Gennaio - La Piazza

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Gennaio - La Piazza
Periodico
dell’Associazione
Culturale Albatros
Anno 7 - Numero 1
GENNAIO 2010
Pag. 6
DIBATTITO
PD
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TIVOLI
AL VOTO
Pag. 33
FILM
SHERLOCK HOLMES
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Centro Anziani
I 25 ANNI DEL CENTRO ANZIANI
di Castel Madama
a cura di Carla Santolamazza
Festa, da Sgommarello a gennaio 2010, di tutti i soci per i 25 anni del Centro Anziani
Il Centro Anziani nasce ufficialmente, in quanto
già esistente e funzionante, nel marzo del 1984 con
una delibera di Consiglio Comunale in cui si
approva un regolamento di funzionamento, composto da 13 articoli, dall’allora Amministrazione
guidata dal Sindaco Luigi Nonni. Con gli anni il
Centro è cresciuto nelle iscrizioni e nelle iniziative
soprattutto negli ultimi 5 o 6. Infatti nel giugno del
2008 abbiamo intervistato, sulle pagine di questo
giornale, il Presidente, Mancini Fabio, subito dopo
le elezioni che ne hanno decretato la riconferma.
In quella occasione alla nostra domanda su che
cosa era cambiato negli ultimi anni, visto l’aumento del numero degli iscritti, passati da circa 150 ad
oltre 500, il Presidente ci rispose che il Centro si
stava muovendo nella direzione giusta, promuovendo varie iniziative che avevano invogliato la
gente a partecipare alla vita del Centro stesso.
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L’altra componente era il superamento del vecchio tabù per cui le donne al Centro non erano
quasi mai presenti, invece erano diventate la maggioranza degli iscritti e la loro frequentazione
aveva dato un nuovo vigore e una nuova immagine all’ambiente. Oggi regolarmente si svolgono
molte attività in cui i soci, uomini e donne, sono
impegnati. I corsi di ballo e di ginnastica si svolgono tutti gli anni da ottobre a maggio e sono frequentati da un gran numero di persone. Intrattenimenti per le ricorrenze quali: la festa della
mamma, del papà, la festa della donna, la festa dei
nonni, il Carnevale, il Natale, la fine dell’anno con
l’organizzazione di pranzi, giochi, lotterie, tombolate, balli. In diversi periodi dell’anno sono programmate uscite a Roma con il pulman per assistere a spettacoli musicali e teatrali, a volte in
collaborazione con la Provincia di Roma. Interessanti anche le gite a Casamari, Trisulti, Anagni nel
2008; ad Ostia Antica; a Tuscania; a Perugia e al
Lago Trasimeno con un pernottamento nel 2009. I
soggiorni estivi organizzati con il Comune. La
partecipazione nel 2009 alla festa Oliolive con la
vendita di dolci preparati dalle nonne; la Mostra
di Decoupage, a maggio 2009 al castello, e la
ripresa a novembre del corso stesso; la proiezione,
segue pag. 4
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Centro Anziani
da fine marzo a fine giugno nell’aula consigliare,
di una serie di film molto interessanti:
La vita è bella, Mio fratello è figlio
unico, Il cacciatore di aquiloni, Shall we
dance, Questo grosso grasso matrimonio
greco, Lezione di cioccolato; l’esibizione nella sede del centro del gruppo
Ponentino Trio con musica popolare
romana il 27 dicembre 2009 che ha
riscosso grande successo di pubblico. Il
gruppo si era già esibito in piazza a
Castel Madama in occasione della festa
di Oliolive e al centro pensano di invitarlo di nuovo. Tra le proposte di qual-
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che socio la possibilità di ripetere dei Corsi di
Educazione Continua simili a quelli
organizzati nel 1999 su temi quali: l’alimentazione, la cultura medica, la storia
dell’arte ed altro. Ad aprile ci saranno le
elezioni per rinnovare il comitato direttivo ed è in preparazione un nuovo regolamento elaborato dall’Assessorato ai Servizi Sociali con la collaborazione dei
soci.
Tutta la redazione augura al Centro di
crescere e continuare a raccogliere adesioni e programmare nuove attività negli
anni futuri.
“La Piazza”
Periodico dell’Associazione Culturale Albatros
Vicolo Giustini, n. 10
00024 Castel Madama (Roma) - tel. 0774/449849
Anno 7, n. 1 - Gennaio 2010
Registrazione del Tribunale di Tivoli n. 4/2004 del 14/04/04
Direttore Responsabile: Rino Sciarretta
Capo Redazione: Carla Santolamazza
SOMMARIO
pag.
3
• Puntini sulle i
»
5
• Luci ed ombre dall’amministrazione
»
6
• Il PD e la lana “Caprina”
»
7
• Antichi giochi e giocattoli
»
8
• Si dimette il Sindaco: Tivoli al voto
»
11
• Brevi
»
12
• Sito Web
»
17
• Scuola
»
19
• Vicovaro
»
23
• Tivoli
»
27
• Latinorum
»
29
• L’area protetta dei Castelli Romani
»
30
• GAS ... teju
»
32
SitoWeb: www.lapiazzacastelmadama.com
• Film
»
33
E-mail: [email protected]
• Recensione
»
34
[email protected]
• Copenhagen: emergenza clima
»
35
• Cultura
»
36
• Eugenio Montale e Maria Luisa Spaziani
»
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Redazione: Ivano Chicca, Ivano Moreschini,
Ramona Pompili, Roberto Bontempi,
Salvatore De Angelis, Elisa Livi, Ivo Santolamazza
Hanno collaborato alla realizzazione di questo numero
Valentina Torella, Gualtiero Todini, Alessandra De Santis
Guido Spicciani, Domenico Fabiani, Bruno Testa
Per la pubblicità rivolgersi al 3490063355
Grafica ed Impaginazione: Salvatore De Angelis
Chiuso in redazione il 22/01/2010 - Tiratura 1.500 copie
LA REDAZIONE SI RIUNISCE TUTTI I LUNEDÌ
DALLE ORE 18 ALLE 20
• I 25 anni del centro anziani
Il giornale viene diffuso anche nei paesi di Vicovaro, Mandela, Sambuci, Tivoli
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Amministrazione
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LAVORI PUBBLICI: LE PAROLE E I FATTI
di Ivano Moreschini
LA CASERMA DEI CARABINIERI
Come avevamo annunciato nel numero precedente, continuiamo a seguire le vicende
delle opere pubbliche di Castel Madama.
Parliamo questa volta della Caserma dei
Carabinieri. Partiamo da un intervento ufficiale più recente dell’Amministrazione: un
comunicato sul sito ufficiale www.comunedicastelmadama.it. Vediamo cosa dice:
Sicurezza e formazione: gli impegni del
Consiglio Comunale: Castel Madama, 23
dic. 2009 (ufficio stampa Comune di Castel
Madama): […] L’Amministrazione, infatti, si
è impegnata a concludere quanto prima il
procedimento per la costruzione della nuova
caserma dei Carabinieri, che sarà intitolata
al brigadiere “Renzo Rosati”.
La vicenda della nuova Caserma accompagna
l’Amministrazione dal suo esordio, nel 2006.
Ogni volta sembra tutto risolto, e poi passano dei mesi e non succede nulla.
Proviamo a vedere qualche intervento ufficiale precedente. L’Assessore Aldo Testi, nel
suo intervento sul numero di settembre del
nostro giornale affermava: “E’ stato acquisito il parere del Genio Civile e si sta perfezionando il mutuo con la Cassa depositi e
prestiti, dopo di che si andrà a gara”. Un po’
più prudente di come era stato nell’assemblea tenutasi nel circolo del Pd, dove aveva
affermato che la gara si sarebbe fatta in un
paio di mesi. Ci siamo informati presso gli
uffici comunali, e del bando di gara non si sa
ancora nulla.
Proviamo ad andare un po’ a ritroso: numero
de “La Piazza” del febbraio 2008, quasi due
anni fa; intervento ufficiale dell’Assessore
Aldo Testi: “Rifatto e approvato il progetto
per soddisfare le sopraggiunte direttive
ministeriali che necessita della verifica della
congruità del canone locativo da parte del
Demanio con l’assenso della Prefettura, condizione indispensabile per i passi successivi
(sottoscrizione schema, gara, ecc.)”. A parte
il linguaggio un po’ oscuro, l’impressione era
quella che in tempi brevi la faccenda si
sarebbe risolta. Due anni fa.
Colgo l’occasione per specificare che il
nostro giornale, ed io in particolare, non
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abbiamo nulla di personale con l’Assessore
Testi. Le critiche che facciamo sono sempre
legate a dei fatti concreti, e lui del resto rappresenta l’Amministrazione Comunale in carica per il settore. È evidente che i ritardi, che
sono innegabili, sono responsabilità di tutta
l’Amministrazione, Sindaco compreso, visto
che non si sono mai sentite voci ufficiali che
smentissero gli interventi dell’Assessore.
La sostanza è che a un anno e mezzo dalla
fine dell’Amministrazione Salinetti si può
affermare ormai che la Caserma dei carabinieri non sarà inaugurata prima delle nuove
elezioni del 2011, visto che tra bando di gara
e realizzazione dei lavori i tempi sono davvero impossibili da rispettare. E poi non è
chiaro se ci siano altri problemi.
In altra parte del giornale parliamo di una
casa famiglia nella zona di Cavisello (località Sant’Agostino, sopra il depuratore).
Neanche io, che ho fatto l’assessore nel
periodo in cui si doveva collocare in quello
stabile la caserma dei carabinieri , mi ricordavo che l’edificio era stato costruito per
ospitare la caserma dei carabinieri. Alla fine
non se n’è fatto più nulla. Forse ci avrebbe
guadagnato un privato, ma a giudicare da
come stanno andando le cose non sembra
che il Comune sia in grado di fare meglio.
Non è il caso che ci chiediamo tutti quanti il
perché?
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Politica
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Luci ed ombre dall’Amministrazione Salinetti
a cura di Guido Spicciani (coordinatore del PD di Castel Madama)
Manca poco più di un anno alla fine della prima Amministrazione Salinetti
ed è utile incominciare una riflessione sull’esperienza amministrativa che sta per concludersi
Credo che il suo merito fondamentale sia quello dell’adozione dei piani urbanistici non solo e non tanto per l’impulso alla
pur importante pianificazione territoriale, ma soprattutto per
il ristabilimento di regole dopo un quinquennio di amministrazione di destra dove ha prevalso la soggettività e l’interesse del politico di turno. E tutto ciò è una svolta anche culturale e di civiltà, come pure lo sarà la programmata raccolta
porta a porta dei rifiuti prevista per la fine del 2010.
Dopo di che si possono rilevare luci ed ombre che oggi possiamo affrontare serenamente e con spirito critico dopo la
pubblicazione su “La Piazza” dell’articolo “Le belle primarie,
le rimosse, ovvietà, le infami denunce anonime” a firma di
Marcello Vasselli. Perché quell’articolo, demistificando i tentativi demagogici e trasversali di denigrazione dell’amministrazione di centrosinistra, ha posto le basi per una critica
intellettualmente onesta del percorso amministrativo di questi ultimi anni. Alcune luci dell’amministrazione Salinetti sono
state colte dall’articolo citato, io voglio solo aggiungere che
nonostante la difficile situazione finanziaria ed organizzativa
ereditata l’amministrazione ha lavorato per recuperare terreno. Infatti, occorre ricordare che la precedente amministrazione di Centro Destra guidata dal Sindaco Scardala ha
lasciato il Comune dopo aver contratto (il 31 dicembre 2005)
un mutuo ventennale con relativi strumenti derivati (SWAP)
e dopo aver impostato una politica organizzativa che aveva
promosso circa un terzo dei dipendenti comunali a responsabili di settore. L’amministrazione Salinetti ha dovuto sopperire a questa condizione sacrificando risorse economiche
importanti. Dell’amministrazione certamente si può dire che
ha attuato una politica oculata di spesa e di gestione attenta
del bilancio (per il secondo anno consecutivo sono stati
rispettati i rigidi obiettivi di spesa imposti dal patto di Stabilità, limiti che molti dei Comuni italiani non riescono a raggiungere). Ritengo opportuno evidenziare che la maggior
parte degli interventi realizzati sulle opere pubbliche, le pianificazioni urbanistiche, le manifestazioni culturali e le attività sociali sono state effettuate senza aumentare l’indebitamento dell’ente, e senza trascurare l’impegno per la
copertura dei debiti del passato sui servizi rifiuti, mensa,
cimitero ect. Per esempio per il conferimento in discarica dei
rifiuti del 2009 sono stati versati Euro 500.000,00 pagando il
corrente e circa la metà dell’arretrato ereditato dalla precedente amministrazione (Euro 275.000 anno competenza
2009, Euro 225.000 arretrato). Questo non vuol dire che non
ci siano delle ombre, a mio avviso ci sono elementi sui quali
si deve intervenire con maggiore coraggio ed efficacia di
quanto fino ad oggi sia stato fatto:
• occorre rivoluzionare e rendere più efficiente la macchina
amministrativa e il funzionamento degli uffici, con una mag-
giore organizzazione del lavoro, elevando il grado di innovazione tecnologica e promuovendo un radicale cambiamento
culturale sull’approccio al lavoro di tutti i dipendenti comunali;
• occorre superare il ritardo accumulato per concludere gli
iter avviati: per la costruzione della Caserma; per l’avvio dei
lavori per il nuovo depuratore, per la realizzazione in project financing del Parcheggio Stallone; per l’avvio dei lavori del Piano di Intervento Integrato Frainili che consentirebbe di realizzare numerosi parcheggi a ridosso di Piazza
Dante e di tutto il Centro Storico.
• occorre maggiore impegno per la pulizia, la manutenzione
e la vigilanza del paese;
• occorre inoltre intervenire sul rapporto con l’esterno: troppo si
è lavorato all’interno degli uffici comunali tralasciando spesso
le relazioni con i cittadini e paradossalmente con gli stessi
consiglieri comunali che sostengono l’Amministrazione.
Riconosco che dopo il Sindaco, le maggiori responsabilità
sono del partito più rappresentato in amministrazione, il PD
di cui io sono il coordinatore. Esso infatti è presente con sei
consiglieri che ricoprono tutti cariche istituzionali: tre Assessori, un Presidente del Consiglio, un Capogruppo e due rappresentanti in Comunità Montana. Inoltre il PD, cui spetterebbe il ruolo di forza politica trainante e innovatrice, è
appesantito dalla difficoltà di trovare un lavoro comune ed
omogeneo dei suoi sei consiglieri come conseguenza di una
loro divisione fin dall’inizio dell’esperienza amministrativa.
Ho accettato di ricoprire il ruolo di coordinatore del PD da
alcuni mesi proprio nel momento in cui questa divisione è
stata più aspra per tentare di dare soluzione ad una situazione interna al PD diventata ingovernabile. Sono consapevole che i problemi dell’amministrazione potrebbero compromettere il futuro del centrosinistra, per questo è importante
che il PD svolga il suo ruolo al meglio. È per questo che il
mio compito fondamentale è quello di ricucire antichi strappi
nel PD, ma debbo onestamente dire che svolgo questo ruolo
con difficoltà e qualche volta penso che sia impossibile
riuscirvi. Voglio sperare che ci sia una soluzione e perciò mi
sto impegnando affinché si ritrovi un’unità d’intenti, sia stimolando una maggiore apertura dell’Amministrazione e
della sua giunta rispetto al partito, ai consiglieri comunali e ai
cittadini,sia praticando un confronto nel partito e del partito
con le altre forze politiche, compresa l’UDC che ha svolto
finora un’opposizione basata sui contenuti e non sulla demagogia denigratoria. Un rapporto questo con l’UDC che ho
voluto ufficializzare con un primo incontro proprio perché
voglio privilegiare la trasparenza e i contenuti di una politica
di rafforzamento del centrosinistra rispetto alle tattiche personalistiche trasversali e segrete.
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Politica
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IL PARTITO DEMOCRATICO
E LA LANA “CAPRINA”
di Domenico Fabiani
Il 30.12.2009 ultimo scorso, per la seconda
volta, alla richiesta di convocazione del
Direttivo del Partito Democratico da parte
di alcuni componenti del Direttivo stesso,
si è risposto convocando un “Attivo” (leggasi Assemblea).
Mercoledì 13 gennaio 2010 si è svolto un
direttivo a cui non sono stati invitati tutti i
suoi componenti. Anche volendo sorvolare
sulle diverse anomalie (natura assembleare della riunione e convocazione parziale)
e i rilievi formali, nel caso di specie, assumono sostanza politica, vogliamo marcare
alcuni aspetti del metodo, e del merito,
utilizzati e per fare ciò ricordiamo, per
comodità di ragionamento, alcune regole
riconosciute in tutti i circoli del PD.
– Il Direttivo di Circolo è eletto da tutti gli
iscritti;
– Il Coordinatore del Circolo è eletto a
maggioranza dal Direttivo di Circolo;
– La rappresentanza del Partito Democratico è del Circolo e, per esso, del Coordinatore.
Quanto illustrato, parte dello statuto del
Partito, dovrebbe aiutare a riflettere che il
popolo del Partito Democratico ha delegato unicamente il direttivo a determinare la
sua linea politica, perché è il solo organismo, a livello di Circolo, eletto da tutti
coloro sono iscritti nel PD. Non è un caso
che il Coordinatore, contrariamente ad
altre rappresentanze, non venga eletto
direttamente.
La rappresentanza del Partito (il suo simbolo), appartiene al Circolo (a tutti i
Democratici) e, per esso (il Circolo – tutti
i Democratici – il Direttivo eletto da
tutti), al Coordinatore. E’ il sistema della
rappresentanza indiretta e ad ogni peso
deve corrispondere un contrappeso, forzare l’equilibrio prefissato è alterare il
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processo democratico. Il Coordinatore,
Presiede, nei momenti assembleari il Circolo e il Direttivo nella determinazione
della linea. Non si può sostituire all’uno
l’altro! Il Coordinatore ha il Diritto-Dovere di Presiedere, fino a quando è appoggiato dalla maggioranza del Direttivo, da
cui è eletto e trae legittimazione, diversamente quando non dispone più di quest’ultima, ha il solo ed unico dovere di
dimettersi tempestivamente e senza
indugio. Non si può surrettiziamente convocare parte degli iscritti in assemblea,
dichiarare che non si convocheranno più
Direttivi ma solo “Attivi” e presumere che
ciò sancisca la sostituzione del Direttivo.
Non si può ignorare la richiesta di convocazione di oltre un terzo dei componenti
dello stesso su temi importanti della politica del Partito, non si può omettere di
invitare i suoi componenti. Oltre allo
schiaffo alla Democrazia e un abuso, ciò
rappresenta un maldestro tentativo eludere le determinazioni di un organismo
statutariamente previsto.
Quale credito politico può avere un Coordinatore dimezzato, per stessa ammissione
di chi sostiene l’attuale gestione?
Con quale credito politico si potrà supportare l’Amministrazione Comunale, fare
accordi programmatici, prendere impegni?
Al tutto si aggiunga la necessità di fare
chiarezza in un Partito bloccato.
Se esiste una maggioranza nel Direttivo
che sostiene l’attuale Coordinatore, si
espliciti! Esprima delle idee, una linea,
anziché il nulla, o peggio, gli attuali atteggiamenti.
Se tali minimi presupposti non sussistono
l’obbligo non è quello di rimanere, ma
lasciare che la Democrazia faccia il suo
corso.
Come si può ben comprendere non è una
questione estetica o di Lana, “Caprina”.
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Cultura
Gennaio 2010
“ANTICHI GIOCHI E GIOCATTOLI,
CONTI E CANTE” di Castel Madama
a cura di Carla Santolamazza
Il 6 gennaio 2010 al Castello Orsini è stato presentato il libro di Alessandro Moreschini
Il giorno della Befana nel salone baronale del Castello
Orsini a Castel Madama è stato presentato il libro Antichi giochi e giocattoli,conti e cante di Castel Madama di Alessandro Moreschini.
Moreschini è un poeta in lingua e nel dialetto castellano,
ed ha pubblicato raccolte poetiche in italiano: Camminare (1971) e Sazio d’erbe amare (1976); e in dialetto: Cuturuni cuturuni pe lla pallatana (1983), Casteju bbeju tuttu
vantu (1986), E come chi non pare (1993), preceduta nel
1988 da E tu m’accordi (antologia poetica) in lingua e in
dialetto, seguita da Taratabassuca (1995) e nello stesso
anno da A chi sgòbba la gòbba a chi arobba la robba…(Proverbi, modi di dire, frasi idiomatiche, termini di paragone e soprannomi…), che i castellani conoscono molto
bene. È autore del romanzo L’ultimo degli Equi (2000) e
dell’opera in tre volumi Avviamento allo studio del dialetto
nel comune di Castel Madama (2005).
Chi meglio dell’autore per presentare il libro, selezionando dall’introduzione alcuni stralci:
“... Ma il luogo più caro, e prolifico di sentimenti e di
memorie, è il paese dove sono nato, Castel Madama.
È qui che spesso indirizzo i miei pensieri, è qui che
rileggo il mio passato, è qui che trascorro, quando
posso, le ore del tempo libero.
Qui ritrovo la primitiva visione del mondo, del mio
vivere, i primi passi, la mia immagine di scolaretto ...
Qui ritrovo la mia adolescenza, i primi morsi della
fame, i primi pianti, le cadute, le “scazzottate”, i giochi,
i miei giocattoli fatti di niente, le rincorse; qui rivedo le
albe e i tramonti, i miei olivi, le piante, il venticello,
l’acque sorgive, l’estate delle cicale.
Qui ritrovo il profumo del grano, del fieno, delle mele,
delle pere, dei fichi, l’autunno delle uve, del mosto
nelle cantine, dell’olio nei frantoi a dicembre.
Qui ritrovo la fragranza del pane appena cotto al forno.
Rammento le feste religiose con i riti di S. Michele
Arcangelo Patrono, sia a maggio sia a settembre, con la
fiera del bestiame, di S. Sebastiano con ju calemme
(l’albero della cuccagna), di S. Antonio con la corza de i
cavaji, della Madonna co j-atali , di San Sidoro co ju sulicu a le fratti ... e poi il Natale, il Carnevale, la Pasqua
delle taccatàvore, delle gnàcchere e delle suggestive
processioni...
Ricordo le donne anziane avvolte nelle antiche vesti
(varneji e scialle) il loro recitare il rosario nei portoni
dei palazzi, lo schiamazzo di noi adolescenti nei cortili,
... a catturare lucciole e nelle giornate fredde, entro i
portoni a giocare a i quattru cantuni, a mazzarocca, a
zompacavaju, a ju schiaffu, a ju cucuzzaru o a anello
anello mio bell’anello ... a zirumatiju e persino a rappresentare la morte con la cócózza e la cannela (la notte
di Halloween..?!!!)
Oggi, ad un’età nella quale la vita per me è in gran parte
vissuta, ho voluto ricordare né con nostalgia né con
rimpianto, ma con lo sguardo rivolto al futuro, i luoghi,
la lingua dei miei avi, le loro tradizioni, i loro usi, i loro
costumi e soprattutto, in questo caso, i tanti giochi e
giocattoli, conte e cante che avevano allietato la mia
fanciullezza.
I bambini e i ragazzi d’oggi non hanno più veri e propri
giocattoli, né li costruiscono insieme ai loro padri, alle
proprie madri, ai nonni come avveniva una volta, ...
Il loro passatempo sono soprattutto i programmi televisivi, i videogiochi, la playstation, le puzzle, senza dubbio
utili per lo sviluppo dell’intelligenza, ma ai quali non si
affezionano che per un solo giorno. ... Io ricordo la
grande ed indescrivibile gioia che provavo quando con il
nonno o mio padre si costruiva insieme un gioco (ju piccuru, ju ruzzicu, ju carammatu) ossia il giocattolo che
avevo desiderato fortemente oggetto da tempo della
fantasia e dei miei pensieri. ...
Giochi che hanno una loro origine antichissima: romana, greca, etrusca e spesso legata agli antichi mestieri
dei nostri avi (il calzolaio, il bigonciaio, il muratore, il
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Cultura
potatore, il contadino, il mietitore, il fornaio, ju mulinaru, il falegname, il pescatore, lo sediario, il fabbro, il
sarto, la cazettara, l’ovara, ju ‘mmastaru, ju facocchiu )
tanto per citarne qualcuno. ...
Si giocava ... co ju pìccuru (la trottola), co la pizzarda (la
trottolina), co ju ruzzicu (la ruzzola), co ju circhiu (il
cerchio), co l’elica (l’elica), co ju monopattine (il
monopattino), co la caròzza (la carrozza), co la ciriminella(a Torino cirimela) (la lippa), co i bricci (i sassolini), co la mazzaròcca (fazzoletto annodato), a zirumatiju (con il bottone), co ju carammatu (il carro armato),
co la fionna (la fionda), co la mazzafiónna (la mazzafionda), co ju scuppittu (lo scoppietto), co j-aeroplanu (l’aeroplano), co ju scuppittu (la cerbottana) co la stélla (l’aquilone), co ju monopattine (il monopattino), co i
sordi, a battucchittu (a battimoneta) a santucciu (a battino), a battimuru (battimuro). ... a ccoccia o spiche
(testa o croce), a quatrucciu (a quadrettino), a palline
(le biglie), a buccinu (senza buca), a piripirì, piripirà a la
cadà (con la buca) gioco che a Roma si diceva: zibidì,
zibidè, buca c’è ... al gioco delle noci ...
Altri giochi si facevano con le piastrelle (scaglie di pietra levigata), a zicchiuvale (con gli ossi di pesca), a
zirumatiju (con il bottone infilato ad uno spaghetto o
un filo), a simmorella ... Si giocava ai quattru cantuni
(rubacantone), a sarda la quaja (la cavallina), ad una
luna (uno, monta la luna), a cilu o tana (nascondino), a
mosca cieca (mosca cieca), a scaricabbarile (scaricabarile, gioco d’abilità), a tocca feru (tocca ferro), a buzzicu rampichinu (buzzicu-toccata), a topa topa ... E
poi, a ‘ncazarella (acchiapparella), a toccaféru (tocca
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ferro), a picca (gioco a squadre), a corda (alla corda), a
ju tiru de la fune (il tiro della fune), a campana (a campana), a zompacavaju, (saltacavallo- a Roma era chiamato saltamontone), a sgrullabastone (gioco d’abilità a
tenere un bastone (50 cm.) diritto nel palmo della
mano o in un dito correndo), a sciricarella (scivolarella), con le bbolle de sapone, a palazzu palazzu vergine
( palazzo palazzo vergine), a ggiru giru tunnu (girotondo), o che beju casteju (o che bel castello), ... le
bbelle statuine, una dova tre, stella. Ovviamente non
vorrei dimenticare i primissimi giocattoli e giochi dei
neonati quali ju sonareju (il sonaglio), ju suchittu (il
succhietto), la bammola (la bambola costruita con
ciuffi di lino o di canapa avvolta in stoffe variopinte per
le bambine), il cavalluccio di legno (ju cava(ll)jucciu)
per i bambini...E ancora giochi e divagazioni, come
bella piazza bella piazza, Giggino e giggetto, il gioco
del perché, a mazza bubbù canne corna stavu quassù, a
Oreste Oreste bbum, a pizza e ricòtta bbu; a ce stea ‘na
pecora pazza, a vistu è j’occhiu bbeju, a trucci trucci
cavaju, a ssedia ssidiòla, a bumbàra bumbàra, a le mani
di papà, dove stà qui o qua?
Nei miei lavori soprattutto in “Taratabassuca”, ho citato
conte, indovinelli, cantilene, filastrocche, stornelli e
scongiuri e alcuni giochi... ma in quest’opera, che dedico oltre che a mio figlio, a tutti i bambini di Castel
Madama, metto in primo piano i giochi e giocattoli di
ieri che rappresentano l’essenza e la vita dei ragazzi di
una volta sia all’interno della scuola che della famiglia.
DUE NUOVE CONSORELLE NELLA CONFRATERNITA DEL S.S. SACRAMENTO
Domenica 10 Gennaio 2010 a conclusione delle Festività per il IV centenario della Confraternita del S.S.
Sacramento, si è svolta presso la
Chiesa di S. Michele Arcangelo in
Castel Madama, nella S. Messa delle
ore 12,00, la Vestizione di due consorelle nelle persone di Scrocca
Angela e Mariotti Urbana. Nell’omelia il parroco don Franco Pelliccia
ha sottolineato l’appropriatezza del
tema della giornata del battesimo del
signore con l’avvenimento odierno
in riferimento alla missione della
Confraternita che è chiamata a lavorare insieme alle autorità ecclesiastiche per la diffusione del Regno
di Dio.
La missione della Confraternita è in particolare una forma di apostolato dei laici.
Le caratteristiche dei confratelli sono ancora oggi formazione alla vita cristiana attraverso la catechesi e la partecipazione ai sacramenti, la creazione di forme nuove di carità e di aiuto al prossimo.
Si ringraziano tutti coloro che hanno partecipato e che hanno permesso la celebrazione.
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Si dimette il Sindaco: TIVOLI AL VOTO
a cura di Carla Santolamazza
Il Sindaco Baisi si è ufficialmene dimesso allo scadere dei 20 giorni dall’annuncio delle
dimissioni, presentate il 31 dicembre 2009, con una comunicazione al Presidente del
Consiglio Comunale di Tivoli
Con una lettera aperta ai cittadini il Sindaco Baisi aveva
spiegato le motivazioni della sua decisione, lasciando
aperto uno spiraglio di ricomposizione nei 20 giorni
concessi per legge, ma il 21 gennaio sono arrivate le
dimissioni definitive. I cittadini tiburtini voteranno alla
fine di marzo il nuovo sindaco. Nella lettera così si esprimeva il sindaco uscente: “L’amore che provo per la
nostra città mi ha portato a presentare le dimissioni che
sono state la conseguenza dell’impossibilità di un governo forte e autorevole della città a causa della perdurante crisi politico-amministrativa. La legge mi mette a
disposizione venti giorni per riflettere prima che le mie
dimissioni diventino definitive. Nel nome della città e
del mandato che mi è stato affidato ho il dovere di ricercare e trovare una soluzione forte alla crisi politica,
attraverso la ricomposizione di una giunta nuova e coesa
intorno al nostro programma amministrativo”. Concludeva: “Per il bene della nostra comunità invito i Consiglieri comunali e i partiti e i movimenti politici della
coalizione che si riconoscono nel programma amministrativo ad assumersi le proprie responsabilità, impegnandosi con lealtà e coerenza per continuare il lavoro
avviato e compiuto nell’interesse della collettività. Se
tutto ciò non sarà possibile, le mie dimissioni diventeranno irrevocabili e chiameremo di nuovo i cittadini ad
esprimersi con il voto poiché il futuro di Tivoli merita
un’azione di governo incisiva, lungimirante e alla luce
del sole “. Con questo gesto Baisi inviava un messaggio
forte e chiaro a chi aveva realmente in mano il futuro
della sua amministrazione, perché riflettesse e si assumesse le proprie responsabilità, nel bene o nel male. Per
poter ricomporre una Giunta nuova e coesa richiamava
l’attenzione di tutti quelli che ancora si riconoscevano
nel programma amministrativo fondato su dieci grandi
temi: Attenzione alla famiglia, alle giovani coppie, al disagio
e alla marginalità; Sviluppo dell’edilizia residenziale agevolata di iniziativa pubblica e privata e sostegno al “piano casa”;
Realizzazione del by-pass della Tiburtina e delle opere per la
mobilità (parcheggio di piazza Garibaldi e parcheggio di
scambio presso la nuova fermata Fs a Tivoli Terme); Crescita
turistica e centralità del Polo tiburtino per il futuro dell’economia del territorio; Riqualificazione del centro storico, valorizzazione della cartiera comunale e recupero delle aree industriali; Riqualificazione Tivoli Terme e completamento della
vendita delle azioni Acque Albule; Gestione integrata dei rifiuti, tutela dell’ambiente e rilancio ASA spa; Attenzione per le
periferie e per il loro recupero urbanistico (esempio Arci); ComPia La
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pletamento di tutte le opere
iniziate e in corso di realizzazione valorizzazione
degli impianti comunali a
cominciare da quelli sportivi; Miglioramento e potenziamento dei servizi pubblici comunali con particolare
riferimento alla partecipazione, all’informazione e
alle nuove tecnologie. Ma
tutto questo non è servito, perché già da tempo la crisi era nell’aria: il sindaco
non aveva più la maggioranza a suo sostegno, tanti erano
i problemi, come la profonda crisi economica dell’Azienda municipalizzata per la raccolta dei rifiuti, e la
frattura era così profonda che non c’erano le basi per la
ricomposizione. In piena coerenza con le motivazioni
illustrate nella lettera aperta, Baisi è rimasto fermo sulla
propria linea di responsabilità istituzionale, appoggiato
da gran parte della maggioranza consiliare, dal Partito
Democratico provinciale e locale. Quindi la decisione
definitiva dopo gli ultimi tentativi di trovare una soluzione.Alcuni stralci delle dichiarazioni del sindaco Baisi:
“... Ho voluto onorare fino in fondo il patto e la fiducia
dei miei concittadini e per questo, preso atto che cinque
consiglieri non intendevano risolvere definitivamente la
crisi, ho mantenuto la mia decisione. Fino alla fine ho
cercato una soluzione ragionevole e sostenibile ma la
posizione dei cinque non ha consentito alcun livello di
mediazione. ... i cinque consiglieri hanno risposto con
una proposta irricevibile, pubblicata in parte anche dagli
organi di stampa, che comprendeva la non chiusura
della crisi, la ridiscussione del programma e degli organigrammi, assessorati e poltrone, con il tentativo di
imporre le proprie condizioni al gruppo di maggioranza. ... in alcun modo mi sono piegato ai tentativi di
ricatto politico di alcuni consiglieri comunali che, in
cambio della sopravvivenza, avrebbero portato la città
in una situazione di totale sbando. In questo modo, oltre
che del tradimento del mandato ricevuto dagli elettori,
reputo i cinque consiglieri responsabili di aver interrotto la realizzazione del programma e il lavoro che ha portato al raggiungimento di importanti obiettivi per la
città, nel proseguimento della linea della crescita e dello
sviluppo. Lavoro che, mi auguro, possa essere presto
ripreso e portato avanti”.
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SICUREZZA E FORMAZIONE: GLI
IMPEGNI DEL CONSIGLIO COMUNALE
Consiglio straordinario “sulla morte del giovane
Stefano Onofri” tenutosi sabato 19 dicembre 2009
nella palestra comunale gremita di gente. Tanti gli
interrogativi e le proposte fatte dai cittadini, che
continuano ad interrogarsi sui motivi di tanta violenza. Protagonista degli interventi il problema
della sicurezza, della formazione e del sostegno alle
famiglie. Richieste che hanno trovato una prima
risposta nella delibera consigliare approvata all’unanimità. L’Amministrazione, infatti, si è impegnata a
concludere quanto prima il procedimento per la
costruzione della nuova caserma dei Carabinieri,
che sarà intitolata al brigadiere “Renzo Rosati”. Inoltre, sono state invitate le Forze dell’Ordine ad operare al meglio, nei limiti dei mezzi a disposizione,
per innalzare la qualità della sicurezza pubblica. A
tal fine è stato richiesto al Prefetto un immediato
aumento di organico della Stazione dell’Arma di
Castel Madama, per un più esteso e frequente controllo del territorio. Da parte sua il Comune Castellano cercherà di aumentare la dotazione oraria della
Polizia Locale, in modo che vi sia una presenza maggiore di agenti per far rispettare anche le più elementari regole di comportamento civico. Ma non è
tutto. «Stiamo sollecitando l’iter del finanziamento
regionale sul progetto Sicurezza Integrata dei
Comuni, che prevede interventi di videosorveglianza e di educazione alla cittadinanza responsabile»
dichiara il Sindaco Giuseppe Salinetti. Per i più giovani sarà istituito anche il Consiglio comunale dei
ragazzi, per avviarli – come si legge sulla delibera alla convivenza civile e alla partecipazione civica.
Nel frattempo sono già state rimosse dai muri pubblici scritte offensive della dignità delle persone e
inneggianti alla violenza. I consiglieri e gli amministratori hanno dato vita ad un gruppo di lavoro, che
si è proposto di organizzare audizioni pubbliche con
il supporto volontari di professionisti. Il Vescovo di
Tivoli Mauro Parmeggiani ha già inviato al Sindaco
di Castel Madama la Sua disponibilità a venire a parlare alla cittadinanza in questo momento di “emergenza educativa”, come già lo aveva definito nell’omelia per le esequie di Stefano Onofri. Stessa
disponibilità anche da parte del Consiglio dell’Ordine degli Psicologi del Lazio, che ha deliberato di
voler intraprendere iniziative propedeutiche ad un
intervento psicologico sul territorio castellano.
«Maggioranza ed opposizione – ci tiene a sottolineare il Sindaco – sono unite per affrontare questa
situazione. Gli impegni assunti vogliono essere una
risposta immediata al bisogno di sicurezza e di
formazione dei cittadini. Stiamo programmando
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iniziative per sostenere le famiglie, le associazioni e
la scuola a lungo termine e non solo in questo
momento di disorientamento e di allarme».
LA POLITICA CASTELLANA UNITA
PER AFFRONTARE L’EMERGENZA
Correttezza ed equilibro: sono questi gli impegni
che i politici castellani hanno preso davanti alla cittadinanza nell’ultimo consiglio comunale sulla
“morte del giovane Stefano Onofri”. All’unanimità
si sono impegnati ad attuare il loro lavoro con spirito di servizio e nel rispetto dei principi di convivenza civile, democratica ed istituzionale. «Ci siamo
impegnati formalmente affinché l’informazione
politica locale favorisca il confronto delle idee e dei
programmi, ed eviti ogni riferimento alla sfera personale e professionale degli avversari politici» spiega il Sindaco Giuseppe Salinetti. Maggioranza ed
opposizione si sono ritrovate unite nel cercare un
clima di dialogo e di serenità per affrontare la tragedia che ha colpito la comunità castellana. Tanti gli
interrogativi senza risposta ma tutto il Consiglio ha
unito le forze per cercare di coinvolgere la cittadinanza alla partecipazione pubblica ed al rispetto dei
valori e dei beni comuni.
Dall’Ufficio Stampa del Comune di Castel Madama
23 dicembre 2009
Riceviamo e Pubblichiamo
Gentile Redazione “La Piazza” vorremmo fare gli
auguri per tutto l’anno 2010 a due fratelli che come
sport hanno: LA VELA PER PASSIONE.
Vento forte, mare mosso, temperature rigide, e
come ci si deve muovere e respirare l’energia del
vento adattandosi all’onda.
Quanto basta per scoraggiare chiunque a passare il
sabato e la domenica in mare.
Molto coraggiosi sono i fratelli Kevin e Simone De
Livio che si presentano puntuali all’appuntamento
per gli allenamenti e e le regate.
Kevin, 14 anni, due anni di esperienza con l’optmist, quest’anno con il laser.
Simone, 12 anni, sfida invece le onde con il suo
windsurf.
Due ragazzi che riescono a conciliare la loro vita di
tutti i giorni con la passione per il mare.
Gli auguriamo “Buon Vento” per tutto l’anno 2010.
Mamma e Papà
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AUMENTO DELLE TARIFFE DAL PRIMO GENNAIO
PER L’AUTOSTRADA A24 - A25
Le tariffe della Strada dei Parchi S.p.A. sono aumentate del 4,78% in conformità alla Convenzione stipulata con l’Anas ed in base al Decreto Interministeriale del 24 dicembre 2009 del Ministero delle
Infrastrutture e dei Trasporti di concerto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze. Questa la nota
della Strada dei Parchi Spa, società che gestisce la concessione di costruzione ed esercizio dell’A24
(Roma-L’Aquila-Teramo) e A25 (Torano-Avezzano- Pescara). La società ha spiegato che si tratta del
primo adeguamento tariffario degli ultimi tre anni, comprensivo degli incrementi dell’1,28%, dello
0,76% e dell’1,11%, maturati rispettivamente per gli anni 2007, 2008 e 2009 e non applicati negli anni
precedenti. Inoltre ha precisato che, in relazione al tipo di veicolo utilizzato (auto, moto, furgoni,
camion), allo specifico percorso autostradale e per effetto del meccanismo di arrotondamento ai 10 centesimi di euro (per difetto o per eccesso), previsto per legge, l’incremento finale del pedaggio può essere superiore, inferiore o anche nullo rispetto al predetto aumento annuo della tariffa unitaria. Per Adoc
(associazione per la difesa e l’orientamento dei consumatori) l’aumento del 4,78% è ingiustificato ed
ha chiesto il blocco del rincaro per venire incontro alle famiglie abruzzesi vittime del terremoto. Carlo
Pileri, Presidente dell’Adoc, ha dichiarato: “riteniamo assurdo il rincaro del 4,78% per il pedaggio sulla
Strada dei Parchi che collega l’Abruzzo. Dopo il disastroso terremoto la zona non si è ancora completamente ripresa, molte famiglie hanno ancora la necessità di fare continui trasbordi da e per il proprio
luogo d’origine, aumentare il pedaggio è un danno grave e ingiustificato. Per questo chiediamo che sia
posto un blocco agli aumenti sulla Strada dei Parchi, mantenendo in vigore le attuali tariffe e auspichiamo, inoltre, una diminuzione dei prezzi che porti i valori delle tariffe autostradali al periodo antecedente il terremoto. Un intervento che allevierebbe le sofferenze dei terremotati e che potrebbe permettere il rilancio del turismo nella Regione, un settore fondamentale per l’economia”.
L’angolo di Bruno ...
VIVERE
– Vivere è una serie ininterrotta di errori, ognuno dei quali sostiene il precedente e si appoggia al
seguente. Finiti gli errori, finito tutto. (E. Flaiano)
– Cerca di diventare non un uomo (o donna) di successo, ma piuttosto un uomo (o donna) di valore.
(Albert Einstein)
– Contrariamente a quanto si crede, le persone profondamente corrette arrivano quasi sempre per
prima. (Malcom Forbes)
– Dalla vetta non si va in nessun posto, si può solamente scendere. (Mauro Corona)
– Attendiamo sempre ... E la vita è passata. (P. De Nolhac)
– Si può vivere senza filosofia, senza musica, senza gioia e senza amore ... ... ma mica tanto bene. (V.
Jankelevitch)
– Viviamo nascosti sotto una maschera, nella paura di sentirci nudi agli occhi di chi ci guarda. Toglila:
ti accorgerai di essere nuda ma inconfondibilmente viva! (Anonimo)
– Vivere oggi: non si lavora più ormai con il sudore della propria fonte; ma si vive in una perpetua
usura dei nervi, dovuta ai ritmi troppo rapidi, ad una troppo stretta vicinanza alla folla, a rumori
troppo acuti e lancinanti, a continue difficoltà amministrative che sembrano angherie. (M. Ragon)
– Noi camminiamo attraverso noi stessi, incontrando ladroni, spettatori, giganti, vecchi, giovani,
mogli, vedove, fratelli, adulterini. Ma sempre incontrando noi stessi. (J. Joyce)
– La vita è una fetta d’anguria. C’è un solo modo per gustarla: infilarci il grugno dentro, lordandosi
da un orecchio all’altro, poi sputi i semi, butti la buccia ... e l’anima vola al cielo. (F. Silvestri)
– Non vi è rimedio per la nascita e la morte, salvo godersi l’intervallo. (G. Santayana)
– La vita è una cosa meravigliosa, ... ma si poteva far di meglio. (A. Frassineti)
Ricerca e raccolta di idee, pensieri ed opinioni a cura di Bruno Testa
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La Valle d’Aniene in mostra a Roma
PITTURA, SCULTURA, ARTI VARIE
SUMMIT HOTEL
via della Stazione Aurelia 99, Roma - INGRESSO LIBERO
31 GENNAIO 2010 dalle ore 10,30 alle 21.00
Cinquanta artisti e artigiani in esposizione per onorare
l’attività pittorica di Giovan Antonio Bazzi
detto il Sodoma nella Valle d’Aniene
I premio: 400.00 euro / II premio: 100.00 euro
III premio: coppa
Comitato promotore:
Conte Prof. Daniele Radini Tedeschi (Storico dell’Arte); Avv.to Stefania Pieralice
(Pres. Ass.ne Culturale “Rosa dei Veniti”); Prof. Sergio Rossi (Docente ordinario
Università La Sapenza); Prof. Paolo Ferruzzi (Accademia delle Belle Arti-Roma);
Prof.ssa May Britt-Andersson (Università di Upssalla-Svezia); Dr. Gianni Dunil
(SG-video); A. D’Agostini (Resp. Naz. Poesia e Letteratura - Mov. “Poeti d’Azione”)
Saranno invitati come ospiti d’onore:
Fabrizio Frizzi
Prof. Egidio Maria Eleuteri
M. Sebastiano Sanguigni
Roberto Narducci
M. Ennio Calabria
Dr. Fabio Croce
Cav. Augusto Giordano - Dir. Radio Rai 2
Christina Magnanelli Weitensfelder
Prof. Salvatore Giuliano Franco
Mauro Antonimi
M. Sergio Guadagni
Dr. Angelo Manciocchi
Il Comitato Promotore invita tutti i catellani e la redazione del mensile “La Piazza”
all’appuntamento del 31 gennaio 2010
CASTEL MADAMA: NUMERI UTILI
Comune: 0774-45001
Pro-Loco: 0774-449500
Carabinieri: 0774-447002
Vigili Urbani: 0774-447305
Ospedale Tivoli: 0774-335086
Farmacia: 0774-447001
Vigili del Fuoco: 115
Servizio Guardia Medica: 118
Croce Rossa Italiana: 0774-531934 / 531938
Protezione Civile: 0774-4500243
Biblioteca Comunale: 0774-4500209
U.S.L. RM/G - Tivoli
Prenotazioni 800986868
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Sito Web
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“LA PIAZZA” presenta il nuovo sito WEB
a cura di Carla Santolamazza
Per i lettori del giornale “La Piazza” sul web è a
disposizione il nuovo sito, con una grafica completamente diversa curata da Andrea Fontana.
Digitando l’indirizzo www.lapiazzacastelmadama.com si entra nella home page de La Piazza
Web. La prima novità è la possibilità di abbonarsi
e ricevere on-line le copie del giornale scaricabili
in PDF a soli 15 euro l’anno.
L’utente per avviare l’abbonamento on line deve
comunicare all’indirizzo [email protected] il proprio indirizzo mail su cui
riceverà l’autirizzazione con la password per entrare. Il sito è ancora in fase di completamento per cui
alcune sezioni non sono ancora disponibili, ma è
possibile nella voce archivio avere a disposizione
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per la lettura e la ricerca tutti i numeri del giornale
dal 2004, anno di nascita, al 2009. Quando il sito
sarà completato alla voce La Piazza si potrà accedere all’area riservata, alla ricerca dei numeri del giornale desiderati, di notizie sugli abbonamenti e sulla
pubblicità; alla voce Redazione una presentazione
su chi siamo e dove siamo, come contattarci ed inoltre notizie amministrative; sarà a disposizione dei
lettori anche una galleria fotografica. Sempre nella
home page ogni giorno i visitatori potranno trovare
notizie relative a fatti su Castel Madama desunte da
articoli di giornali nazionali o locali.
Per chi vuole inviare testi o lettere da pubblicare
sul giornale, l’indirizzo e-mail è:
[email protected].
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Vicovaro
UN CAMPIONE DEL MONDO A VICOVARO
Kaopon Lek, Wordl champion di Muay Thai,
tiene uno stage nella palestra comunale
di Roberto Bontempi
Da qualche anno
a Vicovaro è
nato uno Sport
Club che avvicina le persone
alle arti marziali
tra cui la boxe
tailandese, il
Muay Thai, che
sta ottenendo un
successo sempre
crescente. Basti
pensare che oggi
il gruppo di
Muay Thai di
Kaopon Lek mostra la sua cintura di
Vicovaro può
campione del mondo di Muay Thai
contare su un
Maestro, Emolo
Trezzini, un Istruttore Cintura Nera 2 Knan,
Claudio De Simone e due Allenatori, Andrea
Ziantoni e Ugo Solitari, tutti in possesso di diploma riconosciuto dal CONI.
Sabato 16 gennaio, i 60 iscritti vicovaresi (45
adulti e 15 ragazzi tra gli 8 e i 15 anni), insieme ad
altri atleti provenienti da Roma, Frosinone, Ciampino e Tivoli hanno vissuto una giornata particolare: presso la palestra della scuola media, infatti,
hanno potuto seguire uno stage dimostrativo tenuto niente di meno che dal campione del mondo di
Muay Thai, Kaopon Lek, giunto a Vicovaro insieme al suo Master, Boer Gianbattista. Il trentaduenne fuoriclasse tailandese, sposato con una
ragazza triestina, ha entusiasmato i tanti ragazzi
Un momento della dimostrazione di Muay Thai
presenti e mostrato un po’ di quella abilità che lo
ha fatto diventare una star nel suo paese, dove il
Muay Thai ha più o meno lo stesso seguito che ha
da noi il calcio. Al termine di questa giornata speciale, i ragazzi hanno poi cenato insieme al campione del mondo.
L’Istruttore Claudio De Simone, che ringraziamo
per le informazioni forniteci, ci tiene a sottolineare che «Muay Thai non significa violenza ma passione, sacrificio costanza» e insiste sul valore educativo delle arti marziali in generale: «attività
sportive di questo tipo aiutano a formare atleti
autentici indirizzandoli al rispetto delle regole, e
contribuiscono al rafforzamento della disciplina e
del carattere… inoltre rappresentano un’alternativa alla sedentarietà, all’abuso di videogiochi, televisione, ecc».
Tutti coloro che volessero essere iniziati a questa
antica disciplina, dunque, sanno che a Vicovaro
hanno un punto di riferimento cui rivolgersi.
VINCERE LA CRISI - incontro pubblico il 22 gennaio
A Vicovaro è previsto un incontro pubblico sul tema “Vincere la crisi e ridare fiducia all'economia e
agli abitanti della Valle dell’Aniene”. Sociologi, esperti di finanza e uomini politici discuteranno sul
delicato argomento venerdì 22 gennaio, a partire dalle ore 15,30, presso il palazzo Cenci Bolognetti.
Di questo appuntamento, organizzato dall’associazione culturale “Territorio e Management”, speriamo
di dare un resoconto più dettagliato possibile sul prossimo numero de “La Piazza”.
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Vicovaro
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A VICOVARO UN NATALE IN FESTA
di Roberto Bontempi
Le festività natalizie rappresentano sempre un
momento privilegiato per l’organizzazione di iniziative culturali e tradizionali di vario genere ed
anche a Vicovaro, durante le ultime feste, a
cominciare dai Babbi Natali e le Befane che, invitati in Piazza dall’Amministrazione comunale,
hanno distribuito ai bambini dolci e giochi, non
sono mancate occasioni di aggregazione organizzate da varie associazioni locali.
Danza
Le due scuole di danza, che ormai da qualche
anno con consenso sempre crescente accolgono i
tanti appassionati della zona con competenza e
passione, qualche giorno dopo il successo ottenuto nelle due serate al teatro Giuseppetti, hanno
allestito due spettacoli a Vicovaro.
La Salyza Ballet della Mary Rose School di
Sara Duvalli ha preparato una esibizione di
danza moderna, dal titolo “Tersicore a Natale”,
che si è svolta nel pomeriggio di domenica 20
dicembre presso la palestra della scuola media
di via Francorsi.
La Godzilla Funk di Desirée Di Giuseppe e Amedeo Crielesi, invece, ha tenuto il suo spettacolo di
hip-hop, “Heal the world”, il 23 dicembre, presso
la omonima sala in via Mameli. Nel corso della
serata si sono raccolti beni di prima necessità a
favore del Perù attraverso la collaborazione dell’associazione “Operazione Mato Grosso”.
Entrambi gli eventi, durante i quali si sono esibiti
i diversi gruppi di ballerini di tutte le età e tutti i
livelli di abilità, hanno raccolto un ottimo successo di pubblico e scatenato un entusiasmo che pare
destinato a crescere sempre di più.
foto di Maurizio Dante
Concerto della corale
foto di Angelo Nascenzi
foto di Angelo Nascenzi
foto di Angelo Nascenzi
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Vicovaro
foto di Angelo Nascenzi
Se gli spettacoli di danza sono una gradita novità
piuttosto recente, il concerto di Santo Stefano
della corale di Santa Cecilia, invece è ormai un
appuntamento tradizionale degli eventi natalizi
vicovaresi.
Tenutosi anche quest’anno nella chiesa di San Pietro, il concerto, organizzato con il sostegno del
Comune di Vicovaro, è stato centrato prevalentemente su brani natalizi sia di autori classici (Ave
Maria di Rossini, Puer natus di Bach, Laudate
Dominum di Mozart) che moderni (White Christmas, Star Carol), che hanno rievocato la tipica
atmosfera natalizia. Anche quest’anno la Corale
diretta da Roberto Proietti, si è avvalsa dell’accompagnamento all’organo del maestro Daniele
Rossi e della voce solista di Carla Ferrari. Presenti, tra gli altri, il Sindaco di Vicovaro, ingegner
Sirini, che ha confermato il sostegno della sua
Amministrazione alla Corale.
foto di Angelo Nascenzi
Presepe in famiglia
A proposito di tradizioni ormai radicate, il “Presepe in famiglia”,
per espressa
volontà del parroco, don Benedetto Molinari, è
giunto alla sua
ventunesima edizione. Con queCoppe e medaglie per i partecipanti
sto concorso i
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Il presepe allestito nella chiesa di san Pietro da Roberto Moltoni
Premiazione del vincitore del concorso
vicovaresi, grandi e piccoli, possono dimostrare la
loro abilità nell’antica arte di allestire presepi in
casa. Una commissione giudicante, composta
quest’anno da Vincenza Casu, Annarita Crielesi,
Antonella Crielesi, Maria Antonietta Crielesi e
Francesca Ricci, ha visitato i presepi concorrenti e
stilato una graduatoria di merito. Le premiazioni
si sono svolte, come consuetudine, la domenica
dell’Epifania nella chiesa di San Pietro. Ad aggiudicarsi il primo premio è stato, per l’ennesima
volta, il grande appassionato Roberto Moltoni
(che quest’anno, tra l’altro, ha curato anche l’allestimento di uno splendido presepe in chiesa);
secondo posto per Pasquale Grignani e terza piazza per Ilaria Speranza. Il premio per l’originalità è
andato invece a Gabriele Durante. Per ciascuno
dei quattro una coppa offerta dalla Comunità
montana dell’Aniene, mentre tutti gli altri partecipanti hanno ricevuto una medaglia.
Cinema
L’associazione culturale giovanile “Occhio!”
insieme al centro sociale “Il Pidocchietto”, hanno
dato vita ad un 27 dicembre a tutto cinema cominciato il pomeriggio con “Nightmare before Christmas” di Tim Burton, e concluso con la trilogia
delle tre madri di Dario Argento.
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Tivoli
Padre Domenico... missione Africa!
di Valentina Torella
È da tempo nelle coscienze di tutti il fatto che l’Africa sia un Paese povero e sottosviluppato sotto
molti punti di vista. Per questo numerosi gruppi e
organizzazioni si sono adoperati negli anni per
portare aiuti concreti di ogni genere a chi è sicuramente meno fortunato. E tra questi c’è il “Gruppo
Ismaele Onlus” nato nel 2003 soprattutto a favore
dei bambini africani. Esso si occupa in particolare
delle necessità del Congo-Brazzaville favorendo
soprattutto l’adozione a distanza, l’invio dei farmaci per il dispensario dei villaggi di Makoua e
Djri, e del sostegno economico per progetti in
favore di gente del posto. Ma oltre a tutto ciò si è
reso indispensabile portare in quei posti anche la
“Parola di Dio”, lì dove è davvero difficile credere in qualcosa o in qualcuno che ti possa dare un
futuro di speranza in mezzo a una realtà di fame e
disperazione. E i Frati Francescani sono presenti
in Congo dal lontano 1991. Tra questi c’è stato e
c’è ancora Padre Domenico, missionario e soprattutto uomo di straordinaria umanità che, così
facendo, ha preso parte a un progetto di grandi
obiettivi attraverso il quale si è riuscita a prendere
in affitto una grande casa che attualmente ospita
un gruppo di bambini e ragazzi di età compresa tra
i 7 e i 15 anni che vengono aiutati “in toto” sia per
quanto riguarda la loro sopravvivenza che la loro
formazione culturale. Il tutto viene realizzato grazie all’aiuto di un gruppo costituito da volontari
che pur di poter svolgere il proprio lavoro si autotassano non percependo compensi. E proprio
Padre Domenico, contagiato da una sorta di “mal
d’Africa” che lo richiama continuamente in quei
posti, è stato totalmente conquistato dalla gioia e
dal sorriso di quei bambini che sono sempre felici
pur avendo ben pochi motivi per esserlo. Così
venendo nella Parrocchia di San Francesco di
Tivoli, dov’è attualmente da un anno e tre mesi, si
è ritrovato a convincere sempre di più nelle sue
omelie gente benestante del fatto che far del bene
agli altri significhi condividere con loro lo stesso
bene ricevuto da Dio. È grazie perciò anche a missionari seri e volenterosi come Padre Domenico
che oltre a un po’ di agio in più ora in Congo ci
sono 24 frati congolesi e che si siano riusciti a
celebrare alcuni battesimi di neonati del posto con
rito cristiano. Davvero un bel traguardo per persone che di base credono soltanto negli spiriti e negli
amuleti.
Benvengano perciò persone come Padre Domenico e tutti coloro che contribuiscono in progetti di
così elevata nobiltà, poiché senza alcun dubbio la
vera nobiltà è soltanto quella d’animo…
Per donazioni:
C/C Postale N. 44322865 ABI 7601 - CAB 03200
IBAN: IT 72 M 07601 03200 000044322865
intestato a GRUPPO ISMAELE ONLUS
+ causale: CASA FAMIGLIA BRAZZAVILLE
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Letteratura popolare
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LA IN R U
T O
M
di Gualtiero Todini
Nulla nova, bona nova. Gli anni 1915-1918 furono per noi italiani gli anni della Grande Guerra. A
Castello qualcuno chiedeva a Giggione Grelli:
“Che nòva ce sta uoi? Notizie dal Fronte oggi?”.
“Nulla nova. Nessuna notizia!”. Allora, nulla
nova, bona nova!, come diceanu j’ Antichi Padri.
Ma non sempre era così, se a Casteju e a tutti ‘ssi
paisitti ‘ntornu ce sta ‘na lapide dove stanno scritti i nomi di quanti nella Granne Guera sono morti
per la Patria. Tu va ’a Vicovaro; o a Sammuci;
o a Pisoniano; o a Bellegra: dapettuttu ce sta ‘sta
lapide... E la notizia che s’era mortu ca’ parente
(‘n patre, ‘n frateju, n’ fiju, ‘n nepote, ju recazzu‘,
n’amicu) arivéa, doppu ca’ dì che s’era mortu...
E il dolore entrava nelle case: comme la Tramontana a Via Fòre.
‘Mmece, ca’ vòta, senza j’annunciu, retornea ‘n
licenza Giachimu de Traccianfangu, o Marianu ju
stagninu; o Pippino de Passallombra. E allora era
festa granne; le femmone piagneanu comme fondane; e j’ommini steanu accostati a ju sordatu che
era revinutu... Ju pranzu era ‘n pranzu de spusi:
puru la stracciatella, prima delle sagne!
Pàrimu Tito, che nonn’era ancora parimu mapperò, revinì nel Diciannove, candu avea vinticinquanni: ancora nu beju giovenottu. I più giovani
devono sapere che nel Diciannove a Castello ci
stava Olga, ‘na Maestrina de Roma di appena
vent’anni, che alloggiava in una cameretta dirimpettaia alla casa de Tito. Questa cameretta gliel’aveva affittata la zia di Tito, Rubina. Che fece a u
nepote: “a ‘na cammora delle meje ce sta ‘na maestra giovane giovane, che è ‘na bella chiatta...”.
Tito, che era molto timido, di aspettare la maestra
al varco e di presentarsi con educata discrezione
non se lo sognava neppure; invece prese a lanciare sassolini ai vetri della finestra di Olga, quando
– chiusa bottega dove lavorava da sarto con il fratello Peppino e il cognato Nazzareno, che però era
calzolaio – tornava a casa per il pranzo. Lanciava
sassolini; e scappava. E cannu Orga s’affattéa ‘n
ce stéa chivéi...
Due o tre volte andò così. Mia madre, che però
nonn’era ancora màrema, pensò: “Adesso ti
buggero io!” e all’ora giusta s’agguattà a fiancu
Pia La
zza
alla fenestra – che tenne socchiusa – e cannu arivaru i sassitti, s’affattà de bottu e disse: “Cosa
cerchi, giovanotto?” (lo disse in Italiano perché
era la Maestra...) e Tito remase comme ‘n baccalà... J’annu appedi se spusaru e nascì sòrema
Maria...
Pulvis eras et in pulverem revertèris. L’ara dì
telefanà a mòjema nepotemu Bruno e j disse: “Zia,
mia madre è morta”; e la madre è sorema Maria...
Quando Elsa me lo ha riferito, sono rimasto in
silenzio. A me e a mio fratello Angelo nostra
sorella Maria ci ha fatto il bagno, fino alla comparsa dei primi peli, poi ci siamo vergognati...
Io sono stato il suo fratello preferito. Se sa che
fra tanti fratej ce sta viju che ce va più d’accordu...
E Maria era una persona sensibile, delicata. Un
fiore.
Mia sorella Maria: quella volta che aveva provato una grossa delusione amorosa e giurò che
avrebbe sposato me... Era veramente disperata,
perché ju recazzu l’avea lassata: per la ragione che
a casa mia una persona tenéa la tubercolosi, una
malattia che a quei tempi era terrificante e quasi
inguaribile.
Sorema Maria: che, insieme ai pochi fortunati che
avevano i mezzi per proseguire gli studi, la mattina presto prendeva la corriera per Tivoli. Mi è
stato raccontato che, a un certo punto, sull’autobus qualcuno gridava all’autista: “Antò, se parte,
sta a scegne Maria da j’arcubburgu!”.
Mia sorella Maria: quando le morì Stefano, suo
figlio...
Sorema Maria: quando si è voluta iscrivere al mio
partito e mi dava i soldi per la tessera o per qualche sottoscrizione di nascosto del marito, che era
socialista; e era meglio non farglielo sapere...
Mia sorella Maria, sorema Maria, che mo’ s’è
morta. Ma io la sento ancora dentro di me, anche
se fra qualche giorno diventerà cenere..., come era
stato detto (Genesi 3,19). Pulvis eras – cara sorellina – et in pulverem revertèris. Eri polvere e nella
polvere ritornerai... Piano, piano; un momento:
ritornerai nella polvere, ma la memoria di te
(come quella dei morti che ci sono cari) in molti di
noi ci resterà per sempre...
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Aree Protette del Lazio
Gennaio 2010
L’Area protetta dei Castelli Romani
a cura di Carla Santolamazza
Il Parco Naturale Regionale dei Castelli Romani, situato
nella provincia di Roma, si estende per 15.000 ettari nei
comuni di: Albano, Ariccia, Castel Gandolfo, Frascati,
Genzano di Roma, Grottaferrata, Lanuvio, Lariano,
Marino, Monte Compatri, Monteporzio Catone, Nemi,
Rocca di Papa, Rocca Priora, Velletri. La sede, Centro
visita del Parco, si trova nella Villa Barattolo, in via C.
Battisti 5, Rocca di Papa (RM). L’area protetta si estende in forma circolare a coprire l’antico apparato vulcanico dei Colli Albani, attivo fino a diecimila anni fa.
Boschi, radure verdeggianti come i Pratoni del Vivaro e
soprattutto i laghi che occupano il fondo dei crateri
offrono paesaggi sorprendenti e occasioni di facili passeggiate nella natura. Il parco offre numerose attrattive
culturali oltre che naturalistiche.
La Natura del Parco: il territorio del parco è prevalentemente collinare, con quote che variano tra i 300 e i
700 m.. E’ caratterizzato da diffusi insediamenti e una
popolazione residente di centinaia di migliaia di persone, dunque assai lontana da una wilderness. La valenza
naturalistica resta comunque un forte elemento. Tra gli
ambienti più notevoli ricordiamo i laghi di Albano, altrimenti detto di Castelgandolfo, e di Nemi.
Geologia: l’attività vulcanica nel distretto dei Colli
Albani, detto anche Vulcano Laziale, ebbe inizio circa
600.000 anni fa e si è protratta a lungo. All’interno di
una preesistente cavità circolare o caldera, di cui restano
i rilievi del “recinto esterno” (Tuscolo e Monte Artemisio), si formò un cono vulcanico più piccolo con bocca
craterica presso la località Campi di Annibale ed un cinto
calderico più interno di cui sono testimonianza il Monte
Cavo e il Monte delle Faete. L’attività del Vulcano Laziale, dopo periodi di quiescienza e una fase denominata
freatomagmatica tra 45.000 e 10.000 anni fa, fu l’ultima
ad esaurirsi in tutta la regione.
Flora: con le sue molteplici attività l’uomo ha praticamente ridisegnato gli aspetti originali del paesaggio
vegetale dei Colli Albani. Già le popolazioni Latine,
prima dei Romani, avevano contribuito all’esbosco dell’originaria selva per reperire zone atte alla coltivazione
e al pascolo, per ricavare legname da riscaldamento e
costruzione e per la realizzazione di vie di comunicazione. Durante il medioevo l’incremento delle attività
umane e la richiesta di legname per attrezzi agricoli, pali
per l’agricoltura e per la fabbricazione di tini, botti,
bigonce, oltre al legname per l’edilizia, tetti, mobili e
quant’altro, hanno ulteriormente contribuito ad incidere notevolmente sul paesaggio vegetale originario,
modificandolo massicciamente. Buona parte della vegetazione a roverella è stata sostituita dalle coltivazioni e
dal pascolo, mentre l’antico bosco misto originario è
stato in gran parte sostituito dal castagno adibito al taglio
periodico. Così, dell’antico bosco restano soltanto testimonianze residuali localizzate sul territorio a macchia di
leopardo: il Cerquone, il bosco dei Cappuccini, il parco
Chigi, il bosco Ferentano, il parco Colonna, le coste dei
laghi Albano e Nemi, le sommità di Monte Cavo e del
Maschio d’Ariano, la Macchia dello Sterparo e la Selva
Rustica sono alcuni dei boschi misti di latifoglie mesofile sopravvissuti. Completamente scomparsa invece la
faggeta, anch’essa sostituita dai boschi di castagno. La
flora locale è ricca di fiori vistosi: i narcisi dei poeti, le
orchidee, lo storace, la peonia selvatica e il giglio di San
Giovanni.
Fauna: il falco pellegrino è tornato a nidificare nel territorio dopo anni di assenza dovuta alla predazione delle
sue uova e dall’uso di sostanze chimiche per l’agricoltura. Presenti tra i rapaci: lo sparviero, la poiana, il gheppio; tra i rapaci notturni: l’allocco, il barbagianni, l’assiolo, la civetta, il gufo comune.Tra gli anfibi: il tritone
crestato, il tritone punteggiato, la rana dalmatina, la salamandrina dagli occhiali con almeno quattro popolazioni
diverse.Tra i mustelidi: la martora, la donnola, la faina.
Molto importante la presenza del tasso, indicativa di uno
stato generale di buona salute dell’habitat.Tra i rettili: il
biacco, la natrice, il saettone, il cervone e la vipera
comune. I laghi di Nemi ed Albano ospitano diverse specie di avifauna acquatica: le anatre, il germano reale, la
moretta, il moriglione, le folaghe, gli svassi maggiori, i
tuffetti e i cormorani. Tra gli ardeidi: l’airone cenerino
La
zza
Pia
Gennaio 2010
Aree Protette del Lazio
Lago di Albano
ed il tarabuso. Tutti questi animali, a parte il germano
reale, non nidificano ma migrano a primavera, per poi
ritornare in autunno. Tra i pesci: la tinca, la carpa, l’arborella, l’anguilla, il cavedano, il luccio, il cefalo, la scardola, e specie provenienti da altri paesi: il persico, il persico sole, il boccalone, il coregone e la gambusia.
Archeologia e Arte: I Comuni del Parco sono ricchissimi di testimonianze storiche ed artistiche. Grottaferrata: Abbazia di San Nilo: tra i pochissimi luoghi di
culto di rito greco-ortodosso del Lazio. Fondata intorno
al Mille, ha subito un forte rimaneggiamento nel 700.
Ospita un interessante Museo Archeologico ed i resti del
criptoportico della grande villa romana su cui poggia.
Villa Grazioli: eretta nel 500 dal Mascherino e decorata in epoche successive, fino al 700.
Frascati: dominata da una delle più famose ville tuscolane,Villa Aldobrandini. Progettata nel 500 da Giacomo Della Porta su volere del cardinale Pietro Aldobrandini, fu eretta da Pietro Maderno e dall’ing.
Giovanni Fontana ai primi del 600. All’interno sale riccamente decorate dal Cavalier d’Arpino, all’esterno
nello splendido ninfeo ambienti decorati dal Domenichino. Villa Falconieri e Villa Tuscolana, oggi di
proprietà privata. Museo Etiopico: collezione di
armi, suppellettili, costumi e ricordi, raccolta da un missionario, esposta nel cinquecentesco Convento dei
Cappuccini. Monteporzio Catone: nelle vicinanze
si trova Villa Mondragone, sorta in parte sui resti
della villa romana dei Quintili. Voluta dal cardinale
Altemps nel 500 e ampliata nel secolo successivo dal
Maderno, sede di rappresentanza dell’Università di
Roma Torvergata. Tusculum, non molto distante, tra i
centri più antichi e importanti del Latium vetus. Rocca
Priora: paesino che offre un interessante centro storico
e la parrocchiale di Santa Maria Assunta, del secolo
XV. Lanuvio, Rocca di Papa: meritevoli di una breve
escursione. Nemi: pittoresco borgo affacciato sulla
conca verde del lago, detto “specchio di Diana” in onore
della dea della caccia. Da visitare il Museo delle Navi,
sulle sponde del lago, costruito per ospitare le preziose
imbarcazioni romane recuperate negli anni ‘20-’30 del
secolo scorso. Due grandi imbarcazioni arredate lussuosamente con tanto di pavimenti in marmo, triclini,
colonne e bronzi, che l’imperatore Caligola si era fatto
Pia La
zza
31
costruire presso una sua sontuosa villa sul lago, andate
perdute in un incendio nel 1944, oggi sostituite da
modelli in scala 1:5, con reperti recuperati dall’incendio e documentazione varia. Genzano: paese dell’Infiorata, una delle feste popolari più belle e famose del
Lazio. Presenta uno scenografico viadotto a tre ordini di
arcate, costruito nel 800 durante il pontificato di Pio IX,
e l’elegantissimo spazio della piazza su cui affacciano il
Palazzo Chigi e la chiesa dell’Assunta, con un’ampia cupola schiacciata il cui evidente modello è il Pantheon a Roma: opera di Gian Lorenzo Bernini, grande
architetto seicentesco, disegnò pure la facciata del vicino santuario di Santa Maria di Galloro. Albano: da
vedere la chiesa di Santa Maria della Rotonda col
campanile romanico, sorta su una villa romana pare
appartenuta all’imperatore Domiziano, la basilica di
San Pancrazio e la chiesa di San Pietro. Numerose
vestigia di epoca romana a testimonianza dell’esistenza
di un accampamento fortificato fatto costruire dall’imperatore Settimio Severo: dalla Porta Pretoria al mausoleo degli Orazi e Curiazi, dall’anfiteatro al Cisternone.
Castel Gandolfo: cittadina pontificia residenza estiva
dei papi, sede di numerose ville, come quella dell’imperatore Domiziano. Nel piccolo e raccolto centro storico, il Palazzo dei Papi, progettato da Carlo Maderno
e completato dal Bernini, che disegnò pure la fontana al
centro della piazza e la chiesa di San Tommaso da Villanova. Nella non lontana Villa Torlonia, sculture dello
scultore danese neoclassicista Bertel Thorvaldsen, quì
soggiornò anche Wolfgang Goethe.
Spazi Espositivi:
Museo Abbazia S.Nilo: (chiuso per allestimento),
Corso del Popolo 128, Grottaferrata, Telefono:
06/9459309.
Museo Civico Albano: Via Risorgimento, Albano,
Telefono: 06/9323490.
Museo Civico Velletri: Orario: dalle 9 alle 13 e dalle
15 alle 19. Chiuso il lunedì,Via Goffredo Mameli 7,Velletri,Telefono: 06/96158268.
Museo delle Navi Romane: Orario: tutti i giorni
dalle 9 alle 14, da aprile a ottobre dalle 9 al tramonto,
Via Diana 15, Nemi,Telefono: 06/9398040.
Museo diffuso del vino: Via Vittorio Emanuele II
22, Monteporzio Catone,Telefono: 06/9428333.
Lago di Nemi
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Gruppo d’Acquisto
Gennaio 2010
GAS ... teju
di Alessandra De Santis
È nato il 5 ottobre 2009 il gruppo d’acquisto
solidale Gas…teju. L’iniziativa è partita da
un gruppo di amici che già da tempo compravano prodotti di origine biologica o di altro
mercato e che hanno pensato di dare vita ad
una associazione di promozione sociale per
condividere con altri questa bella esperienza
e diffondere la conoscenza dei prodotti biologici o solidali. Il gruppo d’acquisto, che si
riunisce tutti i lunedì sera in via della Libertà 171, ha l’intento, infatti, di favorire la
compravendita di prodotti genuini e/o biologici presso i produttori di zona e locali, eliminando l’intermediazione di terzi e permettendo in tal modo un approvvigionamento di generi alimentari di alta qualità a
prezzi competitivi. I prodotti ordinati dall’associazione sono di varia natura: parmigiano reggiano bio, doc, verdure bio locali,
carni locali, detersivi bio, formaggi bio locali, frutta biologica della zona o di colture
specializzate del sud Italia e ancora scarpe
bio, cioccolate e caffè equosolidali, ecc.
Insomma la varietà e la quantità dei listini
proposti offrono la possibilità di cambiare
radicalmente la tipologia dei consumi della
famiglia e permettono di approdare ad un
consumo critico e biologico, quindi eticamente corretto e sano.
Altro obiettivo è quello di favorire lo sviluppo di realtà produttive che non mettono al
primo posto il profitto bensì la salvaguardia
dell’ambiente e il rispetto dei diritti dei
lavoratori. La peculiarità del gruppo d’acquisto solidale si manifesta, quindi, in una solidarietà che parte dai membri del gruppo e si
estende ai piccoli produttori che forniscono i
prodotti, al rispetto dell’ambiente, ai popoli
del sud del mondo e a coloro che – a causa
della ingiusta ripartizione delle ricchezze –
subiscono le conseguenze inique di questo
modello di sviluppo.
Le finalità dell’associazione Gas…teju, però,
non si esauriscono con l’acquisto dei prodotti, ma è prevista una attività di informazione
e sensibilizzazione sia verso i prodotti biologici che verso il consumo critico. Infatti il
gruppo Gas…teju ha partecipato all’edizione
del 2009 di
“Olio e Olive”
che lo ha visto
impegnato nella
distribuzione di
materiale informativo sulle
attività dello
stesso e sulle
modalità di
iscrizione, ma
anche in piccole
degustazioni di vino e di formaggi. Con lo
stesso intento, precedentemente, domenica
25 ottobre l’associazione in collaborazione
con Altromercato e con la birreria San
Michele aveva un Gallo ha organizzato una
“Colazione con prodotti di commercio equo
e solidale” e con il ricavato della manifestazione sono stati acquistati alcuni testi per la
scuola dell’infanzia dell’Istituto Comprensivo
di Castel Madama per sensibilizzare i bambini
sulle problematiche legate al nuovo modo
di produzione biologico e solidale. Prossimamente, sabato 20 febbraio 2010 Gas…teju,
in collaborazione con la Provincia di Roma
e con l’Assessorato delle Politiche Agricole
di Castel Madama, ha organizzato l’evento
, una giornata di dibattito sulla
produzione biologica e sulla tracciabilità dei
prodotti.
Saranno presenti relatori esperti del settore
e tecnici agronomi che informeranno i consumatori, ma anche i produttori, sulle modalità e le tecniche dell’agricoltura biologica e
biodinamica, sulla sicurezza della qualità del
prodotto e sulle filiere di produzione. Interverranno anche altri gruppi d’acquisto della
provincia romana per ragionare sulle esigenze di questo nuovo sistema di consumo.
La giornata sarà intermezzata da un buffet di
degustazione di prodotti biologici e biodinamici preparati dallo chef del ristorante Il
Giglio di Tivoli e allietata da musica di gruppi giovanili locali.
Per ulteriori informazioni sulle attività del
Gas e sulla manifestazione si può visitare il
sito web: www.gasteju.it
La
zza
Pia
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Film
Gennaio 2010
“SHERLOCK HOLMES”
di Elisa Livi
In una Londra in continua espansione, Sherlock Holmes e il suo
fidato assistente Watson contribuiscono alla cattura del peggior
criminale presente in città, Lord
Blackwood. La sua esecuzione
però non basta: quando tutto
sembra volgere alla tranquillità
Blackwood sembra essere tornato per vendicarsi e per gettare
Londra nel caos. Il suo piano è
perfetto, magico e oscuro. Le
geniali intuizioni di Sherlock
Holmes sono l’unica arma capace di fermare le intenzioni del
suo acerrimo nemico, in uno
scontro d’intelligenza, intuito e
azione. Sul finire dell’Ottocento
Londra è una città affascinante e
pericolosa. Le novità tecnologiche attirano i cittadini più curiosi, ma il richiamo per l’occulto e il
soprannaturale è altrettanto forte. Holmes e Watson consegnano l’assassino di giovani donne, Lord
Blackwood, alla giustizia e, dopo aver assistito
all’esecuzione capitale, assistono “stupiti” alla sua
apparente resurrezione. Holmes è felice di potersi
finalmente interessare di qualcosa alla sua portata.
Tanto più che si è ripresentata a lui la bella Irene
Adler, chiedendo il ritrovamento di un uomo che si
scoprirà interrato nella bara di Blackwood. I casi si
intrecciano, si aggrovigliano. Il regista, Guy Ritchie, punta su un indirizzo ambizioso: 221 B
Baker Street. Lente d’ingrandimento alla mano,
smette di farsi sedurre dall’eccentricità di tanti
personaggi delle pellicole precedenti e si lascia
coinvolgere totalmente dalla figura di Sherlock
Holmes, così come appariva sulle di Conan Doyle.
Un uomo di straordinario acume e uguale passione
per l’azione, ordinato mentalmente come nessun
altro, che vive da bohemien nel disordine dei ritagli di giornale (la cronaca scandalistica), e dell’assenza di regolari abitudini, scazzottando al bisogno a mani nude.
Pugni ben direzionati, esplosioni, tuffi dai palazzi,
anche chi non ha letto i racconti di Arthur Conan
Doyle sa che tutto ciò è un po’ troppo per un personaggio calmo e logico come il vecchio Holmes,
per cui l’arte della spada è sempre stata l’unica
parentesi d’azione in un personaggio secondo cui
Pia La
zza
la logica è la vera arma. Ad ogni
modo nel film è sottolineata l’importanza della logica, gran parte
della risoluzione nel finale è affidata a questo. Uno Sherlock Holmes come quello voluto e ritratto
da Guy Ritchie, al cinema, non si
era mai visto. Questa storia non la
si ritrova né nei quattro romanzi
né nei cinquantasei racconti che
Conan Doyle ha dedicato al suo
eroe con pipa e mantellina. Il
regista inglese ha infatti effettuato, sull’iconico investigatore, una
sorta di trasformazione, conferendogli un aspetto del tutto nuovo e
innovativo rispetto al personaggio che traspare dalle pagine dell’ideatore Conan Doyle. L’Holmes interpretato da Robert Downey Jr. è, infatti,
un personaggio più tormentato, bizzarro, imprevedibile, sensibile e fisicamente prestante e devastante di quanto siamo stati abituati a vedere finora, pur mantenendo intatte le straordinarie capacità
intellettive e deduttive che lo hanno reso celebre.
Ma l’ironia di questo film si esplicita soprattutto
attraverso la dinamica di quello che appare il suo
vero nucleo: ovvero il rapporto tra l’Holmes di
Downey Jr. e il dott. Watson di Jude Law. Aiutato
dalla qualità delle loro interpretazioni e dalla percepibile alchimia che si è creata tra i due, le figure
femminili non decollano mai, né nel caso della
Mary di Kelly Reilly né in quello dell’ Irene Adler
di Rachel McAdams. Certo sir Arthur Conan
Doyle non riconoscerebbe il suo eroe, che nei
romanzi non si muoveva da Baker Street per nessun motivo al mondo. Come Londra, Sherlock
Holmes e il suo compagno dottor Watson sono
modernizzati dal regista inglese attraverso il dinamismo e i ritmi rapidi, smentendo l’autorevolezza
ottocentesca che li distingueva nelle illustrazioni o
nei film precedenti. Falsa magìa, complotto politico, sacrifici umani, associazione segreta, lotta con
un gigante francese, apparizione e scomparsa del
nemico professor Moriarty sono i temi del film
come dei romanzi e racconti di Doyle, lo scioglimento dei misteri non è articolato né seguito nei
diversi passaggi intellettuali e materiali, ma avviene d’improvviso e senza perché.
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Recensione
Gennaio 2010
“L’ELEGANZA DEL RICCIO”
di Elisa Livi
“Mi chiamo Renée. Ho cinquantaquattro
anni. Da ventisette sono la portinaia al
numero 7 di rue de Grenelle, un bel
palazzo privato con cortile e giardino
interni, suddiviso in otto appartamenti di
gran lusso, tutti abitati, tutti enormi.
Sono vedova, bassa, brutta, grassottella,
ho i calli ai piedi… …Siccome, pur
essendo sempre educata, raramente sono
gentile, non mi amano; tuttavia mi tollerano perché corrispondo fedelmente al
paradigma della portinaia forgiato dal
comune sentire. Di conseguenza, rappresento uno dei molteplici ingranaggi che
permettono il funzionamento di quella
grande illusione universale secondo cui la vita ha un
senso facile da decifrare.”
“L’eleganza del riccio” è un doppio diario. La brillante vita del palazzo di rue de Grenelle è raccontata da
Renée, umile portinaia dalla vasta cultura autodidatta.
Renée nasconde i libri tra la spesa e lascia la televisione
accesa per confermare alla poco fervida immaginazione
degli inquilini lo stereotipo della portinaia sciatta e
ignorante. Renée sbaglia volutamente qualche vocabolo
e se le parlano di Kant assume uno sguardo vuoto e inespressivo. Ma Renée sa dissertare di filosofia e arte,
conosce a memoria i romanzi di Tolstoj, ha visto tutti i
film di Oz.
Semplicemente non vuole che qualcuno scopra queste
sue passioni perchè teme di infrangere il tranquillo
equilibrio che si è costruita. Al quinto piano abita Paloma, geniale figlia di un ex-diplomatico, arguta dodicenne che guarda il mondo con sagacia e freddezza. Paloma
ha da tempo scoperto che la vita non è quello che le raccontano: “Da giovani si cerca di mettere a frutto la propria intelligenza, nell’illusione di un futuro radioso, da
grandi si scopre di essere finiti in una boccia per pesci
rossi”Il futuro è già stabilito…tutto quello che il giovane pensa di costruire è pia illusione. Ma Paloma ha scoperto l’inganno e non vuole finire nella boccia. Lei
lascerà questa stupida pantomima prima di rimanervi
invischiata. “Io ho dodici anni, abito al numero 7 di rue
de Grenelle in un appartamento da ricchi…Mio padre
è un deputato con un passato da Ministro e finirà senz’altro presidente della camera…Si dà il caso che io sia
molto intelligente. Di un’intelligenza addirittura eccezionale. Già rispetto ai ragazzi della mia età c’è un abisso. Siccome però non mi va di farmi notare, e siccome
nelle famiglie dove l’intelligenza è un valore supremo
una bambina superdotata non avrebbe
mai pace, a scuola cerco di ridurre le mie
prestazioni…”. Per ragioni diverse
entrambe si celano dietro l’immagine che
la società pensa debbano avere. Due
anime in incognito, dunque, legate dal
filo di un comune sentire ma ignare l’una
dell’esistenza dell’altra. Ad infrangere il
precario equilibrio l’arrivo in rue de Grenelle di monsieur Ozu, magnate giapponese in pensione, ricco, certo, ma attento
alle persone che gli stanno accanto, l’unico a comprendere l’eleganza del riccio.
Sarà l’acume dell’affascinante Ozu a far
cadere le maschere di Renée e Paloma e a
farle incontrare. Grazie a lui, le due narrazioni si avvicinano e diventano parallele e le due donne scoprono le
loro affinità elettive. É una narrazione molto filmica,
molto visiva, escluse le innumerevoli dissertazioni filosofiche. Le voci narranti sono due: la portinaia che racconta la quotidianità della sua esistenza e del palazzo e
la piccola Paloma, che conosciamo attraverso le pagine
del suo diario. È già un film, con le giuste inquadrature,
gli stacchi, i primi piani e le carrellate. Ritmicamente
l’autrice entra nell’animo di un personaggio, poi ne
riesce per guardare la scena da lontano: osserva, racconta, torna dentro un appartamento e ne riesce portandosi dietro la vita di qualcuno che sentiamo come
reale, vivo davvero. Il personaggio della portinaia è un
piccolo capolavoro, rintanata nella sua guardiola con
l’immancabile gatto e con una “facciata” tradizionale.
Altrettanto divertente la figura di Paloma, una ragazzina che ha capito troppo presto il senso dell’esistenza,
che giudica il mondo e crede di essere migliore della
maggioranza dei suoi abitanti.“L’eleganza del riccio”
è una raffinata commedia francese scorrevole e avvincente. La prosa è chiara, semplice ma al contempo
molto curata. Il romanzo è ricco di rimandi alla letteratura, alla filosofia e all’arte.
Un libro da leggere, dove ogni pagina è una scoperta.
Paloma e monsieur Ozu: “Madame
Michel (Renée) ha l’eleganza del riccio: fuori è
protetta da aculei, una vera e propria fortezza,
ma ho il sospetto che dentro sia semplice e
raffinata come i ricci, animaletti fintamente
indolenti, risolutamente solitari e terribilmente eleganti”.
In una società votata all’apparire Renée e Paloma scelgono stranamente di passare inosservate.
La
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Pia
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Attualità
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COPENHAGEN: EMERGENZA CLIMA
di Elisa Livi
192 leader del mondo
hanno tentato, lo scorso
dicembre, di trovare una
soluzione definitiva all’emergenza “global warming”. L’obbiettivo fissato
alla vigilia del vertice
danese era quello di
giungere ad un nuovo
Protocollo di Kyoto (in
scadenza nel 2012),
all’interno di una cornice
concretamente vincolante per le potenze che lo avrebbero
sottoscritto. Un “Kyoto 2” che, già dalle prime battute del vertice, si è rivelato deludente rispetto alle richieste avanzate
dalla comunità scientifica che da anni tiene il fenomeno climatico sotto controllo. Le conseguenze dei cambiamenti climatici, tuttora in atto, non sono incoraggianti, tutt’altro: San
Francisco rischia di essere sommersa in poco più di un
ottantennio dalle acque dell’Oceano Pacifico; le calotte polari continuano ad assottigliarsi e a rimpicciolire il loro perimetro; i ghiacciai alpini, nell’arco di un secolo, potrebbero
scomparire definitivamente; la frequenza dei disastri
ambientali che sconvolgono gigantesche aree del pianeta
potrebbe inesorabilmente aumentare. Presagi lugubri, proposti sotto forma di modelli più che attendibili dalla comunità
scientifica internazionale, che tuttavia non hanno sortito l’effetto sperato né sui governi occidentali, né sulle potenze
emergenti dell’Oriente. All’interno del vertice, si sarebbero
dovuti stabilire degli obiettivi di contenimento delle emissioni
di CO2 per il 2020 e il 2050, al fine di limitare la crescita della
temperatura a due gradi centigradi. Obbiettivo avanzato
dagli esperti: dimezzare le emissioni di gas serra entro il
2050. Per raggiungere questa meta, il taglio entro il 2020
dovrebbe raggiungere il 25-40%. Il raggiungimento dell’ambiziosa, ma necessaria meta, proposta dalla comunità scientifica, prevede alcuni passaggi chiave di riconversione del
sistema energetico, industriale e dei consumi di massa. Una
concreta inversione di rotta passa però attraverso un miglioramento dell’efficienza energetica d’industrie e trasporti
(questi ultimi giocano un ruolo fondamentale nella partita
contro il riscaldamento globale) e infine una valorizzare del
ruolo dell’agricoltura nella sfida. Va da sé che questa può
essere vinta solo facendo posto a fonti energetiche rinnovabili, sicure e “pulite” che sostituiscano gradualmente quelle
da combustibili fossili e, per di più, in via d’esaurimento.
Secondo uno studio della Commissione di Bruxelles, il “global warming”, su scala continentale, colpirà innanzi tutto la
fascia mediterranea della Vecchia Europa. Oltre ad una perdita sempre più frequente dei raccolti e della biodiversità, gli
effetti si tradurranno, in economia, con un drastico calo del
turismo in Paesi come l’Italia, la Spagna e la Grecia, quando
l’intenso caldo porterà a privilegiare le mete centro e Nord
Pia La
zza
europee. Nello specifico della situazione italiana: le temperature dal 1900 ad oggi indicano che il riscaldamento sulla
regione alpina è stato maggiore di quello globale, con un
aumento di 1.2 °C. Dal 1850 al 2000 i ghiacciai alpini hanno
perso la metà della loro superficie complessiva. Contemporaneamente, e similmente a molte altre aree della Terra, i
fenomeni catastrofici investono sempre più di frequente le
regioni meridionali della penisola. Eventi climatici estremi,
come l’aumento dell’intensità delle precipitazioni, l’allungamento dei periodi di siccità e la riduzione dei periodi di freddo intenso, che causano i maggiori danni alle società e agli
ecosistemi e rompono un equilibrio secolare. 18 dicembre
2009: Cala il sipario sulla Conferenza di Copenhagen dalla
quale è emerso un accordo che non ha soddisfatto nessuno.
L’epilogo temuto si è materializzato in tutta la sua prevedibilità, quello del rimandare ulteriormente a data da destinarsi
decisioni che invece, come da più parti gli scienziati avvertono, vanno prese subito. Affinché i cambiamenti climatici non
rimangono a guardare e neanche i ghiacciai che si sciolgono
sotto il peso dell’aumento delle temperature. Un accordo è
stato firmato, ma in pratica non si è deciso nulla perché ciò
che andava circoscritto, ciò che doveva diventare vincolante
per tutti gli stati, non è stato definito. I finanziamenti stabiliti
per incrementare le tecnologie verdi nei Paesi in via di sviluppo sono sicuramente l’unica cosa positiva che emerge
dal summit. Ma non basta, perché insieme ai soldi bisognava dare un segnale concreto della volontà di impegnarsi
seriamente a ridurre le emissioni di gas serra o almeno stabilire una data certa per il picco di CO2 dalla quale poi
cominciare a far decrescere la parabola. Ma tutto questo è
rimasto incagliato nelle diverse posizioni sulla quale si sono
barricati i vari Paesi. Copenhagen rappresentava, dunque,
l’ultima spiaggia prima che il disastro, già vissuto ai giorni
nostri da specie animali che faticano ad adattarsi al nuovo
clima (gli orsi bianchi polari sono soltanto uno dei tanti esempi), diventi irreversibile.
36
Cultura
Gennaio 2010
Calder
di Ivo Santolamazza
Dal 23 ottobre 2009 al 14 febbraio 2010, Alexander Calder sarà il protagonista, per la prima volta a Roma,
di un’ampia mostra monografica a Palazzo delle Esposizioni. I suoi famosissimi mobile e stabile, le sue
sculture realizzate con filo di ferro, i bronzi, le gouache, i disegni e i dipinti ad olio, saranno esposti in una
rassegna che ricostruirà le tappe fondamentali del suo percorso artistico, curata da Alexander S. C. Rower,
presidente della Fondazione Calder di New York. La mostra è realizzata con Terra Foundation for
American Art e grazie al sostegno di BNL e Lottomatica.
“Perché l’arte deve essere statica? Se osservi un’opera astratta, che sia una scultura o un quadro, vedi
un’intrigante composizione di piani, sfere e nuclei che non hanno senso. Sarebbe perfetto, ma è pur sempre arte statica. Il passo successivo nella scultura è il movimento”, questa dichiarazione di Alexander Calder apparsa in una intervista sul “New
York World Telegram” nel 1932, accompagnava la nascita dei suoi mobile, la più rilevante innovazione espressiva della modernità. Sculture destinate a essere investite da una enorme popolarità, nelle quali l’artista
armonizzò forma, colore e un movimento reale, concependo l’insieme
come un “universo”, nel quale “ogni elemento può muoversi, spostarsi
oscillare avanti e indietro in un rapporto mutevole con ciascuno degli altri
elementi”.
Figlio d’arte, secondogenito di uno scultore e di una pittrice, Alexander
Calder (Lawton, Filadelfia 1898- New York 1976), a soli otto anni, si
dilettava a creare giocattoli e gioielli lasciando affiorare il genio creativo
che, passando attraverso una laureare in ingegneria, lo portò ad essere
riconosciuto come uno dei più innovativi artisti del XX secolo.
Gli inizi, segnati dai lungi soggiorni a Parigi e dalla nascita di salde amicizie con Léger, Duchamp, Miró,
Mondrian e con altri esponenti dell’avanguardia artistica, saranno ripercorsi attraverso capolavori come
Romulus and Remus dal Whitney Museum (e la cui presenza a Roma provocherà un felice cortocircuito),
Hercules and Lion, Circus Scene, tutte sculture realizzate con il filo di ferro, in alcune delle quali l’artista
ha sperimentato le prime forme di movimento in una dimensione di gioco e di divertita ironia.
La retrospettiva del Palazzo delle Esposizioni documenterà il suo intero percorso creativo, attraverso un
repertorio dei suoi lavori più importanti accanto ai quali saranno esposti alcuni sviluppi della sua ricerca
meno noti al grande pubblico. Il percorso si snoderà dagli inizi figurativi, con olii, gouaches e wire sculptures (sculture costruite con il fil di ferro), ai bronzi degli anni Trenta, sino alla scoperta dell’arte astratta
e alla invenzione dei mobile e degli stabile.
La
zza
Pia
Gennaio 2010
Cultura
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Il Potere e la Grazia. I Santi Patroni d’Europa
di Ivo Santolamazza
A Roma una grande mostra racconta per la prima volta la storia
dell’Occidente cristiano attraverso le vicende dei suoi protagonisti.
Dall’8 ottobre 2009 al 31 gennaio 2010 a Palazzo Venezia.
La prima esposizione dedicata alla saga dell’incontro e dello scontro tra
potere e religione, tra civitas ed ecclesia, tra corone ed aureole.
L’affascinante e complesso intreccio tra la storia dell’Europa e dei suoi
popoli e le vicende cristiane della civiltà d’Occidente viene narrato ne “Il
potere e la grazia. I Santi Patroni d’Europa”.
Promossa dal Governo della Repubblica Italiana, dall’Ambasciata
d’Italia presso la Santa Sede e dalla Pontificia Commissione per i Beni
Culturali della Chiesa, la mostra nasce dalla collaborazione tra il
Comitato di San Floriano ed il Polo Museale Romano ed è curata da Don
Alessio Geretti e da Claudio Strinati con l’organizzazione di
MondoMostre, protagonista della riuscitissima monografica su Sebastiano del Piombo e dei dieci grandi
progetti espositivi di Galleria Borghese.
Oltre centoventi opere di artisti come Durer, Van Eyck, Mantegna, Anton van Dyck, Ingres, El Greco,
Guercino, Caravaggio, Tiepolo, provenienti dai maggiori musei mondiali, saranno esposte nell’appartamento nobile di Palazzo Venezia, per far compiere al pubblico un viaggio nel tempo e nelle culture.
Il binomio potere-grazia fa riferimento all’intreccio tra dinamiche religiose e dinamiche politiche, tra fenomeni liturgici e devozionali e fenomeni sociali ed etnici che accompagnano l’elevazione all’onore degli
altari di determinati santi e la loro elezione a patroni di una comunità
politica, di una nazione, di uno Stato. Storia della vicenda religiosa cristiana e storia della vicenda etnico politica dell’Europa si manifestano, in
questa mostra, come indissolubilmente congiunte e reciprocamente illuminanti.
Una mostra sui santi Patroni dei diversi
Stati d’Europa e sui sei santi che hanno il
patronato sull’Europa vuole cogliere le
biografie di questi personaggi – soprattutto nella loro versione iconografica – e
cercare, a partire dai soggetti studiati, di illuminare la società che li circonda. L’attenzione di fondo su cui l’esposizione è costruita riguarda il
nesso fra le esperienze religiose, il contesto sociale e culturale in cui si
sono manifestate e che ne ha sancito l’eccezionalità, le testimonianze artistiche che ne hanno conservato memoria, gli strumenti e le forme della
devozione, le funzioni assolte dal santo da vivo e ancor più da morto a
livello sociale e istituzionale.
Pia La
zza
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Cultura
Gennaio 2010
EUGENIO MONTALE
E MARIA LUISA SPAZIANI
di Ivano Moreschini
Ovvero se il concetto normale d’amore coincide con quello delle poesie
Eugenio Montale ebbe
molte muse ispiratrici:
Esterina, Clizia, Dora
Markus. Sono stati scritti
dei libri per decifrare la
donna reale nascosta dietro gli pseudonimi contenuti nei versi di Montale.
E comunque ciò che
rimane sicuramente sono
i flash delle sue parole
che immortalano queste
donne, con occhi innamorati. Ad Esterina, osservata
sul bordo di una spiaggia della riviera, scrive: “Esiti
a sommo del tremulo asse, poi ridi e come spiccata
da un balzo, ti abbatti tra le braccia del tuo divino
amico che ti afferra. Ti guardiamo noi, della razza di
chi rimane a terra”. A Clizia dedica versi con reminiscenze dantesche: “Guarda ancora in alto Clizia, è
la tua sorte/ tu che il non mutato amor mutata
serbi…”, oppure sonetti che hanno più dello stil
novo che dell’ermetismo con cui ce lo inquadrano a
scuola: “La frangia dei capelli che ti vela/ la fronte
puerile, tu distrarla/con la mano non devi. Anch’essa parla/di te, sulla mia strada è tutto il cielo…”. A
Dora Markus invece dedica versi dal vago sapore
esistenzialista, adatto al periodo, visto che siamo
negli anni trenta del ‘900: “Non so come stremata tu
resisti/ in questo lago/ d’indifferenza che è il tuo
cuore: forse/ ti salva un amuleto che tu tieni/ vicino
Poesia di Montale per Spaziani
Se t’hanno assomigliato
alla volpe sarà per la falcata
prodigiosa, pel volo del tuo passo
che unisce e che divide, che sconvolge
e rinfranca il selciato[...]
- o forse solo
per l’onda luminosa che diffondi
dalle mandorle tenere degli occhi
per l’astuzia dei tuoi pronti stupori
per lo strazio
di piume lacerate che può dare
la tua mano distante ad una stretta
alla matita delle labbra,/ al piumino, alla lima: un
topo bianco,/ d’avorio; e così esisti!”
Con Maria Luisa Spaziani, poetessa, si conobbero
nel 1949, lui già poeta famoso, lei giovane letterata.
Un amore borghese, a detta di entrambi platonico.
Così viene definito sul sito ufficiale della Spaziani:
“Io avevo una voce discreta, e lui sognava — avendo perduto la possibilità di diventare un baritono —
di avere un’allieva. È nata così un’amicizia quasi
amorosa, che non è paragonabile però a una storia
d’amore”. La Spaziani per Montale è la “volpe”, ed
il grande poeta le dedica Madrigali Privati, un’intera
sezione del libro “La Bufera”.
Su Montale forse si può sorvolare, tanto è noto. La
Spaziani è stata docente di lingua e letteratura francese, e soprattutto poetessa in proprio, oltre che animatrice della letteratura italiana lungo tutto il secondo novecento.
Montale, nato nel 1896, è morto nel 1981. Nel 1975
è stato premio Nobel per la letteratura. La Spaziani è
nata nel 1924, ed è tuttora vivente. Insieme fanno un
pezzo importante della storia della letteratura italiana del novecento.
La
zza
Pia
Pia La
zza