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MONTECCHIO MAGGIORE
Lunedì, 08 agosto 2016
MONTECCHIO MAGGIORE
Lunedì, 08 agosto 2016
Montecchio Maggiore
07/08/2016 ilgiornaledivicenza.it
Centri islamici «Offerte e collette Così ci finanziamo»
07/08/2016 ilgiornaledivicenza.it
«Non solo nascite emergenze no stop per il San Lorenzo»
MATTEO CAROLLO
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Dal Nazionale
08/08/2016 Il Mattino di Padova Pagina 8
Cappelletti (M5s) alla Lorenzin: chi nasconde i dati sui Pfas?
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Pedemontana, mina vagante da 7,5 milioni per Sis e Zaia
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Montecchio Maggiore
Centri islamici «Offerte e collette Così ci finanziamo»
Offerte dai fedeli, collette tra i frequentatori,
raccolte di fondi che durano anche per anni,
con l' afflusso di capitali dall' estero solo in
pochi, sporadici casi. Si basano perlopiù sull'
autofinanziamento le attività della comunità
islamica vicentina. E senza alcun obbligo:
ognuno dà quanto può. Anzi, in tempi di crisi
economica, spesso le stesse risorse vengono
girate alle famiglie in difficoltà. I NUMERI.
Sono circa 20 mila i musulmani in provincia,
mentre i centri islamici del Vicentino, per la
questura, sono 28: oltre ai tre nel capoluogo (il
principale in via Vecchia Ferriera), gli altri si
trovano ad Arsiero, Arzignano, Bassano, San
Giuseppe di Cassola, Chiampo, Cornedo. Due
centri sono a Lonigo, gli altri a Dueville, Malo,
Marostica, Noventa, Pozzoleone, Thiene, Torri
di Quartesolo, Trissino, Breganze, San
Nazario e Carpanè di San Nazario; tre centri
sono ad Alte di Montecchio Maggiore, altri tre
a Schio. FONDI DALL' ESTERO. Nel maggio
scorso è stato inaugurato il riqualificato centro
"Ettawba" di via Vecchia Ferriera. (...) Leggi l'
articolo integrale sul giornale in edicola.
MATTEO CAROLLO
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Montecchio Maggiore
«Non solo nascite emergenze no stop per il San
Lorenzo»
Trasferimento del punto nascite da Valdagno
ad Arzignano al centro della discussione nell'
ultimo consiglio comunale di Cornedo. I cinque
consiglieri di minoranza, Damiano Melis, Dario
Faccin e Massimo Sbicego (Civica Cornedo),
Guido Cariolato (Cornedo riparte adesso) e
Cristian Lovato (M5S) avevano presentato un'
interpellanza con alcune richieste al sindaco in
merito al trasferimento del reparto di
ginecologia, in vista della riorganizzazione
ospedaliera dovuta all' inizio dei lavori dell'
ospedale unico di Montecchio Maggiore. Tra i
vari quesiti, il desiderio di sapere quale fosse
la posizione di Cornedo, se e come il sindaco
intenda prodigarsi per il mantenimento dei
servizi esistenti a Valdagno La risposta non si
è fatta attendere. Montagna ha confermato che
il suo obiettivo è mantenere i due punti nascita,
migliorando i servizi di Valdagno e con spazi
alternativi ed adeguati per l' ortopedia di
Montecchio. (...) Leggi l' articolo integrale sul
giornale in edicola.
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inquinamento
Cappelletti (M5s) alla Lorenzin: chi nasconde i dati
sui Pfas?
VICENZA Chi, e soprattutto quando, renderà
noti i dati disaggregati dello studio condotto
dall' Istituto Superiore di Sanità su 600
persone residenti nelle zone del Veneto
contaminate dalle sostanze perfluroalchiliche
(Pfas)?
A chiederlo è il senatore vicentino del
Movimento Cinque Stelle, Enrico Cappelletti,
che, per tagliare la testa al toro, ha presentato
un' interrogazione al ministro della Salute
Beatrice Lorenzin, dopo essere stato
rimpallato tra Ministero, Iss e Regione.
Il 25 febbraio scorso il senatore Cappelletti ha
presentato un' interrogazione ai ministri della
Salute e dell' Ambiente, chiedendo di
conoscere gli esiti del biomonitoraggio. Il 6
luglio gli ha risposto il sottosegretario alla
Salute, Vito De Filippo, precisando che i dati
sono stati illustrati, il 20 e il 21 aprile 2016, da
Loredana Musmeci, responsabile scientifico
dello studio per l' Iss. De Filippo ha aggiunto
che per l' area a esposizione incrementale
degli inquinanti sono stati selezionati i comuni
d i Montecchio Maggiore, Lonigo, Brendola,
Creazzo, Altavilla, Sovizzo, Sarego. Per l' area
di controllo sono stati invece presi in esame
Mozzecane, Dueville, Carmignano, Fontaniva,
Loreggia, Resana, Treviso.
Lo stesso giorno Cappelletti ha chiesto, al presidente dell' Istituto Superiore di Sanità, di poter accedere
ai dati, «con particolare riferimento ai risultati disaggregati divisi comune per comune». Il 29 luglio la
succitata dottoressa Musmeci ha precisato che «quanto richiesto risulta essere stato emesso su precisa
e specifica della Regione Veneto che, ad ogni buon conto, rosulta detentore stabile dello stesso: in
considerazione di questo si ritiene che sia la Regione Veneto stessa a dover rendere disponibile, con
esito positivo, la documentazione richiesta». Insomma, una specie di gioco dell' oca, al quale Cappelletti
si ribella, chiedendo al ministro Lorenzin «se intenda intervenire affinchè siano resi di pubblico dominio i
risultati disaggregati del citato studio di biomonitoraggio». (c.bac.
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Pedemontana, mina vagante da 7,5 milioni per Sis e
Zaia
Il vecchio gruppo Cpv­Cps pretende il rimborso del progetto e del piano finanziario e ha
chiesto al tribunale di Venezia un decreto ingiuntivo ma nessuno vuole pagareNuova
bretella per il casello A4 di Montecchio Maggiore
Passo in avanti per la Pedemontana nel tratto
vicentino: a Montecchio Maggiore è s t a t o
aperto il raccordo che collega l' uscita dal
casello della A4 con la statale 11 e il nuovo
tratto di tangenziale che diventerà poi
autostrada, in funzione per un paio di
chilometri in direzione Trissino, mentre le
ruspe hanno scavato il nuovo tracciato: stiamo
p a r l a n d o d e l r a c c o r d o t r a Montecchio e
Montebello vicentinop. A metà strada c' è lo
snodo che attende il nuovo casello, proprio nel
punto di innesto della A4 Vicenza­Milano con
la futura superstrada Pedemontana. Non si sa
ancora quando partiranno i lavori ma nel
frattempo gli automobilisti possono tirare un
sospiro di sollievo perché da dieci giorni
risulta (leggermente) più semplice entrare ed
uscire in autostrada dall' attuale casello A4 di
Montecchio: l o s v i n c o l o c o n s e n t e d i n o n
attraversare Alte Ceccato per chi viaggia in
direzione Verona e l' ingresso all' A4 è meno
caotico. Ma le aziende protestano perché
aspettano da 6­8 mesi i soldi dei lavori.
di Renzo Mazzaro wPADOVA Le grandi
manovre sul mercato finanziario internazionale
per trovare il miliardo e mezzo che manca alla
Pedemontana veneta, nascondono le miserie
della contabilità ordinaria.
Non solo i soldi che mancano per gli stipendi ai contoterzisti o per indennizzare gli agricoltori
espropriati. C' è un decreto ingiuntivo per 7,5 milioni di euro chiesto al tribunale di Venezia nei confronti
del concessionario Sis e della Regione Veneto, perché paghino il progetto preliminare e il piano
economico finanziario, di proprietà del gruppo che aveva promosso il project ma poi ha perso l'
aggiudicazione. Era un intreccio di società che facevano capo a due consorzi costituiti a fine 2005: il
Cpv (Consorzio Pedemontana veneta) con Maltauro, Rizzani De Eccher, Vittadello, Carron più altri e il
Cps (costruttori, progettisti e servizi) in cui la parte del leone era di Impregilo ma c' erano anche Ccc,
Technital, Idroesse, Studio Altieri, con la presidenza non a caso affidata all' ingegner Piergiorgio Baita.
Cpv e Cps subentravano con trattativa privata ai soci pubblici di Pedemontana spa, società creata dal
Veneto per realizzare l' opera. Un cavallo di Troia. Quello che a suo tempo battezzammo regalo di
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Il Mattino di Padova
Dal Nazionale
Natale, perché logica avrebbe voluto che la dismissione di enti pubblici da una società pubblica all' 85%
fosse annunciata con un bando che apriva l' accesso a chiunque fosse interessato all' opera. Non a
caso fu aperta un' inchiesta dalla magistratura (archiviata).
Sia stato o no un regalo, tutta questa gente ha lavorato negli anni successivi per produrre il progetto
preliminare, il piano economico finanziario e la valutazione d' impatto ambientale della nuova
autostrada­superstrada a pagamento, convinti di diventarne gli esecutori e i gestori. Nossignori: sul
traguardo sono stati battuti da un concorrente, Sis scpa più Itinere sa, poi diventato consorzio stabile
Spv. Il quale ha aperto i cantieri della superstrada utilizzando il progetto preliminare degli sconfitti
(valore 7,5 milioni), più la valutazione d' impatto ambientale che aveva costretto ad aggiornare la
progettazione (altri 4,5 milioni di costo). Totale 12 milioni, che Pedemontana spa, società liquidazione,
chiede vengano rimborsati.
Ma da chi? Nel ricorso al tribunale per l' ingiunzione di pagamento, presentata nel 2013, il liquidatore di
Pedemontana Silvano Pedretti fa presente di aver provato inutilmente con le buone, senza cavare un
ragno dal buco. Inevitabile il ricorso al decreto ingiuntivo nei confronti di Spv e della Regione Veneto.
Ma Spv, per bocca di Claudio Dogliani, amministratore delegato di Sis, società che ha il totale controllo
dell' opera, dice che 7,5 milioni sono troppi e in ogni caso vanno chiesti alla Regione Veneto. La
Regione, per bocca dell' avvocato Francesco Zanlucchi dell' ufficio legale di palazzo Balbi, ha una linea
difensiva netta: se c' è un commissario statale, cosa c' entra la Regione? Chiedano i soldi allo Stato. Il
commissario statale è l' ingegner Silvano Vernizzi, non citato nel contenzioso e molto più preso dal
miliardo e mezzo che manca.
Per Vernizzi è una bega tra privati e la Regione non c' entra.
Lui meno di tutti.
Da Pedemontana spa sostengono che alla firma del contratto con Sis Vernizzi avrebbe dovuto chiedere
il rinnovo della fidejussione, a garanzia della copertura delle spese sostenute dal proponente non più
aggiudicatario. Invece se n' è dimenticato, cosa che impedisce al liquidatore di Pedemontana di rivalersi
automaticamente su Sis. Ma Claudio Dogliani è perentorio: «Noi abbiamo rinnovato la fidejussione nel
2009, con la Banca Popolare di Novara.
Non so perché loro si sono svegliati solo nel 2012». E si oppone al decreto ingiuntivo. «Se il tribunale
deciderà che dobbiamo pagare, lo faremo, ma è una partita di giro, perché ci rifaremo sulla Regione».
La quale ha già pagato 390 milioni, sui 450 spesi per la nuova Pedemontana. Il contributo pubblico si
dovrà fermare a quota 614 milioni. Dogliani invece ne ha sborsati solo 60, a fronte dei 1500 che la
convenzione pone a carico dei privati. Sis pensa di recuperare il finanziamento mancante attraverso un
bond, un prestito obbligazionario, che verrebbe emesso da Jp Morgan, ma a garantirlo dovrebbe
essere la Cassa depositi e Prestiti. Cioè i soldi del risparmio degli italiani. In alternativa l' Anas potrebbe
subentrare al concessionario Sis e addossarsi la conclusione dell' opera. Nell' un caso e nell' altro, la
prima autostrada regionale verrà ultimata solo con i soldi dello Stato. Un capolavoro.
Con la ciliegina sulla torta di un decreto ingiuntivo che potrebbe portare a sequestrare la scrivania di
Luca Zaia: gli sconfitti di Pedemontana spa non vedono l' ora di un gesto eclatante. Il giudice ha
acquisito le memorie la settimana scorsa, ha 60 giorni per le conclusioni, altri 20 per le repliche. Non più
tardi dell' autunno il verdetto.
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