L`Algeria nella graduatoria economica, sociale e di governo tra i

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L`Algeria nella graduatoria economica, sociale e di governo tra i
Notiziario Economico
Anno II - N°9 Maggio/Giugno 2008
EDITORIALE
La messa a regime delle PMI
Ambasciata d’Italia
Algeri
Ufficio Commerciale
Mustapha Benbada Ministro
delle PMI
Le PMI algerine, considerate come uno dei principali creatori
di occupazione, sono destinate a giocare un ruolo
fondamentale nel processo di crescita del Paese. Alla fine del
primo semestre del 2007, il numero delle PMI private era di
284.244, con un’occupazione effettiva di 978.060 persone. Nel
2007, il numero di imprese industriali private – con oltre 20
salariati- è stato stimato a circa 2.150 imprese, circa il 3,3%
della popolazione totale delle PMI, su un totale di 65.800
(industrie manifatturiere, lavori pubblici, servizi all’industria).
Queste PMI hanno contribuito a circa il 70% del valore
aggiunto della produzione (escluso il settore degli idrocarburi).
Ciò nonostante, il loro ritmo di creazione è
ancora
relativamente lento, specie se confrontato con quello dei Paesi
industriali, fatto che può spiegarsi con l’esistenza di un
ambiente istituzionale e creditizio poco adatto a sostenere il
loro sviluppo e ammodernamento. Le PMI algerine sono,
inoltre, confrontate con vari handicap nel settore delle risorse
umane (formazione continua inadeguata, assenza o scarsa
qualificazione dei quadri, etc.) e in quello delle conoscenze
tecniche e scientifiche.
Con l’apertura del mercato e l’aumento della concorrenza,
anche in vista dell’abbattimento dei dazi doganali con l’UE nel
2010 e di una prossima adesione all’OMC, le PMI algerine
sono obbligate, pena la loro marginalizzazione, a rivedere i
loro metodi di gestione, ad aggiornare la loro conoscenza del
mercato, così da rafforzare la loro competitività sul mercato
interno, in attesa di affrontare quello internazionale.
In questo quadro, il programma pilotato dall’EuroDevelopment PMI dell’UE per la messa a regime delle PMI
algerine, lanciato nel 2002 e recentemente conclusosi, i cui
obiettivi riguardavano il miglioramento della competitività, il
mantenimento della loro quota di mercato interno, la conquista
dei mercati esteri e la creazione di occupazione, ha avuto
risultati positivi. Con la
seconda prossima edizione
dell’EDPMI, altre imprese si aggiungeranno alle 445 PMI che
hanno beneficiato di questo programma.
Pascal Lamy Direttore
Generale OMC
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ECONOMIA
Adesione dell’Algeria all’OMC
In attesa del prossimo round di negoziazioni per l’accesso
dell’Algeria all’Organizzazione mondiale del commercio
(OMC), che avrà luogo a Ginevra, diciannove Paesi stanno
negoziando con l’Algeria, tra cui l’Unione Europea, gli Stati
Uniti, Giappone, Australia, Argentina, Canada, Corea del Sud,
e Turchia. I sei Paesi che hanno già firmato accordi
commerciali bilaterali con l’Algeria sono: Uruguay, Brasile,
Cuba, Venezuela, Svizzera e Australia.
OMC-Ginevra
I punti in discussione a Ginevra riguardano l’accesso al
mercato dei prodotti e dei servizi come pure, e specialmente, il
problema del doppio prezzo del gas, la differenza tra quello
interno e quello esterno, differenza che rappresenta una forma
di sovvenzione alle imprese che operano in Algeria e, pertanto
è vietata dalle regole dell’OMC. Gli algerini sostengono che la
Sonatrach vende il gas alle imprese algerine ad un prezzo che
copre il suo costo di produzione e per questo non sarebbero
disposti ad accettare quanto previsto dall’OMC.
Rischio paese
La società francese Coface sostiene, nel suo ultimo rapporto,
che le prospettive di crescita dell’economia algerina sono
favorevoli e che il suo tasso di crescita è destinato a passare
dal 4,8% del 2007 al 5,2% del 2008, mentre il tasso
d’inflazione dovrebbe aggirarsi al 4%. La Coface, tuttavia,
sottolinea come “.. l’economia sia troppo dipendente dal
settore degli idrocarburi…..le imprese pubbliche siano
inefficienti, con un’occupazione pletorica che pesa sul bilancio
pubblico……come..l’elevato tasso di disoccupazione dei
giovani sia un fattore di tensione sociale e di freno ad alcune
riforme …..mentre il deficit infrastrutturale, le carenze del
sistema bancario…e una debole governance penalizzino gli
investimenti e la modernizzazione dell’economia”.
Presenza economica straniera nel 2007
Secondo la Coface
le prospettive di crescita sono
favorevoli
Secondo dati del Centre National du Registre du Commerce
(CNR), relativi alla situazione del tessuto economico
nazionale, a fine dicembre 2007, il numero di società straniere,
classificate secondo la nazionalità del gerente, iscritte nel
registro del commercio era di 4.041, contro le 3.261 del 2006.
Al primo posto si colloca la Francia con 787 società (19,48%),
seguita dalla Siria con 556 (113,76%) e dalla Cina con 479
(11,85%). Quattro paesi superano la soglia delle 200 società:
Egitto con 299 (7,40%), Tunisia con 2785 (6,81%), Turchia
con 251 (6,21%) e Libano con 200 (4,95%). Quattro paesi
superano le 100 società: Italia con 171 (4,23%), Giordania con
170 (4,21%), Palestina con 107 (2,65%) e Libia con 103
(2,55%). Dieci paesi si collocano tra 20 e 100 società: Spagna
(98 società), Regno Unito (62), Marocco (45), Belgio (42),
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Germania (40), Canada (37), India (28), Stati Uniti (28),
Portogallo (27) e Iraq (21).
Circa la metà delle imprese
sono originarie dei Paesi
arabi, mentre un terzo
provengono dall’Europa
Occidentale
Quanto alla ripartizione geografica, circa la metà delle imprese
sono originarie dei paesi arabi mentre un terzo provengono
dall’Europa occidentale. Per quel che riguarda le attività
esercitate, la gran parte si realizza nella importazione di
materiali e prodotti legati al tessile e al cuoio, al settore della
chimica, delle costruzioni, dell’informatica, alla bigiotteria,
drogheria e articoli casalinghi. Il settore delle costruzioni e dei
lavori pubblici si colloca al secondo posto tra le attività
esercitate dalle società straniere.
Presenza di lavoratori stranieri in Algeria
Secondo statistiche rese pubbliche recentemente dal Ministero
del Lavoro, Occupazione e Sicurezza Sociale, in Algeria i
lavoratori stranieri regolari iscritti all’Agenzia nazionale
dell’occupazione, erano alla fine del 2007 circa 32.000, in
crescita rispetto ai 30.000 del 2006. Sono 105 le nazionalità
rappresentate, con il 45% del totale di asiatici, principalmente,
cinesi. Seguono i lavoratori egiziani e turchi con percentuali
dell’11,5% e 6,5%, rispettivamente.
Un 30% circa degli operatori economici stranieri sono presenti
nel settore industriale (molto di più quelli che operano negli
idrocarburi), mentre un 29% nei servizi. Le imprese straniere
attive nell’import-export rappresentano il 25% del totale delle
imprese operanti in questo settore.
In Algeria i lavoratori
stranieri regolari iscritti
all’Agenzia nazionale
dell’occupazione, erano alla
fine del 2007 circa 32.000
Secondo dati comunicati dall’ambasciata egiziana ad Algeri,
sarebbero 6.000 circa i loro nazionali che operano in Algeria,
in buona parte operanti nel settore dei lavori pubblici, dei
servizi e degli idrocarburi.
A queste cifre bisogna aggiungere quelle relative agli
immigrati clandestini, provenienti, soprattutto, dall’Africa subsahariana e da certi paesi asiatici. Secondo stime della
Gendarmeria nazionale, entrerebbero nel Paese circa 7.000
clandestini l’anno.
Esportazioni algerine extra idrocarburi verso
l’Unione Europea
Ammontano a 877,19 milioni
di dollari le esportazioni
verso l’UE nel 2007
Le esportazioni algerine extra idrocarburi verso l’U.E
costituiscono circa il 66,9% del totale delle sue esportazioni
extra idrocarburi nel 2007, passate da 699,58 milioni di dollari
nel 2006 agli 877,19 nel 2007. I prodotti agricoli e quelli
agricoli trasformati rappresentano il 4,88% del totale delle
esportazioni verso l’U.E. I prodotti della pesca, esenti dai
diritti doganali d’importazione nella U.E, hanno rappresentato
nel 2007, l’1,42% del totale delle esportazioni algerine verso
l’U.E, registrando un aumento in valore e in quantità rispetto al
2006 dell’8,16% e del 7,65%, rispettivamente.
Quanto ai prodotti industriali, esportati in esonero totale verso
l’U.E, essi rappresentano più del 93,7% delle esportazioni
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algerine verso l’U.E, aumentate del 23,6% rispetto al 2006. I
principali prodotti esportati nel 2007 sono stati quelli derivati
dagli idrocarburi (solventi, ammoniaca, metanolo, gas rari),
quelli minerali (laminati, rame, zinco) e ferrosi. Questi
prodotti rappresentano il 2,35% delle esportazioni di prodotti
industriali verso l’U.E, in calo del 11,67% rispetto al 2006.
Liberalizzazione dei trasporti
Eccedenza commerciale di
11,02 miliardi di dollari nel
primo trimestre 2008
Nel quadro dell’Accordo di Associazione con l’U.E., il settore
algerino dei trasporti ha beneficiato di un finanziamento di 20
milioni di euro per un programma di assistenza tecnica e per
procedere alla liberalizzazione del trasporto aereo e modificare
l’assetto istituzionale, così da aderire alle regole dell’OMC e a
quelle previste dall’Unione Europea.
Surplus della bilancia commerciale nel primo
trimestre
Nel primo trimestre del 2008 l’Algeria ha realizzato, secondo
il Centre national de l’informatique et des statistiques (CNIS),
un’eccedenza commerciale di 11,02 miliardi di dollari, contro
gli 8,7 del 2007, in crescita del 33,3%. Le esportazioni sono
state pari a 18,73 miliardi di dollari, in crescita del 29,8%
rispetto ai tre primi mesi del 2007, mentre le importazioni sono
state pari a 7,72 miliardi di dollari (+25,2%). Le esportazioni
di idrocarburi continuano a rappresentare la quasi totalità delle
esportazioni algerine con 18,33 miliardi di dollari, 97.88% del
valore globale in aumento del 29,8% rispetto allo stesso
periodo del 2007. Le esportazioni extra idrocarburi rimangono
marginali, con il 2,12% del totale delle esportazioni e un
valore di 398 milioni di dollari, in aumento di circa il 30%
rispetto allo stesso periodo 2007.
Debito estero
Karim Djoudi
Ministro delle Finanze
Il Ministro delle Finanze Karim Djoudi ha annunziato che il
debito pubblico estero algerino è attualmente (giugno 2008) di
600 milioni di dollari, calato di 333 milioni di dollari rispetto
al 2007, a seguito della conversione in investimenti del debito
nei confronti degli Emirati Arabi Uniti, mentre il debito estero
privato si aggirerebbe intorno ai 3,8 miliardi di dollari,
portando il totale del debito a medio e lungo termine a 4,4
miliardi di dollari.
Investimenti diretti
Secondo l’Agence nationale de développement de
l’investissement (ANDI), nel periodo 2002- 2007, gli
investimenti diretti nel Paese sarebbero stati di circa 20
miliardi di dollari. Questa massa di capitali investita da
imprese straniere, specialmente arabe e europee, si è tradotta in
importazioni di beni strumentali, stimati dall’ANDI, in base a
statistiche doganali algerine, in 11,7 miliardi di dollari. Nel
2007, secondo dati forniti dal Conseil national de
l’investissement (CNI), le intenzioni d’investimento delle
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imprese straniere hanno riguardato un totale di 11.497 progetti
e un importo globale di circa 13 miliardi di dollari, con una
ricaduta per nuovi posti di lavoro di circa 157.000 persone. Per
il prossimo quinquennio, l’ANDI è ottimista, considerato che,
già per il 2008, le intenzioni d’investimento si aggirano intorno
ai 7- 8 miliardi di dollari.
Nel 2007 gli investimenti
diretti in Algeria sono stati di
5,3 miliardi di dollari
Nel 2007, secondo Anima (reticolo euro-mediterraneo di
promozione degli investimenti), gli investimenti diretti in
Algeria sono stati di 5,3 miliardi di dollari contro i 2,4 del
2006, mentre quelli in Egitto sono stati dal 2004, anno
dell’adozione una legislazione più favorevole agli investitori
esteri, pari a 22 miliardi di dollari.
L’aspetto più rilevante nel 2007, secondo Anima, è stato il
boom degli investimenti diretti esteri in settori diversi dagli
idrocarburi, come nel caso del metallurgico i cui investimenti
hanno raggiunto 1,6 miliardi di dollari contro 1,5 del settore
degli idrocarburi. La chimica ha attirato 746 milioni di euro in
una joint venture Orascom-Sonatrach (Sofert), le costruzioni
636 contro i 311 del 2006, la logistica portuale 145 (Portek,
società di Singapore), mentre 50 sono stati investiti dai sauditi
Pharaon CTI, che hanno acquistato il 49% dell’International
Bulk Carriers della CNAN per l’ammodernamento della flotta.
L’aspetto più rilevante nel
2007 è stato il boom degli
investimenti diretti esteri in
settori diversi dagli
idrocarburi
Altri investimenti riguardano quelli del consorzio spagnolo
Inima-Aqualia per la costruzione e la gestione di due stazioni
di dissalazione (67 milioni di dollari), delle spagnola Accionae canadese SNC Lavalin, che detengono il 51% della stazione
di dissalazione costruita a Fouka per 108 milioni, della malese
Malakoff e dalla Hyflux (Singapore), che insieme detengono il
51% dell’altra stazione di dissalazione costruita a Tlemcen con
un esborso di 250 milioni di dollari.
Gli operatori europei, specie i francesi (Saint-Gobain,
Boccard,Trevise et MLI, BNP Paribas, Total), risultano i primi
investitori con 62 investimenti su un totale di 111. I paesi
MEDA hanno moltiplicato i loro investimenti in Algeria, con
oltre 2 miliardi di euro contro i 639 milioni del 2006,
provenienti
principalmente
dall’Egitto
(cemento
e
metallurgia), Tunisia (metallurgia, tessile, medicinali) e dal
Libano (banche).
Flussi finanziari degli emigrati algerini
Il trasferimento di fondi provenienti dagli emigrati algerini
all’estero sarebbe, secondo alcuni studiosi del fenomeno, in
continua crescita e il loro ammontare più elevato del totale
degli investimenti diretti algerini.
Emigrati algerini
Secondo lo studio di un istituto bancario francese del 2007, gli
immigrati che lavorano in Francia (circa il 50% del totale)
trasferiscono annualmente circa 8 miliardi di euro (circa lo
0,5% del PIL francese). Il rapporto rivela che il 20% di
quest’ultimi invia il denaro alla famiglia per fare fronte a
bisogni primari, quali la salute e il cibo e che le somme
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trasferite non sono quasi mai destinate all’investimento in
progetti di sviluppo.
Progetto di costruzione di una fabbrica di auto
Il Ministro dell’Industria e della Promozione degli
Investimenti Temmar ha dichiarato alla stampa che entro due,
tre mesi saranno resi noti il partner straniero e la quota di
partecipazione algerina nella costruzione di una fabbrica
d’automobili. A questo fine, secondo lo stesso, sarebbero in
corso negoziati con alcune grandi imprese europee e asiatiche.
Da indiscrezioni di stampa si afferma che l’impresa interessata
potrebbe essere l’indiana Tata che dovrebbe produrre una
vettura ad un prezzo di 2.500 euro, anche se molti ritengono
poco credibile tale operazione.
Secondo il Ministro Temmar,
entro due, tre mesi saranno
resi noti il partner straniero e
la quota di partecipazione
algerina nella costruzione di
una fabbrica d’automobili
Il Ministro non ha scartato l’ipotesi di una singola
partecipazione straniera per la costruzione di una fabbrica di
assemblaggio d’auto, con il 40% dei componenti prodotti in
Algeria. Inoltre, sarebbero stati presi contatti con due società
internazionali per la fabbricazione, in associazione con
imprese algerine, di pezzi di ricambio d’auto destinati al
mercato locale e all’esportazione.
Il mercato dei veicoli in Algeria è in continua crescita. A fine
2007 le auto in circolazione erano oltre due milioni, oltre a
circa 1,2 milioni di veicoli per il trasporto leggero e autocarri.
L’Algeria che è considerata come il secondo mercato in
Africa, dopo il Sud-Africa, ha importato nel 2007 veicoli per
oltre 3 miliardi di dollari, di cui oltre il 90% realizzato da
concessionarie di società straniere.
Bilancio delle privatizzazioni
Il Ministro dell’Industria e della Promozione degli
Investimenti, Temmar, ha presentato nel maggio scorso al
Parlamento (APN) il bilancio delle operazioni di
privatizzazione avvenute tra il 2003 e il 2007. In questo
periodo le imprese privatizzate sono state 417: 192 totalmente,
33 privatizzate a più del 50%, 11 a meno del 50%, 69 acquisite
dai lavoratori. Inoltre, 29 imprese sono state cedute in
partenariato con privati, mentre sono stati ceduti gli attivi di
altre 83 imprese. Le operazioni di privatizzazioni hanno
consentito di mantenere 36.500 posti di lavoro e di
indennizzare 2.475 lavoratori, che si sono volontariamente
dimessi. Gli introiti derivanti da queste cessioni ammontano ad
oltre 1 miliardo di euro, mentre gli investimenti effettuati dai
privati nelle imprese privatizzate si aggirano sui 8 miliardi di
euro.
Privatizzazioni bancarie
Abdelhamid Temmar,
Ministro delle Privatizzazioni
Fatiha Mentouri, Ministro delegato alla Riforma Finanziaria,
nel corso di un recente incontro, ha affermato che il dossier
sulla privatizzazione della BDL dovrà essere sottoposto al CPE
e che la partecipazione al suo capitale sarà limitata al 30% con
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la cessione della gestione agli acquirenti della stessa. Nel caso
del CPA, la stessa, ha sottolineato che una volta rese pubbliche
le banche pre-qualificate all’acquisizione, “avremo un’idea
precisa sull’impatto della crisi dei sub-prime su queste banche
e sulla loro strategia di sviluppo in Algeria”, a partire da
questo “saranno determinate nuove direttive”. La Ministra ha
inoltre aggiunto che se le autorità finanziarie algerine
decideranno di rilanciare il processo di privatizzazione del
CPA prima del luglio 2008, quest’ultimo sarà ripreso allo
stadio al quale si trovava nel novembre 2007, mentre, nel caso
avvenisse dopo tale data, sarebbe ripreso ab-inizio.
Tasso di disoccupazione
Fatiha Mentouri, Ministro
delegato alla Riforma
Finanziaria
Secondo un rapporto dell’OCSE, il tasso di disoccupazione in
Algeria rimane uno dei più alti della regione. Malgrado la
riduzione nel numero degli occupati nel settore pubblico, lo
Stato resta il principale datore di lavoro. Il rapporto, citando
cifre ufficiali algerine, sottolinea come il tasso di
disoccupazione sarebbe passato dal 30% nel 2001 al 13,8% nel
2007, con 1,24 milioni di disoccupati su una popolazione
attiva di 10,5 milioni, con tassi di disoccupazione giovanile
che si aggirano intorno al 30%.
Il numero delle persone povere è cresciuto nel 2006 a
1.876.000, cifra vicina a quella che si aveva nel 1988, ma con
una popolazione totale più numerosa e che resta, tuttavia,
ancora elevata considerata la notevole spesa pubblica resa
possibile dall’afflusso di risorse finanziarie conseguenti alla
manna petrolifera determinata dall’alto corso del grezzo.
Occupazione giovanile e perdita di posti di lavoro
L’Agence nationale de l’emploi (ANEM) ha potuto soddisfare
nel 2007 la domanda di occupazione di 162.000 giovani, a
fronte di richieste per circa 887.000, di cui 200.000
universitari, di giovani iscritti nelle liste dell’ANEM.
Per sviluppare l’occupazione, il Ministro del lavoro conta di
stimolare le imprese con aiuti finanziari e misure fiscali di
vario genere, con l’obiettivo di creare circa 400.000 posti di
lavoro l’anno così da abbassare il tasso di disoccupazione a
meno del 10% da qui al 2010 e a meno del 9% nel 2013.
Questa strategia, che sarà messa in opera a partire dal prossimo
giugno, consisterà in un aiuto finanziario di 12.000 DA (circa
120 euro) per le imprese che reclutino giovani diplomati ad un
salario che oscilli tra i 25.000 e i 30.000 DA (250-300 euro).
L’Agence nationale de
l’emploi (ANEM) ha potuto
soddisfare nel 2007 la
domanda di occupazione di
162.000 giovani, a fronte di
richieste per circa 887.000
Secondo affermazioni del Segretario Generale della
Federazione nazionale del cuoio e del tessile, affiliata
all’UGTA, oltre 24.000 posti di lavoro in questi settori saranno
a breve eliminati, cifra che si aggiunge agli oltre 25.000
licenziati nei dieci anni precedenti, se non saranno prese
misure (barriere doganali) a sostegno del tessile.
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Fuga di cervelli
Secondo uno studio realizzato da un centro di ricerche
egiziano, il mondo arabo perde ogni anno il 50% dei medici, il
23% degli ingegneri e il 15% dei laureati in materie
scientifiche. In Algeria, secondo dati del CREAD e del CNES,
oltre 3000 informatici hanno lasciato il paese tra il 1992 e il
1996. In questo breve lasso di tempo, per la fuga massiccia di
giovani studiosi, si calcola che l’Algeria abbia subito una
perdita di circa 40 miliardi di dollari.
In dieci anni oltre 40.000 ricercatori hanno lasciato l’Algeria.
In Francia i medici algerini rappresentano la seconda comunità
straniera, dopo quella belga: su 8.431 medici stranieri che
esercitano in Francia, il 15% sono algerini. Negli Stati Uniti la
comunità algerina, composta di circa 18.000 persone, conta
3.000 ricercatori di alto livello. L’Istitut national de la
statistique et des études économiques francese, 99.000
dirigenti d’impresa in Europa sono di origine algerina. In
Canada, l’immigrazione algerina si colloca al terzo posto su 25
Paesi.
Piccole e medie imprese
Nel 2007 sono state create in Algeria, principalmente nella
zona nord del Paese, 24.835 PMI mentre 3.176 sono state
liquidate. Per quel che riguarda i settori di attività, la
maggioranza opera nel settore delle costruzioni e dei lavori
pubblici (9.548), seguite da quello del commercio (4.303), da
quello dei trasporti (2.235) e da quello dei servizi (2.176).
Quanto al finanziamento delle PMI algerine, il presidente del
Conseil national consultatif pour la promotion des PME, ha
preconizzato la creazione di una istituzione a carattere
mutualistico esclusivamente finalizzata al finanziamento delle
PMI, data la difficoltà di queste ultime di accedere al credito
bancario.
Società commerciali
Il Ministro del Commercio El
Hachemi Djaaboub
Secondo statistiche del Centre National du Registre de
Commerce (CNRC), le società esistenti in Algeria alla fine del
2007 erano 105.128, in crescita rispetto alle 99.014 del
dicembre 2006. Circa due terzi sono localizzate ad Algeri
(31.839), seguono Orano (7.252), Constantine (5.117), Sétif
(4.640), Tizi Ouzou (4.161), Blida (3.713), Chlef (3.357),
Béjaia (3.305). Il 49,3% delle società è a responsabilità
limitata (SARL), mentre le società per azioni (SPA)
rappresentano solo il 4,6%. Le società pubbliche a carattere
industriale e commerciale (EPIC) sono 568, quelle
economiche (EPE) 160.
Nel 2007 le cessazioni d’attività hanno interessato 66.763
unità, di cui circa il 93% riguardano persone fisiche. Il tasso
più elevato di radiazioni si è verificato nel settore del
commercio al dettaglio (46,2%), dei servizi (34,8%) e
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dell’import-export (10,2%).
Produzione e commercializzazione del vino
Secondo dati forniti dall’Office national de commercialisation
des produits vitivinicules (ONCV), creato da Boumediène nel
1968, la produzione vitivinicola ha raggiunto i 500.000
ettolitri/anno, con un fatturato che si aggira sui 106 milioni di
dollari, di cui il 20% legato all’esportazione.
Secondo uno studio di Euro Développement PME del giugno
2005, la produzione di vino rappresenta il 23% della
produzione nazionale di bevande, quella della birra circa il
16%.
A fronte di una domanda di mercato per la birra, che si stima si
aggiri tra l’1,1 e i 2 milioni di ettolitri/anno, il calo del 10% nel
suo consumo, registratosi negli ultimi due anni è dovuto agli
ostacoli burocratico-religiosi che si frappongono alla sua
commercializzazione. Nel mercato opera il gruppo Castel che
si è impiantato in Algeria nel 2001 (47% del mercato) e che
conta d’investire altri 10 milioni di euro e portare la sua
capacità produttiva a 650.000 ettolitri/anno. Altra
multinazionale presente nel Paese è la olandese Heineken che
ha rilevato, come la Castel, alcune fabbriche di birra statali.
la produzione vitivinicola ha
raggiunto i 500.000
ettolitri/anno
La politica governativa sinora seguita, oscilla tra l’apertura
agli investitori privati perché intervengano nel processo di
privatizzazione delle birrerie statali (quattro lo sono già state) e
l’adozione di metodi restrittivi alla commercializzazione dei
prodotti viti-vinicoli, a fronte di un mercato nero che nel 2007
è cresciuto del 25% (quello della birra del 30%).
Secondo notizie di stampa locale, nel 2006 sono stati chiusi ad
Algeri 78 bar, ad Orano, dall’inizio dell’anno 8, mentre sono
più di 2.000 i punti vendita che sono stati chiusi sul territorio
nazionale.
La tassazione sul consumo di vino (diritto di circolazione dei
vini) è di circa 40 euro per ettolitro, mentre quella per la birra
si aggira sui 36 circa (tassa interna di consumo).
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