Confesercenti nazionale, Venturi lascia

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Confesercenti nazionale, Venturi lascia
Confesercenti nazionale, Venturi lascia
Il nuovo presidente è Massimo Vïvoli
ïrc i, vice numero uni lacci della burocrazia»
L'ex: «Pi ù forti
verso il futuro»
IL presidente uscente Marco
Venturi è stato uno dei
grandi promotori
dell'alleanza tra le
organizzazioni delle Pmi di
commercio e servizi
(Confcommercio e la stessa
Confesercenti), con le Pmi
artigiane (Casartigiani, Cna,
Confartigianato), dando vita
a Rete impresa Italia. «Ho
ritenuto - ha detto ieri favorire il ricambio e la
crescita - in questi anni
abbiamo consolidato forza e
autonomia e per il futuro non
dobbiamo avere timori».
Paola Fichera
FIRENZE
PASSAGGIO del testimone in Confesercenti. Dopo 23 anni il romano
Marco Venturi, lascia la presidenza
al suo vicario, il viareggino Massimo Vivoli. Venturi avrebbe terminato il suo mandato fra un paio
d'anni, ma da ieri ha passato le consegne della Confederazione: 350mila pmï associate nel commercio, artigianato, turismo, oltre un milione di occupati, 70 federazioni di categoria.
Presidente Vivoli, lei ë residente vicario dal 1ßß4,c e effetto le fa essere ora il nu me
-roun?
«Nonostante tutto (il cambio era
stato annunciato a dicembre ndr),
non possono negare di essermi
emozionato».
II suo obiettivo?
«Lavorare affinché Confesercenti
continui a rafforzare il proprio ruolo di rappresentanza delle micro,
piccole e medie imprese italiane
nei confronti di istituzioni e politica, affrontando con grande forza i
temi del fisco, del credito e della legalità. Sono infatti molte le sfide future che attendono Confesercenti e
le imprese che rappresentiamo: ci
lasciamo alle spalle un 2014 ancora
segnato dal perdurare della crisi, e
le Pmi italiane non hanno ancora
intercettato una ripresa molto attesa, ma che ancora non si è concretizzata».
Continuerà ad occuparsi di
Cofidi Italia?
«Sì, perchè è uno strumento cruciale per la vita delle imprese, più che
mai in tempi di crisi come questo.
Lavoriamo con oltre 200 istituti
bancari convenzionati e, insieme a
Commerfin che controgarantisce il
credito ai consorzi Fidi e Cosvig
che accompagna in garanzia le imprese che accedono al credito, diamo supporto, con i nostri strumenti finanziari a oltre 160 mila imprese sul territorio nazionale».
Di quale percentuale del Pil
nazionale stiamo pa rlando?
«Non abbiamo calcolato quanto incidono i nostri associati sul Pil nazionale, ma sappiamo che il 93 per
cento delle imprese italiane hanno
meno di 50 dipendenti. E noi ci occupiamo appunto di piccole e piccolissime imprese».
Una vita professionale costruita all'i nterno dell'associazione, come è cambiato il
ruolo dei sindacati negli anni?
«Molto. Perchè molto è cambiato
nel mondo delle imprese. E nio siamo cresciuti negli anni offrendo
servizi sempre più qualificati alle
imprese che devono affrontare quotidianamente i mille legami e legacci delle burocrazia».
Ma i piccoli imprenditori italiani si iscrivono ancora al sindacato?
«Gli ultimi dati dimostrano la nostra tenuta nelle iscrizioni e questo
nonostante la conclamata moria
delle piccole imprese».
Quanto c'entra la scelta di un
sindaca di categoria con la
politica?
«Storia antica e superata. Oggi i soci si fidelizzano solo sulla qualità
dei servizi offerti. E la nostra storia
dimostra che Confesercenti questo
lo ha capito da molti anni».
iscrl`ti
350mila sono le piccole
e medie imprese associate
nel commercio, artigianato,
turismo, che registrano
oltre un milione di occupati.
E le federazioni di categoria
sono oltre settanta
IL cred i to
Grazie a Italia Cofidi,
Commerfin e Cosvig,
i tre principali strumenti
finanziari al servizio
del credito, sono 160mila
le imprese assistite
sul territorio nazionale
Oltre il 93 per cento
delle imprese italiane
contano meno di 50
dipendenti e rientrano
quindi nella categoria delle
piccole e medie imprese.
Quelle che sono associate
da Confesercenti