la perfezione del talento muliebre
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la perfezione del talento muliebre
JEANNE-ANTOINETTE POISSON, MARCHESA DI POMPADOUR: LA PERFEZIONE DEL TALENTO MULIEBRE Nella precedente puntata di questa mia piccola rassegna storico-letteraria, ho ricordato un personaggio – Madame de Stael – che lasciò un segno profondo nelle vicende politiche, letterarie, ed anche sentimentali d’Europa (dalla Rivoluzione Francese, all’Impero, alla Restaurazione) grazie alla modernità e all’originalità del suo pensiero. Questo ritratto di donna conteneva, in qualche misura, anche un invito a riavvicinarci a quella cultura che è alla base della storia europea, e che, forse, potrebbe far rinascere in noi, intellettuali del nostro tempo, la passione per i grandi valori dell’esistenza, segno distintivo di progresso autentico. E non si tratta del mio solito auspicio a favore di quei pochi fortunati che hanno ancora voglia e tempo di dare dignità alla letteratura e alla storia attraverso il proprio impegno personale, ma piuttosto di una sollecitazione a riattivare le energie sopite che sono vive, magari, in molti di noi e che richiedono solo un’occasione per tornare ad esprimersi (non dimentichiamo che la storia non ha mai un andamento lineare, ma alterna improvvise ondate a periodi di calma piatta...). Veniamo dunque alla seconda figura femminile che mi appassiona per il suo straordinario “mix” di fascino personale e di grande intelligenza (unica nel suo genere, oserei dire): JeanneAntoinette Poisson (Reinette), marchesa di Pompadour. Fu iniziata alle arti da nomi altisonanti del suo tempo, come ad esempio Crebillon, e comunque da uomini di spiccato ingegno con grandi capacità di spirito e d’ironia che seppero trasmetterle, per sua fortuna, una visione disincantata della vita e dei suoi problemi. Reinette eccelle in tutto e sa fare tutto. Le sue conoscenze spaziano in molti campi: studia le scienze, ha il senso del colore, cavalca come la più aggraziata delle amazzoni, suona alla perfezione il clavicembalo, danza in maniera magnifica (grazie al sommo Guibaudet che la guida da par suo) e sa incidere le pietre preziose. Certamente l’impostazione morale dell’epoca era ispirata ad una forma di libertà e spregiudicatezza che, in un’ottica odierna, potrebbe sembrare quasi al confine con il lecito. Ma occorre ricordare che ci troviamo in un momento storico di fulgida bellezza artistica e di leggiadria del vivere, di opulenza ed eleganza, che riguardano tutte le manifestazioni della vita: Parigi e Venezia diventano i capisaldi dell’arte e della moda, mentre si affermano i salotti più brillanti di tutti i tempi. E tuttavia questa vocazione artistica e mondana non impedirà a Jeanne-Antoinette di perseguire con pervicacia la realizzazione di un progetto che può considerarsi il più audace e grandioso della storia di Francia. E in ragione di ciò regnerà incontrastata nel cuore e nella mente di Luigi XV. Influente nei destini del suo Paese, noncurante di libellisti e avversari come Voltaire o Richelieu, ma saggiamente appoggiata dal cardinale De Bernis e dal duca di Choiseul, seppe conferire il proprio segno distintivo in una società complessa come quella settecentesca. Possiamo dire che, attraverso una sintesi di qualità variegate e talora contrapposte, incarnò la perfezione del talento muliebre. Reinette non fu solo l’ispiratrice di un nuovo e sofisticato stile di vita a Versailles, ma l’illuminata fautrice di importanti istituzioni come la manifattura di Sevres o la scuola militare di Saint-Cyr. Dominò la scena d’Europa, consapevole del suo potere quasi assoluto. Fu una donna che ebbe la capacità d’unire, nel suo progetto di vita, l’ambizione personale e la grande devozione al suo re ed alla Francia. «...ad un tratto, una stupenda Diana cacciatrice si fa largo tra la folla, si dirige verso il sovrano e gli sorride. L'incedere è quello di una dea, elegante e calmo, privo di ogni affettazione, ma colmo di grazia istintiva, di una seduzione infinita. La misteriosa dama sta ora davanti al re di Francia, l'uomo forse più potente del mondo, e tace. Luigi la fissa incantato, poi la prega: “Madame, toglietevi un istante la maschera”…» (da “Madame de Pompadour” di Massimo Grillandi, Ed. Rusconi). Questo incontro segnò per sempre il destino di due persone e di una nazione! Carmen Galoppo