria
sembra essere storicamente la
caratteristica dei popoli di cacciatori-raccoglitori, concentrati nelle
Americhe.
La “tecnica” per raggiungere un
determinato stato modificato di
coscienza non sembra –di per sémolto importante, mentre il problema centrale è –a mio avviso- il
risultato che si vuole ottenere, il
quale a sua volta è culturalmente
predeterminato. D’altra parte
ogni tecnica è suscettibile di produrre effetti variabili da cultura
a cultura, perfino da individuo a
individuo.
L’interazione di fattori genetici,
culturali, ambientali ed endopsichici determina il prevalere di
una scelta di tecnica rispetto ad
un’altra, così come il prevalere di
un canale sensoriale rispetto ad
un altro, venendo a creare popoli
prevalentemente “visivi”, altri
prevalentemente “uditivi” e via
dicendo. Queste caratteristiche
psicosensoriali influenzerebbero
le stesse esperienze e gli stessi
contenuti mentali espressi dall’esperienza di coscienza modificata.
E’ fuori dubbio che fra i molti
artefici utilizzati un ruolo particolare spetta alle sostanze
allucinogene. In tutte le parti
del mondo sono diffuse piante
e funghi il cui consumo provoca
nell’uomo allucinazioni, visioni,
profondi mutamenti emozionali;
in tutti i continenti sono esistite
–e continuano ad esistere- culture che utilizzano questi particolari
vegetali per trascendere la realtà
ordinaria e comunicare col mondo del soprannaturale. L’uso di
piante allucinogene è una pratica
antico quanto l’uomo, e risale
certamente al Neolitico, se non
addirittura al Paleolitico.
Il campo di ricerca costituito dagli allucinogeni, o enteogeni,
secondo un neologismo ormai
entrato nel linguaggio comune,
e il loro rapporto –effettivo o potenziale- con gli stati modificati
di coscienza è vasto e complesso:
che lo si voglia o meno ammettere esso si estende fino alla creazione dei miti e dei temi ricorrenti
in tutte le tradizioni orali, tocca
la maggior parte degli aspetti
dell’arte e dell’iconografia, dei
sistemi tradizionali di percezione
e interpretazione della realtà,
della vita e della morte. Non è
quindi una forzatura affermare
che le piante allucinogene hanno
contribuito a formare la storia
culturale di molti popoli, poiché
è proprio nell’esperienza visionaria che l’individuo la sempre
affermato dinanzi a sé stesso la
validità delle tradizioni tribali a
lui giunte oralmente attraverso i
racconti dei vecchi padri.
Gli enteogeni sono sempre serviti
a dare valore ad una cultura, mai
per fruire di un momentaneo
mezzo di evasione, se non all’interno delle minoranze giovanili
delle società occidentali.
Ma queste sostanze sono anche
l’arteficio che più di ogni altro,
nella nostra cultura occidentale,
sembrano suscitare un profondo
tabù ed evocare, sia pure inconsciamente, convinzioni che siano
un mezzo rozzo, aberrante, o
quanto meno il più “artificiale”,
il meno “puro”.
Esempi di tale prudérie se ne
potrebbero fare a decine. Ne
bastino due: Mircea Eliade arriva ad affermare che l’uso del
fungo Amanita muscaria nello
sciamanismo siberiano è una
ibridazione storicamente recente
e appartenente a classi sociali
inferiori. Kerenyi dal canto suo
vuol farci credere che un tempo
l’uomo possedeva innata la capacità visionaria, e che, perdutala,
dovette affidarsi a “mezzi forti”.
Sono due ottimi esempi di rimozione e di negazione della realtà,
che stravolgono le più elementari
evidenze storiche e archeologiche.
(continua sul prossimo numero)
Dolce Vita • 21
CRONACHE DA DIETRO IL CANCELLO
CRONACHE DA DIETRO IL CANCELLO
Condizioni disumane
“Ho visto cose che voi umani non potete neanche
immaginare...” (Ridley Scott - Blade Runner)
Provate a pensare di avere il mal di denti, da un paio di ore,
potente, di quello che non ti molla mai. Provate a pensare
di averlo per un paio di giorni, chiusi in due metri per
quattro che dividete con un altro disgraziato come voi. E se
è solo il mal di denti che avete, al massimo impazzite ma
probabilmente non morirete, a meno che non vi suicidate.
In galera, se a qualcuno viene un infarto, passa un’ora
prima che la guardia di turno si degni di venire a vedere
perchè il vostro compagno urla in cerca di soccorso.
Quello che nei titoli dei giornali e telegiornali viene definito
“tagli agli sprechi nella sanità”, in galera si traduce nella
negazione di assistenza sanitaria, il che significa che se
avete il mal di denti potete solo tenervelo perchè le uniche
medicine che vengono dispensate generosamente sono
gli psicofarmaci e benzodiazepine che, oltre a crearvi
dipendenza vi rendono simili a larve umane e vi mettono
in condizioni di non nuocere a chi vi deve controllare.
Nessuno può mettere il naso in tutto questo perché
ecco perché vi dico fratelli,
che ho visto cose che
voi umani non potreste
immaginare: ho visto uomini
grandi e grossi piangere
come vitelli implorando pietà
ed ho visto dirigenti sanitari
negare epidemie di scabbia
e trasferire detenuti infetti
con la stessa leggerezza
con cui si bevono un caffè.
Fratelli
se
decidete
di
commettere
un
reato,
sappiate che per la vostra
vita non vi sarà più rispetto
di quanto ne abbiano i nostri
padroni amerikani per coloro
che stanno a Guantanamo.
i muri che circondano le carceri sono
fatti più per impedire
che il buon senso vi entri,
che per impedire
ai prigionieri di fuggire,
a cura di MAURIZIO GAZZONI
L
A
N
EG
S
O
M
IA
Si chiama IL DUE perché
dal “Due”, da piazza
Filangieri 2, a Milano,
cioè dal carcere, vogliono
uscire.
Vogliono uscire corpi, ma
vogliono uscire anche
parole e immagini. Per
avere più spazio, per
dialogare con quelli che
stanno fuori,
per costruire qualcosa
insieme.
Per sentirsi vivi.
Per farlo si sono messi
insieme donne e uomini
liberi, donne e uomini
prigionieri.
WWW.ILDUE.IT
Net Magazine di San
Vittore
SOCIALE
TAV: facciamo un po’ di chiarezza
In questi ultimi mesi si è sentito spesso parlare di TAV e si è visto come su
questo argomento molte migliaia di
persone residenti in Piemonte nella
Val di Susa si sono mobilitate per far
sentire la propria voce a chi da anni
la ignorava. Ma cosa è accaduto
in questa valle che da Torino
corre ad ovest tra le alpi verso
il confine francese?
Dal momento che i normali mezzi di
informazioni come è loro consuetudine si soffermano solo sull’esteriorità
delle notizie, proverò in questo spazio
a delineare un quadro più completo
di ciò che sta accadendo in quei
luoghi.
Prima di tutto cerchiamo di capire
cosa significa TAV. Questa sigla è l’abbreviazione di Treno Alta Velocità, si tratta di linee ferroviarie capaci
di far correre i treni a velocità di 200
300 Km orari per percorrere lunghe
distanze in tempi brevi.
Per trovare un punto di inizio di tutta
la questione occorre andare indietro
nel tempo e precisamente nel agosto
1991 quando nasce la TAV Spa, la società a capitale misto pubblico e privato che ha il compito di costruire in
Italia quasi 900 km di linee ferroviarie
per i treni ad alta velocità. In realtà
sin da subito i privati si tirano fuori
dalla società lasciando tutto in mano
allo stato italiano e cioè alle Ferrovie
dello Stato.
Le vicende della Val di Susa si legano
a quelle della TAV dal momento che
il progetto complessivo nazionale
(quello di 900 Km) prevede che
in questa valle debba passare una
linea ferroviaria ad alta velocità per
collegare Torino alla città francese
di Lione. Nello specifico questo
progetto prende il nome di Linea
ferroviaria Alta Velocità – Alta
Capacità Torino – Lione che si
inserisce nell’ambito del progetto elaborato dalla Comunità Europea del
così detto Corridoio V. Sintetizzando
al massimo, questo progetto europeo
prevede l’individuazione e la costruzione di alcune vie di comunicazione,
chiamati corridoi, capaci di collegare
in tempi brevi i diversi stati della comunità europea e questi ultimi con le
nazioni extra europee. Uno di questi
corridoi, lungo i quali passeranno le
merci e le persone, è il Corridoio V
che dovrebbe collegare, a lavori completati, Lisbona a Kiev attraversando
tutto il nord Italia da Torino a Trieste
per poi proseguire verso Budapest
per arrivare a Kiev in Ucraina. Visto da
questa angolazione il problema della
TAV in Val Susa assume proporzioni
di rilevanza internazionale di fronte i
quali generalmente si tende a rinunciare alla comprensione. Ma è proprio a questo punto che il caso della Val Susa diventa
interessante perché al di là dei problemi specifici che solleva esso rappresenta la sintesi migliore della problematica di cui
sempre più spesso si sente parlare, cioè quella del rapporto tra la globalizzazione e le culture e le realtà locali. Da un lato
abbiamo la Comunità Europea che con le sue strategie elabora piani per far circolare merci e persone più velocemente in
continuità con i dettami della globalizzazione, dall’altro abbiamo le persone gli abitanti di una valle che difendono il loro
territorio, la loro salute e la loro voglia di essere parte attiva nelle strategie di sviluppo che riguardano la loro terra, in sintesi chiedono di essere protagonisti e non passivi osservatori del treno della globalizzazione che attraversa il loro territorio.
Ma ora vediamo dove nasce il problema, o meglio, i problemi che hanno suscitato le proteste dei cittadini della Valle.
Avrei voluto in questo articolo analizzare anche le ragioni di quelle persone che vedono con favore la realizzazione della
Torino Lione ma questi ultimi al di là dell’affermare la necessità del Corridoio V, del progetto europeo o del fatto che il
progresso non si può arrestare non propongono motivazioni che ribattano punto per punto i problemi e i dubbi sollevati
dagli abitanti della Valle e dagli ecologisti. Per semplicità dividiamo questi problemi in tre categorie: Salute - Ambientali,
Storici ed Economici.
Salute-Ambientale: Per realizzare la Torino Lione occorrerà scavare due gallerie, la prima, detta Musinè/Gravio, lunga
23 Km; la seconda, che unirà la bassa valle di Susa alla Francia, lunga 52 km (una delle più lunghe d’Europa) sotto il massiccio dell’Ambin. La galleria Musinè/Gravio attraverserà un terreno caratterizzato da rocce ricche di amianto. Gli abitanti
temono che durante i lavori di scavo di movimento e di stoccaggio della terra la polvere ricca di amianto possa diffondersi
lungo tutta la valle con seri rischi per la salute.
Uno studio ufficiale dello specialista oncologo
Edoardo Gays dell’Ospedale di San Luigi di
Orbassano ha rilevato che “la possibilità che
si verifichino condizioni di rischio sanitario è
assolutamente rilevante per quanto riguarda le
attività di scavo e di movimento terra; ciò con
tutti i problemi di tutela della salute dei lavoratori addetti a tali compiti. Analoghe preoccupazioni riguardano però anche la popolazione
della bassa Val di Susa a causa della dispersione
di fibre di amianto nell’aria, nei terreni e nelle
acque del territorio [..] Si ricorda che l’esposizione all’amianto, anche non legato ad attività
lavorativa, correla con gravi patologie, tra cui il
Mesotelioma malattia tumorale maligna a prognosi infausta in tempi assai brevi [..] 275 giorni quali che siano le terapie instaurate.” Se non
bastasse questo, all’interno del massiccio dell’Ambin (tunnel di 52 Km) sono presenti numerosi giacimenti di uranio, come documentato
dal CNR fin dal 1965. Per maggior precisione il materiale presente è pechblenda, una forma particolarmente radioattiva.
L’uranio se disperso nell’aria può essere inalato e può contaminare le falde acquifere ed inquinare i corsi d’acqua utilizzati
per l’irrigazione. L’uranio se inalato o ingerito provoca contaminazione interna e può essere causa di linfomi e leucemie.
Storica: Questa valle - sostengono gli abitanti - ha già dato un ampio contributo al commercio tra Italia e Francia. Il 35%
delle merci che valicano le alpi passa da qui attraverso una l’autostrada quella del Frejus, due strade statali e una linea
ferroviaria. Considerato che si tratta di una valle stretta - 1,5 Km di larghezza media -, aprire un nuovo cantiere vorrebbe
dire davvero snaturare il territorio, quantomeno nella parte bassa, quella compresa tra i paesi di Almese e Bussoleno.
Economica: Per investire tutti questi soldi, si parla di 21 miliardi di euro, per lavori che andranno avanti fino al 2018 e
che vedranno muoversi lungo la valle tutti i giorni 24 ore su 24 circa 500 camion al giorno per 15 -20 anni, occorrono delle
forti motivazioni. Occorre cioè dimostrare l’effettiva necessità dell’opera che si vuole realizzare nonché la sua redditività.
Al contrario i dati raccolti parlano della sua inutilità e della sua assoluta non convenienza in termini di ritorno economico
per la collettività. In primo luogo i traffici di lunga distanza sull’asse Lisbona – Kiev, che motiverebbero il concetto di
“Corridoio 5” sono ad oggi irrilevanti. I passeggeri infatti preferiscono il più pratico, economico e veloce volo aereo Low
Cost. Va anche detto che di recente gli unici due treni giornalieri del collegamento ferroviario diretto Torino – Lione sono
stati soppressi per mancanza di passeggeri.
Per quanto riguarda il trasporto delle merci la velocità non è un requisito fondamentale come Sostiene il professor Angelo
Tartaglia del Politecnico di Torino – “Il problema centrale è che i treni merci in Italia viaggiano a una velocità media di 19
km/h, essendo sovente fermi per dare precedenza ai treni passeggeri. Questo è il dato da migliorare. Non serve che le
merci arrivino dalla Francia a 150 Km/h se poi in Italia passano la maggior parte del tempo in stazione.” Per quanto riguarda il trasporto delle merci gli abitanti della Valle, gli ambientalisti e numerosi esperti tra cui Andrea Boitani (professore di
economia politica all’Università Cattolica di Milano) e Marco Ponti (professore di economia dei trasporti al Politecnico di
Milano) sostengono, dati alla mano, che per far fronte in maniera efficiente al trasporto delle merci tra Italia e Francia è
sufficiente un opera di rimodernamento e potenziamento della linea ferroviaria già esistente la Torino Modane. “Con il
potenziamento della linea esistente, quella del Frejus, e una appropriata politica tariffaria pro-ferrovia e moderatamente
anti-Tir, la domanda ferroviaria per Modane potrebbe arrivare a quasi 17 milioni di tonnellate/anno. Con la realizzazione
della TAV in Val di Susa la domanda potrebbe arrivare - ma non è certo, perché la composizione delle merci cambia - a
poco più di 21 milioni di tonnellate l’anno” (Andrea Boitani, la voce.info, 23/11/2005)
Questi brevemente elencati sono solo alcuni dei motivi per i quali le popolazioni della Valle raccogliendo la solidarietà di
molte associazioni e singoli cittadini italiani e francesi, si oppongono alla costruzione della TAV. Pur toppo non mi è stato
possibile, come già accennavo, reperire motivazioni studi e opinioni che possano controbattere le osservazioni sollevate da
chi si oppone alla realizzazione della Torino Lione. Ne consegue, a mio parere, che le ragioni del Si alla TAV sono ragioni di
mero arricchimento di quei pochi - di cui sappiamo nomi e cognomi - che ricaveranno montagne di denaro dalla realizzazione dell’opera. L’impressione è che per l’ennesima volta si proceda alla costruzione della classica cattedrale nel deserto
sperperando denaro pubblico e producendo danni irreversibili al territorio del nostro paese la cui maggiore ricchezza sta
proprio in quelle attrattive naturali e culturali che richiamano il turismo.
a cura di MARCO MATTIUZZO
APPROFONDIMENTI:
www.notav.it - www.beppegrillo.it
www.lavoce.info - www.legambientevalsusa.it
Dolce Vita • 27
SANGUE VIVO
AFGHANISTAN
2006
LA GUERRA È FINITA (o no?)
Grazie ad un nostro gancio abbiamo avuto la fortuna di farci raccontare l’Afghanistan a pochi anni dal
conflitto; cronache di un paese sconvolto dalla guerra, dove le organizzazioni umanitarie sono di fatto
l’unico sostegno per la popolazione locale.
a cura di JOJO e FILO GREEN
Gennaio 2006: a Kabul ciò che accoglie il visitatore straniero è un aeroporto
spazzato dal vento gelido e dal rombo dei motori degli aerei da guerra
americani e degli elicotteri dell’ONU. Se la pace si misura dai militari, allora in
Afghanistan è ancora lontana. La visuale su Kabul città non fa che confermare
questa prima impressione: il centro, caotico, assurdamente congestionato dal
traffico, è dilaniato dai bombardamenti, così pure le periferie; questo
testimonia un approccio alla città ben diverso da quello occidentale. La via
commerciale di Kabul, che qualche tour operator ha voluto definire “la via
condotti” afghana, è Chicken Street, una strada perennemente trafficata,
benché le botteghe e i piccoli negozi abbiano riaperto in esiguo numero.
trovano esempi di microeconomia: gli ambulanti improvvisano negozi e vetrine
per generi di prima necessità da vendere a chiunque passi di lì. I segni dei
bombardamenti sono pesanti e ingombranti forse perchè la valle, grazie ad
una stretta gola che è l’unica via d’accesso, era stata per anni perfettamente
difendibile dall’interno.
Ora il panorama è disseminato di carri armati, molti dei quali lasciati ad
arrugginire sulle strade. Ovunque, l’iconografia di Massud, il “Leone del
Panshir” (che a Kabul va di pari passo con quella di Karzai e a Lashkar-gah
manca del tutto), si affaccia su ogni viandante. La ricostruzione, che gli
esportatori di democrazia si sono così premurati d’incominciare, è un
prolungamento del consumismo occidentale, scellerato, immorale, che non
Gli stranieri che si avventurano a fare acquisti,
anche quelli appartenenti alle ONG, viaggiano
continuamente sotto scorta; nel caso di
Emergency *1 la scorta è rigorosamente non
armata. A Kabul colpisce la vista dell’infinità di
generatori elettrici ovunque: infatti solo il 30 o
40 % degli edifici ha la corrente elettrica che
comunque va e viene a singhiozzo. A livello
sanitario, in tutto il paese gli unici ospedali o
cliniche pubbliche gratuite sono le strutture di
Emergency.
Kabul oggi
In tali strutture l’ingresso a persone armate è
severamente vietato e all’accettazione di ogni
ospedale si trovano tutti gli oggetti che i parenti
in visita ai pazienti sono costretti a lasciar fuori,
primi fra tutti i lunghi coltelli afghani, simbolo di
forza e virilità; armi di ogni tipo, compresi i
kalashnikov, e numerosissime scatole e
sacchetti contenenti hashish.
Il giornalista ed esperto pakistano Ahmed
Rashid descrive il popolo afghano come
segnato da enormi contraddizioni; “coraggiosi,
maestosi, leali, generosi, ospitali, eleganti, belli,
gli uomini e le donne dell’Afghanistan sanno
essere anche subdoli, malvagi, sanguinari” *2, gli
ospedali di Emergency sembrano soprattutto
molto composti; perfino nelle corsie pediatriche
c’è totale silenzio, l’orgoglio e la compostezza
regnano indisturbati. A differenza di Kabul, a
circa 100 km da Kandahar sorge la città di
Lashkar-gah, muta, silente, in pieno controllo
Talebano.
Il cartello che campeggia in
ogni ospedale di Emergency
L’aria che si respira è intrisa di violenza e tensione; le donne (di cui in tutto il
paese si intuiscono solo le forme sotto i lunghi burka) qui non si vedono affatto.
L’unico segno di vita è la voce del muezzin che invita alla preghiera.
L’impressione che si ha a Lashkar-gah, in pieno deserto, è che ci sia una
perenne attesa di qualcosa. La città si presenta come tutti i villaggi afghani: gli
edifici, di paglia e d’argilla, sembrano mimetizzarsi col deserto (retaggio
dell’architettura ghaznavide). Intorno alle mura della città si stendono le
piantagioni di papavero da oppio.
Nella valle del fiume Panshir, che si estende fino alle propaggini dello Hindi
Kush, la città più importante è Anabah; qui si respira un clima diverso e si
1. Emergency, Life support for civilian war victims, è un associazione ONG, Onlus.
2. Ahmed Rashid, Talebani, ed. Feltrinelli, 2001, p. 11.
28 • Dolce Vita
tiene in alcun modo conto della cultura millenaria dell’Afghanistan: donne col
burka si aggirano, raramente, in strade che vantano insegne in inglese; nel
caotico e letale traffico di Kabul, che sembra una versione macabra del “Tetris”,
si aggirano ragazzini che vendono ricariche telefoniche per un commercio di
telefonini in espansione in una città che vanta un modernissimo centro
commerciale con reti wireless accanto alle fogne a cielo aperto. L’occidente
esporta un progresso che vede immense ville con piscina e colonne di marmo
per la nuova élite politica accanto agli edifici bombardati e alle capanne
d’argilla della popolazione, ai campi non ancora sminati, alle strade
impraticabili. La politica del maquillage, che nasconde, trucca e oscura, vuol
farci credere che la guerra finita;
solo tre settimane fa un
La meravigliosa valle del Panshir
bombardamento americano ha
ucciso circa venti civili nel nord
dell’Afghanistan e ora, mentre
scriviamo, il paese si è sollevato
contro le vignette satiriche antiislamiche che tanto scandalo e
violenza hanno scatenato nel
mondo. È arrivata la pace?
Un affettuoso ringraziamento ad
Ivano e Giorgia
GIURISPUDENZA E LEGGI
APPROVATA LA LEGGE “FINI”
a cura dell’
Nel corso della presente legislatura la maggioranza di Governo di centro-destra aveva inserito nel proprio programma la riforma del testo
unico sulle sostanze stupefacenti e psicotrope attualmente disciplinata
dal Decreto Presidente della Repubblica n. 309 del 10 ottobre 1990.
Il disegno di legge, presentato nel 2004 con il numero n. 2953 “Modifiche ed integrazioni al testo unico in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope”, fu assegnato alle commissioni Giustizia e
Sanità del Senato della Repubblica. Il disegno di legge si è poi di fatto
bloccato a causa di una mancanza di quantificazione delle spese della
proposta. In buona sostanza a causa di inerzia da parte della maggioranza di Governo proponente.
Per cercare comunque di conseguire comunque l’obiettivo di riforma
della legge sugli stupefacenti vigente, meglio nota come “JervolinoVassalli”, dal nome dei due ministri degli Affari Sociali e della Giustizia
dell’epoca (1990), il Governo ha stralciato il complesso normativo riducendolo da 106 articoli a 20.
Il ministro delegato dal Governo è stato stranamente Giovanardi, che
esercita le funzioni di Ministro dei Rapporti con il Parlamento, assolutamente incompetente a trattare la delicatissima materia pluridisciplinare.
Ancora più sorprendente e sconcertante è stata la rapida quanto improvvisa tempistica parlamentare e la modalità con cui è stata chiesta
1
l’approvazione - attraverso il ricorso alla “questione di fiducia” - di
questo disegno di legge stralciato.
Il disegno di legge, così come stralciato, è stato inserito all’interno di un
emendamento alla legge di conversione del decreto legge, emesso il 30
dicembre 2005, n. 272, intitolato “Misure urgenti per garantire la sicurezza ed i finanziamenti per le prossime Olimpiadi invernali, nonché la
funzionalità dell’Amministrazione dell’interno. Disposizioni per favorire
il recupero di tossicodipendenti recidivi”. Come è di immediata e chiara
evidenza l’inserimento dell’emendamento contenente la riforma ad una
legge così delicata e complessa e dai multiformi aspetti non ha nulla a
che vedere con i finanziamenti per le Olimpiadi invernali che si disputeranno a Torino, nonché con l’inserimento del personale della Polizia
dello Stato e con le altre materie contenute nel titolo del decreto legge
sopra citato.
La riforma annunciata è divenuta legge in quanto è stata approvata al
Senato il 27 gennaio ed alla Camera dei Deputati l’8 febbraio scorso.
La legge prevede l’inasprimento delle pene, la parificazione di pena
fra tutti gli stupefacenti (distinti impropriamente tra “droghe pesanti”
e “droghe leggere”) all’interno di un’unica tabella, inoltre l’aumento
AVV. ANGELO AVERNI
delle pena della detenzione da sei a venti anni nel caso di importazione,
esportazione, acquisto o detenzione di una sostanza stupefacente per
uso non strettamente personale. Il meccanismo che dovrebbe distinguere il consumatore dallo spacciatore - differenza sulla quale si discute
senza soluzione apprezzabile sin dal lontano 1975 - è rimesso al un
successivo decreto ministeriale da approvarsi successivamente da parte
del Ministero della Salute. Inoltre vi sono importanti disposizioni (sulle
quali torneremo sicuramente nei prossimi numeri di Dolce Vita), che riguardano il recupero dei tossicodipendenti all’interno delle comunità di
recupero private, SERT ed i servizi pubblici per le tossicodipendenze.
In buona sostanza, il testo di legge approvato contiene una serie di
illegittimità con la Costituzione, che meriteranno specifico ed analitico
esame da parte degli operatori del diritto e sicuramente provocheranno
numerosi ricorsi alla Corte costituzionale per verificarne la legittimità
della legge che sarà approvata.
Sul punto va segnalata la reintroduzione del limite quantitivo ad uso
personale per ogni singola sostanza, in spregio al referendum del 1993,
che aveva, fra l’altro, abrogato la “dose media giornaliera”, e il divieto
di prescrizione medica di numerose sostanze (fra tutte, la Cannabis ed i
suoi principi attivi), in aperto contrasto con le Convenzioni internazionali sulle sostanze stupefacenti (New York) e psicotrope (Vienna), entrambe ratificate dall’Italia e tuttora vigenti.
Sul piano sociale e culturale occorre sottolineare che con l’approvazione
di questa legge si attua una forte regressione, che provocherà numerosissimi arresti ed altrettante condanne di tanti modesti consumatori
di stupefacenti (in particolare dei prodotti derivati della Cannabis quali
hashish e marijuana). Le ricadute saranno devastanti sia per l’enorme
lavoro che si ripercuoterà sulle Forze dell’Ordine, chiamate a cercare di
arrestare migliaia di persone di ogni età, sia sui Tribunali, già al collasso
per pluriennale carenza di mezzi e di uomini, sia per le strutture carcerarie, anch’esse da tempo sovraffollate, proprio a causa della legge
“Jervolino-Vassalli”.
Questa normativa provocherà, ipotesi molto facile da prevedere, un
enorme aumento dei reati e, di conseguenza, disastri umani e sociali di
proporzioni colossali, di cui evidentemente la maggioranza di governo
non sembra accorgersi della portata.
Le speranze di arginare questo imminente disastro sono residuali ma
riposano nella concreta possibilità di promozione di ricorsi in via di ec2
cezione da sollevarsi dinanzi al Tribunali di tutta Italia per stimolare
diverse sentenze di accoglimento tali da eliminare i nodi cruciali di questa scellerata legge. Altra speranza è quella data dall’approssimarsi della
data delle elezioni politiche, che potrebbe portare ad un mutamento
della compagine di Governo in grado di riformare la legge.
La approvazione della normativa sugli stupefacenti segna una pagina oscura per il Paese
e conclude in pessimo modo la Legislatura
provocando una lacerazione con i principi costituzionali a cui il Parlamento avrebbe sempre il
preciso dovere di attenersi.
1- La “questione di fiducia” è un mezzo per ottenere
il voto compatto finalizzato all’approvazione di
una proposta di legge o di uno o più articoli di essa
da parte della maggioranza di Governo. Questo
strumento parlamentare consente di ottenere che la
maggioranza voti compatta l’articolato indicato dal
Governo, nel caso questo non avvenisse, il Governo
cadrebbe ed avrebbe l’obbligo giuridico di dimettersi.
2- Ricorso avanzato al giudice nel corso di un processo
e volto a far dichiarare l’illegittimità costituzionale da
parte della Corte costituzionale di una legge o di un
articolo di essa con i principi sanciti nella Costituzione.
In caso di accoglimento del ricorso da parte della Corte
costituzionale, la legge viene espunta (eliminata)
dall’ordinamento giuridico nazionale.
Dolce Vita • 29
ATTUALITA’ E ANTIPROIBIZIONISMO
CACCIA ALLE STREGHE
GLI ASPETTI PIU’ CRITICI DELLA NUOVA
LEGGE SULLE DROGHE
L’8 febbraio scorso la Camera dei Deputati ha definitivamente licenziato
il “decreto-legge 30 dicembre 2005, n. 272, recante misure urgenti per
garantire la sicurezza ed i finanziamenti per le prossime Olimpiadi invernali, nonché la funzionalità dell’Amministrazione dell’interno” contenente il maxi-emendamento tratto dallo stralcio del tanto famoso “Ddl
Fini” in materia di sostanze stupefacenti. 307 deputati e 148 senatori
hanno votato la fiducia al Governo su questo provvedimento, permettendone così l’approvazione.
Bisogna subito chiarire che la legge approvata non è una legge propriamente “nuova”, ma che sostituisce ed integra alcuni degli articoli del
DPR 309/90 (la cosiddetta Jervolino-Vassalli). Tale legge non è abrogata
ma, appunto, semplicemente riformata. Gli articoli non modificati o soppressi del DPR 309/90 continuano così ad essere vigenti.
Tratteremo in questo articolo solo alcuni dei punti qualificanti della
riforma, si deve comunque ricordare che essa reintroduce figure e procedure (quali l’agente provocatore) da tempo dichiarate incostituzionali.
Non tenendo in alcun conto, (anzi contrastando consapevolmente), la volontà della maggioranza del popolo italiano espressa
nel referendum del 1993, si reintroduce il principio del quantitativo minimo fissato ad hoc dal Ministero, sostituendolo a quello
dell’uso personale valutato caso per caso, non più consentito.
Va detto che nell’ articolo di legge si parla di uso personale esclusivo,
intendendo con questa allocuzione, la singola assunzione personale.
L’art. 4-bis, comma 1, lettera b), che sostituisce l’art. 73 del DPR 309/90,
risulta palesamente contrario al principio di proporzionalità della pena,
come difeso peraltro all’interno della Dichiarazione Universale dei diritti
dell’Uomo del 1948 e della Convenzione Europea per la salvaguardia dei
diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, in quanto prevede, per la
fattispecie della cessione gratuita di sostanza stupefacente (la dizione
sancisce infatti la punibilità per la cessione od il passaggio “per qualunque scopo”) una pena detentiva da sei a venti anni.
A questo proposito a nulla rileva la diminuente prevista negli articoli
successivi per il fatto compiuto “di lieve entità” (comunque punito
con la detenzione da 1 a 6 anni) in quanto la cessione che si prevede nel semplice “passaggio” gratuito o fortuito è sempre, nella prassi
comune della fattispecie concreta, di scarsa rilevanza eppure viene sanzionato nell’articolo in questione con un numero di anni di detenzione
evidentemente sproporzionato rispetto ad altre fattispecie penalmente
rilevanti dotate di un maggior disvalore sociale.
Tutte le attività ricomprese nel comma 1 di questo articolo rappresentano attività di spaccio, mentre tutte le attività di cui al comma 1-bis
rappresentano attività di detenzione vietata e penalmente sanzionata,
assimilato allo spaccio. La coltivazione è la prima fra le attività sanzionate a livello di spaccio. Non vi sono limiti minimi.
Lo ripetiamo. Per ciò che riguarda l’utilizzo delle sostanze esso è consentito (sotto sanzione amministrativa) a livello “esclusivamente personale”. La parola chiave qui è “esclusivamente”. La quantità di sostanza
detenuta non può far pensare alla possibilità di cessione della stessa.
Quindi sarà una quantità per un’assunzione singola. In mancanza dei
cosiddetti limiti massimi, (ad oggi non ancora stabiliti dal Ministro competente), verrà valutata caso per caso dal giudice.
Vale la pena ricordare che anche la “lieve entità” delle condotte, in
totale mancanza di indicazione legislativa, verrà valutata a livello discrezionale da parte del magistrato penale. Il legislatore aveva invece
affermato di voler comprimere tale discrezionalità.
Quindi, l’unico caso in cui sia impossibile per l’Autorità giudiziaria dimostrare un “passaggio” o una cessione è infatti quello del consumo ovvero
della detenzione singola. L’importante è che tale detenzione non sia
effettuata all’interno di un mezzo di trasporto o durante una comune
passeggiata.
In questa caso la sostanza verrebbe “trasportata” e si potrà incorrere
comunque nel reato di cui all’art. 79 avendo “trasportato” la sostanza
dal luogo di detenzione a quello del consumo.
Nel caso di consumo o detenzione da parte di un singolo e per un
uso esclusivamente personale si applica l’art. 75 del DPR 309/90
ora riformato. Chi viene trovato in possesso di tale dose esclusivamente personale, per un periodo non inferiore a un mese
e non superiore a un anno, viene sottoposto a una o più delle
seguenti sanzioni amministrative:
a) sospensione della patente di guida o divieto di conseguirla;
b) sospensione della licenza di porto d’armi o divieto di conseguirla;
c) sospensione del passaporto e di ogni altro documento equi-
30 • Dolce Vita
pollente o divieto di conseguirli;
d) sospensione del permesso di soggiorno per motivi di turismo o
divieto di conseguirlo se cittadino extracomunitario. “L’interessato, inoltre, ricorrendone i presupposti, è invitato a seguire il programma
terapeutico e socio-riabilitativo di cui all’articolo 122 o altro programma
educativo e informativo personalizzato in relazione alle proprie specifiche esigenze, predisposto dal servizio pubblico per le tossicodipendenze
competente per territorio analogamente a quanto disposto al comma 13
o da una struttura privata autorizzata ai sensi dell’articolo 116”.
Per stabilire se una quantità di sostanza è finalizzata all’uso esclusivamente personale si fa riferimento ai limiti massimi stabiliti dal Ministro
della Salute come elemento che costituisce la base per la punibilità penale della semplice detenzione.
Il fatto che questa quantità sarà “indicata dal decreto del Ministro della
salute emanato di concerto con il Ministro della giustizia sentita la Presidenza del Consiglio dei ministri - Dipartimento nazionale per le politiche
antidroga”, risulta palesemente contrario al dettato costituzionale di cui
all’art. 117 della Costituzione, specificatamente riguardo la competenza
concorrente delle Regioni, laddove la riforma non prevede, trattandosi
di norma in materia di salute pubblica, la partecipazione degli organi
regionali alla quantificazione della misura di sostanza da detenersi
personalmente, potenzialmente dannosa per l’individuo ma comunque
non penalmente perseguibile e quindi da considerarsi estranea alla mera
previsione della norma penale, ed invece attinente alla tutela amministrativa della salute individuale. Tale competenza, icto oculi, è infatti
lasciata a soli organi statali.
Quali siano le sostanze di cui alla Tabella I non si sa. La legge all’art. 4-vicies ter comma 3 indica solamente alcune di esse e poi elenca una serie di
criteri per individuare le altre che dovranno essere inserite nella tabella
stessa. Si fa presente che i parlamentari hanno votato una proibizione
senza conoscere tutte le sostanze verso cui tale proibizione si concreta.
Fra queste vi è sicuramente l’alcol in quanto gran parte delle disposizioni
riferite a procedure di irrogazione della pena e a programmi di riabilitazione si riferiscono a soggetti tossicodipendenti o alcooldipendenti.
A questo proposito va sottolineata la palese inosservanza del principio
di legalità allorquando si pretende di far convalidare dall’organo legislativo una norma penale il cui contenuto è da ritrovarsi in un elemento
futuro non conosciuto e non conoscibile al momento della votazione
dallo stesso Parlamento. La tabella I infatti non è stata adeguatamente, e conformemente al principio di legalità che sottende ogni norma
penale, predisposta dal Governo ed in merito alla quale i meri criteri di
base sono solamente indicati in modo generico e senza alcun riferimento tecnico-scientifico all’art. 4-vicies ter comma 3. Da notare la palese
incongruenza con la specifica allegazione da parte del governo della cosiddetta tabella II, in questo modo conosciuta e validamente approvata
dagli organi legislativi.
Nell’articolo che spiega come dovrà essere formulata la cosiddetta Tabella I (art. 4 vicies te- comma 3 – Criteri per la formazione delle tabelle) il punto 4 infatti recita: “ogni altra sostanza che
produca effetti sul sistema nervoso centrale ed abbia capacita` di
determinare dipendenza fisica o psichica dello stesso ordine o di
ordine superiore a quelle precedentemente indicate”.
Il punto 7 invece indica “ogni altra pianta i cui principi attivi possono provocare allucinazioni o gravi distorsioni sensoriali e tutte
le sostanze ottenute per estrazione o per sintesi chimica che provocano la stessa tipologia di effetti a carico del sistema nervoso
centrale”. Tra le sostanze di cui al punto 4, a livello scientifico, si
possono certamente annoverare anche il caffè e la nicotina. Per
le piante di cui al punto 7 c’è da preoccuparsi per le sorti dell’uva
e della noce moscata. Successivamente all’entrata in vigore di
detta legge (15 giorni successivi alla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale) tutti gli smartshop non potranno quindi più vendere
sostanze del tipo di cui al punto 4).
I seed shop potranno però continuare a vendere semi di canapa in quanto essi non contengono le sostanze di cui al punto 6 (la cannabis indica, i
prodotti da essa ottenuti; i tetraidrocannabinoli, i loro analoghi naturali,
le sostanze ottenute per sintesi o semisintesi che siano ad essi riconducibili per struttura chimica o per effetto farmaco-tossicologico).
I growshop continueranno a vendere prodotti per l’agricoltura. Come
hanno sempre fatto. I problemi saranno per gli acquirenti. La coltivazione è con questa legge punita, lo ripetiamo, dai sei ai venti anni.
a cura di ANDREA DE ANGELIS,
con la consulenza tecnica di Massimo Ribaudo,
Responsabile Giustizia di Antiproibizionisti.it
info e aggiornamenti su:
antiproibizionisti.it - fuoriluogo.it - enjoint.com
Quelli che seguono sono i nomi dei Deputati e dei Senatori che hanno votato la fiducia sul decreto legge sulle Olimpiadi, nel quale
vi erano le nuove norme in materia di sostanze stupefacenti. Il 9 aprile verrete chiamati al voto per il rinnovo del Parlamento, e nei
mesi successivi per le amministrative. Nel segreto dell’urna, al momento di fare una scelta, ricordatevi di loro.
DEPUTATI Adornato Ferdinando - Airaghi Marco - Alfano Angelino - Alfano Ciro - Alfano Gioacchino - Amato Giuseppe - Amoruso Francesco Maria - Anedda Gian Franco - Aprea
Valentina - Aracu Sabatino - Armani Pietro - Armosino Maria Teresa - Arnoldi Gianantonio - Arrighi Alberto - Ascierto Filippo - Azzolini Claudio - Baiamonte Giacomo - Baldi Monica
Stefania - Ballaman Edouard - Barbieri Antonio - Barbieri Emerenzio - Bellotti Luca - Benedetti Valentini Domenico - Berruti Massimo Maria - Berselli Filippo - Bertolini Isabella - Bertucci
Maurizio - Biondi Alfredo - Blasi Gianfranco - Bocchino Italo - Bondi Sandro - Bono Nicola - Bornacin Giorgio - Brancher Aldo - Bricolo Federico - Briguglio Carmelo - Bruno Donato Brusco Francesco - Buontempo Teodoro - Burani Procaccini Maria - Butti Alessio - Caligiuri Battista - Caminiti Giuseppe - Cammarata Diego - Campa Cesare - Canelli Vincenzo - Cannella
Pietro - Caparini Davide - Capuano Antonio - Cardiello Franco - Carlucci Gabriella - Carrara Nuccio - Caruso Roberto - Casero Luigi - Castellani Carla - Catanoso Basilio - Cesaro Luigi
- Cicala Marco - Cicchitto Fabrizio - Cicu Salvatore - Cirielli Edmondo - Cola Sergio - Collavini Manlio - Colucci Francesco - Conte Gianfranco - Conte Giorgio - Contento Manlio - Conti
Giulio - Conti Riccardo - Coronella Gennaro - Cosentino Nicola - Cossa Michele - Cossiga Giuseppe - Crimi Rocco - Cristaldi Nicolò - Crosetto Guido - Cuccu Paolo - D’Agrò Luigi - D’Alia
Giampiero - Dalle Fratte Paolo - de Ghislanzoni Cardoli Giacomo - De Laurentiis Rodolfo - Delfino Teresio - Dell’Anna Gregorio - Dell’Elce Giovanni - Delmastro Delle Vedove Sandro
- Deodato Giovanni - De Seneen Massimiliano - Didonè Giovanni - Di Giandomenico Remo - Di Luca Alberto - Di Teodoro Andrea - Di Virgilio Domenico - Dozzo Gianpaolo - Drago
Filippo Maria - Drago Giuseppe - Dussin Guido - Dussin Luciano - Ercole Cesare - Fallica Giuseppe - Falsitta Vittorio Emanuele - Fasano Vincenzo - Fatuzzo Fabio - Ferro Giuseppe
Massimo - Floresta Ilario - Follini Marco - Fontana Gregorio - Fontanini Pietro - Foti Tommaso - Fragalà Vincenzo - Franz Daniele - Fratta Pasini Pieralfonso - Galli Daniele - Galli Dario
- Gallo Giuseppe - Galvagno Giorgio - Gamba Pierfrancesco Emilio Romano - Garagnani Fabio - Garnero Santanchè Daniela - Gasparri Maurizio - Gastaldi Luigi - Gazzara Antonino
- Germanà Basilio - Ghedini Niccolò - Gianni Giuseppe - Gibelli Andrea - Giorgetti Alberto - Giorgetti Giancarlo - Giovanardi Carlo - Gironda Veraldi Aurelio - Giudice Gaspare - Grillo
Massimo - Grimaldi Ugo Maria Gianfranco - Jacini Giovanni - Jannone Giorgio - La Grua Saverio Lainati Giorgio - Lamorte Donato - Landi di Chiavenna Gian Paolo - Landolfi Mario - La
Russa Ignazio - La Starza Giulio Antonio - Lavagnini Roberto - Lazzari Luigi - Leccisi Ivano - Lenna Vanni - Leo Maurizio - Leone Anna Maria - Leone Antonio - Lezza Giuseppe - Licastro
Scardino Simonetta - Liotta Silvio - Lisi Ugo - Lo Presti Antonino - Lorusso Antonio - Losurdo Stefano - Lucchese Francesco Paolo - Lupi Maurizio Enzo - Lussana Carolina - Maceratini
Giulio - Maggi Ernesto - Maione Francesco - Mancuso Filippo - Mancuso Gianni - Maninetti Luigi - Mantovano Alfredo - Marinello Giuseppe Francesco Maria - Marotta Antonio - Marras
Giovanni - Martinat Ugo - Martinelli Piergiorgio - Martini Francesca - Martini Luigi - Martusciello Antonio - Masini Mario - Massidda Piergiorgio - Mauro Giovanni - Mazzocchi Antonio
- Mazzoni Erminia - Menia Roberto - Mereu Antonio - Meroi Marcello - Messa Vittorio - Michelini Alberto - Migliori Riccardo - Milanato Lorena - Milanese Guido - Minoli Rota Fabio
Stefano - Misuraca Filippo - Molgora Daniele - Mondello Gabriella - Montecuollo Lorenzo - Moretti Danilo - Mormino Nino - Moroni Chiara - Nan Enrico - Napoli Angela - Napoli
Osvaldo - Naro Giuseppe - Nespoli Vincenzo - Nicolosi Nicolò - Nicotra Benedetto - Onnis Francesco - Orsini Andrea Giorgio Felice Maria - Pacini Marcello - Pagliarini Giancarlo - Palma
Nitto Francesco - Palmieri Antonio - Palumbo Giuseppe - Paniz Maurizio - Paoletti Tangheroni Patrizia - Paolone Benito - Parodi Eolo Giovanni - Paroli Adriano - Parolo Ugo - Patarino
Carmine Santo - Patria Renzo - Pecorella Gaetano - Pepe Antonio - Pepe Mario - Peretti Ettore - Perlini Italico - Perrotta Aldo - Pezzella Antonio - Pinto Maria Gabriella - Pisanu Beppe
- Pittelli Giancarlo - Polledri Massimo - Porcu Carmelo - Possa Guido - Prestigiacomo Stefania - Previti Cesare - Raisi Enzo - Rampelli Fabio - Ramponi Luigi - Ranieli Michele - Riccio
Eugenio - Ricciotti Paolo - Ricciuti Riccardo - Rivolta Dario - Rizzi Cesare - Romani Paolo - Romano Francesco Saverio - Romele Giuseppe - Romoli Ettore - Ronchi Andrea - Rositani
Guglielmo - Rossi Guido Giuseppe - Rossi Sergio - Rosso Roberto - Rotondi Gianfranco - Russo Antonio - Saglia Stefano - Saia Maurizio - Sandi Italo - Santelli Jole - Santori Angelo - Sanza
Angelo - Saponara Michele - Saro Giuseppe Ferruccio - Savo Benito - Scalia Giuseppe - Scaltritti Gianluigi - Scarpa Bonazza Buora Paolo - Scherini Gianpietro - Schmidt Giulio - Selva
Gustavo - Spina Diana Domenicantonio - Stagno d’Alcontres Francesco - Stefani Stefano - Stradella Francesco - Strano Nino - Stucchi Giacomo - Tabacci Bruno - Taborelli Mario Alberto
- Taglialatela Marcello - Tamburro Riccardo - Tanzilli Flavio - Taormina Carlo - Tarantino Giuseppe - Tarditi Vittorio - Tassone Mario - Testoni Piero - Tortoli Roberto - Trantino Enzo
- Tucci Michele - Urso Adolfo - Valducci Mario - Valentino Giuseppe - Vascon Luigino - Ventura Giacomo Angelo Rosario - Verdini Denis - Verro Antonio Giuseppe Maria - Viale Eugenio
- Viceconte Guido - Viespoli Pasquale - Villani Miglietta Achille - Vito Alfredo - Vito Elio - Volontè Luca - Zaccheo Vincenzo - Zacchera Marco - Zama Francesco - Zanetta Valter - Zanettin
Pierantonio - Zorzato Marino - Zuin Michele.
SENATORI Agogliati Antonio - Agoni Sergio - Alberti Casellati Maria Elisabetta - Archiutti Giacomo - Asciutti Franco - Azzollini Antonio - Balboni Alberto - Baldini Massimo - Barelli
Paolo - Battaglia Antonio - Bergamo Ugo - Bettamio Giampaolo - Bevilacqua Francesco - Bianconi Laura - Bobbio Luigi - Boldi Rossana - Bonatesta Michele - Bongiorno Giuseppe
- Borea Leonzio - Boscetto Gabriele - Bosi Francesco - Bucciero Ettore - Callegaro Luciano - Camber Giulio - Cantoni Gianpiero Carlo - Carrara Valerio - Caruso Antonino - Castagnetti
Guglielmo - Castelli Roberto - Centaro Roberto - Cherchi Pietro - Chincarini Umberto - Chirilli Francesco - Ciccanti Amedeo - Cicolani Angelo Maria - Cirami Melchiorre - Collino Giovanni
- Comincioli Romano - Compagna Luigi - Consolo Giuseppe - Corrado Andrea - Costa Rosario Giorgio - Cozzolino Carmine - Cursi Cesare - Curto Euprepio - Cutrufo Mauro - D’alì Antonio
- Danieli Paolo - Danzi Corrado - De Corato Riccardo - De Rigo Walter - Dell’utri Marcello - Delogu Mariano - Demasi Vincenzo - D’ippolito Ida - D’onofrio Francesco - Eufemi Maurizio
- Fabbri Luigi - Falcier Luciano - Fasolino Gaetano - Favaro Gian Pietro - Federici Pasqualino Lorenzo - Ferrara Mario Francesco - Firrarello Giuseppe - Florino Michele - Forlani Alessandro
- Forte Michele - Franco Paolo - Gaburro Giuseppe - Gentile Antonio - Girfatti Antonio - Giuliano Pasquale - Greco Mario - Grillo Luigi - Grillotti Lamberto - Guasti Vittorio - Guzzanti
Paolo - Iannuzzi Raffaele - Iervolino Antonio - Ioannucci Maria Claudia - Izzo Cosimo - Kappler Domenico - La Loggia Enrico - Lauro Salvatore - Malan Lucio - Manunza Ignazio - Marano
Salvatore - Meduri Renato - Meleleo Salvatore - Menardi Giuseppe - Minardo Riccardo - Moncada Gino - Monti Cesarino - Moro Francesco - Morra Carmelo - Morselli Stefano - Mugnai
Franco - Nania Domenico - Nessa Pasquale - Novi Emiddio - Ognibene Liborio - Pace Lodovico - Pasinato Antonio Domenico - Pastore Andrea - Pedrazzini Celestino - Pedrizzi Riccardo
- Pellegrino Gaetano Antonio - Pellicini Piero - Peruzzotti Luigi - Pessina Vittorio - Pianetta Enrico - Piccioni Lorenzo - Pirovano Ettore Pietro - Pontone Francesco - Ponzo Egidio Luigi
- Ronconi Maurizio - Ruvolo Giuseppe - Salerno Roberto - Salzano Francesco - Sambin Stanislao Alessandro - Saporito Learco - Scarabosio Aldo - Schifani Renato Giuseppe - Scotti Luigi
- Semeraro Giuseppe - Servello Francesco - Sestini Grazia - Siliquini Maria Grazia - Sodano Calogero - Specchia Giuseppe - Stiffoni Piergiorgio - Tarolli Ivo - Tatò Filomeno Biagio - Tirelli
Francesco - Tofani Oreste - Tomassini Antonio - Travaglia Sergio - Tredese Flavio - Ulivi Roberto - Valditara Giuseppe - Vanzo Antonio Gianfranco - Vegas Giuseppe - Ventucci Cosimo
- Vizzini Carlo - Zanoletti Tomaso - Zappacosta Lucio - Ziccone Guido - Zorzoli Alberto Pietro Maria
ma...
FINIscila!!!
Dolce Vita • 31
11 marzo 2006: TUTTI IN PIAZZA!
In questi giorni è passata alla camera la legge in materia di droghe, il governo ha messo la fiducia per fare in modo che la legge passasse senza problemi di ostruzionismo e per evitare sorprese, hanno votato si 271 parlamentari contro 190 no.
Tutti i dibattiti ai quali personalmente ho avuto modo di assistere in tv hanno evidenziato il fatto che i politici chiamati a parlare dell’argomento si
schieravano per il si o per il no alla legge, ma non si erano degnati neanche di leggere e comprendere quei 24 articoli, si capiva da come parlavano
ma soprattutto da quello che non dicevano. Questo ci fa capire la qualità dei media e dell’informazione e quanto importi ai politici di capire i problemi reali. Ci sono state molte forme di protesta, in particolare l’MDMA (movimento di massa anti proibizionista) ha organizzato un sit-in davanti
il parlamento il giorno stesso della presentazione, martedì 7 febbraio, un sit-in diventato corteo per il centro della città, sempre l’MDMA ha indetto
una street parade nazionale per l’11 MARZO 2006: aderiscono e stanno aderendo molte associazioni, partiti, artisti, sindacati, canapai, operatori dei
sert, comunità terapeutiche e singoli cittadini, ci saranno treni speciali dal nord e dal sud della penisola. La giornata dell’11 marzo inizierà con una
conferenza stampa indetta da ConFiniZero, al momento in cui scriviamo ancora non è dato sapere il luogo dove si svolgerà la conferenza-convegno
e neanche il percorso e l’ora precisa della street ma quando
uscirà il giornale sul sito www.confinizero.it troverete tutte
le informazioni.
Con la scusa (elettorale) di colpire gli “spacciatori” ancora
una volta questo governo attraverso il proibizionismo attacca con la repressione le categorie più scomode, si arma
di uno strumento repressivo unico nel suo genere, calpesta
i diritti dei singoli cittadini, alimenta il mercato nero delle
droghe, ingrassa le organizzazioni malavitose, specie in Calabria dove la ‘ndrangheta si sfrega le mani pensando agli
enormi profitti che arriveranno senza aver fatto nulla, una
vera e propria manna dal cielo.
In un anno ci sono state 60 mila segnalazioni per consumo
di stupefacenti, tutti potenziali nuovi detenuti che molto
spesso non hanno contatti con la malavita e che li avranno
una volta in carcere.
Vorrei ricordare a tutti i politici, di destra, di sinistra o di
centro che siano... che noi growers, noi fumatori e non fumatori, noi amanti della libertà.... VOTIAMO!
Invitiamo tutti a partecipare alla street parade
dell’11 MARZO 2006
a cura di GENNARO MAULUCCI
QUANDO SI PERDE LA PROPRIA LIBERTÀ
Ci abbiamo provato. In tutti i modi
abbiamo tentato di evitare che venisse
approvato.
Alla fine il decreto Berlusconi sulla
droga è diventato legge, ma ciò
è stato possibile soltanto perché
non sono state rispettate le regole
del gioco (e quando il gioco si
svolge in Parlamento, le regole
sono quelle sancite dalla nostra
Costituzione e lo sport prende il
nome di gioco democratico).
Ciò nonostante, evidente a tutti che
Fini ha totalmente fallito nella sua iniziativa,
così come ha fallito Giovanardi nel patetico tentativo di “accattarsi i
resti”. Il soggetto a cui, più di chiunque altro, è oggi possibile attribuire la
responsabilità di questa modifica in senso proibizionista della JervolinoVassalli è il Presidente del Consiglio. Proprio quel Silvio Berlusconi che
non più di un anno fa dichiarava che «la CdL non è proibizionista». È
la sua la prima firma apposta sul decreto che ha introdotto le tanto
contestate modifiche alla 309/90. È bene che questo gli elettori
lo sappiano, in modo che sia chiaro a tutti che nella Casa delle
Libertà, la libertà non è di casa.
P
I
T
O
R
Va detto però che anche l’opposizione ha svolto un ruolo determinante
affinché si giungesse a questo risultato. A partire da Piero Fassino e da
chi come lui ha regalato a Berlusconi due settimane di tempo prezioso
per fare ciò che non era riuscito a fare in cinque anni. È bastata una sua
frase - «Benissimo, se il Parlamento lavora per altri 15 giorni certamente
non è male» - per far partire la macchina che ha portato il Governo
a porre la fiducia sul decreto che fino a quel momento era ancora
congelato, per arrivare poi all’approvazione.
N
A
32 • Dolce Vita
T
IS
N
O
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IB
T
I
I.
Nel gioco delle parti, questa sinistra è stata infine costretta a gettare la
maschera e a mostrare il lato più compromissorio (e compromesso) nei
confronti di coloro che, fintamente, continua a chiamare “nemici”. Per
questo, pur sottolineando l’ enorme responsabilità della maggioranza di
governo, che per sempre ne porterà la macchia indelebile, non possiamo
non condannare il comportamento di chi ha la grave colpa di non aver
fatto nulla per rendere più difficile, concretamente, questo colpo di
mano. Così, al Senato prima, come poi alla Camera dei Deputati, si
è consumato un grave delitto: 148 senatori e 307 deputati, eletti dai
cittadini, hanno letteralmente assassinato la giustizia e la legalità nel
nostro Paese.
Ciò che è certo è che, da Berlusconi a Fassino, compresi tutti coloro che
per mesi hanno taciuto sulla gravità di questo provvedimento, tutti,
insieme, hanno concorso a questo scempio nei confronti dello Stato di
diritto. Lo si è fatto in nome di quella fiducia che ormai non è altro che
una parola vuota di significato, posto che non è più possibile determinare
nei confronti di chi, o di che cosa, possa e debba essere esercitata.
È un meccanismo perverso che altera fortemente il concetto stesso della
rappresentanza parlamentare, secondo il quale, non essendo sottoposto
a vincolo di mandato, il Deputato o il Senatore della Repubblica
dovrebbe votare per ciascun singolo provvedimento secondo coscienza
e non affidandosi a una indicazione di partito. Ma far mancare il proprio
voto di fiducia al Governo avrebbe significato per quei rappresentanti
del popolo, in carica ancora per pochi giorni, non essere ricandidati. È
questo il ricatto a cui hanno dovuto cedere. È per questo che il loro voto
non poteva essere libero.
E quando una donna o un uomo perde la propria libertà, non è
più in grado di rappresentare neanche se stesso.
a cura di MARCO CONTINI,
Segretario di Antiproibizionisti.it
Quando il vino venne a mancare
La sua sostituzione con l’Amanita muscaria
a cura di GIORGIO SAMORINI
Durante gli anni 1860-1890 la maggior parte dei vigneti europei fu seriamente
minacciata da un insetto parassita, la fillossera, che proveniva dagli Stati Uniti.
Numerosi vini, frutto della lunga viticoltura europea, scomparvero, e non si trovò infine miglior soluzione di quella di innestare le viti europee su porta-innesti
di vite americana poiché quest’ultima era invulnerabile al parassita.
A quei tempi si pensò a un’invasione casuale del parassita dei vigneti europei,
ma oggigiorno si sta intuendo che quell’arrivo di fillossera dagli Stati Uniti fu
molto probabilmente un atto intenzionale, un atto sporco di guerra commerciale, in definitiva un atto terroristico, alla pari delle coperte sporche di vaiolo
distribuite a Comanche, Apache e altre tribù di nativi americani e delle due
bombe atomiche di Hiroshima e Nagashaki.
Fatto sta che per alcuni anni in vaste regioni d’Europa, Italia compresa, il vino
diventò un prodotto raro e costoso e ai contadini e ai poveri venne a mancare la
droga quotidiana. Vi fu chi cercò di risolvere il problema ottenendo fermentati
alcolici da pere, pesche e altra frutta, chi sostituendo il vino con la papagna (papavero da oppio); da queste medesime ricerche di sostituzione furono elaborati
i liquori di assenzio ed ebbe origine il fenomeno dell’absintismo.
Ma il tentativo più sorprendente
fu la sostituzione del vino
con l’Amanita muscaria!
Nel 1879 un medico della provincia di Milano, Batista Grassi, viene chiamato
d’urgenza presso una famiglia di contadini, poiché un uomo, poco dopo aver
terminato il pranzo di mezzodì, dava segni di squilibrio mentale. In realtà all’osservazione del medico l’uomo sembrava gioire del suo stato mentale, cantava
ed era sorridente, in contrasto con la preoccupazione degli altri membri della
famiglia. L’uomo informò il dottore che durante il pranzo aveva mangiato un
cappello di Amanita muscaria, “dato che era da molto tempo che non riusciva
a bere un bicchiere di vino”. Aggiunse che i contadini della zona sapevano che
questo fungo “fa cantare” e che si raccontavano una vecchia storia di due sposi
che, mangiato il fungo durante la notte nuziale, cantarono fino all’alba.
Già di per se questo documento riveste un’importanza eccezionale per l’etnomicologia italiana ed europea, in quanto testimonia la conoscenza tradizionale
delle proprietà dell’Amanita muscaria conservatasi sino almeno alla fine del XIX
secolo. Ma ancor più eccezionale è ciò che seguì dall’incontro fra il dottor Grassi
e l’uomo che si era inebriato con l’Amanita. Al medico viene l’idea che questo
fungo, così comune nei boschi della sua regione, potrebbe essere effettivamente un economico sostituto del vino. Si cimenta in un paio di autosperimentazioni con il fungo e in un’altra decina di prove lo somministra ad alcuni volontari.
In questi esperimenti Grassi assume e fa assumere quantità di agarico secco
in diversi momenti della giornata, e non in un’unica dose. Verificata su di se
l’innocuità e l’adatto dosaggio del fungo, il medico si reca di volta in volta nelle
fattorie vicine presso sue giovani amiche, offrendo loro pallottoline di fungo
secco. Tutte le ragazze
hanno reazioni positive
e affermano di “sentirsi
brille come con il vino, ma
più felici”. Una ragazza
di 20 anni sotto effetto
del fungo si avvicina al
medico e si lascia andare
in effusioni amorose, che
Grassi sembra gradire;
un’altra canta, sorride e
non smette di ringraziare
il medico per averle dato
“così tanta gioia”.
Grassi non sembra porsi
scrupoli e fa fare l’esperienza con il fungo anche
a una ragazzina di 16 anni,
che passa tutto il tempo a
correre per la casa, esigendo un bacio da chiunque
incontra. A un certo punto
scappa di casa per recarsi
dai vicini e richiedere anche lì un bacio da tutti,
e quando vede un suo
compagno di scuola, gli si
avvinghia al collo e lo bacia con passione. Quando il viaggio fungino termina,
la ragazzina afferma di aver passato il più bel giorno della sua vita e che “la vita
è un immenso bacio”.
Dopo aver sperimentato il fungo su nove ragazze, Grassi si reca da un muratore
di 40 anni che da tempo era afflitto da una crisi depressiva. Gli propina tre pallottoline di fungo, da ingerire una ogni 4 ore. L’uomo diventa di buon umore e
gli passano via dalla mente i cattivi pensieri che lo perseguitavano da tempo. Il
giorno dopo afferma di sentirsi un altro uomo e lo stato depressivo si allontana
definitivamente. Nel corso dei suoi esperimenti nelle varie fattorie Grassi propina pallottoline di fungo secco anche a cani, maiali e galline, osservando con
soddisfazione che anche gli animali “sembravano più vivaci e più felici sotto
effetto del fungo”.
Terminati gli esperimenti, Grassi giunse alla conclusione che l’Amanita muscaria
produce un’ebbrezza non tossica e che era utilizzabile come sostituto del vino.
Fece preparare pallottoline di fungo secco, che furono messe in vendita a basso
costo nelle farmacie e consigliò alla popolazione di sopperire alla mancanza di
vino ingerendo 2 o 3 pallottoline di fungo durante la giornata.
Secondo i calcoli eseguiti da Grassi, un fungo di Amanita muscaria di dimensioni
medie pesa 150 grammi e 1 grammo di fungo secco equivale a circa 22 grammi
di fungo fresco. Purtroppo il medico non specifica se i suoi calcoli si riferiscono
al solo cappello del fungo o al fungo intero. Gli studi biochimici moderni hanno
dimostrato che il cappello è da 3 a 5 volte più potente del gambo. Le pallottoline di fungo secco confezionate e sperimentate dal medico pesavano 1, 2 o 3
grammi, a seconda che si desiderassero effetti bassi, medi e forti e la “ricetta”
di Grassi prevedeva due o tre assunzioni durante la giornata, distanziate 3-4
ore l’una dall’altra. Grassi pubblicò un resoconto dei suoi esperimenti nel 1880
nella rivista medica Gazzetta degli Ospitali di Milano, dove concludeva esortando i colleghi medici a “insegnare al popolo il grande valore di questo alimento
nervoso”. In questa frase risiede l’aspetto più importante del pensiero e della
mentalità non-farmacratica dei medici dell’Ottocento. Grassi era allievo di Paolo
Mantegazza, uno dei padri fondatori della “Scienza degli alimenti nervosi”,
cioè della Scienza delle droghe. Per questi medici l’utilizzo delle droghe era un
normale comportamento umano e non è un caso che Mantegazza, definendole
“alimenti nervosi”, le classifichi fra i generi di alimenti, e la preoccupazione per
una conservazione – e non per una negazione – di questo comportamento doveva rientrare nell’etica e nella sfera d’azione della professione medica.
Grassi si preoccupava della carenza del vino perché era consapevole dell’importanza dell’ebbrezza nella società, e come medico-sciamano (in questo caso
il paragone parrebbe appropriato), si preoccupava di trovare come sostituto
un altro inebriante; e che inebriante! L’Amanita muscaria! Proprio uno di quei
millenari enteogeni di cui i culti proibizionisti imposero la sostituzione con placebo e vino.
LETTURE CONSIGLIATE:
www.psicoattivo.it
www.samorini.net
34 • Dolce Vita
ENTOBOTANICA
L A S A LV I A D E G L I D E I
Salvia Divinorum
“Woman who thunders am I, woman who sounds am I.
Spiderwoman am I, hummingbird woman am I....
Eagle woman am I, important eagle woman am I.
Whirling woman of the whirlwind am I, woman of a
sacred, enchanted place am I,
Woman of the shooting stars am I.”
Nell’autunno del 1962, R. Gordon
Wasson (famoso per aver riportato sulla rivista Life l’utilizzo
rituale dei funghi psylocibe), ed
il chimico Albert Hofmann presero parte ad una spedizione con lo
scopo di assicurarsi un campione
di Salvia Divinorum per poterne
studiare le caratteristiche chimiche. I Curanderas (sciamani) Mazatechi mostrarono alla spedizione l’utilizzo rituale della pianta,
con un cerimonia divinatoria
chiamata “velada”. Hoffmann
descrive i dettagli di questa cerimonia nel bellissimo saggio intitolato “Ride Through the Sierra
Mazateca in Search of the Magic
Plant Ska Maria Pastora.”
La Salvia Divinorum è una delle
1000 specie del genere Salvia,
e l’unica di cui si conoscano
proprietà psicoattive. Il genere
Salvia appartiene alla grande
famiglia delle Labiatae, tra cui
troviamo piante come la Menta.
Nativa dello stato messicano
Oaxaca, la Salvia Divinorum si
trova specificamente nella regione Mazateca della Sierra Madre
orientale. Presso la popolazione
Mazateca è tutt’oggi considerata
una pianta sacra ed utilizzata
come cura generica e per scopi
divinatori. I Mazatechi, infatti,
utilizzano decotti di Salvia, preparati con foglie fresche o secche
(eventualmente
reidratate),
come rilassanti per gli anziani o
come cura per emicranie, dissenteria e reumatismi. Durante le
cerimonie le foglie vengono masticate per indurre visioni e stati
di profonda meditazione. Le foglie
secche possono essere anche fumate o utilizzate per estrarre il principio attivo che viene poi riapplicato
sulle foglie stesse. Quando le foglie
vengono fumate, gli effetti si percepiscono quasi istantaneamente
e per una durata di 5 o 6 minuti,
per poi scemare altrettanto rapidamente. Quando le foglie vengono
masticate (tecnica del “quid”), i
primi effetti si percepiscono dopo
circa 15 minuti, poi gradualmente si
arriva ad un picco dopo 30 minuti
dall’ingestione, per poi diminuire
lentamente in altri 30-60 minuti.
Gli effetti della Salvia Divinorum
sono estremamente vari, e differiscono non solo in base al metodo
di utilizzo ma anche da persona a
persona. Due individui, pur utilizzando la stessa quantità e lo stesso
metodo, possono ottenere risultati estremamente diversi. Il suo
principio attivo, Salvinorin A, può
indurre un breve ma intenso stato
di allucinazione, qualitativamente
molto diverso da quelli provocati
da altre sostanze allucinogene
quali LSD, Psilocibina e Mescalina (Siebert, 1994, the Journal of
Pharmacology and Experimental
Therapeutics).
Generalmente l’effetto viene descritto come uno stato di sogno
lucido e cosciente, e può portare
il soggetto ad un’esperienza extracorporea. E’ frequente, inoltre, la
percezione di un legame profondo
con ciò che ci circonda e la sensazione di una nuova (o antica ma ormai
assopita) coscienza, che poco ha a
che fare con il corpo. Solitamente
è possibile percepire una sensazio-
Salvia Divinorum
ne di grande lucidità e chiarezza
mentale per diversi giorni dopo
l’utilizzo della Salvia. E’ anche
opinione diffusa che il risultato
dipenda grandemente dallo stato
emotivo iniziale e da come vengono interpretate le visioni che si
possono avere: pensiero positivo =
esperienza positiva.
Le foglie di Salvia Divinorum sono
innocue per la salute umana. Studi tossicologici hanno evidenziato
che il Salvinorin A è un principio
attivo non tossico. Non se ne conoscono dosi letali, pericoli o effetti secondari se usata in maniera
consona, e non dà assuefazione.
Chi la utilizza, inoltre, tende a
farlo molto infrequentemente,
proprio perché l’uso della Salvia
Divinorum non è ricreazionale
come possono esserlo l’alcool o la
Cannabis.
E’ possibile che questa pianta possa avere altri usi e benefici?
La Salvia Divinorum non può essere considerata né uno stimolante,
né un sedativo od un narcotico né
un tranquillante. Un team di ricercatori ha recentemente indicato
che questa pianta può avere un
forte potenziale come sicuro antidepressivo naturale. Il suo principio attivo è stato identificato nel
Neoclerodane Diterpine Salvinorin
A. La sostanza è classificata come
antagonista estremamente potente ed altamente selettivo del
recettore kappa-oppioide. Di conseguenza, ha attirato molta attenzione da parte dei farmacologi, e
si stanno esplorando le potenziali
proprietà del Salvinorin A come
farmaco antidepressivo (Hanes
2001, 2003, Annals of Botany).
Come affermato dal Dr. Rick Strassman: “L’utilizzo della ‘terapia
psichedelica’ da parte dei ricercatori ha fornito alcuni risultati rimarchevoli in un’ampia gamma
di pazienti. Sebbene non vi siano
stati effetti sulle loro patologie di
base, le condizioni psicologiche
dei pazienti sono state influenzate in modo altamente positivo.
Le sindromi depressive si sono
attenuate, sono diminuite drasticamente le necessità di antidolorifici ed è migliorata sensibilmente
l’accettazione della loro malattia
e della sua prognosi. Inoltre, i pazienti e le loro famiglie sono stati
in grado di affrontare situazioni
ormai radicate e di forte carica
emotiva in modi mai riscontrati in
precedenza.”
Salvia Divinorum
Salvia Divinorum
comparabili con quelli indotti da
sostanze di sintesi. E’ importante
non tenere, da questo punto di
vista, in elevata considerazione
le informazioni poco accurate
che circolano a riguardo della
Salvia Divinorum, perché i media
non fanno altro che rendere sensazionali le poche informazioni
disponibili, esagerandone gli effetti, i rischi e la diffusione. Molto
di ciò che è apparso sulla stampa
e attraverso i media in genere, è
incorretto e fuorviante.
La salvia divinorum è stata ufficialmente inserita nella tabella
I delle sostanze stupefacenti, e
perciò illegali, con un decreto del
Ministero della Salute, datato 11
gennaio 2005, e pubblicato sulla
Gazzetta Ufficiale n. 54 del 7 marzo 2005.
Il provvedimento preso dal Ministero della Salute, purtroppo,
peggiora l’attuale difficoltà nel
diffondere le corrette informazioni riguardanti qualcosa che,
nel bene o nel male, ci circonda
e che non può essere limitata o
nascosta: la natura stessa.
Non mi stupirei affatto se, in un
paio di anni, le aziende farmaceutiche producessero un farmaco a
base di Salvinorin A, imponendo
per l’ennesima volta il loro cartello su qualcosa che si trova in natura già nella sua miglior forma.
a cura di FABIO CARDONI
La Salvia Divinorum è sì, una pianta dagli straordinari poteri visionari. Sì, può indurre profondi stati
di introspezione e di coscienza,
che possono rivelarsi utili per fini
meditativi, contemplativi e per
una personale crescita interiore.
Ma gli effetti sono unici e non
Dolce Vita • 35
L'erba è come er vino...
È abbastanza frequente sentir parlare di maturazione, affinamento o
invecchiamento del vino in modo confuso e improprio, in realtà sono termini di
diverso significato che rappresentano il processo completo che porterà il vino
ad avere una complessità ed un equilibrio che lo renderanno unico.
La maturazione, avviene in grandi recipienti di cemento, vetroresina o acciaio,
questa fase comporta delle modificazioni del colore, del profumo e del sapore
del vino, ne esce una bevanda disarmonica, aggressiva e un po' aspra.
La seconda fase avviene in botti di legno, materiale che cede al vino una
complessità di profumi e permette una leggera “microareazione”, contribuendo
al passaggio di piccole quantità di aria indispensabili per il raggiungimento di
risultati complessi.
La terza fase dell'invecchiamento avviene in bottiglia, nella quale il vino si affina
completamente e si arricchisce ulteriormente di odori.
È importante conservare le bottiglie in posizione orizzontale perchè non
avvengano scambi gassosi con l'esterno, mentre in posizione verticale si
possono verificare delle sgradevoli sorprese, come quando il vino “sa di tappo”.
Ora vediamo quali analogie potremmo trovare nella concia e nell'essiccazione
delle nostre piante. Innanzitutto bisogna riconoscere l'importanza del momento
post-coltivazione e della conservazione dei succosi fiori, pochi conoscono il
potenziale delle proprie fatiche di growers.
La prima differenza ce l'ha illustrata Shantibaba nella sua rubrica (nei numeri
arretrati), tagliare l'intera pianta o i singoli grappoli per metterli ad essiccare.
Oltre al diverso tempo di essiccazione, troveremo differenze anche nel gusto,
le foglie attorno ai fiori interagiranno in maniera determinante sul prodotto
finale. Purtroppo gli studi in materia non sono approfonditi come per il vino, ma
anche l'essiccazione della pianta porta a delle notevoli modificazioni del
profumo, del gusto e dell'effetto.
Come per le cantine dei vino è fondamentale rispettare dei criteri di umidità e
temperature nelle stanze di essiccazione, ed evitare metodi “veloci”.
Troppo spesso si sente parlare di forni a microonde per abbreviare i tempi
segno di quanto sia sottovalutata questa fase. Anche per il vino si è tentato di
realizzare un “invecchiamento rapido” insufflando ossigeno od ozono,
accelerando i cambiamenti di temperature, simulando dei rapidi cambi di
stagione, ma anche in questo i tentativi sono risultati vani.
Dopo l'essiccazione abbiamo un periodo da 1 a 5 mesi di conservazione in un
luogo fresco e asciutto, che possa evitare la formazione di muffe anche durante
quella che potremmo definire l'ultima fase, la conservazione.
I metodi per conservare il prodotto finito sono molteplici, ma una scelta che
consiglio e che ritengo fondamentale è mantenere i contenitori estranei alla
luce, come per il vino è preferibile usare recipienti scuri e/o conservarli al buio,
in questa fase le modificazioni dei fiori continueranno, anche se in maniera
limitata. Suggerisco di provare il sottovuoto che evita il contatto con l'aria, ma
solo negli appositi barattoli perchè nelle buste avremmo un effetto “pressatura”
che danneggerebbe i fiori.
Per ragioni di spazio ho evitato di approfondire le differenze tra le varietà; le uve
hanno tempi e metodi diversi, come per le diverse tecniche di coltura indoor, i
fiori coltivati in idroponica ad esempio possono avere tempi differenti.
Nei prossimi numeri affronteremo i metodi di valutazione e le tecniche di
degustazione del vino e dei fiori, il loro abbinamento ai diversi gusti, i cibi per il
vino e le bevande per la canapa.
Se hai suggerimenti, critiche e osservazioni scrivi a [email protected]
a cura di Gennaro Maulucci
VARIE
UPPERGROUND
Di Leofreddi Emilio e Buccolieri “Mefisto” Alessandro
Opere e testi contro il proibizionismo + Dvd “Siamo fatti così” edito da Manifestolibri (www.manifestolibri.it) Tel. +39 06 5881496
2005 – 192 pagine con 32 tavole a colori - 24,00 € Le droghe non sono vietate perché pericolose, ma pericolose perché vietate.
Underground stava a indicare quel mondo un po’ sommerso, forse più un modo di vivere, che dalla beat generation ha tratto
ispirazione. Upperground, proponendo opere d’arte, testi poetici e in prosa, vuole ridare cittadinanza a quella fetta d’umanità
con l’intento di abbattere il cadavere dell’ipocrisia proibizionista che già troppe tragedie ha fin qui prodotto. Il volume raccoglie in
una quarantina di tavole a colori le opere che importanti artisti italiani ed esteri hanno dedicato alla campagna antiproibizionista,
oltre a testi poetici e letterari che riguardano lo stesso argomento. Completano il volume saggi di psicanalisti, sociologi, medici e
attivisti impegnati nel movimento antiproibizionista che fanno il punto sull’uso delle sostanze stupefacenti e sulla disastrosa politica
repressiva espressa in Italia dalla legge Fini. In allegato, il Dvd “Siamo Fatti Così”, un ironico documentario prodotto da M.D.M.A. e realizzato dal
gruppo di filmmaker indipendenti Polivisioni, nel quale l’irriverente Roberto “Freak” Antoni denuncia le contraddizioni del proibizionismo sulle
droghe, e l’anacronismo pericolosamente repressivo della proposta di legge italiana.
THE ORIGINAL ROLL TRAY™ DI WOLF PRODUCTIONS
In Inghilterra abbiamo di
recente assistito ad una serie
di picchi creativi sul mercato
dell’accessorio per fumatori,
grazie alla nuova legislazione
entrata in vigore nel 2005.
La Wolf Productions è una
di quelle aziende che hanno
saputo sfruttare il vantaggio
delle aperture offerte dal
mercato inglese. I loro box
in legno sono finemente realizzati e combinano un’intelligente funzionalità con la semplice
bellezza del legno naturale. Wolf Productions propone cinque
differenti modelli a partire dal T1, compatto e tascabile grazie
alle sue misure ridotte (140mm/50mm/30mm), fino al più grande dei box senza coperchio, il J2 dalle importanti dimensioni
(300mm/200mm/40mm). I coperchi sono incernierati e ogni
modello presenta compartimenti per tutto il necessario: cartine,
filtri, sigarette, tabacco ecc. oltre ad un comodo vano nascosto.
Ogni modello è dotato di supporto a “V” perfettamente studiato per accomodare una cartina King Size. Tra gli accessori di
questo tipo, disponibili sul mercato, gli Original Roll Tray sono
indubbiamente i più eleganti e funzionali; potendo contare su
misure variabili da quelle compatte e tascabili a quelle concepite
per il cruscotto della macchina, fino a quelle da tavolo. Facili da
usare e da trasportare, belli da guardare e con un buon rapporto
qualità prezzo. Un prodotto che sicuramente verrà apprezzato
anche sul nostro mercato. L’Original Roll Tray è distribuito in
Italia da Tessier-Ashpool Srl.
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Sito web: www.vu-du.com
36 • Dolce Vita
EFFETTO ITALIA
Manuale minimo di canapicoltura moderna di Francesco Serra 2003
- 87 pagine con 60 foto a colori - 10 € + 5 € per le spese postali (info
e ordini su www.effettoserra.biz)
Ottima pubblicazione per chi si vuole avvicinare al mondo della
coltivazione della canapa e ancora non ne sa niente. Spiegazioni
semplici e dirette, foto e illustrazioni esplicative e chiare.
Sezioni dedicate sia all’outdoor che all’indoor, talee, raccolta ed
essiccazione, parassiti e funghi, consumo dell’elettricità, ice-o-lator
e molto altro. Interessante anche l’introduzione e le pagine finali dedicate alle
varietà piu’ famose. Un manuale non indirizzato agli esperti del settore, ma
comunque ben fatto e completo.
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Apre nel cuore del centro storico di Genova
INDOORLINE STORE, il primo growshop ufficiale
di Indoorline. La passione per questo lavoro ha
portato Alessandro, uno dei fondatori di Indoorline, ad aprire il primo punto vendita. Un contatto
diretto con i growers per meglio conoscere le loro
esigenze, un punto di incontro per scambiare idee
e diffondere la filosofia dell’amore verso le piante.
Nell’ Indoorline Store potete trovare tutti i nostri
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email: [email protected]
HIGH TECH
Palladium: la fine della libertà
Dopo un bell’articolo sulla libertà legata all’uso dei personal
computer, eccone uno in diretta contrapposizione; quello che
leggerete probabilmente vi lascerà increduli, ma purtroppo è
tutto vero e quanto mai imminente e sta a noi contrastare l’insorgere di progetti simili: iniziamo a parlare di Palladium!
Presentato come nuovo sistema per la sicurezza, Palladium (conosciuto
anche come TCPA) è in realtà ben altro: è un sistema software creato
dall’alleanza di Microsoft, Compaq, IBM, HP, Intel e AMD che si basa su
processori specifici per, dicono loro, assicurare una protezione non più
esclusivamente software come accade normalmente, ma coadiuvata da
una parte hardware, come nei sistemi militari.
Secondo le premesse di Microsoft in questo modo i computer diventeranno immuni ai virus, sarà la fine dello spam e i nostri dati personali
saranno al sicuro. A prima vista tutto ciò sembra giovare a tutti: sicuramente Microsoft venderà il suo nuovo
sistema operativo, i
produttori di hardware venderanno anche loro e noi utenti
saremo
soddisfatti
delle nuove misure di
sicurezza che avremo
a disposizione; ma se
il discorso si fermasse
qui io non avrei scritto questo articolo.
Per capire a fondo il
male che può fare Palladium analizziamo
per bene la tecnica
del progetto: intanto
l’architettura del PC
rimarrà segreta e non
più pubblica come accade al giorno d’oggi;
le comunicazioni tra
i componenti non
sarà più in chiaro ma
sarà cifrata e l’avvio
del computer sarà
affidato ad un chip
con contenuto cifrato
il cui compito sarà
quello di monitorare costantemente il sistema e garantirne il corretto
funzionamento. Lo stesso chip si occuperà della certificazione dell’hardware, cioè controllerà i componenti fisici del PC e darà il via libera solo
se tutti questi componenti sono certificati e autorizzati (naturalmente il
tutto a discrezione dei cari Signori Palladium); dopo questa prima fase
di riconoscimento hardware si passa alla scansione della prima parte del
sistema operativo e se anche questo test passa sarà il sistema operativo
stesso a monitorare la macchina.
Naturalmente se il sistema operativo è in grado di decidere il bene ed il
male potrà determinare quali programmi fare funzionare, dato che potrà girare solo il software autorizzato: è inutile dire che ciò è sicuramente controproducente per l’utente stesso, in quanto bisognerà sottostare
alle scelte imposte dal mercato.
La Microsoft è l’esempio più lampante di monopolio nel mondo del software e un accorgimento del genere non può fare altro che avvantaggiare il suo dominio; su una macchina con un sistema del genere perchè
Bill Gates dovrebbe autorizzarci ad usare un player alternativo quando
c’è già Windows Media Player? Sicuramente si è trovato un ottimo espediente per eliminare la concorrenza in modo diretto. Oltre ad eliminare
la concorrenza, anche l’utenza sarà svantaggiata: se tutti i contenuti
devono essere autorizzati immancabilmente lo saranno anche i flussi
audio/video. Ciò comporta un fenomeno apocalittico, non potremo più
condividere musica o video, giusto per rendere l’idea) se i nostri amici
musicisti amatoriali volessero condividere con noi e con il mondo le loro
canzoni non potrebbero farlo, in quanto prima dovrebbero pagare la
36 • Dolce Vita
certificazione, i cui prezzi sicuramente non saranno a portata di tutti.
Questo naturalmente ci fa volgere il pensiero alla censura, se solo il
materiale autorizzato sarà diffondibile, come farò a diffondere idee che
ledono gli interessi della TCPA?
Tutto questo parlare di mancanza di alternative mi fa immancabilmente
pensare a quello che diventerà il mondo Linux: come potrà sopravvivere
un progetto del genere se si dovrà pagare alla TCPA una quota per la
certificazione per ognuno dei migliaia di programmi che il vastissimo
mondo dell’Open Source (www.gnu.org) ci offre? E anche se qualche
filantropo finanziasse la certificazione di tutti i programmi (cosa praticamente impossibile, dati i costi e i tempi per una eventuale certificazione)
gli sviluppatori che lavorano nelle proprie case come faranno a creare e
a testare i nuovi programmi dato che non sarà possibile eseguirli senza
un certificato valido? Questo è il caos, l’utente non è più padrone della
propria macchina! E’ come se un’automobile ci portasse dove vogliamo
noi, ma solo su strade autorizzate dal suo complesso GPS (con tutte le limitazioni del caso).
Per tranquillizzare
gli utenti, Gates ha
affermato che comunque il sistema
sarà disattivabile a
piacere dell’utente. Ma se fosse
davvero così io non
avrei perso tempo
a scrivere questo
articolo. Mettiamo
che io stacchi il
sistema Palladium,
come prima cosa
non potrò eseguire
i programmi certificati TCPA, ma
non potrò neanche
sfruttare i programmi non certificati (quelli attuali,
per intenderci), in
quanto essi magari
si potranno anche
installare, ma nel
momento in cui dovranno comunicare
con le periferiche si
troveranno impossibilitati, dato che, come già detto, la comunicazione
avviene solo in modo cifrato, altrimenti potremmo usare le nostre periferiche con dei dati non autorizzati (ad esempio saremmo in grado di
masterizzare un CD scaricato dalla rete).
Bene, il mio intento era di farvi vedere un quadro generale di quello che
si promette di essere Palladium nel (molto poco) bene e nel male, adesso
sta a voi trarre le vostre conclusioni e decidere di opporvi al TCPA e continuare ad avere un brandello di libertà in questo mondo sempre più condizionato dall’influenza di pochi o perderne un altro a favore della ricchezza e del potere delle solite poche persone. Badate bene che quando
parlo di opposizione in questo caso parlo soprattutto di consapevolezza:
la diffusione della verità è sicuramente un buon punto di inizio per non
essere sopraffatti dagli eventi ed essere colti alla sprovvista.
Approfondimenti:
http://www.againsttcpa.com
http://www.complessita.it/tcpa
a cura di STEFANO FERRANTE aka “CriSiS”
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WinPenPack – www.winpenpack.com
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HIGH TECH - Tips & Tricks
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WinPenPack è una collezione di software portatile.
Rappresenta un nuovo modo di utilizzare il software sul computer: è pensato ed ottimizzato per le Pen Drive USB ma
può essere utilizzato anche da Hard Disk. In base alla grandezza della propria Drive Pen USB è possibile scegliere fra
PenPack FLASH 128, PenPack FLASH 256 e PenPack FLASH 512, contenenti tutti i migliori software Open Source e
molti programmi gratuiti e gratuiti per uso personale suddivisi tra le categorie grafica, multimedia, internet, ufficio,
sistema, sicurezza. Fa parte della collezione anche PenPack FLASH SCHOOL, un’edizione contenente software didattico.
Il software portatile contenuto nel WinPenPack e quello distribuito su www.winpenpack.com è di tipo standalone (letteralmente ‘a
se stante’), pertanto non richiede installazione: infatti, tutte le applicazioni “portatili” possono essere lanciate direttamente dalla
Pen Drive, e vengono gestite da un pratico menù principale simile all’avvio veloce di Windows: winPenPack Launcher, realizzato da
SalvadorSoftware. Inserendo la Pen Drive in una porta USB del computer, immediatamente si potranno avere a disposizione i propri
software già configurati e pronti all’uso. Sarà come avere con sè il proprio computer: il browser per la navigazione che contiene i preferiti
e le proprie password, il client e-mail con i propri account già configurati, il client ftp, i programmi per le immagini, per la chat, per la
manutenzione del pc, per la sicurezza. Tutto ciò che occorre e sempre a portata di mano.
Real Alternative - www.free-codecs.com/download/Real_Alternative.htm
Siete soliti visualizzare filmati che necessitano del pesantissimo (nonchè pieno di pubblicità) Real Player? Finalmente potrete liberarvene scaricando questo codec (codec = codificatore-decodificatore, sono quell’insieme di files che il pc usa per visualizzare o per creare un determinato
tipo di audio o, come in questo caso, di video) che vi permetterà di vedere i filmati Real con uno qualsiasi dei lettori multimediali che avete
sul PC, guadagnando in leggerezza e soprattutto non avrete più un altro programma installato solo per vedere un tipo specifico di filmato.
Jdictionary - http://www.jdictionary.info/
Se state cercando un ottimo programma di traduzione gratuito e ampiamente personalizzabile grazie ai tanti plugins
(componenti aggiuntivi) disponibili. Il programma è leggero, funziona davvero bene e soprattutto vi permetterà di
risparmiare tanti soldi senza farvi rimpiangere in termini di qualità un programma a pagamento.
Fine - http://francesco.rebalton.com/contenuti/risorse-utili/mozilla-firefox/firefoxie.php
Vorreste abbandonare Internet Explorer e e passare a qualcosa di molto più performante ma al contempo siete troppo abituati all’interfaccia
grafica del browser di casa Microsoft? E’ da poco approdato sulla rete il progetto tutto italiano Fine (Fine is not Explorer), che da il nome al
programma. Questo browser l’estetica di Internet Explorer ma il motore è lo stesso di Firefox, il che rende il software leggerissimo, sicuro e
uguale in tutto e per tutto al famoso browser gratuito.
Winamp – www.winamp.com
Per chi ancora non lo conoscesse, Winamp è un ottimo lettore audio (è possibile scaricare plug-ins per tutti i formati audio) e video (si basa
sui codec del sistema operativo, quindi non necessita di ulteriori installazioni), sicuramente più leggero di WindowsMediaPlayer, nonchè più
versatile, in quanto integra un comodo sistema che permette di ascoltare e guardare le stazioni radio e televisive gratuite che trasmettono
su Internet.
VirtualDub - http://www.virtualdub.org/
Se avete bisogno di un ottimo editor per i vostri video VirtualDub è la soluzione giusta per voi: si tratta di un
programma (si si, è gratuito anche questo) che consente praticamente qualsiasi modifica ai vostri filmati, potete
acquisire da qualsiasi sorgente supportata dal PC e montare, comprimere, tagliare e modellare a piacere i vostri filmati.
Per poterlo utilizzare al meglio serve un attimo di pazienza per capire come funzionano gli editor video (sempre che
non ne abbiate mai toccato uno) e la lettura di qualche guida per compiere le operazioni base (ne trovate alcune su
www.divax.it) che non fa mai male, dopo di che sarete pronti a preparare in casa i vostri filmati amatoriali.
Dvd Shrink – www.dvdshrink.org
Questo è un ottimo programma che permette la copia dei DVD in modo tale che entrino in un comune DVD+/-R , operazione
normalmente non possibile. Con questo programma si scelgono in modo intuitivo i componenti da rimuovere e quelli da lasciare
all’interno del DVD (ad esempio possiamo togliere i contenuti speciali se non ci interessano) e si può giocare con il fattore di
compressione del video, che permette di non perdere niente in contenuti e di far entrare lo stesso il tutto in un disco di dimensioni minori
(i dischi che possiamo masterizzare con i comuni masterizzatori di casa sono inferiori fino alla metà rispetto alla capienza se paragonati
ai DVD originali) con una minima perdita di qualità. Qualora non si volesse smanettare DVD Shrink all’avvio fornisce già la ‘situazione
pronta’ e con un click si riesce a fare una copia di backup di un DVD con una difficoltà praticamente nulla. Il programma non è più
scaricabile dal sito degli autori, in quanto per le nuove leggi USA ciò comporta un illecito, fermo restando che il programma è totalmente
legale. Io ho trovato un link per scaricarlo, eccolo: http://www.puntocr.it/index/downloads_riz/getit/lid/242.html
a cura di Stefano Ferrante aka “CriSiS”
CApaReZza
in 50 Domande
"InteRvisTa" EscluSivA aLl'ArTista (o CAzzaRo) + AltErnativO d'ItaliA
a pochi giorni dall'uscita del suo nuovo lavoro, vi presentiamo il sig. cApaR
eZza!
01. NOME REALE: Michele
06. DOVE VORRESTI VIVERE?: A Molfetta, che diamine!
07. TITOLO DI STUDIO: Irragioniere
02. ETA': Il mio avvocato non mi autorizza a rispondere
08. IL TUO PUNTO DEBOLE: Il cervello
03. STATO CIVILE: Celebre
09. IL TUO PUNTO FORTE: Il pisello
04. DOVE SEI NATO?: a Bari
10. TI RITIENI UNA PERSONA FELICE?: Non aspiro a tanto
05. DOVE VIVI?: A Molfetta
12. UN RICORDO DAI 20 AI 30:
11. UN RICORDO DAI 10 AI 20 ANNI:
A 20 anni fui picchiato da un bullo di paese.
A 10 anni mi è caduto un dentino
Mi spaccai un dente ma niente soldi.
e il topolino mi ha portato dei soldi.
Capìi che i soldi non sono tutto nella vita.
Questo mi spinse a voler diventare
odontotecnico.
13. UN RICORDO DELL'ULTIMO ANNO: Il dolce sorriso del mio commercialista...
14. POSIZIONE PREFERITA NEL FARE L'AMORE?:
La posizione del superenalotto: si mettono tutte le posizioni
numerate in un sacchetto, io bendo lei, che deve indovinare
6 numeri su 90. Se ci riesce facciamo l'amore.
15. L'HAI MAI FATTO NEL CAMERINO
PRIMA O DOPO UN CONCERTO?: Cosa scusa?
16. L'HAI MAI FATTO IN 3?: Non capisco...
CREDIT: TEMPLATE FROM CAPAREZZA.COM
17. FUMI (SIGARETTE)?: Non riesco a smettere di fumare passivamente... 18. HAI MAI FUMATO UNA CANNA?: No.
19. IL NUOVO DECRETO PROPOSTO DA FINI,
20. SI O NO ALLA LEGALIZZAZIONE DELLA MARIJUANA?:
Si. Però poi mi dispiace per i gruppi ragga...
METTE SULLO STESSO PIANO TUTTE LE
non sapranno più di che cazzo parlare.
DROGHE. E' GIUSTO SECONDO TE?
No. E' sbagliato e poi depenalizza la coca
21. ..E ALLA LEGALIZZAZIONE DI ALTRE DROGHE?:
che non è una droga leggera.
Dipende dal tipo di droga. Non legalizzerei il tabasco, per esempio.
22. HAI MAI PROVATO
23. LA PAROLACCIA CHE DICI PIU' SPESSO: Trimalchione.
ALTRE DROGHE?: A parte la tv e i cellulari no.
24. LA GIOIA PIU' GRANDE DELLA TUA VITA: Quando mi hanno detto “non è Caparezza, ci somiglia”.
25. LA DELUSIONE?: Sono tante. Dalle pseudo-evoluzioni sociali a certe strade politiche, e Albano e Romina separati.
26. UN SOGNO RECENTE: Ho sognato di essere un naufrago dell'Isola dei Famosi. 27. ..E UN INCUBO: Queste 50
domande...
28. UNA FRASE NEL TUO DIALETTO: Ce de ca vol daish?
29. COSA VUOL DIRE? Cosa vuol dire?
31. DA 0 A 10 QUANTO CONTANO I SOLDI?: 7,5
30. DA 0 A 10 QUANTO CONTA IL SESSO?: 10
32. QUAL'E' LA COSA CHE CONTA DI PIU' NELLA VITA?: La calcolatrice (me l'ha suggerita Alfredo)
33. LA DONNA PIU' BELLA DEL MONDO: La gioconda, che poi è un uomo.
34. SEI FEDELE?: Bau!
35. SEI GELOSO?: Bau!
36. IL PIU' BEL LIBRO LETTO: Manuale d'istruzione del Logic.
37. IL PIU' BEL FILM VISTO: Jackass - the movie 38. LA CANZONE PIU' BELLA: Metti un tigre nel doppiobrodo.
44. CREDI IN DIO?:
39. L'ALBUM PIU' BELLO: Essere ampaflusso- Lamadeus cacusso.
Quale, il chitarrista?
40. IL CANTANTE/GRUPPO PREFERITO: Zio Ematitos.
Quello là, Ronny James?
41. SE POTESSI ESPRIMERE UN DESIDERIO: Lo farei.
42. PIATTO PREFERITO: Crash Zildjan.
45. CREDI AGLI EXTRATERRESTRI?:
43. BEVANDA PREFERITA: Acqua con la citrosodina.
Certamente, arriveranno anche loro coi
gommoni (come mi suggerisce Alfredo).
46. E' MEGLIO UN UOVO OGGI
O UNA GALLINA DOMANI?: Stiamo esagerando...
49. I TUOI PROGETTI FUTURI:
47. IL BICCHIERE A META'..
Un concerto nelle salumerie
E' MEZZO VUOTO O MEZZO PIENO?: Se è a metà è un mezzo bicchiere.
del centro.
48. VIVERE IN MODO ALTERNATIVO. E' POSSIBILE SECONDO TE?: Certo, se vivi
in Somalia (anche qui Alfredo).
50. SPAZIO LIBERO, SCRIVI QUELLO CHE VUOI:
Farò come tutti quelli che prendendo una bomboletta e trovandosi di fronte ad un muro bianco, colmi di rancori
verso lo stato, le forze dell'ordine e la società, tentano di formulare chissà quale frase ad effetto, poi ci pensano
un po' su... e... fanno una ciola. Quindi scrivo: ciola.
SEGNALIAMO

www
.caparezza.com
.vengodallaluna.it
.fuoridicapa.splinder.com
a cura di Matteo "Ecko"
<< Il mio prossimo album si intitolerà HABEMUS CAPA e dovrebbe vedere la luce nei primi mesi del 2006. Il disco è una sorta di concept. Si tratta, infatti,
del "disco postumo di un cantante ancora in vita". Ho scritto ogni singolo pezzo come se fosse materiale per un cd celebrativo, cercando di immedesimarmi
nel ruolo di defunto. Tutti i brani compongono un viaggio che parte dalla mia morte (per ora presunta) e termina col mio ritorno in vita (presunto anch'esso).
In tutti i brani interpreto vari personaggi posseduti dal mio spirito che viaggia alla ricerca del corpo perduto, per cui sono uno spietato broker in "TITOLI", un
pugliese che vuole diventare verdano (non ve la spiego) in "INNO VERDANO", una badante pazza che tenta di tenere sveglio un bimbo attraverso una nenia al
contrario che ha come titolo "NINNA NANNA DI MAZZARO", eccetera... L'album parte con la mia cerimonia funebre (ANNUNCIATEMI AL PUBBLICO)
che prende spunto dall'ultima frase di "Verità Supposte" ("Mamma quanti dischi venderanno se mi spengo..") e termina col ritrovamento
di me stesso (HABEMUS CAPA). A Gennaio del 2006 entrerò in studio per ultimare le registrazioni. >> (Caparezza)
40 • Dolce Vita
T
E
B
GenerA
at i o n
2° parte
“The Naked Lunch” di Burroughs, il romanzo più discusso della “Beat
Generation” fu pubblicato a Parigi nel luglio del 1959; l’edizione americana per i soliti problemi di censura solo tre anni dopo. “The Naked
Lunch” significa esattamente quello che le parole dicono:-Il Pasto
Nudo- un attimo congelato quando ognuno vede cosa c’è sulla punta
della forchetta. “…io sono stato un tossicomane per quindici anni;
quando parlo di abitudine alla droga NON mi riferisco a kif, marijuana
o hashish, mescalina, LSD, funghi sacri o qualsiasi altra droga del gruppo allucinogeno. L’azione di queste droghe è fisiologicamente l’opposto dell’azione delle droghe pesanti “. Questa l’opinione sulle droghe
di William S. Burroughs nato nel 1914 e morto nel 1997; (nello stesso
anno perdemmo anche Allen Gisberg, curato amorevolmente fino alla
fine da una straordinaria Patti Smith!). Personaggio tra i più sconvolti
della “Beat Generation”, sperimenta con le droghe le esperienze più
estreme; (uccide la moglie Joan nel 1951 a Città del Messico durante
un gioco in cui entrambi erano drogati e ubriachi. Lui era Guglielmo
Tell e lei reggeva un bicchiere sulla testa ). “El Ombre Invisible”, come
chiamavano Burrouhgs a Tangeri, ci ha regalato i termini : “HEAVY
METAL, SOFT MACHINE, LANGUAGE IS A VIRUS”. Considerato dalla
“Beat Generation” come uno dei padri spirituali, inventò tecniche di
scrittura come il cut up e il fold-in con risultati che per altri “versi” aveva raggiunto Céline nel -Voyage au bout de la nuit– 1932 ). Lo scrittore
“beat” scozzese Alex Trocchi, (suo “Il Libro di Caino” 1960 ), disse:
“L’impegno è la condanna all’esilio. Affermo questo sia per me che
per Burroughs, e per certi altri scrittori beatnik in America “. Trocchi si
definì “un cosmonauta dello spazio interiore”. A Burroughs piacque
questa frase, e gli piacque Trocchi che in quel periodo era un tossicomane come lui. Burroughs per spiegare ai critici “The Naked Lunch”
disse: “Sono un esploratore di aree psichiche …e non vedo ragione di
seguitare a esplorare zone che sono già state ampiamente indagate.
Per fare questo sono necessarie nuove tecniche letterarie, come il “ cut
up “ e il metodo del “fold-in”. Concludendo vorrei dire che il futuro
della letteratura è nello spazio e non nel tempo”. Il carisma della “sacra trimurti”, Kerouac-Ginsberg-Burroughs, contagiò una generazione
di scrittori e poeti, che diverranno amici e sodali nel diffondere la nuova letteratura e le lotte per i diritti civili.
MUSICA E CULTURA
Ecco alcuni “Beat”:
Neil Cassady (1926-1968)
influenzò con la sua scrittura “alluvionale” il primo Kerouac; incoraggiato da Ginsberg e Kerouac
scriverà un terzo della sua autobiografia, “The First Third”. E’ lui,
Dean Moriarty in “Sulla strada” e
Cody Pomeray in “Visions of Cody”
di Kerouac. E’ lui al volante del bus
psichedelico di Ken Kesey e i Merry
Pranksters che attraversando gli
“States” portano a San Francisco
la scoperta dell’LSD; (straordinario
il resoconto di quel viaggio nel
“L’Acid Test Al Rinfresko Elettriko”
di Tom Wolf –1967. (ALBERT HOFMANN, il chimico svizzero che
nel 1938 sintetizzò la dietilamide
dell’acido lisergico, nota come LSD, di cui lui stesso nel 1943 scoprì le
straordinarie proprietà psicoattive, ha compiuto 100 anni l’11 gennaio
2006!). E’ sempre lui il protagonista in “Go!” di J.C.Holmes, e in “The
Day After Superman Died” di Ken Kesey. Gregory Corso (1930-2001)
tra famiglie adottive, riformatori e carceri è da giovanissimo “on the
road”. E’ infatti in prigione che scopre la poesia. Conosciuto Ginsberg,
pubblica nel 1958 la sua più importante raccolta di poesie “Gasolin “.
Molto famosa la sua poesia “Bomb” che la Pivano fece conoscere nel
libro “Poesia degli Ultimi Americani”.
Carl Solomon (1928) a 21anni si fa ricoverare credendo di essere
malato di mente. E’ rimasto famoso il primo incontro tra Ginsberg e
Solomon all’interno dell’istituto psichiatrico dove entrambi si presentano come personaggi di Dostoeveskij. Ginsberg userà nel suo poema
“Howl” frasi pronunciate da Solomon subito dopo gli elettroshock. Nel
1966 pubblica “Mishaps, Perhaps”.
Diane DiPrima (1934) scrive “Memorie Di Una Beatnik“, dove
descrive un’orgia con Kerouac e Ginsberg.
Bryon Gysin (1916-1986) è l’autore di “The Beat Hotel”. Il titolo si
rifà all’hotel parigino dove Corso scrisse la poesia “The Bomb” e dove
Burroughs corresse le ultime bozze di “The Naked Lunch “.
John C.Holmes (1926-1988) autore del romanzo “Go!“ 1952,
dove per la prima volta si parla dei “Beat“.
Herbert Huncke (1915-1996) è un personaggio dei bassifondi
che inizia Burroughs all’eroina. Il suo slang farà conoscere a Kerouac il
termine “beat”.
Timothy Leary (1920-1996) -in foto- a Harvard condusse ricerche
sugli allucinogeni. E’ stato il più grande divulgatore dell’LSD per tutti
gli anni ‘60 e ‘70. Il suo motto era: “Turn on, Tune in, Drop out “. A
oltre 70 anni si considerava membro del mondo “cyberpunk” e sosteneva che il Personal Computer era l’ LSD degli anni Novanta.
a cura di “VIJAVA”
Dolce Vita • 41
MUSICA
Sean Paul “The Trinity” (VP records, 2005)
Genere: dancehall
L’ambasciatore mondiale della dancehall torna in pista con un nuovo lavoro, erede di quel Dutty Rock premiato con un Grammy
Awards e venduto in 6 milioni di copie. Forte di tre anni di accurata lavorazione esce The Trinity, il terzo album di Sean Paul.
Interamente registrato in Giamaica, The Trinity rappresenta la terza parte di un viaggio che l’artista ha iniziato nel 1999 con Stage
One. Per portare a termine questo album ci son voluti circa tre anni, nei quali Sean ha lavorato con alcuni dei produttori più caldi del
circuito della dancehall giamaicana. Ci riferiamo a Steven “Lenky” Marsden, Don Corleone, Renaissance Crew e Showcone. Anche se
molti dei nomi più famosi dell’hip hop avrebbero voluto collaborare con lui, Sean è orgoglioso di dire che “siamo riusciti a farlo bene
anche qui nel terzo mondo”. Niente Beyoncè o Shaggy dunque. Piuttosto che arruolare invitati di prestigio, Sean Paul ha preferito
lavorare da solo con alcuni featuring particolari (Wayne Marshall e Nina Sky) ottenendo un risultato convincente. Travolgenti le tracce
4 “Send it on”, la 5 “Ever blazin”, la 7 “Give it up to me” e la 9 “Never gonna be the same”. Il messaggio contenuto in ‘The Trinity’ è
che anche nei momenti più bui, la gente deve trovare il modo di godersi la vita: “La vita è un dono, tutti noi siamo su questa terra solo
per un certo periodo ed è certo che un giorno ce ne andremo. Le farfalle hanno due settimane, a volte noi abbiamo 90 anni, a volte
30. Non possiamo saperlo ma andremo sicuramente da qualche parte dopo questa vita. Nel frattempo, la cosa importante è trarre il
meglio dal tempo che abbiamo senza togliere nulla agli altri”. (MG)
Mondo Marcio “Solo un uomo” (Virgin, 2006)
Genere: rap
Nel mondo dell’hip hop italiano è arrivato Mondo Marcio, giovane talento milanese che si appresta a conquistare il pubblico della
penisola con l’album Solo un Uomo. L’album riscrive le regole del rap italiano, puntando su di uno stile nudo e crudo. Le atmosfere
di Solo un Uomo sono cupe e forti, nude e viscerali. Il disco è il più feroce e violento atto d’accusa da parte dell’esponente delle
nuove generazioni, nei confronti del mondo adulto. Mondo Marcio racconta il mondo attraverso la sua vita: una vita di merda, fin
dalla primissima età. Mondo è il nome d’arte di Gianmarco Marcello, nato nel capoluogo lombardo il primo dicembre del 1986: ha la
terza media e a tredici anni è stato affidato agli assistenti sociali.L’artista cela la personalità di un ventenne cresciuto ai margini di una
metropoli, in un nucleo familiare non facile. Cresciuto per strada, si è formato in quella che lui battezza la città del fumo, una città
senza speranza, dove distinguersi è quasi impossibile e dove annullarsi è fin troppo facile.Nonostante il crescente interesse di pubblico
e critica, Mondo dimostra un realismo ed una freddezza certamente ammirabili, considerata anche la giovane età. Nel bene o nel male
insomma, ne sentiremo parlare. (MG)
Cowboy Junkies “Early 21st century blues “ (Cooking vinyl, 2005)
Genere: country-folk
L’idea di parlare di pace in tempi di guerra mettendo in copertina il fucile spezzato di tanti anni fa’ e riprendendo vecchi classici della
tradizione pacifista metterà sicuramente sul chi va là chiunque non conosca i Cowboy Junkies. Questo ormai longevo gruppo canadese
ha fatto dell’assoluta autonomia e indipendenza dai comuni canoni espressivi il caposaldo del proprio percorso musicale. Così, come
per magia, Dylan, George Harrison e alcuni standard tornano a nuova vita grazie a un approccio assolutamente acustico, minimalista
teso a valorizzare la voce sensuale ed eterea di Margo Timmins. Da sempre il gruppo ha nelle cover uno dei propri punti di forza
(qualcuno forse ancora ricorderà la loro versione di “Sweet Jane” dei Velvet Underground contenuta in Natural Born Killers di Oliver
Stone) e i ragazzi paiono saperlo, compiendo le loro scelte con grande sicurezza. Queste canzoni sono nate quasi per caso durante il
2005 e della casualità hanno i pregi ed i difetti: se infatti a volte il talento risplende cristallino (Isn’t it a pity, Two soldiers), altrove una
maggiore limatura e rielaborazione sarebbero stati opportuni (I don’t want to be a soldier di John Lennon in primis). Da segnalare la
mendacità del titolo: gli unici brani del secolo XXI, oltre ai due inediti del gruppo, sono solo un brano del grande e meritoriamente
riscoperto Richie Havens e You’re missing di Springsteen, capolavoro assoluto sull’assenza e la perdita, ispirato dalla tragedia dell’11
settembre. Info su www.cowboyjunkies.com (Emiliano Duroni)
The Strokes “First impression of Earth” (Rca records label, 2006)
Genere: rock
Il look spettinato da newyorkesi-alternativi-figli di papà, le llaisons con personaggi vip e i soldi a palate già al primo disco non ci
rendono particolarmente simpatico questo gruppo. Se a ciò aggiungiamo che il secondo lavoro “Rooms on fire” deluse e non poco
e che già molta critica è passata alla cestinatura per innalzare qualche altro fenomeno per i prossimi tre anni, il passo sarebbe breve.
Eppure, da quando abbiamo ascoltato senza troppe aspettative questo disco, non riusciamo più a smettere. Il pop, nella sua accezione
più alta, è davvero un dono innato e c’è una ragione se gli Strokes, nel loro genere, sono il gruppo più imitato degli ultimi 5 anni:
sono semplicemente i più bravi. Il primo singolo “Juicebox” non rende loro giustizia. L’inizio magico di “You only live once”, l’ironica
e geniale depressione di “On the other side”, il delirio pop di “Ize of the world”, l’assoluta novità dei loop di “Ask me anything” non
passano davvero inosservati. La presunta produzione mainstream del nuovo arrivato David Khane è molto meno scandalosa di quanto
si possa immaginare. Ci sono molti dinosauri del rock che rivendicano un’autenticità che questo lavoro possiede perlomeno in uguale
quantità, poiché è tutto suonato davvero e bene. Ed è proprio la crescita tecnica del gruppo ciò che sorprende di più (su tutti Moretti,
il batterista-ganzo di Drew Barrimore, ed il cantante compositore Casablanca). Parlando di loro, sembra che ognuno si diverta a tirare
fuori un gruppo punk più o meno derubato. Noi preferiamo cogliere in tanta ispirazione e facilità melodica qualcosa di vagamente e
magicamente beatlesiano. Info su www.thestrokes.com (Emiliano Duroni)
Kiko Veneno “El hombre invisibile” (V2 music, 2005)
Genere: flamenco-rock
Definire Kiko Veneno un artista sui generis è forse riduttivo. Da seguace e traduttore di Bob Dylan, questo artista catalano è passato
attraverso il punk e Frank Zappa senza mai abbandonare la tradizione ispanica legata al flamenco. A tutto questo si aggiunga una
innata capacità di arricchire le liriche di un nonsense letterario originale e davvero unico. Questo ultimo lavoro, senza forse essere il
migliore, è una buona maniera per iniziare a conoscere o riscoprire questo artista e per costruirsi una visione molto meno ingessata e
“piagnona” della tradizione musicale spagnola. L’iniziale “Inspiraciòn” si situa a metà tra un lamento flamenco ed un blues, mentre
“Hoy no” è un omaggio sincero al mondo poetico di John Lennon con la prestigiosa partecipazione del grande Jackson Browne. Ma il
vero Kiko traspare nella surreale title track o nella malinconica dolcezza di “Mi morena” e “Nos estamos mudando”, che nonostante
le belle musiche, non possono però prescindere dalla comprensione delle liriche per essere pienamente apprezzate. In ogni modo, vale
la pena provare. Info su www.kikoveneno.net (Emiliano Duroni)
Baustelle “La malavita” (CGD East west Italy, 2005)
Genere: italiana
Era il lontano 1981 quando Battiato in “Centro di gravità permanente” diceva di non sopportare la new wave italiana. Che il maestro
siciliano sia stato troppo precipitoso? A sentire questo terzo lavoro dei toscani Baustelle (come i Diaframma, i Litfiba, i Virginiana
Miller, etc.) sembra proprio di sì. In realtà la bravura dei ragazzi consiste nell’aver arricchito la feconda lezione della cupa Inghilterra
con la canzone autoriale europea, il pop orchestrale e le colonne sonore dei polizieschi italiani omaggiati nel titolo e nella grafica. Se
i due lavori precedenti mostravano alla lunga una certa monotonia, adesso gli arrangiamenti sono più coraggiosi e solari (c’è chi ha
tirato in ballo Phil Spector), anche in virtù di una crescita tecnica da loro stessi riconosciuta e di un arricchimento sotto il punto di vista
melodico-vocale. Vero punto di forza erano e restano però i testi ironici, paradossali e minimal-catastrofici del leader Francesco che
tanto li avvicinano ai mitici Pulp, vero punto di riferimento, secondo chi scrive, della band di Montepulciano. L’irresistibile singolo “La
guerra è finita” comincia a passare con frequenza anche su Mtv e sui grandi network radiofonici e la distanza dai compagni di playlist,
italiani e non, si nota subito e tutta: che piacciano o no, i ragazzi scrivono canzoni curate evitando scientemente la pesantezza di certi
grandi autori che parlano solo a sé stessi e al loro pubblico. Scusate se è poco. Info su www.baustelle.it (Emiliano Duroni)
42 • Dolce Vita
Chi sono i Vegan?
In questo primo appuntamento, iniziamo con una definizione,
che, come tutte le definizioni, è un po’ fredda e poco
coinvolgente... ma è necessaria!
Vegan = persona che sceglie di escludere
completamente dalla sua alimentazione
(e dall’abbigliamento, ecc.) ogni prodotto di
origine animale, derivante dalla morte diretta
o indiretta di animali o dalla loro sofferenza e
prigionia. Un vegan NON mangia: carne, pesce,
uova, latte e derivati, miele
CUCINA
sono le persone che costituiscono la comunità vegan. Non
esiste un vegan-tipo: non esiste un “credo” politico o religioso,
un carattere o un modo di comportarsi e di parlare, un modo
di vestire o un aspetto fisico che accomuni tutti i vegan. Per
fortuna. Alcune persone scelgono di vivere vegan semplicemente
perchè non vogliono contribuire alla sofferenza e alla morte di
altri esseri senzienti. Altre persone cercano uno stile di vita che
riduca al minimo l’impatto sull’ambiente e sulle popolazioni più
povere. Alcune persone associano la scelta vegan a una scelta
spirituale di non violenza. Ad altri non interessa niente di tutto
questo e trovano nella scelta vegan solamente lo stile di vita
più sano e salutare attualmente possibile. Infine qualcuno si
avvicina a questo modo di vivere perchè dopo esservi entrato in
contatto ne ha ricevuto un’impressione positiva.
(e tutti gli altri prodotti delle api). Mangia TUTTI
i prodotti della terra, senza alcuna restrizione.
NON indossa pelle, pellicce, lana, seta.
Indossa tutte le fibre vegetali o sintetiche.
Perchè delle persone decidono di cambiare il loro tipo
di alimentazione, accettano di restringere le loro scelte
nell’abbigliamento e in generale di porre molta più attenzione
ad ogni acquisto? Le risposte sono tanto diverse quanto lo
Informazioni generali sugli allevamenti
intensivi, e starter-kit vegan-vegetariano:
www.saicosamangi.info
Informazioni sull’aspetto salutistico: tutto quello
che vuoi sapere, e molto di più.
Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana:
www.scienzavegetariana.it
Community:
www.veganhome.it - la casa dei vegan!
Per iniziare a provare la cucina vegan, vi proponiamo questo tris di antipasti
(che possono benissimo essere usati anche come contorni)
Insalata in rosa
(per 6 persone)
4 barbabietole
2 gambi di sedano
1 cespo di lattuga iceberg
2 cucchiai di succo di limone
2 cucchiai di succo di arancia
2 cucchiai di prezzemolo fresco tritato
1 cucchiaino di dragoncello (facoltativo)
250 gr. di yogurt di soia
olio extravergine di oliva
sale e pepe a piacere
Sbucciate e affettate finemente le
barbabietole cotte al forno o a vapore
(si trovano già così in negozio).
Conditele con 2 cucchiai di succo
di limone, 2 cucchiai di succo di
arancia, 2 cucchiai di prezzemolo
fresco tritato, mezzo cucchiaino di
dragoncello (facoltativo), olio extra
vergine di oliva, sale, pepe a piacere,
lasciandole macerare per una mezz’ora
in frigorifero. Nel frattempo pulite e
tagliate un cespo di lattuga iceberg
e le coste di sedano e mescolateli
nell’insalatiera.
Cospargete con le barbabietole
macerate e al momento di servire
condite con yogurt di soia.
Funghi in salsa di mandorle
(per 4 persone)
10 funghi freschi (porcini e
champignon)
1 scalogno
60 gr. di mandorle sgusciate
1 spicchio di aglio
1 cucchiaino di timo
1 rametto di rosmarino
1 cucchiaio di erba cipollina
succo di limone
pangrattato
olio extravergine di oliva
sale a piacere
Pulire i funghi e lasciare da parte le
teste. Far soffriggere lo scalogno con
i gambi dei funghi tagliati a pezzetti.
A parte tritare le mandorle l’aglio, il
timo, l’erba cipollina, il prezzemolo,
il rosmarino per poi unirli con l’olio
e il limone. Unire il composto ai
funghi passati in padella mescolando
bene. Disporre le teste dei funghi
in una teglia e riempirle con la
crema ottenuta con le mandorle.
Spolverizzare con il pangrattato e
cuocere in forno a 180° per 15-20
minuti. Servire caldo.
Harissa
(per 6 persone)
250 gr,. di peperoncini piccanti freschi
3 cucchiai di semi di cumino
2 cucchiai di coriandolo in polvere
1 cucchiaio di menta secca
5 spicchi di aglio
panna di soia, olio extravergine di
oliva, sale a piacere
300 gr. di patate
Pulire bene i peperoncini togliendone
i semi. Cuocerli in acqua bollente per
5 minuti. Scolarli e saltarli in padella
con poco olio, i semi di cumino e
il coriandolo. Frullarli quindi con la
menta e l’aglio. Aggiungere olio e
panna di soia per amalgamare la
salsa. A seconda della quantità di olio
e panna utilizzate la salsa risulterà
più o meno piccante. Potete servirla
su patate o altre verdure lesse.
Attenzione, è molto piccante!
a cura di MARINA BERATI
Dolce Vita • 43
SEX & LOVE
I nuovi campioni dell’amore
sono i Greci
La versione 2005 della classifica dei più attivi nel fare l’amore
(sondaggio internazionale effettuato su 41 paesi e commissionato dalla Durex) registra il sorpasso dei greci ai danni dei francesi e la conferma dei giapponesi agli ultimi posti. In posizione
media gli italiani, con 106 rapporti sessuali dichiarati all’anno.
Al sondaggio hanno risposto più di 317.000 persone intervistate.
Questi i risultati della Durex Global Sex Survey 2005.
Numero di rapporti sessuali in un anno:
Grecia 138 - Croazia 134 - Serbia Montenegro 128 - Bulgaria 127
Francia 120 - Repubblica Ceca 120 - Regno Unito 118
Stati Uniti 113 - Cile 112 - Turchia 111 - Portogallo 108
Belgio e Italia 106 - Spagna 105 - Germania 103 - Cina 96
Taiwan 88 - Vietnam 87 - Malesia 83 - Hong Kong 78
Indonesia 77 - India 75 - Giappone 45
Facendo alcuni rapidi calcoli: 106 volte all’anno equivale a circa fare
l’amore 1 volta ogni 3/4 giorni. Forse considerando che le coppie
italiane dichiarano di farlo meno spesso di quanto non risulti da
questo sondaggio, sorge qualche dubbio. Ma se consideriamo il
numero di rapporti che ogni prostituta ha ogni notte, e il numero
di clienti del mercato della prostituzione (milioni di persone
in Italia), ecco che le statistiche appaiono già più azzeccate.
Dal sondaggio emergono anche altre curiosità sulle abitudini sessuali
degli intervistati: Il paese dove si comincia prima a fare l’amore è
l’Islanda: l’età media della prima volta è 15,6 anni. Il paese più tardivo è
l’India (mediamente si comincia dopo i 19 anni). La maggior parte delle
persone è convinta che l’educazione sessuale dovrebbe iniziare poco
dopo gli 11 anni. Oltre la metà degli intervistati ha ammesso di aver
avuto rapporti sessuali non protetti con partner di cui non conoscevano
le esperienze passate, e più di una persona ha ammesso di aver contratto
malattie veneree. I luoghi preferiti dove si ha fatto all’amore sono la
doccia, la camera da letto, l’automobile (50%), i bagni pubblici (39%), la
camera dei genitori (36%, quando assenti...) e i giardini pubblici (31%).
Un 15% degli interrogati afferma di aver fatto l’amore in ufficio. Un 10%
ha fatto l’amore a scuola. Il 2% su un aeroplano.
fonte: magnaromagna.it
Lettera alla moglie
Carissima moglie,
dato che non riesco a dialogare con te su questo argomento, per via
della tua femminilità, sottopongo alla tua considerazione questa mia
statistica. Durante l’anno ho preso l’iniziativa di sedurti 365 volte, ma ho
avuto successo solo 36 volte, il che fa una volta ogni dieci giorni.
Ti espongo i motivi dei miei insuccessi:
– i bambini si potevano svegliare (17 volte);
– avevi caldo (15 volte);
– avevi freddo (5 volte);
– eri stanca (54 volte);
– era troppo tardi (15 volte);
– te ne eri già andata a dormire (60 volte);
– la finestra era aperta e potevano vederci (9 volte);
– avevi mal di testa (18 volte);
– avevi mal di schiena (8 volte);
– avevi male al polso (2 volte);
– stavi pregando e non era il caso (5 volte);
– ti eri abbuffata (10 volte);
– non eri dell’umore (25 volte);
– il bambino stava piangendo (5 volte);
– eri stata a guardare la TV fino a tardi (11 volte);
– eri stata dal parrucchiere (17 volte);
– avevi avuto visite fino a tardi (5 volte);
– avevi le tue regole (10 volte);
– mi hai detto che “penso sempre a quello” (2 volte);
il che fa un totale di 329 volte. In 36 volte che ho avuto fortuna non è
stato nemmeno soddisfacente perché:
– 15 volte mi hai detto che avevi bisogno di soldi;
– 6 volte mi hai detto che ero troppo rapido e avevo terminato subito;
– 2 volte mi hai tolto l’ispirazione commentando che il soffitto aveva
bisogno di essere imbiancato;
– 1 volta ti ha distratto una mosca;
– 11 volte ho dovuto svegliarti per dirti che avevo finito;
– 1 volta, infine, ho avuto paura di averti fatto male perché mi era
parso che ti fossi mossa.
Tuo marito a cui manchi tanto.
Abbigliamento, tessuti, alimenti,
cosmesi, accessori e altro.
Tutto da coltivazioni Biologiche
VIAGGI & AVVENTURE
BARCELLONA
CITTA’ INCOMPIUTA
Jugo de Naranja a Barcellona diventa zumo de taronja, pollo y camaron
si trasformano in pollastre amb asarmelans e perfino un semplice pane
strofinato con aglio e pomodoro, ingentilito da un filo di olio d’oliva,
pan y tomate, diventa pan amb tomaquet, specialità catalana per eccellenza. Ma allora, viene da chiedersi, a Barcellona non si parla spagnolo?
Barcellona è in Spagna, nella regione della Catalogna ma la lingua
maggiormente parlata dai suoi abitanti è il catalano, a dispetto dello
spagnolo che resta però la lingua ufficiale. Basta guardare le insegne
dei negozi o semplicemente visitare uno dei tanti musei, per accorgersi
che le scritte esplicative sono in due lingue, catalano e castigliano, in
realtà due idiomi molto diversi. Anche gli abitanti non si considerano
spagnoli ma catalani. A dispetto però di questa ostinazione che farebbe
pensare ad un popolo chiuso e confinato entro i suoi spazi, i barcellonesi
sono invece molto aperti ed europei. Una città di mare ha sempre
una marcia in più perché abituata a scambi e presenze di diverse
culture, al passaggio di navi e merci anche da molto lontano e ai
cambiamenti che spesso il mare impone anche nei profili fisici
della città. E’ quello che è successo a Barcellona, anche se non troppo
naturalmente ma per un incisivo intervento dell’uomo, con la creazione
del nuovo quartiere di Barceloneta creato in occasione delle Olimpiadi
del 1992 che ha regalato
alla città e ai suoi abitanti
spazi verdi, un ampio lungomare, ristoranti e strutture per godere dell’aria
aperta, aprendo la città
al mare.
Si può iniziare proprio da
qui la visita della città,
rigorosamente a piedi o
in bicicletta e risalire verso il centro attraverso las
Ramblas. Interessante e
fuori dai classici circuiti è
la visita a Placa Reial (sulla
destra andando verso Placa Catalunya), raro esempio di piazza senza strade,
completamente
chiusa
ai quattro lati da logge
e ornata da alte palme,
per anni abbandonata e
abitata solo da balordi. E’
stata ultimamente ripulita
ed è diventata punto di
incontro di giovani o di
chi vuole bere una birra e
tenere tra le dita un buon
“porro”, assaggiando le
specialità catalane. Qui
d’estate la musica, soprattutto jazz, è dappertutto perché i locali della
piazza ospitano band e musica del vivo.
La paella non è sicuramente cibo di Barcellona però esiste un posto, l’hotel Espana, in una traversa della Ramblas sulla sinistra (Carrer de Sant
Pau), dove si può mangiare una dignitosa paella in un ambiente affascinante, superbamente decorato dal celebre architetto modernista Domènech i Montaner, ad un prezzo molto ragionevole. Chiedete di sedervi
nella seconda sala per ammirare ceramiche e lavori d’ebanisteria ma
non mancate la sala con il grande camino realizzato dall’artista Eusebi
Arnau. Rimanendo in ambito culinario, a Barcellona oltre allo sbrigativo
“bocadillo”, cioè il nostro panino e alle gustose “tortillas”, frittate fatte
con ogni ben di Dio, da consumare alla barra con un’ottima “cervesa”, ci
si può sbizzarrire in taverne tradizionali e ristoranti con cucina catalana
ma non bisogna perdere un assaggio della cucina basca: Txokoa in P/Marimon nei pressi dell’Avenida Diagonal, è perfetto.
Come la paella anche il flamenco appartiene alla tradizione dell’Andalusia ma con un po’ di fortuna, se è in cartellone uno spettacolo di flamenco, e una decina di euro, vale la pena fare un salto al teatro “L’Espai”.
Tutta la programmazione lì è di ottima qualità ma è al di fuori dei circuiti
molto pubblicizzati; c’è un pubblico prevalentemente di studenti e di
giovani ed è piuttosto economico. E’ dalle parti dell’ Avenida Diagonal.
Un luogo assolutamente da visitare anche all’interno è il Palau de la Mu-
sica, imponente auditorium decorato con vetrate oro e azzurro e dotato
di un’acustica praticamente perfetta, uno dei grandi capolavori dell’architettura moderna catalana, di Lluìs Domènech i Montaner (1850-1923),
contemporaneo di Gaudì. A proposito del principale esponente del Modernismo, Gaudì ha
lasciato sue opere
in tutta la città e
la Sagrada Familia,
chiesa
neogotica
simbolo di Barcellona e suo capolavoro
incompiuto, rappresenta forse meglio
di qualsiasi altro edificio, il carattere di
una città sempre in
movimento: a oltre
cent’anni dall’apertura dei cantieri, nella Sagrada Familia
ci sono ancora oggi
lavori in corso. E
d’altronde lo stesso
Gaudì sosteneva che
il “suo committente, Dio, non aveva
fretta”. L’artista era
talmente
immerso
nella progettazione
di quella cattedrale
che scelse di dormire
nel cantiere per controllare meglio i lavori. Morì investito da un tram
proprio mentre usciva dalla Sagrada Famiglia, nel 1926, e fu trasportato
in ospedale non riconosciuto da nessuno, a causa dell’aspetto trasandato.
Se i giorni per la visita a Barcellona non sono proprio contati, vale la
pena spingersi un po’ fuori, a Figueres, per osservare il mondo attraverso
i deliri del Teatre-Museu di Salvador Dalì: teatro della memoria, “gigantesco oggetto surrealista”. Un vero invito a una festa dionisiaca.
Un’ ultima curiosità: se notate un asinello bianco o nero sulla parte
posteriore delle auto, è solo per rimarcare ancora una volta che loro, i
barcellonesi, non condividono nulla con gli spagnoli. Neanche il tradizionale simbolo del toro!
a cura di MARINA CERNIA
Latitudine: 41° 23’ N
Longitudine: 2° 11’ E
Altitudine: 4 m. slm
Superficie: 7.719 km2
Popolazione: 1.700.000
Dolce Vita • 45
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pag. 37
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pag. 44
pag. 18
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pag. 48
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