I ragazzi di Madame Soula
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I ragazzi di Madame Soula
88-90 Campioni Rubrica_Layout 1 12/04/13 18:56 Pagina 88 DOSSIER ULTIMO SPETTACOLO Campioni I ragazzi di Madame Soula Madame Soula, un tempo era una delle donne più desiderate di Salonicco, una prostituta conosciuta e stimata. Ora è proprietaria di una catena di bordelli e sponsorizza una squadra di calcio, il Voukefalas che gioca con maglie rosa e il logo di Villa Erotica. di Matteo Patrono S oula Alevridou è un ex prostituta che a Larissa, nel nord della Grecia, possiede due piccoli bordelli di lusso perfettamente legali e discretamente popolari. Villa Erotica e la Casa della Storia di Soula. Moderne case chiuse che hanno la forma di villette anonime, irriconoscibili dall’esterno se non per l’insegna al neon all’entrata e moderatamente kitsch all’interno, dove tra luci soffuse, tappezzeria imperiale e schermi al plasma appesi alle pareti insieme a quadri di arte antica, lavorano una ventina di ragazze provenienti da un po’ tutta Europa con turni da otto ore e riposo settimanale. Qui, tra i campi contadini della Tessaglia ai piedi del Monte Olimpo dove secondo la leggenda nacque Achille e certamente morì Ippocrate, lo scorso autunno sono venuti i reporter di BBC e New York Times per interpellare Madame Soula, l’imprenditrice del sesso a pagamento che in tempi di crisi e austerità ha deciso di sponsorizzare una squadra locale di calciatori dilettanti intitolata a Bucefalo, il mitologico cavallo di Alessandro Magno. Mille euro per comprare maglie, tute, palloni e pagare l’affitto del campo di gioco, un piccolo impianto frequentato solitamente da non più di 50 aficionados. In cambio il presidente del Voukefalas, Ioannis Batziolas, titolare di un’agenzia di 88 viaggi, si era impegnato a colorare di rosa le divise e stamparvi sopra il logo di Villa Erotica, appena sotto lo stemma del destriero dalla testa di bue che accompagnò il re di Macedonia alla conquista dell’Asia nel 334 aC. A ottobre, col paese piegato dall’ultima pesantissima manovra di tagli varata dal governo di Antonis Samaras su input della Bce, la storia del team a luci rosse aveva fatto il giro del mondo suscitando curiosità e sorrisi ma anche un bel po’ di imbarazzo tra i dirigenti della Federcalcio greca che minacciavano ritorsioni e squalifiche per diffamazione del buon nome dello sport. Sei mesi dopo, a Larissa le strade sono fredde e silenziose come ad Atene. La demolizione sociale dello stato greco è arrivata anche qui, in quella che è sempre stata una delle zone più ricche del paese grazie all’agricoltura e all’industria. Il gasolio per il riscaldamento scarseggia, le aziende chiudono, la disoccupazione è ben oltre il 20%. La crisi ha colpito pure la professione più antica del mondo ma fino a un certo punto, sostiene Madame Soula che un tempo fu la bionda più desiderata di Salonicco e oggi, a 68 anni, sfoggia capelli d’argento, un imprevedibile guardaroba di smoking e humour corrosivo. Larissa era una ninfa figlia di Pelasgo, eroe eponimo dei più antichi abitanti della Grecia, che insegnò agli uomini a costruire capanne, per farci l’amore secondo lei. “Sono nata a Kilkis, un villaggio al confine con la Macedonia, da una famiglia povera ma numerosa. Mio padre, un partigiano di montagna, è morto che avevo 17 giorni. Mia madre, donna di sinistra, mi ha insegnato che per andare oltre i propri limiti bisogna avere una grande forza d’animo. Ho fatto molti lavori e mi si sono sempre sentita usata, allora ho avuto il coraggio e l’intelligenza per iniziare a fare la prostituta. Un mezzo legale di sopravvivenza che mi ha permesso di crescere una famiglia a mia volta.” Suo figlio e due nipoti lavorano con lei. Nel giardino della casa in cui vive alle spalle di uno dei bordelli, si aggirano sereni un cane e nove gatti, uno porta il nome di Messi, un altro di Zidane (si ricorderà che prima di prendersi la famosa testata nella finale mondiale del 2006, Materazzi urlò al numero dieci francese: “Tua sorella è una puttana.”) Madame Soula confessa di aver avuto calciatori tra i suoi clienti e amanti quando il sesso e il football avevano ancora una dimensione romantica, “Quando cioè non erano ancora industria come oggi.” Dunque signora, perché investire uno nell’altro in un momento così complicato? “Un amico mi ha chiesto di dare una mano a questi ragazzi del Voukefalas e io l’ho fatto. Sono greca, amo il mio paese. Se non aiutiamo i nostri atleti, i nostri scienziati, i nostri artisti, dove andremo a finire? Meglio investire nel loro futuro che scappare coi soldi in Svizzera, no?” Mentre la padrona di casa mette sul tavolo un bicchiere di liquore di melograno, suona alla porta il presidente Batziolas, quello della L.A. Travel. east european crossroads 88-90 Campioni Rubrica_Layout 1 12/04/13 18:56 Pagina 89 REUTERS/CONTRASTO/JOHN KOLESIDIS ANGELOS TZORTZINIS/THE NEW YORK /CONTRASTO GRECIA Soula Alevridou, ex prostituta, ora è proprietaria di una catena di bordelli a Larissa e sponsorizza il Voukefalas, una squadra di calcio amatoriale greca. La regolamentazione della prostituzione in Grecia nel 1991 ha trasformato Madame Soula in una imprenditrice. numero 47 maggio/giugno 2013 DOSSIER Ha 29 anni ed è anche il portiere di riserva del Voukefalas. In campionato quest’anno ha giocato sette partite “ma il numero uno – dice sornione – è un ragazzino molto più bravo di me. Siamo una squadra di amici, decidiamo tutti insieme. L’allenatore guadagna 300 euro al mese, tutti gli altri giocano gratis. Abbiamo in rosa studenti, camerieri, fattorini, baristi e un istruttore di guida. La squadra costa su per giù 10mila euro l’anno.” Il Bucefalo partecipa alla seconda delle quattro categorie del calcio dilettantistico greco. Più su ci sono le quattro divisioni del professionismo che dall’anno prossimo si ridurranno a tre perché la crisi ha spazzato via un mucchio di club. Il suo, Batziolas l’ha rilevato tre anni fa quando era in prima categoria ma sull’orlo del fallimento. Gli sponsor avevano iniziato a fuggire e nessuno li ha più visti. Anche lo Stato ha chiuso i rubinetti. “La Federazione finanziava 3mila euro a squadra e concedeva l’utilizzo gratuito dei campi comunali, oggi non ci passa più un centesimo, anzi chiede di pagare tasse di ogni tipo. Con l’agenzia di viaggi coprivo io tutte le spese ma l’estate scorsa non ce la facevo più. Allora è arrivata Madame Soula.” A causa del debito che soffoca la sua economia, nel 2012 la Grecia ha rischiato di non inviare atleti alle Olimpiadi di Londra. Azzeramento dei fondi statali, impianti abbandonati, palestre al gelo. Frutto avvelenato della sbornia olimpica di Atene 2004, i giochi che per tornare a casa hanno ipotecato il futuro di intere generazioni di greci. In un simile contesto, l’arrivo di Madame Soula è stato una manna dal cielo. Racconta il presidente. “La squadra ha condiviso la scelta del nuovo sponsor, anche i genitori dei ragazzi più giovani (16 anni) 89 88-90 Campioni Rubrica_Layout 1 12/04/13 18:56 Pagina 90 REUTERS/CONTRASTO/JOHN KOLESIDIS DOSSIER ULTIMO SPETTACOLO erano d’accordo. Qualcuno aveva storto il naso per le maglie rosa ma dopo il servizio della Bbc, abbiamo cominciato a ricevere richieste da tutto il mondo per comprarle. Ne abbiamo vendute una cinquantina e non avevamo mica un ufficio marketing, nemmeno un sito. Non so nemmeno come abbia fatto la gente a trovare il nostro numero di telefono.” Poi una mattina arriva la telefonata di un tipo della Federazione. “Non vorrete mica giocare con quelle maglie?” dice. “E che problema c’è – risponde Batziolas – È un business legale.” Non per il governo del calcio greco che dopo un mese di solenne discussione proibisce al Voukefalas di indossare le maglie dello scandalo non solo nelle partite ma anche negli allenamenti e durante le interviste. “Ci hanno detto che erano divise immorali. Immorali? 90 E allora il campionato di serie A greco sponsorizzato dalla società statale di scommesse che sta per essere privatizzata? E le Olimpiadi col logo della British Petroleum? Come la vogliamo chiamare questa roba qua, ipocrisia?” L’unica moneta più forte della crisi, Madame Soula la conosce bene. Lo scorso anno aveva donato 3mila euro a una scuola di Patras che cercava fondi per comprare libri e una fotocopiatrice. Quando il direttore ha scoperto da chi provenivano, li ha rispediti indietro tra le proteste di genitori e insegnanti accusando la benefattrice di volersi fare pubblicità sulla pelle dei bambini. “Era una donazione anonima fatta attraverso un avvocato – spiega lei ancora arrabbiata – quando mi hanno cercato per ringraziarmi e hanno visto chi ero, è scoppiato un casino. È una storia che mi ha profondamente ferita, nella società moderna solo uno squilibrato può permettersi di distribuire patenti di moralità.” Anche perché la regolamentazione della prostituzione con la legge 27/33 del 1991, la stessa che ha trasformato Madame Soula in una imprenditrice, ha fatto della Grecia un paese all’avanguardia in materia. Dice la diretta interessata. “Qui le ragazze che vendono il loro corpo non sono costrette a farlo sul marciapiede ma in un ambiente sicuro e confortevole. Sono sottoposte a regolari controlli medici, hanno uno psicologo, l’assicurazione e pagano il 23% di tasse su tutto quello che guadagnano. Lo Stato dovrebbe ringraziarci, altroché.” A ringraziare fin qui è stato solo il Voukefalas che nonostante sia riuscito a violare l’embargo sulla famigerata maglia rosa soltanto una volta in amichevole, ha ricevuto altri 4mila euro da Madame Soula e la promessa di un campo d’allenamento nuovo di zecca per il prossimo campionato. Batziolas vorrebbe cederle la carica di presidente del club e da mesi prepara un ricorso alla Corte di Giustizia europea contro il divieto imposto dalla Federazione. “Intanto pensiamo a salvarci, che siamo quartultimi in classifica e non vogliamo retrocedere. Poi vedremo che ci dicono in Lussemburgo. Abbiamo pensato di rivolgerci anche alla Fifa ma non è aria, quelli ci radiano di sicuro.” Madame Soula versa ancora un po’ di liquore, sorride e guarda oltre. A maggio porterà la squadra in visita all’orfanotrofio di Larissa che grazie a lei ha potuto accendere il riscaldamento durante tutto l’inverno. Per i bambini sono già pronte scarpe, vestiti e palloni. Piccoli sogni di cuoio ai tempi della crisi. east european crossroads