Maggio - La Piazza
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Periodico dell’Associazione Culturale Albatros Anno 7 - Numero 5 MAGGIO 2010 Pag. 8 PARCHEGGIO STALLONE Pag. 13 CENTRO ANZIANI: PRESIDENTE DONNA Pag. 35 LA NATURA SECONDO DE CHIRICO QUATTRO CANDIDATI PER L’UNIVERSITÀ AGRARIA La zza Pia Maggio 2010 Università Agraria 3 Al voto per le terre di tutti il 30 e 31 maggio le elezioni per l’Università Agraria a cura di Ivano Moreschini I castellani chiamati a votare per il rinnovo del Presidente e del Consiglio d’Amministrazione dell’Università Agraria. Per chi non lo sapesse, l’Università Agraria è l'ente che gestisce i terreni di proprietà collettiva su cui ci sono gli usi civici (pascolo, raccolta legna, ecc.), ed anche gli usi civici su tanti terreni di privati. Le elezioni per l'Università Agraria precedono di un anno quelle per il Comune, e quindi sono diventate una specie di prova generale per le comunali. Quest'anno si presentano quattro liste: due principali di centro-sinistra e centro destra, e due più piccole. I candidati Presidenti delle liste che sulla carta sembrano favorite sono: Delicato Emilio per il centro-sinistra e Luigi Piselli per il centro-destra.Domenico Liberati invece guida un'altra lista di area centro-destra e Quagliozzi Vincenzo guida una lista socialista. Abbiamo chiesto a tutti i candidati Presidenti un intervento Pia La zza Mi chiamo EMILIO DELICATO (candidato per “LA GINESTRA”), sono nato a Castelforte il 17/01/1956, lavoro come Socio Amministratore di una società di consulenza fiscale, mi sono sposato a Castel Madama e vi risiedo dal gennaio 1981, con mia moglie Rosella e i miei due figli Antonio e Giulia. La famiglia, il lavoro, l’impegno sociale e lo sport sono i miei valori di riferimento che cerco di vivere da cattolico anche tramite l’impegno politico, vissuto fin dalla gioventù come volontariato. Con questo spirito ho accettato con entusiasmo la candidatura a presidente dell’Università Agraria pensando che questo Ente Pubblico, se bene amministrato, può contribuire alla crescita sia in termini educativi che occupazionali dei cittadini e soprattutto dei giovani di Castel Madama. Molto è stato fatto dalle passate amministrazioni nell’impostazione per un diverso uso del territorio; dalle attività agro-pastorali, che vanno comunque salvaguardate e sviluppate, si è allargato il campo d’azione a più fruibili e innovative attività. Il completamento della ristrutturazione del “Casone” darà vita a un’attività economica basata sulla ricettività e la ristorazione, rivolta al turismo ambientale e scolastico. L’impegno di proseguire l’iter per l’istituzione del “Parco della Selva” che, una volta terminato e riconosciuto monumento naturale, fornirà strumenti e risorse necessari alla gestione ordinaria e straordinaria del territorio. Il Parco a tema preistorico che ricostruisce diverse tipologie di villaggi e di ambienti della preistoria del centro Italia porterà un incremento occupazionale a favore dei nostri giovani concittadini, e risonanza a livello nazionale del nome della nostra Cittadina. Va senza dubbio continuata l’azione amministrativa per realizzare un impianto per la produzione del “cippato” (combustibile naturale di legname da risulta), migliorare la fruibilità del parco del boschetto attraverso la realizzazione di un percorso a piedi, in bicicletta ed a cavallo e la sistemazione del tratto principale fruibile dalle persone diversamente abili, realizzare attraverso la pulitura e segnatura di un percorso storico naturalistico denominato “La via dell’acqua” che attraversa le parti maggiormente pregiate del Bosco della Selva, i sepolcri romani del I secolo, i fontanili e le sorgenti d’acqua. Il percorso verrà arricchito da panche e tavoli nei punti di osservazione panoramica, nei pressi delle sorgenti e lungo tutto il percorso. Una particolare attenzione sarà rivolta alla cura del territorio e al miglioramento della flora e della fauna, recuperando le varietà autoctone di pere, mele, prugne attraverso l’innesto di esemplari selvatici individuati sul territorio e l’avvio di un programma di Apicoltura con istallazione di arnie in aree protette per la produzione del miele col marchio U. A. Cureremo l’aggiornamento del regolamento d’uso del territorio con specifiche modalità di raccolta dei tartufi, segue a pag. 5 4 Università Agraria Maggio 2010 “La Piazza” Periodico dell’Associazione Culturale Albatros Vicolo Giustini, n. 10 00024 Castel Madama (Roma) - tel. 0774/449849 Anno 7, n. 5 - Maggio 2010 Registrazione del Tribunale di Tivoli n. 4/2004 del 14/04/04 Direttore Responsabile: Rino Sciarretta Capo Redazione: Carla Santolamazza Redazione: Ivano Chicca, Ivano Moreschini, Ramona Pompili, Roberto Bontempi, Salvatore De Angelis, Elisa Livi, Ivo Santolamazza Hanno collaborato alla realizzazione di questo numero Valentina Torella, Gualtiero Todini, Bruno Testa, Vincenzo Quagliozzi, Luigi Piselli, Domenico Liberati Maria Falcone, Attilio Nonni, Studio Caprolicchio Per la pubblicità rivolgersi al 3490063355 Grafica ed Impaginazione: Salvatore De Angelis Chiuso in redazione il 19/05/2010 - Tiratura 1.500 copie SOMMARIO • Al voto per le terre di tutti pag. 3 • Il Parcheggio » 8 • Pro e Contro dell’energia nucleare » 10 • Un giorno di festa alla corte di Ippolito » 11 • Un Presidente donna al Centro Anziani » 13 • Brevi » 14 • I cattolici e la prima guerra mondiale » 16 • Scuola » 19 • Vicovaro » 23 • Tivoli » 26 • Latinorum » 27 • Aree protette del Lazio » 28 • Il nuovo codice della strada » 31 • Film » 32 SitoWeb: www.lapiazzacastelmadama.com • Recensione » 33 E-mail: [email protected] • Cultura » 34 [email protected] • Parlatene al vostro legale » 36 LA REDAZIONE SI RIUNISCE TUTTI I LUNEDÌ DALLE ORE 18 ALLE 20 • Calcio » 37 • Rainer Maria Rilke e Marina Cvetaeva » 38 Il giornale viene diffuso anche nei paesi di Vicovaro, Mandela, Sambuci, Tivoli La zza Pia Maggio 2010 5 Università Agraria da riservare ai cittadini utenti dell’ente agrario, la creazione di un’associazione di raccoglitori locali, la creazione di un marchio U. A. e relativo canale commerciale. Sosterremo l’istituzione di un’area destinata all’addestramento dei cani da caccia riservata ai cittadini utenti dell’ente nella zona dei “Quadrelli”, affidandone la cura alla locale associazione dei cacciatori e l’istituzione di un’area destinata allo svago ed al benessere dei cani da compagnia, individuata in una zona idonea e facilmente accessibile del Boschetto delle Fratte, sempre gestita da un’associazione locale. Volendo restare negli spazi dettati dalle esigenze di redazione cito come titoli: Diradamento selettivo del Bosco della Selva, Miglioramento del pascolo brado, Censimento del bestiame bovino ed equino, incentivazione a produrre prodotti di qualità, Ristrutturazione del fienile di Fonte Bianca per la vendita di prodotti biologici locali del miele e del tartufo dell’U. A., Miglioramento della fruibilità dell’archivio degli usi civici dell’Università Agraria tramite internet. Su queste basi “La Ginestra” intende cercare il sostegno dei cittadini ed un corretto confronto con tutte le forze politiche, sociali, culturali del paese. L’Università Agraria è un bene collettivo, e tutti devono contribuire al suo mantenimento e al suo sviluppo. QUAGLIOZZI VINCENZO (candidato per “SEMPRE AVANTI”) castellano di adozione, sono circa 15 anni che risiedo in Castel Madama, ho sempre creduto nelle potenzialità del nostro Comune e, conoscendo i terreni dell’U.A., ho avuto modo di rafforzare queto mio convincimento. Con il Partito Socialista Italiano abbiamo valutato l’opportunità di presentare una lista che possa promuovere interventi per una modernizzazione dell’ENTE UINVERSITÀ AGRARIA. I risultati raggiunti e le azioni avviate dalla uscente amministrazione, testimoniano la idea di sviluppo per le terre della comunità Castellana, idea che la lista “SEMPRE AVANTI’’ intende sviluppare e armonizzare con tutti i cittadini Castellani. Nel segno anche della continuità degli interventi promosso dalla uscente amministrazione, sempre più convinto e convinti che una attenta e lungimirante gestione amministrativa possa creare importanti opportunità per la comunità Castellana. La lista SEMPRE AVANTI contraddistinta con il simbolo “LIBRO APERTO CON ROSA ROSSA CENTRALE’’ propone: INFORMAZIONE E COINVOLGIMENTO DEI CITTADINI CASTELLANI SUGLI OBBIETTIVI E LE SCELTE DELLA GESTIONE AMMINISTRATIVA Pia La zza Regolazizzazione delle aree verdi ancora e sempre oggetto di interpretazione sul diritto di proprietà e possesso di spazi (Collicelli, Parco della Rimembranza, Pineta) che fanno parte del centro urbano e, una puntuale e attenta regolarizzazione di tutte le servitù di passaggio sulle terrre dell’UNIVERSITÀ AGRARIA. Ristrutturazione e completamento del Casone, studiando tutte le potenzialità di utilizzo basata sia ad attività volte a ricettività e ristorazione, sia alla promozione e commercializzazione dei prodotti agricoli e zootecnici, proponendo la cosiddetta “filiera corta’’ con inevitabili benefici per i produttori e i consumatori. Manutenzione e sistemazione del BOSCHETTO con realizzazione di piazzole di sosta e di ristoro e, ripristinando e, potenziando l’esistente percorso GINNICO rendendolo fruibile sia agli appasionati della bicilcletta sia del cavallo. In collaborazione con gli allevatori, migliorare il pascolo brado, individuando terreni e forme di bonifica degli stessi sollecitando sperimentazioni di zootecnia modera. Valutazione attenta dei progetti Archeo-Park, siamo convinti che una non frettolosa, ma lungimirante “gestione’’ possa creare opportunità di occupazione sia fissa che stagionale. In collaborazione con i cacciatori che gesticono un avoliera a cielo aperto è importante studiare e individuare altre aree per il ripopolamento e la cattura della fauna selvatica. segue a pag. 7 La zza Pia Maggio 2010 Università Agraria Quanto interesse per l’Agraria… 7 di Luigi Piselli - Candidato a Presidente della Lista N. 3 “Agraria un bene per tutti” Ringrazio la Vs Redazione per aver richiesto il mio intervento in merito alla candidatura a Presidente nella Lista n. 3 alle prossime elezioni per l’Università Agraria. Permettetemi di raccontare ai castellani come siamo giunti alla scelta del sottoscritto. Da anni la coalizione alternativa al centro sinistra vive una fase di divisioni interne, generate, secondo me, non da divergenze programmatiche, ma purtroppo, da personalismi. Nel mese di aprile, insieme a molti amici, abbiamo tentato di ricucire questo strappo, giungendo quasi ad un accordo politico. Ma come è accaduto spesso negli ultimi anni alcuni “politici DOC”, anziché riconoscere il valore degli altri, hanno sempre creduto ed agito in base a proprie convinzioni di onnipotenza Così è bastato un week end per mandare a monte il lavoro di un mese. Il sottoscritto, ascoltando la volontà dei moltissimi cittadini scontenti ed essendo svincolato da legami partitici, si è messo a disposizione per un ultimo tentativo. Ma ancora una volta hanno prevalso i personalismi. Questa è la storia recente, il resto sono chiacchiere di piazza e cattiverie di avversari politici. Perché dare fiducia alla squadra che mi ONORO di rappresentare? In primis perché dopo venti anni di amministrazioni Rosso Verdi i castellani hanno potuto notare l’incapacità realizzative di costoro. Non solo, la gestione ventennale di un Ente avrebbe dovuto produrre risorse, posti di lavoro, promozione del territorio! Invece il nulla. Non sono abituato a promettere, questo ruolo appartiene ad altri, lascio che per la LISTA N. 3 parlino i fatti. Invito i miei concittadini a non disperdere il voto in liste di disturbo, ma di concedere la vostra FIDUCIA a chi negli anni ha dimostrato con atti concreti di saper amministrare e rilanciare le sorti di un Paese. Infine auguro ai 30 candidati a consigliere e ai 3 candidati a Presidente una campagna elettorale serena, tenendo sempre presente il RISPETTO dell’altro. Che vinca il migliore. GRAZIE. Le Nostre Radici di Domenico Liberati “Tradizione, Innovazione, Sviluppo” Pia La zza Care Amiche e Cari Amici, sono Domenico Liberati, un Vostro compaesano da ben 52 anni. Sono diplomato in elettrotecnica, per dieci anni ho lavorato come tecnico elettricista presso il Comune di Castel Madama e attualmente lavoro come tecnico informatico presso l’Enel. S.p.A. Ho una splendida famiglia, una moglie e tre figlie che ho voluto crescessero come me, nel Nostro paese, vivendo le bellezze e, ahimè, anche i tanti disservizi del Comune di Castel Madama. Ho deciso di candidarmi per portare, la mia esperienza, le mie idee e la mia capacità nella gestione dell’Ente Università Agraria che avrà come principi fondamentali il rispetto delle regole, della trasparenza e dell’onestà. Cercherò, durante il mio mandato, di coinvolgere tutta la cittadinanza ,soprattutto i giovani affinché, lavorando insieme, si possa migliorare la vita della nostra comunità, proteggendo le nostre radici. Il mio programma ha i seguenti obiettivi: La creazione di un Parco Fotovoltaico o Eolico, gestito direttamente dall’Ente U.A.; La nascita di una fiera Agricola mensile sul territorio dell’U.A.; La riqualificazione del boschetto attraverso il ripristino dell’area jogging / area pic-nic e dei percorsi per mountain bike, passeggiate a cavallo e a piedi; La riqualificazione e sistemazione degli uffici con nuove attrezzature informatiche e la realizzazione di una sala Multimediale per corsi riconosciuti di formazione professionale; La rivisitazione dell’intero territorio dell’U.A. con Censimento del bestiame,valorizzazione del territorio, riperimetrazione dei terreni di proprietà e verifica degli usi civici; La costituzione di una Fattoria didattica gestita dall’Università Agraria che permetta un utilizzo del Casone in modo Agrituristico, offrendo servizi di pernottamento, ristorazione con cucina tipica locale, campi scuola per bambini e agri-asilo con la collaborazione dell’Istituto comprensivo di Castel Madama e ippoterapia. Mi auguro che il 30 e 31 maggio, sarete in tanti a sostenermi e a credere insieme a me ed ai tanti amici che mi stanno supportando, che si può cambiare veramente! Valorizziamo la nostra terra, riprendiamoci il nostro territorio. 8 Amministrazione Maggio 2010 IL PARCHEGGIO DI FRONTE ALLA SCUOLA ELEMENTARE di Ivano Moreschini “Quest’opera, come purtroppo altre (isola ecologica, nuovo depuratore, struttura sanitaria ex mattatoio), è in variante di Piano Regolatore, per cui oltre il normale iter dell’opera pubblica (acquisizione di pareri e nullaosta), deve compiere anche l’iter della variante urbanistica (art. 13, usi civici, ecc.). Ciò comporta tempi più lunghi. Al momento abbiamo acquisito l’art. 13 e stiamo acquisendo l’analisi territoriale tramite il perito demaniale assegnatoci dalla Regione Lazio alcuni mesi fa. Completato quanto sopra la Regione avrà 90 giorni per emettere il suo parere che, qualora non fosse espresso, si intende positivo. Dopo di che, presumibilmente entro il prossimo inverno, si bandirà la gara”. Questo è quello che scrisse l’Assessore Aldo Testi al nostro giornale nel numero di settembre 2009 in relazione al progetto del Parcheggio di fronte alla Scuola Elementare, noto anche come parcheggio dello Stallone La recente delibera di Consiglio Comunale Dal settembre del 2009, oltre agli ordini del giorno in Consiglio Comunale, alle discussioni sui giornali locali, che nel frattempo si sono arricchiti di un’altra presenza “Aequo Animo”, che salutiamo, l’atto ufficiale più rilevante assunto è la deliberazione di Consiglio Comunale n. 11 del 18 marzo 2010. Questa deliberazione, come aveva accennato l’Assessore Testi nell’intervento sopra riportato, approva l’analisi territoriale ai fini dell’uso civico dei terreni interessati al parcheggio. In pratica è un atto necessario per decidere se i terreni sono o meno soggetti al vincolo dell’uso civico. In caso essi abbiano questo vincolo, è necessario chiedere un’autorizzazione regionale per toglierlo. Dalla delibera, pubblicata sul sito del Comune, si legge che la maggior parte dei terreni sono privati e non hanno vincoli di uso civico, mentre ci sono due particelle, di mq 284 e 151, che sono di proprietà dell’Università Agraria. Per queste sarà necessario chiedere alla Regione Lazio un’autorizzazione al cambio di destinazione d’uso. Fin qui niente di male. Si chiede l’autorizzazione alla Regione Lazio, e nel giro di qualche mese la Regione dovrebbe concederla. Certo però, quando si legge la deliberazione pubblicata, che afferma che l’adozione della variante al Prg per destinare a parcheggio quelle aree è stata adottata il 27 aprile 2007, ci si chiede come è possibile che ci vogliano tre anni per redigere una perizia demaniale per gli usi civici. E allora tornano alla mente tutte le discussioni, le assemblee pubbliche, insomma le aspettative e la mobilitazione di un paese, pro e contro un progetto che ha un grande impatto visivo e psicologico e che, a torto o a ragione, è visto dai castellani come una possibile soluzione al problema del parcheggio nel centro storico. Torniamo un po’ indietro Allora rileggiamo la deliberazione di consiglio comunale n.13 del 2007, per rinfrescarci un po’ la memoria. Per esempio, chi si ricorda che la commissione di valutazione delle proposte di Project Financing (finanza di progetto), cioè delle propo- La zza Pia Maggio 2010 Amministrazione ste dei privati per il parcheggio è stata istituita con una delibera del giugno 2004? Oppure che con una delibera di giunta Regionale dell’ottobre del 2006 è stato finanziato un consolidamento della scarpata sotto la Scuola Elementare? A parte queste curiosità, che danno però l’idea di quanto lungo e tortuoso può essere fare un parcheggio di queste dimensioni, dalla delibera del 2007 emergono ancora una gran parte dei problemi, burocratici e di sostanza, che rallentano la costruzione del parcheggio. Per esempio, il responsabile dei lavori pubblici Ing. Salvati chiedeva “una verifica puntuale delle aree soggette ad espropri”, mentre l’allora Presidente dell’Università Agraria avanzava delle osservazioni, in quanto ente proprietario di alcuni terreni interessati dall’intervento. Non era un mistero quindi che c’erano terreni soggetti ad uso civico. Inoltre alcuni dei proprietari delle aree soggette ad esproprio nell’assemblea pubblica del 2006 esprimevano preoccupazioni sull’eccessivo peso che graverebbe su Vicolo degli Olmi, in caso fosse l’unica strada di accesso al Parcheggio. I tempi lunghi ed i costi ed i ricavi dell’intervento Ma quanto incidono queste lungaggini burocratiche sull’aspetto economico di un’opera del genere? Tralasciamo la giustezza dell’utilizzo della formula del project financing per un lavoro del genere, perché il problema non è questo, anche se non siamo i soli a dirlo, anche se in forme diverse. In tal senso, citiamo da un intervento del consigliere Michele Nonni su Aequo Animo di marzo 2010: “La volontà dell’Amministrazione di realizzare un parcheggio attraverso l’utilizzo di capitale privato va a determinare, ovviamente, uno squili- 9 brio tra gli interessi propri (e legittimi) dei finanziatori del progetto e l’interesse pubblico che, diventando residuale, non viene soddisfatto come meriterebbe: infatti l’opera consiste nella realizzazione di 46 box auto, 4 locali commerciali di 520 mq e di 80 parcheggi a pagamento, con un costo di Euro 2.908.150,00”. Ciò che dice Nonni è condivisibile, ma l’impresa può senz’altro replicare che si è offerta di fare ciò che il Comune ha proposto. Ma ammesso che questo non sia un problema, c’è anche un’altra domanda: quanto incide il passare del tempo, ed il variare dei prezzi di mercato, sul piano finanziario dell’opera? Dal 2004 al 2010 il mercato immobiliare ha avuto prima un’impennata dei prezzi, poi dopo il 2008 una discesa. La crisi economica, strisciante nel 2004, è nel frattempo esplosa, e l’impresa si chiede senz’altro se riuscirà a vendere tutti i locali commerciali, i box, i parcheggi. Insomma la variabile tempo, già importante per il rapporto tra l’Amministrazione ed i cittadini nella realizzazione di una normale opera pubblica, diventa essenziale in un’operazione che risente in maniera decisiva delle variazioni dei prezzi di mercato. Quanto costava un box auto in quella zona nel 2004? E nel 2007? E ora? E quanto costerà al momento della prevendita dei box? A parte l’ultima domanda, quasi tutti i cittadini castellani possono fornire una risposta alle altre, e quindi anche capire la convenienza per l’impresa di un’operazione del genere. Sempre ammesso che i costi rimangano quelli indicati dal consigliere Nonni. Forse anche l’Amministrazione comunale si dovrebbe porre questo problema, se il parcheggio di cui abbiamo parlato è davvero una sua priorità. I RADUNO DEGLI STENDARDI DELLA SS. TRINITÀ Nel pomeriggio di Domenica 13 giugno si terrà a Castel Madama, per la prima volta, il Raduno delle Compagnie che effettuano ogni anno il pellegrinaggio alla Santissima Trinità. PROGRAMMA ore 16,00 - Processione lungo le vie del Paese; ore 18,30 - S. Messa ai Collicelli; ore 20,00 - Rinfresco per le Compagnie partecipanti al Parco Oudenaarde. Pia La zza Si informa che grazie alle offerte della popolazione castellana si è restaurata l’immgine sacra della SS. Trinità in Via Mario Corvisieri. 10 Attualità Maggio 2010 Pro e Contro dell’energia Nucleare di Elisa Livi L’energia nucleare è una fonte energetica da valutare attentamente sia negli aspetti positivi sia negativi. In primo luogo è necessario comprendere il suo funzionamento. Nelle centrali nucleari l’energia scaturisce dal bombardamento dell’uranio con neutroni. Il nucleo dell’uranio si divide in due nuclei più piccoli tramite un processo detto di “fissione nucleare” durante il quale si genera energia e altri neutroni che, a loro volta, continueranno a far dividere i nuclei di uranio dando luogo alla famosa “reazione a catena nucleare”. Durante questo processo viene emessa radioattività ad alta intensità. Gli oggetti e i metalli esposti alle radiazioni diventano essi stessi radioattivi, ossia scorie radioattive. Le scorie dovranno essere stoccate per migliaia di anni fin quando non decade il livello di radioattività. Il grado di radioattività non consente all’uomo di avvicinarsi alle scorie e, al momento, la scienza non è in grado di distruggere le scorie radioattive o di accelerare il periodo di decadimento della radioattività. L’uranio è la materia prima delle centrali nucleari a fissione. Una minima quantità di uranio consente di produrre un’elevata quantità energia, e a differenza del carbone o del petrolio, senza emissioni di anidride carbonica (principale causa dell’effetto serra). Non esistono stime ufficiali sull’estrazione annuale di uranio. Questi dati sono coperti dal segreto militare o dal segreto di Stato. Fin qui i vantaggi che hanno determinato lo sviluppo dell’energia nucleare nella seconda metà del novecento. Su altri aspetti il nucleare non trova ancora valide risposte: il principale svantaggio del nucleare sono le drammatiche conseguenze in caso d’incidente. L’epilogo di Chernobyl ha causato conseguenze globali e, ancora oggi, non si conosce il reale impatto sulla salute. Se da un lato le nuove centrali di ultima generazione garantiscono un livello di sicurezza elevato, dall’altro non si può fare a meno di pensare che anche la centrale di Chernobyl era stata considerata sicura a suo tempo. Le scorie radioattive devono essere stoccate per migliaia di anni. Nessun paese al mondo è giunto ad una soluzione definitiva di stoccaggio. In Italia, nel 2003 si fermò in protesta un’intera regione italiana per impedire la realizzazione di un deposito geologico di scorie. La produzione di armi nucleari resta l’ultimo grande handicap. Non si può negare un legame tecnologico tra la produzione civile d’energia nucleare e l’industria bellica. Nel 2004 gli USA e altri paesi occidentali fecero grande pressione sull’Iran per impedire la costruzione di una centrale nucleare civile proprio per il timore che questi impianti fossero utilizzati anche per finalità belliche. Pertanto il legame tra le due attività esiste. Il costo reale del nucleare. Da circa 15 anni nessun paese occidentale, salvo la Finlandia, ha messo in cantiere nuove centrali nucleari. Il nucleare comporta costi ele- vati fin dalla realizzazione degli impianti. Vanno poi ad aggiungersi i costi militari per garantire la sicurezza dagli attentati terroristici e i costi per smantellare la centrale nucleare al termine della sua attività. Tutti questi costi non sono sostenibili da un’industria privata. Lo Stato deve necessariamente intervenire a copertura delle spese aumentando tasse e imposte ai contribuenti. In breve, il basso costo dell’energia in bolletta potrebbe essere più che compensato dall’aggravio fiscale in termini di imposte. La localizzazione degli impianti nucleari. Le comunità locali sono restie ad accettare un deposito di scorie o una centrale nucleare vicino casa. Volendo sintetizzare il nucleare a fissione realizzato con reattori di ultima generazione è relativamente sicuro. Resta però il problema dei costi sociali e quello della localizzazione delle centrali e del deposito di scorie. Finora nessuna soluzione sembra essere stata condivisa con i cittadini del luogo destinato ad ospitare un deposito di scorie. Barack Obama rilancia il nucleare. Per difendere l’ambiente, combattere il cambiamento climatico e ridurre anche la dipendenza dal petrolio straniero, il presidente degli Stati Uniti, dopo più di trent’anni di stop, commissiona nuove centrali atomiche. Ha annunciato lo stanziamento di oltre 8 miliardi di dollari, circa 6 miliardi di euro, per costruire due nuovi impianti termonucleari in Georgia, i primi sul suolo americano dal 1979, quando i progetti di sviluppo di centrali furono bloccati a seguito dell’incidente a Three Mile Island. Secondo il presidente, che ha parlato durante una visita a Lanham, in Maryland, con la nuova centrale si creeranno migliaia di posti di lavoro durante la fase di costruzione, mentre 800 posizioni saranno permanenti. In Italia, 72 intellettuali, imprenditori e scienziati hanno firmato una lettere indirizzata al segretario del Partito democratico chiedendogli di non escludere la possibilità del ritorno all’energia nucleare. Pierluigi Bersani ha risposto alle agenzie di stampa: «Il nostro no alla proposta del governo sul nucleare non ha assolutamente niente di ideologico. Noi contestiamo le velleità di un piano che non si occupa di alcuni argomenti centrali come la dipendenza tecnologica, le condizioni di sicurezza, la gestione degli esiti del vecchio nucleare, le scorie, che mette le procedure di delocalizzazione su un binario complicato e assolutamente incerto e non affronta in maniera adeguata il problema dei costi». La zza Pia Maggio 2010 Cultura 11 “Un giorno di festa alla corte di Ippolito II d’Este” di Maria Falcone Sotto il patrocinio del Comune di Tivoli, del Comune di Castel Madama, del Ministero per i beni e le attività culturali e della Soprintendenza di Villa d’Este e con la collaborazione della Pro Loco di Castel Madama e il Comitato Palio Margarita, il Liceo Spallanzani di Tivoli, nell’ambito delle manifestazioni della XII Settimana della Cultura, il giorno 23 aprile u. s., ha presentato, nella Villa d’Este di Tivoli, la rievocazione storica in costume di una giornata di festa alla corte di Ippolito II. I giardini della Villa, scelti opportunamente come ambientazione, visto il tema, dovevano consentire lo svolgimento itinerante di vari momenti rappresentativi, ma Giove Pluvio ha sconvolto i progetti. E così lo spettacolo è stato reinventato “sul campo”, trasformato ipso facto da rappresentazione itinerante e dinamica, come sopra accennato, in una teoria di quadri-eventi, solo apparentemente statici, ognuno ubicato in una delle magnifiche stanze dell’appartamento della Villa, autentiche pagine viventi, dunque, “sfogliate” dagli spettatori nel loro percorso. Si inizia con i saluti istituzionali che la Preside rivolge ai presenti. In primis i ringraziamenti doverosi alla “padrona di casa”, l’Architetto Marina Cogotti, che sottolinea, in risposta, le finalità fortemente educative dell’iniziativa, mirante a ingenerare nei giovani l’orgoglio e il senso di appartenenza nei confronti della Villa, come bene da tutelare, anche in virtù del futuro ricordo di un proprio vissuto. Dopo l’esibizione degli armigeri la prolusione del giullare è un autentico pezzo di intraprendenza affabulatrice. Occorre seguirlo e infatti il pubblico comincia a sfilare: si assisterà a esibizioni canore e musicali, ad acrobazie, esercizi ginnici, danze, scene di quotidianità umile e modesta o anche raffinata ed elegante, di operosità attiva, di spontaneità giocosa, di erudizione e di studio. Pia La zza Nella sala della Musica, un coro di giovani, sotto la direzione del Maestro (il sig. Roberto Proietti), esegue pezzi di pregevole delicatezza: “Le rose, fronde e fiori”, di G. M. Nanino e “Il ballerino”, di G. Gastoldi. Con l’accompagnamento del cembalo (alla tastiera il prof. Mauro Giustini) e del timpano, strumenti entrambi magistralmente suonati, una bellissima voce da soprano intona il prologo dell’”Orfeo” di C. Monteverdi e poi “Se l’aura spira” di G. Frescobaldi. Ippolito invita gli ospiti alla festa: sfila un corteo di nobili, dignitari impettiti e dame di accurata eleganza (stupendi i costumi d’epoca messi a disposizione dai rioni Castelluccio ed Empolitano del Comune di Castel Madama ed efficaci gli interventi della parrucchiera Carla Fiorini sulle capigliature delle ragazze). Ai modi controllati e austeri dei signori fa da contrappunto l’immediatezza dei popolani, la loro maniera spontanea e semplice di “cogliere l’attimo”, di vivere un momento di gioia spensierata. La festa si esprime nell’agonismo di piazza: giochi di agilità e di acrobazia. Si esibiscono giocolieri, lottatori, ginnasti. Gli Sbandieratori e i Musici di Castel Madama fanno una cromatica ed elegante coreografia. Liberamente tratti da “La Fantesca” di G. B. della Porta, vengono rappresentati i tentativi di seduzione di un vecchio nobile, stolidamente invaghito di una bella fanciulla nei cui panni si cela… un giovane uomo ardentemente innamorato proprio della figlia del nobile. Con la complicità della Fantesca, vero “aiutante” nella vicenda, in barba al vecchio babbeo, l’amore trionfa e i due giovani potranno coronare il loro sogno. Lode al progetto e alla sua realizzazione scenica, straordinariamente fedele, attenta ai dettagli, con una precisione che è frutto di studio, di ricerca , di metodo rigoroso. Fonte autorevole di informazioni, curiosità e dati di costume è stato il comm. Alessandro Moreschini. La zza Pia Maggio 2010 13 Centro Anziani Un Presidente DONNA al Centro Anziani a cura di Carla Santolamazza Il 24 aprile si sono svolte le elezioni per il rinnovo delle cariche per il triennio 2010/2013 al Centro Anziani di Castel Madama. È stata eletta Presidente, Rina Iori con 155 voti, Vice Presidente, Bruno Testa con 65 voti Abbiamo rivolto alla neo eletta le seguenti domande: Quali sono per l’immediato e per il futuro le iniziative che insieme al Comitato di Gestione intende proporre e portare avanti? Il programma triennale “DENTRO IL CENTRO E ... OLTRE” prevede una serie di attività e di iniziative mirate alla ricerca continua di una sempre migliore risposta ai bisogni delle persone anziane e alla loro presenza sul territorio. Per l’immediato sono in programma una gita di 2 giorni, 22 e 23 maggio, presso la Repubblica di San Marino e Gradara; ai primi di giugno visita alla mostra di Caravaggio (Roma); fine giugno/agosto “serate danzanti”; luglio “Festa dei nonni”, (Parco Oudenaarde); ottobre corsi di ginnastica – ballo ecc.... Per il futuro è nostra intenzione avviare, con il supporto dell’Assessorato ai servizi sociali, attività mirate alla salute dell’anziano. Realizzazione di un corso di computer in collaborazione con gli alunni della Scuola Media relativo al progetto “I NONNI INCONTRANO I NIPOTI”. Adozione a distanza, Regolamento interno, nonno vigile, attività teatrale in collaborazione con le Associazioni presenti nel territorio e tante altre iniziative che ci auguriamo vengano proposte da parte dei soci. Dopo il rinnovo delle cariche ed il cambio alla guida del Centro, quali saranno i rapporti con l’Amministrazione Comunale e le richieste che presenterete? Pia La zza Purtroppo fino ad oggi il C.S.A. non ha ricevuto le dovute attenzioni da parte degli amministratori comunali. A breve ci sarà un incontro con il Sindaco proprio per fare il punto della situazione del Centro. Un ringraziamento va all’Assessore Vincenzo Ascani per la presenza nelle varie manifestazioni e riunioni svolte all’interno del C.S.A.. Un ringraziamento particolare va al consigliere del Comitato di Gestione, Antonio Tatti, per la continua manutenzione del Centro. Chiediamo all’Amministrazione comunale di realizzare al più presto i locali del “NUOVO CENTRO”, promessi da molti anni, in modo da permettere ai numerosi iscritti (415 aprile 2010 - 90 circa nel 2005) di poter usufruire di spazi idonei per svolgere le attività e partecipare alle iniziative promosse dal C.S.A. Il vecchio e il nuovo Presidente Con un Presidente donna ed una rappresentanza femminile prevalente nelle cariche, che cosa può cambiare nella gestione del Centro? La presenza delle donne è veramente notevole sia nel comitato di gestione, sia nel collegio di garanzia che tra gli iscritti. Il mio auspicio è di riuscire, con la collaborazione di “TUTTI”, a fare in modo che il Centro possa essere vissuto a pieno ogni giorno. Ringrazio a nome mio personale, del Vice Presidente e di tutti gli eletti, coloro che hanno riposto in noi la loro fiducia. Un commento sulla partecipazione degli iscritti alle votazioni. In questa tornata elettorale gli aventi diritto al voto sono stati 405, i votanti 253 con una percentuale del 62%, nettamente inferiore a quella delle elezioni del 17 maggio 2008 che è stata del 78%. La partecipazione degli iscritti all’assemblea pubblica per le candidature è stata molto scarsa così come in tutte le assemblee indette dal C.S.A. Le difficoltà per raggiungere almeno il numero minimo previsto per la formazione delle liste, sono state notevoli. È nostra intenzione sensibilizzare per il futuro tutti i soci ad una maggiore partecipazione alla vita del Centro, poiché il contributo di tutti è la soluzione migliore per la riuscita di qualsiasi attività o iniziative proposte. 14 Brevi Maggio 2010 L’angolo di Bruno ... LA VIOLENZA – Grazie a Dio, i giovani sanno che uccidere è una delle grandi missioni dell’uomo (!?!!?) (Ayatollah Khomeini) – Che ci sia gente che gira con i fucili a canne mozze non mi piace niente; ma che ci sia gente che ci fa affari tranquilli e legalizzatissimi, fabbricandoli e distribuendoli, a me, piace ancora meno. (E. Sanguineti) – Un ordine di cose stabilito colla violenza è sempre tirannico. (G. Mazzini) – Sopportare ciò che ci tocca in sorte a causa della nostra natura o del nostro destino non sembra così doloroso come sopportare quando ci viene inflitto dall’arbitrio degli altri. (A. Schopenhauer) – La non violenza non è una giustificazione per il codardo, ma è la suprema virtù del coraggioso. La sua pratica richiede molto più coraggio della pratica delle armi. (Gandhi). – Nessun uomo può essere attivamente non violento e non ribellarsi contro l’ingiustizia sociale, ovunque si verifichi. (Gandhi) – La violenza è l’ultimo rifugio degli incapaci. (Isaac Asimov) – La violenza è una dimostrazione di debolezza. (A. Dumas, padre) – La violenza può avere un effetto sulle nature servili, ma non sugli spiriti indipendenti. (Benjamin Jonson) – Quando calpesterai quel ciuffo di ortiche che io fui in un altro secolo, in una storia che ti parrà antica, sappi che io ero innocente e che, come te, quel giorno avevo un viso solcato dalla collera, dalla pietà e dalla gioia: un viso d’uomo, semplicemente. (Anonimo internato ad Auschwitz) – Io non so con quali armi sarà combattuta la III guerra mondiale, ma so che la IV guerra mondiale sarà combattuta con pietre e bastoni. (Albert Einstein) – Che cosa è mai una rapina in banca rispetto alla fondazione di una banca? (B. Brecht) Ricerca e raccolta di idee, pensieri ed opinioni a cura di Bruno Testa COMPOSTAGGIO DOMESTICO NELLE AREE ESTERNE AL PAESE. UN ALTRO PASSO AVANTI VERSO IL PORTA A PORTA Compostaggio domestico, un altro passo avanti verso la raccolta porta a porta. L’Amministrazione comunale di Castel Madama intende ridurre la quantità di rifiuti indifferenziati da smaltire in discarica. L’obiettivo è dimezzare i costi di gestione e avere maggiore attenzione per l’ambiente. Con il supporto della Provincia di Roma anche Castel Madama adotterà il “Porta a Porta”: un sistema di raccolta differenziata che obbligherà i cittadini a separare i materiali organici dal resto dei rifiuti. «La gestione di questi scarti organici richiede una frequenza di raccolta elevata, anche tre volte la settimana, che la rendono particolarmente onerosa per le aree a scarsa densità abitativa spiega il Sindaco Giuseppe Salinetti - per gestire queste problematiche abbiamo deciso di introdurre la pratica del compostaggio domestico nelle aree esterne al paese». Le zone coinvolte nel progetto sono Colle Passero, la Valle, Valle Caprara, Prato del Ghiaccio, Monitola e tutte le abitazioni in zona agricola. Insomma, la soluzione della raccolta dei rifiuti organici in queste aree avverrà in modo naturale ed economico. Imitando il ciclo della natura (in maniera controllata ed accelerata) il 16% della popolazione castellana che risiede nelle cinque frazioni abitative esterne e nelle case sparse in campagna potranno, attraverso il compostaggio domestico, ottenere dalla decomposizione dei rifiuti un terriccio ottimo per il giardinaggio, l’orticoltura e l’agricoltura. Le 497 famiglie che risiedono in queste aree potranno aderire volontariamente all’Albo Compostatori. L’impegno è quello di eseguire il compostaggio domestico nel proprio giardino o terreno. Ma non ci sono solo oneri. Per favorire questa pratica e l’iscrizione all’Albo il Comune ha pensato di ridurre, a chi aderirà, la tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani (TARSU). Una riduzione che va dal 13% per le famiglie con un solo componente, al 19% per le famiglie costituite da 6 o più persone. Chi aderirà non sarà lasciato solo. Oltre a fornire in comodato d’uso gratuito una compostiera domestica, il Comune offrirà un supporto costituito da un corso di formazione sulla tecnica di compostaggio e l’attivazione di un numero verde (800864776 attivo dal lunedì al venerdì dalle ore 10 alle ore 17), a cui i cittadini possono chiedere assistenza per i primi sei mesi di avvio del nuovo sistema di raccolta. La richiesta di adesione all’Albo Compostatori dovrà essere presentata presso l’U.R.P del Comune o durante i corsi formativi. A seguire saranno realizzati due seminari pubblici condotti da esperti del settore: il 13 ed il 25 maggio alle ore 17.30 nell’aula Consiliare della Casa Comunale. Dall’Ufficio Stampa del comune di Castel Madama La zza Pia 15 Brevi Maggio 2010 PRO LOCO E COMITATO PALIO È stato definito lo statuto per l’istituzione dell’Ente autonomo Palio Madama Margarita ed inviato ai Rioni, al Sindaco e all’ Assessore alla Cultura per l’approvazione finale. L’ Ente inizierà la propria attività con il Palio 2011. Il giorno 30 maggio alle ore 18.00 presso il Castello Orsini vi sarà la presentazione del Palio Madama Margarita con il giuramento da parte dei quattro Massari dei Rioni in costume cinquecentesco e la presentazione del nuovo gonfalone scelto per l’anno 2010 sulle proposte avanzate dagli allievi dell’Accademia Nazionale di Belle Arti. Tutti i bozzetti saranno in mostra al Castello Orsini. Sono aperte le iscrizioni alla manifestazione canora CASTELLOINFESTIVAL. Per tutti coloro che vorranno partecipare potranno scaricare il regolamento e il modulo di iscrizione dal profilo della Pro Loco su Facebook oppure richiederlo all’indirizzo e-mail [email protected] o presentarsi direttamente preso la Sede. Quanti sono interessati a partecipare come Giuria popolare possono fare richiesta presso gli uffici della Pro Loco. È stato firmato tra Amministarzione Comunale e Pro Loco un accordo di partenariato che prevede l’allestimento e apertura di un centro di informazione turistica presso il Castello Orsini ed anche visite guidate, promozione di attività di ricerca, sperimentazione di un call center ed altro. A questo scopo alla Pro loco sono stati assegnati una serie di locali all’ interno del Castello da adibire ad uffici ed anche per il costituendo Ente Palio. La Pro Loco di Castel Madama sta promuovendo ed avviando un progetto di marketing volto all’organizzazione della promozione ed al sostegno delle feste e manifestazioni indette nel nostro paese. Per dare vita e continuità al suddetto progetto la Pro Loco di Castel Madama ricerca e chiede la collaborazione volontaria di laureati, laureandi ed esperti nel settore del marketing aziendale. Si ricercano operatori di catering e/o attività commerciali interessati ad a avere uno stand durante le manifestazioni del “Palio Madama Margarita” e della “Sagra della Pera Spadona-Castelloinfestival” che si terranno il 9-10-11 luglio e 15-16-17-18 luglio 2010. Per poter prenotare uno spazio sul suolo pubblico messo a disposizione durante il periodo delle manifestazioni rivolgersi a: Associazione Pro Loco di Castel Madama, Piazza Garibaldi 8, 00024 Castel Madama (RM) tel/fax 0774449500 SERVIZIO PUBBLICO LAMPADE VOTIVE: LA GESTIONE PASSA AL COMUNE. LE FAMIGLIE RISPARMIERANNO Dopo 15 anni torna negli uffici comunali la gestione del servizio di illuminazione votiva del cimitero comunale. Il contratto che nel 1994 aveva appaltato il servizio alla Romana Luminex è scaduto lo scorso novembre. Il Comune castellano ha deciso di gestire in economia l’illuminazione votiva utilizzando risorse e personale interno, in modo da assicurare una migliore qualità garantita dalla diretta presenza del soggetto gestore e degli uffici. «Abbiamo deciso di gestire in economia il servizio. Un impegno importante che favorirà le famiglie castellane che quest’anno risparmieranno 3,30 euro sul canone annuale» spiega l’assessore al Bilancio Alberto Grelli. Infatti, la deliberazione della Giunta comunale n. 52 del 6 Aprile stabilisce il canone annuo per il 2010 pari a 20,91 euro, contro i 24,21 euro della tariffa applicata relativamente all’anno 2008. Pia La zza SI RICERCA PERSONALE DI ETÀ MAGGIORENNE DA POSIZIONARE AI VARCHI CHE VERRANNO ISTITUITI SUL TERRITORIO DI CASTEL MADAMA DURANTE LA MANIFESTAZIONE DEL PALIO MADAMA MARGARITA PER CONTROLLARE L’EFFETTIVO PAGAMENTO DEL BIGLIETTO D’ENTRATA ALLA MANIFESTAZIONE CASTEL MADAMA: NUMERI UTILI Comune: 0774-45001 Pro-Loco: 0774-449500 Carabinieri: 0774-447002 Vigili Urbani: 0774-447305 Ospedale Tivoli: 0774-335086 Farmacia: 0774-447001 Vigili del Fuoco: 115 Servizio Guardia Medica: 118 Croce Rossa Italiana: 0774-531934 / 531938 Protezione Civile: 0774-4500243 Biblioteca Comunale: 0774-4500209 U.S.L. RM/G - Tivoli Prenotazioni 800986868 16 Cultura Maggio 2010 I cattolici e la prima guerra mondiale. Il vescovo di Tivoli contro i parroci patrioti? a cura di Carla Santolamazza Un interessante articolo di Amedeo Ciotti, che a giugno sarà pubblicato dalla rivista di studi e ricerche “Aequa”, con redazione a Roviano, sulla posizione dei cattolici nei confronti dell’entrata in guerra dell’Italia. Significative la vicenda e la posizione di Mons. Gabriele Vettori, diventato Vescovo di Tivoli nel dicembre del 1910 Proponiamo una sintesi delle vicende di cui è stato protagonista il Vescovo di Tivoli Gabriele Vettori durante il primo conflitto mondiale. Ma vi invitiamo, a giugno quando sarà pubblicato integralmente, a leggere l’articolo del prof. Amedeo Ciotti, che fa parte di uno studio più ampio, di prossima pubblicazione, sulla posizione degli italiani prima, durante e dopo la prima guerra mondiale. Quando nell’estate del 1914 le maggiori potenze europee erano ormai vicine alla guerra ed erano preoccupate che le popolazioni potessero reagire negativamente alla guerra stessa, il nazionalismo prevalse sugli interessi e le passioni di parte e tutti i partiti ed i gruppi più disparati nei loro orientamenti ideologici e politici si unirono. Abbandonato l’internazionalismo aderirono, chi più chi meno, alla guerra nazionale. Molto spontanee ed entusiastiche furono le manifestazioni popolari di piazza a Berlino, Parigi, Vienna di adesione alla guerra. Unici in Europa a non condividere l’entusiasmo furono gli Italiani. Infatti, ancor prima che la guerra scoppiasse, alla fine di luglio del 1914, il contrasto tra interventisti e neutralisti fu subito evidente e divise i partiti. In seguito, nel periodo della neutralità, i contrasti si accesero anche all’interno dei partiti stessi, nei vari gruppi di opinione e nei liberali che avevano la responsabilità del governo. Esempio su tutti la vicenda dell’allontanamento dalla direzione dell’Avanti e della espulsione dal Partito Socialista di Benito Mussolini. Le maggiori divergenze ed il frazionamento delle posizioni sul giudizio e sulle risposte da dare alla guerra e alla partecipazione italiana furono più evidenti nel variegato ed ampio mondo cattolico italiano. Quando la guerra scoppiò in Europa, il Papa Pio X si dichiarò neutrale, cessò di vivere ad agosto del 1914 e pare che la sua morte avvenne per crepacuore, causato dalla guerra fratricida. Gli succedette il Cardinale Giacomo dalla Costa, che confermò l’assoluto pacifismo e le simpatie per la corte di Vienna. Fu proprio l’originale interpretazione dell’universalismo cristiano del nuovo pontefice Benedetto XV, in cui si integravano differenti concezioni politiche e sociali e differenti tradizioni di cultura, che comportò l’esigenza di distinguere fra organismi politici e religiosi. Poiché dall’alto non arrivarono precise indicazioni, i cattolici ebbero ampia libertà d’opinione, che comportò il loro frazionamento sulle scelte da fare. A tale proposito lo storico Fausto Fonsi ha scritto che si possono distinguere quattro posizioni fondamentali: la frazione “integrista” o di estrema destra, minoritaria; i moderati vicini ai liberali; La Lega Democratico Cristiana Italiana; l’estrema sinistra. Le idee delle differenti frazioni, chi in maniera più estrema, chi in modo più moderato, furono diffuse non solo attraverso la stampa, ma anche per mezzo del pulpito domenicale. Così che in diversi territori delle diocesi si accesero contestazioni e furono presentate denunce ai prefetti contro quei preti che dal pulpito avevano assunto un battagliero e deciso atteggiamento austrofilo, minacciando di sollevare le popolazioni. Questo clima costrinse cardinali, arcivescovi e vescovi ad intervenire e richiamare tutti i sacerdoti ad astenersi dai discorsi politici. Tuttavia, per quanto divisi, i cattolici italiani furono tutti concordi nel dichiarare la loro obbedienza al potere costituito e le sue decisioni, quali fossero state, le avrebbero rispettate ed avrebbero fatto il loro dovere di cittadini. Anche i quasi trecento vescovi italiani si ritrovarono distinti sulle varie posizioni: alle estreme i vescovi nazionalisti contrapposti ai vescovi neutralisti, e alle due di centro i vescovi patriottici e i vescovi moderati, anche loro tutti concordi sul dovere di rispettare le decisioni del potere costituito e la difesa dell’ordine pubblico. Qui si inserisce la vicenda del Vescovo di Tivoli, Mons. Gabriele Vettori, che secondo lo storico Alberto Monticone, insieme a Mons. Isola, vescovo di Concordia, furono gli unici vescovi a La zza Pia Maggio 2010 Pia La zza Cultura subire un’inchiesta governativa durante il conflitto, per il presunto atteggiamento favorevole all’Austria. Nel dicembre del 1910 Mons. Vettori diventa vescovo di Tivoli, non ebbe vita facile, dovette affrontare diverse difficoltà, la più clamorosa fu certamente quella del 1915. Negli anni tra il 1910 e il 1915 nella Valle dell’Aniene diversi sacerdoti si mostrarono indisciplinati anche verso le leggi dello Stato. I casi del sacerdote Paolino Angelini di Cerreto, parroco di Marano Equo ed il parroco di Anticoli Corrado, Cesare Schettini di Vicovaro, fanno da preludio al contrasto tra gli ecclesiastici della diocesi di Tivoli (era la maggioranza) ed il suo vescovo. Il primo sacerdote fu coinvolto in una vicenda legata all’istituzione e gestione di una banca, con l’emissione di cambiali con false firme dei soci, non restituite, pagate ma risultate protestate, scandalo che venne fuori in tutta la sua gravità nel 1913. Il parroco fu indagato, incriminato e nel febbraio del 1917 condannato. Il parroco di Anticoli, Don Cesare Schettini, invece ebbe una storia diversa. La prima volta nel 1910 ebbe contrasti con l’Amministrazione comunale che ne richiese l’allontanamento e nel rapporto della Questura fu definito “un irrequieto, turbolento e prepotente, seminatore di discordia, spadroneggiava, si immischiava nei ricorsi, nei processi ed in ogni pettegolezzo, pieno di debiti che danneggiavano il suo decoro”. In seguito ad una petizione inviata al Prefetto dai sostenitori del parroco il tutto fu appianato, il parroco non fu rimosso e fino al 1915 non si parlò più di quanto accaduto. Ma dopo il terremoto della Marsica il parroco accusò l’amministrazione in carica di non aveva saputo ottenere tutti i benefici previsti dallo Stato per riparare i danni subiti. Ci furono disordini in paese, furono replicate le accuse del 1910 ed il vescovo Mons. Vettori prese il provvedimento canonico di rimuovere Schettini da parroco di S. Vittorio. Nonostante richieste e dimostrazioni a marzo del 1915 Cesare Schettini lasciò Anticoli Corrado. Altri sacerdoti furono protagonisti di fatti verificatisi a Tivoli ad agosto dello stesso anno, ed il vescovo Gabriele Vettori prese vari provvedi- 17 menti: sospensione a divinis per i sacerdoti Augusto Schiavetti e Paolo Sestili, ammonizione per Don Sigismondo D’Alessio e immediato trasferimento per padre Benigno Cuccioli curato della parrocchia Santa Croce, fatto richiamare a Roma dai suoi superiori e spedito a Civitavecchia. I quattro puniti facevano parte del locale Comitato di mobilitazione civile per il soccorso alle famiglie dei richiamati. Il sindaco di Tivoli, Giuseppe Rosa, denunciò al Ministro di Grazia e Giustizia “l’opera subdola ed anti patriottica – come egli scriveva del vescovo di Tivoli Mons. Gabriele Vettori, che in un momento così sacro per la patria, lungi dal sollecitare il clero ad adoperarsi per il sollievo delle famiglie dei richiamati alle armi, al contrario la ostacolava”. In seguito a questi ed altri fatti accaduti il Ministro di Grazia e Giustizia dispose alla Procura presso la Corte d’Appello di Roma di accertare le responsabilità di Mons. Vettori e fu inviato a Tivoli il sostituto procuratore del re Ernesto Burali. L’accusa principale era l’opera antipatriottica del vescovo. Il Pretore, dopo aver indagato, dichiarò di aver avuto un colloquio con il vescovo che lo rassicurò completamente e di aver riferito il tutto al sindaco, il quale gli rispose che i sentimenti patriottici il vescovo li aveva espressi, perché non poteva fare altrimenti, ma la sua condotta era antipatriottica. Il sostituto procuratore Burali nel suo rapporto, dopo aver elencato i meriti patriottici del Vettori e sgombrato il campo dalle accuse inconsistenti, afferma che i provvedimenti punitivi nei confronti dei sacerdoti non furono presi per le motivazioni addotte dal sindaco nella denuncia, bensì a seguito di un’inchiesta ordinata dal Vaticano per reprimere i costumi licenziosi del clero. Quindi l’inchiesta a carico del vescovo di Tivoli venne archiviata, non essendo risultate provate le accuse di antipatriottismo, ma con la raccomandazione di sorvegliare che non si ripetessero manifestazioni contro il Vescovo, e di comunicare alle autorità qualunque fatto avente rapporto con la condotta dello stesso. La pratica veniva archiviata, ma non completamente, e coloro che dovevano vigilare lo dovettero fare per poco tempo. Infatti molto presto il Vettori fu trasferito alla diocesi di Pistoia e Prato. Se gli addebiti non furono provati ciò non significa che fossero presunti. In quel momento tanto delicato il governo non poteva avere il ben che minimo contrasto con la Chiesa, troppo importante l’opera che svolgeva il clero presso le popolazioni soprattutto rurali per mantenere l’obbedienza e far loro sopportare il grande sacrificio di sangue. I liberali sapevano bene che per continuare a governare avevano bisogno dell’appoggio dei cattolici. La zza Pia Maggio 2010 Pia La zza Scuola 19 20 Scuola Maggio 2010 La zza Pia Maggio 2010 Pia La zza Scuola 21 22 Scuola Maggio 2010 La zza Pia Maggio 2010 Vicovaro 23 Anche Vicovaro alla Festa Nazionale dei piccoli Comuni di Roberto Bontempi Solo nel Lazio, pensate, ci sono ben 253 Comuni sotto i 5mila abitanti, quasi il settanta per cento del totale. È per valorizzare queste piccole ma numerosissime realtà che, da sette anni ormai, sotto l’alto patronato del Presidente della Repubblica, viene organizzata “Voler bene all’Italia”, la festa nazionale dei piccoli Comuni. Oltre alle iniziative che tanti borghi hanno preparato in loco, Legambiente Lazio e Provincia di Roma hanno organizzato per il 9 maggio, a via dei Fori imperiali, una manifestazione intitolata “Voler bene ai Piccoli Comuni della Provincia di Roma”. 22 piccoli Comuni della Provincia, tra cui Vicovaro, hanno avuto a disposizione uno spazio in cui far conoscere, alle migliaia di visitatori presenti, il proprio patrimonio ambientale ed artistico e i propri prodotti tipici. Pia La zza La giornata, baciata da un sole meraviglio, è iniziata alle 11 e proseguita fino a tardo pomeriggio ed ha visto l’esibizione della Banda musicale di Gorga, delle majorettes di Bellegra, degli sbandieratori di Carpineto Romano e del gruppo folcloristico di Montelanico. Alla manifestazione è intervenuto il Presidente della Provincia, Nicola Zingaretti. La piccola delegazione vicovarese, guidata dall’assessore all’Ambiente Renzo Bontempi, ha presentato i prodotti caseari caprini della società agricola “La fattoria del parco”, l’olio del frantoio “Varia 05”, il pane, le ciambelle e i dolci tipici della tradizione offerti dai panificatori locali, che hanno così avuto visibilità anche al di fuori dei ristretti confini paesani. È stata inoltre distribuita una brochure informativa sulle bellezze e le caratteristiche più rilevanti del territorio vicovarese. «Intendo ringraziare Legambiente e la Provincia per la possibilità offertaci, e i produttori locali che hanno partecipato – ha dichiarato l’assessore Bontempi –. È stata una bella giornata ed un’ottima opportunità per far conoscere il nostro paese e mi auguro che ci siano altre simili occasioni». 24 Vicovaro Maggio 2010 VICOVARO BALLA AL GIUSEPPETTI di Roberto Bontempi Non prendete impegni per il primo fine settimana di giugno. Come da qualche anno a questa parte, infatti, il teatro Giuseppetti di Tivoli ospiterà le due scuole di danza di Vicovaro, impegnate nei rispettivi spettacoli di fine anno. Due appuntamenti da non perdere. – Venerdì 4 giugno, alle ore 20, sarà la volta di “Sumaptra”, 4° saggio di fine anno di danza moderna degli allievi del “Salyza Ballet” della “Mary Rose School”. Lo spettacolo inizierà con un nuovo e misterioso musical, il quale costituirà la parte più importante e spettacolare della serata. La sceneggiatura originale è stata scritta da Anna Duvalli, la voce narrante sarà quella di Daniele Mancini. Le scenografie sono state curate da Domenico Febi, Giuseppe Nascenzi, Barbara Bargazzi, Giovanna Duvalli, Laura Pasquali, Fiorisa Tarquini, mentre la regia e le coreografie sono della maestra Sara Duvalli. – Sabato 5 giugno, alle ore 20, toccherà alla “Godzilla Funk” mettere in scena uno spetta- colo di hip-hop sulla produzione cinematografica di Tim Burton dal titolo “Tris: La sposa di Edward, La notte di Halloween, Nella fabbrica di cioccolato”. Le coreografie sono di Amedeo Crielesi e Desirée Di Giuseppe. Le musiche e gli arrangiamenti sono stati curati da William Ciccone e Gianluca Bruno, mentre le voci saranno quelle di Silvia Moltoni e Daniele Crielesi. La zza Pia Maggio 2010 Vicovaro 25 L’ANIMA NASCOSTA DI ANNA di Roberto Bontempi “Anime nascoste” è la prima raccolta di poesie di Anna Duvalli. Conosciamo un po’ meglio la giovane autrice vicovarese Chi ha la bontà di leggere le poche pagine che “La Piazza di Castel Madama” dedica a Vicovaro, avrà già imparato a conoscere Anna Duvalli che, per la nostra rivista, ha scritto alcuni articoli su una sua grande passione: il karate. La ventiquattrenne vicovarese, infatti, brillantemente laureata in ostetricia, è cintura nera I° DAN, ha la qualifica di Allenatore ed insegna karate a Vicovaro. Oltre alle arti marziali, però, abbiamo scoperto che Anna ha un’altra grande passione, la scrittura. Lo scorso anno è uscita, per la casa editrice “Il filo la sua prima raccolta di poesie, “Anime nascoste. Riflessioni di una giovane mente” che, sabato 26 giugno alle ore 17, verrà presentata presso la ex chiesa di Santa Maria di Vicovaro. Abbiamo raccolto una intervista per conoscere meglio questa giovane donna piena di risorse. Anna, raccontaci un po’ come e quando è iniziata la tua passione per la scrittura e la poesia «La passione per la scrittura mi accompagna da quando ero bambina, periodo nel quale mi dilettavo più nella stesura di fiabe e brevi romanzi. La passione per la poesia si è manifestata intorno ai 14 anni». Hai dei modelli letterari di riferimento? «Non ho modelli di riferimento letterari in particolare. Ogni scrittore esprime il proprio io attraverso uno stile del tutto personale». Pia La zza Come nasce la tua poesia, da dove prende spunto? «La mia poesia nasce nei momenti più diversi. L’ispirazione ti coglie all’improvviso e generalmente si presenta in quei periodi della vita in cui la malinconia governa, perché è proprio da questi momenti che nascono le riflessioni più intense e profonde». Com’è nata la raccolta che hai pubblicato e come hai deciso di pubblicare? «C’è stato un periodo molto lungo nel quale non ho scritto, poi all’improvviso la fiamma si è riaccesa e sono nate le poesie raccolte nel libro. Ho deciso di pubblicarle perché è sempre stato un grande sogno, come lo è per ogni scrittore e perché ho pensato che avessero un valore particolare». Hai altri progetti letterari in mente? «Si, vorrei cimentarmi in altri generi letterari. La poesia rimane comunque la mia più grande passione». È possibile acquistare “Anime nascoste” presso la libreria Villa D’Este di Tivoli, oppure su internet collegandosi al sito www.ilfiloonline.it. 26 Tivoli Maggio 2010 Chiara, fresca e dolce acqua ... di Valentina Torella Ultimamente a Tivoli è stata fatta una petizione cittadina per chiedere il ritorno completo nella sfera pubblica della gestione dell’acqua. Infatti sarebbe nell’aria l’idea di applicare delle norme che altrimenti dovrebbero essere abrogate con un referendum che puntino a realizzare la totale privatizzazione di ACEA S.P.A. con il totale passaggio della risorsa idrica nelle mani dei privati. Così nella petizione cittadina si raccoglieranno le firme per chiedere il sostegno ai cittadini di Tivoli all’avvio, da parte del Consiglio Comunale, dell’iter di ripubblicizzazione dell’acquedotto comunale e dell’istituzione di un ATO che racchiuda tutti i comuni del bacino idrogeografico in ambito chiuso. Comunque sono ancora molti i problemi da risolvere: l’assenza di collegamenti alla rete idrica per alcuni quartieri come, per esempio, il Villaggio Adriano e il mancato potenziamento dei sistemi fognari e di depurazione per le zone di Campolimpido e Arci. Inoltre la cosa risulta essere ancora più gravosa poiché una delle tante conseguenze negative sta nel fatto che agli esercizi commerciali vengano negate anche le autorizza- zioni allo scarico in fogna, cosa che deficita tali attività sia per quanto riguarda l’apertura sia per quanto riguarda, logicamente, i guadagni. Per tutti questi motivi si sta lanciando un forte appello a tutte le associazioni, i gruppi e i sindacati poiché, anche nel loro interesse, riescano a riprendersi l’acqua finita nelle mani dell’ACEA. Perciò, tutti coloro che volessero aderire alla petizione per dire no alla privatizzazione dell’acqua, dovranno recarsi presso l’Ufficio elettorale del Comune di Tivoli dove troveranno degli appositi moduli, oppure potranno apporre la propria firma presso dei piccoli gazebo presenti nei week-end in Piazza Santa Croce a Tivoli o a Villa Adriana presso il supermercato Pam o ancora a Tivoli Terme presso Piazza della Queva. La zza Pia Maggio 2010 Tradizioni popolari 27 LA IN R U T O M di Gualtiero Todini Pia La zza Domus aurea – In latino “domus” significa “casa” e “aurea” vuol dire “dorata”; traduzione in italiano: “la casa dorata”. Ma non penzete subbitu a male: “Quartiero mo’ ce parla de Scaiola”. No!... Della casa de Scaiola parlemo doppu... Domus aurea è la casa – chiamemola cucì – che Nerone se fece costruì doppu l’incendio de Roma che successette nel 64 doppu Cristo: vinti secoli fa, compà. ‘Ssa casettòla tenea ‘n po’ de verde attornu: 250 ettari che si estendevano fra il Palatino, il colle Oppio e parte del Celio. La casa era fatta de mattuni, ma la chiamaru “la casa d’oro” per “gli estesi rivestimenti in oro” (Wikipedia), che però “non erano gli unici elementi stravaganti dell’arredamento: vi erano soffitti stuccati, incrostati di pietre semi-preziose e lamine d’avorio”. Il giardino – dicemo cucì – comprendeva boschi e vigne, c’era pure un laghetto, al posto del quale più tardi sorse l’Anfiteatro Flavio, che prese il nome da ju raccundu che te faccio mo’... Nerone, commà, pe’ adornà sta casa, se fece fa ‘na statua jauta 37 metri, vistuta co’ j’abbiti de Apollo, il diosole dei Romani. Questa statua, denominata il “Colossus Neronis”, fu collocata di fronte all’entrata principale del Palazzo (aru che casa!); e l’anfiteatro flavio nel medioevo prese il nome di “Colosseo” proprio da questa statua che stéa vicinu loco. La domus aurea andò quasi tutta distrutta, ma si conservò la parte situata sul colle Oppio, che doveva servire per le feste in onore di Nerone: comprendeva 300 stanze (ha capitu bè’: 300 stanze), “rivestite di marmo finemente levigato; v’erano piscine sui vari piani e fontane nei corridoi”. Due grandi sale da pranzo fiancheggiavano un cortile ottagonale, sormontato da una cupola. Ma seguiamo nel racconto Wikipedia: “Si tramanda che gli architetti Celere e Severo avessero creato anche un ingegnoso meccanismo, mosso da schiavi, che faceva ruotare il soffitto della cupola, come i cieli dell’astronomia antica, mentre veniva spruzzato profumo; e petali di rosa cadevano sui partecipanti al banchetto, petali in tali quantità che uno sfortunato ospite ne fu asfissiato”: anche in questa occasione, cara commare, come spesso succede, aspetti spettacolari volsero al drammatico... Propria da velle parti, commare méa, è successu ju fattu della casa de Scaiola, a via del Fagutale, numero 2, derempettu al Colosseo. Sénti tu se la cósa non fu drammatica. Cannu che Scaiola j a ju notaru a ffa u contrattu pe’ comprà ‘sta casa, non s’accorse che mentre issu versea 600.000 (seicentomila) euri, n’ara persona (ha dittu Scaiola, repenzennoce: “po’ esse statu j’architetto de ‘n costruttore che po’ j’hau missu ‘n carcere, saccio ‘ncazzu) – ne verséa ari 900.000 (novecentomila) alle do’ sorelle che la venneanu... E mo’ che la faccenda è vinuta a galla, Scaiola s’è retrovatu senza mutanne e ha duvutu lassà il posto de ministro... Ma tu, te rénnicundu, commà, del dramma? Unu abbéta pe’ anni e anni a ‘na casetta (200 metri quadrati che so’ a fronte della domus aurea?) e po’ a ‘n certo punto rèsce fòre che ‘sta casa pe’ trecquinti tell’ha pagata unu che tu mancu lo sapìi... Vedo, commà, che tu sta’ a ride, che non ce cridi, che ìssiru a pià per culo caunaru... Lo saccio vello che penzi, ma non te rénni cundu del dramma de viju poracciu de Scaiola... Pro domo sua – Allora, come sappiamo, domus vuol dire “casa” e pro domo sua significa “per la sua casa”. Cicero pro domo sua è un’orazione di Cicerone, che era un grande avvocato (principe del Foro, come si dice), pronunciata per riottenere la casa che gli era stata confiscata, quando fu costretto all’esilio. Oggi l’espressione vuol dire “agire nell’interesse proprio”, “mandare l’acqua al proprio mulino” e simili. Beh, non solo a Scaiola qualcuno pagava buona parte della casa, ma poi gliela ristrutturava pure (però Scaiola le ricevute di pagamento ‘n ze lle retrova). Il fatto singolare è che si tratta della stessa persona (j’architetto de viju che aveanu missu ‘n carcere), che ristrutturava la casa di un ex-ministro (Lunardi) e vella de Bertolazzo... Bertolazzo, gnu sa? viju che au telefono dice: “Pozzo vinì a famme ‘n massaggiu?” e viji de u “SportVillagecenter” (inglese, róbba de classe!) j dicu: “Vé, vé che emo mannati via tutti, ‘n ce sta chivei che te po’ reconosce; e ce sta Monica che t’aspetta”; i stissi che – doppu – mannanu a rezelà ‘ca preservativu, ch’è remasu ‘n giru. Commà, io i massaggi j’ho fatti ppiù de ‘na vota; ma non me recordo che ce serveanu i preservativi; serà che mo’ i témpi so’ cambiati... 28 Aree Protette del Lazio Maggio 2010 Riserva Naturale Statale - Litorale Romano a cura di Elisa Livi La Riserva Naturale, Litorale Romano, si estende nella Provincia di Roma per 15.900 ettari da Palidoro alla tenuta di Capocotta. La sede è presso l’Assessorato Ambiente Turismo e Litorale in Via del Buttero (casa del popolo) a Maccarese La riserva è stata istituita nel 1996, ed è una delle più singolari dell’intero sistema nazionale di Aree Protette. La sua estensione è circa il doppio del Parco Nazionale del Circeo, e il suo perimetro dalla forma frastagliata (oltre 140 km) comprende un mosaico di ambienti naturali scampati alla urbanizzazione: boschi sempreverdi, argini e foci fluviali, dune, zone umide, distese di macchia mediterranea, tratti di Campagna Romana di sorprendente bellezza. Anche i paesaggi agrari sono diffusi, dominati dalle linee rette di canali, collettori, idrovore delle grandi bonifiche costiere della fine dell’Ottocento. Alcuni siti archeologici tra i più importanti d’Italia, tra cui Ostia Antica, testimoniano ancora del passato illustre di questo tratto costiero del Lazio. La Natura del Parco: la Riserva comprende una varietà di ambienti nella grande piana alluvionale del Tevere, affacciata sul mare Tirreno, oggi frammentati dalla notevole concentrazione di urbanizzazioni e infrastrutture causate dalla vicinanza con la città di Roma. La stessa visita è quindi discontinua, risolvendosi in spostamenti da un’area all’altra per raggiungere i diversi settori dell’Area Protetta, ciascuno con una propria peculiarità. Di particolare interesse scientifico e ricreativo sono le zone umide, i residui cordoni dunali e le aree boscate. Le prime, di origine naturale o artificiale (le Vasche di Maccarese, il lago di Traino, il reticolo di canali di bonifica), costituiscono un richiamo irresistibile per l’avifauna selvatica in particolare migratoria. Le dune rimaste, scampate alle profonde trasformazioni territoriali costiere, rappresentano l’ambiente forse più sorprendente e delicato, sconosciuto alla maggioranza degli stessi romani. Tra i boschi la grande pineta di Castelfusano, artificiale e purtroppo recentemente colpita da ripetuti incendi dolosi, la Macchiagrande di Focene, le pinete di Ostia, la pineta monumentale di Fregene. Nella grande tenuta comunale di Castel di Guido, infine, sono conservati ampi settori a macchia mediterranea e pascolo, tra i più belli della Campagna Romana. Geologia: il delta del Tevere è costituito da una sequenza di sedimenti depostasi a partire da circa 20.000 anni fa. Nel territorio della Riserva sfociano numerosi altri corsi d’acqua minori, ancora con un certo grado di naturalità e le cui foci pertanto cambiano aspetto di anno in anno a seconda dell’intensità delle mareggiate e delle piene: il fosso Cupino, il fosso di Palidoro, il fiume Arrone. In tali ambienti spesso un cordone di dune, grazie all’accumulo dei detriti sabbiosi trasportati dal corso d’acqua, divi- Cartografia della Riserva de l’ambiente marino da quello fluviale. In periodi di forti piogge il livello di salinità dell’acqua si abbassa, consentendo la germinazione di piante d’acqua dolce. Flora: l‘interesse botanico della Riserva è notevole, comprendendo associazioni vegetali diverse in riferimento ai numerosi ambienti presenti. Nelle zone umide, corsi e specchi d’acqua troviamo canneti a cannuccia palustre, ed esemplari di canna comune e giunchi, seppure sottoposti a periodici tagli e incendi. Lungo il reticolo di canali della bonifica sono presenti eucalipti, tamerici, il giglio di palude. A Ostia e a Calstelfusano troviamo estensioni forestali formate dal pino domestico, pino marittimo, pino d’Aleppo, lecci e sughere. Nella duna costiera crescono la soldanella, la piantaggine marina, lo spinoso eringio, cespugli di lentisco, fillirea e ginepro coccolone che fanno da scudo ai venti marini alla macchia alta che si sviluppa più all’interno. Qui, talvolta, crescono magnifici esemplari di leccio e di farnia, con un fitto sottobosco di corbezzoli ed eriche, cisti, mirti, rosmarini. Nell’Oasi Wwf di Macchiagrande e nella campagna della tenuta di Castel di Guido, nei set- La zza Pia Maggio 2010 Aree Protette del Lazio tori più elevati ed aridi si estende la macchia mediterranea con arbusti di corbezzoli, filliree, eriche, ginepri, lentischi, ed essenze arboree di grandi lecci e sughere. Fauna: vari gli animali che popolano gli ambienti naturali della Riserva, e artificiali della bonifica e le aree vicine agli insediamenti. Tra gli uccelli troviamo aironi, limicoli, anatre e cormorani (zone umide). Nei mesi invernali le aree sono frequentate dal falco sacro, il tarabuso, la gru. Tra i nidificanti: lo svasso maggiore (alle Vasche di Maccarese) e l’airone rosso (al CHM di Ostia). Tra i migratori: il falco pescatore, l’aquila minore, lo svasso collorosso, il marangone dal ciuffo e l’aquila anatraia maggiore. Nei canali e stagni tra i pesci: anguilla, gambusia, carpa, carassio dorato, persico sole, pesce gatto; tra i molluschi: l’anodonta bivalve d’acqua dolce. Nel Tevere si trovano: alborelle, cavedani, barbi, triotti, e verso la foce: la spigola o il cefalo.Tra gli anfibi: il rospo comune, la raganella, la rana verde e l’esotica rana toro americana. Tra i rettili: la natrice dal collare, la testuggine palustre, il ramarro, la lucertola campestre e muraiola, il biacco e il colubro d’Esculapio. Nelle aree boscate nidificano: il nibbio bruno e il gufo comune (a Castel di Guido), i picchi e il rampichino.Tra i mammiferi: il riccio, la talpa, il toporagno comune e d’acqua, il ratto delle chiaviche, la donnola, il cinghiale, la volpe, la lepre europea e la nutria. A Castel di Guido tra i micro-mammiferi sono presenti 17 specie tra cui mustiolo, crocidura minore e ventre bianco, moscardino. Uomo e Territorio: la costa romana fino agli anni ’50 era praticamente priva di insediamenti. Oggi Ladispoli, Pomezia, Santa Marinella, Ostia, Fiumicino, Focene, Torvaianica, Ladispoli, più che località del turismo balneare sono il fronte occidentale della città. Con numeri dei residenti pari se non superiori a molti capoluoghi di provincia, e che nel periodo estivo si moltiplicano ancora a dismisura. Singolare anche per le dinamiche insediative, oltre che per i paesaggi, la Riserva tra aree densamente urbanizzate si configura come una grande oasi a mosaico a disposizione della collettività e dei suoi bisogni: fruizione turistica, sensibilizzazione culturale, educazione ambientale, relax, attività sportive all’aria aperta, passeggiate in bicicletta, picnic in un prato. Archeologia e Arte: Ostia Antica - I resti di palazzi, strade, piazze, teatro, terme, fori, magazzini, ne fanno l’esempio meglio conservato e più completo di una città romana. Divenuta il porto di Roma, Ostia fu dapprima base della flotta romana e poi florida città commerciale. Pia La zza Litorale romano 29 Tevere, Castello di Porto Porti di Claudio e Traiano - Se ne ammirano i resti tra i prati e il bosco che li aveva completamente avviluppati: il colonnato del portico di Claudio, ciò che resta della darsena, le strutture degli imponenti magazzini traianei, i resti del palazzo imperiale. E il perfetto esagono del Porto di Traiano, oggi di notevole importanza anche naturalistica come punto di sosta degli uccelli migratori. Necropoli di Portus - Sepolcreto situato lungo un tratto ottimamente conservato della via Severiana, risalente ad un periodo collocato tra gli inizi del II e la metà del IV secolo d.C. dagli studiosi, che lo considerano il cimitero meglio conservato della romanità. Villa Romana a San Nicola - Solo parzialmente portata alla luce nei pressi di Marina di San Nicola, si estende per circa due ettari sulla sommità di un lieve promontorio naturale di arenaria. Costruita in epoca augustea (I sec.a.C. – I sec.d.C.) e occupata fino alla tarda età imperiale (IV – V sec. d.C.), tra la vegetazione ne restano i basamenti delle colonne dei portici, alcuni ambienti con intonaci decorati, un lungo criptoportico. Oasi Wwf di Macchiagrande - 280 ettari immediatamente a sud di Fregene, rappresenta la più grande estensione boscata della Riserva, dopo quella di Castel Fusano, e dal 1986 fa parte della rete di oasi del Wwf Italia. Le Vasche di Maccarese - Cinque bacini di circa 30 ettari, realizzati negli anni ‘70 a scopo venatorio ed interessati da un progetto di piscicoltura mai decollato. E’ l’area migliore della Riserva per il birdwatching. Passata recentemente in gestione al Wwf, non è ancora aperta alle visite. Le dune di Palidoro - Tra Marina di San Nicola e Passoscuro un tratto di costa miracolosamente inedificato si allunga per circa 3 Km lungo il mare, offrendo un paesaggio litoraneo sorprendentemente solitario. Si trova qui l’ambiente dunale meglio conservato dell’intera costa di Fiumicino. Subito alle spalle della spiaggia si eleva la caratteristica mole della cinquecentesca Torre di Palidoro. Il Centro Habitat Mediterraneo (CHM) Lipu al Porto di Ostia Nell’ampio stagno principale, 11 ettari, sono state censite oltre 190 specie di uccelli tra cui due coppie laziali di airone rosso, la moretta tabaccata, il falco pescatore, il chiurlo piccolo, la pernice, la beccaccia di mare, il gabbiano corallino, il fenicottero, la cicogna nera, lo zafferano del Baltico. Presenti pure il rospo smeraldino e, tra i rettili, la testuggine palustre. Contatti dell’Area Protetta: Circonvallazione Ostiense, 195 00154 Roma - Telefono: 06/619940; 06/67109500 La zza Pia Maggio 2010 Attualità 31 IL NUOVO CODICE DELLA STRADA di Elisa Livi Parte il divieto di fumare in auto (con multa di 250 euro e taglio di cinque punti della patente), quali possono essere le altre novità del Codice della strada del 2010? Se il Parlamento approverà le norme del Disegno di legge sulla sicurezza stradale (che dovevano entrare in vigore prima dell’estate 2009), saranno tre i punti fondamentali. Eccoli in sintesi: a) Nel mirino finiscono i neopatentati. Le nuove disposizioni si applicheranno per chi conseguirà la patente di guida dopo l’entrata in vigore delle modifiche e varranno per i tre anni successivi. Oggi, per il neopatentato come per gli altri guidatori, lo stato d’ebbrezza si ha solo se si supera il limite di mezzo grammo di alcol per litro di sangue: 500 euro, più il taglio di 10 punti-patente. Invece, con la nuova legge, appena il neopatentato avrà una qualsiasi quantità (anche minima) di alcol nel sangue verrà sanzionato: 155 euro. È la tolleranza zero. Idem per i guidatori professionali di autobus. b) Per oltre 40 km/h d’eccesso di velocità, oggi la multa (parliamo solo di quella pecuniaria) è di 370 euro. Per oltre 60 km/h, sale a 500 euro. Non consideriamo le pene accessorie: decurtazione dei punti, sospensione della patente, inibizione alla guida nelle ore notturne. Dal 2010 (appena ci sarà la nuova legge), per oltre 40 km/h avremo una multa di 500 euro e il taglio di 6 punti. c) Oggi, chi va in bici con la patente “B”, rischia la sottrazione di punti: è una norma introdotta di recente e molto contestata da chi usa quel veicolo. Pia La zza Per i più giovani le nuove norme sul Codice della Strada possono essere giudicate sia buone sia cattive. Buone perché chi già possiede il patentino per il motorino potrebbe ottenere il foglio rosa a 17 anni, anche se bisognerà fare molta attenzione una volta ottenuta la licenza di guida: nei primi tre anni si potrebbe essere soggetti a sospensioni della patente più lunghe di un terzo (alla prima infrazione) o della metà (dalle infrazioni successive) rispetto a quelle previste per gli altri automobilisti. Le cattive notizie, che invece piacciono ai genitori, riguardano l’abuso di alcol e droghe. Le nuove regole introducono la tanto auspicata tolleranza zero, voluta sia dalle parti politiche sia sociali, intervenute nei mesi scorsi attraverso le associazioni a tutela dei consumatori e degli automobilisti. Le multe più severe riguardano chi, nei primi tre anni di patente, viene pizzicato con un tasso alcolemico superiore allo zero e chi guida per professione. In questi casi, la sanzione ammonterebbe a 155 euro che salirebbero a 310 euro se si provoca un incidente. Per tutti gli altri automobilisti, rimane il limite europeo dello 0,5 con pene che prevedono: tra lo 0,5 e lo 0,8, una multa da 500 a 2.000 euro e sospensione della patente da 3 a 6 mesi Un’altra importante novità che potrebbe passare con il disegno di legge è costituita dal narco-test, che verrà affiancato agli etilometri e, se all’inizio verrà impiegato dalle forze dell’ordine in via sperimentale, diventerà in seguito uno strumento consueto su larga scala. In questo modo la polizia non dovrà più accompagnare il guidatore sospetto presso una struttura sanitaria per fare le analisi, ma potrà verificare in strada se una persona ha assunto sostanze stupefacenti con un semplice esame da effettuare con la saliva o con il sudore. Così com’è il disegno di legge prevede che sarà possibile elevare sulle autostrade il limite di velocità a 150 km/h, ma solo dove è presente il Tutor. Il disegno di legge prevede per chi impedisce il passaggio dei pedoni sulle strisce, anche in caso di disabili, una decurtazione dei punti della patente pari ad 8. Nuovi obblighi, invece, sono in arrivo per i ciclisti, che, dopo essere stati equiparati agli automobilisti per il rispetto del Codice della Strada, dovranno indossare i giubbotti catarifrangenti fuori dei centri abitati e in galleria. Le nuove norme prevedono alcune “agevolazioni” per le fasce più basse della popolazione. Chi ha un reddito inferiore a 10.628 euro e un importo finale da pagare sopra i 400 euro potrà chiedere la rateizzazione delle multe fino a 60 rate. Modificati anche i tempi per fare ricorso contro la sanzione. L’insegnamento dell’educazione stradale potrebbe diventare obbligatorio a scuola dal 2010, mentre le autoscuole potrebbero dover rispondere a determinati criteri di idoneità molto più severi degli attuali. Tra le novità in via d’approvazione, c’è inoltre l’obbligo per il medico di segnalare al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti se un suo paziente è affetto da una patologia che ne compromette la capacità di guida. Alcune delle norme che saranno introdotte sono: - MINICAR: inasprimento delle sanzioni per chi trucca motorini e minicar, ed Introduzione dell’obbligo delle cinture. - DEROGA A PATENTE SOSPESA: il prefetto può concedere deroghe alla sospensione della patente, a determinate condizioni, per recarsi al lavoro o per fini sociali. - MULTE DIVISE TRA ENTI E COMUNI: i proventi delle sanzioni per eccesso di velocità sono al 50% dei proprietari delle strade e al 50% dagli enti locali. Inoltre, i proventi delle sanzioni amministrative e pecuniarie vanno destinati alla manutenzione stradale, alla polizia e all’istruzione sulla sicurezza stradale. - MULTE A RATE: chi ha un reddito fino a 15mila euro può rateizzare il pagamento delle multe superior a 200 euro. Inoltre, è ridotto fino a 60 giorni, il termine per la notifica delle multe. - BAMBINI: chi trasporta su un motociclo un bambino non deve superare i 60 km/h. Per i minori dai 5 ai 12 anni è obbligatorio un apposito seggiolino di cui sarà il ministero dei Trasporti a definirne le caratteristiche. Sulla bici il casco per i ragazzi fino a 14 anni è obbligatorio. 32 Film Maggio 2010 GLI AMICI DEL BAR MARGHERITA di Elisa Livi È il 1954. Sotto i portici di Bologna, il diciottenne Taddeo vive con la mamma e il nonno e sogna di poter diventare un frequentatore del Bar Margherita. Accompagnati dalla voce narrante del diciottenne Taddeo (Pierpaolo Zizzi), si parte subito con la veloce presentazione dei protagonisti, frequentatori del bar Margherita che si trova proprio sotto i portici davanti a casa sua e ai quali sogna di aggiungersi: Al (Diego Abatantuono), l’uomo più carismatico e misterioso del quartiere, convinto che l’aspetto più bello del matrimonio sia la fine; Bep (Neri Marcorè), il cui rapporto con Beatrice (Maria Pia Timo) viene turbato dall’incontro con Marcella (Laura Chiatti); Gian (Fabio De Luigi), aspirante cantante; Manuelo (Luigi Lo Cascio), ladruncolo e sessuofobo; Zanchi (Claudio Botosso), inventore delle cravatte con l’elastico; Sarti (Gianni Ippoliti), campione di ballo con smoking sempre indosso. Taddeo, allora, si procura una macchina e un po’ di fortuna e ottiene il soprannome di “Coso” e il ruolo di autista di Al, nelle sue visite notturne al night club Esedra, per poi accompagnarlo a mangiare un piatto di lasagne alla stazione. È così che conosce Bep, che non si toglie mai i guanti da guida perché il padre gli ha promesso una porsche, Gian, che ha ricevuto una lettera d’invito dal Festival di Sanremo, Manuelo che commercia in auto rubate e spoglia le donne con gli occhi, e Zanchi, Sarti, Pus e Mentos. Pupi Avati lascia la tetra via San Vitale del “Papà di Giovanna” e si sposta lungo i portici che tutto collegano, nella via Saragozza dei ricordi adolescenziali, andandosi a nascondere dietro alla figurina del narratore, ometto alle prime armi, privo di una figura paterna, che trova nella fauna del bar una curiosa definizione delle priorità della vita. L’amarcord del Bar Margherita procede con passo episodico, con l’andamento dell’aneddoto, tenuto insieme dal dispiegarsi di due storie maggiori che corrispondono a due scherzi atroci. Avati torna a collocare il cinema nella storia, con esiti ben più originali e riusciti. Nelle figure del cineoperatore che insegue tutto e tutti e in quella del fotografo delle grandi occasioni, c’è un’idea di cinema al lavoro ma anche di mestiere del cinema, di artigianato, che non vuol dire tanto o soltanto nostalgia, ma soprattutto esperimento empirico, confusione della vita col gioco, adesione all’illusione. Buono il cast ma nessun attore emerge se non per brevissimi istanti. I personaggi sono narrati senza spessore psicologico e risulta pressochè nulla l’introspezione attesa; poco spicca dal fondo di questa pellicola che ti lascia per molto tempo con la sensazione che il film debba ancora entrare nel vivo, che stia per decollare da un momento all’altro. Ed invece il decollo non avviene mai. Rimane per tutto il tempo presente, troppo presente e stancante la voce del narratore-Avati da giovane, che fa quasi perdere di vista l’insieme e le singole vicende e soffoca il tutto in una chiave “amarcord” apprezzabile forse solo da chi condivide col film luoghi ed esperienze. Pupi Avati mostra, in questo film, la fotografia di una Bologna d’annata, la sua città, quella della sua giovinezza. Uno sguardo fra la satira e la nostalgia, che non tralascia di mostrare i limiti di una società maschilista e, a tratti, misogina. I personaggi sono ben caratterizzati – anche se a volte eccessivi – e dai contorni definiti, ma non riescono veramente a trovare una loro caratterizzazione come gruppo. Un “Amarcord” basato su una sceneggiatura che, infarcita di accentuata misoginia, si costituisce in maniera esclusiva di una sequela di situazioni poco coinvolgenti e, soprattutto, difficilmente capaci di spingere lo spettatore a sprofondare in sane risate. Un’opera riuscita a metà: come una fotografia che ritrae un bel soggetto non perfettamente a fuoco. La zza Pia Maggio 2010 Recensione 33 OCEANO MARE di Elisa Livi Pia La zza Molti anni fa, nel mezzo di qualche oceano, una fregata della marina francese fece naufragio. 147 uomini cercarono di salvarsi salendo su un’enorme zattera e affidandosi al mare. Un orrore che durò giorni e giorni. Un formidabile palcoscenico su cui si esibirono la peggior ferocia e la più dolce pietà. Molti anni fa questo e altri destini incontrarono il mare e ne rimasero segnati. “Oceano Mare” li racconta perché, ad ascoltarli, si sente la voce del mare. “ La prima cosa è il mio nome, la seconda quegli occhi, la terza un pensiero, la quarta la notte che viene, la quinta quei corpi straziati, la sesta è fame, la settima orrore, l’ottava i fantasmi della follia, la nona è la carne e la decima è un uomo che mi guarda e non uccide. L’ultima è una vela. Bianca. All’orizzonte”. “Perché nessuno possa dimenticare di quanto sarebbe bello se, per ogni mare che ci aspetta, ci fosse un fiume, per noi. E qualcuno - un padre, un amore, qualcuno - capace di prenderci per mano e di trovare quel fiume - immaginarlo, inventarlo - e sulla sua corrente posarci, con la leggerezza di una sola parola, addio. Questo, davvero, sarebbe meraviglioso. Sarebbe dolce, la vita, qualunque vita. E le cose non farebbero male, ma si avvicinerebbero portate dalla corrente, si potrebbe prima sfiorarle e poi toccarle e solo alla fine farsi toccare. Farsi ferire, anche. Morirne. Non importa. Ma tutto sarebbe, finalmente umano. Basterebbe la fantasia di qualcuno - un padre, un amore, qualcuno. Lui saprebbe inventarla una strada, qui, in mezzo a questo silenzio, in questa terra che non vuole parlare. Strada clemente, e bella. Una strada da qui al mare”. Il titolo dell’opera non è a caso. Il termine “mare” è stato inserito dall’autore in quanto è il fulcro della storia, mentre il termine “Oceano“ è stato introdotto dall’autore per dare un senso d’immensità al mare, qualcosa d’infinito. Il luogo centrale in cui ruota la vicenda è la locanda Almayer nel mar nordico, già utilizzata in precedenza dallo scrittore Joseph Conrad. Qui si incontrano le storie di diverse persone particolarmente bizzarre: il professor Bartleboom che studia i limiti e cerca di capire dove termina il mare; Elisewin ammalata di ipersensibilità mandata dal padre Pluche per salvarsi con il mare; Plasson dipinge solo con acqua marina, ma le tele rimangono sempre bianche; Thomas Adans in attesa di vendetta. Ognuna di queste storie ha incontrato il mare e lo stesso mare è il protagonista di tutto il libro, il mare è visto come immenso, forte, capace di distruggere, ma anche piacevole, saggio, magico grazie ad ogni storia possiamo trovare diversi modi di vedere il mare. Oceano mare racconta del naufragio di una fregata della marina francese, molto tempo fa, in un oceano. Gli uomini a bordo cercheranno di salvarsi su una zattera. Sul mare si incontreranno le vicende di strani personaggi. Come il professor Bartleboom che cerca di stabilire dove finisce il mare, e tanti altri individui in cerca di sé, sospesi sul bordo dell’oceano, col destino segnato dal mare. E sul mare si affaccia anche la locanda Almayer, dove le tante storie confluiscono. Usando il mare come metafora esistenziale, Baricco narra dei suoi surreali personaggi. I personaggi sono dipinti più che descritti. Luoghi e persone appaiono davanti agli occhi del lettore circondati dal mare e avvolti dalla sua immensità, l’oceano. E la scelta del titolo appare in maniera prorompente. Emerge la forza del mare, il fascino misterioso che lo circonda da sempre e che circonda la sua sconfinata immensità, il suo potere. Emergono contemporaneamente, le debolezze umane, la fragilità dell’uomo, la paura dei limiti e allo stesso tempo il bisogno di stabilire dei confini, la necessità di dare un volto a tutto e il fascino dell’immaginario, il senso di nullità che assale nel guardare le onde e, pervasi dal profumo salmastro, la consapevolezza di poter cambiare la propria vita. Traspare la lotta quotidiana alle proprie insicurezze, alle paure per riuscire finalmente a vivere, a sentirsi vivi per essere diversi e salvarsi. “Poi non è che la vita vada come tu te la immagini. Fa la sua strada. E tu la tua. E non sono la stessa strada. Non è che volevo essere felice, questo no. Volevo salvarmi. Ma ho capito tardi da che parte bisognava andare: dalla parte dei desideri”. L’amore di un uomo che scrive lettere d’amore da regalare a colei che non conosce ancora. “Perché nessuno possa dimenticare che non si è mai lontani abbastanza per trovarsi, mai”. “Il mare è senza strade, il mare è senza spiegazioni...”. Le storie qui raccontate non si sfogliano, non si leggono, si vivono per essere amate o odiate, nascoste dietro parole che da sole sono celebrazione ed esaltazione della scrittura. Il desiderio di cogliere l’istante in cui tutto inizia, in cui tutto finisce, quell’attimo in cui nasce dentro il bisogno di cogliere l’essenza di un cammino, della vita, un momento passato a cercare gli occhi di quell’immenso vuoto da colmare, che, incessante, nei suoi silenzi o le sue maree continua ad infrangersi sulle spiagge dell’anima a dirci che è tutto lì dentro, con la sua potenza, la sua calma, la consapevolezza delle sue onde.”Oceano mare” è una poesia, una fiaba, un romanzo, una storia, tante storie, un movimento immobile, sogno e delirio insieme, una tela bianca, amore, violenza, morte, sangue, tempo, è un viaggio infinito oltre l’orizzonte della vista, gioco, attesa, rinascita. È un libro che va vissuto, da leggere con gli occhi del cuore perché a quelli restituirà sempre qualcosa, donerà sempre vita, sempre un’onda, sempre i suoi rumori. 34 Cultura Maggio 2010 Da Corot a Monet, la sinfonia della natura di Ivo Santolamazza Fino al 29 giugno 2010 al Complesso del Vittoriano di Roma è possibile ammirare l’esposizione curata da Stephen F. Eisenman. Gli impressionisti godono di ottima fama e spesso, troppo spesso, capita di ritrovare le loro opere esposte in qualche museo italiano. Si sa, la loro arte cattura, il modo di imprimere il colore sulla tela non lascia scampo e soprattutto la capacità di evocare “la sinfonia della natura” è unica. E proprio alla musicalità dei loro dipinti viene dedicata la mostra Da Corot a Monet allestita al Complesso del Vittoriano di Roma, che sembra voler continuare il percorso iniziato con la precedente esposizione dedicata a Renoir. Il tentativo è lanciare una lettura moderna dell’impressionismo. Da una parte come frutto di un gruppo di artisti ecologisti e dall’altra come rappresentazione del paesaggio nella sua essenza, oltre che come evocazione simbiotica di passato e presente, di natura ed evoluzione della società. Questo equilibrismo sottile tra ciò che Dio ha creato e ciò che l’uomo edifica è visibile nella sezione dedicata alla “Città”. Qui si incontrano soprattutto opere di Jean-Baptiste Guillaumin, di cui si apprezzano le acqueforti, esempio iniziale della prospettiva ambientale/industriale. Quasi di riflesso ecco i suoi oli su tela come La Pointe d’Ivry (1875-1880), dove la passeggiata tra i boschi porta alle torri fumanti delle fabbriche oppure al viadotto che domina le acque della Senna ne La Senna a Rouen. Anche Monet si concede alla città: la neve copre lo splendido prato senza tralasciare i tetti delle case, mentre la bellezza de I giardini delle Tuilieries (1876), osservati dall’alto, concede spazio allo skyline definito dalle sagome dei templi moderni. Pissarro (La Senna a Bougival) traccia nel fiume che attraversa Parigi, metafora dell’integrazione tra società e natura, un traghetto, simbolo dei tempi che corrono. Finisce qui la parentesi dedicata al contatto tra due realtà opposte e allo stesso tempo coesistenti. Per il resto è un’unica “sinfonia della natura”, come cita il sottotitolo della mostra. Si contano circa 170 opere tra dipinti, acqueforti e fotografie di Cuvelier, Le Gray, Le Secq e altri, queste ultime per la prima volta esposte in Italia. Si inizia il cammino dalla scuola di Barbizon con Corot, Rousseau, Diaz de la Peña e Daubigny; gli artisti “ascoltano la loro vera maestra”, scriveva Renoir, “la natura”. Ecco allora gli scorci della foresta di Fontainbleau, primo esempio della cosiddetta pittura en plain air; le paludi, i fiumi, gli stagni e i prati si lasciano baciare dai pennelli degli Impressionisti che porgono attenzione ai giochi di luci e di riflessi. Giochi molto più evidenti alla presenza degli specchi d’acqua di Alfred Sisley, “il pittore di fiumi”, che racconta gli effetti riproduttivi e distruttivi dell’agente che infonde vita organica. Suoi sono L’inondazione a Port-Marly (1872), La Senna a St. Mammès (1882) e L’inondazione a Moret (1979). Poi parlano i boschi e i prati colpiti dal sole di Pissarro, il Campo di papaveri a Vétheuil (1880) di Monet e ancora le distese di Guillaumin, per poi giungere alla fine del percorso al concetto di natura come rifugio, rappresentato da Renoir, Pissarro e Monet che lascia sempre di stucco con le sue, direbbe Dante, “sempiterne” Ninfee. Biglietti: Euro 10,00; ridotto Euro 7,50. La zza Pia Maggio 2010 Cultura 35 “La natura secondo De Chirico” di Ivo Santolamazza L’uomo che dipingeva il silenzio al palazzo delle esposizioni, in mostra a Roma fino all’11 luglio 2010. L’esposizione presenterà una rassegna di opere provenienti dai più importanti musei d’arte moderna del mondo integrandole con una selezione dei capolavori più significativi della Fondazione Giorgio e Isa de Chirico. Essa comprenderà circa 120 dipinti articolati in sette sezioni distribuite, in un percorso concettuale ricco e suggestivo, nelle sette gallerie ad aula situate ai lati della Rotonda, cuore e perno degli spazi espositivi di Palazzo delle Esposizioni. Scriveva il critico francese Alain Jouffroy nel 1978, l’anno in cui si spense ad oltre novant’anni, l’inventore della pittura metafisica: “Giorgio de Chirico è oggi, a novant’anni, il pittore glorioso più solitario e meno compreso del mondo”. Ora, a più di trent’anni di distanza, Giorgio de Chirico è ancora, per molti versi, il pittore meno compreso del mondo, ma è sempre più glorioso, glorioso e trionfante, trionfante su tutti coloro che lo avevano avversato in Italia e fuori d’Italia sin dall’inizio della sua attività artistica. Ne è una riprova schiacciante la mostra che è stata inaugurata il 9 aprile, con il titolo “La Natura secondo de Chirico”, al Palazzo delle Esposizioni (Via Nazionale 194), a cura di Achille Bonito Oliva, in collaborazione con la Fondazione Giorgio e Isa de Chirico, di cui è presidente Paolo Picozza, il quale fa notare nel suo scritto in catalogo (Federico Motta Editore) che l’idea di Natura per l’inventore della pittura metafisica “va presa nel senso più lato possibile”. Divisa in sette sezioni, la mostra si dispiega dagli anni Dieci (la “Lotta dei Centauri” è del 1909), agli anni Trenta, per ben 140 quadri, da “Le temple fatal” (1914) a “Le muse inquietanti”(1925), da “I bagni misteriosi”(1935-36) a “Piazza d’Italia con fontana”(1954), da “Interno metafisico con paesaggio romantico”(1968) a “Spettacolo misterioso” (1971). Non mancano, ovviamente, le nature morte, che Giorgio e Isa de Chirico preferivano chiamare “nature silenti”. Jean-Paul Sartre diceva che Giacometti era l’unico pittore moderno che avesse dipinto il vuoto, ma de Chirico aveva dipinto non solo il vuoto, ma anche il silenzio, al quale aveva dedicato due quadri, “La torre del silenzio”(1937) e “La Musa del silenzio”(1973). Negli ultimi due anni erano state dedicate a de Chirico tre mostre, due di quadri a Roma e Parigi e una di disegni a Roma, ma quella in corso al Palazzo delle Esposizioni è la più imponente e la più affascinante, forse anche di quelle che gli erano state organizzate nel passato, sia quando era in vita che dopo la morte. Questa mostra dimostra perentoriamente che de Chirico, come non si stancava di dire, non aveva mai abbandonato la pittura metafisica, con la quale all’inizio del secolo aveva conquistato Parigi, la capitale mondiale dell’arte. Segno di contraddizione dell’epoca, esaltato e misconosciuto, osannato e denigrato, acclamato e vilipeso, Giorgio de Chirico era stato dato più volte per morto dai critici, come diceva egli stesso, ma ogni volta era resuscitato più vivo e vitale di prima. Non c’è altro caso in tutta la storia dell’arte di un pittore che abbia scritto e detto ciò che pensava, ossia tutto il male possibile, dei pittori moderni, delle istituzioni ufficiali, dei soprintendenti o dei direttori dei musei, dei critici, persino dei critici che scrivevano bene di lui o che ne apprezzavano l’opera, e sia uscito non solo indenne ma vittorioso dal turbine delle polemiche. È lunga la lista dei suoi “nemici” passati mentre la critica internazionale lo considera oggi uno dei massimi pittori, insieme a Picasso e Matisse, del ventesimo secolo. La mostra resterà aperta sino all’11 luglio. Alla mostra di de Chirico si accompagnano quelle di Giulio Paolini e Mimmo Jodice, curate da Daniela Lancioni e Ida Gianelli. Pia La zza Orario: domenica, martedì, mercoledì e giovedì: dalle 10.00 alle 20.00; venerdì e sabato: dalle 10.00 alle 22.30; lunedì chiuso. Biglietti: intero Euro 12,50; ridotto Euro 10,00. Permette di visitare tutte le mostre in corso al Palazzo delle Esposizioni. Biglietto integrato Palazzo delle Esposizioni e Scuderie del Quirinale, valido per 3 giorni: intero Euro 18,00; ridotto Euro 15,00. 36 Parlatene al vostro legale Maggio 2010 Per informazioni e quesiti, i nostri lettori possono rivolgersi: STUDIO LEGALE ON. PROF. AVV. Silvio Crapolicchio & Partners 00187 Roma - Via Belsiana, 100 - Tel. 066789842/065496595 - fax 0697270823 - e-mail: [email protected] Sono proprietario di un magazzino sito in uno stabile condominiale che è stato allagato dalle acque provenienti dalla conduttura fognaria di proprietà comune ostruita – come accertato da un’indagine tecnica – dal materiale scaricatovi da uno dei sovrastanti appartamenti, non individuato con esattezza. Il Condominio non intende risarcire i danni provocati al mio locale e alla merce che c’era depositata declinando ogni responsabilità al riguardo. Risulta legittimo il comportamento del Condominio? Il Condominio non può legittimamente declinare la responsabilità per i danni subiti dal Sig......... Nel caso presentato si configura infatti una chiara ipotesi di responsabilità per danni cagionati dalla cosa in custodia secondo quanto dispone l’art. 20151 del Codice Civile. Infatti se fosse stato individuato l’appartamento che ha causato l’ostruzione il Sig........ avrebbe ben potuto agire direttamente contro l’autore materiale del danno, ossia l’inquilino dell’appartamento; il fatto che ciò non sia possibile tuttavia non lede la possibilità del Sig........ di ottenere ugualmente una adeguata tutela risarcitoria proprio grazie alla disciplina prevista dal citato art. 2051 del Codice Civile che, salvo il caso fortuito, addossa al custode (in questo caso il Condominio) il danno causato dalla cosa in custodia (in questo caso la conduttura fognaria). Pertanto il Sig........ potrebbe citare in giudizio il Condominio in persona dell’amministratore in carica, in ragione dell’ampia legittimazione passiva che l’art. 1131 del Codice Civile attribuisce a quest’ultimo, chiedendo il risarcimento dei danni subiti nonché il ripristino della conduttura fognaria condominiale. La zza Pia Maggio 2010 Calcio 37 A.S.D. Castel Madama tira le somme di Attilio Nonni Pia La zza Con l’incontro non disputato di domenica 09 Maggio tra l’A.S.D. Castel Madama e il Real Roviano, per l’assenza della squadra ospite, termina la stagione 2009-2010 dei castellani. Sono 37 i punti totalizzati dai ragazzi di mister Nonni, gli stessi realizzati nella stagione precedente. Tutto lascia presagire ad una stagione senza tante novità, invece no; per chi ha seguito i ragazzi durante tutto il campionato sono evidenti i miglioramenti sportivi realizzati. La squadra dopo un inizio non esaltante, caratterizzato da diversi ammutinamenti, da grossolani errori di programmazione (che hanno portato l’entourage castellana per i primi quattro mesi della stagione ad avere una rosa di calciatori troppo ampia), si è stabilizzata dai primi weekend di febbraio quando il team ha affilato ben 5 vittorie consecutive. I giovani castellani sempre con un modulo iper-offensivo ha dimostrato di poter fronteggiare anche le compagini più blasonate, sempre tenendo un comportamento esemplare dal punto di vista comportamentale. C’è da dire poi che nelle ultime gare sono stati eseguiti degli esperimenti, che a detta della dirigenza A.S.D., sono stati molto soddisfacenti; sono scesi in campo ben 4 giocatori della juniores Manni Mirco, Mollica Federico, Gallina Luca e Bonelli Cristian (dato questo che premia l’ottimo lavoro svolto da mister Giancleto Sabucci che nonostante una travagliata stagione, e non dal punto di vista calcistico, ha guidato i ragazzi della juniores con preparazione, passione e competenza). Abbiamo intervistato il Direttore sportivo dell’A.S.D. Castel Madama, Simonelli Gianluca che ha fatto un quadro finale della stagione appena trascorsa: “Noi siamo molti soddisfatti dei nostri ragazzi, questa è una squadra molto giovane e ha bisogno del giusto rodaggio. Lo scorso anno, quando abbiamo rilevato la società, abbiamo realizzato un progetto sportivo da realizzarsi in cinque anni, atto a valorizzare i nostri ragazzi. Ad oggi posso affermare che il gruppo di calciatori che ha portato a termine questo campionato con qualche piccolo aggiustamento, già trovato all’interno della juniores, potrà dire la sua il prossimo anno. Il comportamento disciplinare dei ragazzi per tutta la stagione è stato veramente encomiabile, abbiamo inoltre rilevato la crescita dal punto di vista tecnico tattico di molti giovani e la riconferma di molti veterani come capitan Cicolani, Massimiliano Livi, Manolo Testa, Andrea Simonelli, Giovanni Pucella, ecc…”. Si tirano le somme anche per il settore giovanile del Castel Madama, che in questa stagione ha visto un notevole incremento di bambini partecipanti. Sicuramente i risultati prettamente calcistici sono altalenanti e differenziati squadra per squadra, ma possiamo rilevare l’ot- timo lavoro svolto dagli educatori della società, che tenendo fede alle linee guida (far giocare e divertire tutti i bambini senza tener conto del grado di preparazione calcistica e preparando i bambini soprattutto dal punto di vista atletico e disciplinare) weekend dopo weekend e allenamento dopo allenamento, hanno portato a casa dei significativi miglioramenti individuali e di squadra. Per comprendere la programmazione futura dell’A.S.D. Castel Madama abbiamo ascoltato un consigliere della società, che a risposto così: “per fare una buona programmazione bisognerebbe capire quando termineranno i lavori per i nuovi spogliatoi e del campetto di calcetto soprastante gli spalti, che nonostante le dichiarazioni dell’assessore competente che li davano ultimati per dicembre 2008, a tutt’oggi ancora non hanno riaperto il cantiere. Pur impegnandoci, per rendere gli attuali spogliatoi consoni ad ospitare i bambini, gli spazi a nostra disposizione sono insufficienti, pensate che nella appena passata stagione in alcuni giorni della settimana nei vecchi spogliatoi erano presenti più di 5 squadre da 16 giocatori ognuna. Al campetto delle scuole elementari dove lo scorso giugno abbiamo realizzato il manto in erba sintetica, nonostante facciamo allenare i bambini su due turni al giorno e per tutti i giorni della settimana, siamo costretti ad accorpare alcune annate che invece andrebbero separate. A tutto questo bisogna aggiungere le pessime condizioni in cui verte il terreno di gioco del campo sportivo comunale “A. Testa” dovute al ripristino mal eseguito dei lavori di messa in sicurezza del fosso sottostante il campo. Noi siamo disponibili e orgogliosi di continuare con passione e sacrificio il nostro progetto e mettere a disposizione del nostro paese una associazione sportiva aperta a tutti e al servizio dei nostri concittadini ma l’assenza di strutture adeguate rende difficile per non dire impossibile la pianificazione dell’intera stagione calcistica”. 38 Cultura Maggio 2010 RAINER MARIA RILKE E MARINA CVETAEVA di Ivano Moreschini Ci sono amori impalpabili, poco carnali, che però possono rappresentare un’epoca. Una russa di ascendenze aristocratiche, ed un borghese praghese di lingua tedesca. Questo sono Marina Cvetaeva e Rainer Maria Rilke, entrambi grandi poeti, anche se il secondo è più conosciuto della prima. Nel breve arco della loro vita l’Europa avrà il suo tempo di ferro e di fuoco, e dalla apparente tranquillità del fine ottocento e della “belle epoque” precipiterà nel trentennio 1914-1945, che è stato definito quello della guerra civile europea. La Cvetaeva nasce nel 1892, figlia di una pianista polacca di sangue principesco e di un docente di storia dell’arte. Cresce nel culto della cultura tedesca , per quella strana fascinazione reciproca che hanno avuto le culture russa e germanica prima di scontrarsi nel modo feroce che sappiamo nelle due guerre mondiali. La sua poesia si nutre di Goethe, Holderlin, Heine, i grandi romantici dell’ottocento. Rainer Maria Rilke nasce nel 1875, nella Praga che allora faceva parte dell’impero austro-ungarico, e che vedeva convivere cultura ceca, ebraica e tedesca. E la sua poesia sarà il punto estremo del romanticismo tedesco, l’apice del decadentismo, con le sue famose raccolte dei Sonetti ad Orfeo e delle Elegie Duinesi. A sua volta sente l’attrazione per la cultura russa: “La Russia” scrive “è stata la base della mia esperienza e della mia percezione. Che cosa devo alla Russia? È lei che ha fatto di me quello che sono divenuto, è da lei che sono interiormente uscito, tutte le mie profonde radici sono là.” Ma l’esito della prima guerra mondiale cambia lo scenario, e cambia anche le vite dei due poeti, che peral- ELEGIA A MARINA CVETAEVA tro si conoscono nei primi anni venti. Entrambi si sentono senza radici, un po’ per carattere ed origine di nazionalità incrociate, un po’ per lo sconvolgimento che il vento freddo della Storia porta nei loro “luoghi dell’anima”. L’impero austro-ungarico scompare, crolla quello che Claudio Magris descrive come l’ultimo precario ma meritorio tentativo di convivenza delle diverse nazionalità europee prima dell’attuale Unione Europea. La Russia entra in un vortice: crolla lo zarismo, la rivoluzione bolscevica cambia la Russia e la Storia, nasce l’Unione Sovietica, inizia la guerra civile tra rossi e bianchi, l’industrializzazione forzata, lo stalinismo ed il terrore, la seconda guerra mondiale. I due raffinati poeti sono come fuscelli trascinati dalla tempesta della Storia. Rilke passa un anno al fronte, alla fine della guerra va in Svizzera, poi a Duino, vicino Trieste. Il marito della Cvetaeva è un ufficiale dell’Armata Bianca, quella fedele allo Zar e contro la Rivoluzione Russa: la guerra civile tra rossi e bianchi si trascina fino al 1922. L’esito è noto: i bianchi vengono sgominati, nella migliore delle ipotesi costretti all’esilio. La Cvetaeva, dopo anni che non lo vede, ritrova il marito a Parigi. Clandestinità, servizi segreti, forse anche lontananza d’affetto. La Cvetaeva conosce Rilke, e vede in lui il Poeta tedesco, come lui vede in lei l’amata Russia. Tutto crolla intorno, ma loro si sono nutriti delle reciproche lingue, culture, passioni. Rilke morirà per la leucemia che l’ha colpito nel 1926. La Cvetaeva, che ha tre figli, proverà a tornare in Russia nel 1936, in pieno terrore staliniano. Vivrà momenti grami, con una figlia deportata nel gulag, il marito scomparso, fucilato senza alcuna notizia a lei. Nel 1940 Mosca viene evacuata per il possibile attacco tedesco, lei viene inviata a Elabuga, in piena Russia asiatica. Nel 1941 si impicca: la sua raffinata cultura era inutile in quel posto. Il suo mondo era scomparso. Onde, Marina, e mare noi siamo! Siamo abissi e siamo cielo! Terra, Marina, noi terra, noi mille volte l’Aprile Allodole lanciate nell’infinito dall’esplosione del canto; Noi l’intoniamo con gioia, ma il canto già ci sovrasta, e subito la nostra tristezza rovescia il canto in pianto. Niente ci appartiene. A fatica posiamo le nostre mani Sullo stelo dei fiori non colti… Rimangono le lettere straordinarie di due grandi poeti (R.M.Rilke e M.Cvetaeva, Lettere d’amore, editore SE, 2009), ed una stupenda poesia di Rilke, di cui pubblichiamo un estratto. La zza Pia Pia La zza