Non voleva altro, povera vecchia! La cura Kneipp!
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Non voleva altro, povera vecchia! La cura Kneipp!
Non voleva altro, povera vecchia! La cura Kneipp! Dio mio! Come sono crudeli gli altri medici. Italo Svevo, Degenerazione Ritratto di Sebastian Kneipp, da M. Platen, Die neue Heilmethode. Alle terme è ambientata anche l'azione della già citata commedia Degenerazione in cui il dottor Riccioli, ciarlatano nervrastenico, si accompagna al ricco protagonista grazie ai buoni uffici della madre di questi, che il dottore sa conquistarsi assecondando la sua passione per la cura dell’acqua. Io le feci fare la cura Kneipp e mi conquistai la sua eterna riconoscenza. Almeno a questo mondo la povera vecchia fa qualche cosa. Quando sente parlare di una malattia essa pensa subito: Ecco una malattia che bisogna evitare. Viene da me col libro di Kneipp e cerchiamo la pagina. Acqua! acqua! e la malattia è evitata. L’abate bavarese Sebastian Kneipp (1821-1897), condannato dalla medicina ufficiale per la sua tubercolosi, aveva preso l'abitudine di fare dei bagni gelati nelle acque del Danubio in pieno inverno. Era sopravvissuto e aveva fondato un indirizzo idroterapico ispirato al suo nome che aveva conosciuto uno straordinario successo grazie soprattutto al suo manuale, Meine Wasserkur, strutturato come un dizionario, in cui il lettore può cercare la parte del corpo dolente o l’affezione che ritiene lo affligga e leggervi la terapia proposta in una rosa di spugnature, semicupi, getti d’acqua gelata, bagni nel fieno e passeggiate a piedi nudi. Celebre l’azione del “pestare l’acqua” in un catino su cui Svevo ironizza ancora attraverso il dottor Riccioli: Pestai dell’acqua con un accanimento come se avessi voluto ridurla a polvere. Ne ebbi una flussione al petto che mi fece perdere tutto il rispetto pel buon parroco.