Versione grafica - Gherardo Vitali Rosati
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Versione grafica - Gherardo Vitali Rosati
Codice cliente: 159060 Culture 13 Corriere Fiorentino Sabato 19 Febbraio 2011 FI Evento Musica Fatboy Slim, il re della notte torna al Tenax di EDOARDO SEMMOLA Un anno e tre mesi dopo il suo debutto sulla scena fiorentina, il re della notte è sempre Fatboy Slim. Di nuovo al Tenax, di nuovo in una fredda domenica sera che si trasforma in evento: domani a partire dalle 22 torna a indossare le cuffie alla consolle della discoteca di via Pratese il guru del big-beat inglese, numero uno da molti anni del clubbing europeo, artista che a piena ragione il direttore artistico Jacopo Monini definì nel dicembre 2009 «l’evento più costoso e più complesso di sempre, dopo i Chemical Brothers». Eccentrico, imprevedibile, scontroso e gioioso allo stesso tempo, tanto amato (dal pubblico) quanto odiato (dai management, per le sue ( Eccentrico, scontroso, imprevedibile, Fatboy Slim domani sarà al Tenax di via Pratese famose bizze da star), il quasi cinquantenne Quentin Leo Cook alias Fatboy Slim, ma conosciuto anche come Norman Cook, Pizzaman, o The Brigthon Port Autority, ha più soprannomi di un pugile e nonostante faccia ballare mezzo mondo da oltre vent’anni è ancora un fenomeno da grandi eventi. E infatti è caldamente consigliato l’acquisto del biglietto in prevendita tramite il circuito Box Office e su www.boxol.it, per non rischiare di vedersi negare l’accesso. Dj iperattivo, produttore prolifico, bassista nei ritagli di tempo, autore di 14 album tra il 1995 e il 2010 — l’ultimo, «Here Lies Love» è in collaborazione con David Byrne — il «ragazzo grasso-magro» di Bromley, Londra, è famoso per la sua originale miscela di hip hop, breakbeat, rock e r&b, senza mai abbandonare anche le vene trip-hop, synth-pop, techno e drum and bass. Il suo successo si manifesta già nel 1989 grazie al singolo «Dub Be Good To Me». Oggi si gode il successo di «Here Lies Love», specie di totem per fanatici dell’elettronica che contiene due cd, un dvd e uno sfizioso booklet di 120 pagine che sembrano rilegate d’oro con in copertina il volto di Imelda Marcos, moglie dell’ex dittatore filippino Ferdinand Marcos. © RIPRODUZIONE RISERVATA Il personaggio Tour toscano con un reading tra narrativa e teatro La fiaba di Zingaretti, sedotto da una sirena «Così porto in scena le pagine di Tomasi di Lampedusa» Quando recita a teatro, il di Torino, racconta la sua straCommissario Montalbano si ordinaria fascinazione per una commuove. «Sul palco è co- sirena. E tutto avviene con la me andare in surf sull’energia massima naturalezza. «Questa che ricevo dal pubblico: ogni è una fiaba per adulti: non ti sera si crea una sorta di rito, permette di attivare meccaniuna forte condivisione che na- smi di difesa. È come quando sce da una letteratura grandio- racconti ai bambini che una sa», spiega Luca Zingaretti. Ec- zucca si trasforma in carrozza; ci credono, senza co allora il perché porsi tante domada oltre quattro ne. E qui, quananni La Sirena, do compare la sitratto dal racconrena, sei totalto Lighea di GiuA marzo mente dentro alseppe Tomasi di la storia e ti abLampedusa, con- le nuove puntate bandoni a questa tinua ad affascina- di Montalbano suggestione». re gli spettatori. Nell’allegoria, «Io mi commuo- E ci sarà anche v o i n s i e m e a l Belen Rodriguez q u e s t a f i g u r a può suggerire dipubblico davanti verse letture: a questa straordi«Per me è quell’incontro con naria storia d’amore». Da martedì Zingaretti sarà in qualcosa di sovrannaturale e di Toscana con questo suo spetta- inconoscibile che ognuno di colo che si fermerà poi 6 giorni noi ha sperimentato nella proalla Pergola (1-6 marzo). È la pria vita». E anche lui si è lasciastoria di un senatore siciliano, to ammaliare, suo malgrado, eruditissimo studioso di anti- dal canto della sirena. «All’inichità, che incontrando per caso zio non volevo fare questo spetun suo conterraneo in un caffè tacolo. Ero molto impegnato e ❜❜ Info Luca Zingaretti sarà in scena il 22 febbraio al Teatro Era di Pontedera e dal primo al 6 marzo al Teatro della Pergola. Il tour teatrale dell’attore, che sarà accompagnato dal maestro Germano Mazzocchetti proseguirà a Sinalunga (8 marzo), Monsummano (9 marzo) e Lamporecchio (10 marzo) (Nella foto Giuseppe Tomasi di Lampedusa) Luca Zingaretti durante lo spettacolo di cui cura anche la regia rifiutai categoricamente. Ma insistettero molto e mi vollero spedire il testo. Mai insistenza fu così benedetta: rimasi fulminato dal racconto e decisi di portarlo in scena a costo di lavorare anche la notte». Il teatro è fondamentale nell’esperienza di Zingaretti. Conobbe Andrea Camilleri quando studiava all’Accademia d’Arte Drammatica Silvio d’Amico, dove lo scrittore insegnava da tempo. E ha subito trovato un maestro d’eccezione in Luca Ronconi. «Con lui ho fatto il mio primo spettacolo da professionista. È stato bellissimo poter lavorare, così giovane, con una testa così potente, così importante, così chiara: non mi poteva capitare di meglio». E non è un caso che adesso continui a sognare il palcoscenico: «Ho un grande progetto con alcuni colleghi e un grande regista che dovrebbe occuparmi per tutto l’anno prossimo». Ma mentre lui si dibatte fra spettacoli e film, dedicando solo tre mesi ogni due anni al Commissario Montalbano, ormai per molti Zingaretti è Montalbano. Usciranno fra poco, «probabilmente a marzo», i quattro nuovi episodi della fortunata fiction. In scena anche Belen Rodriguez, nei panni di un’assassina cinica e fredda, la bella Dolores Alfano, che nel Campo del vasaio farà perdere la testa al vicecommissario. «Montalbano mi ha divertito fin dall’inizio, grazie a questo grande autore che continua a scrivere, a trovare cose interessanti da raccontare, ad arricchire il personaggio, a mostrarlo in altre situazioni. Il merito è anche del produttore, Carlo degli Esposti, che ha creduto in questa avventura: ogni volta ci ha portato giù in Sicilia per tutto il periodo delle riprese, cosa (foto: Daniela Zedda) rara in tv. E Alberto Sironi, il regista, ha fatto un enorme studio per tradurre in immagini le parole di Camilleri». In questo difficile momento per la cultura, Zingaretti afferma che «in Italia non investire in cultura è una grande stupidaggine. Nonostante tutto quello che succede, all’estero siamo ancora visti come la culla della cultura. Bisognerebbe investire in questo settore non solo perché è giusto, ma anche perché è una grande ricchezza che ricade a pioggia sugli altri settori. Non farlo è una grande miopia». Gherardo Vitali Rosati © RIPRODUZIONE RISERVATA