L`Algeria nella graduatoria economica, sociale e di governo tra i
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L`Algeria nella graduatoria economica, sociale e di governo tra i
Notiziario Economico Anno II - N°9 Maggio/Giugno 2008 EDITORIALE La messa a regime delle PMI Ambasciata d’Italia Algeri Ufficio Commerciale Mustapha Benbada Ministro delle PMI Le PMI algerine, considerate come uno dei principali creatori di occupazione, sono destinate a giocare un ruolo fondamentale nel processo di crescita del Paese. Alla fine del primo semestre del 2007, il numero delle PMI private era di 284.244, con un’occupazione effettiva di 978.060 persone. Nel 2007, il numero di imprese industriali private – con oltre 20 salariati- è stato stimato a circa 2.150 imprese, circa il 3,3% della popolazione totale delle PMI, su un totale di 65.800 (industrie manifatturiere, lavori pubblici, servizi all’industria). Queste PMI hanno contribuito a circa il 70% del valore aggiunto della produzione (escluso il settore degli idrocarburi). Ciò nonostante, il loro ritmo di creazione è ancora relativamente lento, specie se confrontato con quello dei Paesi industriali, fatto che può spiegarsi con l’esistenza di un ambiente istituzionale e creditizio poco adatto a sostenere il loro sviluppo e ammodernamento. Le PMI algerine sono, inoltre, confrontate con vari handicap nel settore delle risorse umane (formazione continua inadeguata, assenza o scarsa qualificazione dei quadri, etc.) e in quello delle conoscenze tecniche e scientifiche. Con l’apertura del mercato e l’aumento della concorrenza, anche in vista dell’abbattimento dei dazi doganali con l’UE nel 2010 e di una prossima adesione all’OMC, le PMI algerine sono obbligate, pena la loro marginalizzazione, a rivedere i loro metodi di gestione, ad aggiornare la loro conoscenza del mercato, così da rafforzare la loro competitività sul mercato interno, in attesa di affrontare quello internazionale. In questo quadro, il programma pilotato dall’EuroDevelopment PMI dell’UE per la messa a regime delle PMI algerine, lanciato nel 2002 e recentemente conclusosi, i cui obiettivi riguardavano il miglioramento della competitività, il mantenimento della loro quota di mercato interno, la conquista dei mercati esteri e la creazione di occupazione, ha avuto risultati positivi. Con la seconda prossima edizione dell’EDPMI, altre imprese si aggiungeranno alle 445 PMI che hanno beneficiato di questo programma. Pascal Lamy Direttore Generale OMC 1 ECONOMIA Adesione dell’Algeria all’OMC In attesa del prossimo round di negoziazioni per l’accesso dell’Algeria all’Organizzazione mondiale del commercio (OMC), che avrà luogo a Ginevra, diciannove Paesi stanno negoziando con l’Algeria, tra cui l’Unione Europea, gli Stati Uniti, Giappone, Australia, Argentina, Canada, Corea del Sud, e Turchia. I sei Paesi che hanno già firmato accordi commerciali bilaterali con l’Algeria sono: Uruguay, Brasile, Cuba, Venezuela, Svizzera e Australia. OMC-Ginevra I punti in discussione a Ginevra riguardano l’accesso al mercato dei prodotti e dei servizi come pure, e specialmente, il problema del doppio prezzo del gas, la differenza tra quello interno e quello esterno, differenza che rappresenta una forma di sovvenzione alle imprese che operano in Algeria e, pertanto è vietata dalle regole dell’OMC. Gli algerini sostengono che la Sonatrach vende il gas alle imprese algerine ad un prezzo che copre il suo costo di produzione e per questo non sarebbero disposti ad accettare quanto previsto dall’OMC. Rischio paese La società francese Coface sostiene, nel suo ultimo rapporto, che le prospettive di crescita dell’economia algerina sono favorevoli e che il suo tasso di crescita è destinato a passare dal 4,8% del 2007 al 5,2% del 2008, mentre il tasso d’inflazione dovrebbe aggirarsi al 4%. La Coface, tuttavia, sottolinea come “.. l’economia sia troppo dipendente dal settore degli idrocarburi…..le imprese pubbliche siano inefficienti, con un’occupazione pletorica che pesa sul bilancio pubblico……come..l’elevato tasso di disoccupazione dei giovani sia un fattore di tensione sociale e di freno ad alcune riforme …..mentre il deficit infrastrutturale, le carenze del sistema bancario…e una debole governance penalizzino gli investimenti e la modernizzazione dell’economia”. Presenza economica straniera nel 2007 Secondo la Coface le prospettive di crescita sono favorevoli Secondo dati del Centre National du Registre du Commerce (CNR), relativi alla situazione del tessuto economico nazionale, a fine dicembre 2007, il numero di società straniere, classificate secondo la nazionalità del gerente, iscritte nel registro del commercio era di 4.041, contro le 3.261 del 2006. Al primo posto si colloca la Francia con 787 società (19,48%), seguita dalla Siria con 556 (113,76%) e dalla Cina con 479 (11,85%). Quattro paesi superano la soglia delle 200 società: Egitto con 299 (7,40%), Tunisia con 2785 (6,81%), Turchia con 251 (6,21%) e Libano con 200 (4,95%). Quattro paesi superano le 100 società: Italia con 171 (4,23%), Giordania con 170 (4,21%), Palestina con 107 (2,65%) e Libia con 103 (2,55%). Dieci paesi si collocano tra 20 e 100 società: Spagna (98 società), Regno Unito (62), Marocco (45), Belgio (42), 2 Germania (40), Canada (37), India (28), Stati Uniti (28), Portogallo (27) e Iraq (21). Circa la metà delle imprese sono originarie dei Paesi arabi, mentre un terzo provengono dall’Europa Occidentale Quanto alla ripartizione geografica, circa la metà delle imprese sono originarie dei paesi arabi mentre un terzo provengono dall’Europa occidentale. Per quel che riguarda le attività esercitate, la gran parte si realizza nella importazione di materiali e prodotti legati al tessile e al cuoio, al settore della chimica, delle costruzioni, dell’informatica, alla bigiotteria, drogheria e articoli casalinghi. Il settore delle costruzioni e dei lavori pubblici si colloca al secondo posto tra le attività esercitate dalle società straniere. Presenza di lavoratori stranieri in Algeria Secondo statistiche rese pubbliche recentemente dal Ministero del Lavoro, Occupazione e Sicurezza Sociale, in Algeria i lavoratori stranieri regolari iscritti all’Agenzia nazionale dell’occupazione, erano alla fine del 2007 circa 32.000, in crescita rispetto ai 30.000 del 2006. Sono 105 le nazionalità rappresentate, con il 45% del totale di asiatici, principalmente, cinesi. Seguono i lavoratori egiziani e turchi con percentuali dell’11,5% e 6,5%, rispettivamente. Un 30% circa degli operatori economici stranieri sono presenti nel settore industriale (molto di più quelli che operano negli idrocarburi), mentre un 29% nei servizi. Le imprese straniere attive nell’import-export rappresentano il 25% del totale delle imprese operanti in questo settore. In Algeria i lavoratori stranieri regolari iscritti all’Agenzia nazionale dell’occupazione, erano alla fine del 2007 circa 32.000 Secondo dati comunicati dall’ambasciata egiziana ad Algeri, sarebbero 6.000 circa i loro nazionali che operano in Algeria, in buona parte operanti nel settore dei lavori pubblici, dei servizi e degli idrocarburi. A queste cifre bisogna aggiungere quelle relative agli immigrati clandestini, provenienti, soprattutto, dall’Africa subsahariana e da certi paesi asiatici. Secondo stime della Gendarmeria nazionale, entrerebbero nel Paese circa 7.000 clandestini l’anno. Esportazioni algerine extra idrocarburi verso l’Unione Europea Ammontano a 877,19 milioni di dollari le esportazioni verso l’UE nel 2007 Le esportazioni algerine extra idrocarburi verso l’U.E costituiscono circa il 66,9% del totale delle sue esportazioni extra idrocarburi nel 2007, passate da 699,58 milioni di dollari nel 2006 agli 877,19 nel 2007. I prodotti agricoli e quelli agricoli trasformati rappresentano il 4,88% del totale delle esportazioni verso l’U.E. I prodotti della pesca, esenti dai diritti doganali d’importazione nella U.E, hanno rappresentato nel 2007, l’1,42% del totale delle esportazioni algerine verso l’U.E, registrando un aumento in valore e in quantità rispetto al 2006 dell’8,16% e del 7,65%, rispettivamente. Quanto ai prodotti industriali, esportati in esonero totale verso l’U.E, essi rappresentano più del 93,7% delle esportazioni 3 algerine verso l’U.E, aumentate del 23,6% rispetto al 2006. I principali prodotti esportati nel 2007 sono stati quelli derivati dagli idrocarburi (solventi, ammoniaca, metanolo, gas rari), quelli minerali (laminati, rame, zinco) e ferrosi. Questi prodotti rappresentano il 2,35% delle esportazioni di prodotti industriali verso l’U.E, in calo del 11,67% rispetto al 2006. Liberalizzazione dei trasporti Eccedenza commerciale di 11,02 miliardi di dollari nel primo trimestre 2008 Nel quadro dell’Accordo di Associazione con l’U.E., il settore algerino dei trasporti ha beneficiato di un finanziamento di 20 milioni di euro per un programma di assistenza tecnica e per procedere alla liberalizzazione del trasporto aereo e modificare l’assetto istituzionale, così da aderire alle regole dell’OMC e a quelle previste dall’Unione Europea. Surplus della bilancia commerciale nel primo trimestre Nel primo trimestre del 2008 l’Algeria ha realizzato, secondo il Centre national de l’informatique et des statistiques (CNIS), un’eccedenza commerciale di 11,02 miliardi di dollari, contro gli 8,7 del 2007, in crescita del 33,3%. Le esportazioni sono state pari a 18,73 miliardi di dollari, in crescita del 29,8% rispetto ai tre primi mesi del 2007, mentre le importazioni sono state pari a 7,72 miliardi di dollari (+25,2%). Le esportazioni di idrocarburi continuano a rappresentare la quasi totalità delle esportazioni algerine con 18,33 miliardi di dollari, 97.88% del valore globale in aumento del 29,8% rispetto allo stesso periodo del 2007. Le esportazioni extra idrocarburi rimangono marginali, con il 2,12% del totale delle esportazioni e un valore di 398 milioni di dollari, in aumento di circa il 30% rispetto allo stesso periodo 2007. Debito estero Karim Djoudi Ministro delle Finanze Il Ministro delle Finanze Karim Djoudi ha annunziato che il debito pubblico estero algerino è attualmente (giugno 2008) di 600 milioni di dollari, calato di 333 milioni di dollari rispetto al 2007, a seguito della conversione in investimenti del debito nei confronti degli Emirati Arabi Uniti, mentre il debito estero privato si aggirerebbe intorno ai 3,8 miliardi di dollari, portando il totale del debito a medio e lungo termine a 4,4 miliardi di dollari. Investimenti diretti Secondo l’Agence nationale de développement de l’investissement (ANDI), nel periodo 2002- 2007, gli investimenti diretti nel Paese sarebbero stati di circa 20 miliardi di dollari. Questa massa di capitali investita da imprese straniere, specialmente arabe e europee, si è tradotta in importazioni di beni strumentali, stimati dall’ANDI, in base a statistiche doganali algerine, in 11,7 miliardi di dollari. Nel 2007, secondo dati forniti dal Conseil national de l’investissement (CNI), le intenzioni d’investimento delle 4 imprese straniere hanno riguardato un totale di 11.497 progetti e un importo globale di circa 13 miliardi di dollari, con una ricaduta per nuovi posti di lavoro di circa 157.000 persone. Per il prossimo quinquennio, l’ANDI è ottimista, considerato che, già per il 2008, le intenzioni d’investimento si aggirano intorno ai 7- 8 miliardi di dollari. Nel 2007 gli investimenti diretti in Algeria sono stati di 5,3 miliardi di dollari Nel 2007, secondo Anima (reticolo euro-mediterraneo di promozione degli investimenti), gli investimenti diretti in Algeria sono stati di 5,3 miliardi di dollari contro i 2,4 del 2006, mentre quelli in Egitto sono stati dal 2004, anno dell’adozione una legislazione più favorevole agli investitori esteri, pari a 22 miliardi di dollari. L’aspetto più rilevante nel 2007, secondo Anima, è stato il boom degli investimenti diretti esteri in settori diversi dagli idrocarburi, come nel caso del metallurgico i cui investimenti hanno raggiunto 1,6 miliardi di dollari contro 1,5 del settore degli idrocarburi. La chimica ha attirato 746 milioni di euro in una joint venture Orascom-Sonatrach (Sofert), le costruzioni 636 contro i 311 del 2006, la logistica portuale 145 (Portek, società di Singapore), mentre 50 sono stati investiti dai sauditi Pharaon CTI, che hanno acquistato il 49% dell’International Bulk Carriers della CNAN per l’ammodernamento della flotta. L’aspetto più rilevante nel 2007 è stato il boom degli investimenti diretti esteri in settori diversi dagli idrocarburi Altri investimenti riguardano quelli del consorzio spagnolo Inima-Aqualia per la costruzione e la gestione di due stazioni di dissalazione (67 milioni di dollari), delle spagnola Accionae canadese SNC Lavalin, che detengono il 51% della stazione di dissalazione costruita a Fouka per 108 milioni, della malese Malakoff e dalla Hyflux (Singapore), che insieme detengono il 51% dell’altra stazione di dissalazione costruita a Tlemcen con un esborso di 250 milioni di dollari. Gli operatori europei, specie i francesi (Saint-Gobain, Boccard,Trevise et MLI, BNP Paribas, Total), risultano i primi investitori con 62 investimenti su un totale di 111. I paesi MEDA hanno moltiplicato i loro investimenti in Algeria, con oltre 2 miliardi di euro contro i 639 milioni del 2006, provenienti principalmente dall’Egitto (cemento e metallurgia), Tunisia (metallurgia, tessile, medicinali) e dal Libano (banche). Flussi finanziari degli emigrati algerini Il trasferimento di fondi provenienti dagli emigrati algerini all’estero sarebbe, secondo alcuni studiosi del fenomeno, in continua crescita e il loro ammontare più elevato del totale degli investimenti diretti algerini. Emigrati algerini Secondo lo studio di un istituto bancario francese del 2007, gli immigrati che lavorano in Francia (circa il 50% del totale) trasferiscono annualmente circa 8 miliardi di euro (circa lo 0,5% del PIL francese). Il rapporto rivela che il 20% di quest’ultimi invia il denaro alla famiglia per fare fronte a bisogni primari, quali la salute e il cibo e che le somme 5 trasferite non sono quasi mai destinate all’investimento in progetti di sviluppo. Progetto di costruzione di una fabbrica di auto Il Ministro dell’Industria e della Promozione degli Investimenti Temmar ha dichiarato alla stampa che entro due, tre mesi saranno resi noti il partner straniero e la quota di partecipazione algerina nella costruzione di una fabbrica d’automobili. A questo fine, secondo lo stesso, sarebbero in corso negoziati con alcune grandi imprese europee e asiatiche. Da indiscrezioni di stampa si afferma che l’impresa interessata potrebbe essere l’indiana Tata che dovrebbe produrre una vettura ad un prezzo di 2.500 euro, anche se molti ritengono poco credibile tale operazione. Secondo il Ministro Temmar, entro due, tre mesi saranno resi noti il partner straniero e la quota di partecipazione algerina nella costruzione di una fabbrica d’automobili Il Ministro non ha scartato l’ipotesi di una singola partecipazione straniera per la costruzione di una fabbrica di assemblaggio d’auto, con il 40% dei componenti prodotti in Algeria. Inoltre, sarebbero stati presi contatti con due società internazionali per la fabbricazione, in associazione con imprese algerine, di pezzi di ricambio d’auto destinati al mercato locale e all’esportazione. Il mercato dei veicoli in Algeria è in continua crescita. A fine 2007 le auto in circolazione erano oltre due milioni, oltre a circa 1,2 milioni di veicoli per il trasporto leggero e autocarri. L’Algeria che è considerata come il secondo mercato in Africa, dopo il Sud-Africa, ha importato nel 2007 veicoli per oltre 3 miliardi di dollari, di cui oltre il 90% realizzato da concessionarie di società straniere. Bilancio delle privatizzazioni Il Ministro dell’Industria e della Promozione degli Investimenti, Temmar, ha presentato nel maggio scorso al Parlamento (APN) il bilancio delle operazioni di privatizzazione avvenute tra il 2003 e il 2007. In questo periodo le imprese privatizzate sono state 417: 192 totalmente, 33 privatizzate a più del 50%, 11 a meno del 50%, 69 acquisite dai lavoratori. Inoltre, 29 imprese sono state cedute in partenariato con privati, mentre sono stati ceduti gli attivi di altre 83 imprese. Le operazioni di privatizzazioni hanno consentito di mantenere 36.500 posti di lavoro e di indennizzare 2.475 lavoratori, che si sono volontariamente dimessi. Gli introiti derivanti da queste cessioni ammontano ad oltre 1 miliardo di euro, mentre gli investimenti effettuati dai privati nelle imprese privatizzate si aggirano sui 8 miliardi di euro. Privatizzazioni bancarie Abdelhamid Temmar, Ministro delle Privatizzazioni Fatiha Mentouri, Ministro delegato alla Riforma Finanziaria, nel corso di un recente incontro, ha affermato che il dossier sulla privatizzazione della BDL dovrà essere sottoposto al CPE e che la partecipazione al suo capitale sarà limitata al 30% con 6 la cessione della gestione agli acquirenti della stessa. Nel caso del CPA, la stessa, ha sottolineato che una volta rese pubbliche le banche pre-qualificate all’acquisizione, “avremo un’idea precisa sull’impatto della crisi dei sub-prime su queste banche e sulla loro strategia di sviluppo in Algeria”, a partire da questo “saranno determinate nuove direttive”. La Ministra ha inoltre aggiunto che se le autorità finanziarie algerine decideranno di rilanciare il processo di privatizzazione del CPA prima del luglio 2008, quest’ultimo sarà ripreso allo stadio al quale si trovava nel novembre 2007, mentre, nel caso avvenisse dopo tale data, sarebbe ripreso ab-inizio. Tasso di disoccupazione Fatiha Mentouri, Ministro delegato alla Riforma Finanziaria Secondo un rapporto dell’OCSE, il tasso di disoccupazione in Algeria rimane uno dei più alti della regione. Malgrado la riduzione nel numero degli occupati nel settore pubblico, lo Stato resta il principale datore di lavoro. Il rapporto, citando cifre ufficiali algerine, sottolinea come il tasso di disoccupazione sarebbe passato dal 30% nel 2001 al 13,8% nel 2007, con 1,24 milioni di disoccupati su una popolazione attiva di 10,5 milioni, con tassi di disoccupazione giovanile che si aggirano intorno al 30%. Il numero delle persone povere è cresciuto nel 2006 a 1.876.000, cifra vicina a quella che si aveva nel 1988, ma con una popolazione totale più numerosa e che resta, tuttavia, ancora elevata considerata la notevole spesa pubblica resa possibile dall’afflusso di risorse finanziarie conseguenti alla manna petrolifera determinata dall’alto corso del grezzo. Occupazione giovanile e perdita di posti di lavoro L’Agence nationale de l’emploi (ANEM) ha potuto soddisfare nel 2007 la domanda di occupazione di 162.000 giovani, a fronte di richieste per circa 887.000, di cui 200.000 universitari, di giovani iscritti nelle liste dell’ANEM. Per sviluppare l’occupazione, il Ministro del lavoro conta di stimolare le imprese con aiuti finanziari e misure fiscali di vario genere, con l’obiettivo di creare circa 400.000 posti di lavoro l’anno così da abbassare il tasso di disoccupazione a meno del 10% da qui al 2010 e a meno del 9% nel 2013. Questa strategia, che sarà messa in opera a partire dal prossimo giugno, consisterà in un aiuto finanziario di 12.000 DA (circa 120 euro) per le imprese che reclutino giovani diplomati ad un salario che oscilli tra i 25.000 e i 30.000 DA (250-300 euro). L’Agence nationale de l’emploi (ANEM) ha potuto soddisfare nel 2007 la domanda di occupazione di 162.000 giovani, a fronte di richieste per circa 887.000 Secondo affermazioni del Segretario Generale della Federazione nazionale del cuoio e del tessile, affiliata all’UGTA, oltre 24.000 posti di lavoro in questi settori saranno a breve eliminati, cifra che si aggiunge agli oltre 25.000 licenziati nei dieci anni precedenti, se non saranno prese misure (barriere doganali) a sostegno del tessile. 7 Fuga di cervelli Secondo uno studio realizzato da un centro di ricerche egiziano, il mondo arabo perde ogni anno il 50% dei medici, il 23% degli ingegneri e il 15% dei laureati in materie scientifiche. In Algeria, secondo dati del CREAD e del CNES, oltre 3000 informatici hanno lasciato il paese tra il 1992 e il 1996. In questo breve lasso di tempo, per la fuga massiccia di giovani studiosi, si calcola che l’Algeria abbia subito una perdita di circa 40 miliardi di dollari. In dieci anni oltre 40.000 ricercatori hanno lasciato l’Algeria. In Francia i medici algerini rappresentano la seconda comunità straniera, dopo quella belga: su 8.431 medici stranieri che esercitano in Francia, il 15% sono algerini. Negli Stati Uniti la comunità algerina, composta di circa 18.000 persone, conta 3.000 ricercatori di alto livello. L’Istitut national de la statistique et des études économiques francese, 99.000 dirigenti d’impresa in Europa sono di origine algerina. In Canada, l’immigrazione algerina si colloca al terzo posto su 25 Paesi. Piccole e medie imprese Nel 2007 sono state create in Algeria, principalmente nella zona nord del Paese, 24.835 PMI mentre 3.176 sono state liquidate. Per quel che riguarda i settori di attività, la maggioranza opera nel settore delle costruzioni e dei lavori pubblici (9.548), seguite da quello del commercio (4.303), da quello dei trasporti (2.235) e da quello dei servizi (2.176). Quanto al finanziamento delle PMI algerine, il presidente del Conseil national consultatif pour la promotion des PME, ha preconizzato la creazione di una istituzione a carattere mutualistico esclusivamente finalizzata al finanziamento delle PMI, data la difficoltà di queste ultime di accedere al credito bancario. Società commerciali Il Ministro del Commercio El Hachemi Djaaboub Secondo statistiche del Centre National du Registre de Commerce (CNRC), le società esistenti in Algeria alla fine del 2007 erano 105.128, in crescita rispetto alle 99.014 del dicembre 2006. Circa due terzi sono localizzate ad Algeri (31.839), seguono Orano (7.252), Constantine (5.117), Sétif (4.640), Tizi Ouzou (4.161), Blida (3.713), Chlef (3.357), Béjaia (3.305). Il 49,3% delle società è a responsabilità limitata (SARL), mentre le società per azioni (SPA) rappresentano solo il 4,6%. Le società pubbliche a carattere industriale e commerciale (EPIC) sono 568, quelle economiche (EPE) 160. Nel 2007 le cessazioni d’attività hanno interessato 66.763 unità, di cui circa il 93% riguardano persone fisiche. Il tasso più elevato di radiazioni si è verificato nel settore del commercio al dettaglio (46,2%), dei servizi (34,8%) e 8 dell’import-export (10,2%). Produzione e commercializzazione del vino Secondo dati forniti dall’Office national de commercialisation des produits vitivinicules (ONCV), creato da Boumediène nel 1968, la produzione vitivinicola ha raggiunto i 500.000 ettolitri/anno, con un fatturato che si aggira sui 106 milioni di dollari, di cui il 20% legato all’esportazione. Secondo uno studio di Euro Développement PME del giugno 2005, la produzione di vino rappresenta il 23% della produzione nazionale di bevande, quella della birra circa il 16%. A fronte di una domanda di mercato per la birra, che si stima si aggiri tra l’1,1 e i 2 milioni di ettolitri/anno, il calo del 10% nel suo consumo, registratosi negli ultimi due anni è dovuto agli ostacoli burocratico-religiosi che si frappongono alla sua commercializzazione. Nel mercato opera il gruppo Castel che si è impiantato in Algeria nel 2001 (47% del mercato) e che conta d’investire altri 10 milioni di euro e portare la sua capacità produttiva a 650.000 ettolitri/anno. Altra multinazionale presente nel Paese è la olandese Heineken che ha rilevato, come la Castel, alcune fabbriche di birra statali. la produzione vitivinicola ha raggiunto i 500.000 ettolitri/anno La politica governativa sinora seguita, oscilla tra l’apertura agli investitori privati perché intervengano nel processo di privatizzazione delle birrerie statali (quattro lo sono già state) e l’adozione di metodi restrittivi alla commercializzazione dei prodotti viti-vinicoli, a fronte di un mercato nero che nel 2007 è cresciuto del 25% (quello della birra del 30%). Secondo notizie di stampa locale, nel 2006 sono stati chiusi ad Algeri 78 bar, ad Orano, dall’inizio dell’anno 8, mentre sono più di 2.000 i punti vendita che sono stati chiusi sul territorio nazionale. La tassazione sul consumo di vino (diritto di circolazione dei vini) è di circa 40 euro per ettolitro, mentre quella per la birra si aggira sui 36 circa (tassa interna di consumo). 9