Gda-Milano - Punto Soave
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Gda-Milano - Punto Soave
design trend Giovani food designer crescono Di Carlo Spinelli A nche se l’indole golosa umana è tesa unicamente alla ricerca del buono, nell’ospitalità le prospettive si allargano, s’impreziosiscono e si vogliono specchiare sempre di più anche nella bellezza. Negli hotel e nei ristoranti della nuova contemporaneità dell’accoglienza per esempio, il concetto di “bello e utile”, che fa il verso al kalòs kaì agathòs dei saggi antichi greci, è di gran lunga la scelta migliore per offrire un servizio più ampio, raro e sofisticato alla propria clientela. Un’ospitalità potente è nulla senza un controllo dello stile: le nuove tendenze richiedono un design raffinato che ingemmi i ristoranti, gli alberghi, i luoghi del relax e del benessere. Ma ormai non basta più neanche quello: gli “oggetti” d’arredamento devono essere anche ricchi di profondità, di storia e di magia artigianale. E dal basso popolare dell’alta cultura manifatturiera italiana, gli esempi non mancano e nel 2016 è arrivata la definitiva 16 consacrazione. Molti giovani artisti e designer, resisi conto del patrimonio culturale della manodopera nel Bel Paese, hanno fatto un passo indietro d’umiltà e, invece di scervellarsi nell’inventare qualcosa di innovativo (e probabilmente inutile), hanno concentrato l’attenzione verso i “vecchi” artigiani, incisori, scalpellatori, ceramisti, fabbri, ramaioli e tutti gli altri giocolieri del “fatto meravigliosamente a mano”, prendendo esempio, imparando, riesumando e diffondendo alacremente un nuovo e vecchio (ma immortale!) artigianato italiano. È quello dei nostri padri putativi del vero design, che da qualche decennio è, ahinoi, in fase di smarrimento tra i mercati moderni fatti di ardente competizione, bassi costi e marketing sempre più fuorviante. Quello che emerge quindi è un lussuoso craft design vintage, che promuove l’atavica abilità italica nel produrre oggetti unici, la svecchia degli orpelli e la modernizza innalzandola a nuovo trend evergreen, in un mare di fallaci, superficiali ed effimere mode. Ecco dunque qualche esempio straordinario di new old craft design in Italia che può, senza ombra di dubbio, accrescere il livello nel mondo dell’accoglienza e dell’ospitalità contemporanee. L’artista romagnolo Marcantonio Raimondi Malerba di Marama crea un universo di design fantastico, come lo penserebbero Lewis design trend Carroll e Jacques Carelman: sedie “vive” con rami e germogli, armadi e tavoli surreali alla Escher e Dalì, tavoli giocosi, assurdi e materici (http://marama.it). Una supernova di creatività. Dalla Puglia arriva poi Giorgio Di Palma che, a Grottaglie, invece di seguire la noiosa tradizione di ceramiche a forma di pigne e ammennicoli vetusti, si è inventato un catalogo supereroico fatto di scatole, gelati, scarpe, finto cibo, palloncini, portacenere sporchi e puranco scopa e paletta, tutto fatto appunto di ceramica (http://giorgiodipalma.com). Eligo a Milano è forse il precursore di un nuovo movimento, quello del food design in stile new old: l’obbiettivo di Alberto Nespoli, Leo Prusicki e Domenico Rocca è quello di andare da artigiani storici (i ramaioli del Trentino, i ceramisti di Este, ecc.) e aiutarli a diventare contemporanei, nella giungla del nuovo mondo multimediale (www.eligo.it). Sulla stessa onda di riscoperta del grande artigianato d’un tempo, in Veneto è nato Punto Soave – I sarti del gusto: grazie al lavoro di eccellenti artigiani del territorio veneto, questo gruppo di giovani organizza eventi, promuove il design e ha in catalogo piatti forgiati secondo le esigenze delle vivande, in diverse forme e strutture concettuali davvero originali (http://puntosoave.it/). Il milanese Francesco Faccin esplora invece il mondo del bronzo alla Fonderia Artista Battaglia, con la collezione Serial Planks in esclusiva per Nilufar Gallery. È una serie di arredi che nasce dalla ripetizione di un’asse in bronzo con la quale è possibile progettare e comporre infinite forme, dai tavoli e sedie a centritavola e poggia borse, oggetti artistici che strizzano l’occhio alla ristorazione d’eccellenza. Da un’asse madre di legno di larice lunga 150cm e larga 7cm si realizza uno stampo per replicare all’infinito assi di bronzo uguali a se stesse ma ogni volta diverse per via del processo manuale, antico, dove l’imperfezione diventa valore (www.francescofaccin.it). Nel Vicentino creativo sfoggia le sue qualità di manipolatore del vetro Massimo Lunardon, che ha collaborato a 360° con artisti, designer e architetti. Lavora il vetro con le antiche tecniche di Murano, realizzando però moderni ed elegantemente colorati piatti, bicchieri, decanter, cloche e lampade di preziosità e bellezza (www.massimolunardon.it). È d’uopo poi citare l’artigiano buongustaio Remo Pasquini, della bottega di famiglia Pasquini Marino a Bovolone (VR), che con i suoi oggetti legnosi (portaborse, centrotavola, frutta, morse porta-prosciutto, taglieri e cadeau per la tavola) dimostra quanto la neolitica arte dell’incisione possa essere inserita anche in un contesto contemporaneo di alta ospitalità (www.pasquinimarino.it). E quindi la porcellana feldpatica, con il poetico impegno dell’artista Caterina Sciancalepore nel suo laboratorio Nericata in Piemonte: oggetti come teiere, lavandini, piatti, ciotoline e piccoli bijou possono trasformare il luogo circostante in una fiaba di Hans Christian Andersen. Un tocco femminile delicato nell’universo del giovane food design d’Italia (www.nericata.it). Alcuni chef di rinomata importanza hanno deciso infine di creare da sé il loro design perfetto: Davide Oldani con la sua linea celeberrima CucinaPop (www.cucinapop.do), Gianni D’Amato con i suoi piatti per i tortellini (http:// giannidamato.it) a Reggio Emilia e la sommelier-patronesse Cinzia Boggian de La Peca di Lonigo (VI) che ricicla tappi e avanzi di plastica del ristorante per segnaposti, sculture e oggetti divertenti per la tavola (www.lapeca.it/ lapeca/cinzia-boggian-su-chef/). Carlo Spinelli Laureato in Lettere e specializzato in cultura gastronomica, nasce a Milano più di trent’anni fa e ha scritto di cucina, musica, design e arte per ItaliaSquisita, Rolling Stone, Playboy, Wired, Artribune, GQ e La Cucina Italiana. Sul web e sui social network è inoltre conosciuto come Doctor Gourmeta. Ha condotto già due stagioni del programma tv “FoodieTeller” su La3 (sulla piattaforma Sky) e sul web con il format gastro-musicale “IlMangiadischi”. E’ inoltre consulente food per MagnoliaTV e da poco ha scritto il suo nuovo libro Bistecche di Formica per Baldini&Castoldi. Tutti oggetti bellissimi, utili e finalmente con delle storie da raccontare. L’Italia ha sempre qualcosa da dire, nel passato presente e futuro. Foto di Cristian Parravicini tratto da Host “Il nuovo design: bello, utile e soprattutto colto” www.host.fieramilano.it 19