10.Foto Pasqua De Cambia

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10.Foto Pasqua De Cambia
IL COORDINAMENTO ANTI TRATTA FAVOUR E
LOVETH di Palermo
nasce nel 2012 dalla comune e spontanea iniziativa di diverse organizzazioni ed enti
che operano nel territorio di Palermo e che hanno espresso la volontà di avviare un
percorso di rete e contatto volto a tutelare i diritti fondamentali delle giovani donne
straniere vittime di tratta legata allo sfruttamento sessuale. Il coordinamento prende
il nome da due giovani vittime di origine nigeriana.
Gli obiettivi che persegue il coordinamento: costruire un programma di lavoro per
avviare percorsi di riflessione, confronto, prevenzione e contrasto del fenomeno
della tratta; sensibilizzare la cittadinanza sui diritti violati delle donne e minori
sottoposte a condizione di sfruttamento e tratta, ponendo al centro la dignità e la
libertà della persona; richiedere giustizia dinanzi alle istituzioni e autorità competenti
per i casi di violazione dei diritti fondamentali delle vittime della tratta perpetrati sul
nostro territorio.
Obiettivo generale del nostro lavoro come coordinamento è
sensibilizzare la cittadinanza a tutti i livelli (istituzioni, enti, singoli,
scuola ecc.) sul fenomeno del traffico di donne a scopo di
sfruttamento sessuale e in particolare mirare a trasmette due
messaggi fondamentali:
 - la differenza sostanziale tra prostituzione e tratta. E’, infatti,
questo un dei pregiudizi, frutto di totale ignoranza del fenomeno,
più diffusi: il considerare le cittadine straniere presenti in particolare
in alcune zone della nostra città come prostitute. NON di prostitute
si tratta ma di VITTIME di sfruttamento e tratta a scopo sessuale.
Quelle ragazze non hanno scelto di fare quella vita, ma schiavizzate
psicologicamente ed economicamente non hanno alcuna alternativa.
 - il ruolo dei “clienti” come corresponsabili di questo circuito di
violenza/sfruttamento e annichilimento della dignità umana. Quella
dei clienti è sicuramente una realtà sommersa perché tutti ne
parlano, ma nessuno la indaga davvero e, soprattutto, nessuno la
riconosce come una potenziale risorsa reale contro la tratta.
Invitiamo tutti i cittadini a prendere parte a una fiaccolata in memoria delle
giovani donne nigeriane Favour e Loveth, vittime di una violenza brutale.
Per chiedere giustizia e promuovere un’azione di radicale lotta contro lo
sfruttamento della prostituzione e la tratta. Per difendere i diritti fondamentali
di tutte coloro le quali ne sono vittime.
La manifestazione, dal Teatro Massimo raggiungerà il Tribunale, per poi dirigersi
verso la vicina Via Filippo Juvara, dove è stato ritrovato il corpo senza vita di
una delle due giovani.
La manifestazione è promossa dal “Coordinamento Favour – Loveth”*,
recentemente costituito per: richiedere giustizia dinnanzi alle istituzioni ed
autorità competenti per la scomparsa di Favour Nike Adekunle e Loveth
Edward; denunciare pubblicamente i diritti violati delle donne sottoposte a
condizione di sfruttamento, ponendo al centro la dignità della persona;
costruire una rete di lavoro e studio per portare avanti percorsi di prevenzione
e riflessione sul fenomeno della tratta.
Palermo non tratta
“La scuola non tratta”
Incontro con gli Studenti di Scienze
Politiche- Università di Palermo
STOP HUMN TRAFFIKING
PROIEZIONE DEL FILM “LE FIGLIE DI MAMI WATA”
Proiezione del film “Le figlie di Mami Wata”
Presentazione dei libri “500 storie” e “Le
ragazze di Benin City
Sit in presso la redazione di
Repubblica – 17 gennaio 2013
L'ultima storia che ti racconto è quella di mia sorella.
La mia sorella più piccola, quella che adesso ha poco più di vent'anni. Ne aveva quattordici
quando sono partita. Mi ricordo a malapena una ragazzetta magra, con le gambe molto
lunghe. Le treccine nei capelli. Gli occhi grandi così.
Pochi mesi fa mi ha detto che era incinta e che voleva venire in Europa.
Aveva trovato un viaggio, anche lei.
Ha detto: finalmente ho la mia bella occasione.
La sua bella occasione.
Ho chiuso gli occhi e dentro di me una voce ha gridato: non è possibile. Quando mai finirà
questa storia. Quanti anni, quanto dolore, quante morti ci vorranno ancora, prima che la
Nigeria smetta di mandare al macello le sue figlie.
A malapena ho trovato la voce per dire: guarda, se vuoi sognare, sogna.
Ma la realtà qui è ben diversa dai sogni.
Ascolta.
Ho preso il cuore in mano e ho cominciato a parlare. Cos'è la tratta. Che cosa fanno le
ragazze. Come vivono. L'esistenza brutta che fanno.
Era la prima volta che trovavo il coraggio di parlare con qualcuno della mia famiglia; di dire
tutto, tutto!, senza risparmiare un solo dettaglio. Vedi: non potevo tacere, stavolta. E dunque,
con la bocca secca, le ho spiegato tutto come si deve. Le ho detto il freddo e le botte e le
scarpe ridicole e la paura. I venticinque euro e il Ditoi e Itohan trovata da un cane tutta
mangiata dai topi. Non pensare di essere più furba delle altre, ho detto. Non sperare di
essere diversa. Non pensare che a te andrà meglio. Ecco cosa le ho detto. Lei ha solo
chiesto: è successo anche a te. Ho detto: sì. E di venire in Europa non ha più parlato. Devo
proprio dirtelo, che ne sono felice?