Piet Mondrian - Laboratorio 1 On Line
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Piet Mondrian - Laboratorio 1 On Line
Francesco Buggea Federica Franzò Mattia Giugno Ludovico Leone Chiara Lombardo Francesca Valastro Piet Mondrian 1872 - 1944 Dalla figurazione al segno • Inizia a dipingere paesaggi in Olanda ispirato dall’impressionismo. • nel 1912 si trasferisce a Parigi dove conosce il Cubismo che inserisce nelle sue composizioni. • Nel 1917 comincia a disegnare le prime opere con rettangoli di colore puro su fondo bianco che rielabora poi per tutta la vita. • È il fondatore e la guida del gruppo neoplastico. • Nel 1940 lascia Parigi per andare a New York dove esegue varie serie tra cui : New York City e Boogie-Woogie. L’albero rosso, 1908 L’albero, immerso in una cromia azzurro violetta ,che ne esalta le scintillanti striature rosse, è come posto fuori dal tempo in un’atmosfera ancora debitrice della pittura di Van Gogh, al quale si rifanno anche le pennellate nervose. L’ALBERO ROSSO L’albero grigio, 1911 Qui il richiamo al dato naturale appare fortemente attenuato: il tronco inarcato e i rami spogli, che invadono il quadro fino ai suoi bordi, si risolvono in un intreccio di linee verticali orizzontali e curve di ellissi e semicerchi. La tavolozza di tonalità grigia argentea confonde il cielo e il terreno. L’ALBERO ROSSO l’ALBERO GRIGIO Il melo in fiore, 1912 Qui l’albero è scomparso. Ha lasciato di se le linee curve dei rami che non sono più unite al tronco. Ma i colori verdi, azzurro e ocra permettono all’osservatore di vedere l’albero li dove dovrebbe essere e dove invece esso si confonde con l’ambiente circostante. L’ALBERO ROSSO l’ALBERO GRIGIO IL MELO IN FIORE ‘‘l’aspetto delle cose in natura cambia, mentre la realtà rimane costante. C’è quindi un qualcosa che non muta mai ed occorre pertanto che la pittura si sganci dai particolari per diventare una chiara espressione dell’universale.’’ P. Mondrian Campanile a Doemburg 1919 1909 1914 La stessa evoluzione stilistica si riscontra in ‘’Campanile a Doemburg’’, dove da una pittura pseudo realistica si passa ad una scomposizione totale della figura stessa. Il completo distacco dalla realtà La sua continua ricerca lo porta al di là della realtà. Egli immagina il mondo come una struttura di semplici segmenti ortogonali neri. In molo-oceano abbandona la figurazione e il colore per raggiungere una sottile allusione al molo dato dai tratti verticali che si insinuano tra i segmenti orizzontali che, a loro volta, si perdono nell’oceano della tela, individuando una forma ovale nello spazio infinito. ‘‘Ho visto l’oceano come una serie di + e di – ’’ P.Mondrian Composizione n.10 (molo-oceano), 1915 La riduzione all’essenzialità I tre colori primari rappresentano l’essenza elementare di tutte le possibili variazioni di colore. Grazie alla collaborazione con Theo van Doesburg, l’artista approda al Neoplasticismo caratterizzato da un forte astrattismo geometrico. Nelle sue composizioni utilizza larghe linee rette nere ortogonali che attraversano la tela: nei quadri cosi ricavati inserisce i colori primari stesi in modo liscio e compatto. L’utopia di un nuovo modo di vivere Negli ultimi anni della sua vita Mondrian continua la sua ricerca astratta in favore di una società che unisca il materiale e lo spirituale in maniera armonica. Abbandona completamente le rigide linee nere in favore del giallo e di un andamento più frenetico recando omaggio ai vertiginosi grattacieli di Manhattan. Broadway Boogie-Woogie, 1942 Victory Boogie-Woogie, 1944 Per l’ultimo quadro della sua vita, rimasto incompiuto a causa della sua morte, Mondrian sceglie il formato a losanga. L’artista vuole celebrare la vittoria della guerra che non potrà vedere di persona. Le tacche di colore si susseguono molto rapide come le bandierine di una gioiosa parata.