Bilancio politico di metà legislatura

Transcript

Bilancio politico di metà legislatura
Bilancio politico
di metà legislatura
Dipartimento delle finanze e
dell’economia
(DFE)
Laura Sadis
Novembre 2013
Care cittadine,
cari cittadini,
iniziata la seconda metà della legislatura è giusto tirare le prime somme e
stilare i primi bilanci sulle attività intraprese e sugli obiettivi raggiunti nella
prima parte di questo mio secondo mandato in Consiglio di Stato. Non si
tratta certo di fornire una visione esaustiva dell’attività del Dipartimento delle
finanze e dell’economia e dei suoi collaboratori, che colgo qui l’occasione per
ringraziare, ma perlomeno di offrire una panoramica delle azioni più
significative condotte nel biennio appena concluso. Uno sforzo all’insegna
della trasparenza per restituire e spero consolidare la fiducia dei cittadini
verso i loro rappresentanti, le Istituzioni e coloro che le animano.
Le sfide non sono di certo mancate, dalla politica economica chiamata a
fronteggiare le difficoltà dettate dalla situazione internazionale, alla politica
finanziaria confrontata con le prospettive negative dei conti dello Stato; dal
sostegno al mercato del lavoro messo sotto pressione dalle nuove dinamiche
innescate dall’Accordo sulla libera circolazione delle persone, alle sfide del
settore turistico sempre più sottoposto alla concorrenza internazionale; dalle
modifiche legislative in ambito fiscale volute per attuare le necessarie riforme,
alla politica energetica che sta vivendo profondi cambiamenti.
E fortunatamente non sono mancati nemmeno i risultati, tra cui mi preme
ricordare il secondo pacchetto di misure anticrisi, la costituzione e il
consolidamento della Fondazione AGIRE e dell’attività dell’Associazione per
la promozione della piazza finanziaria, lo sviluppo del concetto di Tecnopolo,
l’adozione di contratti normali di lavoro per diversi settori professionali, la
strategia interdipartimentale per l’inserimento professionale di disoccupati in
assistenza, il potenziamento delle misure per favorire l’occupazione giovanile,
l’allestimento del Piano energetico cantonale (PEC), l’acquisizione del
pacchetto azionario maggioritario della Società elettrica sopracenerina (SES),
il freno ai disavanzi, la riforma della Cassa pensioni e quelle ancora in
cantiere della legge sul turismo e della legge sull’innovazione e, per finire, il
progetto di agenzia cantonale per il marketing territoriale.
Buona lettura.
Laura Sadis
SVILUPPO ECONOMICO
Il nostro Cantone è stato e continua ad essere influenzato dal clima di
recessione generale che ha colpito l’economia internazionale e che
evidentemente ha condizionato anche la nostra economia, confrontata con i
problemi di alcuni Stati vicini e con la solidità della moneta elvetica in
rapporto a euro e dollaro.
Da un lato, la nostra economia ha saputo far fronte alla situazione
congiunturale e a un mercato sempre più competitivo, in alcuni casi anche
raccogliendo delle opportunità legate soprattutto alla capacità d’innovazione.
D’altro lato alcuni settori, specialmente quelli legati all’esportazione e al
turismo, hanno sofferto più di altri le condizioni poco favorevoli offerte dal
quadro globale.
Secondo pacchetto di misure anticrisi
In questo contesto il DFE ha attuato – dopo il primo pacchetto anticrisi 20092011 – un secondo insieme di misure straordinarie di sostegno alle imprese e
all’occupazione. Le misure – fra le quali troviamo non solo diverse tipologie di
contributi per le aziende e per il turismo, ma anche l’estensione delle
deduzioni fiscali – completavano quanto proposto dalla Confederazione e
sono il risultato di una serie di discussioni avviate sia a livello cantonale con i
vari attori sul territorio, sia a livello federale, in particolare con il Consigliere
federale Johann Schneider-Ammann.
Politica economica regionale
Oltre ad agire a livello congiunturale, il DFE si è adoperato per migliorare il
tessuto strutturale dell’economia cantonale e dei poli di sviluppo regionali,
fornendo il necessario sostegno alle realtà imprenditoriali sane e dinamiche in
grado di incidere in maniera duratura sullo sviluppo del territorio e
accrescerne l’attrattiva sia a livello nazionale che internazionale.
In quest’ottica riveste una grande importanza la Politica economica regionale,
il cui processo di implementazione si è concluso nel corso del 2011.
Nel biennio appena trascorso si è proceduto a rendere operativo il
programma d’attuazione 2012-2015, approvato da parte del Gran Consiglio
nel giugno 2012, che prevede un credito quadro di 27 milioni di franchi per
l’applicazione della legge di competenza federale a cui si è aggiunto un
ulteriore credito quadro di 13 milioni per le misure complementari di
competenza cantonale.
Più concretamente, dal 2012 a fine ottobre 2013, sono stati sostenuti 71
importanti progetti volti sia a rafforzare la competitività delle nostre piccole e
medie imprese sia a riposizionare e ad aumentare la qualità del settore
turistico.
La politica economica regionale ha nel frattempo assunto la funzione di
strumento di riferimento e di coordinamento per le politiche settoriali con una
valenza di sviluppo economico. È in questo alveo che sono state avviate e
stanno per concludersi le riforme della Legge per l’innovazione economica e
della Legge sul turismo, che è stata costituita la Fondazione Agire, che è
stato rafforzato il servizio interdipartimentale fondounimpresa.ch e che è stata
ripensata la strategia del marketing territoriale.
L’obiettivo è quello di favorire una crescita sostenibile e duratura che valorizzi
le peculiarità territoriali, lo spirito imprenditoriale e l’innovazione, che crei
posti di lavoro qualificati a favore della popolazione residente e garantisca
coesione sociale e qualità della vita, che pure sono componenti essenziali
della competitività del sistema-Paese.
Politica dell’innovazione
In un’economia sempre più globale e improntata alla concorrenza
internazionale, il presente e il futuro del Ticino imprenditoriale passa sempre
più dall’acquisizione di nuove competenze, dal miglioramento della
competitività attraverso l’innovazione tecnologica e dall’insediamento di
nuove realtà aziendali capaci di interagire con il tessuto produttivo locale e di
offrire posti di lavoro qualificati. Nel mese di maggio 2012 il Gran Consiglio ha
approvato il messaggio concernente il rinnovo del credito quadro di 36 milioni
di franchi per il quadriennio 2012-2015 in base alla Legge per l’innovazione
economica (L-Inn).
Gli orientamenti della politica economica regionale e gli approfondimenti
tecnici recentemente conclusi, hanno posto le basi per avviare l’elaborazione
di una nuova politica cantonale in materia di innovazione che intende porre
l’accento sull’interazione tra il mondo dell’educazione e della scienza, quello
delle imprese e quello delle istituzioni. È questo un aspetto fondamentale per
sviluppare un vero e proprio sistema regionale dell’innovazione che faccia
perno sul trasferimento di conoscenze, di competenze e di tecnologie. Il tutto
tenendo naturalmente conto anche degli indirizzi adottati a livello federale con
la revisione totale della Legge sulla promozione della ricerca e
dell’innovazione.
Il credito quadro L-Inn 2012-2015 sta comunque già operando con criteri
aggiornati, che recepiscono l’esperienza fatta e i cambiamenti in atto. Si tratta
in particolare del raddoppio dei contributi per la partecipazione a fiere
specialistiche, del sostegno ai progetti d’internazionalizzazione delle imprese
e dell’introduzione di contributi per la partecipazione delle aziende a progetti
di ricerca.
Come si vede, dunque, si tratta di provvedimenti che non hanno solo un
carattere congiunturale, ma che favoriscono anche la tenuta strutturale del
tessuto economico, ad esempio nel fondamentale rapporto tra ricerca e
impresa che sarà proprio un elemento portante della futura politica
dell’innovazione.
Sensibilizzare e premiare le aziende responsabili
Il DFE, consapevole che per rendere veramente efficaci le azioni intraprese
dallo Stato per prevenire e sanzionare gli abusi è necessaria una presa di
coscienza dell’imprenditoria ticinese, ha proseguito gli sforzi per
sensibilizzare le aziende al senso di responsabilità verso il territorio. D’altro
canto si è voluto concretamente premiare le imprese che dimostrano tale
senso di responsabilità favorendo l’occupazione di residenti a salari dignitosi,
in particolare attraverso un sistema bonus/malus per la graduazione dei
contributi in base alla Legge per l’innovazione comprendente anche una
valutazione dei livelli salariali e dell’impiego di personale residente.
Trasferimento di tecnologia e sostegno alle start-up
L’azione della Fondazione Agire, nata nel 2010 nell’ambito della politica
economica regionale, è entrata nel vivo e si sono raccolti i primi frutti del suo
lavoro, in particolare con l’avvio di progetti a grande potenziale di sviluppo e il
trasferimento di conoscenze e tecnologie.
Nel solo 2013 si contano già 800 contatti, 120 incontri di valutazione, 80
scouting aziendali, 40 opportunità d’innovazione identificate, 15 servizi di
trasferimento di tecnologia e del sapere, 30 proposte di progetti.
Dall’inizio dell’attività della società AGIRE Invest SA, di proprietà al 100%
della Fondazione e che si occupa di partecipare al finanziamento di start-up,
si sono ricevute 410 documentazioni complete, sono stati analizzati nel
dettaglio 230 casi, di cui 40 sottoposti per un preavviso all’advisory board. Di
questi 40, 14 sono stati approvati.
La Fondazione AGIRE si è occupata inoltre di elaborare il modello
imprenditoriale per il progetto Tecnopolo Ticino (Casa dell’innovazione), che
intende fornire un tetto ad aziende innovative appena costituite e
potenzialmente capaci di buone prospettive di crescita. La realizzazione è
pianificata su un periodo di 4-5 anni e prevede di ospitare più di 50 aziende
innovative, creando indicativamente 500 posti di lavoro qualificati.
Marketing territoriale
Fra le iniziative di marketing territoriale vi è da rimarcare – oltre al programma
Copernico – la creazione dell’Associazione per la promozione della piazza
finanziaria (Ticino for Finance), un ente misto pubblico-privato creato per
favorire l’insediamento di attività finanziarie ad alto valore aggiunto ed
elaborare una nuova visione di sviluppo del settore.
Nel 2012 è stato inoltre siglato un accordo tra il Consiglio di Stato e la
Camera di commercio del Cantone Ticino per condividere le attività di
marketing territoriale e di internazionalizzazione allo scopo di creare una rete
di contatti che permetta ai vari attori di svolgere al meglio il proprio ruolo.
Per migliorare ulteriormente la situazione e far evolvere la positiva esperienza
fatta con Ticino for Finance, nel corso del 2013 il Dipartimento delle finanze e
dell’economia ha conferito un mandato di consulenza per supportare la
creazione di un’organizzazione dedicata alle attività di marketing territoriale
(modello di partnership pubblica-privata PPP). Questo progetto, in avanzata
fase di sviluppo, sarà parte integrante della revisione della Legge per
l’innovazione economica e vedrà il diretto coinvolgimento delle principali
associazioni economiche.
Sul fronte territoriale sarà invece fondamentale che gli Enti regionali di
sviluppo continuino a migliorare la propria organizzazione per fungere da
punti di riferimento per la fase di insediamento delle aziende, soprattutto per
quanto riguarda la disponibilità di terreni e spazi e il collegamento con le
autorità comunali. Gli ERS saranno anche chiamati a collaborare attivamente
con il Cantone per la realizzazione dei poli di sviluppo economico previsti
nella scheda R7 del piano direttore, con l’obiettivo di predisporre siti
particolarmente attrattivi per l’insediamento e lo sviluppo di attività
economiche.
Sostegno all’auto-imprenditorialità
Nell’accezione comune si suole spesso utilizzare quasi come sinonimi il
significato di auto imprenditorialità e quello di start up. Benché i due concetti
a volte possano combinarsi, è importante distinguere bene l’ambito
dell’autoimprenditorialità da quello delle start-up, soprattutto rispetto agli
strumenti d’intervento del Cantone, ben distinti per ognuno di questi due
specifici settori.
In Ticino esistono diversi strumenti a sostegno di chi vuole mettersi in proprio:
Legge sull’assicurazione disoccupazione, Legge sul rilancio dell’occupazione
(L-rilocc), formazione mirata, fideiussione, prestiti con i fondi di promozione
regionale.
Per applicare in modo coordinato tutti gli strumenti è stato avviato un
progetto, in stretta sinergia tra DFE e Dipartimento dell’educazione, della
cultura e dello sport (DECS), per ulteriormente sviluppare fondounimpresa.ch
che è stato promosso a “servizio interdipartimentale” con l’obiettivo principale
di promuovere la conoscenza attraverso corsi di formazione in tema di
gestione aziendale (nozioni giuridiche, business plan, marketing e
contabilità), svolgere il coaching a micro-imprenditori, residenti nel Canton
Ticino, in fase di avvio dell’attività (sulla base della L-rilocc) e offrire una
consulenza breve a neo imprenditori.
Considerato il successo riscontrato dal progetto, a brevissimo è prevista
l’estensione del mandato al servizio interdipartimentale fondounimpresa.ch ai
sensi della politica economica regionale, in modo da fare fronte alle crescenti
richieste degli auto-imprenditori.
Successione aziendale
Il tema della successione aziendale è strategico per il nostro Cantone. È
assolutamente necessario agire ora per evitare il rischio di disperdere nei
prossimi anni un capitale di conoscenze e di capacità a causa di successioni
non pianificate per tempo.
Per affrontare il tema nel 2011 la SUPSI ha condotto un’indagine sulla
successione aziendale presso un ampio campione di PMI ticinesi. In seguito
a questo studio è stato lanciato il progetto “Trasmissione d’impresa”
finanziato con i fondi di politica economica regionale (sviluppo di un modello
di trasmissione d’impresa costruito sulle specifiche esigenze del nostro
cantone). Oltre all’approccio di tipo sistemico, che sfocerà nell’elaborazione di
un modello per la trasmissione di impresa, nell’ambito della revisione della
Legge sull’innovazione economica, si stanno valutando misure puntuali in
favore delle piccole medie imprese anche nell’ambito della successione
aziendale. In particolare si prevede la possibilità di concedere dei contributi
(voucher) per consulenze specialistiche e l’accompagnamento del processo
di trasmissione aziendale e potenziare il ruolo svolto dalla Cooperativa di
fideiussioni per PMI (CF SUD).
Proposte di sviluppo economico grazie all’apertura di AlpTransit
Ritenuta la necessità di sfruttare i potenziali economici e turistici derivanti
della messa in esercizio di AlpTransit, nell’ottobre del 2012 è stato presentato
il rapporto conclusivo dello studio “Effetti economici della messa in esercizio
di AlpTransit in Ticino: opportunità e rischi”.
Le misure e le attività connesse all’apertura della nuova galleria di base sono
strettamente collegate a tutta la strategia economica adottata dal Cantone. Vi
sono inoltre alcuni ambiti di attività e progetti strategici che risultano ancora
più strettamente associati ad Alp Transit, tra cui ad esempio il Programma
San Gottardo 2020, in collaborazione con il quale è attualmente in fase di
approfondimento la fattibilità del progetto “Coccodrillo”, promosso
dall’associazione “Club San Gottardo” con il sostegno della Divisione
dell’economia. Questo progetto – che è attualmente oggetto di uno studio di
fattibilità – rappresenta una grande opportunità per lo sfruttamento turistico
della linea alpina del San Gottardo.
Affinché siano colte appieno le opportunità di Alp Transit anche in ambito
turistico il Consiglio di Stato ha previsto - nell’ambito del messaggio relativo al
rinnovo per il 2014 del credito quadro dedicato alla concessione di sussidi
cantonali a sostegno degli investimenti e alle attività per il turismo e per il
finanziamento delle attività di promozione turistica - un importo di 2 milioni di
franchi destinato a una campagna promozionale straordinaria per l’apertura
della galleria di base, che sarà attuata tra il 2014 e il 2017.
Orari di apertura e lavoro domenicale
La nuova Legge cantonale sull’apertura dei negozi licenziata dal Governo nel
2011 è tuttora al vaglio del Gran Consiglio. Nel frattempo, lo scorso biennio è
stato caratterizzato dalla questione legata all’autorizzazione del lavoro
domenicale in alcuni centri commerciali del Mendrisiotto. Allo scopo di
ottenere una modifica delle normative federali che regolano il lavoro
domenicale, il Consiglio di Stato ha sostenuto energicamente la mozione
Abate che chiede modifiche alle eccezioni al divieto del lavoro domenicale
alle odierne esigenze del settore turistico. La mozione è stata adottata dalle
Camere federali e, di conseguenza, se ne attende la concretizzazione.
Officine FFS di Bellinzona
Il DFE ha accompagnato con grande impegno il non facile percorso che ha
portato alla sottoscrizione di una convenzione preludio della costituzione,
finalmente, del Centro di competenza in materia di mobilità sostenibile e
ferroviaria che avrà la propria sede presso le Officine FFS di Bellinzona.
TURISMO
Il settore turistico rimane un’attività economica di prima importanza con
potenzialità di crescita interessanti, anche se, evidentemente, non è
risparmiato dalle contingenze congiunturali e di valuta, che rientrano tra le
principali cause della diminuzione del volume dei pernottamenti nella nostra
regione.
Nuova legge sul Turismo
Il turismo ticinese è sempre più confrontato a sfide e cambiamenti anche
strutturali. Per affrontarli il DFE, con il fondamentale coinvolgimento di tutti gli
attori del settore, si è impegnato a definire una riforma legislativa e
organizzativa orientata alla creazione di quattro Organizzazioni turistiche
regionali (OTR), che avranno un ruolo fondamentale nello sviluppo di nuovi
prodotti turistici e nella loro promozione, così come alla costituzione
dell’Agenzia turistica ticinese (ATT), composta dagli attori istituzionali e dalle
principali categorie professionali, alla quale spetterà principalmente un ruolo
strategico. Il progetto di riforma è stato posto in consultazione e ha riscosso
un generale apprezzamento, per questo sarà sottoposto al Gran Consiglio
entro la fine del 2013. Il 2014 sarà consacrato alla fase di transizione – per la
quale il Consiglio di Stato ha già proposto al Parlamento un credito ponte – e
alla preparazione della nuova organizzazione turistica.
Carta turistica
Il DFE, in collaborazione con il Dipartimento del territorio (DT), ha inoltre
partecipato all’elaborazione della Ticino Discovery Card, una carta turistica
che include una serie di offerte per mezzi di trasporto pubblici e servizi
turistici nel nostro territorio. La concretizzazione di tale progetto è avvenuta
ad inizio 2012 dopo il necessario percorso nel quale ha raccolto il sostegno
del settore turistico. Durante il primo anno di sperimentazione, la Ticino
Discovery Card ha dimostrato tutte le sue potenzialità a sostegno dell’offerta
turistica cantonale, ma anche, inevitabilmente, qualche problema di gioventù
che dovrà essere risolto: per questo motivo è stato ritenuto opportuno
prolungare anche nel 2013 la fase di start-up sostenuta dal Cantone
nell’ambito della politica economica regionale.
Recupero di rustici da locare
Un’altra iniziativa importante a favore del turismo è il rinnovo del credito
quadro di 2 milioni di franchi del Decreto per il recupero di rustici da locare
quali alloggi turistici per il periodo 2013-2016. Lo scopo è quello di aumentare
la capacità ricettiva e di conseguenza incrementare il turismo di soggiorno,
soprattutto nelle regioni discoste. Il rustico da locare riveste inoltre anche un
ruolo nella crescita economica nei comprensori periferici ed è inteso quale
complemento a quanto viene stimolato con le altre politiche a impatto
territoriale.
Sostegno agli artigiani
Nel corso del 2011 e del 2012 il Cantone ha continuato a sostenere la
gestione delle associazioni degli artigiani e le attività del Gruppo di lavoro
artigianato del Ticino. Tale sostegno prosegue anche nel quadriennio 20132016 grazie all’approvazione da parte del Parlamento, il 26 novembre 2012,
del Decreto legislativo concernente lo stanziamento di un credito di 500'000
franchi a favore delle Federazione delle associazioni degli artigiani ticinesi.
Formazione continua all’accoglienza
Il DFE, in collaborazione con la Scuola superiore alberghiera e del turismo e
l’Università della Svizzera italiana, ha promosso il lancio di un progetto di
formazione professionale che affronta come tema specifico l’accoglienza e
l’ospitalità, oltre che la comunicazione e l’uso applicato delle tecnologie. In
seguito ai buoni risultati riscontrati nel 2012 il percorso di formazione
professionale è riproposto nel 2013.
Programma di impulso per il settore alberghiero
Un’altra iniziativa a favore degli operatori turistici ticinesi è costituita dal
programma d’impulso per il settore alberghiero promosso dalla Società
svizzera di credito alberghiero e attuato e finanziato dal DFE. Si tratta di un
programma importante, poiché permetterà di valutare la competitività del
settore alberghiero tramite un’analisi delle strutture ricettive ticinesi, i cui
risultati potranno fungere da base per definire strategie e interventi (privati e
pubblici) che possano migliorare la gestione e l’offerta alberghiera ticinese. Il
programma è sicuramente un’ottima opportunità sia per gli albergatori, che
potranno beneficiare di una consulenza specifica gratuita, sia per il Cantone,
il quale potrà beneficiare di una visione globale della situazione del settore
alberghiero ticinese.
Studio sull’impatto economico del turismo
È infine in corso uno studio, finanziato con fondi della politica economica
regionale, sull’impatto economico del turismo. L’analisi ha l’obiettivo di
esaminare nel dettaglio il settore turistico, a livello cantonale e regionale, in
modo da determinare gli effetti diretti, indiretti e indotti della spesa turistica in
Ticino. Con la realizzazione di questo studio, prevista per la primavera del
2014, si concretizza una nuova tappa nella direzione di una maggiore
conoscenza del settore turistico cantonale che risulterà importante per la
definizione delle future strategie.
DIFESA DEL MERCATO DEL LAVORO E SOSTEGNO
ALL’OCCUPAZIONE
Le difficoltà del mercato del lavoro, soprattutto a causa del contesto
economico e delle nuove dinamiche innescate dall’Accordo sulla libera
circolazione (ALC) delle persone tra la Svizzera e l’Unione europea, hanno
fatto dell’attività di sorveglianza e di repressione degli abusi una chiara
priorità del DFE, sia negli interventi diretti per contrastare i fenomeni di
dumping salariale e di sostituzione della manodopera residente con quella
frontaliera, sia negli intensi contatti con l’Autorità federale per giungere
all’inasprimento, poi votato dalle Camere federali, delle misure
accompagnatorie alla libera circolazione.
I contatti con l’Autorità federale si sono del resto ulteriormente intensificati nel
2013, grazie alla mia partecipazione a gruppi di lavoro a livello nazionale,
costituiti allo scopo di ottimizzare l’esecuzione delle misure di
accompagnamento e di valutare un loro rafforzamento.
Sostanzialmente le proposte riguardano:
- l’aumento del limite massimo delle sanzioni amministrative previste dalla
Legge federale sui lavoratori distaccati (da CHF 5'000.- a CHF 30'000.-);
- un maggior finanziamento da parte della Confederazione per il
potenziamento degli organi di controllo;
- l’introduzione di una tassa amministrativa sulle notifiche e la modifica del
modulo di notifica on-line;
- l’introduzione dell’obbligo di notifica dal primo giorno anche per le attività di
giardinaggio;
- il miglioramento nell’esecuzione delle misure collaterali (maggiore
professionalizzazione e standardizzazione nei processi di esecuzione delle
misure di accompagnamento);
- agevolazione/accelerazione
della
procedura
di
conferimento
dell’obbligatorietà generale a un CCL;
- possibilità di attribuire carattere vincolante anche alle disposizioni relative
alla durata del lavoro e non solo alle disposizioni salariali di un Contratto
normale di lavoro ai sensi dell’art. 360a CO.
A ciò si aggiunge il tema fiscale dell’IVA oggetto di stretta collaborazione con
la Deputazione ticinese a Berna per eliminare, anche da questo profilo, le
distorsioni concorrenziali fra le nostre imprese e imprenditori e quelli esteri.
Lotta al dumping salariale e difesa dei lavoratori residenti
Sulla base di inchieste mirate e precise condotte dall’Ufficio dell’ispettorato
del lavoro su mandato della Commissione Tripartita in materia di libera
circolazione delle persone, l’Ufficio per la sorveglianza del mercato del lavoro
(USML) ha riscontrato la presenza di situazioni di dumping salariale in diversi
settori professionali. I risultati di queste inchieste hanno indotto la
Commissione a proporre al Consiglio di Stato l’adozione di diversi contratti
normali di lavoro con salari minimi vincolanti.
Dal 1° gennaio 2013 è possibile sanzionare i datori di lavoro inadempienti,
motivo per cui l’Ufficio dell’ispettorato del lavoro ha avviato le prime
procedure di contravvenzione anche in questo ambito.
Inoltre, grazie alle sollecitazioni del DFE e agli intensi contatti con l’Autorità
federale, dal 1° gennaio 2013 non solo è prevista la possibilità di sanzionare
adeguatamente le violazioni del salario minimo dei contratti normali di lavoro,
ma anche di combattere la pseudo-indipendenza di prestatori transfrontalieri
di servizio (cosiddetti padroncini).
Inasprimento delle sanzioni previste dalla Legge sui distaccati
Il DFE ha inoltre deciso l’inasprimento delle sanzioni a carattere finanziario
previste dalla Legge federale concernente le misure collaterali per i lavoratori
distaccati (LDist), con un adeguamento verso l’alto dei due cataloghi di
sanzioni applicati dall’Ufficio per la sorveglianza del mercato del lavoro, per
quanto attiene alle violazioni dell’obbligo di notifica, e dall’Ufficio
dell’ispettorato del lavoro, per quanto riguarda le violazioni delle condizioni
lavorative e salariali. Un ulteriore inasprimento degli importi massimi delle
sanzioni previste dalla LDist. è stato deciso anche a livello federale
nell’ambito delle discussioni volte a ulteriormente inasprire le misure di
accompagnamento.
Lotta alla disoccupazione
Sul fronte della lotta alla disoccupazione, il DFE ha adottato, in
collaborazione con il Dipartimento della sanità e della socialità (DSS), una
strategia interdipartimentale per l’inserimento professionale di disoccupati in
assistenza, in leggero aumento soprattutto tra i giovani anche a causa della
difficile situazione economica e dell’inasprimento dell’Assicurazione contro la
disoccupazione (LADI) entrata in vigore il primo aprile 2011. Riallocando a
questo scopo una parte del credito residuo del Programma Oro BNS, sono
stati allestiti adeguati percorsi di reinserimento professionale. Nell’ambito
delle misure attive sono invece stati creati dei percorsi di formazione e di
pratica attraverso stage in azienda o programmi d’occupazione.
Per ovviare ad alcune conseguenze negative dovute all’introduzione della
nuova LADI, in particolare alla diminuzione della durata del periodo
indennizzabile per determinate categorie di persone, il DFE si è inoltre fatto
promotore di una modifica delle Legge sul rilancio dell’occupazione e sul
sostegno ai disoccupati (L-rilocc), introducendo a partire da giugno 2011
alcune prestazioni supplementari a favore dei giovani al primo impiego, dei
disoccupati di lunga durata e dei neo imprenditori.
Il DFE nel 2012 ha anche potenziato il proprio servizio d’accompagnamento
ai disoccupati con l’assunzione di dieci nuovi consulenti del personale,
distribuiti in maniera proporzionale sui 5 Uffici regionali di collocamento.
La L-rilocc è infine oggetto di una valutazione critica, avviata nel 2013 tramite
un’analisi scientifica esterna, che permetterà di chiarire in che misura la legge
sia ancora adeguata alla nuova realtà e come poterla eventualmente
riorientare.
FINANZE PUBBLICHE
Il miglioramento strutturale delle finanze dello Stato e della loro gestione è
stato al centro dell’azione del DFE con l’obiettivo di trovare una soluzione
condivisa al sempre più sentito problema dell’indebitamento pubblico e del
trasferimento di oneri verso le future generazioni.
Freno ai disavanzi pubblici
Visto lo stallo creatosi attorno al progetto di Freno alla spesa (rimasto
bloccato per quasi dieci anni in Commissione della gestione), nel marzo 2012
si è proposto – sull’esempio di quel che avviene positivamente in quasi tutti i
Cantoni e a livello federale – un altro strumento di disciplina finanziaria, il
Freno ai disavanzi pubblici, che di fatto obbliga Governo e Parlamento a
presentare nel preventivo di gestione corrente un disavanzo di esercizio non
superiore al 3% dei ricavi correnti, fatta eccezione in caso di grave crisi
economica o di bisogni finanziari eccezionali.
Conti pubblici
Un notevole sforzo è stato inoltre consacrato all’allestimento, insieme a tutto il
Consiglio di Stato, dei preventivi dello Stato: si sono attuate importanti
manovre di contenimento della spesa che hanno permesso, seppur in modo
ancora parziale, di contenere l’aumento del disavanzo d’esercizio derivante
anche da decisioni federali, come ad esempio il risanamento della cassa
pensioni (33.8 milioni di oneri supplementari), il nuovo sistema di
finanziamento degli ospedali (90 milioni di oneri supplementari) e la riduzione
della quota dell’utile della Banca Nazionale Svizzera (43 milioni di minori
entrate).
Roadmap 2013-2014
Nell’ambito della votazione sul preventivo 2013, il Gran Consiglio ha chiesto
al Consiglio di Stato di presentare un programma di risanamento finanziario
volto a una verifica della necessità, dell’efficienza e dell’efficacia dei compiti
svolti dallo Stato. Il DFE si è impegnato a fondo e, oltre ad aver predisposto
tutta una serie di elementi conoscitivi e implementato una prima serie di
misure procedurali – mentre altre sono in corso di elaborazione o
realizzazione – ha identificato oltre una ventina di piste di azione da valutare
politicamente nell’ottica di una revisione dei compiti e di razionalizzazione
della spesa.
Maggiore trasparenza con il nuovo modello di presentazione dei conti
Avvicinare cittadini e politici ai conti dello Stato fornendo maggiori e migliori
informazioni: è questo l’obiettivo della nuova presentazione dei conti che
vede la luce, per la prima volta, con il preventivo 2014. Il nuovo documento –
che verrà presentato regolarmente due volte all’anno, con i conti consuntivi
dell’anno precedente e quelli preventivi dell’anno seguente – permette una
migliore fruibilità dei dati finanziari, raggruppati per le principali voci di spesa
e ricavo, presentati in modo aggregato per centro di costo o per gruppi degli
stessi. In questo modo si intende non solo semplificare la lettura del semplice
dato contabile, ma anche mostrare quali sono compiti, attività e progetti dei
singoli servizi: è possibile in questo modo trarre una visione più chiara e
articolata dell’amministrazione pubblica cantonale correlandola inoltre agli
effettivi di personale e alle risorse finanziarie a disposizione dello Stato.
BANCA DELLO STATO
Con l’intento di migliorarne l’efficacia e l’efficienza – e di riflesso la sua
redditività – DFE e Banca dello Stato hanno condiviso un importante progetto
di riorganizzazione dell’Istituto. Inoltre, per far fronte all’evoluzione del
contesto normativo bancario, contraddistinto tra le altre cose
dall’inasprimento anche per le banche cantonali dei vincoli di capitale proprio
minimo, Governo e Parlamento nel 2011 hanno deciso un progressivo
aumento del capitale di Banca Stato da 110 a 240 milioni. Tale dotazione
permetterà all’Istituto non solo di affrontare i prossimi anni con una sufficiente
garanzia di poter operare con un capitale adeguato, ma anche di potersi
concentrare sullo sviluppo degli affari della Banca. Il tutto evidentemente nel
pieno interesse generale dello Stato, in particolare grazie all’aumento del
riversamento d’interessi sul capitale di dotazione e sugli utili in un momento di
difficoltà finanziarie.
LOGISTICA
Nonostante le turbolenze che l’hanno colpita, la Sezione della Logistica – per
la quale è stata implementata una sostanziale riforma organizzativa – ha
continuato a lavorare al servizio del patrimonio immobiliare di proprietà del
Cantone. Da segnalare in particolare
– l’ultimazione dello Stabile Amministrativo 3 che, a partire dal prossimo
anno, ospiterà la maggior parte dei Servizi del Dipartimento del territorio,
attualmente dislocati in più sedi. Conformemente agli indirizzi adottati dallo
Stato in materia di uso dell’energia, il nuovo stabile – la cui realizzazione
rientrava nelle misure di sostegno al tessuto economico del primo
pacchetto anticrisi del 2009-2011 – risponde agli standard Minergie grazie
a un impiego razionale dell'energia e a un'ampia utilizzazione di energie
rinnovabili;
– il consolidamento della strategia di manutenzione programmata degli
edifici esistenti (finalizzata in particolare al risanamento energetico e
all’adeguamento alle normative vigenti degli edifici), per la quale sono stati
chiesti e ottenuti 50 milioni di franchi per il periodo 2013-2019.
POLITICA DEL PERSONALE
Sono diversi i progetti su cui la Sezione delle risorse umane è stata
impegnata in questo primo biennio di legislatura. Da segnalare soprattutto lo
sviluppo del progetto di revisione della scala stipendi per gli impiegati e – a
seguito dell’entrata in vigore, il primo agosto 2012, della nuova Legge sul
rapporto d’impiego dei dipendenti dello Stato e dei docenti (LORD) – l’analisi
del regolamento dei dipendenti dello Stato con l’intento di proporne una
revisione totale. Il nuovo modello salariale è stato presentato in Consiglio di
Stato e ai sindacati, ricevendone un primo sostegno.
Nel contempo si sta concretizzando il modello di valutazione analitica delle
funzioni (anche questo presentato ai sindacati) e si sta preparando la
revisione della Legge stipendi, datata 1954.
La revisione parziale della Lord è entrata in vigore ad agosto 2012 e,
coerentemente con i suoi disposti, si sta investendo nella formazione
aziendale, focalizzandosi sui nuovi assunti, con un nuovo modello di
accoglienza e formazione iniziale, nonché sui funzionari dirigenti. Detta
formazione, che si svolge a moduli e su un arco di tempo di un paio di anni, si
basa su concetti manageriali moderni ben calati nella realtà aziendale
dell’amministrazione pubblica così da dare un vero valore aggiunto (valore
spendibile sul posto di lavoro) ai funzionari dirigenti.
ISTITUTO DI PREVIDENZA DEL CANTON TICINO (IPCT)
Il DFE ha concluso il processo di risanamento finanziario della Cassa
pensioni dei dipendenti dello Stato e della sua riforma istituzionale e
organizzativa a garanzia di un sistema pensionistico solido, efficace e
finanziabile a medio termine.
Dopo un lungo e impegnativo percorso iniziato nel 2008 dagli organi e
dall’amministrazione della Cassa, il 6 novembre 2012 il Parlamento ha infatti
approvato la nuova legge sull’Istituto di previdenza dei dipendenti dello Stato
che contempla un nuovo piano assicurativo in primato dei contributi e
ridisegna l’organizzazione della Cassa, così come richiesto dalla riforma della
Legge federale sulla previdenza professionale. Operativamente il passaggio
al piano in primato dei contributi all’1.1.2013 di tutti gli assicurati attivi è stato
effettuato come previsto, mentre il nuovo Consiglio di amministrazione è
entrato in carica il 24 agosto 2013.
FISCALITÀ
Negoziati con l’Italia
Il contesto fiscale è stato caratterizzato dal contenzioso con l’Italia e dal
congelamento, nel giugno del 2011, della metà dei ristorni dell’imposta alla
fonte prelevata sul reddito dei frontalieri del 2010 a seguito dell’inclusione
della Svizzera nelle liste nere. I negoziati con l’Italia sono potuti riprendere
dopo lo sblocco della quota dei ristorni trattenuta nel maggio del 2012. Il DFE
ha giocato un ruolo attivo sia nel processo di sensibilizzazione della
Confederazione, attraverso un serie d’incontri formali e informali con
Consiglieri federali e commissioni parlamentari, sia nella ripresa delle
negoziazioni fiscali attraverso una presenza costante al tavolo delle trattative.
Trattative ora arenatesi per le note vicende politiche della vicina Penisola.
Riforme fiscali
In ambito legislativo è proseguito il processo di adeguamento delle
disposizioni corrispondenti della Legge tributaria cantonale alle modifiche
della Legge federale sull’armonizzazione delle imposte dirette dei Cantoni e
dei Comuni (LAID). Le principali novità sono la nuova deduzione sociale per
le famiglie con doppio reddito che affidano a terzi la cura dei figli di età
inferiore ai 14 anni, l’esenzione del soldo percepito dai pompieri di milizia e la
nuova deducibilità dei contributi versati dalle persone fisiche ai partiti politici.
Contestualmente alle misure straordinarie a sostegno dell’occupazione e
delle imprese, a inizio legislatura è stata estesa la possibilità di operare
ammortamenti accelerati (applicando un tasso doppio rispetto a quello
usualmente ammesso anche nell’anno successivo all’investimento). Al fine di
incoraggiare l’innovazione, in particolare presso le piccole e medie imprese,
nella Legge tributaria cantonale è stata inoltre introdotta la possibilità per le
aziende di effettuare accantonamenti per futuri mandati di ricerca e sviluppo
conferiti a terzi sino al 10% dell’utile imponibile (ma complessivamente non
oltre 1 milione di franchi).
Nell’ambito delle misure di rientro legate ai preventivi 2013 e 2014 il Consiglio
di Stato ha invece deciso di innalzare dagli attuali 200'000 a 400'000 franchi,
in maniera scaglionata tra il 2013 e il 2014, il limite del reddito imponibile
minimo che permette ai cosiddetti “globalisti” domiciliati in Ticino di
beneficiare della tassazione basata sul dispendio. Sempre in questo
contesto si è pure proceduto ad inasprire due disposizioni riguardanti
l’imposizione alla fonte, riducendo le provvigioni di riscossione a favore dei
datori di lavoro e innalzando l’aliquota applicata sui redditi accessori.
Da segnalare inoltre che il 14 marzo 2012 il progetto di amnistia cantonale
proposto dal Governo nel febbraio del 2010 è stato bocciato in Gran
Consiglio per soli tre voti di scarto (42 contrari e 39 favorevoli).
POLITICA CLIMATICA ED ENERGETICA
Piano energetico cantonale (PEC)
Nel 2011 le Autorità federali hanno preso una decisione di principio a favore
dell'abbandono graduale dell'energia nucleare. Una decisione che, unita ad
altri cambiamenti radicali in atto da anni nel contesto energetico
internazionale, comporterà la progressiva trasformazione del sistema
energetico svizzero: da qui l’elaborazione da parte del Consiglio federale
della Strategia energetica 2050. I nuovi indirizzi hanno fortemente influenzato
i lavori di definizione del Piano energetico cantonale (PEC), uno strumento
approvato dal Consiglio di Stato nell’aprile del 2013 che delinea gli obiettivi
della politica energetica cantonale con uno sguardo esteso fino al 2050. Tra
di essi figurano l’efficienza, la sostenibilità e la conversione energetica, la
diversificazione della produzione e dell’approvvigionamento, la riduzione dei
consumi e delle emissioni di CO2. Il Piano d’azione 2013 che accompagna il
PEC evidenzia nel concreto una serie di provvedimenti prioritari – alcuni dei
quali già in atto – quali la riversione, il rinnovo e l’ottimizzazione degli impianti
idroelettrici, la costituzione del fondo per le energie rinnovabili (FER), la
promozione della mobilità sostenibile attraverso incentivi all’acquisto di
automobili molto efficienti, una serie di studi inerenti i mutamenti climatici,
l’individuazione di ulteriori zone idonee allo sfruttamento dell’energia eolica,
alle reti di teleriscaldamento, agli impianti di cogenerazione a gas.
Da segnalare che, in linea con i nuovi indirizzi, il Governo ha approvato un
Piano di utilizzazione cantonale per gli impianti idroelettrici dell'Azienda
elettrica ticinese (AET) in Val d'Ambra – una struttura che assume
un’importante funzione di regolazione della “rete Ticino” – e sono state
rilasciate le concessioni per l’utilizzazione delle acque del Rì di Suàisa
(Anzonico) e della Valle Morobbia, due piccoli impianti di interesse soprattutto
regionale e locale che valorizzano la produzione decentralizzata di energia
elettrica.
Modifica della Legge cantonale d’applicazione della Legge federale
sull’approvvigionamento elettrico
Nel novembre del 2011 il Tribunale Federale ha cassato la tassa per l’uso
speciale del suolo pubblico introdotta dal Gran Consiglio nel 2009 quale
compensazione alla caduta – poiché incompatibile con la liberalizzazione del
mercato elettrico – della privativa, la quale così come conosciuta fino alla fine
del 2008 portava nelle casse comunali circa 40 milioni all’anno. Il DFE si è
dunque trovato nella difficile posizione di dover trovare una soluzione per
implementare la scelta politica effettuata nel 2009 – vale a dire mantenere un
tributo a favore degli Enti pubblici, in particolare comunali – tenendo al
contempo conto del quadro giuridico federale. Ne è scaturita – anche sulla
base di una perizia del Professor Locher – la proposta di introdurre il prelievo
di una tassa per la concessione dell’uso speciale del suolo pubblico limitato
alle strade cantonali e comunali a carico dei gestori di rete.
Nel settembre 2013 il Gran Consiglio ha così approvato quanto proposto dal
Consiglio di Stato. Tale soluzione porterà annualmente nelle casse cantonali
5-6 milioni di franchi e in quelle comunali 11-13 milioni di franchi, ai quali
sono da aggiungersi, previa approvazione da parte del Gran Consiglio, introiti
annui oscillanti fra 18 e 22 milioni di franchi derivanti dall’introduzione di una
tassa d’orientamento prevista dal Fondo per le energie, per un totale
complessivo compreso fra i 29 e i 35 milioni di franchi all’anno.
Acquisizione del pacchetto azionario maggioritario della SES
Dopo 8 mesi di trattative condotte nel massimo riserbo, il 29 maggio 2013
una holding fondata da AET e da sei Comuni promotori ha firmato il contratto
di acquisizione della quota di maggioranza della Società Elettrica
Sopracenerina (SES) detenuta da Alpiq SA (60,89%). L’acquisizione è stata
approvata dal Gran Consiglio il 18 giugno 2013 con 72 voti favorevoli e un
astenuto. Il DFE e il Consiglio di Stato hanno da subito assicurato il proprio
sostegno e appoggio a questa iniziativa volta a riportare in Ticino il centro
decisionale della società e parte dell'indotto economico da essa generato che
fino ad allora andava Oltralpe. Con questa acquisizione, tutte le società attive
nella distribuzione di energia elettrica saranno sotto il controllo della mano
pubblica, ciò che dovrebbe rappresentare una premessa favorevole al
conseguimento degli obiettivi di politica energetica definiti nel Piano
energetico cantonale. Se in una prima fase AET fungerà da azionista
maggioritaria di SES Holding, in una seconda fase la maggioranza delle
azioni potrà essere acquistate dai Comuni che lo vorranno.
Riforma della Legge sull’Azienda elettrica ticinese
Il DFE sta elaborando una riforma della Legge sull’Azienda elettrica ticinese.
L’AET, congiuntamente alla Banca dello Stato, è la più importante azienda di
proprietà integrale dello Stato e ha il compito di sfruttare, nell’interesse del
Cantone, le acque ticinesi (che sono poi la vera ricchezza del Paese) la cui
utilizzazione non è stata concessa ad altre aziende idroelettriche. In futuro
avrà il compito di curare l’esercizio di tutti gli impianti idroelettrici che alla
scadenza delle rispettive concessioni a imprese terze andranno in riversione
al Cantone. AET ha pure il compito fondamentale di attuare gli indirizzi della
politica energetica cantonale. Questa riforma si impone per adeguare la
struttura di controllo della propria azienda ai moderni principi di “public
corporate governance”, principi ai quali il DFE è sempre stato molto sensibile.
L’adeguamento della vigilanza dovrà in particolare chiarire, meglio di quanto
lo faccia la legge vigente, il ruolo a questo riguardo del Consiglio di Stato e il
ruolo del Gran Consiglio, in maniera da evitare che si ripetano in futuro
avventure fortemente dannose per AET affrontate senza l’avallo strategico
del proprietario.