Leggende e Favole Sibaritiche
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Leggende e Favole Sibaritiche
Leggende e Favole Sibaritiche Non appena si pronuncia, o si legge, il nome " Sibari „, immediatamente la mente vola al fasto, alla ricchezza, all'edonismo più sfrenato. E non si ha tutti i torti in quanto una errata interpretazione e conoscenza della storia, una mancata e diffusa critica degli avvenimenti storici e degli usi e costumi dei popoli, ha fatto sì che il termine Sibarita divenisse sinonimo di gaudente, di ghiottone, di ozioso, di vizioso, e così via. Non si può perciò dar colpa al lettore o all'ascoltatore della sua errata cognizione quando una vasta letteratura ha contribuito e contribuisce ancora oggi b7 alla diffusione di una tale credenza. Alle origini di tale errata interpretazione di fatti storici e dei costumi dei sibariti sta un fatto molto importante della storia di quel popolo, cioè il suo rapido affermarsi in tutta la Magna Grecia ed il facile e, quasi, repentino ecclissarsi dalla storia dei popoli. " La prospérité des Sybarites, scrive il Berard (1) ne tarda pas à devenir proverbiale. Pour cette raison il convient d'accueilir avec prudente les nombreuses fàbles qui nous ont été complaisamment transmises „. Dello stesso avviso è anche il Lenormant (2), quando scrive che certi particolari sono troppo posteriori all' età , in cui visse Sibari per avere alcun fondamento, mentre in altri la stantia retorica e la ignoranza di tipi e di luoghi denotano l'artificio polemico, la volontà di denigrare. Buona parte, se non tutto, il favoloso ed inconsistente castello di calunnie fu costruito dai crotoniati dopo la disastrosa disfatta del 510 a. C. sul fiume Traente. " Cessava di vivere la infelice città, scrive il Ciaceri (3); ma non aveva termine l'odio nemico neppure oltre il rogo. Non solo per lungo tempo furono perseguitati i suoi cittadini superstiti, ma di generazione in generazione si tramandarono su i suoi costumi racconti satirici ed aneddoti di dileggio, che vennero a formare le famose " istorie sibaritiche „ e che valsero ad avvolgere nella leggenda, dal principio alla fine, la sua storia istessa (4). Tutto diventò stravagantemente meraviglioso in Sibari, sino alle acque dei suoi fiumi, che a berle non solo rendevano bian- (1) BERARD J., La Colonisation Grecque de l'Italie Meridionale et de la Sicile dans Paris, 1957, p. 145. (2) LENORMANT F., La Grande Grèce, Paris, 1881 -1884. (3) CIACERI E., Storia della Magna Grecia, 11, Città di Castello, 1940, p. 264. (4) Cfr. URE P. N., in The Cambridge ancient IV, 1926, p. 113. l'antiquité, 16 Provincia di Lecce - Mediateca - Progetto EDIESSE (Emeroteca Digitale Salentina) a cura di IMAGO - Lecce Lino P. Soppressa " Biroccio „ Provincia di Lecce - Mediateca - ProgettolgwyggiyOgg Digig*§Ilfnit na) a cura di IMAGO - Lecce chi o neri buoi e pecore, ma facevano ugualmente risentire la diversità di effetto sul colore e sulla morbidezza dei capelli degli uomini ; ed ogni cosa fu segnata col marchio di corruzione e di immoralità „. A rileggere oggi gli storici ed i poeti antichi non si può fare a meno di sorridere, specie quando si legge in Galeno " Sybaris fluvius viros ingenerativos facit „. Ma non meno specioso è Teofrasto riferito da Plinio (I): " Theofrastus in Thuriis Crathim candorem facere, Sybarim nigridinem bobus ac pecoribus : quein et hornines sentire differentianr eam, nam qui Sybarim bibunt nigriores esse, durioresque et crispo capillo ; qui ex Crathide candidos mollioresque et porrecta corna „. La tradizione raccolta da Plinio viene seguita da Esigono, da Agatostene e da Euripide, nonché, in forma diversa, da Strabone (2), che dice : " Crathis nulli medetur morbis, pecudes morbidae si se Crathis aqua madefacerint, curantur. Si qui vero de Sybari liberint starnutamentis, agitari constat, quamobrem eius potu amovent „ (3). Ed infine, a coronamento di tutte le favole classiche, ci piace citare Ovidio (4) : " Crathis et hinc Sybaris nostris conterrninus oris Elettro facit similes auroque capillos „. Pazienza per gli antichi, ma ancora oggi, nonostante siano passati molti secoli dalla distruzione della città achea e non pochi studi siano stati fatti per stabilire la verità degli eventi storici e letterari, non manca chi continua a prestare fede alla tradizione leggendaria, ed an,a vedere la gloriosa città avvolta nell'alone della dissolutezza o, quanto meno, della frivolezza, disdegnando prestar fede invece alla verità storica, perchè, si dice -- (questo è frutto del moderno modo di concepire e di vivere la vita) — " è più bello, più fascinoso immaginare un sibarita gaudente e dissoluto, che un sibarita laborioso, commerciante, industriale e dedito agli " otia „ letterari „. Ultimamente, a maggiormente accrescere la confusione ed a diffondere le errate credenze, è intervenuta la nota giornalista francese Geneviéve Tabouis (5), la quale con la presunzione di scrivere un libro scientifico — così, esternamente, si presenta il suo lavoro per l'imponente apparato critico disseminato nelle numerose note -- non ha fatto altro che raccogliere, indiscriminatamente, le numerose false voci, ammannendoci uno dei più assurdi romanzi, che oltre a non offrirci nessun nuovo elemento atto a far (1) N. H., XXXI, 14. (2) Lib. VI. I, 13. (3) « In ciò àvvi qualche cosa di vero, imperciocchè non dall'acqua del Sibari che bevano, ma da cert'erba, su cui suole trovarsi un verrnicciattolo, sulle sponde del fiume, deriva una malattia detta volgarmente Fisciola ». PEPE C., Memorie Storiche della Città di Castrovillari. Castrovillari, 1930, p. 43. (4) Metamorfosi, XV, 315 - 316. (5) Sybaris - Les Grecs en Italie, Paris, 1958 ; ed. italiana, Firenze, 1958. 17 Provincia di Lecce - Mediateca - Progetto EDIESSE (Emeroteca Digitale Salentina) a cura di IMAGO - Lecce luce sulla storia e sui costumi di Sibari, contribuisce a perpetuare le false credenze e la denigrazione. È bene, per verità ed obiettività storica, mettere le cose a posto e dare a ciascuno il suo. LEGGENDE SIBARITICHE Prima di addentrarci nel vivo della nostra trattazione, è opportuno premettere alcune considerazioni di capitale importanza al fine di sgomberare il terreno dalle incertezze e dalle false interpretazioni : cioè fare le debite distinzioni tra leggende e favole sibaritiche. Infatti mentre le prime sono costituite da racconti immaginosi orditi, esagerandone la portata, sulla vita e sui costumi degli abitanti dell'antica città, le seconde invece costituiscono un genere letterario particolare creato a Sibari e che perciò tornano a tutto vantaggio ed onore della stessa. Una tale distinzione sostanziale s'impone, perchè sia le une che le altre sono state sempre fuse in un sol fascio, e si è voluto attribuire alla vita dei sibariti ciò che essi avevano inventato e divulgato per proprio e per altrui diletto e per gusto dell'arteLe " istorie sibaritiche „ , come con termine più appropriato vengono indicate, sono formate da tutto quel complesso di racconti ingegnosi e de. nigratori diffusi proprio con la specifica intenzione di demolire moralmente il prestigio storico della città. A ragione il Ciaceri (1) scrive che esse "non meritano, certo, di essere prese in esame dalla critica storica, se non in quanto valgano a porre in luce come si fraintendesse il vero significato di costumi e di usanze d'una ricca metropoli, che, non più corrotta d'ogni altra, col fasto e col lusso faceva mostra di grande e raffinata civiltà e col suo splendore abbagliante lasciava nell'ombra altre città del mondo ellenico,,. L'artificiosità interpretativa dei costumi e della vita dei sibariti la si può dedurre dal significato storico ed etico dato alla seguente frase, riportata da Ateneo (2) : " Chi a Sibari non vuol morire prima del giorno destinato, non vegga nè il sole che sorge, nè il sole che tramonta „. Una massima di carattere igienico - preventivo contro la malaria — quel terribile male che pian pianino riuscirono a debellare con imponenti opere idrauliche — viene interpretata quale segno di pigrizia e di mollezza. E lo stesso può dirsi per la lotta contro i rumori, in virtù della quale tutti i mestieri rumorosi, fabbri, falegnami, ecc. dovevano aver bottega fuori la zona residenziale. Ma non è il caso di soffermarci lungamente sull'argomento ; la storia infatti ha dimostrato e la critica lo va ponendo in luce, che tutte le " istorie sibaritiche „ , cioè il racconto di fole erano comuni a moltissimi po- (1) Storia della Magna Grecia, p. 265. (2) ATHENAEI, Deipnosophistarum, XII. 18 Provincia di Lecce - Mediateca - Progetto EDIESSE (Emeroteca Digitale Salentina) a cura di IMAGO - Lecce poli dell'antichità (1) ; passiamo senz'altro ad occuparci delle " favole o novelle sibaritiche „ , di più importante valore storico e letterario. FAVOLE SIBARITICHE (2) Le favole sibaritiche, da non confondersi, come già si è detto, con le " istorie „ , costituiscono un genere letterario particolare, in certo qual modo, simile alle favole esopiane, con la differenza che mentre nelle seconde attori sono gli animali, nelle prime invece sono gli uomini. Questo particolare genere letterario, che originariamente rivestiva un carattere di fine arguzia ed umorismo, se proprio non nacque a Sibari, certo vagì nella Sibaritide, forse proprio nella città panellenica di Thurium, la quale viene ricordata come euretes, cioè inventrice. Ma non è improbabile " che in una città così evoluta (quale era Sibari), a contatto coi popoli più colti, fosse viva, con le altre forme d'arte, l'attività letteraria, ed è anche facile immaginare quale espressione letteraria fosse meglio rispondente all'indole d'una gente, che... doveva essere allegra e vivace „ (3) ; e non è da escludersi che siano sorte proprio a Sibari, se dobbiamo prestar fede a Esichio (4), che c'informa della venuta e del soggiorno di Esopo nella Magna Grecia. Certo si è che se le " sibaritiche „ non videro la luce proprio a Sibari o a Thurium, la videro nelle colonie greche del Bruzio, ove era molto in auge una favolistica indigena tutta particolare. Fra le varie testimonianze antiche in proposito, pur con le dovute cautele, va tenuta presente quella di Isidoro di Siviglia, il quale, senza fare distinzione alcuna tra le varie categorie e i vari tipi di favole, le ritiene di esclusiva origine italica, non escluse le favole esopiane, e ne attribuisce la paternità ad Alcmeone di Crotone : "Fabulas poetae a fando ttominaverunt, quia non sunt res factae, sed tantum loquendo fictae ; quae ideo sunt inductae ut ficto mutorum animali " inter se colloquio imago quaedam vitae hominum nosceretur : has primus invenisse traditur Alcmeone Crotoniensis „ (5). (1) Per la leggenda della danza dei cavalli, ad es. cfr. Annali di Lampsaco, (attribuito ai Cardiani), presso Ateneo, XII, 520 d - e - f - fr. 9 Miiller, Fragmenta Historicorum Graecorum, (Paris, 1851 - 53), I, p. 34 - fr. 1, IACOBY, Fragmente der griechischen Historiker (Berlin 1923 ssq), n. 262. (2) Per una maggiore conoscenza dell'argomento, cfr. CALLAWAY J. S.. Sybaris, Baltimore, 1950 ; CATAUDELLA Q., La novella greca, Napoli, 1957 ; CESSI C , Leggende Sibaritiche, ín Studi Italiani di Filologia Classica », Firenze, IX, 1901 ; ROHDE E., Der Roman, p. 587 ss.; OLIVIERI A., I frammenti della commedia greca e del mito nella Sicilia e nella Manna Grecia, Napoli, 1946 ; LEONI N., Della Manna Grecia e delle Tre Cala!), ie, Napoli, 1844 ; PRESTA A., Leggende e novelle sibaritiche, in « Almanacco Calabrese », 1959. (3) Presta A., Leggende e novelle Sibaritiche, p. 58. (4) Cfr. PERRY, Aesopica, p. 225: Subaritikoi logoi. (5) Isidorii, Ethimol., I, 40, edit. LINDSAY. Cfr. anche TIMPANARO CARDINI M.. I Pitagorici, Firenze, 1958, I, p. 125. 19 Provincia di Lecce - Mediateca - Progetto EDIESSE (Emeroteca Digitale Salentina) a cura di IMAGO - Lecce vaPer quanto si voglia discutere circa le origini, diciamo, locali, gando, magari, per tutta la Magna Grecia, il nome con il quale sono passate alla storia dovrebbe fermare i nostri voli e non farci oltrepassare i confini della sibaritide, come ci consigliano di fare le rare, ma non trascurabili, testimonianze antiche. Infatti, prima che le " sibaritiche „ degenerassero e venissero confuse con le " istorie „ , sarebbe stato molto facile e molto onorifico classificarle con il nome della città in cui erano state inventate ; ma essendo state sempre denominate " sibaritiche „ da Aristofane da Nicolao (2), da Aftonio (3), dal Ps. Diogeniano (4), da Ermogene ,(5), da Mnesimaco e da molti altri, è segno che tutti costoro le ritenevano di origine sibaritica. In che cosa consistevano e come si differenziavano dalle altre ? La classificazione della favola antica è ormai nota, distinta, per tipo, in tre categorie diverse sia per il luogo di origine che per i personaggi introdotti in qualità di attori: 1) favole esopiche, in cui intervengono come attori esseri ragionevoli ed irragionevoli ; 2) favole lidie e frigie, con esseri irragionevoli ; 3) favole sibaritiche, nelle quali gli attori erano esclusivamente esseri ragionevoli. Aftonio, con termini più appropriati, distingue e chiama ,nikton le prime, enthekon le seconde, loghikon le terze. La natura delle " sibaritiche „ , era però del tutto particolare : brevissimi componimenti letterarii di pochi versi, quasi epigrammatiche, che noi oggi classificheremmo " battute spiritose „ , " risposte argute „ " trovate o- riginali „. Erano perciò vere e proprie favolette, o novellette, invenzioni e finzioni letterarie nel senso vero della parola, e non, come molti hanno ritenuto, fatti storici della vita del popolo sibarita. Eccone alcuni esempi : " Ieri, andando in gita nella mia villa, ho visto in un campo alcuni contadini lavorare la terra. Che spettacolo penoso ! A vedere quei poveretti alzare ed abbassare la zappa, sono rimasto con tutte le ossa rotte. Nulla di straordinario, soggiunse uno dei presenti; pensa che io sento qui una fitta acutissima, come se mi spezzassero le reni, al solo sentirne parlare „ (6). " Un pedagogo sibarita, in compagnia di un suo discepolo, camminava per una via. Il ragazzo vede un fico, lo raccoglie. Non l'avesse mai fatto ! (1) In Vespas, 1259 ; in Aves, 471. (2) Progymnasmatct, p. 6 - 7 FELTEN ( — Rhetores Graeci, SPENGEL, III, p. 452). (3) SPENGEL, Rhetores Graeci, II, p. 21 ; PERRY, Aesopica, p. 239. (4) Corpus paroemiographorum Graecorum, t, p. 179 (5) SPENGEL, Op. Cít. (6) « Narrat Timaeu,s, virum Sybaritam aliquando profestum in agro, cum fodientes operarios vidisset, dixisse ruptam sibi fibriam, respondisse vero aliquem ex iis, qui audierat, sibi cum illa diceret latus doluisse ': ATHENEI, D eipnosophistarum, XII, 618, fr. 59 MULLER, Fragmenta Hist. Graec., I, p. 205 - 48 JACOBY, Frag. G. Hist., n. 566. 20 Provincia di Lecce - Mediateca - Progetto EDIESSE (Emeroteca Digitale Salentina) a cura di IMAGO - Lecce Lino P. Suppressa "RITORNO„ Provincia di Lecce - Mediateca - Progetto EDIESSE (Emeroteca Digitale Salentina) a cura di IMAGO - Lecce Lino P. Suppressa " Cave di Pietro „ Provincia di Lecce - Mediateca - Progetto EDIESSE (Emeroteca Digitale Salentina) a cura di IMAGO - Lecce Il maestro lo redarguisce amaramente ; ma tutto ad un tratto gli toglie il fico di mano e lo mangia lui „ (l). Un sibarita cadendo malamente da un cocchio, battè a terra il capo producendosi una larga ferita, perché era poco pratico di cocchi e di cavalli. Alla vista di ciò un amico l'ammonì : ---- O gnuno faccia il mestiere che sa „ (2). " Una donna i uppe un orcio, questi, indignato, chiama a testimone il primo passante per testimoniare contro la donna. La donna allora risponde all' orcio : — Se invece di cercare un testimone, avessi pensato a comperarti subito un cerotto, avresti dimostrato più giudizio „ (3). I pochi esempi riportati sono abbastanza eloquenti e sufficienti a mostrarci lo spirito arguto dei sibariti e ad indicarci la ragione di un tale genere letterario. Le " favole sibaritiche „ dunque, da quanto si è visto " erano in genere favole e fiabe, formanti una letteratura assai diffusa e destinata, in ultimo, a far ridere (4), sì che al tempo di Aristofane i racconti sibariti si ascoltavano negli allegri simposi degli Ateniesi „ (5). P. ADIU"10 PUTIGNANI (1) ,L Sybarita guidarti pedagogus cui): puer quem ducebat, C 11171 in ficum incidisset, et sustulisset, vehementissime eum obiutgavit ; ipse vero ridicule ramo, quod inventum erat devoravit »: AELIANI, Vai.. Hist., XIV, 20. (2) ARISTOFANE, Vespe, 1.427 -1431. Il PERRY ha inclusa la citata favoletta negli Aesopica (Nr. 438). (3) ID., vv. 1435-1440. (4) AELIANI, ar. Hist., XIV, 26. (5) CIACERI E., Storia della Magna Grecia, II, p. 265. • Provincia di Lecce - Mediateca - Progetto EDIESSE (Emeroteca Digitale Salentina) a cura di IMAGO - Lecce