Gennaio - La Piazza
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Gennaio - La Piazza
Periodico dell’Associazione Culturale Albatros Anno 7 - Numero 1 GENNAIO 2010 Pag. 6 DIBATTITO PD Pag. 11 TIVOLI AL VOTO Pag. 33 FILM SHERLOCK HOLMES La zza Pia Gennaio 2010 3 Centro Anziani I 25 ANNI DEL CENTRO ANZIANI di Castel Madama a cura di Carla Santolamazza Festa, da Sgommarello a gennaio 2010, di tutti i soci per i 25 anni del Centro Anziani Il Centro Anziani nasce ufficialmente, in quanto già esistente e funzionante, nel marzo del 1984 con una delibera di Consiglio Comunale in cui si approva un regolamento di funzionamento, composto da 13 articoli, dall’allora Amministrazione guidata dal Sindaco Luigi Nonni. Con gli anni il Centro è cresciuto nelle iscrizioni e nelle iniziative soprattutto negli ultimi 5 o 6. Infatti nel giugno del 2008 abbiamo intervistato, sulle pagine di questo giornale, il Presidente, Mancini Fabio, subito dopo le elezioni che ne hanno decretato la riconferma. In quella occasione alla nostra domanda su che cosa era cambiato negli ultimi anni, visto l’aumento del numero degli iscritti, passati da circa 150 ad oltre 500, il Presidente ci rispose che il Centro si stava muovendo nella direzione giusta, promuovendo varie iniziative che avevano invogliato la gente a partecipare alla vita del Centro stesso. Pia La zza L’altra componente era il superamento del vecchio tabù per cui le donne al Centro non erano quasi mai presenti, invece erano diventate la maggioranza degli iscritti e la loro frequentazione aveva dato un nuovo vigore e una nuova immagine all’ambiente. Oggi regolarmente si svolgono molte attività in cui i soci, uomini e donne, sono impegnati. I corsi di ballo e di ginnastica si svolgono tutti gli anni da ottobre a maggio e sono frequentati da un gran numero di persone. Intrattenimenti per le ricorrenze quali: la festa della mamma, del papà, la festa della donna, la festa dei nonni, il Carnevale, il Natale, la fine dell’anno con l’organizzazione di pranzi, giochi, lotterie, tombolate, balli. In diversi periodi dell’anno sono programmate uscite a Roma con il pulman per assistere a spettacoli musicali e teatrali, a volte in collaborazione con la Provincia di Roma. Interessanti anche le gite a Casamari, Trisulti, Anagni nel 2008; ad Ostia Antica; a Tuscania; a Perugia e al Lago Trasimeno con un pernottamento nel 2009. I soggiorni estivi organizzati con il Comune. La partecipazione nel 2009 alla festa Oliolive con la vendita di dolci preparati dalle nonne; la Mostra di Decoupage, a maggio 2009 al castello, e la ripresa a novembre del corso stesso; la proiezione, segue pag. 4 4 Centro Anziani da fine marzo a fine giugno nell’aula consigliare, di una serie di film molto interessanti: La vita è bella, Mio fratello è figlio unico, Il cacciatore di aquiloni, Shall we dance, Questo grosso grasso matrimonio greco, Lezione di cioccolato; l’esibizione nella sede del centro del gruppo Ponentino Trio con musica popolare romana il 27 dicembre 2009 che ha riscosso grande successo di pubblico. Il gruppo si era già esibito in piazza a Castel Madama in occasione della festa di Oliolive e al centro pensano di invitarlo di nuovo. Tra le proposte di qual- Gennaio 2010 che socio la possibilità di ripetere dei Corsi di Educazione Continua simili a quelli organizzati nel 1999 su temi quali: l’alimentazione, la cultura medica, la storia dell’arte ed altro. Ad aprile ci saranno le elezioni per rinnovare il comitato direttivo ed è in preparazione un nuovo regolamento elaborato dall’Assessorato ai Servizi Sociali con la collaborazione dei soci. Tutta la redazione augura al Centro di crescere e continuare a raccogliere adesioni e programmare nuove attività negli anni futuri. “La Piazza” Periodico dell’Associazione Culturale Albatros Vicolo Giustini, n. 10 00024 Castel Madama (Roma) - tel. 0774/449849 Anno 7, n. 1 - Gennaio 2010 Registrazione del Tribunale di Tivoli n. 4/2004 del 14/04/04 Direttore Responsabile: Rino Sciarretta Capo Redazione: Carla Santolamazza SOMMARIO pag. 3 • Puntini sulle i » 5 • Luci ed ombre dall’amministrazione » 6 • Il PD e la lana “Caprina” » 7 • Antichi giochi e giocattoli » 8 • Si dimette il Sindaco: Tivoli al voto » 11 • Brevi » 12 • Sito Web » 17 • Scuola » 19 • Vicovaro » 23 • Tivoli » 27 • Latinorum » 29 • L’area protetta dei Castelli Romani » 30 • GAS ... teju » 32 SitoWeb: www.lapiazzacastelmadama.com • Film » 33 E-mail: [email protected] • Recensione » 34 [email protected] • Copenhagen: emergenza clima » 35 • Cultura » 36 • Eugenio Montale e Maria Luisa Spaziani » 38 Redazione: Ivano Chicca, Ivano Moreschini, Ramona Pompili, Roberto Bontempi, Salvatore De Angelis, Elisa Livi, Ivo Santolamazza Hanno collaborato alla realizzazione di questo numero Valentina Torella, Gualtiero Todini, Alessandra De Santis Guido Spicciani, Domenico Fabiani, Bruno Testa Per la pubblicità rivolgersi al 3490063355 Grafica ed Impaginazione: Salvatore De Angelis Chiuso in redazione il 22/01/2010 - Tiratura 1.500 copie LA REDAZIONE SI RIUNISCE TUTTI I LUNEDÌ DALLE ORE 18 ALLE 20 • I 25 anni del centro anziani Il giornale viene diffuso anche nei paesi di Vicovaro, Mandela, Sambuci, Tivoli La zza Pia Gennaio 2010 Amministrazione 5 LAVORI PUBBLICI: LE PAROLE E I FATTI di Ivano Moreschini LA CASERMA DEI CARABINIERI Come avevamo annunciato nel numero precedente, continuiamo a seguire le vicende delle opere pubbliche di Castel Madama. Parliamo questa volta della Caserma dei Carabinieri. Partiamo da un intervento ufficiale più recente dell’Amministrazione: un comunicato sul sito ufficiale www.comunedicastelmadama.it. Vediamo cosa dice: Sicurezza e formazione: gli impegni del Consiglio Comunale: Castel Madama, 23 dic. 2009 (ufficio stampa Comune di Castel Madama): […] L’Amministrazione, infatti, si è impegnata a concludere quanto prima il procedimento per la costruzione della nuova caserma dei Carabinieri, che sarà intitolata al brigadiere “Renzo Rosati”. La vicenda della nuova Caserma accompagna l’Amministrazione dal suo esordio, nel 2006. Ogni volta sembra tutto risolto, e poi passano dei mesi e non succede nulla. Proviamo a vedere qualche intervento ufficiale precedente. L’Assessore Aldo Testi, nel suo intervento sul numero di settembre del nostro giornale affermava: “E’ stato acquisito il parere del Genio Civile e si sta perfezionando il mutuo con la Cassa depositi e prestiti, dopo di che si andrà a gara”. Un po’ più prudente di come era stato nell’assemblea tenutasi nel circolo del Pd, dove aveva affermato che la gara si sarebbe fatta in un paio di mesi. Ci siamo informati presso gli uffici comunali, e del bando di gara non si sa ancora nulla. Proviamo ad andare un po’ a ritroso: numero de “La Piazza” del febbraio 2008, quasi due anni fa; intervento ufficiale dell’Assessore Aldo Testi: “Rifatto e approvato il progetto per soddisfare le sopraggiunte direttive ministeriali che necessita della verifica della congruità del canone locativo da parte del Demanio con l’assenso della Prefettura, condizione indispensabile per i passi successivi (sottoscrizione schema, gara, ecc.)”. A parte il linguaggio un po’ oscuro, l’impressione era quella che in tempi brevi la faccenda si sarebbe risolta. Due anni fa. Colgo l’occasione per specificare che il nostro giornale, ed io in particolare, non Pia La zza abbiamo nulla di personale con l’Assessore Testi. Le critiche che facciamo sono sempre legate a dei fatti concreti, e lui del resto rappresenta l’Amministrazione Comunale in carica per il settore. È evidente che i ritardi, che sono innegabili, sono responsabilità di tutta l’Amministrazione, Sindaco compreso, visto che non si sono mai sentite voci ufficiali che smentissero gli interventi dell’Assessore. La sostanza è che a un anno e mezzo dalla fine dell’Amministrazione Salinetti si può affermare ormai che la Caserma dei carabinieri non sarà inaugurata prima delle nuove elezioni del 2011, visto che tra bando di gara e realizzazione dei lavori i tempi sono davvero impossibili da rispettare. E poi non è chiaro se ci siano altri problemi. In altra parte del giornale parliamo di una casa famiglia nella zona di Cavisello (località Sant’Agostino, sopra il depuratore). Neanche io, che ho fatto l’assessore nel periodo in cui si doveva collocare in quello stabile la caserma dei carabinieri , mi ricordavo che l’edificio era stato costruito per ospitare la caserma dei carabinieri. Alla fine non se n’è fatto più nulla. Forse ci avrebbe guadagnato un privato, ma a giudicare da come stanno andando le cose non sembra che il Comune sia in grado di fare meglio. Non è il caso che ci chiediamo tutti quanti il perché? 6 Politica Gennaio 2010 Luci ed ombre dall’Amministrazione Salinetti a cura di Guido Spicciani (coordinatore del PD di Castel Madama) Manca poco più di un anno alla fine della prima Amministrazione Salinetti ed è utile incominciare una riflessione sull’esperienza amministrativa che sta per concludersi Credo che il suo merito fondamentale sia quello dell’adozione dei piani urbanistici non solo e non tanto per l’impulso alla pur importante pianificazione territoriale, ma soprattutto per il ristabilimento di regole dopo un quinquennio di amministrazione di destra dove ha prevalso la soggettività e l’interesse del politico di turno. E tutto ciò è una svolta anche culturale e di civiltà, come pure lo sarà la programmata raccolta porta a porta dei rifiuti prevista per la fine del 2010. Dopo di che si possono rilevare luci ed ombre che oggi possiamo affrontare serenamente e con spirito critico dopo la pubblicazione su “La Piazza” dell’articolo “Le belle primarie, le rimosse, ovvietà, le infami denunce anonime” a firma di Marcello Vasselli. Perché quell’articolo, demistificando i tentativi demagogici e trasversali di denigrazione dell’amministrazione di centrosinistra, ha posto le basi per una critica intellettualmente onesta del percorso amministrativo di questi ultimi anni. Alcune luci dell’amministrazione Salinetti sono state colte dall’articolo citato, io voglio solo aggiungere che nonostante la difficile situazione finanziaria ed organizzativa ereditata l’amministrazione ha lavorato per recuperare terreno. Infatti, occorre ricordare che la precedente amministrazione di Centro Destra guidata dal Sindaco Scardala ha lasciato il Comune dopo aver contratto (il 31 dicembre 2005) un mutuo ventennale con relativi strumenti derivati (SWAP) e dopo aver impostato una politica organizzativa che aveva promosso circa un terzo dei dipendenti comunali a responsabili di settore. L’amministrazione Salinetti ha dovuto sopperire a questa condizione sacrificando risorse economiche importanti. Dell’amministrazione certamente si può dire che ha attuato una politica oculata di spesa e di gestione attenta del bilancio (per il secondo anno consecutivo sono stati rispettati i rigidi obiettivi di spesa imposti dal patto di Stabilità, limiti che molti dei Comuni italiani non riescono a raggiungere). Ritengo opportuno evidenziare che la maggior parte degli interventi realizzati sulle opere pubbliche, le pianificazioni urbanistiche, le manifestazioni culturali e le attività sociali sono state effettuate senza aumentare l’indebitamento dell’ente, e senza trascurare l’impegno per la copertura dei debiti del passato sui servizi rifiuti, mensa, cimitero ect. Per esempio per il conferimento in discarica dei rifiuti del 2009 sono stati versati Euro 500.000,00 pagando il corrente e circa la metà dell’arretrato ereditato dalla precedente amministrazione (Euro 275.000 anno competenza 2009, Euro 225.000 arretrato). Questo non vuol dire che non ci siano delle ombre, a mio avviso ci sono elementi sui quali si deve intervenire con maggiore coraggio ed efficacia di quanto fino ad oggi sia stato fatto: • occorre rivoluzionare e rendere più efficiente la macchina amministrativa e il funzionamento degli uffici, con una mag- giore organizzazione del lavoro, elevando il grado di innovazione tecnologica e promuovendo un radicale cambiamento culturale sull’approccio al lavoro di tutti i dipendenti comunali; • occorre superare il ritardo accumulato per concludere gli iter avviati: per la costruzione della Caserma; per l’avvio dei lavori per il nuovo depuratore, per la realizzazione in project financing del Parcheggio Stallone; per l’avvio dei lavori del Piano di Intervento Integrato Frainili che consentirebbe di realizzare numerosi parcheggi a ridosso di Piazza Dante e di tutto il Centro Storico. • occorre maggiore impegno per la pulizia, la manutenzione e la vigilanza del paese; • occorre inoltre intervenire sul rapporto con l’esterno: troppo si è lavorato all’interno degli uffici comunali tralasciando spesso le relazioni con i cittadini e paradossalmente con gli stessi consiglieri comunali che sostengono l’Amministrazione. Riconosco che dopo il Sindaco, le maggiori responsabilità sono del partito più rappresentato in amministrazione, il PD di cui io sono il coordinatore. Esso infatti è presente con sei consiglieri che ricoprono tutti cariche istituzionali: tre Assessori, un Presidente del Consiglio, un Capogruppo e due rappresentanti in Comunità Montana. Inoltre il PD, cui spetterebbe il ruolo di forza politica trainante e innovatrice, è appesantito dalla difficoltà di trovare un lavoro comune ed omogeneo dei suoi sei consiglieri come conseguenza di una loro divisione fin dall’inizio dell’esperienza amministrativa. Ho accettato di ricoprire il ruolo di coordinatore del PD da alcuni mesi proprio nel momento in cui questa divisione è stata più aspra per tentare di dare soluzione ad una situazione interna al PD diventata ingovernabile. Sono consapevole che i problemi dell’amministrazione potrebbero compromettere il futuro del centrosinistra, per questo è importante che il PD svolga il suo ruolo al meglio. È per questo che il mio compito fondamentale è quello di ricucire antichi strappi nel PD, ma debbo onestamente dire che svolgo questo ruolo con difficoltà e qualche volta penso che sia impossibile riuscirvi. Voglio sperare che ci sia una soluzione e perciò mi sto impegnando affinché si ritrovi un’unità d’intenti, sia stimolando una maggiore apertura dell’Amministrazione e della sua giunta rispetto al partito, ai consiglieri comunali e ai cittadini,sia praticando un confronto nel partito e del partito con le altre forze politiche, compresa l’UDC che ha svolto finora un’opposizione basata sui contenuti e non sulla demagogia denigratoria. Un rapporto questo con l’UDC che ho voluto ufficializzare con un primo incontro proprio perché voglio privilegiare la trasparenza e i contenuti di una politica di rafforzamento del centrosinistra rispetto alle tattiche personalistiche trasversali e segrete. La zza Pia Gennaio 2010 Politica 7 IL PARTITO DEMOCRATICO E LA LANA “CAPRINA” di Domenico Fabiani Il 30.12.2009 ultimo scorso, per la seconda volta, alla richiesta di convocazione del Direttivo del Partito Democratico da parte di alcuni componenti del Direttivo stesso, si è risposto convocando un “Attivo” (leggasi Assemblea). Mercoledì 13 gennaio 2010 si è svolto un direttivo a cui non sono stati invitati tutti i suoi componenti. Anche volendo sorvolare sulle diverse anomalie (natura assembleare della riunione e convocazione parziale) e i rilievi formali, nel caso di specie, assumono sostanza politica, vogliamo marcare alcuni aspetti del metodo, e del merito, utilizzati e per fare ciò ricordiamo, per comodità di ragionamento, alcune regole riconosciute in tutti i circoli del PD. – Il Direttivo di Circolo è eletto da tutti gli iscritti; – Il Coordinatore del Circolo è eletto a maggioranza dal Direttivo di Circolo; – La rappresentanza del Partito Democratico è del Circolo e, per esso, del Coordinatore. Quanto illustrato, parte dello statuto del Partito, dovrebbe aiutare a riflettere che il popolo del Partito Democratico ha delegato unicamente il direttivo a determinare la sua linea politica, perché è il solo organismo, a livello di Circolo, eletto da tutti coloro sono iscritti nel PD. Non è un caso che il Coordinatore, contrariamente ad altre rappresentanze, non venga eletto direttamente. La rappresentanza del Partito (il suo simbolo), appartiene al Circolo (a tutti i Democratici) e, per esso (il Circolo – tutti i Democratici – il Direttivo eletto da tutti), al Coordinatore. E’ il sistema della rappresentanza indiretta e ad ogni peso deve corrispondere un contrappeso, forzare l’equilibrio prefissato è alterare il Pia La zza processo democratico. Il Coordinatore, Presiede, nei momenti assembleari il Circolo e il Direttivo nella determinazione della linea. Non si può sostituire all’uno l’altro! Il Coordinatore ha il Diritto-Dovere di Presiedere, fino a quando è appoggiato dalla maggioranza del Direttivo, da cui è eletto e trae legittimazione, diversamente quando non dispone più di quest’ultima, ha il solo ed unico dovere di dimettersi tempestivamente e senza indugio. Non si può surrettiziamente convocare parte degli iscritti in assemblea, dichiarare che non si convocheranno più Direttivi ma solo “Attivi” e presumere che ciò sancisca la sostituzione del Direttivo. Non si può ignorare la richiesta di convocazione di oltre un terzo dei componenti dello stesso su temi importanti della politica del Partito, non si può omettere di invitare i suoi componenti. Oltre allo schiaffo alla Democrazia e un abuso, ciò rappresenta un maldestro tentativo eludere le determinazioni di un organismo statutariamente previsto. Quale credito politico può avere un Coordinatore dimezzato, per stessa ammissione di chi sostiene l’attuale gestione? Con quale credito politico si potrà supportare l’Amministrazione Comunale, fare accordi programmatici, prendere impegni? Al tutto si aggiunga la necessità di fare chiarezza in un Partito bloccato. Se esiste una maggioranza nel Direttivo che sostiene l’attuale Coordinatore, si espliciti! Esprima delle idee, una linea, anziché il nulla, o peggio, gli attuali atteggiamenti. Se tali minimi presupposti non sussistono l’obbligo non è quello di rimanere, ma lasciare che la Democrazia faccia il suo corso. Come si può ben comprendere non è una questione estetica o di Lana, “Caprina”. 8 Cultura Gennaio 2010 “ANTICHI GIOCHI E GIOCATTOLI, CONTI E CANTE” di Castel Madama a cura di Carla Santolamazza Il 6 gennaio 2010 al Castello Orsini è stato presentato il libro di Alessandro Moreschini Il giorno della Befana nel salone baronale del Castello Orsini a Castel Madama è stato presentato il libro Antichi giochi e giocattoli,conti e cante di Castel Madama di Alessandro Moreschini. Moreschini è un poeta in lingua e nel dialetto castellano, ed ha pubblicato raccolte poetiche in italiano: Camminare (1971) e Sazio d’erbe amare (1976); e in dialetto: Cuturuni cuturuni pe lla pallatana (1983), Casteju bbeju tuttu vantu (1986), E come chi non pare (1993), preceduta nel 1988 da E tu m’accordi (antologia poetica) in lingua e in dialetto, seguita da Taratabassuca (1995) e nello stesso anno da A chi sgòbba la gòbba a chi arobba la robba…(Proverbi, modi di dire, frasi idiomatiche, termini di paragone e soprannomi…), che i castellani conoscono molto bene. È autore del romanzo L’ultimo degli Equi (2000) e dell’opera in tre volumi Avviamento allo studio del dialetto nel comune di Castel Madama (2005). Chi meglio dell’autore per presentare il libro, selezionando dall’introduzione alcuni stralci: “... Ma il luogo più caro, e prolifico di sentimenti e di memorie, è il paese dove sono nato, Castel Madama. È qui che spesso indirizzo i miei pensieri, è qui che rileggo il mio passato, è qui che trascorro, quando posso, le ore del tempo libero. Qui ritrovo la primitiva visione del mondo, del mio vivere, i primi passi, la mia immagine di scolaretto ... Qui ritrovo la mia adolescenza, i primi morsi della fame, i primi pianti, le cadute, le “scazzottate”, i giochi, i miei giocattoli fatti di niente, le rincorse; qui rivedo le albe e i tramonti, i miei olivi, le piante, il venticello, l’acque sorgive, l’estate delle cicale. Qui ritrovo il profumo del grano, del fieno, delle mele, delle pere, dei fichi, l’autunno delle uve, del mosto nelle cantine, dell’olio nei frantoi a dicembre. Qui ritrovo la fragranza del pane appena cotto al forno. Rammento le feste religiose con i riti di S. Michele Arcangelo Patrono, sia a maggio sia a settembre, con la fiera del bestiame, di S. Sebastiano con ju calemme (l’albero della cuccagna), di S. Antonio con la corza de i cavaji, della Madonna co j-atali , di San Sidoro co ju sulicu a le fratti ... e poi il Natale, il Carnevale, la Pasqua delle taccatàvore, delle gnàcchere e delle suggestive processioni... Ricordo le donne anziane avvolte nelle antiche vesti (varneji e scialle) il loro recitare il rosario nei portoni dei palazzi, lo schiamazzo di noi adolescenti nei cortili, ... a catturare lucciole e nelle giornate fredde, entro i portoni a giocare a i quattru cantuni, a mazzarocca, a zompacavaju, a ju schiaffu, a ju cucuzzaru o a anello anello mio bell’anello ... a zirumatiju e persino a rappresentare la morte con la cócózza e la cannela (la notte di Halloween..?!!!) Oggi, ad un’età nella quale la vita per me è in gran parte vissuta, ho voluto ricordare né con nostalgia né con rimpianto, ma con lo sguardo rivolto al futuro, i luoghi, la lingua dei miei avi, le loro tradizioni, i loro usi, i loro costumi e soprattutto, in questo caso, i tanti giochi e giocattoli, conte e cante che avevano allietato la mia fanciullezza. I bambini e i ragazzi d’oggi non hanno più veri e propri giocattoli, né li costruiscono insieme ai loro padri, alle proprie madri, ai nonni come avveniva una volta, ... Il loro passatempo sono soprattutto i programmi televisivi, i videogiochi, la playstation, le puzzle, senza dubbio utili per lo sviluppo dell’intelligenza, ma ai quali non si affezionano che per un solo giorno. ... Io ricordo la grande ed indescrivibile gioia che provavo quando con il nonno o mio padre si costruiva insieme un gioco (ju piccuru, ju ruzzicu, ju carammatu) ossia il giocattolo che avevo desiderato fortemente oggetto da tempo della fantasia e dei miei pensieri. ... Giochi che hanno una loro origine antichissima: romana, greca, etrusca e spesso legata agli antichi mestieri dei nostri avi (il calzolaio, il bigonciaio, il muratore, il La zza Pia Gennaio 2010 Cultura potatore, il contadino, il mietitore, il fornaio, ju mulinaru, il falegname, il pescatore, lo sediario, il fabbro, il sarto, la cazettara, l’ovara, ju ‘mmastaru, ju facocchiu ) tanto per citarne qualcuno. ... Si giocava ... co ju pìccuru (la trottola), co la pizzarda (la trottolina), co ju ruzzicu (la ruzzola), co ju circhiu (il cerchio), co l’elica (l’elica), co ju monopattine (il monopattino), co la caròzza (la carrozza), co la ciriminella(a Torino cirimela) (la lippa), co i bricci (i sassolini), co la mazzaròcca (fazzoletto annodato), a zirumatiju (con il bottone), co ju carammatu (il carro armato), co la fionna (la fionda), co la mazzafiónna (la mazzafionda), co ju scuppittu (lo scoppietto), co j-aeroplanu (l’aeroplano), co ju scuppittu (la cerbottana) co la stélla (l’aquilone), co ju monopattine (il monopattino), co i sordi, a battucchittu (a battimoneta) a santucciu (a battino), a battimuru (battimuro). ... a ccoccia o spiche (testa o croce), a quatrucciu (a quadrettino), a palline (le biglie), a buccinu (senza buca), a piripirì, piripirà a la cadà (con la buca) gioco che a Roma si diceva: zibidì, zibidè, buca c’è ... al gioco delle noci ... Altri giochi si facevano con le piastrelle (scaglie di pietra levigata), a zicchiuvale (con gli ossi di pesca), a zirumatiju (con il bottone infilato ad uno spaghetto o un filo), a simmorella ... Si giocava ai quattru cantuni (rubacantone), a sarda la quaja (la cavallina), ad una luna (uno, monta la luna), a cilu o tana (nascondino), a mosca cieca (mosca cieca), a scaricabbarile (scaricabarile, gioco d’abilità), a tocca feru (tocca ferro), a buzzicu rampichinu (buzzicu-toccata), a topa topa ... E poi, a ‘ncazarella (acchiapparella), a toccaféru (tocca 9 ferro), a picca (gioco a squadre), a corda (alla corda), a ju tiru de la fune (il tiro della fune), a campana (a campana), a zompacavaju, (saltacavallo- a Roma era chiamato saltamontone), a sgrullabastone (gioco d’abilità a tenere un bastone (50 cm.) diritto nel palmo della mano o in un dito correndo), a sciricarella (scivolarella), con le bbolle de sapone, a palazzu palazzu vergine ( palazzo palazzo vergine), a ggiru giru tunnu (girotondo), o che beju casteju (o che bel castello), ... le bbelle statuine, una dova tre, stella. Ovviamente non vorrei dimenticare i primissimi giocattoli e giochi dei neonati quali ju sonareju (il sonaglio), ju suchittu (il succhietto), la bammola (la bambola costruita con ciuffi di lino o di canapa avvolta in stoffe variopinte per le bambine), il cavalluccio di legno (ju cava(ll)jucciu) per i bambini...E ancora giochi e divagazioni, come bella piazza bella piazza, Giggino e giggetto, il gioco del perché, a mazza bubbù canne corna stavu quassù, a Oreste Oreste bbum, a pizza e ricòtta bbu; a ce stea ‘na pecora pazza, a vistu è j’occhiu bbeju, a trucci trucci cavaju, a ssedia ssidiòla, a bumbàra bumbàra, a le mani di papà, dove stà qui o qua? Nei miei lavori soprattutto in “Taratabassuca”, ho citato conte, indovinelli, cantilene, filastrocche, stornelli e scongiuri e alcuni giochi... ma in quest’opera, che dedico oltre che a mio figlio, a tutti i bambini di Castel Madama, metto in primo piano i giochi e giocattoli di ieri che rappresentano l’essenza e la vita dei ragazzi di una volta sia all’interno della scuola che della famiglia. DUE NUOVE CONSORELLE NELLA CONFRATERNITA DEL S.S. SACRAMENTO Domenica 10 Gennaio 2010 a conclusione delle Festività per il IV centenario della Confraternita del S.S. Sacramento, si è svolta presso la Chiesa di S. Michele Arcangelo in Castel Madama, nella S. Messa delle ore 12,00, la Vestizione di due consorelle nelle persone di Scrocca Angela e Mariotti Urbana. Nell’omelia il parroco don Franco Pelliccia ha sottolineato l’appropriatezza del tema della giornata del battesimo del signore con l’avvenimento odierno in riferimento alla missione della Confraternita che è chiamata a lavorare insieme alle autorità ecclesiastiche per la diffusione del Regno di Dio. La missione della Confraternita è in particolare una forma di apostolato dei laici. Le caratteristiche dei confratelli sono ancora oggi formazione alla vita cristiana attraverso la catechesi e la partecipazione ai sacramenti, la creazione di forme nuove di carità e di aiuto al prossimo. Si ringraziano tutti coloro che hanno partecipato e che hanno permesso la celebrazione. Pia La zza La zza Pia Gennaio 2010 Tivoli 11 Si dimette il Sindaco: TIVOLI AL VOTO a cura di Carla Santolamazza Il Sindaco Baisi si è ufficialmene dimesso allo scadere dei 20 giorni dall’annuncio delle dimissioni, presentate il 31 dicembre 2009, con una comunicazione al Presidente del Consiglio Comunale di Tivoli Con una lettera aperta ai cittadini il Sindaco Baisi aveva spiegato le motivazioni della sua decisione, lasciando aperto uno spiraglio di ricomposizione nei 20 giorni concessi per legge, ma il 21 gennaio sono arrivate le dimissioni definitive. I cittadini tiburtini voteranno alla fine di marzo il nuovo sindaco. Nella lettera così si esprimeva il sindaco uscente: “L’amore che provo per la nostra città mi ha portato a presentare le dimissioni che sono state la conseguenza dell’impossibilità di un governo forte e autorevole della città a causa della perdurante crisi politico-amministrativa. La legge mi mette a disposizione venti giorni per riflettere prima che le mie dimissioni diventino definitive. Nel nome della città e del mandato che mi è stato affidato ho il dovere di ricercare e trovare una soluzione forte alla crisi politica, attraverso la ricomposizione di una giunta nuova e coesa intorno al nostro programma amministrativo”. Concludeva: “Per il bene della nostra comunità invito i Consiglieri comunali e i partiti e i movimenti politici della coalizione che si riconoscono nel programma amministrativo ad assumersi le proprie responsabilità, impegnandosi con lealtà e coerenza per continuare il lavoro avviato e compiuto nell’interesse della collettività. Se tutto ciò non sarà possibile, le mie dimissioni diventeranno irrevocabili e chiameremo di nuovo i cittadini ad esprimersi con il voto poiché il futuro di Tivoli merita un’azione di governo incisiva, lungimirante e alla luce del sole “. Con questo gesto Baisi inviava un messaggio forte e chiaro a chi aveva realmente in mano il futuro della sua amministrazione, perché riflettesse e si assumesse le proprie responsabilità, nel bene o nel male. Per poter ricomporre una Giunta nuova e coesa richiamava l’attenzione di tutti quelli che ancora si riconoscevano nel programma amministrativo fondato su dieci grandi temi: Attenzione alla famiglia, alle giovani coppie, al disagio e alla marginalità; Sviluppo dell’edilizia residenziale agevolata di iniziativa pubblica e privata e sostegno al “piano casa”; Realizzazione del by-pass della Tiburtina e delle opere per la mobilità (parcheggio di piazza Garibaldi e parcheggio di scambio presso la nuova fermata Fs a Tivoli Terme); Crescita turistica e centralità del Polo tiburtino per il futuro dell’economia del territorio; Riqualificazione del centro storico, valorizzazione della cartiera comunale e recupero delle aree industriali; Riqualificazione Tivoli Terme e completamento della vendita delle azioni Acque Albule; Gestione integrata dei rifiuti, tutela dell’ambiente e rilancio ASA spa; Attenzione per le periferie e per il loro recupero urbanistico (esempio Arci); ComPia La zza pletamento di tutte le opere iniziate e in corso di realizzazione valorizzazione degli impianti comunali a cominciare da quelli sportivi; Miglioramento e potenziamento dei servizi pubblici comunali con particolare riferimento alla partecipazione, all’informazione e alle nuove tecnologie. Ma tutto questo non è servito, perché già da tempo la crisi era nell’aria: il sindaco non aveva più la maggioranza a suo sostegno, tanti erano i problemi, come la profonda crisi economica dell’Azienda municipalizzata per la raccolta dei rifiuti, e la frattura era così profonda che non c’erano le basi per la ricomposizione. In piena coerenza con le motivazioni illustrate nella lettera aperta, Baisi è rimasto fermo sulla propria linea di responsabilità istituzionale, appoggiato da gran parte della maggioranza consiliare, dal Partito Democratico provinciale e locale. Quindi la decisione definitiva dopo gli ultimi tentativi di trovare una soluzione.Alcuni stralci delle dichiarazioni del sindaco Baisi: “... Ho voluto onorare fino in fondo il patto e la fiducia dei miei concittadini e per questo, preso atto che cinque consiglieri non intendevano risolvere definitivamente la crisi, ho mantenuto la mia decisione. Fino alla fine ho cercato una soluzione ragionevole e sostenibile ma la posizione dei cinque non ha consentito alcun livello di mediazione. ... i cinque consiglieri hanno risposto con una proposta irricevibile, pubblicata in parte anche dagli organi di stampa, che comprendeva la non chiusura della crisi, la ridiscussione del programma e degli organigrammi, assessorati e poltrone, con il tentativo di imporre le proprie condizioni al gruppo di maggioranza. ... in alcun modo mi sono piegato ai tentativi di ricatto politico di alcuni consiglieri comunali che, in cambio della sopravvivenza, avrebbero portato la città in una situazione di totale sbando. In questo modo, oltre che del tradimento del mandato ricevuto dagli elettori, reputo i cinque consiglieri responsabili di aver interrotto la realizzazione del programma e il lavoro che ha portato al raggiungimento di importanti obiettivi per la città, nel proseguimento della linea della crescita e dello sviluppo. Lavoro che, mi auguro, possa essere presto ripreso e portato avanti”. 12 Brevi Gennaio 2010 La zza Pia Gennaio 2010 SICUREZZA E FORMAZIONE: GLI IMPEGNI DEL CONSIGLIO COMUNALE Consiglio straordinario “sulla morte del giovane Stefano Onofri” tenutosi sabato 19 dicembre 2009 nella palestra comunale gremita di gente. Tanti gli interrogativi e le proposte fatte dai cittadini, che continuano ad interrogarsi sui motivi di tanta violenza. Protagonista degli interventi il problema della sicurezza, della formazione e del sostegno alle famiglie. Richieste che hanno trovato una prima risposta nella delibera consigliare approvata all’unanimità. L’Amministrazione, infatti, si è impegnata a concludere quanto prima il procedimento per la costruzione della nuova caserma dei Carabinieri, che sarà intitolata al brigadiere “Renzo Rosati”. Inoltre, sono state invitate le Forze dell’Ordine ad operare al meglio, nei limiti dei mezzi a disposizione, per innalzare la qualità della sicurezza pubblica. A tal fine è stato richiesto al Prefetto un immediato aumento di organico della Stazione dell’Arma di Castel Madama, per un più esteso e frequente controllo del territorio. Da parte sua il Comune Castellano cercherà di aumentare la dotazione oraria della Polizia Locale, in modo che vi sia una presenza maggiore di agenti per far rispettare anche le più elementari regole di comportamento civico. Ma non è tutto. «Stiamo sollecitando l’iter del finanziamento regionale sul progetto Sicurezza Integrata dei Comuni, che prevede interventi di videosorveglianza e di educazione alla cittadinanza responsabile» dichiara il Sindaco Giuseppe Salinetti. Per i più giovani sarà istituito anche il Consiglio comunale dei ragazzi, per avviarli – come si legge sulla delibera alla convivenza civile e alla partecipazione civica. Nel frattempo sono già state rimosse dai muri pubblici scritte offensive della dignità delle persone e inneggianti alla violenza. I consiglieri e gli amministratori hanno dato vita ad un gruppo di lavoro, che si è proposto di organizzare audizioni pubbliche con il supporto volontari di professionisti. Il Vescovo di Tivoli Mauro Parmeggiani ha già inviato al Sindaco di Castel Madama la Sua disponibilità a venire a parlare alla cittadinanza in questo momento di “emergenza educativa”, come già lo aveva definito nell’omelia per le esequie di Stefano Onofri. Stessa disponibilità anche da parte del Consiglio dell’Ordine degli Psicologi del Lazio, che ha deliberato di voler intraprendere iniziative propedeutiche ad un intervento psicologico sul territorio castellano. «Maggioranza ed opposizione – ci tiene a sottolineare il Sindaco – sono unite per affrontare questa situazione. Gli impegni assunti vogliono essere una risposta immediata al bisogno di sicurezza e di formazione dei cittadini. Stiamo programmando Pia La zza 13 Brevi iniziative per sostenere le famiglie, le associazioni e la scuola a lungo termine e non solo in questo momento di disorientamento e di allarme». LA POLITICA CASTELLANA UNITA PER AFFRONTARE L’EMERGENZA Correttezza ed equilibro: sono questi gli impegni che i politici castellani hanno preso davanti alla cittadinanza nell’ultimo consiglio comunale sulla “morte del giovane Stefano Onofri”. All’unanimità si sono impegnati ad attuare il loro lavoro con spirito di servizio e nel rispetto dei principi di convivenza civile, democratica ed istituzionale. «Ci siamo impegnati formalmente affinché l’informazione politica locale favorisca il confronto delle idee e dei programmi, ed eviti ogni riferimento alla sfera personale e professionale degli avversari politici» spiega il Sindaco Giuseppe Salinetti. Maggioranza ed opposizione si sono ritrovate unite nel cercare un clima di dialogo e di serenità per affrontare la tragedia che ha colpito la comunità castellana. Tanti gli interrogativi senza risposta ma tutto il Consiglio ha unito le forze per cercare di coinvolgere la cittadinanza alla partecipazione pubblica ed al rispetto dei valori e dei beni comuni. Dall’Ufficio Stampa del Comune di Castel Madama 23 dicembre 2009 Riceviamo e Pubblichiamo Gentile Redazione “La Piazza” vorremmo fare gli auguri per tutto l’anno 2010 a due fratelli che come sport hanno: LA VELA PER PASSIONE. Vento forte, mare mosso, temperature rigide, e come ci si deve muovere e respirare l’energia del vento adattandosi all’onda. Quanto basta per scoraggiare chiunque a passare il sabato e la domenica in mare. Molto coraggiosi sono i fratelli Kevin e Simone De Livio che si presentano puntuali all’appuntamento per gli allenamenti e e le regate. Kevin, 14 anni, due anni di esperienza con l’optmist, quest’anno con il laser. Simone, 12 anni, sfida invece le onde con il suo windsurf. Due ragazzi che riescono a conciliare la loro vita di tutti i giorni con la passione per il mare. Gli auguriamo “Buon Vento” per tutto l’anno 2010. Mamma e Papà 14 Brevi Gennaio 2010 AUMENTO DELLE TARIFFE DAL PRIMO GENNAIO PER L’AUTOSTRADA A24 - A25 Le tariffe della Strada dei Parchi S.p.A. sono aumentate del 4,78% in conformità alla Convenzione stipulata con l’Anas ed in base al Decreto Interministeriale del 24 dicembre 2009 del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti di concerto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze. Questa la nota della Strada dei Parchi Spa, società che gestisce la concessione di costruzione ed esercizio dell’A24 (Roma-L’Aquila-Teramo) e A25 (Torano-Avezzano- Pescara). La società ha spiegato che si tratta del primo adeguamento tariffario degli ultimi tre anni, comprensivo degli incrementi dell’1,28%, dello 0,76% e dell’1,11%, maturati rispettivamente per gli anni 2007, 2008 e 2009 e non applicati negli anni precedenti. Inoltre ha precisato che, in relazione al tipo di veicolo utilizzato (auto, moto, furgoni, camion), allo specifico percorso autostradale e per effetto del meccanismo di arrotondamento ai 10 centesimi di euro (per difetto o per eccesso), previsto per legge, l’incremento finale del pedaggio può essere superiore, inferiore o anche nullo rispetto al predetto aumento annuo della tariffa unitaria. Per Adoc (associazione per la difesa e l’orientamento dei consumatori) l’aumento del 4,78% è ingiustificato ed ha chiesto il blocco del rincaro per venire incontro alle famiglie abruzzesi vittime del terremoto. Carlo Pileri, Presidente dell’Adoc, ha dichiarato: “riteniamo assurdo il rincaro del 4,78% per il pedaggio sulla Strada dei Parchi che collega l’Abruzzo. Dopo il disastroso terremoto la zona non si è ancora completamente ripresa, molte famiglie hanno ancora la necessità di fare continui trasbordi da e per il proprio luogo d’origine, aumentare il pedaggio è un danno grave e ingiustificato. Per questo chiediamo che sia posto un blocco agli aumenti sulla Strada dei Parchi, mantenendo in vigore le attuali tariffe e auspichiamo, inoltre, una diminuzione dei prezzi che porti i valori delle tariffe autostradali al periodo antecedente il terremoto. Un intervento che allevierebbe le sofferenze dei terremotati e che potrebbe permettere il rilancio del turismo nella Regione, un settore fondamentale per l’economia”. L’angolo di Bruno ... VIVERE – Vivere è una serie ininterrotta di errori, ognuno dei quali sostiene il precedente e si appoggia al seguente. Finiti gli errori, finito tutto. (E. Flaiano) – Cerca di diventare non un uomo (o donna) di successo, ma piuttosto un uomo (o donna) di valore. (Albert Einstein) – Contrariamente a quanto si crede, le persone profondamente corrette arrivano quasi sempre per prima. (Malcom Forbes) – Dalla vetta non si va in nessun posto, si può solamente scendere. (Mauro Corona) – Attendiamo sempre ... E la vita è passata. (P. De Nolhac) – Si può vivere senza filosofia, senza musica, senza gioia e senza amore ... ... ma mica tanto bene. (V. Jankelevitch) – Viviamo nascosti sotto una maschera, nella paura di sentirci nudi agli occhi di chi ci guarda. Toglila: ti accorgerai di essere nuda ma inconfondibilmente viva! (Anonimo) – Vivere oggi: non si lavora più ormai con il sudore della propria fonte; ma si vive in una perpetua usura dei nervi, dovuta ai ritmi troppo rapidi, ad una troppo stretta vicinanza alla folla, a rumori troppo acuti e lancinanti, a continue difficoltà amministrative che sembrano angherie. (M. Ragon) – Noi camminiamo attraverso noi stessi, incontrando ladroni, spettatori, giganti, vecchi, giovani, mogli, vedove, fratelli, adulterini. Ma sempre incontrando noi stessi. (J. Joyce) – La vita è una fetta d’anguria. C’è un solo modo per gustarla: infilarci il grugno dentro, lordandosi da un orecchio all’altro, poi sputi i semi, butti la buccia ... e l’anima vola al cielo. (F. Silvestri) – Non vi è rimedio per la nascita e la morte, salvo godersi l’intervallo. (G. Santayana) – La vita è una cosa meravigliosa, ... ma si poteva far di meglio. (A. Frassineti) Ricerca e raccolta di idee, pensieri ed opinioni a cura di Bruno Testa La zza Pia Gennaio 2010 15 Brevi La Valle d’Aniene in mostra a Roma PITTURA, SCULTURA, ARTI VARIE SUMMIT HOTEL via della Stazione Aurelia 99, Roma - INGRESSO LIBERO 31 GENNAIO 2010 dalle ore 10,30 alle 21.00 Cinquanta artisti e artigiani in esposizione per onorare l’attività pittorica di Giovan Antonio Bazzi detto il Sodoma nella Valle d’Aniene I premio: 400.00 euro / II premio: 100.00 euro III premio: coppa Comitato promotore: Conte Prof. Daniele Radini Tedeschi (Storico dell’Arte); Avv.to Stefania Pieralice (Pres. Ass.ne Culturale “Rosa dei Veniti”); Prof. Sergio Rossi (Docente ordinario Università La Sapenza); Prof. Paolo Ferruzzi (Accademia delle Belle Arti-Roma); Prof.ssa May Britt-Andersson (Università di Upssalla-Svezia); Dr. Gianni Dunil (SG-video); A. D’Agostini (Resp. Naz. Poesia e Letteratura - Mov. “Poeti d’Azione”) Saranno invitati come ospiti d’onore: Fabrizio Frizzi Prof. Egidio Maria Eleuteri M. Sebastiano Sanguigni Roberto Narducci M. Ennio Calabria Dr. Fabio Croce Cav. Augusto Giordano - Dir. Radio Rai 2 Christina Magnanelli Weitensfelder Prof. Salvatore Giuliano Franco Mauro Antonimi M. Sergio Guadagni Dr. Angelo Manciocchi Il Comitato Promotore invita tutti i catellani e la redazione del mensile “La Piazza” all’appuntamento del 31 gennaio 2010 CASTEL MADAMA: NUMERI UTILI Comune: 0774-45001 Pro-Loco: 0774-449500 Carabinieri: 0774-447002 Vigili Urbani: 0774-447305 Ospedale Tivoli: 0774-335086 Farmacia: 0774-447001 Vigili del Fuoco: 115 Servizio Guardia Medica: 118 Croce Rossa Italiana: 0774-531934 / 531938 Protezione Civile: 0774-4500243 Biblioteca Comunale: 0774-4500209 U.S.L. RM/G - Tivoli Prenotazioni 800986868 Pia La zza La zza Pia Gennaio 2010 Sito Web 17 “LA PIAZZA” presenta il nuovo sito WEB a cura di Carla Santolamazza Per i lettori del giornale “La Piazza” sul web è a disposizione il nuovo sito, con una grafica completamente diversa curata da Andrea Fontana. Digitando l’indirizzo www.lapiazzacastelmadama.com si entra nella home page de La Piazza Web. La prima novità è la possibilità di abbonarsi e ricevere on-line le copie del giornale scaricabili in PDF a soli 15 euro l’anno. L’utente per avviare l’abbonamento on line deve comunicare all’indirizzo [email protected] il proprio indirizzo mail su cui riceverà l’autirizzazione con la password per entrare. Il sito è ancora in fase di completamento per cui alcune sezioni non sono ancora disponibili, ma è possibile nella voce archivio avere a disposizione Pia La zza per la lettura e la ricerca tutti i numeri del giornale dal 2004, anno di nascita, al 2009. Quando il sito sarà completato alla voce La Piazza si potrà accedere all’area riservata, alla ricerca dei numeri del giornale desiderati, di notizie sugli abbonamenti e sulla pubblicità; alla voce Redazione una presentazione su chi siamo e dove siamo, come contattarci ed inoltre notizie amministrative; sarà a disposizione dei lettori anche una galleria fotografica. Sempre nella home page ogni giorno i visitatori potranno trovare notizie relative a fatti su Castel Madama desunte da articoli di giornali nazionali o locali. Per chi vuole inviare testi o lettere da pubblicare sul giornale, l’indirizzo e-mail è: [email protected]. La zza Pia Gennaio 2010 Pia La zza Scuola 19 20 Scuola Gennaio 2010 La zza Pia Gennaio 2010 Pia La zza Scuola 21 22 Scuola Gennaio 2010 La zza Pia Gennaio 2010 23 Vicovaro UN CAMPIONE DEL MONDO A VICOVARO Kaopon Lek, Wordl champion di Muay Thai, tiene uno stage nella palestra comunale di Roberto Bontempi Da qualche anno a Vicovaro è nato uno Sport Club che avvicina le persone alle arti marziali tra cui la boxe tailandese, il Muay Thai, che sta ottenendo un successo sempre crescente. Basti pensare che oggi il gruppo di Muay Thai di Kaopon Lek mostra la sua cintura di Vicovaro può campione del mondo di Muay Thai contare su un Maestro, Emolo Trezzini, un Istruttore Cintura Nera 2 Knan, Claudio De Simone e due Allenatori, Andrea Ziantoni e Ugo Solitari, tutti in possesso di diploma riconosciuto dal CONI. Sabato 16 gennaio, i 60 iscritti vicovaresi (45 adulti e 15 ragazzi tra gli 8 e i 15 anni), insieme ad altri atleti provenienti da Roma, Frosinone, Ciampino e Tivoli hanno vissuto una giornata particolare: presso la palestra della scuola media, infatti, hanno potuto seguire uno stage dimostrativo tenuto niente di meno che dal campione del mondo di Muay Thai, Kaopon Lek, giunto a Vicovaro insieme al suo Master, Boer Gianbattista. Il trentaduenne fuoriclasse tailandese, sposato con una ragazza triestina, ha entusiasmato i tanti ragazzi Un momento della dimostrazione di Muay Thai presenti e mostrato un po’ di quella abilità che lo ha fatto diventare una star nel suo paese, dove il Muay Thai ha più o meno lo stesso seguito che ha da noi il calcio. Al termine di questa giornata speciale, i ragazzi hanno poi cenato insieme al campione del mondo. L’Istruttore Claudio De Simone, che ringraziamo per le informazioni forniteci, ci tiene a sottolineare che «Muay Thai non significa violenza ma passione, sacrificio costanza» e insiste sul valore educativo delle arti marziali in generale: «attività sportive di questo tipo aiutano a formare atleti autentici indirizzandoli al rispetto delle regole, e contribuiscono al rafforzamento della disciplina e del carattere… inoltre rappresentano un’alternativa alla sedentarietà, all’abuso di videogiochi, televisione, ecc». Tutti coloro che volessero essere iniziati a questa antica disciplina, dunque, sanno che a Vicovaro hanno un punto di riferimento cui rivolgersi. VINCERE LA CRISI - incontro pubblico il 22 gennaio A Vicovaro è previsto un incontro pubblico sul tema “Vincere la crisi e ridare fiducia all'economia e agli abitanti della Valle dell’Aniene”. Sociologi, esperti di finanza e uomini politici discuteranno sul delicato argomento venerdì 22 gennaio, a partire dalle ore 15,30, presso il palazzo Cenci Bolognetti. Di questo appuntamento, organizzato dall’associazione culturale “Territorio e Management”, speriamo di dare un resoconto più dettagliato possibile sul prossimo numero de “La Piazza”. Pia La zza 24 Vicovaro Gennaio 2010 A VICOVARO UN NATALE IN FESTA di Roberto Bontempi Le festività natalizie rappresentano sempre un momento privilegiato per l’organizzazione di iniziative culturali e tradizionali di vario genere ed anche a Vicovaro, durante le ultime feste, a cominciare dai Babbi Natali e le Befane che, invitati in Piazza dall’Amministrazione comunale, hanno distribuito ai bambini dolci e giochi, non sono mancate occasioni di aggregazione organizzate da varie associazioni locali. Danza Le due scuole di danza, che ormai da qualche anno con consenso sempre crescente accolgono i tanti appassionati della zona con competenza e passione, qualche giorno dopo il successo ottenuto nelle due serate al teatro Giuseppetti, hanno allestito due spettacoli a Vicovaro. La Salyza Ballet della Mary Rose School di Sara Duvalli ha preparato una esibizione di danza moderna, dal titolo “Tersicore a Natale”, che si è svolta nel pomeriggio di domenica 20 dicembre presso la palestra della scuola media di via Francorsi. La Godzilla Funk di Desirée Di Giuseppe e Amedeo Crielesi, invece, ha tenuto il suo spettacolo di hip-hop, “Heal the world”, il 23 dicembre, presso la omonima sala in via Mameli. Nel corso della serata si sono raccolti beni di prima necessità a favore del Perù attraverso la collaborazione dell’associazione “Operazione Mato Grosso”. Entrambi gli eventi, durante i quali si sono esibiti i diversi gruppi di ballerini di tutte le età e tutti i livelli di abilità, hanno raccolto un ottimo successo di pubblico e scatenato un entusiasmo che pare destinato a crescere sempre di più. foto di Maurizio Dante Concerto della corale foto di Angelo Nascenzi foto di Angelo Nascenzi foto di Angelo Nascenzi La zza Pia Gennaio 2010 25 Vicovaro foto di Angelo Nascenzi Se gli spettacoli di danza sono una gradita novità piuttosto recente, il concerto di Santo Stefano della corale di Santa Cecilia, invece è ormai un appuntamento tradizionale degli eventi natalizi vicovaresi. Tenutosi anche quest’anno nella chiesa di San Pietro, il concerto, organizzato con il sostegno del Comune di Vicovaro, è stato centrato prevalentemente su brani natalizi sia di autori classici (Ave Maria di Rossini, Puer natus di Bach, Laudate Dominum di Mozart) che moderni (White Christmas, Star Carol), che hanno rievocato la tipica atmosfera natalizia. Anche quest’anno la Corale diretta da Roberto Proietti, si è avvalsa dell’accompagnamento all’organo del maestro Daniele Rossi e della voce solista di Carla Ferrari. Presenti, tra gli altri, il Sindaco di Vicovaro, ingegner Sirini, che ha confermato il sostegno della sua Amministrazione alla Corale. foto di Angelo Nascenzi Presepe in famiglia A proposito di tradizioni ormai radicate, il “Presepe in famiglia”, per espressa volontà del parroco, don Benedetto Molinari, è giunto alla sua ventunesima edizione. Con queCoppe e medaglie per i partecipanti sto concorso i Pia La zza Il presepe allestito nella chiesa di san Pietro da Roberto Moltoni Premiazione del vincitore del concorso vicovaresi, grandi e piccoli, possono dimostrare la loro abilità nell’antica arte di allestire presepi in casa. Una commissione giudicante, composta quest’anno da Vincenza Casu, Annarita Crielesi, Antonella Crielesi, Maria Antonietta Crielesi e Francesca Ricci, ha visitato i presepi concorrenti e stilato una graduatoria di merito. Le premiazioni si sono svolte, come consuetudine, la domenica dell’Epifania nella chiesa di San Pietro. Ad aggiudicarsi il primo premio è stato, per l’ennesima volta, il grande appassionato Roberto Moltoni (che quest’anno, tra l’altro, ha curato anche l’allestimento di uno splendido presepe in chiesa); secondo posto per Pasquale Grignani e terza piazza per Ilaria Speranza. Il premio per l’originalità è andato invece a Gabriele Durante. Per ciascuno dei quattro una coppa offerta dalla Comunità montana dell’Aniene, mentre tutti gli altri partecipanti hanno ricevuto una medaglia. Cinema L’associazione culturale giovanile “Occhio!” insieme al centro sociale “Il Pidocchietto”, hanno dato vita ad un 27 dicembre a tutto cinema cominciato il pomeriggio con “Nightmare before Christmas” di Tim Burton, e concluso con la trilogia delle tre madri di Dario Argento. La zza Pia Gennaio 2010 27 Tivoli Padre Domenico... missione Africa! di Valentina Torella È da tempo nelle coscienze di tutti il fatto che l’Africa sia un Paese povero e sottosviluppato sotto molti punti di vista. Per questo numerosi gruppi e organizzazioni si sono adoperati negli anni per portare aiuti concreti di ogni genere a chi è sicuramente meno fortunato. E tra questi c’è il “Gruppo Ismaele Onlus” nato nel 2003 soprattutto a favore dei bambini africani. Esso si occupa in particolare delle necessità del Congo-Brazzaville favorendo soprattutto l’adozione a distanza, l’invio dei farmaci per il dispensario dei villaggi di Makoua e Djri, e del sostegno economico per progetti in favore di gente del posto. Ma oltre a tutto ciò si è reso indispensabile portare in quei posti anche la “Parola di Dio”, lì dove è davvero difficile credere in qualcosa o in qualcuno che ti possa dare un futuro di speranza in mezzo a una realtà di fame e disperazione. E i Frati Francescani sono presenti in Congo dal lontano 1991. Tra questi c’è stato e c’è ancora Padre Domenico, missionario e soprattutto uomo di straordinaria umanità che, così facendo, ha preso parte a un progetto di grandi obiettivi attraverso il quale si è riuscita a prendere in affitto una grande casa che attualmente ospita un gruppo di bambini e ragazzi di età compresa tra i 7 e i 15 anni che vengono aiutati “in toto” sia per quanto riguarda la loro sopravvivenza che la loro formazione culturale. Il tutto viene realizzato grazie all’aiuto di un gruppo costituito da volontari che pur di poter svolgere il proprio lavoro si autotassano non percependo compensi. E proprio Padre Domenico, contagiato da una sorta di “mal d’Africa” che lo richiama continuamente in quei posti, è stato totalmente conquistato dalla gioia e dal sorriso di quei bambini che sono sempre felici pur avendo ben pochi motivi per esserlo. Così venendo nella Parrocchia di San Francesco di Tivoli, dov’è attualmente da un anno e tre mesi, si è ritrovato a convincere sempre di più nelle sue omelie gente benestante del fatto che far del bene agli altri significhi condividere con loro lo stesso bene ricevuto da Dio. È grazie perciò anche a missionari seri e volenterosi come Padre Domenico che oltre a un po’ di agio in più ora in Congo ci sono 24 frati congolesi e che si siano riusciti a celebrare alcuni battesimi di neonati del posto con rito cristiano. Davvero un bel traguardo per persone che di base credono soltanto negli spiriti e negli amuleti. Benvengano perciò persone come Padre Domenico e tutti coloro che contribuiscono in progetti di così elevata nobiltà, poiché senza alcun dubbio la vera nobiltà è soltanto quella d’animo… Per donazioni: C/C Postale N. 44322865 ABI 7601 - CAB 03200 IBAN: IT 72 M 07601 03200 000044322865 intestato a GRUPPO ISMAELE ONLUS + causale: CASA FAMIGLIA BRAZZAVILLE Pia La zza La zza Pia Gennaio 2010 Letteratura popolare 29 LA IN R U T O M di Gualtiero Todini Nulla nova, bona nova. Gli anni 1915-1918 furono per noi italiani gli anni della Grande Guerra. A Castello qualcuno chiedeva a Giggione Grelli: “Che nòva ce sta uoi? Notizie dal Fronte oggi?”. “Nulla nova. Nessuna notizia!”. Allora, nulla nova, bona nova!, come diceanu j’ Antichi Padri. Ma non sempre era così, se a Casteju e a tutti ‘ssi paisitti ‘ntornu ce sta ‘na lapide dove stanno scritti i nomi di quanti nella Granne Guera sono morti per la Patria. Tu va ’a Vicovaro; o a Sammuci; o a Pisoniano; o a Bellegra: dapettuttu ce sta ‘sta lapide... E la notizia che s’era mortu ca’ parente (‘n patre, ‘n frateju, n’ fiju, ‘n nepote, ju recazzu‘, n’amicu) arivéa, doppu ca’ dì che s’era mortu... E il dolore entrava nelle case: comme la Tramontana a Via Fòre. ‘Mmece, ca’ vòta, senza j’annunciu, retornea ‘n licenza Giachimu de Traccianfangu, o Marianu ju stagninu; o Pippino de Passallombra. E allora era festa granne; le femmone piagneanu comme fondane; e j’ommini steanu accostati a ju sordatu che era revinutu... Ju pranzu era ‘n pranzu de spusi: puru la stracciatella, prima delle sagne! Pàrimu Tito, che nonn’era ancora parimu mapperò, revinì nel Diciannove, candu avea vinticinquanni: ancora nu beju giovenottu. I più giovani devono sapere che nel Diciannove a Castello ci stava Olga, ‘na Maestrina de Roma di appena vent’anni, che alloggiava in una cameretta dirimpettaia alla casa de Tito. Questa cameretta gliel’aveva affittata la zia di Tito, Rubina. Che fece a u nepote: “a ‘na cammora delle meje ce sta ‘na maestra giovane giovane, che è ‘na bella chiatta...”. Tito, che era molto timido, di aspettare la maestra al varco e di presentarsi con educata discrezione non se lo sognava neppure; invece prese a lanciare sassolini ai vetri della finestra di Olga, quando – chiusa bottega dove lavorava da sarto con il fratello Peppino e il cognato Nazzareno, che però era calzolaio – tornava a casa per il pranzo. Lanciava sassolini; e scappava. E cannu Orga s’affattéa ‘n ce stéa chivéi... Due o tre volte andò così. Mia madre, che però nonn’era ancora màrema, pensò: “Adesso ti buggero io!” e all’ora giusta s’agguattà a fiancu Pia La zza alla fenestra – che tenne socchiusa – e cannu arivaru i sassitti, s’affattà de bottu e disse: “Cosa cerchi, giovanotto?” (lo disse in Italiano perché era la Maestra...) e Tito remase comme ‘n baccalà... J’annu appedi se spusaru e nascì sòrema Maria... Pulvis eras et in pulverem revertèris. L’ara dì telefanà a mòjema nepotemu Bruno e j disse: “Zia, mia madre è morta”; e la madre è sorema Maria... Quando Elsa me lo ha riferito, sono rimasto in silenzio. A me e a mio fratello Angelo nostra sorella Maria ci ha fatto il bagno, fino alla comparsa dei primi peli, poi ci siamo vergognati... Io sono stato il suo fratello preferito. Se sa che fra tanti fratej ce sta viju che ce va più d’accordu... E Maria era una persona sensibile, delicata. Un fiore. Mia sorella Maria: quella volta che aveva provato una grossa delusione amorosa e giurò che avrebbe sposato me... Era veramente disperata, perché ju recazzu l’avea lassata: per la ragione che a casa mia una persona tenéa la tubercolosi, una malattia che a quei tempi era terrificante e quasi inguaribile. Sorema Maria: che, insieme ai pochi fortunati che avevano i mezzi per proseguire gli studi, la mattina presto prendeva la corriera per Tivoli. Mi è stato raccontato che, a un certo punto, sull’autobus qualcuno gridava all’autista: “Antò, se parte, sta a scegne Maria da j’arcubburgu!”. Mia sorella Maria: quando le morì Stefano, suo figlio... Sorema Maria: quando si è voluta iscrivere al mio partito e mi dava i soldi per la tessera o per qualche sottoscrizione di nascosto del marito, che era socialista; e era meglio non farglielo sapere... Mia sorella Maria, sorema Maria, che mo’ s’è morta. Ma io la sento ancora dentro di me, anche se fra qualche giorno diventerà cenere..., come era stato detto (Genesi 3,19). Pulvis eras – cara sorellina – et in pulverem revertèris. Eri polvere e nella polvere ritornerai... Piano, piano; un momento: ritornerai nella polvere, ma la memoria di te (come quella dei morti che ci sono cari) in molti di noi ci resterà per sempre... 30 Aree Protette del Lazio Gennaio 2010 L’Area protetta dei Castelli Romani a cura di Carla Santolamazza Il Parco Naturale Regionale dei Castelli Romani, situato nella provincia di Roma, si estende per 15.000 ettari nei comuni di: Albano, Ariccia, Castel Gandolfo, Frascati, Genzano di Roma, Grottaferrata, Lanuvio, Lariano, Marino, Monte Compatri, Monteporzio Catone, Nemi, Rocca di Papa, Rocca Priora, Velletri. La sede, Centro visita del Parco, si trova nella Villa Barattolo, in via C. Battisti 5, Rocca di Papa (RM). L’area protetta si estende in forma circolare a coprire l’antico apparato vulcanico dei Colli Albani, attivo fino a diecimila anni fa. Boschi, radure verdeggianti come i Pratoni del Vivaro e soprattutto i laghi che occupano il fondo dei crateri offrono paesaggi sorprendenti e occasioni di facili passeggiate nella natura. Il parco offre numerose attrattive culturali oltre che naturalistiche. La Natura del Parco: il territorio del parco è prevalentemente collinare, con quote che variano tra i 300 e i 700 m.. E’ caratterizzato da diffusi insediamenti e una popolazione residente di centinaia di migliaia di persone, dunque assai lontana da una wilderness. La valenza naturalistica resta comunque un forte elemento. Tra gli ambienti più notevoli ricordiamo i laghi di Albano, altrimenti detto di Castelgandolfo, e di Nemi. Geologia: l’attività vulcanica nel distretto dei Colli Albani, detto anche Vulcano Laziale, ebbe inizio circa 600.000 anni fa e si è protratta a lungo. All’interno di una preesistente cavità circolare o caldera, di cui restano i rilievi del “recinto esterno” (Tuscolo e Monte Artemisio), si formò un cono vulcanico più piccolo con bocca craterica presso la località Campi di Annibale ed un cinto calderico più interno di cui sono testimonianza il Monte Cavo e il Monte delle Faete. L’attività del Vulcano Laziale, dopo periodi di quiescienza e una fase denominata freatomagmatica tra 45.000 e 10.000 anni fa, fu l’ultima ad esaurirsi in tutta la regione. Flora: con le sue molteplici attività l’uomo ha praticamente ridisegnato gli aspetti originali del paesaggio vegetale dei Colli Albani. Già le popolazioni Latine, prima dei Romani, avevano contribuito all’esbosco dell’originaria selva per reperire zone atte alla coltivazione e al pascolo, per ricavare legname da riscaldamento e costruzione e per la realizzazione di vie di comunicazione. Durante il medioevo l’incremento delle attività umane e la richiesta di legname per attrezzi agricoli, pali per l’agricoltura e per la fabbricazione di tini, botti, bigonce, oltre al legname per l’edilizia, tetti, mobili e quant’altro, hanno ulteriormente contribuito ad incidere notevolmente sul paesaggio vegetale originario, modificandolo massicciamente. Buona parte della vegetazione a roverella è stata sostituita dalle coltivazioni e dal pascolo, mentre l’antico bosco misto originario è stato in gran parte sostituito dal castagno adibito al taglio periodico. Così, dell’antico bosco restano soltanto testimonianze residuali localizzate sul territorio a macchia di leopardo: il Cerquone, il bosco dei Cappuccini, il parco Chigi, il bosco Ferentano, il parco Colonna, le coste dei laghi Albano e Nemi, le sommità di Monte Cavo e del Maschio d’Ariano, la Macchia dello Sterparo e la Selva Rustica sono alcuni dei boschi misti di latifoglie mesofile sopravvissuti. Completamente scomparsa invece la faggeta, anch’essa sostituita dai boschi di castagno. La flora locale è ricca di fiori vistosi: i narcisi dei poeti, le orchidee, lo storace, la peonia selvatica e il giglio di San Giovanni. Fauna: il falco pellegrino è tornato a nidificare nel territorio dopo anni di assenza dovuta alla predazione delle sue uova e dall’uso di sostanze chimiche per l’agricoltura. Presenti tra i rapaci: lo sparviero, la poiana, il gheppio; tra i rapaci notturni: l’allocco, il barbagianni, l’assiolo, la civetta, il gufo comune.Tra gli anfibi: il tritone crestato, il tritone punteggiato, la rana dalmatina, la salamandrina dagli occhiali con almeno quattro popolazioni diverse.Tra i mustelidi: la martora, la donnola, la faina. Molto importante la presenza del tasso, indicativa di uno stato generale di buona salute dell’habitat.Tra i rettili: il biacco, la natrice, il saettone, il cervone e la vipera comune. I laghi di Nemi ed Albano ospitano diverse specie di avifauna acquatica: le anatre, il germano reale, la moretta, il moriglione, le folaghe, gli svassi maggiori, i tuffetti e i cormorani. Tra gli ardeidi: l’airone cenerino La zza Pia Gennaio 2010 Aree Protette del Lazio Lago di Albano ed il tarabuso. Tutti questi animali, a parte il germano reale, non nidificano ma migrano a primavera, per poi ritornare in autunno. Tra i pesci: la tinca, la carpa, l’arborella, l’anguilla, il cavedano, il luccio, il cefalo, la scardola, e specie provenienti da altri paesi: il persico, il persico sole, il boccalone, il coregone e la gambusia. Archeologia e Arte: I Comuni del Parco sono ricchissimi di testimonianze storiche ed artistiche. Grottaferrata: Abbazia di San Nilo: tra i pochissimi luoghi di culto di rito greco-ortodosso del Lazio. Fondata intorno al Mille, ha subito un forte rimaneggiamento nel 700. Ospita un interessante Museo Archeologico ed i resti del criptoportico della grande villa romana su cui poggia. Villa Grazioli: eretta nel 500 dal Mascherino e decorata in epoche successive, fino al 700. Frascati: dominata da una delle più famose ville tuscolane,Villa Aldobrandini. Progettata nel 500 da Giacomo Della Porta su volere del cardinale Pietro Aldobrandini, fu eretta da Pietro Maderno e dall’ing. Giovanni Fontana ai primi del 600. All’interno sale riccamente decorate dal Cavalier d’Arpino, all’esterno nello splendido ninfeo ambienti decorati dal Domenichino. Villa Falconieri e Villa Tuscolana, oggi di proprietà privata. Museo Etiopico: collezione di armi, suppellettili, costumi e ricordi, raccolta da un missionario, esposta nel cinquecentesco Convento dei Cappuccini. Monteporzio Catone: nelle vicinanze si trova Villa Mondragone, sorta in parte sui resti della villa romana dei Quintili. Voluta dal cardinale Altemps nel 500 e ampliata nel secolo successivo dal Maderno, sede di rappresentanza dell’Università di Roma Torvergata. Tusculum, non molto distante, tra i centri più antichi e importanti del Latium vetus. Rocca Priora: paesino che offre un interessante centro storico e la parrocchiale di Santa Maria Assunta, del secolo XV. Lanuvio, Rocca di Papa: meritevoli di una breve escursione. Nemi: pittoresco borgo affacciato sulla conca verde del lago, detto “specchio di Diana” in onore della dea della caccia. Da visitare il Museo delle Navi, sulle sponde del lago, costruito per ospitare le preziose imbarcazioni romane recuperate negli anni ‘20-’30 del secolo scorso. Due grandi imbarcazioni arredate lussuosamente con tanto di pavimenti in marmo, triclini, colonne e bronzi, che l’imperatore Caligola si era fatto Pia La zza 31 costruire presso una sua sontuosa villa sul lago, andate perdute in un incendio nel 1944, oggi sostituite da modelli in scala 1:5, con reperti recuperati dall’incendio e documentazione varia. Genzano: paese dell’Infiorata, una delle feste popolari più belle e famose del Lazio. Presenta uno scenografico viadotto a tre ordini di arcate, costruito nel 800 durante il pontificato di Pio IX, e l’elegantissimo spazio della piazza su cui affacciano il Palazzo Chigi e la chiesa dell’Assunta, con un’ampia cupola schiacciata il cui evidente modello è il Pantheon a Roma: opera di Gian Lorenzo Bernini, grande architetto seicentesco, disegnò pure la facciata del vicino santuario di Santa Maria di Galloro. Albano: da vedere la chiesa di Santa Maria della Rotonda col campanile romanico, sorta su una villa romana pare appartenuta all’imperatore Domiziano, la basilica di San Pancrazio e la chiesa di San Pietro. Numerose vestigia di epoca romana a testimonianza dell’esistenza di un accampamento fortificato fatto costruire dall’imperatore Settimio Severo: dalla Porta Pretoria al mausoleo degli Orazi e Curiazi, dall’anfiteatro al Cisternone. Castel Gandolfo: cittadina pontificia residenza estiva dei papi, sede di numerose ville, come quella dell’imperatore Domiziano. Nel piccolo e raccolto centro storico, il Palazzo dei Papi, progettato da Carlo Maderno e completato dal Bernini, che disegnò pure la fontana al centro della piazza e la chiesa di San Tommaso da Villanova. Nella non lontana Villa Torlonia, sculture dello scultore danese neoclassicista Bertel Thorvaldsen, quì soggiornò anche Wolfgang Goethe. Spazi Espositivi: Museo Abbazia S.Nilo: (chiuso per allestimento), Corso del Popolo 128, Grottaferrata, Telefono: 06/9459309. Museo Civico Albano: Via Risorgimento, Albano, Telefono: 06/9323490. Museo Civico Velletri: Orario: dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 19. Chiuso il lunedì,Via Goffredo Mameli 7,Velletri,Telefono: 06/96158268. Museo delle Navi Romane: Orario: tutti i giorni dalle 9 alle 14, da aprile a ottobre dalle 9 al tramonto, Via Diana 15, Nemi,Telefono: 06/9398040. Museo diffuso del vino: Via Vittorio Emanuele II 22, Monteporzio Catone,Telefono: 06/9428333. Lago di Nemi 32 Gruppo d’Acquisto Gennaio 2010 GAS ... teju di Alessandra De Santis È nato il 5 ottobre 2009 il gruppo d’acquisto solidale Gas…teju. L’iniziativa è partita da un gruppo di amici che già da tempo compravano prodotti di origine biologica o di altro mercato e che hanno pensato di dare vita ad una associazione di promozione sociale per condividere con altri questa bella esperienza e diffondere la conoscenza dei prodotti biologici o solidali. Il gruppo d’acquisto, che si riunisce tutti i lunedì sera in via della Libertà 171, ha l’intento, infatti, di favorire la compravendita di prodotti genuini e/o biologici presso i produttori di zona e locali, eliminando l’intermediazione di terzi e permettendo in tal modo un approvvigionamento di generi alimentari di alta qualità a prezzi competitivi. I prodotti ordinati dall’associazione sono di varia natura: parmigiano reggiano bio, doc, verdure bio locali, carni locali, detersivi bio, formaggi bio locali, frutta biologica della zona o di colture specializzate del sud Italia e ancora scarpe bio, cioccolate e caffè equosolidali, ecc. Insomma la varietà e la quantità dei listini proposti offrono la possibilità di cambiare radicalmente la tipologia dei consumi della famiglia e permettono di approdare ad un consumo critico e biologico, quindi eticamente corretto e sano. Altro obiettivo è quello di favorire lo sviluppo di realtà produttive che non mettono al primo posto il profitto bensì la salvaguardia dell’ambiente e il rispetto dei diritti dei lavoratori. La peculiarità del gruppo d’acquisto solidale si manifesta, quindi, in una solidarietà che parte dai membri del gruppo e si estende ai piccoli produttori che forniscono i prodotti, al rispetto dell’ambiente, ai popoli del sud del mondo e a coloro che – a causa della ingiusta ripartizione delle ricchezze – subiscono le conseguenze inique di questo modello di sviluppo. Le finalità dell’associazione Gas…teju, però, non si esauriscono con l’acquisto dei prodotti, ma è prevista una attività di informazione e sensibilizzazione sia verso i prodotti biologici che verso il consumo critico. Infatti il gruppo Gas…teju ha partecipato all’edizione del 2009 di “Olio e Olive” che lo ha visto impegnato nella distribuzione di materiale informativo sulle attività dello stesso e sulle modalità di iscrizione, ma anche in piccole degustazioni di vino e di formaggi. Con lo stesso intento, precedentemente, domenica 25 ottobre l’associazione in collaborazione con Altromercato e con la birreria San Michele aveva un Gallo ha organizzato una “Colazione con prodotti di commercio equo e solidale” e con il ricavato della manifestazione sono stati acquistati alcuni testi per la scuola dell’infanzia dell’Istituto Comprensivo di Castel Madama per sensibilizzare i bambini sulle problematiche legate al nuovo modo di produzione biologico e solidale. Prossimamente, sabato 20 febbraio 2010 Gas…teju, in collaborazione con la Provincia di Roma e con l’Assessorato delle Politiche Agricole di Castel Madama, ha organizzato l’evento , una giornata di dibattito sulla produzione biologica e sulla tracciabilità dei prodotti. Saranno presenti relatori esperti del settore e tecnici agronomi che informeranno i consumatori, ma anche i produttori, sulle modalità e le tecniche dell’agricoltura biologica e biodinamica, sulla sicurezza della qualità del prodotto e sulle filiere di produzione. Interverranno anche altri gruppi d’acquisto della provincia romana per ragionare sulle esigenze di questo nuovo sistema di consumo. La giornata sarà intermezzata da un buffet di degustazione di prodotti biologici e biodinamici preparati dallo chef del ristorante Il Giglio di Tivoli e allietata da musica di gruppi giovanili locali. Per ulteriori informazioni sulle attività del Gas e sulla manifestazione si può visitare il sito web: www.gasteju.it La zza Pia 33 Film Gennaio 2010 “SHERLOCK HOLMES” di Elisa Livi In una Londra in continua espansione, Sherlock Holmes e il suo fidato assistente Watson contribuiscono alla cattura del peggior criminale presente in città, Lord Blackwood. La sua esecuzione però non basta: quando tutto sembra volgere alla tranquillità Blackwood sembra essere tornato per vendicarsi e per gettare Londra nel caos. Il suo piano è perfetto, magico e oscuro. Le geniali intuizioni di Sherlock Holmes sono l’unica arma capace di fermare le intenzioni del suo acerrimo nemico, in uno scontro d’intelligenza, intuito e azione. Sul finire dell’Ottocento Londra è una città affascinante e pericolosa. Le novità tecnologiche attirano i cittadini più curiosi, ma il richiamo per l’occulto e il soprannaturale è altrettanto forte. Holmes e Watson consegnano l’assassino di giovani donne, Lord Blackwood, alla giustizia e, dopo aver assistito all’esecuzione capitale, assistono “stupiti” alla sua apparente resurrezione. Holmes è felice di potersi finalmente interessare di qualcosa alla sua portata. Tanto più che si è ripresentata a lui la bella Irene Adler, chiedendo il ritrovamento di un uomo che si scoprirà interrato nella bara di Blackwood. I casi si intrecciano, si aggrovigliano. Il regista, Guy Ritchie, punta su un indirizzo ambizioso: 221 B Baker Street. Lente d’ingrandimento alla mano, smette di farsi sedurre dall’eccentricità di tanti personaggi delle pellicole precedenti e si lascia coinvolgere totalmente dalla figura di Sherlock Holmes, così come appariva sulle di Conan Doyle. Un uomo di straordinario acume e uguale passione per l’azione, ordinato mentalmente come nessun altro, che vive da bohemien nel disordine dei ritagli di giornale (la cronaca scandalistica), e dell’assenza di regolari abitudini, scazzottando al bisogno a mani nude. Pugni ben direzionati, esplosioni, tuffi dai palazzi, anche chi non ha letto i racconti di Arthur Conan Doyle sa che tutto ciò è un po’ troppo per un personaggio calmo e logico come il vecchio Holmes, per cui l’arte della spada è sempre stata l’unica parentesi d’azione in un personaggio secondo cui Pia La zza la logica è la vera arma. Ad ogni modo nel film è sottolineata l’importanza della logica, gran parte della risoluzione nel finale è affidata a questo. Uno Sherlock Holmes come quello voluto e ritratto da Guy Ritchie, al cinema, non si era mai visto. Questa storia non la si ritrova né nei quattro romanzi né nei cinquantasei racconti che Conan Doyle ha dedicato al suo eroe con pipa e mantellina. Il regista inglese ha infatti effettuato, sull’iconico investigatore, una sorta di trasformazione, conferendogli un aspetto del tutto nuovo e innovativo rispetto al personaggio che traspare dalle pagine dell’ideatore Conan Doyle. L’Holmes interpretato da Robert Downey Jr. è, infatti, un personaggio più tormentato, bizzarro, imprevedibile, sensibile e fisicamente prestante e devastante di quanto siamo stati abituati a vedere finora, pur mantenendo intatte le straordinarie capacità intellettive e deduttive che lo hanno reso celebre. Ma l’ironia di questo film si esplicita soprattutto attraverso la dinamica di quello che appare il suo vero nucleo: ovvero il rapporto tra l’Holmes di Downey Jr. e il dott. Watson di Jude Law. Aiutato dalla qualità delle loro interpretazioni e dalla percepibile alchimia che si è creata tra i due, le figure femminili non decollano mai, né nel caso della Mary di Kelly Reilly né in quello dell’ Irene Adler di Rachel McAdams. Certo sir Arthur Conan Doyle non riconoscerebbe il suo eroe, che nei romanzi non si muoveva da Baker Street per nessun motivo al mondo. Come Londra, Sherlock Holmes e il suo compagno dottor Watson sono modernizzati dal regista inglese attraverso il dinamismo e i ritmi rapidi, smentendo l’autorevolezza ottocentesca che li distingueva nelle illustrazioni o nei film precedenti. Falsa magìa, complotto politico, sacrifici umani, associazione segreta, lotta con un gigante francese, apparizione e scomparsa del nemico professor Moriarty sono i temi del film come dei romanzi e racconti di Doyle, lo scioglimento dei misteri non è articolato né seguito nei diversi passaggi intellettuali e materiali, ma avviene d’improvviso e senza perché. 34 Recensione Gennaio 2010 “L’ELEGANZA DEL RICCIO” di Elisa Livi “Mi chiamo Renée. Ho cinquantaquattro anni. Da ventisette sono la portinaia al numero 7 di rue de Grenelle, un bel palazzo privato con cortile e giardino interni, suddiviso in otto appartamenti di gran lusso, tutti abitati, tutti enormi. Sono vedova, bassa, brutta, grassottella, ho i calli ai piedi… …Siccome, pur essendo sempre educata, raramente sono gentile, non mi amano; tuttavia mi tollerano perché corrispondo fedelmente al paradigma della portinaia forgiato dal comune sentire. Di conseguenza, rappresento uno dei molteplici ingranaggi che permettono il funzionamento di quella grande illusione universale secondo cui la vita ha un senso facile da decifrare.” “L’eleganza del riccio” è un doppio diario. La brillante vita del palazzo di rue de Grenelle è raccontata da Renée, umile portinaia dalla vasta cultura autodidatta. Renée nasconde i libri tra la spesa e lascia la televisione accesa per confermare alla poco fervida immaginazione degli inquilini lo stereotipo della portinaia sciatta e ignorante. Renée sbaglia volutamente qualche vocabolo e se le parlano di Kant assume uno sguardo vuoto e inespressivo. Ma Renée sa dissertare di filosofia e arte, conosce a memoria i romanzi di Tolstoj, ha visto tutti i film di Oz. Semplicemente non vuole che qualcuno scopra queste sue passioni perchè teme di infrangere il tranquillo equilibrio che si è costruita. Al quinto piano abita Paloma, geniale figlia di un ex-diplomatico, arguta dodicenne che guarda il mondo con sagacia e freddezza. Paloma ha da tempo scoperto che la vita non è quello che le raccontano: “Da giovani si cerca di mettere a frutto la propria intelligenza, nell’illusione di un futuro radioso, da grandi si scopre di essere finiti in una boccia per pesci rossi”Il futuro è già stabilito…tutto quello che il giovane pensa di costruire è pia illusione. Ma Paloma ha scoperto l’inganno e non vuole finire nella boccia. Lei lascerà questa stupida pantomima prima di rimanervi invischiata. “Io ho dodici anni, abito al numero 7 di rue de Grenelle in un appartamento da ricchi…Mio padre è un deputato con un passato da Ministro e finirà senz’altro presidente della camera…Si dà il caso che io sia molto intelligente. Di un’intelligenza addirittura eccezionale. Già rispetto ai ragazzi della mia età c’è un abisso. Siccome però non mi va di farmi notare, e siccome nelle famiglie dove l’intelligenza è un valore supremo una bambina superdotata non avrebbe mai pace, a scuola cerco di ridurre le mie prestazioni…”. Per ragioni diverse entrambe si celano dietro l’immagine che la società pensa debbano avere. Due anime in incognito, dunque, legate dal filo di un comune sentire ma ignare l’una dell’esistenza dell’altra. Ad infrangere il precario equilibrio l’arrivo in rue de Grenelle di monsieur Ozu, magnate giapponese in pensione, ricco, certo, ma attento alle persone che gli stanno accanto, l’unico a comprendere l’eleganza del riccio. Sarà l’acume dell’affascinante Ozu a far cadere le maschere di Renée e Paloma e a farle incontrare. Grazie a lui, le due narrazioni si avvicinano e diventano parallele e le due donne scoprono le loro affinità elettive. É una narrazione molto filmica, molto visiva, escluse le innumerevoli dissertazioni filosofiche. Le voci narranti sono due: la portinaia che racconta la quotidianità della sua esistenza e del palazzo e la piccola Paloma, che conosciamo attraverso le pagine del suo diario. È già un film, con le giuste inquadrature, gli stacchi, i primi piani e le carrellate. Ritmicamente l’autrice entra nell’animo di un personaggio, poi ne riesce per guardare la scena da lontano: osserva, racconta, torna dentro un appartamento e ne riesce portandosi dietro la vita di qualcuno che sentiamo come reale, vivo davvero. Il personaggio della portinaia è un piccolo capolavoro, rintanata nella sua guardiola con l’immancabile gatto e con una “facciata” tradizionale. Altrettanto divertente la figura di Paloma, una ragazzina che ha capito troppo presto il senso dell’esistenza, che giudica il mondo e crede di essere migliore della maggioranza dei suoi abitanti.“L’eleganza del riccio” è una raffinata commedia francese scorrevole e avvincente. La prosa è chiara, semplice ma al contempo molto curata. Il romanzo è ricco di rimandi alla letteratura, alla filosofia e all’arte. Un libro da leggere, dove ogni pagina è una scoperta. Paloma e monsieur Ozu: “Madame Michel (Renée) ha l’eleganza del riccio: fuori è protetta da aculei, una vera e propria fortezza, ma ho il sospetto che dentro sia semplice e raffinata come i ricci, animaletti fintamente indolenti, risolutamente solitari e terribilmente eleganti”. In una società votata all’apparire Renée e Paloma scelgono stranamente di passare inosservate. La zza Pia Gennaio 2010 Attualità 35 COPENHAGEN: EMERGENZA CLIMA di Elisa Livi 192 leader del mondo hanno tentato, lo scorso dicembre, di trovare una soluzione definitiva all’emergenza “global warming”. L’obbiettivo fissato alla vigilia del vertice danese era quello di giungere ad un nuovo Protocollo di Kyoto (in scadenza nel 2012), all’interno di una cornice concretamente vincolante per le potenze che lo avrebbero sottoscritto. Un “Kyoto 2” che, già dalle prime battute del vertice, si è rivelato deludente rispetto alle richieste avanzate dalla comunità scientifica che da anni tiene il fenomeno climatico sotto controllo. Le conseguenze dei cambiamenti climatici, tuttora in atto, non sono incoraggianti, tutt’altro: San Francisco rischia di essere sommersa in poco più di un ottantennio dalle acque dell’Oceano Pacifico; le calotte polari continuano ad assottigliarsi e a rimpicciolire il loro perimetro; i ghiacciai alpini, nell’arco di un secolo, potrebbero scomparire definitivamente; la frequenza dei disastri ambientali che sconvolgono gigantesche aree del pianeta potrebbe inesorabilmente aumentare. Presagi lugubri, proposti sotto forma di modelli più che attendibili dalla comunità scientifica internazionale, che tuttavia non hanno sortito l’effetto sperato né sui governi occidentali, né sulle potenze emergenti dell’Oriente. All’interno del vertice, si sarebbero dovuti stabilire degli obiettivi di contenimento delle emissioni di CO2 per il 2020 e il 2050, al fine di limitare la crescita della temperatura a due gradi centigradi. Obbiettivo avanzato dagli esperti: dimezzare le emissioni di gas serra entro il 2050. Per raggiungere questa meta, il taglio entro il 2020 dovrebbe raggiungere il 25-40%. Il raggiungimento dell’ambiziosa, ma necessaria meta, proposta dalla comunità scientifica, prevede alcuni passaggi chiave di riconversione del sistema energetico, industriale e dei consumi di massa. Una concreta inversione di rotta passa però attraverso un miglioramento dell’efficienza energetica d’industrie e trasporti (questi ultimi giocano un ruolo fondamentale nella partita contro il riscaldamento globale) e infine una valorizzare del ruolo dell’agricoltura nella sfida. Va da sé che questa può essere vinta solo facendo posto a fonti energetiche rinnovabili, sicure e “pulite” che sostituiscano gradualmente quelle da combustibili fossili e, per di più, in via d’esaurimento. Secondo uno studio della Commissione di Bruxelles, il “global warming”, su scala continentale, colpirà innanzi tutto la fascia mediterranea della Vecchia Europa. Oltre ad una perdita sempre più frequente dei raccolti e della biodiversità, gli effetti si tradurranno, in economia, con un drastico calo del turismo in Paesi come l’Italia, la Spagna e la Grecia, quando l’intenso caldo porterà a privilegiare le mete centro e Nord Pia La zza europee. Nello specifico della situazione italiana: le temperature dal 1900 ad oggi indicano che il riscaldamento sulla regione alpina è stato maggiore di quello globale, con un aumento di 1.2 °C. Dal 1850 al 2000 i ghiacciai alpini hanno perso la metà della loro superficie complessiva. Contemporaneamente, e similmente a molte altre aree della Terra, i fenomeni catastrofici investono sempre più di frequente le regioni meridionali della penisola. Eventi climatici estremi, come l’aumento dell’intensità delle precipitazioni, l’allungamento dei periodi di siccità e la riduzione dei periodi di freddo intenso, che causano i maggiori danni alle società e agli ecosistemi e rompono un equilibrio secolare. 18 dicembre 2009: Cala il sipario sulla Conferenza di Copenhagen dalla quale è emerso un accordo che non ha soddisfatto nessuno. L’epilogo temuto si è materializzato in tutta la sua prevedibilità, quello del rimandare ulteriormente a data da destinarsi decisioni che invece, come da più parti gli scienziati avvertono, vanno prese subito. Affinché i cambiamenti climatici non rimangono a guardare e neanche i ghiacciai che si sciolgono sotto il peso dell’aumento delle temperature. Un accordo è stato firmato, ma in pratica non si è deciso nulla perché ciò che andava circoscritto, ciò che doveva diventare vincolante per tutti gli stati, non è stato definito. I finanziamenti stabiliti per incrementare le tecnologie verdi nei Paesi in via di sviluppo sono sicuramente l’unica cosa positiva che emerge dal summit. Ma non basta, perché insieme ai soldi bisognava dare un segnale concreto della volontà di impegnarsi seriamente a ridurre le emissioni di gas serra o almeno stabilire una data certa per il picco di CO2 dalla quale poi cominciare a far decrescere la parabola. Ma tutto questo è rimasto incagliato nelle diverse posizioni sulla quale si sono barricati i vari Paesi. Copenhagen rappresentava, dunque, l’ultima spiaggia prima che il disastro, già vissuto ai giorni nostri da specie animali che faticano ad adattarsi al nuovo clima (gli orsi bianchi polari sono soltanto uno dei tanti esempi), diventi irreversibile. 36 Cultura Gennaio 2010 Calder di Ivo Santolamazza Dal 23 ottobre 2009 al 14 febbraio 2010, Alexander Calder sarà il protagonista, per la prima volta a Roma, di un’ampia mostra monografica a Palazzo delle Esposizioni. I suoi famosissimi mobile e stabile, le sue sculture realizzate con filo di ferro, i bronzi, le gouache, i disegni e i dipinti ad olio, saranno esposti in una rassegna che ricostruirà le tappe fondamentali del suo percorso artistico, curata da Alexander S. C. Rower, presidente della Fondazione Calder di New York. La mostra è realizzata con Terra Foundation for American Art e grazie al sostegno di BNL e Lottomatica. “Perché l’arte deve essere statica? Se osservi un’opera astratta, che sia una scultura o un quadro, vedi un’intrigante composizione di piani, sfere e nuclei che non hanno senso. Sarebbe perfetto, ma è pur sempre arte statica. Il passo successivo nella scultura è il movimento”, questa dichiarazione di Alexander Calder apparsa in una intervista sul “New York World Telegram” nel 1932, accompagnava la nascita dei suoi mobile, la più rilevante innovazione espressiva della modernità. Sculture destinate a essere investite da una enorme popolarità, nelle quali l’artista armonizzò forma, colore e un movimento reale, concependo l’insieme come un “universo”, nel quale “ogni elemento può muoversi, spostarsi oscillare avanti e indietro in un rapporto mutevole con ciascuno degli altri elementi”. Figlio d’arte, secondogenito di uno scultore e di una pittrice, Alexander Calder (Lawton, Filadelfia 1898- New York 1976), a soli otto anni, si dilettava a creare giocattoli e gioielli lasciando affiorare il genio creativo che, passando attraverso una laureare in ingegneria, lo portò ad essere riconosciuto come uno dei più innovativi artisti del XX secolo. Gli inizi, segnati dai lungi soggiorni a Parigi e dalla nascita di salde amicizie con Léger, Duchamp, Miró, Mondrian e con altri esponenti dell’avanguardia artistica, saranno ripercorsi attraverso capolavori come Romulus and Remus dal Whitney Museum (e la cui presenza a Roma provocherà un felice cortocircuito), Hercules and Lion, Circus Scene, tutte sculture realizzate con il filo di ferro, in alcune delle quali l’artista ha sperimentato le prime forme di movimento in una dimensione di gioco e di divertita ironia. La retrospettiva del Palazzo delle Esposizioni documenterà il suo intero percorso creativo, attraverso un repertorio dei suoi lavori più importanti accanto ai quali saranno esposti alcuni sviluppi della sua ricerca meno noti al grande pubblico. Il percorso si snoderà dagli inizi figurativi, con olii, gouaches e wire sculptures (sculture costruite con il fil di ferro), ai bronzi degli anni Trenta, sino alla scoperta dell’arte astratta e alla invenzione dei mobile e degli stabile. La zza Pia Gennaio 2010 Cultura 37 Il Potere e la Grazia. I Santi Patroni d’Europa di Ivo Santolamazza A Roma una grande mostra racconta per la prima volta la storia dell’Occidente cristiano attraverso le vicende dei suoi protagonisti. Dall’8 ottobre 2009 al 31 gennaio 2010 a Palazzo Venezia. La prima esposizione dedicata alla saga dell’incontro e dello scontro tra potere e religione, tra civitas ed ecclesia, tra corone ed aureole. L’affascinante e complesso intreccio tra la storia dell’Europa e dei suoi popoli e le vicende cristiane della civiltà d’Occidente viene narrato ne “Il potere e la grazia. I Santi Patroni d’Europa”. Promossa dal Governo della Repubblica Italiana, dall’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede e dalla Pontificia Commissione per i Beni Culturali della Chiesa, la mostra nasce dalla collaborazione tra il Comitato di San Floriano ed il Polo Museale Romano ed è curata da Don Alessio Geretti e da Claudio Strinati con l’organizzazione di MondoMostre, protagonista della riuscitissima monografica su Sebastiano del Piombo e dei dieci grandi progetti espositivi di Galleria Borghese. Oltre centoventi opere di artisti come Durer, Van Eyck, Mantegna, Anton van Dyck, Ingres, El Greco, Guercino, Caravaggio, Tiepolo, provenienti dai maggiori musei mondiali, saranno esposte nell’appartamento nobile di Palazzo Venezia, per far compiere al pubblico un viaggio nel tempo e nelle culture. Il binomio potere-grazia fa riferimento all’intreccio tra dinamiche religiose e dinamiche politiche, tra fenomeni liturgici e devozionali e fenomeni sociali ed etnici che accompagnano l’elevazione all’onore degli altari di determinati santi e la loro elezione a patroni di una comunità politica, di una nazione, di uno Stato. Storia della vicenda religiosa cristiana e storia della vicenda etnico politica dell’Europa si manifestano, in questa mostra, come indissolubilmente congiunte e reciprocamente illuminanti. Una mostra sui santi Patroni dei diversi Stati d’Europa e sui sei santi che hanno il patronato sull’Europa vuole cogliere le biografie di questi personaggi – soprattutto nella loro versione iconografica – e cercare, a partire dai soggetti studiati, di illuminare la società che li circonda. L’attenzione di fondo su cui l’esposizione è costruita riguarda il nesso fra le esperienze religiose, il contesto sociale e culturale in cui si sono manifestate e che ne ha sancito l’eccezionalità, le testimonianze artistiche che ne hanno conservato memoria, gli strumenti e le forme della devozione, le funzioni assolte dal santo da vivo e ancor più da morto a livello sociale e istituzionale. Pia La zza 38 Cultura Gennaio 2010 EUGENIO MONTALE E MARIA LUISA SPAZIANI di Ivano Moreschini Ovvero se il concetto normale d’amore coincide con quello delle poesie Eugenio Montale ebbe molte muse ispiratrici: Esterina, Clizia, Dora Markus. Sono stati scritti dei libri per decifrare la donna reale nascosta dietro gli pseudonimi contenuti nei versi di Montale. E comunque ciò che rimane sicuramente sono i flash delle sue parole che immortalano queste donne, con occhi innamorati. Ad Esterina, osservata sul bordo di una spiaggia della riviera, scrive: “Esiti a sommo del tremulo asse, poi ridi e come spiccata da un balzo, ti abbatti tra le braccia del tuo divino amico che ti afferra. Ti guardiamo noi, della razza di chi rimane a terra”. A Clizia dedica versi con reminiscenze dantesche: “Guarda ancora in alto Clizia, è la tua sorte/ tu che il non mutato amor mutata serbi…”, oppure sonetti che hanno più dello stil novo che dell’ermetismo con cui ce lo inquadrano a scuola: “La frangia dei capelli che ti vela/ la fronte puerile, tu distrarla/con la mano non devi. Anch’essa parla/di te, sulla mia strada è tutto il cielo…”. A Dora Markus invece dedica versi dal vago sapore esistenzialista, adatto al periodo, visto che siamo negli anni trenta del ‘900: “Non so come stremata tu resisti/ in questo lago/ d’indifferenza che è il tuo cuore: forse/ ti salva un amuleto che tu tieni/ vicino Poesia di Montale per Spaziani Se t’hanno assomigliato alla volpe sarà per la falcata prodigiosa, pel volo del tuo passo che unisce e che divide, che sconvolge e rinfranca il selciato[...] - o forse solo per l’onda luminosa che diffondi dalle mandorle tenere degli occhi per l’astuzia dei tuoi pronti stupori per lo strazio di piume lacerate che può dare la tua mano distante ad una stretta alla matita delle labbra,/ al piumino, alla lima: un topo bianco,/ d’avorio; e così esisti!” Con Maria Luisa Spaziani, poetessa, si conobbero nel 1949, lui già poeta famoso, lei giovane letterata. Un amore borghese, a detta di entrambi platonico. Così viene definito sul sito ufficiale della Spaziani: “Io avevo una voce discreta, e lui sognava — avendo perduto la possibilità di diventare un baritono — di avere un’allieva. È nata così un’amicizia quasi amorosa, che non è paragonabile però a una storia d’amore”. La Spaziani per Montale è la “volpe”, ed il grande poeta le dedica Madrigali Privati, un’intera sezione del libro “La Bufera”. Su Montale forse si può sorvolare, tanto è noto. La Spaziani è stata docente di lingua e letteratura francese, e soprattutto poetessa in proprio, oltre che animatrice della letteratura italiana lungo tutto il secondo novecento. Montale, nato nel 1896, è morto nel 1981. Nel 1975 è stato premio Nobel per la letteratura. La Spaziani è nata nel 1924, ed è tuttora vivente. Insieme fanno un pezzo importante della storia della letteratura italiana del novecento. La zza Pia Pia La zza