Boulangerie Ouagadougou
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Boulangerie Ouagadougou
1 Boulangerie Maco Ogni giorno pane fresco al carcere di Ouagadougou Il Burkina Faso è uno dei paesi più poveri del mondo. È il sesto paese del mondo con il più basso Indice di Sviluppo Umano. Il 56.5% della popolazione vive sotto il livello di povertà nazionale. L’80% della popolazione vive nelle campagne, dove la popolazione è principalmente occupata nell’agricoltura di sussistenza e di questa il 94% non ha accesso ad impianti igienici adeguati. In corrispondenza di un tasso di crescita della popolazione del 3,1%, si sta assistendo a un rapido aumento della popolazione delle città. La città di Ouagadougou, la capitale, ha circa 1.3000.000 abitanti e raccoglie la maggior parte della popolazione urbana del paese. Con un tasso di crescita del 5% la popolazione urbana in Burkina Faso è in continuo aumento a causa delle migrazioni dalle campagne di giovani in cerca di lavoro. Fino ad oggi si è registrata la tendenza a un'occupazione sempre più forte e uniforme dello spazio, fenomeno questo che aumenta ulteriormente la pressione sul territorio. L’accentuata pressione sul territorio a causa della continua crescita della popolazione e la scarsità di risorse naturali, rende difficile un rapido sviluppo del paese. Il sistema di salute nazionale è inefficiente; la speranza di vita alla nascita della popolazione è di 52,3 anni di vita. La mortalità infantile sotto i cinque anni è di 176 ogni mille nati vivi. La storia I francesi iniziarono la colonizzazione della regione del Burkina Faso nel 1896, trasformandolo, nel 1898, in protettorato, che venne annesso, con agli odierni Senegal e Niger all'Africa Occidentale Francese. Nel 1919, il Burkina Faso, con il nome di Alto Volta, divenne una colonia separata che ottenne l'autogoverno solo nel dicembre 1958. Due anni dopo la Francia concesse l'indipendenza. Come per molti altri stati africani, il periodo successivo 2 all'indipendenza è stato caratterizzato da una forte instabilità politica. Un primo colpo di stato, nel 1966, portò al potere i militari fino al 1978. Il secondo colpo di stato, nel 1980, fu messo in atto da Saye Zerbo. Nel 1983 venne arrestato Thomas Sankara, già primo ministro, ma a seguito di ciò si scatenarono numerose rivolte popolari che portarono al potere proprio quest'ultimo. Sankara cercò di cambiare radicalmente il paese, in primis dal nome cambiato da Alto Volta a Burkina Faso, ed attuò una serie di vaste riforme sociali. Sankara sarà ricordato anche per essere stato il primo presidente africano ad aver denunciato la piaga dell'AIDS, oltre che per le sue numerose critiche ai paesi più sviluppati sul problema del debito estero degli stati africani. Sankara verrà fatto uccidere nel 1987 dal suo vice Blaise Compaoré. Il 31 ottobre 2014, dopo un'ampia sollevazione popolare, Compaoré si è dimesso lasciando il posto ad una giunta militare provvisoria presieduta dal colonnello Yacouba Isaac Zida. Michel Kafando, Presidente di transizione, che avrebbe dovuto portare il Paese alle elezioni del 15 ottobre 2015, è stato allontanato con il colpo di stato del 17 settembre 2015. LA PRESENZA CAMILLIANA IN BURKINA L’opera dei Camilliani in Burkina Faso è iniziata dall’ottobre 1966. Ad invitarli era stato il cardinal Paolo Zoungrana, arcivescovo di Ouagadougou. L’impegno principale si focalizza nel settore sanitario con i centri medici di Ouagadougou e Nanoro, con il CANDAF, centro di accoglienza per malati terminali e il poliambulatorio di Kossam. L’impegno sociale camilliano spicca in modo particolare in due attività pastorali. La prima viene svolta nella cappellania all’Ospedale civile di Ouagadougou, dove si occupano di garantire assistenza sociale ai più poveri fra i malati, fornendo loro medicinali, vestiario, alimenti e aiuto nel disbrigo delle pratiche burocratiche. La seconda, iniziata nel 1982, si sviluppa nella terribile realtà delle carceri di Ouga dove prestano il loro servizio ai circa 1500 carcerati che vivono in situazioni ai limiti della decenza umana. Attività avviata da Padre Celestino, che venne assassinato il 13 ottobre 2001 Il carcere di Ouaga proprio durante una visita alle carceri della capitale da uno dei detenuti. Il suo inspiegabile e assurdo assassinio colpì e commosse l'intera città di Ouagadougou. Non per questo però l’opera dei Camilliani venne meno, infatti, hanno continuato ad operare in questa ed altre realtà della capitale per portare il loro aiuto. 3 Il CONTESTO DEL PROGETTO In questi ultimi anni si è assistito ad un graduale miglioramento della condizione carceraria in Burkina Faso, almeno per quello che riguarda l’affermazione dei principi di base. La seconda conferenza panafricana sulla riforma penale e le prigioni in Africa, tenutasi a Ouagadougou tra il 18 e il 20 settembre 2002, ha spinto per rendere le carceri e i sistemi legali più umani ed efficienti. La maggior parte dei Paesi africani sta ristudiando le proprie procedure legali e paralegali per assicurare l’istituzionalizzazione dei diritti e delle libertà. L’esperienza nata nel 2000 a Baporo rappresenta, in questo senso, una vera e propria rivoluzione nel sistema carcerario africano, un’alternativa concreta alla reclusione e un passo in avanti verso il reinserimento sociale. Per rimediare al surplus della popolazione carceraria e favorire il reinserimento sociale dei condannati, il Burkina Faso ha adottato la legge 6/2004 che istituisce il lavoro di interesse generale (Tig, Travail d’intérêt géneral), una pena correttiva alternativa all’imprigionamento: i detenuti sono tenuti a svolgere lavori di pubblica utilità, quali ad esempio raccogliere la spazzatura o costruire strade. Destinatari di questo nuovo provvedimento sono i condannati a una pena inferiore ai 12 mesi, definiti dalla legislazione di scarsa pericolosità per la società. In Burkina queste persone rappresentano la stragrande maggioranza dei reclusi. Il Paese sembra, quindi, intenzionato a seguire le indicazioni generali Il forno dell’Onu sull’esigenza di impartire una formazione professionale utile ai reclusi. Ma in questo clima di incipiente miglioramento delle condizioni di detenzione in Africa vi sono alcune categorie di reclusi ancora fortemente svantaggiati. I più vulnerabili sono i minori, le donne e i malati psichiatrici che sovente vivono una realtà di isolamento, di violenza e di fame. LA PROBLEMATICA I carcerati vivono in spazi molto ridotti e devono pensare da soli, e senza supporti economici, al proprio sostentamento al di fuori dell’unico pasto che viene fornito dalla struttura carceraria, (composto da una porzione di polenta). Le precarie condizioni in cui 4 vivono i carcerati, inoltre, non tendono a migliorare perché lo Stato dal 2002 ha previsto un budget di spesa giornaliera pro-capite per l’alimentazione nelle carceri pari a 10 centesimi di euro. La popolazione carceraria, di cui oltre il 58% Il magazzino della farina è in attesa di giudizio, è nella quasi totalità composta di persone di età inferiore ai 30 anni. In caso di malattia, se i detenuti hanno una famiglia al di fuori che li può sostenere economicamente, possono pagarsi le cure, in mancanza di essa, sono condannati a lasciarsi morire poiché senza possibilità di pagarsi medicinali o ricoveri in ospedale. Per questo motivo la Cappellania cattolica, gestita dai camilliani, ha deciso di dare una possibilità di guadagno ai detenuti, all’interno della struttura stessa, facendogli apprendere un mestiere che potrà poi aiutarli a reinserirsi nella società una volta usciti dal carcere. In memoria di p. Celestino è stata realizzata una panetteria. Attraverso la quale si garantisce la sicurezza alimentare con il miglioramento della razione alimentare giornaliera IL PROGETTO Nella panetteria all’interno del carcere ogni prodotto è fatto a mano, senza l’ausilio di macchinari. I forni presenti sono come quelli situati nei villaggi, (sono realizzati però con materiali più resistenti e duraturi). A turno, divisi in gruppi, i detenuti imparano a fare il pane sotto la guida di due mastri fornai retribuiti. Esso insegna loro il mestiere che gli permetterà di reinserirsi nella società una volta usciti dal carcere. I detenuti così, oltre alla polenta giornaliera, beneficiano del pane tre volte alla settimana, ma non sempre basti per tutti. Il pane prodotto non rimane solo all’interno della prigione, ma viene venduto anche in città e riscuote un forte successo. Ogni mese, vengono acquistati circa 7.000 pani dagli abitanti di Ouaga. La vendita del pane 5 L’attuale responsabile della Cappellania e, quindi, del progetto è p. Alfred Sankara. OBIETTIVI SPECIFICI • Insegnare un mestiere ai detenuti per un futuro reinserimento lavorativo nella società. • Fornire una dieta alimentare più sana ai detenuti. • Fornire ai detenuti una possibilità di mantenimento economico in caso di malattia. BUDGET Costi mensili Salari 2 mastri fornai Salario detenuti lavoratori Pasto lavoratori Legna Farina Lievito Olio Sacchetti Sale Totale mensile €uro 250,00 150,00 90,00 60,00 340,00 18,00 16,00 18,00 10,00 952,00 Costi annuali Incassi annuali dalla vendita del pane Contributo richiesto annuale 11.424,00 5.700,00 5.724,00