Polyclonal Rabbit Anti-Human CD3 Codice n. A 0452

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Polyclonal Rabbit Anti-Human CD3 Codice n. A 0452
Polyclonal Rabbit
Anti-Human CD3
Codice n. A 0452
Edizione 11.05.04
Uso previsto
Per uso diagnostico in vitro.
Il prodotto Polyclonal Antibody Anti Human CD3 è destinato all'uso in immunocitochimica. L'anticorpo marca
l'antigene CD3 ed è utile nell'identificazione delle neoplasie a cellule T e correlate (1, 2). L'identificazione
differenziale si avvale dei risultati di un pannello di anticorpi. L'interpretazione dei risultati deve tenere conto
dell'anamnesi del paziente e deve basarsi su ulteriori test diagnostici eseguiti da un patologo qualificato.
Sinonimo dell'antigene
T3, complesso CD3 (3).
Introduzione
La proteina CD3 è costituita da almeno quattro differenti componenti (di 20-28 kDa. Sulla superficie delle
cellule linfocitarie la proteina CD3 è associata in modo non covalente al recettore delle cellule T (TCR). Si ritiene
che i componenti della CD3 del complesso TCR/CD3 possano mediare un segnale di trasduzione in seguito al
riconoscimento dell'antigene da parte del TCR (4).
L'antigene CD3 è espresso dalle cellule T nel timo, nel midollo osseo, nel tessuto linfoide periferico e nel sangue
(5, 6). L'unico altro tipo di cellule normali riconosciuto e marcato dall'antigene CD3 sono le cellule di Purkinje nel
cervelletto (7). L'antigene CD3 viene inizialmente evidenziato nei timociti precoci e la sua comparsa probabilmente
rappresenta uno dei primi segnali di trasformazione della linea cellulare T (5). Nei timociti immaturi l'espressione di
CD3 è unicamente citoplasmatica; il CD3 associato alla membrana appare successivamente, nella fase di
maturazione cellulare (5).
La maggior parte delle neoplasie a cellule T esprime l'antigene CD3, che è tuttavia assente nelle patologie
linfoidi che non riguardano le cellule T (8). Coerentemente con il pattern di sintesi dell'antigene nei timociti
normali, il primo sito di marcatura del CD3 nelle cellule neoplastiche è il citoplasma (5). Il CD3 è stato giudicato
un marcatore essenziale per la valutazione iniziale dei disordini linfoproliferativi cronici (9). La leucemia a
grandi cellule granulari di tipo T (T-LGL) è caratterizzata dall'immunofenotipo CD3+/CD57+/CD56- e dal
riarrangiamento clonale dei geni del recettore delle cellule T (10).
Reagente fornito
Anticorpo di coniglio anti-CD3 umano isolato per affinità, fornito in forma liquida in Tris/HCl 0,05 mol/L, NaCl
0,1 mol/L, NaN3 15 mmol/L. L'isolamento per affinità è stato effettuato utilizzando il peptide CD3 immobilizzato.
Concentrazione proteica g/L: fare riferimento all'etichetta sulla fiala.
Immunogeno
Peptide sintetico comprendente gli aminoacidi 156-168 dalla parte citoplasmatica della catena CD3
accoppiata alla tiroglobulina (1).
Specificità
Nei test di Western blot, l'anticorpo marca bande dal peso molecolare previsto per gli antigeni CD3 (2). L'anticorpo
riconosce il CD3 sia nella linea cellulare T (Jurkat) che in una linea cellulare natural killer (NK11), ma non reagisce
con i lisati preparati da numerose linee cellulari B (Raji, Ramose JY), con una linea cellulare mieloide, (U937) e con
una linea cellulare del carcinoma del colon (Colo-205) (11).
Nei test di immunoprecipitazione da lisati in Nonidet P40 di linfoblasti T superficie marcata con iodio, l'anticorpo
precipita le catene  (26 kDa 1 kDa) e  (19 kDa) della molecola CD3, con un pattern di precipitazione simile
a quello osservato con l'anticorpo monoclonale ben caratterizzato anti-CD3 umano, clone UCHT1 (1).
Nei dosaggi ELISA, l'anticorpo marca il peptide CD3 utilizzato come immunogeno.
Come dimostrato dai test di immunocitochimica, l'anticorpo ha una reazione crociata con la proteina omologa alla
CD3 nel cynomolgus macaque (12) e nel topo (13).
Precauzioni
1. Per uso professionale.
2. Questo prodotto contiene sodio azide (NaN3), una sostanza chimica fortemente tossica in forma pura.
Sebbene non sia classificato come prodotto a rischio, il contenuto di NaN 3 alle concentrazioni indicate può
reagire con il rame e il piombo delle tubature formando azidi metalliche fortemente esplosive. Durante lo
smaltimento, sciacquare le tubature con abbondante acqua per prevenire l'eventuale accumulo di azide
metallica.
3. Adottare le normali procedure previste per il trattamento dei prodotti di origine biologica.
Conservazione
Conservare a 2–8 C. Non utilizzare dopo la data di scadenza riportata sulla fiala. Se i reagenti sono conservati
in condizioni difformi da quelle specificate, tali condizioni dovranno essere verificate dall'utente. Non sono stati
osservati segni evidenti che indichino l'instabilità del prodotto, pertanto è opportuno analizzare un controllo
positivo e un controllo negativo contemporaneamente ai campioni dei pazienti. Qualora si ottengano risultati
imprevisti, che non siano cioè giustificati da un cambiamento delle procedure di laboratorio ma siano dovuti ad
un probabile difetto dell'anticorpo, contattare l'Assistenza Tecnica.
Preparazione dei campioni
Sezioni in paraffina: l'anticorpo può essere utilizzato su sezioni di tessuto incluse in paraffina e fissate in
formalina. Si raccomanda di effettuare il pretrattamento dei tessuti con smascheramento termoindotto
dell'epitopo (tecnica HIER). Risultati ottimali si ottengono con Dako Target Retrieval Solution, pH 9, codice n.
S 2368, oppure con Dako Target Retrieval Solution, High pH, codice n. S 3308. Risultati non altrettanto ottimali
si ottengono con Dako Target Retrieval Solution, codice n. S 1700, oppure Dako Target Retrieval Solution,
Citrate pH 6, codice n. S 2369 e pretrattamento con Dako Proteinase K codice n. S 3020. Evitare che le sezioni
(111934-002)
A 0452/IT/CE/11.05.04 p. 1/2
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di tessuto si asciughino durante il trattamento o successivamente, nel corso della colorazione
immunocitochimica.
Sezioni congelate e preparati cellulari: l'anticorpo può essere utilizzato per la marcatura di sezioni congelate (1).
Procedura di colorazione
Diluizione: su tessuti di tonsilla umana fissati in formalina e inclusi in paraffina, è possibile utilizzare il prodotto
Polyclonal Rabbit Anti-Human CD3, codice n. A 0452, in un intervallo di diluizione da 1:50 a 1:100, con
smascheramento termoindotto dell'epitopo (HIER) per 20 minuti in Dako Target Retrieval Solution, pH 9, codice
n. S 2368 e con incubazione di 30 minuti con l'anticorpo primario a temperatura ambiente. Le condizioni
ottimali possono variare in funzione del campione e del metodo di preparazione e devono essere determinate
dai singoli laboratori. Come controllo negativo si raccomanda Dako Rabbit Immunoglobulin Fraction
(Solid-Phase Absorbed) codice n. X 0936, diluito alla stessa concentrazione proteica dell'anticorpo. A meno
che la stabilità dell'anticorpo e del controllo negativo diluiti non sia stata definita nella procedura di colorazione
specifica, si raccomanda di diluire i reagenti immediatamente prima dell'uso oppure di diluire con Dako
Antibody Diluent, codice n. S 0809. È necessario analizzare gli opportuni controlli positivi e negativi assieme ad
ogni campione del paziente.
Visualizzazione: si raccomanda l'uso di DAKO LSAB™+/ HRP, codice n. K 0679, e DAKO EnVision+/HRP,
codice n. K 4008 e K 4010. Seguire la procedura allegata al kit di visualizzazione scelto.
Caratteristiche prestazionali
Le cellule marcate dall'anticorpo evidenziano una positività limitatamente al citoplasma e/o alla membrana
cellulare.
Tessuti normali: l'anticorpo marca le cellule T in vari tessuti, compresi la tonsilla e il colon.
Tessuti patologici: l'anticorpo ha marcato 73 neoplasie a cellule T su 96, incluse 7 neoplasie linfoblastiche su 9, 25
neoplasie pleomorfiche su 35, 5 neoplasie immunoblastiche su 5, 5 linfoadenopatie di tipo angioimmunoblastico su
5, 2 linfomi della zona T su 2, 19 micosi fungoidi/sindrome di Sézary su 19, 2 linfomi di Lennert su 3, 4 linfomi a
grandi cellule anaplastiche Ki-1+ su 13, 3 papulosi linfomatoidi su 4, 1 linfoma celiaco-associato (1). L'anticorpo ha
marcato 149 casi su 149 di linfoma o leucemia linfoblastica acuta (ALL) a cellule T (precursori). In 131 casi dei
149 esaminati, il 100% delle cellule è risultato positivo; in 14 casi, la positività è stata valutata tra il 50 e il 90%; in
4 casi ha interessato meno del 50% delle cellule. Non è stata osservata alcuna marcatura in 66 casi su 68 di ALL a
cellule B (precursori), salvo nei casi derivati da cellule T reattive infiltranti (2).
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