Maggio - La Piazza

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Maggio - La Piazza
Periodico
dell’Associazione
Culturale Albatros
Anno 7 - Numero 5
MAGGIO 2010
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PARCHEGGIO
STALLONE
Pag. 13
CENTRO ANZIANI:
PRESIDENTE DONNA
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LA NATURA SECONDO
DE CHIRICO
QUATTRO
CANDIDATI
PER L’UNIVERSITÀ AGRARIA
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Maggio 2010
Università Agraria
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Al voto per le terre di tutti
il 30 e 31 maggio le elezioni per l’Università Agraria
a cura di Ivano Moreschini
I castellani chiamati a votare per il rinnovo del Presidente e del Consiglio d’Amministrazione dell’Università Agraria.
Per chi non lo sapesse, l’Università Agraria è l'ente che gestisce i terreni di proprietà collettiva su cui ci sono
gli usi civici (pascolo, raccolta legna, ecc.), ed anche gli usi civici su tanti terreni di privati.
Le elezioni per l'Università Agraria precedono di un anno quelle per il Comune, e quindi sono diventate una specie di
prova generale per le comunali.
Quest'anno si presentano quattro liste: due principali di centro-sinistra e centro destra, e due più piccole.
I candidati Presidenti delle liste che sulla carta sembrano favorite sono: Delicato Emilio per il centro-sinistra e Luigi
Piselli per il centro-destra.Domenico Liberati invece guida un'altra lista di area centro-destra e Quagliozzi Vincenzo
guida una lista socialista.
Abbiamo chiesto a tutti i candidati Presidenti un intervento
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Mi chiamo EMILIO DELICATO (candidato per “LA
GINESTRA”), sono nato a Castelforte il 17/01/1956,
lavoro come Socio Amministratore di una società di consulenza fiscale, mi sono sposato a Castel Madama e vi
risiedo dal gennaio 1981, con mia moglie Rosella e i miei
due figli Antonio e Giulia. La famiglia, il lavoro, l’impegno sociale e lo sport sono i miei valori di riferimento
che cerco di vivere da cattolico anche tramite l’impegno
politico, vissuto fin dalla gioventù come volontariato.
Con questo spirito ho accettato con entusiasmo la candidatura a presidente dell’Università Agraria pensando
che questo Ente Pubblico, se bene amministrato, può
contribuire alla crescita sia in termini educativi che
occupazionali dei cittadini e soprattutto dei giovani di
Castel Madama.
Molto è stato fatto dalle passate amministrazioni nell’impostazione per un diverso uso del territorio; dalle
attività agro-pastorali, che vanno comunque salvaguardate e sviluppate, si è allargato il campo d’azione a più
fruibili e innovative attività.
Il completamento della ristrutturazione del “Casone” darà
vita a un’attività economica basata sulla ricettività e la
ristorazione, rivolta al turismo ambientale e scolastico.
L’impegno di proseguire l’iter per l’istituzione del “Parco
della Selva” che, una volta terminato e riconosciuto
monumento naturale, fornirà strumenti e risorse necessari alla gestione ordinaria e straordinaria del territorio.
Il Parco a tema preistorico che ricostruisce diverse tipologie di villaggi e di ambienti della preistoria del centro
Italia porterà un incremento occupazionale a favore dei
nostri giovani concittadini, e risonanza a livello nazionale del nome della nostra Cittadina.
Va senza dubbio continuata l’azione amministrativa per
realizzare un impianto per la produzione del “cippato” (combustibile naturale di legname da risulta), migliorare la fruibilità del parco del boschetto attraverso la realizzazione di un
percorso a piedi, in bicicletta ed a cavallo e la sistemazione del tratto principale fruibile dalle persone diversamente abili, realizzare attraverso la pulitura e segnatura di
un percorso storico naturalistico denominato “La via dell’acqua”
che attraversa le parti maggiormente pregiate del Bosco
della Selva, i sepolcri romani del I secolo, i fontanili e le
sorgenti d’acqua. Il percorso verrà arricchito da panche e
tavoli nei punti di osservazione panoramica, nei pressi
delle sorgenti e lungo tutto il percorso.
Una particolare attenzione sarà rivolta alla cura del territorio e al miglioramento della flora e della fauna, recuperando le varietà autoctone di pere, mele, prugne attraverso l’innesto di esemplari selvatici individuati sul
territorio e l’avvio di un programma di Apicoltura con
istallazione di arnie in aree protette per la produzione
del miele col marchio U. A.
Cureremo l’aggiornamento del regolamento d’uso del
territorio con specifiche modalità di raccolta dei tartufi,
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Università Agraria
Maggio 2010
“La Piazza”
Periodico dell’Associazione Culturale Albatros
Vicolo Giustini, n. 10
00024 Castel Madama (Roma) - tel. 0774/449849
Anno 7, n. 5 - Maggio 2010
Registrazione del Tribunale di Tivoli n. 4/2004 del 14/04/04
Direttore Responsabile: Rino Sciarretta
Capo Redazione: Carla Santolamazza
Redazione: Ivano Chicca, Ivano Moreschini,
Ramona Pompili, Roberto Bontempi,
Salvatore De Angelis, Elisa Livi, Ivo Santolamazza
Hanno collaborato alla realizzazione di questo numero
Valentina Torella, Gualtiero Todini, Bruno Testa,
Vincenzo Quagliozzi, Luigi Piselli, Domenico Liberati
Maria Falcone, Attilio Nonni, Studio Caprolicchio
Per la pubblicità rivolgersi al 3490063355
Grafica ed Impaginazione: Salvatore De Angelis
Chiuso in redazione il 19/05/2010 - Tiratura 1.500 copie
SOMMARIO
• Al voto per le terre di tutti
pag.
3
• Il Parcheggio
»
8
• Pro e Contro dell’energia nucleare
»
10
• Un giorno di festa alla corte di Ippolito
»
11
• Un Presidente donna al Centro Anziani
»
13
• Brevi
»
14
• I cattolici e la prima guerra mondiale
»
16
• Scuola
»
19
• Vicovaro
»
23
• Tivoli
»
26
• Latinorum
»
27
• Aree protette del Lazio
»
28
• Il nuovo codice della strada
»
31
• Film
»
32
SitoWeb: www.lapiazzacastelmadama.com
• Recensione
»
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E-mail: [email protected]
• Cultura
»
34
[email protected]
• Parlatene al vostro legale
»
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LA REDAZIONE SI RIUNISCE TUTTI I LUNEDÌ
DALLE ORE 18 ALLE 20
• Calcio
»
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• Rainer Maria Rilke e Marina Cvetaeva
»
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Il giornale viene diffuso anche nei paesi di Vicovaro, Mandela, Sambuci, Tivoli
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Università Agraria
da riservare ai cittadini utenti dell’ente agrario, la creazione di un’associazione di raccoglitori locali, la creazione di un marchio U. A. e relativo canale commerciale.
Sosterremo l’istituzione di un’area destinata all’addestramento dei cani da caccia riservata ai cittadini utenti dell’ente nella zona dei “Quadrelli”, affidandone la cura alla
locale associazione dei cacciatori e l’istituzione di un’area destinata allo svago ed al benessere dei cani da compagnia,
individuata in una zona idonea e facilmente accessibile
del Boschetto delle Fratte, sempre gestita da un’associazione locale. Volendo restare negli spazi dettati dalle esigenze di redazione cito come titoli: Diradamento selettivo
del Bosco della Selva, Miglioramento del pascolo brado, Censimento del bestiame bovino ed equino, incentivazione a
produrre prodotti di qualità, Ristrutturazione del fienile di
Fonte Bianca per la vendita di prodotti biologici locali del
miele e del tartufo dell’U. A., Miglioramento della fruibilità dell’archivio degli usi civici dell’Università Agraria tramite internet.
Su queste basi “La Ginestra” intende cercare il sostegno
dei cittadini ed un corretto confronto con tutte le forze
politiche, sociali, culturali del paese. L’Università Agraria è un bene collettivo, e tutti devono contribuire al suo
mantenimento e al suo sviluppo.
QUAGLIOZZI VINCENZO (candidato per “SEMPRE AVANTI”) castellano di adozione, sono circa 15 anni che
risiedo in Castel Madama, ho sempre creduto nelle potenzialità del nostro Comune e, conoscendo i terreni dell’U.A.,
ho avuto modo di rafforzare queto mio convincimento.
Con il Partito Socialista Italiano abbiamo valutato l’opportunità di presentare una lista che possa promuovere interventi per una modernizzazione dell’ENTE UINVERSITÀ AGRARIA.
I risultati raggiunti e le azioni avviate dalla uscente amministrazione, testimoniano la idea di sviluppo per le terre della comunità Castellana, idea che la lista “SEMPRE AVANTI’’ intende sviluppare e armonizzare con tutti i cittadini Castellani.
Nel segno anche della continuità degli interventi promosso dalla uscente amministrazione, sempre più convinto e
convinti che una attenta e lungimirante gestione amministrativa possa creare importanti opportunità per la comunità Castellana.
La lista SEMPRE AVANTI contraddistinta con il simbolo “LIBRO APERTO CON ROSA ROSSA CENTRALE’’
propone:
INFORMAZIONE E COINVOLGIMENTO DEI CITTADINI CASTELLANI SUGLI OBBIETTIVI
E LE SCELTE DELLA GESTIONE AMMINISTRATIVA
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Regolazizzazione delle aree verdi ancora e sempre oggetto di interpretazione sul diritto di proprietà e possesso di spazi
(Collicelli, Parco della Rimembranza, Pineta) che fanno
parte del centro urbano e, una puntuale e attenta regolarizzazione di tutte le servitù di passaggio sulle terrre dell’UNIVERSITÀ AGRARIA.
Ristrutturazione e completamento del Casone, studiando
tutte le potenzialità di utilizzo basata sia ad attività volte a
ricettività e ristorazione, sia alla promozione e commercializzazione dei prodotti agricoli e zootecnici, proponendo la
cosiddetta “filiera corta’’ con inevitabili benefici per i produttori e i consumatori.
Manutenzione e sistemazione del BOSCHETTO con realizzazione di piazzole di sosta e di ristoro e, ripristinando e,
potenziando l’esistente percorso GINNICO rendendolo
fruibile sia agli appasionati della bicilcletta sia del cavallo.
In collaborazione con gli allevatori, migliorare il pascolo
brado, individuando terreni e forme di bonifica degli stessi
sollecitando sperimentazioni di zootecnia modera.
Valutazione attenta dei progetti Archeo-Park, siamo convinti che una non frettolosa, ma lungimirante “gestione’’ possa
creare opportunità di occupazione sia fissa che stagionale.
In collaborazione con i cacciatori che gesticono un avoliera a
cielo aperto è importante studiare e individuare altre aree
per il ripopolamento e la cattura della fauna selvatica.
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Università Agraria
Quanto interesse per l’Agraria…
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di Luigi Piselli - Candidato a Presidente della Lista N. 3 “Agraria un bene per tutti”
Ringrazio la Vs Redazione per aver richiesto il mio intervento in merito alla candidatura a Presidente nella Lista n.
3 alle prossime elezioni per l’Università Agraria.
Permettetemi di raccontare ai castellani come siamo giunti
alla scelta del sottoscritto. Da anni la coalizione alternativa
al centro sinistra vive una fase di divisioni interne, generate,
secondo me, non da divergenze programmatiche, ma purtroppo, da personalismi. Nel mese di aprile, insieme a molti
amici, abbiamo tentato di ricucire questo strappo, giungendo quasi ad un accordo politico. Ma come è accaduto spesso negli ultimi anni alcuni “politici DOC”, anziché riconoscere il valore degli altri, hanno sempre creduto ed agito in
base a proprie convinzioni di onnipotenza Così è bastato un
week end per mandare a monte il lavoro di un mese. Il sottoscritto, ascoltando la volontà dei moltissimi cittadini
scontenti ed essendo svincolato da legami partitici, si è
messo a disposizione per un ultimo tentativo. Ma ancora una volta hanno prevalso i personalismi. Questa è la storia
recente, il resto sono chiacchiere di piazza e cattiverie di avversari politici. Perché dare fiducia alla squadra che mi
ONORO di rappresentare? In primis perché dopo venti anni di amministrazioni Rosso Verdi i castellani hanno potuto
notare l’incapacità realizzative di costoro. Non solo, la gestione ventennale di un Ente avrebbe dovuto produrre risorse, posti di lavoro, promozione del territorio! Invece il nulla. Non sono abituato a promettere, questo ruolo appartiene ad altri, lascio che per la LISTA N. 3 parlino i fatti. Invito i miei concittadini a non disperdere il voto in liste di
disturbo, ma di concedere la vostra FIDUCIA a chi negli anni ha dimostrato con atti concreti di saper amministrare
e rilanciare le sorti di un Paese. Infine auguro ai 30 candidati a consigliere e ai 3 candidati a Presidente una campagna
elettorale serena, tenendo sempre presente il RISPETTO dell’altro. Che vinca il migliore. GRAZIE.
Le Nostre Radici di Domenico Liberati “Tradizione, Innovazione, Sviluppo”
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Care Amiche e Cari Amici, sono Domenico Liberati, un
Vostro compaesano da ben 52 anni. Sono diplomato in elettrotecnica, per dieci anni ho lavorato come tecnico elettricista presso il Comune di Castel Madama e attualmente
lavoro come tecnico informatico presso l’Enel. S.p.A. Ho
una splendida famiglia, una moglie e tre figlie che ho voluto crescessero come me, nel Nostro paese, vivendo le bellezze e, ahimè, anche i tanti disservizi del Comune di Castel
Madama. Ho deciso di candidarmi per portare, la mia esperienza, le mie idee e la mia capacità nella gestione dell’Ente
Università Agraria che avrà come principi fondamentali il
rispetto delle regole, della trasparenza e dell’onestà.
Cercherò, durante il mio mandato, di coinvolgere tutta la
cittadinanza ,soprattutto i giovani affinché, lavorando insieme, si possa migliorare la vita della nostra comunità, proteggendo le nostre radici. Il mio programma ha i seguenti obiettivi: La creazione di un Parco Fotovoltaico o Eolico,
gestito direttamente dall’Ente U.A.; La nascita di una fiera Agricola mensile sul territorio dell’U.A.; La riqualificazione del boschetto attraverso il ripristino dell’area jogging / area pic-nic e dei percorsi per mountain bike, passeggiate a cavallo e a piedi; La riqualificazione e sistemazione degli uffici con nuove attrezzature informatiche e la realizzazione di una sala Multimediale per corsi riconosciuti di formazione professionale; La rivisitazione dell’intero territorio dell’U.A. con Censimento del bestiame,valorizzazione del territorio, riperimetrazione dei terreni di proprietà e
verifica degli usi civici; La costituzione di una Fattoria didattica gestita dall’Università Agraria che permetta un utilizzo del Casone in modo Agrituristico, offrendo servizi di pernottamento, ristorazione con cucina tipica locale, campi
scuola per bambini e agri-asilo con la collaborazione dell’Istituto comprensivo di Castel Madama e ippoterapia.
Mi auguro che il 30 e 31 maggio, sarete in tanti a sostenermi e a credere insieme a me ed ai tanti amici che mi stanno
supportando, che si può cambiare veramente! Valorizziamo la nostra terra, riprendiamoci il nostro territorio.
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Amministrazione
Maggio 2010
IL PARCHEGGIO DI FRONTE
ALLA SCUOLA ELEMENTARE
di Ivano Moreschini
“Quest’opera, come purtroppo altre (isola ecologica, nuovo depuratore,
struttura sanitaria ex mattatoio), è in variante di Piano Regolatore, per cui oltre
il normale iter dell’opera pubblica (acquisizione di pareri e nullaosta), deve compiere
anche l’iter della variante urbanistica (art. 13, usi civici, ecc.). Ciò comporta tempi più
lunghi. Al momento abbiamo acquisito l’art. 13 e stiamo acquisendo l’analisi territoriale
tramite il perito demaniale assegnatoci dalla Regione Lazio alcuni mesi fa.
Completato quanto sopra la Regione avrà 90 giorni per emettere il suo parere che,
qualora non fosse espresso, si intende positivo.
Dopo di che, presumibilmente entro il prossimo inverno, si bandirà la gara”.
Questo è quello che scrisse l’Assessore Aldo Testi al nostro giornale
nel numero di settembre 2009 in relazione al progetto del Parcheggio
di fronte alla Scuola Elementare, noto anche come parcheggio dello Stallone
La recente delibera di Consiglio Comunale
Dal settembre del 2009, oltre agli ordini del giorno
in Consiglio Comunale, alle discussioni sui giornali locali, che nel frattempo si sono arricchiti di
un’altra presenza “Aequo Animo”, che salutiamo,
l’atto ufficiale più rilevante assunto è la deliberazione di Consiglio Comunale n. 11 del 18 marzo
2010. Questa deliberazione, come aveva accennato l’Assessore Testi nell’intervento sopra riportato,
approva l’analisi territoriale ai fini dell’uso civico
dei terreni interessati al parcheggio. In pratica è un
atto necessario per decidere se i terreni sono o
meno soggetti al vincolo dell’uso civico. In caso
essi abbiano questo vincolo, è necessario chiedere
un’autorizzazione regionale per toglierlo.
Dalla delibera, pubblicata sul sito del Comune, si
legge che la maggior parte dei terreni sono privati
e non hanno vincoli di uso civico, mentre ci sono
due particelle, di mq 284 e 151, che sono di proprietà dell’Università Agraria. Per queste sarà
necessario chiedere alla Regione Lazio un’autorizzazione al cambio di destinazione d’uso.
Fin qui niente di male. Si chiede l’autorizzazione
alla Regione Lazio, e nel giro di qualche mese la
Regione dovrebbe concederla.
Certo però, quando si legge la deliberazione pubblicata, che afferma che l’adozione della variante
al Prg per destinare a parcheggio quelle aree è
stata adottata il 27 aprile 2007, ci si chiede come è
possibile che ci vogliano tre anni per redigere una
perizia demaniale per gli usi civici.
E allora tornano alla mente tutte le discussioni, le
assemblee pubbliche, insomma le aspettative e la
mobilitazione di un paese, pro e contro un progetto che ha un grande impatto visivo e psicologico e
che, a torto o a ragione, è visto dai castellani come
una possibile soluzione al problema del parcheggio nel centro storico.
Torniamo un po’ indietro
Allora rileggiamo la deliberazione di consiglio
comunale n.13 del 2007, per rinfrescarci un po’ la
memoria. Per esempio, chi si ricorda che la commissione di valutazione delle proposte di Project
Financing (finanza di progetto), cioè delle propo-
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Amministrazione
ste dei privati per il parcheggio è stata istituita con
una delibera del giugno 2004? Oppure che con
una delibera di giunta Regionale dell’ottobre del
2006 è stato finanziato un consolidamento della
scarpata sotto la Scuola Elementare?
A parte queste curiosità, che danno però l’idea di
quanto lungo e tortuoso può essere fare un parcheggio di queste dimensioni, dalla delibera del 2007
emergono ancora una gran parte dei problemi,
burocratici e di sostanza, che rallentano la costruzione del parcheggio. Per esempio, il responsabile
dei lavori pubblici Ing. Salvati chiedeva “una verifica puntuale delle aree soggette ad espropri”, mentre l’allora Presidente dell’Università Agraria avanzava delle osservazioni, in quanto ente proprietario
di alcuni terreni interessati dall’intervento. Non era
un mistero quindi che c’erano terreni soggetti ad
uso civico. Inoltre alcuni dei proprietari delle aree
soggette ad esproprio nell’assemblea pubblica del
2006 esprimevano preoccupazioni sull’eccessivo
peso che graverebbe su Vicolo degli Olmi, in caso
fosse l’unica strada di accesso al Parcheggio.
I tempi lunghi ed i costi ed i ricavi dell’intervento
Ma quanto incidono queste lungaggini burocratiche sull’aspetto economico di un’opera del genere? Tralasciamo la giustezza dell’utilizzo della
formula del project financing per un lavoro del
genere, perché il problema non è questo, anche se
non siamo i soli a dirlo, anche se in forme diverse.
In tal senso, citiamo da un intervento del consigliere Michele Nonni su Aequo Animo di marzo
2010: “La volontà dell’Amministrazione di realizzare un parcheggio attraverso l’utilizzo di capitale
privato va a determinare, ovviamente, uno squili-
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brio tra gli interessi propri (e legittimi) dei finanziatori del progetto e l’interesse pubblico che,
diventando residuale, non viene soddisfatto come
meriterebbe: infatti l’opera consiste nella realizzazione di 46 box auto, 4 locali commerciali di 520
mq e di 80 parcheggi a pagamento, con un costo di
Euro 2.908.150,00”.
Ciò che dice Nonni è condivisibile, ma l’impresa
può senz’altro replicare che si è offerta di fare ciò
che il Comune ha proposto. Ma ammesso che questo non sia un problema, c’è anche un’altra
domanda: quanto incide il passare del tempo, ed il
variare dei prezzi di mercato, sul piano finanziario
dell’opera? Dal 2004 al 2010 il mercato immobiliare ha avuto prima un’impennata dei prezzi, poi
dopo il 2008 una discesa. La crisi economica, strisciante nel 2004, è nel frattempo esplosa, e l’impresa si chiede senz’altro se riuscirà a vendere
tutti i locali commerciali, i box, i parcheggi.
Insomma la variabile tempo, già importante per il
rapporto tra l’Amministrazione ed i cittadini nella
realizzazione di una normale opera pubblica,
diventa essenziale in un’operazione che risente in
maniera decisiva delle variazioni dei prezzi di
mercato. Quanto costava un box auto in quella
zona nel 2004? E nel 2007? E ora? E quanto costerà al momento della prevendita dei box?
A parte l’ultima domanda, quasi tutti i cittadini
castellani possono fornire una risposta alle altre, e
quindi anche capire la convenienza per l’impresa
di un’operazione del genere. Sempre ammesso
che i costi rimangano quelli indicati dal consigliere Nonni. Forse anche l’Amministrazione comunale si dovrebbe porre questo problema, se il
parcheggio di cui abbiamo parlato è davvero una
sua priorità.
I RADUNO DEGLI STENDARDI DELLA SS. TRINITÀ
Nel pomeriggio di Domenica 13 giugno si terrà a Castel Madama, per la prima volta, il Raduno
delle Compagnie che effettuano ogni anno il pellegrinaggio alla Santissima Trinità.
PROGRAMMA
ore 16,00 - Processione lungo le vie del Paese;
ore 18,30 - S. Messa ai Collicelli;
ore 20,00 - Rinfresco per le Compagnie partecipanti al Parco
Oudenaarde.
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Si informa che grazie alle offerte della popolazione castellana si è
restaurata l’immgine sacra della SS. Trinità in Via Mario Corvisieri.
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Attualità
Maggio 2010
Pro e Contro dell’energia Nucleare
di Elisa Livi
L’energia nucleare è una fonte energetica da valutare
attentamente sia negli aspetti positivi sia negativi. In
primo luogo è necessario comprendere il suo funzionamento. Nelle centrali nucleari l’energia scaturisce
dal bombardamento dell’uranio con neutroni. Il nucleo
dell’uranio si divide in due nuclei più piccoli tramite
un processo detto di “fissione nucleare” durante il
quale si genera energia e altri neutroni che, a loro
volta, continueranno a far dividere i nuclei di uranio
dando luogo alla famosa “reazione a catena nucleare”.
Durante questo processo viene emessa radioattività ad
alta intensità. Gli oggetti e i metalli esposti alle radiazioni diventano essi stessi radioattivi, ossia scorie
radioattive. Le scorie dovranno essere stoccate per
migliaia di anni fin quando non decade il livello di
radioattività. Il grado di radioattività non consente
all’uomo di avvicinarsi alle scorie e, al momento, la
scienza non è in grado di distruggere le scorie radioattive o di accelerare il periodo di decadimento della
radioattività. L’uranio è la materia prima delle centrali nucleari a fissione. Una minima quantità di uranio
consente di produrre un’elevata quantità energia, e a
differenza del carbone o del petrolio, senza emissioni
di anidride carbonica (principale causa dell’effetto
serra). Non esistono stime ufficiali sull’estrazione
annuale di uranio. Questi dati sono coperti dal segreto
militare o dal segreto di Stato. Fin qui i vantaggi che
hanno determinato lo sviluppo dell’energia nucleare
nella seconda metà del novecento. Su altri aspetti il
nucleare non trova ancora valide risposte: il principale
svantaggio del nucleare sono le drammatiche conseguenze in caso d’incidente. L’epilogo di Chernobyl ha
causato conseguenze globali e, ancora oggi, non si
conosce il reale impatto sulla salute. Se da un lato le
nuove centrali di ultima generazione garantiscono un
livello di sicurezza elevato, dall’altro non si può fare a
meno di pensare che anche la centrale di Chernobyl
era stata considerata sicura a suo tempo. Le scorie
radioattive devono essere stoccate per migliaia di anni.
Nessun paese al mondo è giunto ad una soluzione definitiva di stoccaggio. In Italia, nel 2003 si fermò in protesta un’intera regione italiana per impedire la realizzazione di un deposito geologico di scorie. La produzione di armi nucleari resta l’ultimo grande handicap.
Non si può negare un legame tecnologico tra la produzione civile d’energia nucleare e l’industria bellica.
Nel 2004 gli USA e altri paesi occidentali fecero grande pressione sull’Iran per impedire la costruzione di
una centrale nucleare civile proprio per il timore che
questi impianti fossero utilizzati anche per finalità belliche. Pertanto il legame tra le due attività esiste. Il
costo reale del nucleare. Da circa 15 anni nessun paese
occidentale, salvo la Finlandia, ha messo in cantiere
nuove centrali nucleari. Il nucleare comporta costi ele-
vati fin dalla realizzazione degli impianti. Vanno poi
ad aggiungersi i costi militari per garantire la sicurezza dagli attentati terroristici e i costi per smantellare la
centrale nucleare al termine della sua attività. Tutti
questi costi non sono sostenibili da un’industria privata. Lo Stato deve necessariamente intervenire a copertura delle spese aumentando tasse e imposte ai contribuenti. In breve, il basso costo dell’energia in bolletta
potrebbe essere più che compensato dall’aggravio
fiscale in termini di imposte. La localizzazione degli
impianti nucleari. Le comunità locali sono restie ad
accettare un deposito di scorie o una centrale nucleare
vicino casa. Volendo sintetizzare il nucleare a fissione
realizzato con reattori di ultima generazione è relativamente sicuro. Resta però il problema dei costi sociali e quello della localizzazione delle centrali e del
deposito di scorie. Finora nessuna soluzione sembra
essere stata condivisa con i cittadini del luogo destinato ad ospitare un deposito di scorie. Barack Obama
rilancia il nucleare. Per difendere l’ambiente, combattere il cambiamento climatico e ridurre anche la dipendenza dal petrolio straniero, il presidente degli Stati
Uniti, dopo più di trent’anni di stop, commissiona
nuove centrali atomiche. Ha annunciato lo stanziamento di oltre 8 miliardi di dollari, circa 6 miliardi di
euro, per costruire due nuovi impianti termonucleari in
Georgia, i primi sul suolo americano dal 1979, quando
i progetti di sviluppo di centrali furono bloccati a
seguito dell’incidente a Three Mile Island. Secondo il
presidente, che ha parlato durante una visita a
Lanham, in Maryland, con la nuova centrale si creeranno migliaia di posti di lavoro durante la fase di
costruzione, mentre 800 posizioni saranno permanenti. In Italia, 72 intellettuali, imprenditori e scienziati
hanno firmato una lettere indirizzata al segretario del
Partito democratico chiedendogli di non escludere la
possibilità del ritorno all’energia nucleare. Pierluigi
Bersani ha risposto alle agenzie di stampa: «Il nostro
no alla proposta del governo sul nucleare non ha assolutamente niente di ideologico. Noi contestiamo le
velleità di un piano che non si occupa di alcuni argomenti centrali come la dipendenza tecnologica, le condizioni di sicurezza,
la gestione degli
esiti del vecchio
nucleare, le scorie,
che mette le procedure di delocalizzazione su un binario
complicato e assolutamente incerto e
non affronta in
maniera adeguata il
problema dei costi».
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Cultura
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“Un giorno di festa alla corte di Ippolito II d’Este”
di Maria Falcone
Sotto il patrocinio del Comune di Tivoli, del Comune di
Castel Madama, del Ministero per i beni e le attività culturali e della Soprintendenza di Villa d’Este e con la collaborazione della Pro Loco di Castel Madama e il Comitato Palio Margarita, il Liceo Spallanzani di Tivoli,
nell’ambito delle manifestazioni della XII Settimana
della Cultura, il giorno 23 aprile u. s., ha presentato,
nella Villa d’Este di Tivoli, la rievocazione storica in
costume di una giornata di festa alla corte di Ippolito II.
I giardini della Villa, scelti opportunamente come
ambientazione, visto il tema, dovevano consentire lo
svolgimento itinerante di vari momenti rappresentativi,
ma Giove Pluvio ha sconvolto i progetti. E così lo spettacolo è stato reinventato “sul campo”, trasformato ipso
facto da rappresentazione itinerante e dinamica, come
sopra accennato, in una teoria di quadri-eventi, solo
apparentemente statici, ognuno ubicato in una delle
magnifiche stanze dell’appartamento della Villa, autentiche pagine viventi, dunque, “sfogliate” dagli spettatori
nel loro percorso.
Si inizia con i saluti istituzionali che la Preside rivolge ai
presenti. In primis i ringraziamenti doverosi alla “padrona di casa”, l’Architetto Marina Cogotti, che sottolinea,
in risposta, le finalità fortemente educative dell’iniziativa, mirante a ingenerare nei giovani l’orgoglio e il senso
di appartenenza nei confronti della Villa, come bene da
tutelare, anche in virtù del futuro ricordo di un proprio
vissuto.
Dopo l’esibizione degli armigeri la prolusione del giullare è un autentico pezzo di intraprendenza affabulatrice.
Occorre seguirlo e infatti il pubblico comincia a sfilare: si
assisterà a esibizioni canore e musicali, ad acrobazie,
esercizi ginnici, danze, scene di quotidianità umile e
modesta o anche raffinata ed elegante, di operosità attiva, di spontaneità giocosa, di erudizione e di studio.
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Nella sala della Musica, un coro di giovani, sotto la direzione del Maestro (il sig. Roberto Proietti), esegue pezzi
di pregevole delicatezza: “Le rose, fronde e fiori”, di G.
M. Nanino e “Il ballerino”, di G. Gastoldi. Con l’accompagnamento del cembalo (alla tastiera il prof.
Mauro Giustini) e del timpano, strumenti entrambi
magistralmente suonati, una bellissima voce da soprano
intona il prologo dell’”Orfeo” di C. Monteverdi e poi
“Se l’aura spira” di G. Frescobaldi.
Ippolito invita gli ospiti alla festa: sfila un corteo di nobili, dignitari impettiti e dame di accurata eleganza (stupendi i costumi d’epoca messi a disposizione dai rioni
Castelluccio ed Empolitano del Comune di Castel Madama
ed efficaci gli interventi della parrucchiera Carla Fiorini
sulle capigliature delle ragazze).
Ai modi controllati e austeri dei signori fa da contrappunto l’immediatezza dei popolani, la loro maniera
spontanea e semplice di “cogliere l’attimo”, di vivere un
momento di gioia spensierata.
La festa si esprime nell’agonismo di piazza: giochi di
agilità e di acrobazia. Si esibiscono giocolieri, lottatori,
ginnasti. Gli Sbandieratori e i Musici di Castel Madama
fanno una cromatica ed elegante coreografia.
Liberamente tratti da “La Fantesca” di G. B. della Porta,
vengono rappresentati i tentativi di seduzione di un
vecchio nobile, stolidamente invaghito di una bella fanciulla nei cui panni si cela… un giovane uomo ardentemente innamorato proprio della figlia del nobile. Con la
complicità della Fantesca, vero “aiutante” nella vicenda,
in barba al vecchio babbeo, l’amore trionfa e i due giovani potranno coronare il loro sogno.
Lode al progetto e alla sua realizzazione scenica, straordinariamente fedele, attenta ai dettagli, con una precisione che è frutto di studio, di ricerca , di metodo rigoroso. Fonte autorevole di informazioni, curiosità e dati
di costume è stato il comm. Alessandro Moreschini.
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Centro Anziani
Un Presidente DONNA al Centro Anziani
a cura di Carla Santolamazza
Il 24 aprile si sono svolte le elezioni per il rinnovo delle cariche per il triennio 2010/2013
al Centro Anziani di Castel Madama.
È stata eletta Presidente, Rina Iori con 155 voti, Vice Presidente, Bruno Testa con 65 voti
Abbiamo rivolto alla neo eletta le seguenti domande:
Quali sono per l’immediato e per il futuro le iniziative che insieme al Comitato di Gestione intende proporre e portare avanti?
Il programma triennale “DENTRO IL CENTRO E ...
OLTRE” prevede una serie di attività e di iniziative mirate alla ricerca continua di una sempre migliore risposta
ai bisogni delle persone anziane e alla loro presenza sul
territorio. Per l’immediato sono in programma una gita di
2 giorni, 22 e 23 maggio, presso la Repubblica di San
Marino e Gradara; ai primi di giugno visita alla mostra di
Caravaggio (Roma); fine giugno/agosto “serate danzanti”; luglio “Festa dei nonni”, (Parco Oudenaarde); ottobre
corsi di ginnastica – ballo ecc.... Per il futuro è nostra
intenzione avviare, con il supporto dell’Assessorato ai
servizi sociali, attività mirate alla salute dell’anziano.
Realizzazione di un corso di computer in collaborazione
con gli alunni della Scuola Media relativo al progetto
“I NONNI INCONTRANO I NIPOTI”. Adozione a distanza, Regolamento interno, nonno vigile, attività teatrale
in collaborazione con le Associazioni presenti nel territorio e tante altre iniziative che ci auguriamo vengano
proposte da parte dei soci.
Dopo il rinnovo delle cariche ed il cambio alla guida
del Centro, quali saranno i rapporti con l’Amministrazione Comunale e le richieste che presenterete?
Pia La
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Purtroppo fino ad oggi il C.S.A. non ha ricevuto le dovute attenzioni da parte degli amministratori comunali. A
breve ci sarà un incontro con il Sindaco proprio per fare
il punto della situazione del Centro. Un ringraziamento
va all’Assessore Vincenzo Ascani per la presenza nelle
varie manifestazioni e riunioni svolte all’interno del
C.S.A.. Un ringraziamento particolare va al consigliere
del Comitato di Gestione, Antonio Tatti, per la continua
manutenzione del Centro. Chiediamo all’Amministrazione comunale di realizzare al più presto i locali del
“NUOVO CENTRO”, promessi da molti anni, in modo da
permettere ai numerosi iscritti (415 aprile 2010 - 90
circa nel 2005) di poter usufruire di spazi idonei per
svolgere le attività e partecipare alle iniziative promosse
dal C.S.A.
Il vecchio e il nuovo Presidente
Con un Presidente donna ed una rappresentanza
femminile prevalente nelle cariche, che cosa può
cambiare nella gestione del Centro?
La presenza delle donne è veramente notevole sia nel
comitato di gestione, sia nel collegio di garanzia che tra
gli iscritti. Il mio auspicio è di riuscire, con la collaborazione di “TUTTI”, a fare in modo che il Centro possa
essere vissuto a pieno ogni giorno. Ringrazio a nome
mio personale, del Vice Presidente e di tutti gli eletti,
coloro che hanno riposto in noi la loro fiducia.
Un commento sulla partecipazione degli iscritti alle
votazioni.
In questa tornata elettorale gli aventi diritto al voto sono
stati 405, i votanti 253 con una percentuale del 62%,
nettamente inferiore a quella delle elezioni del 17 maggio 2008 che è stata del 78%. La partecipazione degli
iscritti all’assemblea pubblica per le candidature è stata
molto scarsa così come in tutte le assemblee indette dal
C.S.A. Le difficoltà per raggiungere almeno il numero
minimo previsto per la formazione delle liste, sono state
notevoli. È nostra intenzione sensibilizzare per il futuro
tutti i soci ad una maggiore partecipazione alla vita del
Centro, poiché il contributo di tutti è la soluzione migliore per la riuscita di qualsiasi attività o iniziative proposte.
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L’angolo di Bruno ...
LA VIOLENZA
– Grazie a Dio, i giovani sanno che uccidere è una delle grandi missioni dell’uomo (!?!!?) (Ayatollah Khomeini)
– Che ci sia gente che gira con i fucili a canne mozze non mi piace niente; ma che ci sia gente che ci fa affari
tranquilli e legalizzatissimi, fabbricandoli e distribuendoli, a me, piace ancora meno. (E. Sanguineti)
– Un ordine di cose stabilito colla violenza è sempre tirannico. (G. Mazzini)
– Sopportare ciò che ci tocca in sorte a causa della nostra natura o del nostro destino non sembra così doloroso
come sopportare quando ci viene inflitto dall’arbitrio degli altri. (A. Schopenhauer)
– La non violenza non è una giustificazione per il codardo, ma è la suprema virtù del coraggioso. La sua pratica richiede molto più coraggio della pratica delle armi. (Gandhi).
– Nessun uomo può essere attivamente non violento e non ribellarsi contro l’ingiustizia sociale, ovunque si verifichi. (Gandhi)
– La violenza è l’ultimo rifugio degli incapaci. (Isaac Asimov)
– La violenza è una dimostrazione di debolezza. (A. Dumas, padre)
– La violenza può avere un effetto sulle nature servili, ma non sugli spiriti indipendenti. (Benjamin Jonson)
– Quando calpesterai quel ciuffo di ortiche che io fui in un altro secolo, in una storia che ti parrà antica, sappi
che io ero innocente e che, come te, quel giorno avevo un viso solcato dalla collera, dalla pietà e dalla gioia:
un viso d’uomo, semplicemente. (Anonimo internato ad Auschwitz)
– Io non so con quali armi sarà combattuta la III guerra mondiale, ma so che la IV guerra mondiale sarà combattuta con pietre e bastoni. (Albert Einstein)
– Che cosa è mai una rapina in banca rispetto alla fondazione di una banca? (B. Brecht)
Ricerca e raccolta di idee, pensieri ed opinioni a cura di Bruno Testa
COMPOSTAGGIO DOMESTICO NELLE AREE ESTERNE AL PAESE.
UN ALTRO PASSO AVANTI VERSO IL PORTA A PORTA
Compostaggio domestico, un altro passo avanti verso la raccolta porta a porta. L’Amministrazione comunale di
Castel Madama intende ridurre la quantità di rifiuti indifferenziati da smaltire in discarica. L’obiettivo è dimezzare
i costi di gestione e avere maggiore attenzione per l’ambiente. Con il supporto della Provincia di Roma anche
Castel Madama adotterà il “Porta a Porta”: un sistema di raccolta differenziata che obbligherà i cittadini a separare
i materiali organici dal resto dei rifiuti. «La gestione di questi scarti organici richiede una frequenza di raccolta elevata, anche tre volte la settimana, che la rendono particolarmente onerosa per le aree a scarsa densità abitativa spiega il Sindaco Giuseppe Salinetti - per gestire queste problematiche abbiamo deciso di introdurre la pratica del
compostaggio domestico nelle aree esterne al paese». Le zone coinvolte nel progetto sono Colle Passero, la Valle,
Valle Caprara, Prato del Ghiaccio, Monitola e tutte le abitazioni in zona agricola. Insomma, la soluzione della raccolta dei rifiuti organici in queste aree avverrà in modo naturale ed economico. Imitando il ciclo della natura (in
maniera controllata ed accelerata) il 16% della popolazione castellana che risiede nelle cinque frazioni abitative
esterne e nelle case sparse in campagna potranno, attraverso il compostaggio domestico, ottenere dalla decomposizione dei rifiuti un terriccio ottimo per il giardinaggio, l’orticoltura e l’agricoltura. Le 497 famiglie che risiedono in queste aree potranno aderire volontariamente all’Albo Compostatori. L’impegno è quello di eseguire il compostaggio domestico nel proprio giardino o terreno. Ma non ci sono solo oneri. Per favorire questa pratica e
l’iscrizione all’Albo il Comune ha pensato di ridurre, a chi aderirà, la tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani (TARSU). Una riduzione che va dal 13% per le famiglie con un solo componente, al 19% per le famiglie costituite da 6 o più persone. Chi aderirà non sarà lasciato solo. Oltre a fornire in comodato d’uso gratuito una compostiera domestica, il Comune offrirà un supporto costituito da un corso di formazione sulla tecnica di compostaggio
e l’attivazione di un numero verde (800864776 attivo dal lunedì al venerdì dalle ore 10 alle ore 17), a cui i cittadini possono chiedere assistenza per i primi sei mesi di avvio del nuovo sistema di raccolta. La richiesta di adesione
all’Albo Compostatori dovrà essere presentata presso l’U.R.P del Comune o durante i corsi formativi. A seguire
saranno realizzati due seminari pubblici condotti da esperti del settore: il 13 ed il 25 maggio alle ore 17.30 nell’aula
Consiliare della Casa Comunale.
Dall’Ufficio Stampa del comune di Castel Madama
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PRO LOCO E COMITATO PALIO
È stato definito lo statuto per l’istituzione dell’Ente autonomo Palio Madama Margarita ed inviato ai Rioni, al Sindaco e all’ Assessore alla Cultura per l’approvazione finale. L’ Ente inizierà la propria attività con il Palio 2011.
Il giorno 30 maggio alle ore 18.00 presso il Castello Orsini vi sarà la presentazione del Palio Madama Margarita con
il giuramento da parte dei quattro Massari dei Rioni in costume cinquecentesco e la presentazione del nuovo gonfalone scelto per l’anno 2010 sulle proposte avanzate dagli allievi dell’Accademia Nazionale di Belle Arti. Tutti i
bozzetti saranno in mostra al Castello Orsini.
Sono aperte le iscrizioni alla manifestazione canora CASTELLOINFESTIVAL. Per tutti coloro che vorranno partecipare potranno scaricare il regolamento e il modulo di iscrizione dal profilo della Pro Loco su Facebook oppure
richiederlo all’indirizzo e-mail [email protected] o presentarsi direttamente preso la Sede. Quanti
sono interessati a partecipare come Giuria popolare possono fare richiesta presso gli uffici della Pro Loco.
È stato firmato tra Amministarzione Comunale e Pro Loco un accordo di partenariato che prevede l’allestimento e
apertura di un centro di informazione turistica presso il Castello Orsini ed anche visite guidate, promozione di attività di ricerca, sperimentazione di un call center ed altro. A questo scopo alla Pro loco sono stati assegnati una serie
di locali all’ interno del Castello da adibire ad uffici ed anche per il costituendo Ente Palio.
La Pro Loco di Castel Madama sta promuovendo ed avviando un progetto di marketing volto all’organizzazione
della promozione ed al sostegno delle feste e manifestazioni indette nel nostro paese. Per dare vita e continuità al
suddetto progetto la Pro Loco di Castel Madama ricerca e chiede la collaborazione volontaria di laureati, laureandi ed esperti nel settore del marketing aziendale.
Si ricercano operatori di catering e/o attività commerciali
interessati ad a avere uno stand durante le manifestazioni
del “Palio Madama Margarita” e della “Sagra della Pera
Spadona-Castelloinfestival” che si terranno il 9-10-11 luglio
e 15-16-17-18 luglio 2010. Per poter prenotare uno spazio
sul suolo pubblico messo a disposizione durante il periodo
delle manifestazioni rivolgersi a: Associazione Pro Loco di
Castel Madama, Piazza Garibaldi 8, 00024 Castel Madama
(RM) tel/fax 0774449500
SERVIZIO PUBBLICO LAMPADE VOTIVE:
LA GESTIONE PASSA AL COMUNE.
LE FAMIGLIE RISPARMIERANNO
Dopo 15 anni torna negli uffici comunali la gestione del servizio di illuminazione votiva del cimitero
comunale. Il contratto che nel 1994 aveva appaltato
il servizio alla Romana Luminex è scaduto lo scorso novembre. Il Comune castellano ha deciso di
gestire in economia l’illuminazione votiva utilizzando risorse e personale interno, in modo da assicurare una migliore qualità garantita dalla diretta presenza del soggetto gestore e degli uffici. «Abbiamo
deciso di gestire in economia il servizio. Un impegno importante che favorirà le famiglie castellane
che quest’anno risparmieranno 3,30 euro sul canone annuale» spiega l’assessore al Bilancio Alberto
Grelli. Infatti, la deliberazione della Giunta comunale n. 52 del 6 Aprile stabilisce il canone annuo per
il 2010 pari a 20,91 euro, contro i 24,21 euro della
tariffa applicata relativamente all’anno 2008.
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SI RICERCA PERSONALE
DI ETÀ MAGGIORENNE
DA POSIZIONARE AI VARCHI
CHE VERRANNO ISTITUITI
SUL TERRITORIO DI CASTEL MADAMA
DURANTE LA MANIFESTAZIONE
DEL PALIO MADAMA MARGARITA
PER CONTROLLARE L’EFFETTIVO
PAGAMENTO DEL BIGLIETTO
D’ENTRATA ALLA MANIFESTAZIONE
CASTEL MADAMA: NUMERI UTILI
Comune: 0774-45001
Pro-Loco: 0774-449500
Carabinieri: 0774-447002
Vigili Urbani: 0774-447305
Ospedale Tivoli: 0774-335086
Farmacia: 0774-447001
Vigili del Fuoco: 115
Servizio Guardia Medica: 118
Croce Rossa Italiana: 0774-531934 / 531938
Protezione Civile: 0774-4500243
Biblioteca Comunale: 0774-4500209
U.S.L. RM/G - Tivoli
Prenotazioni 800986868
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Cultura
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I cattolici e la prima guerra mondiale.
Il vescovo di Tivoli contro i parroci patrioti?
a cura di Carla Santolamazza
Un interessante articolo di Amedeo Ciotti, che a giugno sarà pubblicato dalla rivista
di studi e ricerche “Aequa”, con redazione a Roviano, sulla posizione dei cattolici
nei confronti dell’entrata in guerra dell’Italia. Significative la vicenda e la posizione
di Mons. Gabriele Vettori, diventato Vescovo di Tivoli nel dicembre del 1910
Proponiamo una sintesi delle vicende di cui è stato
protagonista il Vescovo di Tivoli Gabriele Vettori
durante il primo conflitto mondiale. Ma vi invitiamo, a giugno quando sarà pubblicato integralmente, a leggere l’articolo del prof. Amedeo Ciotti,
che fa parte di uno studio più ampio, di prossima
pubblicazione, sulla posizione degli italiani
prima, durante e dopo la prima guerra mondiale.
Quando nell’estate del 1914 le maggiori potenze
europee erano ormai vicine alla guerra ed erano
preoccupate che le popolazioni potessero reagire
negativamente alla guerra stessa, il nazionalismo
prevalse sugli interessi e le passioni di parte e tutti
i partiti ed i gruppi più disparati nei loro orientamenti ideologici e politici si unirono. Abbandonato l’internazionalismo aderirono, chi più chi meno,
alla guerra nazionale. Molto spontanee ed entusiastiche furono le manifestazioni popolari di piazza a
Berlino, Parigi, Vienna di adesione alla guerra.
Unici in Europa a non condividere l’entusiasmo
furono gli Italiani. Infatti, ancor prima che la guerra scoppiasse, alla fine di luglio del 1914, il contrasto tra interventisti e neutralisti fu subito evidente e divise i partiti. In seguito, nel periodo della
neutralità, i contrasti si accesero anche all’interno
dei partiti stessi, nei vari gruppi di opinione e nei
liberali che avevano la responsabilità del governo.
Esempio su tutti la vicenda dell’allontanamento
dalla direzione dell’Avanti e della espulsione dal
Partito Socialista di Benito Mussolini. Le maggiori divergenze ed il frazionamento delle posizioni
sul giudizio e sulle risposte da dare alla guerra e
alla partecipazione italiana furono più evidenti nel
variegato ed ampio mondo cattolico italiano.
Quando la guerra scoppiò in Europa, il Papa Pio X
si dichiarò neutrale, cessò di vivere ad agosto del
1914 e pare che la sua morte avvenne per crepacuore, causato dalla guerra fratricida. Gli succedette il Cardinale Giacomo dalla Costa, che confermò
l’assoluto pacifismo e le simpatie per la corte di
Vienna. Fu proprio l’originale interpretazione dell’universalismo cristiano del nuovo pontefice
Benedetto XV, in cui si integravano differenti concezioni politiche e sociali e differenti tradizioni di
cultura, che comportò l’esigenza di distinguere fra
organismi politici e religiosi. Poiché dall’alto non
arrivarono precise indicazioni, i cattolici ebbero
ampia libertà d’opinione, che comportò il loro frazionamento sulle scelte da fare. A tale proposito lo
storico Fausto Fonsi ha scritto che si possono
distinguere quattro posizioni fondamentali: la frazione “integrista” o di estrema destra, minoritaria;
i moderati vicini ai liberali; La Lega Democratico
Cristiana Italiana; l’estrema sinistra. Le idee delle
differenti frazioni, chi in maniera più estrema, chi
in modo più moderato, furono diffuse non solo
attraverso la stampa, ma anche per mezzo del pulpito domenicale. Così che in diversi territori delle
diocesi si accesero contestazioni e furono presentate denunce ai prefetti contro quei preti che dal
pulpito avevano assunto un battagliero e deciso
atteggiamento austrofilo, minacciando di sollevare
le popolazioni. Questo clima costrinse cardinali,
arcivescovi e vescovi ad intervenire e richiamare
tutti i sacerdoti ad astenersi dai discorsi politici.
Tuttavia, per quanto divisi, i cattolici italiani furono tutti concordi nel dichiarare la loro obbedienza
al potere costituito e le sue decisioni, quali fossero
state, le avrebbero rispettate ed avrebbero fatto il
loro dovere di cittadini. Anche i quasi trecento
vescovi italiani si ritrovarono distinti sulle varie
posizioni: alle estreme i vescovi nazionalisti contrapposti ai vescovi neutralisti, e alle due di centro
i vescovi patriottici e i vescovi moderati, anche
loro tutti concordi sul dovere di rispettare le decisioni del potere costituito e la difesa dell’ordine
pubblico. Qui si inserisce la vicenda del Vescovo
di Tivoli, Mons. Gabriele Vettori, che secondo lo
storico Alberto Monticone, insieme a Mons. Isola,
vescovo di Concordia, furono gli unici vescovi a
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Cultura
subire un’inchiesta governativa
durante il conflitto, per il presunto
atteggiamento
favorevole all’Austria. Nel dicembre del 1910 Mons.
Vettori diventa vescovo di Tivoli,
non ebbe vita facile, dovette affrontare diverse
difficoltà, la più
clamorosa fu certamente quella del
1915. Negli anni
tra il 1910 e il 1915 nella Valle dell’Aniene diversi
sacerdoti si mostrarono indisciplinati anche verso
le leggi dello Stato. I casi del sacerdote Paolino
Angelini di Cerreto, parroco di Marano Equo ed il
parroco di Anticoli Corrado, Cesare Schettini di
Vicovaro, fanno da preludio al contrasto tra gli
ecclesiastici della diocesi di Tivoli (era la maggioranza) ed il suo vescovo. Il primo sacerdote fu
coinvolto in una vicenda legata all’istituzione e
gestione di una banca, con l’emissione di cambiali
con false firme dei soci, non restituite, pagate ma
risultate protestate, scandalo che venne fuori in
tutta la sua gravità nel 1913. Il parroco fu indagato, incriminato e nel febbraio del 1917 condannato.
Il parroco di Anticoli, Don Cesare Schettini, invece ebbe una storia diversa. La prima volta nel 1910
ebbe contrasti con l’Amministrazione comunale
che ne richiese l’allontanamento e nel rapporto
della Questura fu definito “un irrequieto, turbolento e prepotente, seminatore di discordia, spadroneggiava, si immischiava nei ricorsi, nei processi
ed in ogni pettegolezzo, pieno di debiti che danneggiavano il suo decoro”. In seguito ad una petizione inviata al Prefetto dai sostenitori del parroco
il tutto fu appianato, il parroco non fu rimosso e
fino al 1915 non si parlò più di quanto accaduto.
Ma dopo il terremoto della Marsica il parroco
accusò l’amministrazione in carica di non aveva
saputo ottenere tutti i benefici previsti dallo Stato
per riparare i danni subiti. Ci furono disordini in
paese, furono replicate le accuse del 1910 ed il
vescovo Mons. Vettori prese il provvedimento
canonico di rimuovere Schettini da parroco di S.
Vittorio. Nonostante richieste e dimostrazioni a
marzo del 1915 Cesare Schettini lasciò Anticoli
Corrado. Altri sacerdoti furono protagonisti di fatti
verificatisi a Tivoli ad agosto dello stesso anno, ed
il vescovo Gabriele Vettori prese vari provvedi-
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menti: sospensione a divinis per i sacerdoti Augusto Schiavetti e Paolo Sestili, ammonizione per
Don Sigismondo D’Alessio e immediato trasferimento per padre Benigno Cuccioli curato della
parrocchia Santa Croce, fatto richiamare a Roma
dai suoi superiori e spedito a Civitavecchia. I quattro puniti facevano parte del locale Comitato di
mobilitazione civile per il soccorso alle famiglie
dei richiamati. Il sindaco di Tivoli, Giuseppe Rosa,
denunciò al Ministro di Grazia e Giustizia “l’opera
subdola ed anti patriottica – come egli scriveva del vescovo di Tivoli Mons. Gabriele Vettori, che
in un momento così sacro per la patria, lungi dal
sollecitare il clero ad adoperarsi per il sollievo
delle famiglie dei richiamati alle armi, al contrario
la ostacolava”. In seguito a questi ed altri fatti
accaduti il Ministro di Grazia e Giustizia dispose
alla Procura presso la Corte d’Appello di Roma di
accertare le responsabilità di Mons. Vettori e fu
inviato a Tivoli il sostituto procuratore del re Ernesto Burali. L’accusa principale era l’opera antipatriottica del vescovo. Il Pretore, dopo aver indagato, dichiarò di aver avuto un colloquio con il
vescovo che lo rassicurò completamente e di aver
riferito il tutto al sindaco, il quale gli rispose che i
sentimenti patriottici il vescovo li aveva espressi,
perché non poteva fare altrimenti, ma la sua condotta era antipatriottica. Il sostituto procuratore
Burali nel suo rapporto, dopo aver elencato i meriti patriottici del Vettori e sgombrato il campo dalle
accuse inconsistenti, afferma che i provvedimenti
punitivi nei confronti dei sacerdoti non furono
presi per le motivazioni addotte dal sindaco nella
denuncia, bensì a seguito di un’inchiesta ordinata
dal Vaticano per reprimere i costumi licenziosi del
clero. Quindi l’inchiesta a carico del vescovo di
Tivoli venne archiviata, non essendo risultate provate le accuse di antipatriottismo, ma con la raccomandazione di sorvegliare che non si ripetessero
manifestazioni contro il Vescovo, e di comunicare
alle autorità qualunque fatto avente rapporto con la
condotta dello stesso. La pratica veniva archiviata,
ma non completamente, e coloro che dovevano
vigilare lo dovettero fare per poco tempo. Infatti
molto presto il Vettori fu trasferito alla diocesi di
Pistoia e Prato. Se gli addebiti non furono provati
ciò non significa che fossero presunti. In quel
momento tanto delicato il governo non poteva
avere il ben che minimo contrasto con la Chiesa,
troppo importante l’opera che svolgeva il clero
presso le popolazioni soprattutto rurali per mantenere l’obbedienza e far loro sopportare il grande
sacrificio di sangue. I liberali sapevano bene che
per continuare a governare avevano bisogno dell’appoggio dei cattolici.
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Anche Vicovaro alla Festa Nazionale
dei piccoli Comuni
di Roberto Bontempi
Solo nel Lazio, pensate, ci sono ben 253 Comuni
sotto i 5mila abitanti, quasi il settanta per cento del
totale. È per valorizzare queste piccole ma numerosissime realtà che, da sette anni ormai, sotto l’alto patronato del Presidente della Repubblica, viene
organizzata “Voler bene all’Italia”, la festa nazionale dei piccoli Comuni. Oltre alle iniziative che
tanti borghi hanno preparato in loco, Legambiente
Lazio e Provincia di Roma hanno organizzato per
il 9 maggio, a via dei Fori imperiali, una manifestazione intitolata “Voler bene ai Piccoli Comuni
della Provincia di Roma”. 22 piccoli Comuni della
Provincia, tra cui Vicovaro, hanno avuto a disposizione uno spazio in cui far conoscere, alle migliaia
di visitatori presenti, il proprio patrimonio ambientale ed artistico e i propri prodotti tipici.
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La giornata, baciata
da un sole meraviglio, è iniziata alle
11 e proseguita fino
a tardo pomeriggio
ed ha visto l’esibizione della Banda
musicale di Gorga,
delle majorettes di
Bellegra, degli sbandieratori di Carpineto Romano e del gruppo folcloristico di Montelanico. Alla
manifestazione è intervenuto il Presidente della
Provincia, Nicola Zingaretti.
La piccola delegazione vicovarese, guidata dall’assessore all’Ambiente Renzo Bontempi, ha presentato i prodotti caseari caprini della società agricola “La fattoria del parco”, l’olio del frantoio
“Varia 05”, il pane, le ciambelle e i dolci tipici
della tradizione offerti dai panificatori locali, che
hanno così avuto visibilità anche al di fuori dei
ristretti confini paesani. È stata inoltre distribuita
una brochure informativa sulle bellezze e le caratteristiche più rilevanti del territorio vicovarese.
«Intendo ringraziare Legambiente e la Provincia
per la possibilità offertaci, e i produttori locali che
hanno partecipato – ha dichiarato l’assessore Bontempi –. È stata una bella giornata ed un’ottima
opportunità per far conoscere il nostro paese e mi
auguro che ci siano altre simili occasioni».
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VICOVARO BALLA AL GIUSEPPETTI
di Roberto Bontempi
Non prendete impegni per il primo fine
settimana di giugno. Come da qualche
anno a questa parte, infatti, il teatro
Giuseppetti di Tivoli ospiterà le due
scuole di danza di Vicovaro, impegnate
nei rispettivi spettacoli di fine anno.
Due appuntamenti da non perdere.
– Venerdì 4 giugno, alle ore 20, sarà
la volta di “Sumaptra”, 4° saggio
di fine anno di danza moderna
degli allievi del “Salyza Ballet”
della “Mary Rose School”. Lo
spettacolo inizierà con un nuovo e
misterioso musical, il quale costituirà la parte più importante e spettacolare della serata. La sceneggiatura originale è stata scritta da Anna Duvalli,
la voce narrante sarà quella di Daniele Mancini. Le scenografie sono state curate da
Domenico Febi, Giuseppe Nascenzi, Barbara
Bargazzi, Giovanna Duvalli, Laura Pasquali,
Fiorisa Tarquini, mentre la regia e le coreografie sono della maestra Sara Duvalli.
– Sabato 5 giugno, alle ore 20, toccherà alla
“Godzilla Funk” mettere in scena uno spetta-
colo di hip-hop sulla produzione cinematografica di Tim Burton dal titolo “Tris: La
sposa di Edward, La notte di Halloween,
Nella fabbrica di cioccolato”. Le coreografie
sono di Amedeo Crielesi e Desirée Di Giuseppe. Le musiche e gli arrangiamenti sono
stati curati da William Ciccone e Gianluca
Bruno, mentre le voci saranno quelle di Silvia Moltoni e Daniele Crielesi.
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Vicovaro
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L’ANIMA NASCOSTA DI ANNA
di Roberto Bontempi
“Anime nascoste” è la prima raccolta di poesie di Anna Duvalli.
Conosciamo un po’ meglio la giovane autrice vicovarese
Chi ha la bontà di leggere le poche pagine che “La
Piazza di Castel Madama” dedica a Vicovaro, avrà
già imparato a conoscere Anna Duvalli che, per la
nostra rivista, ha scritto alcuni articoli su una sua
grande passione: il karate. La ventiquattrenne
vicovarese, infatti, brillantemente laureata in ostetricia, è cintura nera I° DAN, ha la qualifica di
Allenatore ed insegna karate a Vicovaro.
Oltre alle arti marziali, però, abbiamo scoperto
che Anna ha un’altra grande passione, la scrittura.
Lo scorso anno è uscita, per la casa editrice “Il filo
la sua prima raccolta di poesie, “Anime nascoste.
Riflessioni di una giovane mente” che, sabato 26
giugno alle ore 17, verrà presentata presso la ex
chiesa di Santa Maria di Vicovaro. Abbiamo raccolto una intervista per conoscere meglio questa
giovane donna piena di risorse.
Anna, raccontaci un
po’ come e quando è
iniziata la tua passione per la scrittura e la poesia
«La passione per la
scrittura mi accompagna da quando ero
bambina, periodo nel
quale mi dilettavo più
nella stesura di fiabe
e brevi romanzi. La
passione per la poesia si è manifestata intorno ai
14 anni».
Hai dei modelli letterari di riferimento?
«Non ho modelli di riferimento letterari in particolare. Ogni scrittore esprime il proprio io attraverso uno stile del tutto personale».
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Come nasce la tua poesia, da dove prende
spunto?
«La mia poesia nasce nei momenti più diversi.
L’ispirazione ti coglie all’improvviso e generalmente si presenta in quei periodi della vita in cui
la malinconia governa, perché è proprio da questi
momenti che
nascono le
riflessioni
più intense e
profonde».
Com’è nata
la raccolta
che hai
pubblicato
e come
hai deciso
di
pubblicare?
«C’è stato
un periodo
molto lungo
nel quale non ho scritto, poi all’improvviso la
fiamma si è riaccesa e sono nate le poesie raccolte nel libro. Ho deciso di pubblicarle perché è
sempre stato un grande sogno, come lo è per
ogni scrittore e perché ho pensato che avessero
un valore particolare».
Hai altri progetti letterari in mente?
«Si, vorrei cimentarmi in altri generi letterari. La
poesia rimane comunque la mia più grande passione».
È possibile acquistare “Anime nascoste” presso la
libreria Villa D’Este di Tivoli, oppure su internet
collegandosi al sito www.ilfiloonline.it.
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Tivoli
Maggio 2010
Chiara, fresca e dolce acqua ...
di Valentina Torella
Ultimamente a Tivoli è stata fatta una petizione
cittadina per chiedere il ritorno completo nella
sfera pubblica della gestione dell’acqua. Infatti
sarebbe nell’aria l’idea di applicare delle norme
che altrimenti dovrebbero essere abrogate con un
referendum che puntino a realizzare la totale privatizzazione di ACEA S.P.A. con il totale passaggio della risorsa idrica nelle mani dei privati. Così
nella petizione cittadina si raccoglieranno le firme
per chiedere il sostegno ai cittadini di Tivoli
all’avvio, da parte del Consiglio Comunale, dell’iter di ripubblicizzazione dell’acquedotto comunale e dell’istituzione di un ATO che racchiuda tutti
i comuni del bacino idrogeografico in ambito
chiuso. Comunque sono ancora molti i problemi
da risolvere: l’assenza di collegamenti alla rete
idrica per alcuni quartieri come, per esempio, il
Villaggio Adriano e il mancato potenziamento dei
sistemi fognari e di depurazione per le zone di
Campolimpido e Arci. Inoltre la cosa risulta essere ancora più gravosa poiché una delle tante conseguenze negative sta nel fatto che agli esercizi
commerciali vengano negate anche le autorizza-
zioni allo scarico in fogna, cosa che deficita tali
attività sia per quanto riguarda l’apertura sia per
quanto riguarda, logicamente, i guadagni. Per tutti
questi motivi si sta lanciando un forte appello a
tutte le associazioni, i gruppi e i sindacati poiché,
anche nel loro interesse, riescano a riprendersi
l’acqua finita nelle mani dell’ACEA. Perciò, tutti
coloro che volessero aderire alla petizione per dire
no alla privatizzazione dell’acqua, dovranno
recarsi presso l’Ufficio elettorale del Comune di
Tivoli dove troveranno degli appositi moduli,
oppure potranno apporre la propria firma presso
dei piccoli gazebo presenti nei week-end in Piazza
Santa Croce a Tivoli o a Villa Adriana presso il
supermercato Pam o ancora a Tivoli Terme presso
Piazza della Queva.
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Maggio 2010
Tradizioni popolari
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LA IN R U
T O
M
di Gualtiero Todini
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Domus aurea – In latino “domus” significa “casa” e
“aurea” vuol dire “dorata”; traduzione in italiano: “la casa
dorata”. Ma non penzete subbitu a male: “Quartiero
mo’ ce parla de Scaiola”. No!... Della casa de Scaiola
parlemo doppu...
Domus aurea è la casa – chiamemola cucì – che Nerone
se fece costruì doppu l’incendio de Roma che successette nel 64 doppu Cristo: vinti secoli fa, compà. ‘Ssa
casettòla tenea ‘n po’ de verde attornu: 250 ettari che si
estendevano fra il Palatino, il colle Oppio e parte del
Celio. La casa era fatta de mattuni, ma la chiamaru “la
casa d’oro” per “gli estesi rivestimenti in oro”
(Wikipedia), che però “non erano gli unici elementi
stravaganti dell’arredamento: vi erano soffitti stuccati,
incrostati di pietre semi-preziose e lamine d’avorio”. Il
giardino – dicemo cucì – comprendeva boschi e vigne,
c’era pure un laghetto, al posto del quale più tardi sorse
l’Anfiteatro Flavio, che prese il nome da ju raccundu
che te faccio mo’...
Nerone, commà, pe’ adornà sta casa, se fece fa ‘na statua jauta 37 metri, vistuta co’ j’abbiti de Apollo, il diosole dei Romani. Questa statua, denominata il
“Colossus Neronis”, fu collocata di fronte all’entrata
principale del Palazzo (aru che casa!); e l’anfiteatro flavio nel medioevo prese il nome di “Colosseo” proprio
da questa statua che stéa vicinu loco. La domus aurea
andò quasi tutta distrutta, ma si conservò la parte situata sul colle Oppio, che doveva servire per le feste in
onore di Nerone: comprendeva 300 stanze (ha capitu
bè’: 300 stanze), “rivestite di marmo finemente levigato; v’erano piscine sui vari piani e fontane nei corridoi”.
Due grandi sale da pranzo fiancheggiavano un cortile
ottagonale, sormontato da una cupola. Ma seguiamo nel
racconto Wikipedia: “Si tramanda che gli architetti
Celere e Severo avessero creato anche un ingegnoso
meccanismo, mosso da schiavi, che faceva ruotare il soffitto della cupola, come i cieli dell’astronomia antica,
mentre veniva spruzzato profumo; e petali di rosa cadevano sui partecipanti al banchetto, petali in tali quantità che uno sfortunato ospite ne fu asfissiato”: anche in
questa occasione, cara commare, come spesso succede,
aspetti spettacolari volsero al drammatico...
Propria da velle parti, commare méa, è successu ju fattu
della casa de Scaiola, a via del Fagutale, numero 2,
derempettu al Colosseo. Sénti tu se la cósa non fu drammatica. Cannu che Scaiola j a ju notaru a ffa u contrattu pe’ comprà ‘sta casa, non s’accorse che mentre issu
versea 600.000 (seicentomila) euri, n’ara persona (ha
dittu Scaiola, repenzennoce: “po’ esse statu j’architetto
de ‘n costruttore che po’ j’hau missu ‘n carcere, saccio
‘ncazzu) – ne verséa ari 900.000 (novecentomila) alle
do’ sorelle che la venneanu...
E mo’ che la faccenda è vinuta a galla, Scaiola s’è retrovatu senza mutanne e ha duvutu lassà il posto de ministro... Ma tu, te rénnicundu, commà, del dramma? Unu
abbéta pe’ anni e anni a ‘na casetta (200 metri quadrati
che so’ a fronte della domus aurea?) e po’ a ‘n certo
punto rèsce fòre che ‘sta casa pe’ trecquinti tell’ha pagata unu che tu mancu lo sapìi... Vedo, commà, che tu sta’
a ride, che non ce cridi, che ìssiru a pià per culo caunaru... Lo saccio vello che penzi, ma non te rénni cundu
del dramma de viju poracciu de Scaiola...
Pro domo sua – Allora, come sappiamo, domus vuol
dire “casa” e pro domo sua significa “per la sua casa”. Cicero
pro domo sua è un’orazione di Cicerone, che era un grande avvocato (principe del Foro, come si dice), pronunciata per riottenere la casa che gli era stata confiscata,
quando fu costretto all’esilio. Oggi l’espressione vuol
dire “agire nell’interesse proprio”, “mandare l’acqua al
proprio mulino” e simili. Beh, non solo a Scaiola qualcuno pagava buona parte della casa, ma poi gliela
ristrutturava pure (però Scaiola le ricevute di pagamento ‘n ze lle retrova). Il fatto singolare è che si tratta della
stessa persona (j’architetto de viju che aveanu missu ‘n
carcere), che ristrutturava la casa di un ex-ministro
(Lunardi) e vella de Bertolazzo... Bertolazzo, gnu sa?
viju che au telefono dice: “Pozzo vinì a famme ‘n massaggiu?” e viji de u “SportVillagecenter” (inglese, róbba
de classe!) j dicu: “Vé, vé che emo mannati via tutti, ‘n
ce sta chivei che te po’ reconosce; e ce sta Monica che
t’aspetta”; i stissi che – doppu – mannanu a rezelà ‘ca
preservativu, ch’è remasu ‘n giru.
Commà, io i massaggi j’ho fatti ppiù de ‘na vota; ma non
me recordo che ce serveanu i preservativi; serà che mo’
i témpi so’ cambiati...
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Aree Protette del Lazio
Maggio 2010
Riserva Naturale Statale - Litorale Romano
a cura di Elisa Livi
La Riserva Naturale, Litorale Romano, si estende nella Provincia di Roma per 15.900
ettari da Palidoro alla tenuta di Capocotta. La sede è presso l’Assessorato Ambiente
Turismo e Litorale in Via del Buttero (casa del popolo) a Maccarese
La riserva è stata istituita nel 1996, ed è una delle più
singolari dell’intero sistema nazionale di Aree Protette.
La sua estensione è circa il doppio del Parco Nazionale
del Circeo, e il suo perimetro dalla forma frastagliata
(oltre 140 km) comprende un mosaico di ambienti naturali scampati alla urbanizzazione: boschi sempreverdi,
argini e foci fluviali, dune, zone umide, distese di macchia mediterranea, tratti di Campagna Romana di sorprendente bellezza. Anche i paesaggi agrari sono diffusi,
dominati dalle linee rette di canali, collettori, idrovore
delle grandi bonifiche costiere della fine dell’Ottocento.
Alcuni siti archeologici tra i più importanti d’Italia, tra
cui Ostia Antica, testimoniano ancora del passato illustre
di questo tratto costiero del Lazio.
La Natura del Parco: la Riserva comprende una varietà di ambienti nella grande piana alluvionale del Tevere,
affacciata sul mare Tirreno, oggi frammentati dalla notevole concentrazione di urbanizzazioni e infrastrutture
causate dalla vicinanza con la città di Roma. La stessa
visita è quindi discontinua, risolvendosi in spostamenti
da un’area all’altra per raggiungere i diversi settori dell’Area Protetta, ciascuno con una propria peculiarità. Di
particolare interesse scientifico e ricreativo sono le zone
umide, i residui cordoni dunali e le aree boscate. Le
prime, di origine naturale o artificiale (le Vasche di Maccarese, il lago di Traino, il reticolo di canali di bonifica),
costituiscono un richiamo irresistibile per l’avifauna selvatica in particolare migratoria. Le dune rimaste, scampate alle profonde trasformazioni territoriali costiere,
rappresentano l’ambiente forse più sorprendente e delicato, sconosciuto alla maggioranza degli stessi romani.
Tra i boschi la grande pineta di Castelfusano, artificiale e
purtroppo recentemente colpita da ripetuti incendi
dolosi, la Macchiagrande di Focene, le pinete di Ostia, la
pineta monumentale di Fregene. Nella grande tenuta
comunale di Castel di Guido, infine, sono conservati
ampi settori a macchia mediterranea e pascolo, tra i più
belli della Campagna Romana. Geologia: il delta del
Tevere è costituito da una sequenza di sedimenti depostasi a partire da circa 20.000 anni fa. Nel territorio
della Riserva sfociano numerosi altri corsi d’acqua
minori, ancora con un certo grado di naturalità e le cui
foci pertanto cambiano aspetto di anno in anno a seconda dell’intensità delle mareggiate e delle piene: il fosso
Cupino, il fosso di Palidoro, il fiume Arrone. In tali
ambienti spesso un cordone di dune, grazie all’accumulo dei detriti sabbiosi trasportati dal corso d’acqua, divi-
Cartografia della Riserva
de l’ambiente marino da quello fluviale. In periodi di
forti piogge il livello di salinità dell’acqua si abbassa,
consentendo la germinazione di piante d’acqua dolce.
Flora: l‘interesse botanico della Riserva è notevole,
comprendendo associazioni vegetali diverse in riferimento ai numerosi ambienti presenti. Nelle zone umide,
corsi e specchi d’acqua troviamo canneti a cannuccia
palustre, ed esemplari di canna comune e giunchi, seppure sottoposti a periodici tagli e incendi. Lungo il reticolo di canali della bonifica sono presenti eucalipti,
tamerici, il giglio di palude. A Ostia e a Calstelfusano
troviamo estensioni forestali formate dal pino domestico, pino marittimo, pino d’Aleppo, lecci e sughere.
Nella duna costiera crescono la soldanella, la piantaggine
marina, lo spinoso eringio, cespugli di lentisco, fillirea e
ginepro coccolone che fanno da scudo ai venti marini
alla macchia alta che si sviluppa più all’interno. Qui, talvolta, crescono magnifici esemplari di leccio e di farnia,
con un fitto sottobosco di corbezzoli ed eriche, cisti,
mirti, rosmarini. Nell’Oasi Wwf di Macchiagrande e
nella campagna della tenuta di Castel di Guido, nei set-
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Aree Protette del Lazio
tori più elevati ed aridi si estende la macchia mediterranea con arbusti di corbezzoli, filliree, eriche, ginepri,
lentischi, ed essenze arboree di grandi lecci e sughere.
Fauna: vari gli animali che popolano gli ambienti naturali della Riserva, e artificiali della bonifica e le aree vicine agli insediamenti. Tra gli uccelli troviamo aironi, limicoli, anatre e cormorani (zone umide). Nei mesi
invernali le aree sono frequentate dal falco sacro, il tarabuso, la gru. Tra i nidificanti: lo svasso maggiore (alle
Vasche di Maccarese) e l’airone rosso (al CHM di Ostia).
Tra i migratori: il falco pescatore, l’aquila minore, lo
svasso collorosso, il marangone dal ciuffo e l’aquila anatraia maggiore. Nei canali e stagni tra i pesci: anguilla,
gambusia, carpa, carassio dorato, persico sole, pesce
gatto; tra i molluschi: l’anodonta bivalve d’acqua dolce.
Nel Tevere si trovano: alborelle, cavedani, barbi, triotti,
e verso la foce: la spigola o il cefalo.Tra gli anfibi: il rospo
comune, la raganella, la rana verde e l’esotica rana toro
americana. Tra i rettili: la natrice dal collare, la testuggine palustre, il ramarro, la lucertola campestre e muraiola, il biacco e il colubro d’Esculapio. Nelle aree boscate
nidificano: il nibbio bruno e il gufo comune (a Castel di
Guido), i picchi e il rampichino.Tra i mammiferi: il riccio, la talpa, il toporagno comune e d’acqua, il ratto
delle chiaviche, la donnola, il cinghiale, la volpe, la lepre
europea e la nutria. A Castel di Guido tra i micro-mammiferi sono presenti 17 specie tra cui mustiolo, crocidura minore e ventre bianco, moscardino. Uomo e Territorio: la costa romana fino agli anni ’50 era
praticamente priva di insediamenti. Oggi Ladispoli,
Pomezia, Santa Marinella, Ostia, Fiumicino, Focene,
Torvaianica, Ladispoli, più che località del turismo balneare sono il fronte occidentale della città. Con numeri
dei residenti pari se non superiori a molti capoluoghi di
provincia, e che nel periodo estivo si moltiplicano ancora a dismisura. Singolare anche per le dinamiche insediative, oltre che per i paesaggi, la Riserva tra aree densamente urbanizzate si configura come una grande oasi a
mosaico a disposizione della collettività e dei suoi bisogni: fruizione turistica, sensibilizzazione culturale, educazione ambientale, relax, attività sportive all’aria aperta, passeggiate in bicicletta, picnic in un prato.
Archeologia e Arte: Ostia Antica - I resti di palazzi,
strade, piazze, teatro, terme, fori, magazzini, ne fanno
l’esempio meglio conservato e più completo di una città
romana. Divenuta il porto di Roma, Ostia fu dapprima
base della flotta romana e poi florida città commerciale.
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Tevere, Castello di Porto
Porti di Claudio e Traiano - Se ne ammirano i resti
tra i prati e il bosco che li aveva completamente avviluppati: il colonnato del portico di Claudio, ciò che resta
della darsena, le strutture degli imponenti magazzini
traianei, i resti del palazzo imperiale. E il perfetto esagono del Porto di Traiano, oggi di notevole importanza
anche naturalistica come punto di sosta degli uccelli
migratori. Necropoli di Portus - Sepolcreto situato
lungo un tratto ottimamente conservato della via Severiana, risalente ad un periodo collocato tra gli inizi del II
e la metà del IV secolo d.C. dagli studiosi, che lo considerano il cimitero meglio conservato della romanità.
Villa Romana a San Nicola - Solo parzialmente portata alla luce nei pressi di Marina di San Nicola, si estende per circa due ettari sulla sommità di un lieve promontorio naturale di arenaria. Costruita in epoca
augustea (I sec.a.C. – I sec.d.C.) e occupata fino alla
tarda età imperiale (IV – V sec. d.C.), tra la vegetazione
ne restano i basamenti delle colonne dei portici, alcuni
ambienti con intonaci decorati, un lungo criptoportico.
Oasi Wwf di Macchiagrande - 280 ettari immediatamente a sud di Fregene, rappresenta la più grande
estensione boscata della Riserva, dopo quella di Castel
Fusano, e dal 1986 fa parte della rete di oasi del Wwf
Italia. Le Vasche di Maccarese - Cinque bacini di
circa 30 ettari, realizzati negli anni ‘70 a scopo venatorio
ed interessati da un progetto di piscicoltura mai decollato. E’ l’area migliore della Riserva per il birdwatching.
Passata recentemente in gestione al Wwf, non è ancora
aperta alle visite. Le dune di Palidoro - Tra Marina di
San Nicola e Passoscuro un tratto di costa miracolosamente inedificato si allunga per circa 3 Km lungo il
mare, offrendo un paesaggio litoraneo sorprendentemente solitario. Si trova qui l’ambiente dunale meglio
conservato dell’intera costa di Fiumicino. Subito alle
spalle della spiaggia si eleva la caratteristica mole della
cinquecentesca Torre di Palidoro. Il Centro Habitat
Mediterraneo (CHM) Lipu al Porto di Ostia Nell’ampio stagno principale, 11 ettari, sono state censite oltre 190 specie di uccelli tra cui due coppie laziali
di airone rosso, la moretta tabaccata, il falco pescatore,
il chiurlo piccolo, la pernice, la beccaccia di mare, il
gabbiano corallino, il fenicottero, la cicogna nera, lo zafferano del Baltico. Presenti pure il rospo smeraldino e,
tra i rettili, la testuggine palustre.
Contatti dell’Area Protetta: Circonvallazione Ostiense, 195
00154 Roma - Telefono: 06/619940; 06/67109500
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Attualità
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IL NUOVO CODICE DELLA STRADA
di Elisa Livi
Parte il divieto di fumare in auto (con multa di 250 euro e
taglio di cinque punti della patente), quali possono essere
le altre novità del Codice della strada del 2010? Se il Parlamento approverà le norme del Disegno di legge sulla
sicurezza stradale (che dovevano entrare in vigore prima
dell’estate 2009), saranno tre i punti fondamentali.
Eccoli in sintesi:
a) Nel mirino finiscono i neopatentati. Le nuove disposizioni si applicheranno per chi conseguirà la patente di
guida dopo l’entrata in vigore delle modifiche e varranno per i tre anni successivi. Oggi, per il neopatentato
come per gli altri guidatori, lo stato d’ebbrezza si ha solo
se si supera il limite di mezzo grammo di alcol per litro
di sangue: 500 euro, più il taglio di 10 punti-patente.
Invece, con la nuova legge, appena il neopatentato avrà
una qualsiasi quantità (anche minima) di alcol nel sangue
verrà sanzionato: 155 euro. È la tolleranza zero. Idem
per i guidatori professionali di autobus.
b) Per oltre 40 km/h d’eccesso di velocità, oggi la multa
(parliamo solo di quella pecuniaria) è di 370 euro. Per
oltre 60 km/h, sale a 500 euro. Non consideriamo le
pene accessorie: decurtazione dei punti, sospensione
della patente, inibizione alla guida nelle ore notturne.
Dal 2010 (appena ci sarà la nuova legge), per oltre 40
km/h avremo una multa di 500 euro e il taglio di 6 punti.
c) Oggi, chi va in bici con la patente “B”, rischia la sottrazione di punti: è una norma introdotta di recente e
molto contestata da chi usa quel veicolo.
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Per i più giovani le nuove norme sul Codice della Strada
possono essere giudicate sia buone sia cattive. Buone perché chi già possiede il patentino per il motorino
potrebbe ottenere il foglio rosa a 17 anni, anche se bisognerà fare molta attenzione una volta ottenuta la licenza di
guida: nei primi tre anni si potrebbe essere soggetti a
sospensioni della patente più lunghe di un terzo (alla
prima infrazione) o della metà (dalle infrazioni successive)
rispetto a quelle previste per gli altri automobilisti. Le cattive notizie, che invece piacciono ai genitori, riguardano
l’abuso di alcol e droghe. Le nuove regole introducono
la tanto auspicata tolleranza zero, voluta sia dalle parti
politiche sia sociali, intervenute nei mesi scorsi attraverso
le associazioni a tutela dei consumatori e degli automobilisti. Le multe più severe riguardano chi, nei primi tre anni
di patente, viene pizzicato con un tasso alcolemico
superiore allo zero e chi guida per professione. In questi
casi, la sanzione ammonterebbe a 155 euro che salirebbero a 310 euro se si provoca un incidente. Per tutti gli altri
automobilisti, rimane il limite europeo dello 0,5 con pene
che prevedono: tra lo 0,5 e lo 0,8, una multa da 500 a
2.000 euro e sospensione della patente da 3 a 6 mesi
Un’altra importante novità che potrebbe passare con il
disegno di legge è costituita dal narco-test, che verrà
affiancato agli etilometri e, se all’inizio verrà impiegato
dalle forze dell’ordine in via sperimentale, diventerà in
seguito uno strumento consueto su larga scala. In questo
modo la polizia non dovrà più accompagnare il guidatore
sospetto presso una struttura sanitaria per fare le analisi,
ma potrà verificare in strada se una persona ha assunto
sostanze stupefacenti con un semplice esame da effettuare
con la saliva o con il sudore. Così com’è il disegno di legge
prevede che sarà possibile elevare sulle autostrade il limite
di velocità a 150 km/h, ma solo dove è presente il Tutor.
Il disegno di legge prevede per chi impedisce il passaggio
dei pedoni sulle strisce, anche in caso di disabili, una
decurtazione dei punti della patente pari ad 8. Nuovi
obblighi, invece, sono in arrivo per i ciclisti, che, dopo
essere stati equiparati agli automobilisti per il rispetto del
Codice della Strada, dovranno indossare i giubbotti catarifrangenti fuori dei centri abitati e in galleria. Le nuove
norme prevedono alcune “agevolazioni” per le fasce più
basse della popolazione. Chi ha un reddito inferiore a
10.628 euro e un importo finale da pagare sopra i 400
euro potrà chiedere la rateizzazione delle multe fino a
60 rate. Modificati anche i tempi per fare ricorso contro
la sanzione. L’insegnamento dell’educazione stradale
potrebbe diventare obbligatorio a scuola dal 2010, mentre
le autoscuole potrebbero dover rispondere a determinati
criteri di idoneità molto più severi degli attuali. Tra le
novità in via d’approvazione, c’è inoltre l’obbligo per il
medico di segnalare al Ministero delle Infrastrutture
e dei Trasporti se un suo paziente è affetto da una patologia che ne compromette la capacità di guida.
Alcune delle norme che saranno introdotte sono:
- MINICAR: inasprimento delle sanzioni per chi trucca motorini e minicar, ed Introduzione dell’obbligo
delle cinture.
- DEROGA A PATENTE SOSPESA: il prefetto può
concedere deroghe alla sospensione della patente, a
determinate condizioni, per recarsi al lavoro o per fini
sociali.
- MULTE DIVISE TRA ENTI E COMUNI: i proventi delle sanzioni per eccesso di velocità sono al 50% dei
proprietari delle strade e al 50% dagli enti locali. Inoltre, i proventi delle sanzioni amministrative e pecuniarie vanno destinati alla manutenzione stradale, alla
polizia e all’istruzione sulla sicurezza stradale.
- MULTE A RATE: chi ha un reddito fino a 15mila
euro può rateizzare il pagamento delle multe superior
a 200 euro. Inoltre, è ridotto fino a 60 giorni, il termine per la notifica delle multe.
- BAMBINI: chi trasporta su un motociclo un bambino non deve superare i 60 km/h. Per i minori dai 5 ai
12 anni è obbligatorio un apposito seggiolino di cui
sarà il ministero dei Trasporti a definirne le caratteristiche. Sulla bici il casco per i ragazzi fino a 14 anni è
obbligatorio.
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Film
Maggio 2010
GLI AMICI DEL BAR MARGHERITA
di Elisa Livi
È il 1954. Sotto i portici di
Bologna, il diciottenne Taddeo
vive con la mamma e il nonno e
sogna di poter diventare un frequentatore del Bar Margherita.
Accompagnati dalla voce narrante del diciottenne Taddeo
(Pierpaolo Zizzi), si parte subito con la veloce presentazione
dei protagonisti, frequentatori
del bar Margherita che si trova
proprio sotto i portici davanti a
casa sua e ai quali sogna di
aggiungersi: Al (Diego Abatantuono), l’uomo più carismatico
e misterioso del quartiere, convinto che l’aspetto più bello del
matrimonio sia la fine; Bep
(Neri Marcorè), il cui rapporto
con Beatrice (Maria Pia Timo)
viene turbato dall’incontro con
Marcella (Laura Chiatti); Gian (Fabio De Luigi),
aspirante cantante; Manuelo (Luigi Lo Cascio),
ladruncolo e sessuofobo; Zanchi (Claudio Botosso), inventore delle cravatte con l’elastico; Sarti
(Gianni Ippoliti), campione di ballo con smoking
sempre indosso.
Taddeo, allora, si procura una macchina e un po’
di fortuna e ottiene il soprannome di “Coso” e il
ruolo di autista di Al, nelle sue visite notturne al
night club Esedra, per poi accompagnarlo a mangiare un piatto di lasagne alla stazione. È così che
conosce Bep, che non si toglie mai i guanti da
guida perché il padre gli ha promesso una porsche,
Gian, che ha ricevuto una lettera d’invito dal
Festival di Sanremo, Manuelo che commercia in
auto rubate e spoglia le donne con gli occhi, e
Zanchi, Sarti, Pus e Mentos.
Pupi Avati lascia la tetra via San Vitale del “Papà
di Giovanna” e si sposta lungo i portici che tutto
collegano, nella via Saragozza dei ricordi adolescenziali, andandosi a nascondere dietro alla figurina del narratore, ometto alle prime armi, privo di
una figura paterna, che trova nella fauna del bar
una curiosa definizione delle priorità della vita.
L’amarcord del Bar Margherita procede con passo
episodico, con l’andamento dell’aneddoto, tenuto
insieme dal dispiegarsi di due storie maggiori che
corrispondono a due scherzi
atroci. Avati torna a collocare il
cinema nella storia, con esiti
ben più originali e riusciti.
Nelle figure del cineoperatore
che insegue tutto e tutti e in
quella del fotografo delle grandi occasioni, c’è un’idea di
cinema al lavoro ma anche di
mestiere del cinema, di artigianato, che non vuol dire tanto o
soltanto nostalgia, ma soprattutto esperimento empirico,
confusione della vita col gioco,
adesione all’illusione. Buono il
cast ma nessun attore emerge
se non per brevissimi istanti. I
personaggi sono narrati senza
spessore psicologico e risulta
pressochè nulla l’introspezione
attesa; poco spicca dal fondo di
questa pellicola che ti lascia per molto tempo con
la sensazione che il film debba ancora entrare nel
vivo, che stia per decollare da un momento all’altro. Ed invece il decollo non avviene mai. Rimane
per tutto il tempo presente, troppo presente e stancante la voce del narratore-Avati da giovane, che
fa quasi perdere di vista l’insieme e le singole
vicende e soffoca il tutto in una chiave “amarcord” apprezzabile forse solo da chi condivide col
film luoghi ed esperienze. Pupi Avati mostra, in
questo film, la fotografia di una Bologna d’annata, la sua città, quella della sua giovinezza. Uno
sguardo fra la satira e la nostalgia, che non tralascia di mostrare i limiti di una società maschilista
e, a tratti, misogina.
I personaggi sono ben caratterizzati – anche se a
volte eccessivi – e dai contorni definiti, ma non
riescono veramente a trovare una loro caratterizzazione come gruppo.
Un “Amarcord” basato su una sceneggiatura che,
infarcita di accentuata misoginia, si costituisce in
maniera esclusiva di una sequela di situazioni
poco coinvolgenti e, soprattutto, difficilmente
capaci di spingere lo spettatore a sprofondare in
sane risate.
Un’opera riuscita a metà: come una fotografia che
ritrae un bel soggetto non perfettamente a fuoco.
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Recensione
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OCEANO MARE
di Elisa Livi
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Molti anni fa, nel mezzo di qualche oceano,
una fregata della marina francese fece naufragio. 147 uomini cercarono di salvarsi
salendo su un’enorme zattera e affidandosi
al mare. Un orrore che durò giorni e giorni.
Un formidabile palcoscenico su cui si esibirono la peggior ferocia e la più dolce pietà.
Molti anni fa questo e altri destini incontrarono il mare e ne rimasero segnati. “Oceano
Mare” li racconta perché, ad ascoltarli, si
sente la voce del mare.
“ La prima cosa è il mio nome, la seconda quegli occhi, la terza un pensiero, la
quarta la notte che viene, la quinta quei
corpi straziati, la sesta è fame, la settima
orrore, l’ottava i fantasmi della follia, la
nona è la carne e la decima è un uomo
che mi guarda e non uccide. L’ultima è una vela. Bianca.
All’orizzonte”. “Perché nessuno possa dimenticare di
quanto sarebbe bello se, per ogni mare che ci aspetta, ci
fosse un fiume, per noi. E qualcuno - un padre, un
amore, qualcuno - capace di prenderci per mano e di trovare quel fiume - immaginarlo, inventarlo - e sulla sua
corrente posarci, con la leggerezza di una sola parola,
addio. Questo, davvero, sarebbe meraviglioso. Sarebbe
dolce, la vita, qualunque vita. E le cose non farebbero
male, ma si avvicinerebbero portate dalla corrente, si
potrebbe prima sfiorarle e poi toccarle e solo alla fine
farsi toccare. Farsi ferire, anche. Morirne. Non importa.
Ma tutto sarebbe, finalmente umano. Basterebbe la fantasia di qualcuno - un padre, un amore, qualcuno. Lui
saprebbe inventarla una strada, qui, in mezzo a questo
silenzio, in questa terra che non vuole parlare. Strada
clemente, e bella. Una strada da qui al mare”. Il titolo dell’opera non è a caso. Il termine “mare” è stato inserito dall’autore in quanto è il fulcro della storia, mentre il termine
“Oceano“ è stato introdotto dall’autore per dare un senso
d’immensità al mare, qualcosa d’infinito. Il luogo centrale in
cui ruota la vicenda è la locanda Almayer nel mar nordico,
già utilizzata in precedenza dallo scrittore Joseph Conrad.
Qui si incontrano le storie di diverse persone particolarmente bizzarre: il professor Bartleboom che studia i limiti e cerca
di capire dove termina il mare; Elisewin ammalata di ipersensibilità mandata dal padre Pluche per salvarsi con il
mare; Plasson dipinge solo con acqua marina, ma le tele
rimangono sempre bianche; Thomas Adans in attesa di vendetta. Ognuna di queste storie ha incontrato il mare e lo stesso mare è il protagonista di tutto il libro, il mare è visto come
immenso, forte, capace di distruggere, ma anche piacevole,
saggio, magico grazie ad ogni storia possiamo trovare diversi modi di vedere il mare. Oceano mare racconta del naufragio di una fregata della marina francese, molto tempo fa, in
un oceano. Gli uomini a bordo cercheranno di salvarsi su
una zattera. Sul mare si incontreranno le
vicende di strani personaggi. Come il professor Bartleboom che cerca di stabilire
dove finisce il mare, e tanti altri individui in
cerca di sé, sospesi sul bordo dell’oceano,
col destino segnato dal mare. E sul mare si
affaccia anche la locanda Almayer, dove le
tante storie confluiscono. Usando il mare
come metafora esistenziale, Baricco narra
dei suoi surreali personaggi. I personaggi
sono dipinti più che descritti. Luoghi e persone appaiono davanti agli occhi del lettore
circondati dal mare e avvolti dalla sua
immensità, l’oceano. E la scelta del titolo
appare in maniera prorompente. Emerge la
forza del mare, il fascino misterioso che lo
circonda da sempre e che circonda la sua
sconfinata immensità, il suo potere. Emergono contemporaneamente, le debolezze umane, la fragilità dell’uomo, la
paura dei limiti e allo stesso tempo il bisogno di stabilire dei
confini, la necessità di dare un volto a tutto e il fascino dell’immaginario, il senso di nullità che assale nel guardare le
onde e, pervasi dal profumo salmastro, la consapevolezza di
poter cambiare la propria vita. Traspare la lotta quotidiana
alle proprie insicurezze, alle paure per riuscire finalmente a
vivere, a sentirsi vivi per essere diversi e salvarsi. “Poi non
è che la vita vada come tu te la immagini.
Fa la sua strada. E tu la tua. E non sono la stessa strada.
Non è che volevo essere felice, questo no. Volevo salvarmi. Ma ho capito tardi da che parte bisognava andare: dalla parte dei desideri”. L’amore di un uomo che
scrive lettere d’amore da regalare a colei che non conosce ancora. “Perché nessuno possa dimenticare che
non si è mai lontani abbastanza per trovarsi, mai”. “Il
mare è senza strade, il mare è senza spiegazioni...”. Le
storie qui raccontate non si sfogliano, non si leggono, si vivono per essere amate o odiate, nascoste dietro parole che da
sole sono celebrazione ed esaltazione della scrittura. Il desiderio di cogliere l’istante in cui tutto inizia, in cui tutto finisce,
quell’attimo in cui nasce dentro il bisogno di cogliere l’essenza di un cammino, della vita, un momento passato a cercare
gli occhi di quell’immenso vuoto da colmare, che, incessante, nei suoi silenzi o le sue maree continua ad infrangersi
sulle spiagge dell’anima a dirci che è tutto lì dentro, con la
sua potenza, la sua calma, la consapevolezza delle sue
onde.”Oceano mare” è una poesia, una fiaba, un romanzo,
una storia, tante storie, un movimento immobile, sogno e
delirio insieme, una tela bianca, amore, violenza, morte,
sangue, tempo, è un viaggio infinito oltre l’orizzonte della
vista, gioco, attesa, rinascita. È un libro che va vissuto, da
leggere con gli occhi del cuore perché a quelli restituirà sempre qualcosa, donerà sempre vita, sempre un’onda, sempre
i suoi rumori.
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Cultura
Maggio 2010
Da Corot a Monet, la sinfonia della natura
di Ivo Santolamazza
Fino al 29 giugno 2010 al Complesso del Vittoriano di Roma è possibile ammirare l’esposizione curata da Stephen F.
Eisenman.
Gli impressionisti godono di ottima fama e spesso, troppo spesso, capita di ritrovare le loro opere esposte in qualche
museo italiano. Si sa, la loro arte cattura, il modo
di imprimere il colore sulla tela non lascia scampo e soprattutto la capacità di evocare “la sinfonia della natura” è unica. E proprio alla musicalità dei loro dipinti viene dedicata la mostra Da
Corot a Monet allestita al Complesso del
Vittoriano di Roma, che sembra voler continuare il percorso iniziato con la precedente esposizione dedicata a Renoir.
Il tentativo è lanciare una lettura moderna dell’impressionismo. Da una parte come frutto di
un gruppo di artisti ecologisti e dall’altra come
rappresentazione del paesaggio nella sua essenza, oltre che come evocazione simbiotica di
passato e presente, di natura ed evoluzione
della società. Questo equilibrismo sottile tra
ciò che Dio ha creato e ciò che l’uomo edifica è
visibile nella sezione dedicata alla “Città”. Qui
si incontrano soprattutto opere di Jean-Baptiste
Guillaumin, di cui si apprezzano le acqueforti, esempio iniziale della prospettiva ambientale/industriale. Quasi di
riflesso ecco i suoi oli su tela come La Pointe d’Ivry (1875-1880), dove la passeggiata tra i boschi porta alle torri
fumanti delle fabbriche oppure al viadotto che domina le acque della Senna ne La Senna a Rouen.
Anche Monet si concede alla città: la neve copre lo splendido prato senza tralasciare i tetti delle case, mentre la bellezza de I giardini delle Tuilieries (1876), osservati dall’alto, concede spazio allo skyline definito dalle sagome dei templi moderni. Pissarro (La Senna a Bougival) traccia nel fiume che attraversa Parigi, metafora dell’integrazione tra società e natura, un traghetto, simbolo dei tempi che corrono. Finisce qui la parentesi dedicata al contatto tra due realtà
opposte e allo stesso tempo coesistenti.
Per il resto è un’unica “sinfonia della natura”, come cita il sottotitolo della mostra. Si contano circa 170 opere tra dipinti, acqueforti e fotografie di Cuvelier, Le Gray, Le Secq e altri, queste ultime per la prima volta esposte in Italia. Si inizia il cammino dalla scuola di Barbizon con Corot, Rousseau, Diaz de la Peña e Daubigny; gli artisti “ascoltano la loro
vera maestra”, scriveva Renoir, “la natura”. Ecco allora gli scorci della foresta di Fontainbleau, primo esempio della
cosiddetta pittura en plain air; le paludi, i fiumi, gli stagni e i prati si lasciano baciare dai pennelli degli Impressionisti
che porgono attenzione ai giochi di luci e di riflessi.
Giochi molto più evidenti alla presenza degli specchi d’acqua di Alfred Sisley, “il pittore di fiumi”, che racconta gli effetti riproduttivi e distruttivi dell’agente che infonde vita organica. Suoi sono L’inondazione a Port-Marly (1872), La
Senna a St. Mammès (1882) e L’inondazione a Moret (1979). Poi parlano i boschi e i prati colpiti dal sole di Pissarro,
il Campo di papaveri a Vétheuil (1880) di Monet e ancora le distese di Guillaumin, per poi giungere alla fine del percorso al concetto di natura come rifugio, rappresentato da Renoir, Pissarro e Monet che lascia sempre di stucco con le
sue, direbbe Dante, “sempiterne” Ninfee. Biglietti: Euro 10,00; ridotto Euro 7,50.
La
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Pia
Maggio 2010
Cultura
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“La natura secondo De Chirico”
di Ivo Santolamazza
L’uomo che dipingeva il silenzio al palazzo delle esposizioni, in mostra a Roma fino all’11 luglio 2010.
L’esposizione presenterà una rassegna di opere provenienti dai più importanti musei d’arte moderna del
mondo integrandole con una selezione dei capolavori più significativi della Fondazione Giorgio e Isa de
Chirico. Essa comprenderà circa 120 dipinti articolati in sette sezioni distribuite, in un percorso concettuale
ricco e suggestivo, nelle sette gallerie ad aula situate ai lati della Rotonda, cuore e perno degli spazi espositivi di Palazzo delle Esposizioni.
Scriveva il critico francese Alain Jouffroy nel 1978, l’anno in cui si
spense ad oltre novant’anni, l’inventore della pittura metafisica:
“Giorgio de Chirico è oggi, a novant’anni, il pittore glorioso più solitario e meno compreso del mondo”. Ora, a più di trent’anni di distanza, Giorgio de Chirico è ancora, per molti versi, il pittore meno compreso del mondo, ma è sempre più glorioso, glorioso e trionfante, trionfante su tutti coloro che lo avevano avversato in Italia e fuori d’Italia
sin dall’inizio della sua attività artistica.
Ne è una riprova schiacciante la mostra che è stata inaugurata il 9 aprile, con il titolo “La Natura secondo de Chirico”, al Palazzo delle
Esposizioni (Via Nazionale 194), a cura di Achille Bonito Oliva, in collaborazione con la Fondazione Giorgio e Isa de Chirico, di cui è presidente Paolo Picozza, il quale fa notare nel suo scritto in catalogo
(Federico Motta Editore) che l’idea di Natura per l’inventore della pittura metafisica “va presa nel senso più lato possibile”.
Divisa in sette sezioni, la mostra si dispiega dagli anni Dieci (la “Lotta
dei Centauri” è del 1909), agli anni Trenta, per ben 140 quadri, da “Le
temple fatal” (1914) a “Le muse inquietanti”(1925), da “I bagni misteriosi”(1935-36) a “Piazza d’Italia con fontana”(1954), da “Interno metafisico con paesaggio romantico”(1968) a “Spettacolo misterioso” (1971).
Non mancano, ovviamente, le nature morte, che Giorgio e Isa de Chirico preferivano chiamare “nature
silenti”. Jean-Paul Sartre diceva che Giacometti era l’unico pittore moderno che avesse dipinto il vuoto,
ma de Chirico aveva dipinto non solo il vuoto, ma anche il silenzio, al quale aveva dedicato due quadri,
“La torre del silenzio”(1937) e “La Musa del silenzio”(1973). Negli ultimi due anni erano state dedicate a
de Chirico tre mostre, due di quadri a Roma e Parigi e una di disegni a Roma, ma quella in corso al Palazzo
delle Esposizioni è la più imponente e la più affascinante, forse anche di quelle che gli erano state organizzate nel passato, sia quando era in vita che dopo la morte.
Questa mostra dimostra perentoriamente che de Chirico, come non si stancava di dire, non aveva mai
abbandonato la pittura metafisica, con la quale all’inizio del secolo aveva conquistato Parigi, la capitale
mondiale dell’arte. Segno di contraddizione dell’epoca, esaltato e misconosciuto, osannato e denigrato,
acclamato e vilipeso, Giorgio de Chirico era stato dato più volte per morto dai critici, come diceva egli stesso, ma ogni volta era resuscitato più vivo e vitale di prima.
Non c’è altro caso in tutta la storia dell’arte di un pittore che abbia scritto e detto ciò che pensava, ossia
tutto il male possibile, dei pittori moderni, delle istituzioni ufficiali, dei soprintendenti o dei direttori dei
musei, dei critici, persino dei critici che scrivevano bene di lui o che ne apprezzavano l’opera, e sia uscito
non solo indenne ma vittorioso dal turbine delle polemiche. È lunga la lista dei suoi “nemici” passati mentre la critica internazionale lo considera oggi uno dei massimi pittori, insieme a Picasso e Matisse, del ventesimo secolo.
La mostra resterà aperta sino all’11 luglio. Alla mostra di de Chirico si accompagnano quelle di Giulio
Paolini e Mimmo Jodice, curate da Daniela Lancioni e Ida Gianelli.
Pia La
zza
Orario: domenica, martedì, mercoledì e giovedì: dalle 10.00 alle 20.00; venerdì e sabato: dalle 10.00 alle
22.30; lunedì chiuso. Biglietti: intero Euro 12,50; ridotto Euro 10,00. Permette di visitare tutte le mostre in
corso al Palazzo delle Esposizioni. Biglietto integrato Palazzo delle Esposizioni e Scuderie del Quirinale,
valido per 3 giorni: intero Euro 18,00; ridotto Euro 15,00.
36
Parlatene al vostro legale
Maggio 2010
Per informazioni e quesiti, i nostri lettori possono rivolgersi: STUDIO LEGALE ON. PROF. AVV. Silvio Crapolicchio & Partners
00187 Roma - Via Belsiana, 100 - Tel. 066789842/065496595 - fax 0697270823 - e-mail: [email protected]
Sono proprietario di un magazzino sito in
uno stabile condominiale che è stato allagato
dalle acque provenienti dalla conduttura fognaria di proprietà comune ostruita – come
accertato da un’indagine tecnica – dal materiale scaricatovi da uno dei sovrastanti appartamenti, non individuato con esattezza.
Il Condominio non intende risarcire i danni
provocati al mio locale e alla merce che c’era
depositata declinando ogni responsabilità al
riguardo.
Risulta legittimo il comportamento del Condominio?
Il Condominio non può legittimamente declinare la responsabilità per i danni subiti dal Sig.........
Nel caso presentato si configura infatti una chiara
ipotesi di responsabilità per danni cagionati dalla
cosa in custodia secondo quanto dispone l’art.
20151 del Codice Civile. Infatti se fosse stato
individuato l’appartamento che ha causato l’ostruzione il Sig........ avrebbe ben potuto agire
direttamente contro l’autore materiale del danno,
ossia l’inquilino dell’appartamento; il fatto che
ciò non sia possibile tuttavia non lede la possibilità del Sig........ di ottenere ugualmente una
adeguata tutela risarcitoria proprio grazie alla
disciplina prevista dal citato art. 2051 del Codice
Civile che, salvo il caso fortuito, addossa al custode (in questo caso il Condominio) il danno
causato dalla cosa in custodia (in questo caso la
conduttura fognaria).
Pertanto il Sig........ potrebbe citare in giudizio
il Condominio in persona dell’amministratore in
carica, in ragione dell’ampia legittimazione passiva che l’art. 1131 del Codice Civile attribuisce a
quest’ultimo, chiedendo il risarcimento dei danni
subiti nonché il ripristino della conduttura fognaria condominiale.
La
zza
Pia
Maggio 2010
Calcio
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A.S.D. Castel Madama tira le somme
di Attilio Nonni
Pia La
zza
Con l’incontro non disputato di domenica 09 Maggio tra
l’A.S.D. Castel Madama e il Real Roviano, per l’assenza
della squadra ospite, termina la stagione 2009-2010 dei
castellani. Sono 37 i punti totalizzati dai ragazzi di mister
Nonni, gli stessi realizzati nella stagione precedente.
Tutto lascia presagire ad una stagione senza tante novità,
invece no; per chi ha seguito i ragazzi durante tutto il
campionato sono evidenti i miglioramenti sportivi realizzati. La squadra dopo un inizio non esaltante, caratterizzato da diversi ammutinamenti, da grossolani errori
di programmazione (che hanno portato l’entourage
castellana per i primi quattro mesi della stagione ad
avere una rosa di calciatori troppo ampia), si è stabilizzata dai primi weekend di febbraio quando il team ha affilato ben 5 vittorie consecutive. I giovani castellani sempre con un modulo iper-offensivo ha dimostrato di poter
fronteggiare anche le compagini più blasonate, sempre
tenendo un comportamento esemplare dal punto di
vista comportamentale. C’è da dire poi che nelle ultime
gare sono stati eseguiti degli esperimenti, che a detta
della dirigenza A.S.D., sono stati molto soddisfacenti;
sono scesi in campo ben 4 giocatori della juniores Manni
Mirco, Mollica Federico, Gallina Luca e Bonelli Cristian
(dato questo che premia l’ottimo lavoro svolto da mister
Giancleto Sabucci che nonostante una travagliata stagione, e non dal punto di vista calcistico, ha guidato i ragazzi della juniores con preparazione, passione e competenza). Abbiamo intervistato il Direttore sportivo dell’A.S.D. Castel Madama, Simonelli Gianluca che ha fatto
un quadro finale della stagione appena trascorsa: “Noi
siamo molti soddisfatti dei nostri ragazzi, questa è una
squadra molto giovane e ha bisogno del giusto rodaggio.
Lo scorso anno, quando abbiamo rilevato la società,
abbiamo realizzato un progetto sportivo da realizzarsi in
cinque anni, atto a valorizzare i nostri ragazzi. Ad oggi
posso affermare che il gruppo di calciatori che ha portato a termine questo campionato con qualche piccolo
aggiustamento, già trovato all’interno della juniores,
potrà dire la sua il prossimo anno. Il comportamento
disciplinare dei ragazzi per tutta la stagione è stato veramente encomiabile, abbiamo inoltre rilevato la crescita
dal punto di vista tecnico tattico di molti giovani e la
riconferma di molti veterani come capitan Cicolani,
Massimiliano Livi, Manolo Testa, Andrea Simonelli,
Giovanni Pucella, ecc…”.
Si tirano le somme anche per il settore giovanile del
Castel Madama, che in questa stagione ha visto un notevole incremento di bambini partecipanti. Sicuramente i
risultati prettamente calcistici sono altalenanti e differenziati squadra per squadra, ma possiamo rilevare l’ot-
timo lavoro svolto dagli educatori della società, che
tenendo fede alle linee guida (far giocare e divertire tutti
i bambini senza tener conto del grado di preparazione
calcistica e preparando i bambini soprattutto dal punto
di vista atletico e disciplinare) weekend dopo weekend e
allenamento dopo allenamento, hanno portato a casa dei
significativi miglioramenti individuali e di squadra.
Per comprendere la programmazione futura dell’A.S.D. Castel Madama abbiamo ascoltato un consigliere della società, che a risposto così: “per fare una
buona programmazione bisognerebbe capire quando
termineranno i lavori per i nuovi spogliatoi e del campetto di calcetto soprastante gli spalti, che nonostante le
dichiarazioni dell’assessore competente che li davano
ultimati per dicembre 2008, a tutt’oggi ancora non
hanno riaperto il cantiere. Pur impegnandoci, per rendere gli attuali spogliatoi consoni ad ospitare i bambini,
gli spazi a nostra disposizione sono insufficienti, pensate che nella appena passata stagione in alcuni giorni
della settimana nei vecchi spogliatoi erano presenti più
di 5 squadre da 16 giocatori ognuna. Al campetto delle
scuole elementari dove lo scorso giugno abbiamo realizzato il manto in erba sintetica, nonostante facciamo
allenare i bambini su due turni al giorno e per tutti i
giorni della settimana, siamo costretti ad accorpare
alcune annate che invece andrebbero separate. A tutto
questo bisogna aggiungere le pessime condizioni in cui
verte il terreno di gioco del campo sportivo comunale
“A. Testa” dovute al ripristino mal eseguito dei lavori di
messa in sicurezza del fosso sottostante il campo. Noi
siamo disponibili e orgogliosi di continuare con passione e sacrificio il nostro progetto e mettere a disposizione del nostro paese una associazione sportiva aperta a
tutti e al servizio dei nostri concittadini ma l’assenza di
strutture adeguate rende difficile per non dire impossibile la pianificazione dell’intera stagione calcistica”.
38
Cultura
Maggio 2010
RAINER MARIA RILKE E MARINA CVETAEVA
di Ivano Moreschini
Ci sono amori impalpabili, poco
carnali, che però possono rappresentare un’epoca. Una russa di
ascendenze aristocratiche, ed un
borghese praghese di lingua tedesca. Questo sono Marina Cvetaeva e
Rainer Maria Rilke, entrambi grandi poeti, anche se il secondo è più
conosciuto della prima.
Nel breve arco della loro vita l’Europa avrà il suo
tempo di ferro e di fuoco, e dalla apparente tranquillità del fine ottocento e della “belle epoque” precipiterà nel trentennio 1914-1945, che è stato definito
quello della guerra civile europea.
La Cvetaeva nasce nel 1892, figlia di una pianista
polacca di sangue principesco e di un docente di storia dell’arte. Cresce nel culto della cultura tedesca ,
per quella strana fascinazione reciproca che hanno
avuto le culture russa e germanica prima di scontrarsi nel modo feroce che sappiamo nelle due guerre
mondiali. La sua poesia si nutre di Goethe, Holderlin,
Heine, i grandi romantici dell’ottocento.
Rainer Maria Rilke nasce nel 1875, nella Praga che allora faceva parte dell’impero austro-ungarico, e che vedeva convivere cultura ceca, ebraica e tedesca. E la sua
poesia sarà il punto estremo del romanticismo tedesco,
l’apice del decadentismo, con le sue famose raccolte dei
Sonetti ad Orfeo e delle Elegie Duinesi. A sua volta
sente l’attrazione per la cultura russa: “La Russia” scrive
“è stata la base della mia esperienza e della mia percezione. Che cosa devo alla Russia? È lei che ha fatto di me
quello che sono divenuto, è da lei che sono interiormente uscito, tutte le mie profonde radici sono là.”
Ma l’esito della prima guerra mondiale cambia lo scenario, e cambia anche le vite dei due poeti, che peral-
ELEGIA A MARINA CVETAEVA
tro si conoscono nei primi anni
venti. Entrambi si sentono senza
radici, un po’ per carattere ed origine di nazionalità incrociate, un po’
per lo sconvolgimento che il vento
freddo della Storia porta nei loro
“luoghi dell’anima”. L’impero
austro-ungarico scompare, crolla
quello che Claudio Magris descrive come l’ultimo
precario ma meritorio tentativo di convivenza delle
diverse nazionalità europee prima dell’attuale Unione
Europea. La Russia entra in un vortice: crolla lo zarismo, la rivoluzione bolscevica cambia la Russia e la
Storia, nasce l’Unione Sovietica, inizia la guerra civile
tra rossi e bianchi, l’industrializzazione forzata, lo stalinismo ed il terrore, la seconda guerra mondiale.
I due raffinati poeti sono come fuscelli trascinati dalla
tempesta della Storia. Rilke passa un anno al fronte,
alla fine della guerra va in Svizzera, poi a Duino, vicino Trieste. Il marito della Cvetaeva è un ufficiale dell’Armata Bianca, quella fedele allo Zar e contro la
Rivoluzione Russa: la guerra civile tra rossi e bianchi
si trascina fino al 1922. L’esito è noto: i bianchi vengono sgominati, nella migliore delle ipotesi costretti
all’esilio. La Cvetaeva, dopo anni che non lo vede,
ritrova il marito a Parigi. Clandestinità, servizi segreti, forse anche lontananza d’affetto.
La Cvetaeva conosce Rilke, e vede in lui il Poeta tedesco, come lui vede in lei l’amata Russia. Tutto crolla
intorno, ma loro si sono nutriti delle reciproche lingue, culture, passioni.
Rilke morirà per la leucemia che l’ha colpito nel
1926. La Cvetaeva, che ha tre figli, proverà a tornare
in Russia nel 1936, in pieno terrore staliniano. Vivrà
momenti grami, con una figlia deportata nel gulag, il
marito scomparso, fucilato senza alcuna notizia a lei. Nel 1940 Mosca viene evacuata per il
possibile attacco tedesco, lei viene inviata a
Elabuga, in piena Russia asiatica. Nel 1941 si
impicca: la sua raffinata cultura era inutile in
quel posto. Il suo mondo era scomparso.
Onde, Marina, e mare noi siamo!
Siamo abissi e siamo cielo!
Terra, Marina, noi terra, noi mille volte l’Aprile
Allodole lanciate nell’infinito dall’esplosione del canto;
Noi l’intoniamo con gioia, ma il canto già ci sovrasta,
e subito la nostra tristezza rovescia il canto in pianto.
Niente ci appartiene. A fatica posiamo le nostre mani
Sullo stelo dei fiori non colti…
Rimangono le lettere straordinarie di due
grandi poeti (R.M.Rilke e M.Cvetaeva, Lettere d’amore, editore SE, 2009), ed una stupenda poesia di Rilke, di cui pubblichiamo un
estratto.
La
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Pia
Pia La
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