Ayahuasca pianta allucinogena

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Ayahuasca pianta allucinogena
L’ECO DI BERGAMO
Città 23
VENERDÌ 22 MAGGIO 2015
Allarme, sbarca a Bergamo
l’allucinogeno degli sciamani
Nepal, allo stadio
raccolti 9 mila euro
per la campagna Cai
Su Facebook . Annunciato un «ritiro» con uso di ayahuasca, sostanza
dagli effetti pericolosi. Il caso del bergamasco morto in Brasile nel 2013
Donazioni
MARTA TODESCHINI
La promessa è quella
di un’«espansione della coscienza», «risposte contundenti
e soluzioni reali ai problemi»,
ma lo strumento usato per raggiungere questo «superamento
personale», l’ayahuasca, è destinato a far discutere: si tratta di
un potente allucinogeno, droga
ricavata da una pianta che cresce nella foresta dell’Amazzonia
in Brasile. Un decotto (l’ayahuasca, conosciuta anche come yajé
o daime) e un Paese, il Brasile,
che rimandano alla tragica morte proprio di un bergamasco, avvenuta due anni fa.
Da qualche giorno circola su
Facebook l’annuncio di un appuntamento genericamente
programmato da venerdì a domenica a Bergamo (il luogo preciso resta top secret), un ritiro di
evoluzione interiore guidato
dall’équipe di Ayahuasca International. L’«esperienza unica»,
come viene definita dagli organizzatori, non nasconde che durante i tre giorni verrà utilizzata
l’ayahuasca, «una delle medicine sciamaniche più potenti – si
legge ancora su fb –, con una focalizzazione professionale e psicoterapeutica che sta arrivando
a migliaia di persone di tutto il
mondo». La «medicina» consumata nel corso di sessioni terapeutiche individuali o di gruppo
è in realtà un allucinogeno: se la
Foglie di ayahuasca durante la lavorazione
liana endemica della foresta tropicale amazzonica (Banisteripsis caapi) utilizzata per estrarne
il decotto di per sé non provoca
alterazioni della coscienza, le foglie che gli sciamani vi associano
– la Psychotria viridis e la Diplopterys cabrerana, due piante
conosciute con il nome di chacruna – contengono invece un
alto tenore in dimetiltriptamina
(Dmt), principio attivo che genera le visioni. «Un mix che alte-
ra completamente le percezioni
psichiche – spiega il direttore
del Dipartimento dipendenze
dell’Asl di Bergamo, Marco Riglietta –: siamo in una situazione al limite: il Dmt è sostanza illegale fuori di dubbio».
Ai suoi pesanti effetti è stata
attribuita la morte di Nicola Fumagalli, il quarantenne fisioterapista di Città Alta precipitato
dal decimo piano di un albergo a
Brasilia alla fine del gennaio del
2013. Affiliato al centro «Jardim
de Juramidam» del Comune di
Alto Paraíso de Goiás, si trovava
nel Paese carioca per il festival
annuale del Santo Daime,
l’ayahuasca appunto. La stessa
fine di una ragazza francese che,
tornata a Parigi anni prima, dopo un soggiorno brasiliano in cui
aveva bevuto ayahuasca, si era
gettata dalla finestra morendo
sul colpo.
Ma quanto è diffusa la droga
degli sciamani? Difficile dirlo:
«Questi fenomeni sono la punta
di un iceberg difficilmente censibile, ma parecchio diffuso –
spiega don Alberto Monaci, direttore dell’Ufficio per la pastorale dei movimenti religiosi alternativi –, sia nell’ambito della
cura, sia in quello del benessere
e della meditazione. Più avanza
un contesto di secolarizzazione,
più ci si avventura in proposte
alternative, cercando risposte a
domande che magari non si sono mai poste alla propria religione d’origine».
Il training del fine settimana
si propone «con una focalizzazione professionale e psicoterapeutica», tema sul quale don
Monaci mette «in guardia da un
certo dilettantismo: in questi
percorsi c'è tutto un risvolto di
rilettura del vissuto familiare,
dei traumi, che esige un’approfondita preparazione».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
La raccolta dei tifosi
al Comunale in occasione
della partita Atalanta-Lazio
di due settimane fa
In occasione della partita Atalanta-Lazio di due settimane fa sono stati raccolti 9 mila
euro in favore della popolazione
nepalese colpita recentemente
da un terremoto che ha provocato la morte di oltre 9 mila persone. A tutti gli ingressi dello stadio sono state posizionate cassette per le offerte, interamente
versate al Cai di Bergamo a sostegno dell’iniziativa «Per gli
Amici del Nepal». Il Club alpino
italiano della sezione cittadina
si sta infatti occupando di una
raccolta fondi a livello nazionale
che servirà a dare un aiuto concreto alle persone colpite dalla
tragedia e «per mettere in campo interventi coordinati, evitando la dispersione di energie e risorse»: «La somma raccolta grazie al sostegno della Curva Nord
– commenta il presidente Cai di
Bergamo Piermario Marcolin –
servirà a finanziare interventi
mirati, grazie al confronto con i
nostri alpinisti che rientreranno dal Nepal e ci indicheranno le
necessità più urgenti. In attesa
di un piano specifico, voglio ricordare che la campagna è ancora attiva e quindi si può continuare a contribuire direttamente sul conto presso il Credito
Bergamasco in Porta Nuova o rivolgendosi personalmente alla
nostra sede in via Pizzo della
La Nord durante Atalanta-Lazio
Presolana per tutte le informazioni necessarie».
«L’idea di sostenere attivamente la campagna Cai – sottolinea Alfio Zanga, portavoce della Curva Nord – nasce dalla tradizione della Curva di sostenere
chi sta attraversando un momento difficile. Volevamo aiutare i nepalesi con una realtà seria
che garantisse l’arrivo dei fondi a
queste persone e abbiamo considerato la campagna del Cai più
che valida. La colletta ha riguardato tutto lo stadio e non solo la
Curva e siamo fieri di questa iniziativa».
Chi volesse aderire alla sottoscrizione può versare il suo contributo sul conto del Credito
Bergamasco «Cai Bergamo –
Emergenza Nepal» con il seguente codice Iban IT
50E0503411121000000037397
oppure direttamente alla segreteria Cai di via Pizzo della Presolana in orario di apertura.
Laura Arrighetti

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