La diversità sul luogo di lavoro porta vantaggi commerciali.

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La diversità sul luogo di lavoro porta vantaggi commerciali.
La diversità sul luogo di lavoro porta vantaggi commerciali
Vladimir Špidla, commissario europeo responsabile per l’occupazione, gli affari sociali e le
pari opportunità, ha dichiarato che questo studio “mostra chiaramente che le imprese
stanno compiendo continui progressi nell’attuazione di strategie a favore della diversità e
della parità sul luogo di lavoro. Non lo fanno solo per ragioni etiche e giuridiche, ma anche
per gli evidenti vantaggi commerciali. Vale la pena sottolineare che numerose imprese
intendono andare oltre il semplice rispetto degli obblighi di legge e assumere un ruolo
guida nelle questioni relative alla diversità”.
Il vantaggio commerciale più importante delle politiche a favore della diversità, evidenziato
dal 42% delle imprese che hanno risposto al sondaggio, è la soluzione al problema della
carenza di personale e l’assunzione e il mantenimento sul posto di lavoro di personale
altamente qualificato. Il problema della forza lavoro assume importanza crescente dal
momento che la mano d’opera comincia a diminuire per effetto dell’evoluzione
demografica. Il secondo vantaggio commerciale, secondo il 38% di coloro che hanno
risposto, è il consolidamento della reputazione e della posizione dell’impresa nella
comunità locale. Più del 26% delle imprese, inoltre, ha rilevato un miglioramento della
propria capacità di creazione e innovazione.
Il 50% delle imprese che hanno partecipato al sondaggio è impegnato attivamente nella
promozione della diversità sul posto di lavoro. Molte imprese hanno sottolineato che ciò
che le spinge ad applicare strategie a favore della diversità non è la necessità di rispettare
gli obblighi di legge ma i risultati che si aspettano di ottenere.
Oltre all’analisi del sondaggio, la relazione elenca anche una serie di esempi di buone
pratiche raccolti nelle imprese che applicano politiche a favore della diversità. Si tratta, ad
esempio, di formare il personale sulla lotta contro la discriminazione, di creare reti di
impiegati in rappresentantanza dei disabili, degli omosessuali e delle minoranze etniche, di
lanciare campagne di informazione sul valore dei lavoratori più anziani, di fissare per i
quadri obiettivi da raggiungere in termini di diversità associandoli alla valutazione dei
risultati.
Le buone pratiche illustrano fino a che punto le politiche a favore della diversità
consentono di ottenere risultati concreti: un’impresa, ad esempio, ha portato il tasso di
rotazione del personale dal 25% a meno del 7,5% in meno di quattro anni, risparmiando
anche sul costo del lavoro e della formazione. La maggior parte degli esempi di buone
pratiche proviene, in ordine decrescente, dalle imprese del Regno Unito, della Spagna,
della Germania, della Francia, dei Paesi Bassi e del Belgio.
Secondo le imprese, i principali ostacoli alla promozione della diversità sono la mancata
informazione e sensibilizzazione sulla pratiche in materia di diversità (20% dei pareri), la
difficoltà di valutare i risultati (20%) e gli atteggiamenti e comportamenti discriminatori sul
luogo di lavoro (17%).
Al sondaggio svoltosi nei primi mesi del 2005, hanno partecipato circa 800 imprese, dalle
aziende quotate in borsa alle PMI, che hanno risposto a domande sul loro atteggiamento e
sulle loro politiche in materia di diversità, generalmente percepita come “riconoscimento e
apprezzamento della differenza” sul posto di lavoro. Il 65% delle risposte proviene da PMI,
che rappresentano il 90% dell’economia dell’Ue.
La relazione intitolata “Argomenti economici a favore della diversità: buone pratiche sul
luogo di lavoro” è stata presentata lo scorso dicembre 2005, nel corso della conferenza
che riunisce a Bruxelles oltre 130 partecipanti tra dirigenti, autorità nazionali, parti sociali e
rappresentanti delle ONG.
Le discussioni in seno alla conferenza e i risultati del sondaggio, finanziato dal Programma
d’azione comunitario per combattere le discriminazioni, serviranno come base per i
preparativi per il 2007, Anno europeo delle pari opportunità per tutti.
Da Rapid *