fare di più non significa fare meglio. le pratiche ad alto rischio di

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fare di più non significa fare meglio. le pratiche ad alto rischio di
“FARE DI PIÙ NON SIGNIFICA
FARE MEGLIO.
LE PRATICHE AD ALTO RISCHIO
DI INAPPROPRIATEZZA”
20 gennaio 2016
ASO S Croce e Carle
Progetto Aziendale 2016: “FARE DI PIÙ
PIÙ NON SIGNIFICA FARE MEGLIO. LE PRATICHE AD ALTO RISCHIO DI INAPPROPRIATEZZA”
INAPPROPRIATEZZA”
Nonostante sia universalmente riconosciuto che la
medicina debba basarsi su prove scientifiche di
efficacia, da tempo è stato evidenziato che molti
esami e molti trattamenti farmacologici e
chirurgici, largamente diffusi nella pratica
medica, non apportano benefici per i pazienti,
anzi rischiano di essere dannosi.
CIÒ VALE ANCHE
PER ALCUNE PRATICHE ASSISTENZIALI.
Progetto Aziendale 2016: “FARE DI PIÙ
PIÙ NON SIGNIFICA FARE MEGLIO. LE PRATICHE AD ALTO RISCHIO DI INAPPROPRIATEZZA”
INAPPROPRIATEZZA”
Per questo, dal settembre 2013 è stato avviato
nell’Azienda S. Croce e Carle di Cuneo il progetto
Aziendale
“Fare di più non significa fare meglio - Le 3 pratiche a
rischio di inappropriatezza”,
con lo scopo di migliorare la qualità e la sicurezza dei
servizi erogati dalla nostra Azienda, attraverso la
riduzione di pratiche (esami diagnostici e trattamenti)
che, secondo le conoscenze scientifiche disponibili,
non apportano benefici significativi ai pazienti ai
quali sono generalmente prescritte.
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IL PROGETTO NELL’ANNO IN CORSO INTENDE
COINVOLGERE NON SOLO I MEDICI,
MA ANCHE GLI ALTRI PROFESSIONISTI DELLA
SALUTE, “DIPSA”,
IN UNA COMUNE ASSUNZIONE DI
RESPONSABILITÀ,
PER FAVORIRE LA COLLABORAZIONE E
L’APPROCCIO MULTIDISCIPLINARE E
MULTIPROFESSIONALE.
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Dal 1/1/2016 DIPSA
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Corso di Laurea Magistrale in Scienze Infermieristiche e Ostetriche
PRATICA
1
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INAPPROPRIATEZZA”
NON UTILIZZARE
LA PREPARAZIONE INTESTINALE
DI ROUTINE PRIMA DEGLI
INTERVENTI CHIRURGICI
PRATICA
1
CIRIO Angela
ZORDAN Ileana
MEINERO Rosanna
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Fase 1
PREMESSA
Una preparazione intestinale tradizionale non riduce il rischio di complicanze ed
aumenta il rischio di fistole anastomotiche e può risultare inutile o dannosa
poiché comporta disidratazione e squilibri idro-elettrolitici.
Negli ultimi anni sono stati pubblicati protocolli innovativi di riabilitazione precoce
(Programma Fast Track Surgery o ERAS) dove viene abolita o ridotta la
preparazione intestinale e la chirurgia colo rettale è, ad oggi, il principale campo
di applicazione di questi protocolli.
Il Programma Fast Track Surgery “recupero migliore dopo chirurgia” consiste in
una serie di misure basate sull’evidenza scientifica, che hanno lo scopo di ridurre
lo stress provocato dall’atto chirurgico, quali l’abolizione della preparazione
intestinale, il controllo del dolore, la precoce ripresa dell’alimentazione e della
mobilizzazione.
I dati che emergono dalla letteratura suggeriscono come il protocollo ERAS
consenta un miglioramento degli outcomes post-operatori
L’ ERAS è un programma multimodale e multidisciplinare volto ad accellerare la
ripresa post operatoria dei pazienti e ridurre lo stress dell'atto chirurgico
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Inizio progetto:
• Luglio 2015
Argomento:
• Pratica intestinale preoperatoria
Strutture coinvolte:
• Chirurgia generale
• Urologia
• Ginecologia
• Degenza toraco vascolare
• Cardiochirurgia
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Fase 1
COME CI SIAMO ORGANIZZATE:
Dopo il primo incontro (luglio) preliminare con il SITRO (oggi DIPSA) che
ha spiegato l'obiettivo del progetto, abbiamo contattato tutte le
chirurgie escludendo tutte quelle che non applicano preparazione
intestinale pre operatoria.
Abbiamo organizzato una riunione coinvolgendo le strutture che
praticano preparazione intestinale pre operatoria:
• Il referente medico della chirurgia generale ha spiegato le motivazioni
cliniche del protocollo fast track che abolisce le preparazioni intestinali
nel pre operatorio di chirurgia ordinaria
• Confronto tra dirigenti medici delle varie specialità:
• con adesione da parte della chirurgia vascolare, della urologia e
della ginecologia
• non adesione della cardiochirurgia con motivazioni cliniche non
sostenute attualmente da evidenze
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Fase 2
Incontro successivo tra i coordinatori delle
strutture che decidono di aderire al protocollo:
• urologia e ginecologia continuano la
sperimentazione ampliando interventi esclusi
in precedenza,
• la chirurgia vascolare decide di iniziare la
sperimentazione su interventi selezionati
• stesura della prima bozza del protocollo
condiviso, diviso per specialità
• da gennaio 2016 inizio applicazione con
raccolta dati.
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Fase 3
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PUNTI DI FORZA:
1
applicazione del protocollo ERAS1 strutturato
e sperimentato dal 2010 in chirurgia
condivisione e collaborazione tra le strutture
partecipanti al progetto con ampliamento di
tipologie di intervento
beneficio per i pazienti che non devono
essere sottoposti a preparazioni inefficaci e
inutili causa di squilibri dannosi
ERAS (Enhanced Recovery After Surgery) Programma multimodale e multidisciplinare volto ad accellerare la ripresa
post operatoria dei pazienti e ridurre lo stress provocato dall'atto
dall'atto chirurgico.
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PUNTI DI DEBOLEZZA:
criticità organizzative che non hanno permesso
l'applicazione e il monitoraggio del protocollo in
tempi brevi a seguito di altre priorità
organizzative
Resistenza da parte di alcune figure professionali
(clinici), es: due gruppi differenti di anestesisti in
fase di confronto sulle stesse linee guida
Cambiamento della mentalità e
dell'organizzazione all'interno delle strutture (es:
digiuno preoperatorio1)
1
Tempi di digiuno:
digiuno la riduzione del digiuno pre operatorio a 2 h (3 h in caso di ritardato svuotamento gastrico es.
diabete, reflusso gastrico) per i liquidi senza residuo non aumenta le complicanze (Cochrane Review 2003)
La somministrazione orale pre operatoria di soluzioni di carboidrati oligomerici (maltodestrine) consente di
diminuire la sete, il grado di ansietà
ansietà del pz.
pz. Il carico di glucosio pre operatorio riduce l'insulino
l'insulino dipendenza
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PRATICA
2
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EVITARE L’USO
DI SOVRASCARPE
COME MISURA DI PREVENZIONE
DELLE INFEZIONI
PRATICA
2
MONDINO Patrizia
OCCELLI Paola
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Evitare l’uso di sovrascarpe
come misura di prevenzione delle infezioni
Il CDC (Centers for Disease Controlo and prevention) tratta espressamente l’argomento all’interno di
due Linee Guida, delle quali, quella del 1999 riporta:
“non è mai stato dimostrato che l’uso di sovrascarpe riduca il rischio di infezioni del sito
operatorio o la carica batterica sul pavimento della sala operatoria”.
Le linee guida indicano di non usare le sovrascarpe come mezzo per il controllo delle infezioni, con una
raccomandazione di livello IB.
Contrariamente a quanto sostenuto in letteratura, all’interno di alcune strutture si è ancora riscontrata
la presenza di sovrascarpe in numero elevato.
Indicatore
Numero di sovrascarpe approvvigionati dalle singole Strutture prima e dopo il progetto
Confronto fra due periodi (2014 vs 2015)
CDC. Guidelines for the Prevention of Surgical Site Infection, 1999
Centers for Disease Control and Prevention. Guidelines for environmental infection control in health-care facilities:
recommendations of CDC and the Healthcare Infection Control Practices Advisory Committee (HICPAC). MMWR 2003; 52: 1-48
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Materiali e metodi
Indagine sull’utilizzo di sovrascarpe come misura di
prevenzione delle infezioni correlate a pratiche assistenziali
assistenzial
(ICPA) attraverso il coinvolgimento dei CDC e di seguito dei
coordinatori di Struttura.
E’ stata predisposta una lettera che riprende le linee guida e
sottolinea che indossare i sovrascarpe è una manovra a
rischio di inquinamento per le mani degli operatori e/o dei
visitatori e che il sovrascarpe ha il solo scopo di non portare
macro sporco sulla superficie di un pavimento pulito.
Alla lettera è stato allegato il report del Magazzino che
riporta il numero di sovrascarpe richiesti dalle singole
Strutture/Servizi nel periodo 1 gennaio/30 giugno 2015
(164300 pezzi = 36 strutture)
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Materiali e metodi
Ogni coordinatore di Struttura/Servizio ha risposto
alle seguenti domande:
Descrivere la motivazione di utilizzo del
sovrascarpe nella pratica giornaliera e nelle
situazioni particolari
Descrivere situazioni nelle quali i sovrascarpe
vengono utilizzati:
dagli operatori interni alla struttura,
dagli operatori esterni alla struttura
da pazienti e/o persone provenienti dall’esterno
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Risultati
in nessun Dipartimento si utilizza il sovrascarpe
come misura di prevenzione delle infezioni
Dopo l’indagine emerge che:
Utilizzati:
da pazienti ed accompagnatori che accedono per piccoli
interventi e in alcuni casi usati come protezione per il
paziente (medicazioni)
per percorsi brevi (esterni che accedono a studi/uffici) senza
rischio di inquinamento
per evitare lo sporco sul pavimento (sempre o in base alle
condizioni metereologiche)
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Risultati
Utilizzati per abitudine e senza motivazione quindi
ELIMINATI IN 7 STRUTTURE (77800 pezzi = 48% del
totale usato in azienda)
nei laboratori protetti viene giustificato l’utilizzo nel
rispetto delle disposizioni legislative
(9100 pezzi = 5% del totale usato in azienda)
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Conclusioni
nella maggioranza dei casi non è previsto l’uso dei
sovrascarpe come DPI necessari al tipo di isolamento
adottato (via aerea, contatto…)
quando usati su pavimenti bagnati, al fine di
mantenere il pavimento pulito, mettono gli operatori
a rischio caduta.
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Indicatore
Anno 2014 = pezzi 328100 Vs Anno 2015 = pezzi 281500
riduzione del 15%
La riduzione non è significativa quindi
Correttivo
STOP CONSEGNA DA MAGAZZINO
Elencando strutture e servizi che possono mantenere un quantitativo minimo
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Correttivo Ambulatori
l’uso di sovrascarpe per i pazienti
ambulatoriali esterni riconsiderando e
distinguendo gli spazi attigui al Servizio
(corridoi, sale attesa, studi) dai locali
destinati ad interventi/procedure (sale a
bassa carica batterica)
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Correttivo Sale operatorie
consumi in 6 mesi
33900
Condividere e regolamentare l’uso
distinguendo spazi e locali
In sala operatoria si entra solo con divisa
pulita e calzature pulite dedicate
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PRATICA
3
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RIDURRE AL MINIMO
LA DURATA
DELLA CATETERIZZAZIONE
VESCICALE
PRATICA
3
SANSOLDO Norma
Gruppo di lavoro:
Galizio Maddalena
Cavallo Alda
Dogliotti Daniele
Occelli Paola
Conti Andreina – Studente CLI
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premessa
Le Linee guida CDC 2009 indicano come motivi di
appropriatezza per mantere il catetere vescicale a
permanenza:
1. Ritenzione urinaria acuta/ostruzione vescicale
2. Monitoraggio intensivo
3. Presenza di lesioni cutanee III-IV stadio
4. Mantenimento comfort a fine vita
5. Utilizzo perioperatorio per selezionate procedure
chirurgiche
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Indagine preliminare
Degenze coinvolte: geriatria e cure intermedie, ematologia,
gastroenterologia, mal. Infettive, medicina specialistica 1 e 2,
Medicina Interna S. Croce e Carle, ematologia
Periodo di osservazione: 24 agosto – 13 settembre 2015
Elaborazione e somministrazione di schede di monitoraggio
riguardanti:
- Motivo del posizionamento del catetere vescicale
- Motivo del mantenimento c.v.
- Valutazione post rimozione c.v di segni e sintomi
-
50 pazienti coinvolti
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Elaborazione strumento – fasi Revisione della letteratura
Condivisione con gruppo di lavoro ristretto
Condivisione con i coordinatori e
implementazione
Coinvolgimento del personale
infermieristico nella raccolta dati
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Risultati
DEGENZA
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Risultati
Media dei giorni di osservazione: 6.18 giorni
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Risultati
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Motivo posizionamento catetere vescicale
MONITORAGGIO DIURESI GIORNALIERO
MONITORAGGIO DIURESI GIORNALIERO PZ INCONTINENTE
RITENZIONE URINARIA
10
2
19
ESAME RADIOLOGICO
1
SEPSI
1
INTERVENTO CHIRURGICO
3
MONITORAGGIO DIURESI INTENSIVO
4
AUTORIMOZIONE
1
Non riferito
3
RISCHIO LESIONI DA PRESSIONE
1
STATO DI COSCIENZA ALTERATO: COMA
1
AFASIA
1
MONITORAGGIO DIURESI GIORNALIERO PZ INCONTINENTE E ALLETTATO
1
INCONTINENZA
1
MONITORAGGIO DIURESI GIORNALIERO E RACCOLTA URINE
1
TOT
50 ”
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INAPPROPRIATEZZA
Risultati
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Prospettive prossime e future
Elaborazione di uno strumento basato
sulle evidenze di letteratura da utilizzare
in via ordinaria e da allegare alla
documentazione sanitaria per la
valutazione dell’appropriatezza di
inserimento e del mantenimento del
catetere vescicale.
Test dello strumento a fine primavera 2016
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PRATICA
4
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EVITARE L’USO
DEI GUANTI IN MODO
INAPPROPRIATO
PRATICA
4
NASI Lorella
CORRADI Rosetta
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Inizio progetto:
• Settembre 2015
Argomento:
• utilizzo dei guanti non sterili (nitrile e
vinile)
Strutture coinvolte:
• tutte le Strutture Sanitarie dell’A.O. S.
Croce e Carle
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Evidenze e considerazioni sull’uso dei guanti
È consigliabile che il personale sanitario indossi i guanti
per due motivi principali:
1.impedire la trasmissione dei microrganismi
potenzialmente patogeni, residenti o presenti
temporaneamente sulle mani del personale, che li
veicola ai pazienti e da paziente a paziente
2.ridurre il rischio che gli operatori sanitari acquisiscano
le infezioni dai pazienti
WHO. Guidelines on Hand Hygiene in Health Care, 2009
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Evidenze e considerazioni sull’uso dei guanti
L’uso non necessario dei guanti in situazioni
in cui ciò non è raccomandato rappresenta
una perdita di risorse senza
necessariamente portare ad una riduzione
della trasmissione crociata e
può ridurre le opportunità
di igiene delle mani
WHO. Guidelines on Hand Hygiene in Health Care, 2009
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Obiettivi
Utilizzare i guanti in modo appropriato garantendo a
pazienti e operatori un livello di sicurezza adeguato
ed assicurando la corrispondenza fra il guanto
utilizzato e l’attività da svolgere
Garantire consumi congrui e contenere i costi
utilizzando, a parità di sicurezza e prestazioni, il
guanto a costo contenuto ed evitando l’uso di guanti
per le attività che non lo richiedono.
Ridurre tra gli operatori sanitari le malattie
professionali da guanti e le reazioni avverse tra i
pazienti.
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Consumi 2015
NITRILE
VINILE
Guanti
6.888.500 pezzi
237.300 pezzi
Costo
220.870 €
4.858 €
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Fasi del progetto
Analisi delle norme, delle indicazioni d’uso dei
dispositivi e della bibliografia internazionale
Censimento delle procedure elaborate dall’A.O.
Analisi dei consumi: quantità consegnata a ciascuna
Struttura sanitaria, distinta per tipologia di guanto
(nitrile, vinile), nel periodo 1 gennaio 2015 – 30
giugno 2015
Confronto con Medico Competente, Responsabile
Servizio di Prevenzione e Protezione, Dirigente
Medico Direzione Sanitaria di Presidio per
condividere le indicazioni di utilizzo dei guanti.
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Elaborazione di
uno strumento di
sintesi (bundle)
con indicazioni
d’uso
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Fasi del progetto
Trasmissione dello strumento elaborato a
tutte le Strutture Sanitarie (gennaio 2016)
Monitoraggio dei cambiamenti conseguiti alla
diffusione delle indicazioni d’uso
Valutazione dei consumi nel periodo 1
gennaio 2016 - 30 giugno 2016 al fine di
registrare i cambiamenti nell’utilizzo dei
guanti sanitari.
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Valutazione consumi: risultati attesi
Guanti vinile
Guanti nitrile
Totale guanti utilizzati
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PRATICA
5
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EVITARE IL DIGIUNO
PROLUNGATO
NEL POST CESAREO
PRATICA
5
FERRERO Federica
BELAFATTI Rosella
Presentano
Inf. Martini Lucia Ost. Caula Francesca
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OBIETTIVO
Dimostrare che l’alimentazione precoce post TC
non è associata all’aumento dei sintomi
gastrointestinali o dell’ileo paralitico.
FASI
1.
2.
3.
4.
Analisi della letteratura
Attuazione del progetto di ricerca
Analisi dei risultati
Stesura del protocollo
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FASI
Analisi della letteratura
L’alimentazione precoce dopo TC:
Attuazione del progetto di
ricerca
non è associata ad eventi avversi;
Analisi dei risultati
Stesura del protocollo
comporta:
• maggiore soddisfazione materna,
• deambulazione precoce,
• maggiore autonomia nella gestione del
neonato,
• degenza ridotta.
1.
2.
3.
4.
Orji EO, Olabode TO, Kuti O, Ogunniyi SO. A randomised controlled trial of early initiation of oral feeding after cesarean
section. J Matern Fetal Neonatal Med. 2009 Jan;22(1):65-71.
Masood SN, Masood Y, Naim U, Masood MF. A randomized comparative trial of early initiation of oral maternal feeding
versus conventional oral feeding after cesarean delivery. Int J Gynaecol Obstet. 2014 Aug;126(2):115-9. doi:
10.1016/j.ijgo.2014.02.023. Epub 2014 Apr 29.
Huang H, Wang H, He M.Early oral feeding compared with delayed oral feeding after cesarean section: a meta-analysis. J
Matern Fetal Neonatal Med. 2015 Mar 10:1-7.
Fitzgerald JEF, Ahmed I. Systematic review and meta-analysis of chewing-gum therapy in the reduction of postoperative
paralytic ileus following gastrointestinal surgery. World J Surg. 2009 Dec;33(12):2557-66.
Progetto Aziendale 2016: “FARE DI PIÙ
PIÙ NON SIGNIFICA FARE MEGLIO. LE PRATICHE AD ALTO RISCHIO DI INAPPROPRIATEZZA”
INAPPROPRIATEZZA”
FASI
Periodo di svolgimento:
• Giugno-Dicembre 2015
1.
2.
3.
4.
Analisi della letteratura
Attuazione del progetto di
ricerca
Analisi dei risultati
Stesura del protocollo
Campione:
• 60 pazienti sottoposte a TC
Caso:
• 30 pazienti (15 TC elettivo e 15 TC urgente) Alimentazione
precoce
Controllo:
• 30 pazienti (15 TC elettivo e 15 TC urgente) Alimentazione
standard
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PIÙ NON SIGNIFICA FARE MEGLIO. LE PRATICHE AD ALTO RISCHIO DI INAPPROPRIATEZZA”
INAPPROPRIATEZZA”
ALIMENTAZIONE STANDARD
ALIMENTAZIONE PRECOCE
Dopo la canalizzazione:
Minestrina e frutta cotta
Dopo 48 ore:
Dieta I° livello
Dopo 72 ore:
Dieta libera
Dopo 6 ore:
Liquidi chiari
Dopo 12 ore:
Minestrina e frutta cotta
The con fette biscottate
Dopo 24 ore:
Dieta I° livello (per 24 ore)
Dopo 48 ore:
Dieta libera
Uso del Chewing-gum consigliato nel
post intervento per circa 30’ 3-4 volte al
giorno fino alla ripresa della peristalsi.
Terapia infusionale:
N° 2 PERI 2000cc a 100-120 ml/h
(durata complessiva 36-40 ore)
Rimozione catetere vescicale
al termine della terapia infusionale
Terapia infusionale:
N° 1 PERI 2000cc a 120 ml/h
(durata complessiva 16 ore)
Rimozione catetere vescicale
al termine della terapia infusionale
(entro 24 ore dall’intervento)
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INAPPROPRIATEZZA”
Nel gruppo trattato con l’alimentazione precoce:
> soddisfazione materna
Rimozione anticipata del Foley
Precoce ripresa:
FASI
Analisi della letteratura
Attuazione del progetto di
della peristalsi
ricerca
Analisi dei risultati
della deambulazione
Stesura del protocollo
< ricorso a:
terapia farmacologica antalgica
Esami strumentali diagnostici
1.
2.
3.
4.
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INAPPROPRIATEZZA”
Attuazione del protocollo a partire
da Dicembre 2015
FASI
1.
2.
3.
4.
Analisi della letteratura
Attuazione del progetto di
ricerca
Analisi dei risultati
Stesura del protocollo
CONCLUSIONI
La precoce ripresa dell’alimentazione per OS dopo TC:
È ben tollerata e non è associata a maggior rischio di
complicanze.
Comporta maggiore soddisfazione materna, precoce
deambulazione e degenza ridotta.
Assicura alle puerpere un maggiore apporto calorico, utile
per la guarigione della ferita e per la ripresa in generale e
per la produzione di latte.
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69
Corso di Laurea Magistrale in Scienze Infermieristiche e Ostetriche
PRATICA
6
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EVITARE DI USARE I SUPPORTI
NUTRIZIONALI ORALI (ONS) SENZA
PARERE DIETOLOGICO
PRATICA
6
MARRAS Salvatorina
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BACKGROUND
Il consumo di integratori è indicato in caso di:
Necessità di nutrizione “controllata”
Quando l’alimentazione non è sufficiente
Quando il supporto con alimenti naturali non soddisfa i fabbisogni
Una volta stabilito l’obiettivo nutrizionale, occorrerà adottare le opportune
strategie per raggiungerlo con un adeguato counselling dietistico
Revisione dell’alimentazione per os in termini di composizione qualiquantitativa
La prescrizione di Integratori
Programma nutrizionale
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BACKGROUND
L’alimentazione spontanea può risultare insufficiente:
per riduzione delle ingesta
per aumento dei fabbisogni;
può risultare inadeguata in caso di malassorbimento
L’uso degli integratori può essere appropriato se:
si ha conoscenza dei prodotti
se si individuano quelli con contenuti nutrizionali più appropriati nelle
differenti situazioni ciniche.
Al fine di rendere più tempestivo un intervento nutrizionale è opportuna
l’identificazione precoce, all’ingresso in ospedale, dei soggetti malnutriti
o a rischio di malnutrizione.
Sono disponibili in Letteratura varie tipologie di test di screening, suggeriti
per differenti setting terapeutici e differenti tipologie di pazienti.
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OBIETTIVO
Obiettivo di questo lavoro è
l’individuazione precoce dei pazienti a rischio di malnutrizione attraverso
l’applicazione di test di screening adeguati .
l’impostazione di interventi nutrizionali secondo le attuali LLGG internazionali,
riservando la suplementazione nutrizionale con integratori ai soli pazienti
individuati dal personale specializzato della SC di Dietetica e Nutrizione Clinica.
Tali obiettivi possono essere raggiunti con l’applicazione di un test di screening
nutrizionale che sarà somministrato a tutti i pazienti ricoverati entro le prime
48 ore.
A tal fine sarà utilizzato il Test Malnutrition Screening Tool (MST), scelto per la
sua facile applicabilità da parte del personale infermieristico delle strutture.
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TEMPI DI RACCOLTA DATI
Lo strumento di ricerca verrà somministrato
all’interno delle strutture complesse dal
21/03/16 per un periodo sperimentale di 6
mesi.
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CRITERI DI INCLUSIONE/ESCLUSIONE
Nel progetto saranno inseriti tutti i pazienti ricoverati
nelle strutture identificate:
S. Croce
Carle
Ematologia, Gastroenterologia, Medicina
Interna 5° p.
Geriatria, Medicina specialistica 1, Malattie
Infettive
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MODALITA’ DI RACCOLTA DATI
Il personale infermieristico dovrà eseguire al momento del
ricovero, la rilevazione del peso corporeo di tutti i pazienti,
al fine di rilevare un eventuale calo ponderale e, tramite
l’applicazione dello screening, individuare lo score del caso e
definire il tipo di intervento da attuare.
Se sarà necessario l’intervento del dietista per una valutazione nutrizionale,
questa può comportare sia la scelta:
• dell’integratore (ONS)
• che l’inserimento di spuntini integrativi del pasto.
pasto
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PRESENTAZIONE DELLO STRUMENTO DI RICERCA
Allo scopo di raggiungere gli obiettivi prefissati, è stato individuato il
Malnutrition Screening Tool (MST), uno strumento semplice,
facilmente applicabile dal personale infermieristico, sviluppato e
•
validato per i pazienti ospedalizzati.
Lo strumento di rilevazione dei dati si articola in 2 step:
step
Il 1°Step consiste in tre domande riguardanti l'appetito e la perdita di peso
recente non intenzionale
Nel 2°Step viene definito il punteggio ed il tipo di intervento da adottare.
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Step 1
1.
MALNUTRITION SCREENING TOOL (MST)
Il paziente ha perso peso involontariamente negli ultimi 3 mesi ?
Punteggio
No
Non sa
0
2
2. Se si, quanto peso ha perso?
0,5 Kg – 5 Kg
> 5 Kg – 10 Kg
> 10 Kg – 15 Kg
> 15 Kg
1
2
3
4
Punteggio Peso
3. Il paziente ha ridotto l’alimentazione per mancanza di appetito?
0
1
No
Si
Punteggio Appetito
Totale Punteggio Peso + Appetito
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Step 2
MALNUTRITION SCREENING TOOL (MST)
Punteggio
0
NO RISCHIO MALNUTRIZIONE
Si evidenzia una lieve riduzione delle ingesta
senza perdita di peso. NESSUN INTERVENTO
Punteggio
Punteggio
Punteggio
BASSO RISCHIO MALNUTRIZIONE
Counselling infermieristico
2 MEDIO RISCHIO MALNUTRIZIONE
Se le condizioni cliniche che hanno portato al
punteggio 2 dovessero persistere: richiedere
il Counselling dietistico (Ippocrate)
3 ELEVATO RISCHIO MALNUTRIZIONE
1
INTERVENTO NUTRIZIONALE
richiedere precocemente la consulenza
dietistica/dietologica (Ippocrate)
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e domani….
si continua e si ricomincia ….
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INSERIAMO
LE
PROFESSIO
NI
SANITARIE
MANCANTI
???
INFERMIERI PEDIATRICI
TSLB
TSRM
PSICOMOTRICISTI
TECNICO DI
NEUROFISIOPATOLOGIA
FISIOTERAPISTI
Altri…
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Riferimenti
del DIPSA e dell’Ufficio Qualità e
Comunicazione
INDIRIZZI MAIL
[email protected]
[email protected]
[email protected]
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SITO ITALIANO DI RIFERIMENTO
http://www.slowmedicine.it/fare-di-piu-non-significa-faremeglio/pratiche-a-rischio-di-inappropriatezza-in-italia.html
Progetto
Aziendale 2016: “FARE DI PIÙ
PIÙ NON SIGNIFICA FARE MEGLIO. LE PRATICHE AD ALTO RISCHIO DI INAPPROPRIATEZZA”
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Per il proprio paziente non si deve
fare tutto ciò che è umanamente
possibile, ma solo tutto ciò che è
scientificamente corretto
William Osler
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