Il volto bello della Chiesa e del paese
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Il volto bello della Chiesa e del paese
sotto i riflettori Segno nel mondo 2010 - Supplemento - Sommario GUARDANDO AVANTI/GIOVANISSIMI Il volto bello della Chiesa e del paese di Maurizio Semiglia oi siete il volto bello della Chiesa e del paese! Con queste parole, risuonate più volte nel corso della giornata, sono stati salutati i 100 mila presenti in piazza San Pietro e gli oltre 50 mila, giovanissimi ed educatori, che hanno gremito piazza del Popolo il pomeriggio del 30 ottobre. Ed è stato davvero così! Negli sguardi, nei sorrisi e nei volti dei partecipanti si univano l’emozione dell’incontro, il desiderio di vivere da protagonisti, la gioia del sentirsi parte della vita associativa, le speranze per la Chiesa e per le nostre città. I giovanissimi di piazza del Popolo sono adole- V scenti come tanti, che amano la vita, che non si accontentano di ciò che è scontato, che si interrogano – e ci interrogano – sul senso profondo dell’esistenza e della fede, che vogliono provare a guardare oltre ciò che è ordinario e superficiale per vedere davvero quel “di più” che ha fatto da sfondo al nostro incontro; sono giovanissimi, per citare mons. Sigalini, che «non vogliono mediocrità, ma sogni e voli alti». È stato un pomeriggio intenso, quello del 30 ottobre: un pomeriggio fatto di musica e di testimonianze, di incontri e di messaggi forti: oggi, di quel pomeriggio, sotto i riflettori restano le immagini dell’entusiasmo con cui abbiamo salutato Cesare Prandelli e cantato l’inno nazionale, il silenzio che ha accompagnato l’esibizione di Simona Atzori, il ricordo maturato dalle parole di Luca Zingaretti, il consenso che è seguito al messaggio di don Ciotti; ma anche il coinvolgimento nelle esibizioni di Vecchioni, dei Suoni fuori le mura e di Pietro Napolano e nei momenti di animazione e di festa. Insieme ai ricordi, però, nella mente e nei cuori di chi ha partecipato all’incontro nazionale rimane, senza dubbio, la passione dei giovanissimi e il loro desiderio di essere protagonisti nella società, in Ac e nella Chiesa. I giovanissimi di piazza del Popolo, possiamo dirlo, vogliono davvero cogliere l’invito di Gesù ad essere sale della terra e luce del mondo, consapevoli delle difficoltà che questo comporta, ma anche di non essere soli e di camminare insieme a I 11/122010supplemento tanti compagni di viaggio con cui condividere le tappe dell’adolescenza. I giovanissimi di piazza del Popolo vogliono imparare l’arte del vero amore (dalle parole di Benedetto XVI) anche quando ciò significa superare i modelli di amore ridotto a consumo che internet e alcuni media talvolta ci propongono. Ma soprattutto, i giovanissimi di piazza del Popolo sono adolescenti che non si accontentano, ma esigono risposte dal paese e dalla Chiesa e chiedono a noi, giovani e adulti, di non sopprimere le loro speranze, ma di aiutarli a crescere alimentando il loro desiderio di futuro. Di qui, allora, comprendiamo l’impegno che il 30 ottobre lascia all’associazione dei prossimi anni: un’associazione che sa prendere per mano ragazzi e giovanissimi, comprendendone le potenzialità e i limiti, fatta anche di educatori che sappiano cogliere in pieno l’invito del Papa a essere servitori della loro gioia. Dobbiamo senza dubbio, se ancora ce ne fosse bisogno, riacquisire la consapevolezza che gli adolescenti non sono un “problema” che la società deve arginare, ma una risorsa che dobbiamo valorizzare e aiutare a crescere. Questo ci lascia il pomeriggio a piazza del Popolo: l’immagine di giovanissimi, del nord come del sud, con alle spalle storie diverse, gioie e sofferenze comuni, che non si arrendono alla disillusione e che chiedono di trovare il loro spazio nella società. Non tarpiamo le ali ai sogni dei giovanissimi, ma aiutiamoli a colorare la propria vita con attese e desideri di bene; non riduciamo le loro speranze all’individualismo; aiutiamoli a conoscere e ad amare innanzi tutto sé stessi affinché la vita di ciascuno diventi un dono per gli altri e per la società; proviamo a mostrare loro un orizzonte più ampio, che si apra al quartiere, alle città e al mondo intero e accompagniamoli nella presa di coscienza che il contributo di ciascuno diviene indispensabile al bene comune; sosteniamoli nei momenti difficili e favoriamo l’incontro personale di ognuno di loro con il Signore risorto. A Lui i giovanissimi di piazza del Popolo hanno gridato il loro sì quando mons. Sigalini li ha raccolti per la benedizione. Il suono potente di quel sì è l’espressione più bella dell’impegno di ciascuno a seguire Gesù sulla strada, a lasciarsi toccare il cuore da Lui, per dare finalmente un nome e un g volto al “di più” della nostra vita. ■ 19