Laura Sadis - Associazione bancaria ticinese

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Laura Sadis - Associazione bancaria ticinese
Laura Sadis
Dipartimento delle finanze e dell'economia
Intervento della Presidente del Consiglio di Stato Laura Sadis
all’Assemblea generale ordinaria
dell’Associazione Bancaria Ticinese
Villa Negroni, Vezia - 26 maggio 2011
Gentile Consigliera federale Eveline Widmer-Schlumpf,
egregio presidente dell’ABT Claudio Generali,
gentili signore e egregi signori,
l’accresciuta pressione sulla Svizzera che ha determinato la svolta alla politica fiscale
internazionale impressa dal Consiglio Federale nel marzo del 2009 ha chiamato il
Cantone e il DFE a un importante lavoro di sostegno alla piazza finanziaria svizzera in
generale, e ticinese in particolare.
Le strategie di intervento si rivolgono principalmente alla creazione di nuove condizioni di
contesto favorevoli. A riguardo rivestono centrale importanza gli sviluppi del quadro
giuridico nel quale vengono prestati servizi finanziari a partire dal Ticino.
Gli sviluppi giuridici toccano l’ambito regolamentare (ovvero la possibilità di prestare
servizi finanziari anche verso paesi terzi), la tutela della confidenzialità, ed il quadro
fiscale (sia per imprese sia per persone fisiche).
Trattandosi di temi attinenti in maniera prevalente al diritto federale ed ai rapporti
internazionali della Svizzera, il Cantone svolge una intensa attività di sensibilizzazione,
tramite puntuali prese di posizione nell’ambito delle procedure di consultazione di nuove
leggi federali (l’ultima sull‘avamprogetto della Legge sull’assistenza amministrativa in
materia fiscale), la pubblicazione di studi mirati, nonché il supporto alla creazione di
iniziative volte a fare meglio conoscere la piazza finanziaria, quali la creazione
dell’Associazione per la promozione della Piazza Finanziaria.
Scopo di questa associazione, oltre all’attività di marketing territoriale per attrarre in Ticino
nuove realtà attive nel settore
finanziario, è anche quello di sensibilizzare le Autorità competenti, spesso quindi quelle
federali, nei processi di ridefinizione dei quadri legali in cui vengono prestati i servizi
finanziari.
Obbiettivo della piazza finanziaria ticinese deve essere quello di potere offrire liberamente
servizi finanziari verso l’Europa, e in particolare verso l’Italia, sia di consulenza e gestione
per clientela privata, sia per clientela istituzionale (in particolare fondi d’investimento,
armonizzati od alternativi).
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La qualità e l’efficienza dei servizi resi è uno dei fattori vincenti della piazza finanziaria
ticinese, ed in caso di accesso al mercato finanziario italiano, rappresenterebbero un forte
ulteriore potenziale di crescita per l’intera piazza.
Nuove direttive di crescita vanno infatti ricercate in un contesto in cui fattori concorrenziali
tradizionali stanno ora ineluttabilmente assumendo ridimensionati contorni.
A riguardo, assumono grande importanza le negoziazioni in corso con Germania e Regno
Unito, che potrebbero prevedere, oltre ad un’imposta liberatoria, anche un parziale
accesso ai mercati finanziari nazionali tedesco e britannico per prestatori di servizi
finanziari domiciliati in Svizzera.
Se accordi con tali importanti paesi dovessero essere raggiunti, concrete iniziative
negoziali con l’Italia andrebbero riattivate a breve termine.
Nei rapporti con l’Italia, già è stata espressa la preoccupazione del Cantone per la
situazione di stallo negoziale, con una Convenzione contro le doppie imposizioni risalente
al 1976 e un Accordo sull’imposizione dei frontalieri insoddisfacente, nonché per le
tensioni che ne derivano.
In conformità al principio della condizionalità, l’adesione da parte della Svizzera allo
standard dell’OCSE deve essere in ogni caso subordinata alla soppressione di ogni forma
di discriminazione fiscale (in particolare mediante black lists) da parte italiana.
In maniera analoga, una forma accresciuta di cooperazione fiscale (ad esempio mediante
una imposizione alla fonte dei diversi redditi da capitale) deve avvenire solo quale
contropartita per un accesso al mercato italiano di operatori (banche ma anche gestori
patrimoniali) con sede in Svizzera.
In merito allo scambio automatico delle informazioni, il quale non costituisce uno standard
dell’OCSE, deve restare ferma la posizione della Svizzera di continuare a limitare
l’assistenza a casi specifici, e su richiesta motivata (divieto delle fishing expeditions).
Nell’ambito della recente procedura di consultazione della Legge sull’assistenza
amministrativa in materia fiscale, il DFE ha inoltre rilevato che sarebbe auspicabile
migliorare i rimedi giuridici contro le decisioni di trasmissione, allungando i termini di
ricorso previsti da 10 giorni a 30 giorni, e prevedendo – analogamente alla procedura di
assistenza giudiziaria penale – un’ulteriore, seppur limitata, possibilità di ricorso al
Tribunale Federale in casi importanti (in tempi recenti, casi importanti non sarebbero
mancati, vedasi quello UBS-IRS).
Tali auspici vanno nel senso della tutela dello stato di diritto e della sicurezza giuridica,
valori fondamentali su cui si base l’affidamento della clientela dei nostri operatori
finanziari.
In ambito fiscale, riveste particolare importanza il trattamento degli schemi di retribuzione
dei gestori di fondi d’investimento.
A riguardo la bozza di circolare dell’Amministrazione federale delle contribuzioni elaborata
sotto l’egida del CODIFI (Comitato di direzione del dialogo sulla piazza finanziaria),
istituito nel 2008 dal Dipartimento federale delle finanze, pure prevedeva soluzioni
interessanti e quindi ulteriormente incentivanti il trasferimento di gestori di fondi in
Svizzera.
La circolare era del resto concepita per fare chiarezza sulla questione centrale del
trattamento fiscale degli incentivi economici concessi a fund managers in funzione
dell’incremento del fondo gestito (carried interests, performance fees).
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La bozza di circolare comprende tre diverse soluzioni centrate sostanzialmente su di uno
scenario di partecipazione parziale del fund manager al fondo stesso.
Caratteristica delle soluzioni previste è la qualifica, a determinate condizioni, di sostanza
privata (quindi esente da imposta sull’utile in capitale) delle partecipazioni dirette dei fund
managers sia al fondo, sia alla società di gestione (in caso di persone fisiche).
Il livello di imposizione delle persone fisiche (promotori e gestori di fondi hedge), come
pure dei dipendenti delle società di gestione, riveste un’importanza centrale nelle decisioni
di ricollocamento delle sedi legali ed operative.
Tale circolare non è stata ancora adottata dall’Amministrazione federale delle
contribuzioni, nonostante sia stata elaborata anche con il supporto di funzionari di
quest’ultima.
In questo senso, tale iniziativa merita senz’altro di essere riattivata in quanto volta sia ad
armonizzare le prassi cantonali, sia a creare spazi per soluzioni competitive fiscalmente
sul piano internazionale.
Si coglie infine l’opportunità della presenza in Ticino della Consigliera federale affinché lei
abbia a cogliere in tutta la sua gravità la situazione di difficoltà che sta vivendo la piazza
finanziaria ticinese.
Grandi istituti nazionali ed esteri, così come operatori locali, hanno infatti per anni
perseguito in Ticino una strategia monotematica indirizzata al risparmio italiano
transfrontaliero.
Questa strategia non è finita, ma, oggi, soffre: complici l’oggettivo impoverimento
dell’Italia, la trasformazione del quadro legale, le tensioni politiche e diplomatiche con
Roma.
Il Ticino dovrà diversificare la sua piazza finanziaria, e consolidare la sua attrattiva anche
per altre nicchie, ad esempio l’insediamento di società holding e di controllo, o di attività
finanziarie nell’ambito del commercio di materie prime.
E la Confederazione dovrà mantenere un occhio attento verso il Ticino - dalle politiche dei
trasporti alla formazione universitaria e professionale - rendendosi veramente conto del
fatto che il nostro Cantone vive una realtà economica particolare nel contesto
confederale.
Il Ticino si aspetta, ad esempio, che Berna, esercitando la sua esclusiva competenza in
materia di rapporti internazionali, sappia contrastare con maggiore energia ed efficacia i
reiterati attacchi del ministro italiano dell’economia e delle finanze Giulio Tremonti alla
nostra piazza finanziaria.
E ciò nell’interesse stesso dell’intera Confederazione. Confidiamo quindi nella capacità
d’analisi e d’azione del Consiglio federale.
Vi ringrazio per l’attenzione.
Laura Sadis
Vale quanto pronunciato
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