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Capitolo primo
LA PESCA DEL TONNO ROSSO
1. Introduzione: note biologiche sulla specie. 2. La pesca del Tonno rosso nel mondo.
3. I principali sistemi di pesca utilizzati. 4. La pesca del Tonno rosso in Italia.
1. INTRODUZIONE: NOTE BIOLOGICHE SULLA SPECIE
Il termine commerciale tonno può essere utilizzato per indicare indistintamente alcune
specie appartenenti alla famiglia degli Scombridi, come il Tonno rosso, il Tonno alalunga e
alcune specie di tonni tropicali (Contò, 1998).
Sono due le specie che si identificano come Tonno rosso: il Thunnus thynnus, diffuso
nell‟emisfero boreale (FAO, 1987) ed il Thunnus maccoyii, diffuso nell‟emisfero australe
(Collette et al., 1983). La specie Thunnus thynnus (fig. 1) viene distinta a sua volta in due
sottospecie: il Thunnus thynnus thynnus, diffuso nell‟Atlantico e nel Mediterraneo, ed il
Thunnus thynnus orientalis, diffuso nel Pacifico Settentrionale (Contò, 2003). Nel presente
studio, pertanto, quando si farà riferimento al Tonno rosso si identificherà la specie
Thunnus thynnus.
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Fig. 1: Thunnus thynnus
Fonte: ISMEA
Il nome Tonno rosso deriva dalla caratteristica colorazione della carne; mentre la
denominazione inglese comune, Bluefin tuna, si deve alla colorazione blu della pinna
dorsale. Si tratta di uno fra i più grossi pesci ossei che popolano i mari del mondo potendo,
infatti, raggiungere i 3 metri di lunghezza ed i 700 Kg di peso. Presenta una forma conica,
affusolata e una potente muscolatura, che lo rendono un eccezionale nuotatore in grado di
compiere lunghe migrazioni. Il Tonno rosso non è un organismo ectotermo (a sangue
freddo) come la maggiorparte degli altri pesci, ma può essere definito come un eterotermo
locale (Eckert, 1985), ovvero esso riesce a mantenere in alcune zone del corpo, una
temperatura corporea più alta di quella dell‟acqua. Tale sistema di capitalizzazione del
calore metabolico riesce a favorire un potenziamento dell‟attività enzimatica, un aumento
del rendimento dell‟attività muscolare e dell‟apparato digerente, che permette a questa
specie di assimilare una razione giornaliera tre volte superiore a quella normalmente
fornita ai pesci ectotermi (Carey et al., 1984; Stevens et Mc Lese, 1984). Il tasso di
accrescimento così rapido che caratterizza i tonni è, dunque, alla base della convenienza
economica dell‟allevamento del Tonno rosso, soprattutto per quanto riguarda le
stabulazioni di breve periodo (Contò, 2003).
Il Tonno rosso è un animale gregario che vive in piccoli banchi insieme ad animali della
sua stessa taglia (fase erratica). Durante il periodo riproduttivo, che di norma si ha tra
aprile e maggio, i banchi cominciano a diventare più fitti e consistenti (fase gregaria) e
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migrano sfruttando il flusso delle correnti verso zone più calde nel Mediterraneo, nelle
quali arrivati, nel periodo estivo tra luglio ed agosto, ha inizio la fase riproduttiva.
Successivamente, il Tonno rosso perde lo spirito gregario e torna nelle acque dell‟oceano
Atlantico dopo aver sostato per un breve periodo lungo le coste alla ricerca di cibo. Le
uova schiudono dopo un paio di giorni dalla fecondazione e, in pochi mesi, i giovani tonni
raggiungono fino a 45 cm di lunghezza nutrendosi principalmente di plancton. I primi anni
della loro vita generalmente vengono passati nei pressi della zona in cui sono nati, finché
non iniziano ad effettuare ampi spostamenti e ad accodarsi ai tonni adulti durante il periodo
riproduttivo. All‟età di circa sette anni migrano verso l‟oceano Atlantico per poi tornare
nelle zone di riproduzione all‟età di circa 10 anni.
2. LA PESCA DEL TONNO ROSSO NEL MONDO
I dati riguardanti la quantità delle catture di Tonnidi nel Mediterraneo e nell‟Atlantico sono
fornite annualmente dall‟ICCAT (International Commission for the Conservation of
Atlantic bluefin Tuna).
Tra le varie raccomandazioni emesse dall‟ICCAT, una delle più importanti è l‟obbligo di
registrare annualmente le quantità catturate di tonno e di trasmetterle alle autorità
competenti. Ogni esemplare di tonno sbarcato deve essere accompagnato da un documento
statistico (BFSD - Bluefin Statistical Document) in cui è specificato il peso, la nazionalità
del peschereccio, la zona dove è stata effettuata la pesca, il sistema di pesca, etc. Si tratta di
un sistema statistico molto minuzioso, ma che purtroppo, come evidenziato dall‟ultimo
rapporto del WWF1, fornisce dati poco attendibili, sia a causa delle attività di pesca dei
Paesi non membri, i quali non forniscono dati oppure sono sottostimati, sia a causa dei
Paesi membri, che hanno tutto l‟interesse di dimostrare che pescano meno della realtà dei
fatti per non incorrere in sanzioni previste dalla gestione internazionale degli stocks oppure
per avere assegnata una quota maggiore2. Si stima che le catture ufficialmente dichiarate
arrivano appena al 50% delle catture reali (Di Natale, 2003).
1
The plunder of bluefin tuna in the Mediterranean and East Atlantic in 2004 and 2005. WWF, May 2006.
La gestione della pesca del Tonno rosso attualmente è condotta attraverso un sistema di TAC (Total
Allowed Catches) assegnato annualmente ad ogni Paese membro.
2
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Negli ultimi 30 anni, la quantità delle catture dichiarate delle maggiori specie di Tonnidi
nell‟Atlantico e nel Mediterraneo, ha avuto un incremento molto marcato con un
andamento abbastanza altalenante (fig. 2). Si è passati da poco più di 300.000 tonnellate
negli anni ‟70 ad oltre 500.000 tonnellate a metà anni ‟90. Tale aumento è da attribuire ad
una domanda di tonno sempre crescente in particolare da parte dei mercati giapponesi. Dal
1997 in poi, in conseguenza di una politica sempre più attenta alla salvaguardia di queste
specie, si è avuta una inversione di tendenza che ha portato le catture a 430.000 tonnellate
nel 2004.
700.000
600.000
500.000
400.000
300.000
200.000
100.000
0
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70
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72
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74
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76
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80
19
82
19
84
19
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88
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92
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19
96
19
98
20
00
20
02
20
04
[t]
Fig. 2 : Andamento delle catture delle maggiori specie di tonno
nell' Atlantico e nel Mediterraneo nel periodo 1970-2004 (tonnellate)
Thunnus thynnus
Thunnus albacares
Thunnus alalunga
Katsuwonus pelamis
Thunnus obesus
Totale
Fonte: ICCAT
Nel 2004, secondo i dati ICCAT, il Tonno rosso figura al quinto posto tra i tonnidi
maggiormente pescati nell‟Atlantico e nel Mediterraneo, preceduto da specie che hanno
negli oceani il loro habitat naturale e quindi maggiormente diffuse (fig. 3). Si tratta del
Tonnetto striato (Katsuwonus pelamis) il più pescato con quasi 160 mila tonnellate di
catture; il Tonno pinna gialla (Thunnus albacares) con poco meno di 120 mila tonnellate, il
Tonno obeso (Thunnus obesus) con circa 70 mila tonnellate ed il Tonno alalunga (Thunnus
alalunga) con oltre 50 mila tonnellate. Le altre due maggiori specie di Tonnidi, il Tonno
pinna nera (Thunnus atlanticus) ed il Tonno del Sud (Thunnus maccoyii), presentano
quantità di catture di gran lunga inferiori, con 1.500 tonnellate il primo e meno di 100
tonnellate il secondo, a causa della diffusione molto limitata di quest‟ultima specie
nell‟Atlantico e nel Mediterraneo.
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Fig. 3 : Ripartizione delle catture di tonno
nell'Atlantico e nel Mediterraneo per specie nel 2004
Thunnus
thynnus
7,2%
Thunnus
alalunga
12,2%
Thunnus
albacares
26,6%
Katsuwonus
pelamis
36,8%
Thunnus
obesus
16,8%
Thunnus
atlanticus
Thunnus 0,35%
maccoyii
0,02%
Fonte: ICCAT
Il Tonno rosso del Mediterraneo, a differenza dei tonni diffusi nei Tropici, ha un areale più
limitato e passa gran parte della sua esistenza migrando tra le profondità dell‟Atlantico e le
calde acque del mar Mediterraneo dove avviene la riproduzione. Le catture mondiali di
Tonno rosso stimate dall‟ICCAT vengono classificate in due principali aree geografiche,
l‟Atlantico Occidentale e l‟Atlantico Orientale, comprendente anche il mar Mediterraneo,
separate da una linea immaginaria che divide due aree che presentano discontinuità nelle
attività di pesca e dal punto di vista biologico (fig. 4).
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Fig. 4: Limite di separazione tra Atlantico Orientale ed Occidentale ed aree di
campionamento del Tonno rosso
------ limite
------- aree di campionamento
Fonte: ICCAT
Dal 1950 in poi si nota che le catture effettuate nell‟Atlantico Orientale sono state di gran
lunga superiori a quelle effettuate nell‟Atlantico Occidentale, tanto che nel 2004 hanno
rappresentato oltre il 90% delle catture totali (fig. 5).
Fig. 5: Catture di Tonno rosso nell’Atlantico occidentale (ATW) e
nell’Atl. orientale + mar Mediterraneo (ATE+MED) dal 1950 al 2004 (tonnellate)
Fonte: ICCAT
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Negli ultimi trent‟anni, le catture di Tonno rosso hanno avuto un andamento simile a
quello degli altri Tonnidi: sono complessivamente raddoppiate dal 1970 al 2004, passando
da circa 15.000 tonnellate nel 1970 a quasi 30.000 tonnellate nel 2004, con un picco nel
1996, pari a oltre 50.000 tonnellate, ed una graduale riduzione dal 1997 in poi.
La maggior parte di queste catture sono state effettuate dai Paesi che si affacciano sul mar
Mediterraneo, ma non mancano anche Paesi che, disponendo di una vasta flotta
peschereccia, portano le loro imbarcazioni a catturare questa specie anche molto lontano
dalle loro coste.
Il Paese che ha pescato la maggiore quantità di Tonno rosso nel 2004 è la Francia con oltre
7.000 tonnellate, seguita dalla Spagna con più di 5.000 tonnellate e dall‟Italia con poco
meno di 5.000 tonnellate (fig. 6). Dal 1970 ad oggi, questi tre Paesi da soli hanno effettuato
il 50% delle catture mondiali, con una pressione di pesca sempre crescente fino al 1997,
anno in cui, l‟UE, a seguito di una raccomandazione dell‟ICCAT, ha stabilito il sistema
delle quote. Con tale sistema ogni anno viene assegnato ad ogni Paese membro un TAC
(Total Allowed Catches) calcolato sulla base delle quantità pescate negli anni precedenti e
sulle tradizioni di pesca. Le maggiori quote, infatti, spettano a Francia, Spagna e Italia.
Inoltre, alcuni Paesi, quali Angola, Guinea Equatoriale, Mauritius e Seycelles, hanno
concesso licenze di pesca a pescherecci dell‟Unione Europea per pescare nelle loro acquee
territoriali in cambio di un compenso finanziario (FAO/GLOBEFISH, 2000).
Fig. 6: Distribuzione delle catture di Tonno rosso
tra i principali Paesi nel 2004
Ex
Altri Paesi Jugoslavia*
USA 10,7%
2,6% Francia
3,1%
Turchia
22,5%
3,4%
Tunisia
7,6%
Giappone
9,7%
Spagna
16,5%
Marocco
8,9%
Italia
15,0%
Fonte: ICCAT
* nelle catture della Ex Jugoslavia sono comprese quelle croate
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Altri Paesi del Mediterraneo che catturano elevate quantità di Tonno rosso sono la Turchia
(1.000 tonnellate nel 2004) e il Marocco (2.800 tonnellate), paesi in cui la pesca del tonno
ha antiche tradizioni ed è alla base delle economia di intere regioni. Infine, tra i Paesi non
Mediterranei spiccano le quantità di tonno catturate da Giappone (3.200 tonnellate) e USA
(1.500 tonnellate).
3. I PRINCIPALI SISTEMI DI PESCA UTILIZZATI
Trovare una data precisa a cui fare risalire le origini della pesca del Tonno rosso è un
compito molto arduo e pressoché impossibile da realizzare. Da una pesca del tonno, nel
periodo del Neolitico, con ami fatti di ossa di cervo, si è passati ad una pesca intensiva,
all‟inizio dell‟età del ferro con i Fenici, sino ai giorni nostri con l‟allevamento intensivo
dei tonni (Torre, 2003).
La classificazione delle catture di Tonno rosso per sistemi di pesca si basa sul programma
di registrazione statistica cominciato nel 1993 per il tonno congelato e nel 1994 per il
tonno fresco. Secondo il Programma, tutti i Paesi membri dell‟ICCAT devono richiedere
che qualunque prodotto di Tonno rosso, importato nelle loro terre, debba essere
accompagnato da un documento statistico in cui devono essere registrati il peso dei
prodotti, la nazionalità dei pescherecci, la zona di pesca ed il tipo di prodotti. Durante
l‟esecuzione del Programma, è emersa la necessità di adottare alcune modifiche per
sopperire alle difficoltà sorte soprattutto dall‟allevamento del tonno. Il documento
statistico ICCAT è richiesto, infatti, solamente per i prodotti freschi o congelati derivanti
da tonni morti, ed il commercio internazionale di tonni vivi non è soggetto alla
registrazione statistica. In altre parole, il tonno vivo può essere importato da qualunque
Paese senza alcuna documentazione e, una volta che entra in una gabbia d‟allevamento,
l‟identità originaria del pesce è persa. Quando questi tonni d‟allevamento sono uccisi,
pescati ed esportati all‟estero, un documento statistico deve seguirli e l'autorità del Paese
dove l'allevamento ha avuto luogo deve firmare tale documento. Dunque, non firmano il
documento necessariamente i Paesi che hanno effettuato le catture in mare, ma quelli dove
è avvenuta l‟uccisione del tonno. Di conseguenza, le quantità di Tonno rosso esportate da
un Paese possono superare di molto le catture reali dichiarate. Alcuni Paesi, come Malta,
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richiedono un documento statistico, anche se il pesce è vivo, ed emettono un documento
statistico di riesportazione quando i prodotti sono spediti all‟estero. Altri Paesi obbligano i
pescatori a dichiarare le catture e a registrare le vendite di pesce vivo, anche se non danno
l‟obbligo di compilare un documento statistico, ma per la maggior parte dei Paesi il
commercio di tonni vivi non può essere registrato (Miyake et al., 2003).
Secondo i dati ICCAT, al momento, il Tonno rosso viene pescato con 16 diversi sistemi di
pesca, ognuno dei quali presenta numerose varianti. I sistemi più importanti sono le reti a
circuizione, il palangaro e la tonnara fissa (fig. 7).
Fig. 7 : Distribuzione delle catture di Tonno rosso tra
i principali sistemi di pesca nel 2004
palangaro
15%
tonnara fissa
7%
circuizione
53%
altri
25%
Fonte: ICCAT
Il sistema di pesca più diffuso è quello con reti a circuizione (fig. 8). I banchi di tonno
vengono avvistati con l‟ausilio di aeromobili e poi circondati completamente da una rete
che presenta, nella parte sommersa, un cavo di chiusura che permette di cingere la rete
come un sacco, in cui i pesci restano imprigionati. Le reti possono superare in alcuni casi i
1.700 metri di lunghezza ed i 400 metri di altezza. Il peso totale della rete può arrivare a 50
tonnellate, mentre la maglia è di diversa grandezza variando dai 70 ai 120 mm di lato
(Ferretti, 1983).
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Fig. 8: Reti a circuizione
Fonte: FAO
Dal 1970 ad oggi, questo sistema di pesca si è sempre più diffuso, passando da 7.000
tonnellate ad oltre 16.000 tonnellate di catture nel 2004 (fig. 14). Nel periodo iniziale di
diffusione, i tonni catturati erano destinati ad essere venduti tutti subito, data la mancanza
di adeguati sistemi di refrigerazione a bordo dei pescherecci, raggiungendo un prezzo
molto basso in quanto si riversavano sui mercati enormi quantitativi di pesce
contemporaneamente che presentavano spesso danneggiamenti esteriori (Demounge,
1999). Negli anni ‟90, la diffusione degli impianti di allevamento ha permesso di
valorizzare al meglio questo sistema di pesca (Piccinetti, 2003). Il tonno pescato con le reti
a circuizione, infatti, rappresenta la migliore fonte di tonni da ingrassare per il costo
unitario inferiore, l‟assenza di perdita di peso per stress e la possibilità di catturare
esemplari di dimensioni medie e grandi (O‟Sullivan,1993; Jeffrey, 1993). L‟andamento
delle catture mondiali di Tonno rosso con reti a circuizione rispecchia quello delle catture
totali, visto che ne rappresenta circa il 50%. Si nota un incremento costante fino al 1997,
quando si sono raggiunte le 25.000 tonnellate, e una diminuzione progressiva fino a 16.000
tonnellate nel 2004, da attribuire all‟entrata in vigore del sistema delle quote e ad una
sottostima dovuta alla diffusione degli allevamenti di Tonno rosso dal 1997 in poi
specialmente in Spagna e Italia. Infatti, soltanto una piccola quantità di catture dalla pesca
a circuizione venivano sbarcate a terra, perché i tonni in massima parte erano venduti in
mare nelle acque internazionali e trasferiti nelle gabbie galleggianti di altri paesi. Di
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conseguenza, è impossibile avere un‟idea dell‟entità di queste catture e questo è un
problema destinato ad aumentare nel futuro (ICCAT, 2002).
I Paesi che nel 2004 utilizzavano maggiormente questo sistema di pesca sono Francia
(6.500 tonnellate), Italia (3.700 tonnellate), Tunisia (2.000 tonnellate) e Spagna (1.800
tonnellate). Seguono Turchia e Marocco con circa 1.000 tonnellate a testa. Da segnalare,
inoltre, le catture effettuate dalla Croazia, riportate nelle catture della Ex Jugoslavia, che
ammontano a oltre 800 tonnellate (fig. 9).
Fig. 9 : Distribuzione delle catture di Tonno rosso
con il sistema a circuizione tra i principali Paesi nel
2004
Altri Paesi
Ex
USA
8,2%
Jugoslavia*
0,2%
Turchia
4,4%
5,7%
Francia
Tunisia
34,7%
12,0%
Spagna
9,4%
Marocco
5,7%
Italia
19,8%
Fonte: ICCAT
Il sistema di pesca “palangaro” è uno dei più utilizzati per la pesca del Tonno rosso del
Mediterraneo. E‟ un attrezzo costituito da una lunga lenza di notevole diametro, detta
trave, alla quale sono legati ad intervalli regolari dei braccioli recanti un amo innescato
generalmente con sgombri (fig. 10) (Contò, 2003). Questo sistema produce piccole
quantità di pesce di alta qualità e presenta dei problemi di interferenza con altri natanti,
data la lunghezza della trave che può superare anche 40 Km, un impatto ambientale
negativo su alcune specie marine protette (tartarughe e delfini), e, inoltre, non può essere
utilizzato per ottenere esemplari da ingrassare.
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Fig. 10: Palangaro
Fonte: FAO
L‟interesse verso il sistema “palangaro” è abbastanza recente. Nel 1970, infatti, le catture
erano inferiori a 1.000 tonnellate e sono aumentate di anno in anno fino a superare nel
1996 le 13.000 tonnellate (fig. 14). Negli anni successivi si è avuto un calo, così come è
avvenuto per tutti gli altri sistemi di pesca, fino ad arrivare a quasi 5.000 tonnellate nel
2004. Il primato di catture di Tonno rosso con palangaro spetta al Giappone, che da solo
copre il 70% delle catture mondiali con oltre 3000 tonnellate nel 2004 (fig. 11). Tra i Paesi
del Mediterraneo, la Spagna e l‟Italia presentano il maggiore utilizzo di questo sistema di
pesca, con circa 500 tonnellate la prima e 300 tonnellate la seconda, ovvero circa il 16%
delle catture mondiali. Un altro paese dove è molto diffuso questo sistema di pesca è Malta
con 264 tonnellate ed il resto è suddiviso tra USA (180 tonnellate) e Taiwan (51
tonnellate).
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