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ANNO IX | NUMERO 2 MARZO-APRILE 2014 Rivista di orientamento nel food service Consorzio per la Tutela del Formaggio Pecorino Romano Pochi formaggi al mondo vantano origini così antiche come il Pecorino Romano L’esperto Il Pecorino Abbucciato Aretino Gastrosofia Il Pecorino delle Crete CONSORZIO PER LA TUTELA DEL FORMAGGIO PECORINO ROMANO Il Pecorino, una storia di made in Italy e qualità Università degli Studi di Perugia Corso di Laurea Ecocal www.agr.unipg.it/ecocal COLOPHON ANNO IX NUMERO 2 MARZO APRILE 2014 Nr. iscrizione 45/2006 R.P. Tribunale di Perugia 01/08/06 ISSN2239-4176 In questo numero www.rivistaorizzonte.com Editore Innovazione Srl Via Garibaldi, 93 - 06063 Magione (PG) Tel. 075 8472263 Fax 075 8478170 Ufficio Pubblicità [email protected] Direttore Responsabile Elena Capuccella Redazione [email protected] Collaboratori Cristina Panico Floriana Pucci Comune di Perugia Lorena Pesaresi - Assessore alle Politiche Energetiche e Ambientali Edizioni Frate Indovino Gianni Maoddi - Consorzio per la Tutela del Formaggio Pecorino Franco Ivan Nucciarelli - Arte Italiana nel Mondo Caseificio Fontemanna Alessia Uccellini Fabio Recagno - Alta Tuscia Formaggi srl Elisa Maestrini Paolo Braconi Roberto Lodovici - Ais Umbria Sergio G. Grasso Vincenzo Arcieri Jonathan Rampi Stefano Farina Alvaro Camaioni Valentino Marcattini Alexander De Nigris Istituto Italiano Design Ronny Albucci - Chef Academy Università dei Sapori Massimo Valeri Alessandro Sorci Verecondo Susta Progetto grafico e impaginazione Iktome ADV Via Alessi, 28 - 06122 Perugia Stampa Italgraf snc Via Monteneri, 23 - 06129 Perugia Foto di copertina Giovanni Auricchio www.jovafoto.com 4 ORIZZONTE 7 Editoriale Spazio alle Regioni Elena Capuccella 37 Il Pecorino in tavola Le ricette degli Chef 42 Il Lazio 44 Le Marche 48 La Toscana 50L’Umbria 52 L’Emilia Romagna 54L’Abruzzo News dalle Regioni 8 11 Il Pecorino nel web e in libreria Redazione 14 Calendario Il calendario di Frate Indovino Focus 16 Pochi formaggi al mondo vantano origini così antiche come il Pecorino Romano Gianni Maoddi - Presidente del Consorzio per la Tutela del Formaggio Pecorino Romano 21 Il pecorino alla Galleria degli Uffizi Prof. Franco Ivan Nucciarelli Arte Italiana nel Mondo 22 Se vuoi conoscere la cultura di un formaggio e del suo territorio telefona a una pecora! Caseificio Fontemanna 24 Il pecorino “Abbucciato Aretino” Alessia Uccellini 26 I Formaggi, arte casearia italiana Intervista a Fabio Recagno Alta Tuscia Formaggi srl 29 Il Pecorino: tante vitamine e sali minerali Elisa Maestrini 31 Cacio, caciara e il pecorino “ideale” di Gadda Paolo Braconi 33 Pecorino e vino: un matrimonio a soggetto Roberto Lodovici Associazione Italiana Sommelier 34 Il Pecorino delle Crete Sergio G. Grasso Marketing 59 Il Pecorino nel mondo della ristorazione Alexander De Nigris Design 63 E con le forme diamoci un taglio! Istituto Italiano Design 64 65 Il Responsabile di Sala Ristorante Chef Academy L’Umbria sceglie la ristorazione di qualità Università Dei Sapori Formazione Parola agli esperti 68 FISCO & PREVIDENZA Il calendario del contribuente La tracciabilità dei canoni di locazione Massimo Valeri 69LEGGE SABATINI-BIS Regole per l’accesso a finanziamenti agevolati e contributi per le PMI Alessandro Sorci 69ECONOMIA La consulenza finanziaria oggi Verecondo Susta STANCO DEI SOLITI CUBETTI? DA OGGI LA TUA FANTASIA NON HA PIÙ LIMITI Modalità di preparazione: LE 4 REGOLE DA SEGUIRE PER UN RISULTATO ECCEZIONALE! Grandi Panieri presenta la linea di verdure surgelate “Foglia a Foglia”. Agrifood Abruzzo-Covalpa è stata la prima azienda italiana a produrre con questo innovativo metodo, che permette di mantenere intatte le foglie delle verdure e preservare le qualità del prodotto fresco. Foglia a Foglia garantisce alta qualità delle materie prime e provenienza 100% italiana, certificata da una filiera chiusa e controllata. La gamma comprendee un assortimento assortim mento m ento completo: SPINACI BIETE ERBETTE BIETE A COSTE CICORIA CIME DI RAPA/FRIARIELLI 1 FAI RINVENIRE VERZA I risultati migliori per conservare tutta la qualità di Foglia a Foglia si ottengono scongelando le porzioni, prima di prepararle e condirle nel modo desiderato. In alternativa, è possibile prepararle con cottura a vapore (6 minuti), a microonde (2 minuti a 750W), o in padella (4 minuti per lato). 2 CONDISCI Perfora leggermente la porzione in modo che il condimento penetri all’interno; spennella con un’emulsione di olio, limone e sale o con un condimento a piacere. 3 GUARNISCI Crea un contorno fantasioso guarnendo la porzione con gli ingredienti che preferisci. 4 SERVI Ecco un suggerimento di come puoi servire un contorno di sicuro successo: Spinaci Foglia a Foglia e pomodori glassati al forno (15 minuti a 120°C) con crema di formaggio aromatizzata al timo e salsa al formaggio sul piatto. AGRIFOOD ABRUZZO S.r.l. Sede: Via San Bernardino, 196 - 25018 Montichiari (BS) - Tel. 030 99 815 30 Fax 030 99 815 20 – email: [email protected] - www.agrifood.it - Stabilimento: Borgo Strada 14 - 67043 Celano (AQ) Editoriale IL PROSSIMO NUMERO SARÀ DEDICATO ALLA SALSICCIA Elena Capuccella Direttore “…Ogni formaggio aspetta il suo cliente, si atteggia in modo d’attrarlo, con una sostenutezza o granulosità un po’ altezzosa, o al contrario sciogliendosi in un arrendevole abbandono” Italo Calvino, Palomar I l formaggio di latte di pecora è uno dei formaggi italiani più antichi, con 2000 anni di storia: infatti, era gustato sui triclini degli imperatori romani e usato per rinvigorire i legionari, come ci racconta Virgilio. Le greggi di pecore che pascolano liberamente nelle campagne del Lazio e della Sardegna danno il latte da cui viene ricavato questo formaggio che oggi viene prodotto nelle stesse esclusive zone d’origine e con lo stesso naturale procedimento di secoli fa. L’unica differenza rispetto al passato consiste nel fatto che le operazioni di cagliatura, salatura e stagionatura avvengono in modernissimi caseifici, tecnologicamente all’avanguardia sotto il profilo igienico-sanitario, per garantire ai consumatori i necessari requisiti di salubrità del prodotto. Una tradizione di genuinità e sapore, quindi, rimasta intatta com’era ai tempi degli antichi pastori laziali. Le varietà più note di pecorino sono quella romana e quella sarda, ma esiste anche un pecorino toscano, impiegato prevalentemente giovane e più noto come “cacio” e siciliano, di latte di pecora lavorato a crudo. Tutte queste varietà hanno ottenuto il riconoscimento DOP e seguono il disciplinare della Comunità Europea. Le fasi di lavorazione avvengono sotto il costante controllo del Consorzio per la Tutela del Formaggio Pecorino Romano, che è proprietario del marchio di origine ed è delegato dallo Stato Italiano per i controlli sulla produzione. Questo formaggio che ridava forza e vigore ai soldati stanchi anche oggi è considerato uno dei formaggi più energetici e anche ad alta digeribilità. Si mangia volentieri da solo, per finire un pasto, ma è anche un ingrediente essenziale di molti piatti regionali. Si possono trovare tutte le varietà con diversi gradi di stagionatura: dolci le più giovani e sempre più piccanti a mano a mano che procede l’invecchiamento. Il vero pecorino è, ovviamente, prodotto con latte di pecora, che viene lavorato con procedimenti diversi a seconda delle zone di produzione, in alcuni casi terminando anche con l’affumicatura. Generalmente in cucina si preferiscono le varietà stagionate per impieghi cotti e quelle più fresche a crudo. Il formato storico del Pecorino Romano è il classico cilindro di squisita bontà e rigorosamente D.O.P. La finitura è quella tipica dell’antica Roma e che ancora oggi lo contraddistingue: la sua caratteristica scorza nera, la “cappatura” come comunemente viene definita, introdotta secoli fa per proteggere la forma da agenti esterni, oggi unicamente simbolo della Tradizione Romana. Rivista di orientamento nel food service 7 NEWS DALLE REGIONI News dalle Regioni LAZIO 21-30 Mar Notizie ed eventi da Lazio, Marche, Toscana, Umbria, Emilia Romagna e Abruzzo. LAZIO 21-30 Mar Da Eataly alla ricerca dei veri Detective in Cucina Cene stellate a Roma Roma Cene Stellate è la prima edizione in Italia dell’iniziativa, realizzata da Dining City, che ha lo scopo di avvicinare gli appassionati della buona cucina al mondo dell’alta ristorazione italiana. Uno strumento che promette di far conoscere il vero volto delle eccellenze del nostro territorio grazie all’aiuto dei più grandi chef d’Italia. L’iniziativa si svolgerà dal 21 marzo al 30 marzo presso i ristoranti aderenti che proporranno per la cena un menu di cinque portate a prezzi ragionevoli. Il format di Cene Stellate è stato già sperimentato con grande successo in Europa e i numeri sono invitanti: in Olanda, patria della manifestazione, in 70 ristoranti sono andate 14.945 persone, vale a dire più di 200 clienti a ristorante in una sola settimana. Iscrizione: 06 5033737, Info: www.cenestellate.it 8 ORIZZONTE Roma Presso Eataly, fino al 19 giugno, un ciclo di appuntamenti gratuiti dedicati a Gusto e Salute. Sarà il dottor Beppe Rocca a guidare i partecipanti, come fossero dei veri detective, nella risoluzione del caso: cosa dobbiamo mangiare per una vita sana e in grado di restituire al cibo il giusto valore? Questi i prossimi appuntamenti in calendario: Giovedì 20 marzo - Cibi veri, falsi, finti Giovedì 17 aprile - Cucina, scienza, arte Giovedì 22 maggio - Esperienza di vita e salute Giovedì 19 giugno - Medici in cucina: Ippocrate e Trotula, gusto e salute I corsi si tengono al Centro Congressi di Eataly dalle 19.30 alle 21. Info: www.roma.eataly.it TOSCANA 25-26 Apr Il “Salotto buono” delle eccellenze gastronomiche Carmignano (PO) Il 25 e 26 aprile “Villa La Ferdinanda” apre le porte ai gourmet di tutta Italia. In degustazione i dodici vini prodotti nella riserva di caccia del granduca de’ Medici. Storia, arte, natura e buona tavola si incontrano nel feudo del Carmignano. Per due giorni la Villa dei Cento Camini aprirà i cancelli offrendo agli appassionati di enogastronomia una sintesi tra tradizione, arte, natura ed espressioni del made in Italy a tavola. Per i “Salotti del Gusto” il complesso di Artimino non rappresenterà soltanto una location, per quanto suggestiva, ma darà il suo contributo al ricco carnet d’eccellenze vinicole portando in degustazione la sua intera gamma di 12 vini appartenenti all’antica Docg di Carmignano: dal rosato “Vin Ruspo” al “Barco Reale” fino al prodotto di punta, il “Grumarello”, vengono tutti prodotti e vinificati in quella che un tempo fu la riserva di caccia del Granduca di Toscana Ferdinando de’ Medici e oggi è diventato Patrimonio mondiale dell’umanità Unesco. Un’occasione unica per tutti i visitatori per riscoprire sapori e saperi di un territorio profondamente legato alle sue tradizioni; basti pensare al girarrosto, tuttora funzionante, realizzato con corde e contrappesi su disegno originale di Leonardo da Vinci. MARCHE 25 Apr - 4 Mag Fritto Misto all’italiana Ascoli Piceno Fritto Misto compie 10 anni e festeggia con un’edizione più lunga e con tante stuzzicanti novità per regalare a tutti una gustosa esperienza enogastronomica e un bel 10 in pastella! La kermesse torna dal 25 aprile al 4 maggio con un programma ricco di appuntamenti per celebrare la tecnica della frittura di alta qualità in ogni sua declinazione. I “Menù 10 da 10 e lode!” saranno la novità di quest’anno. Si tratta di quattro cene a tema preparate da altrettanti Chef, fra i più famosi delle Marche. Si comincia Domenica 27 aprile, alle ore 20.30 con Enrico Lazzaroni, Chef del ristorante Il Tiglio di Montemonaco (AP) la cui cucina si distingue per la capacità di unire tradizione e innovazione. Si continua, poi alla stessa ora di Lunedì 28 Aprile con Moreno Cedroni, Chef del ristorante La Madonnina del Pescatore di Senigallia (AP) al quale la guida Michelin ha assegnato 2 stelle per creatività ed eccellenza. Venerdì 2 Maggio sarà la volta di Aurelio Damiani, Chef di talento e spessore della trattoria Damiani e Rossi di Porto San Giorgio (FM), mentre Domenica 4 Maggio, Errico Recanati, Chef del ristorante Andreina di Loreto (AN) noto per le sue succulente specialità di carne, chiuderà la decima edizione della kermesse. Il cuore pulsante della manifestazione sarà il Palafritto di Piazza Arringo, con il suo appetitoso percorso culinario che consentirà di provare oltre 40 diverse ricette selezionate tra le maggiori prelibatezze italiane e internazionali a base di fritto. Fritto Misto è anche attento all’ambiente: migliaia di litri di olio usati per friggere saranno infatti recuperati e riciclati in biodiesel. EMILIA ROMAGNA 7-8-9 Apr Al via il Campionato Mondiale della Pizza Parma Ritorna per il 23esimo anno la gara di Pizza più conosciuta e apprezzata al mondo! Il Campionato Mondiale della Pizza 2014 avrà numerose novità e rimane sempre la più importante occasione di incontro e confronto del mondo pizza. Dopo il successo dell’anno scorso, confermata la sede di Parma, all’interno del Palacassa. La struttura ospiterà infatti un’edizione da record, con ancora più concorrenti rispetto alla Rivista di orientamento nel food service 9 NEWS DALLE REGIONI precedente edizione. Tra le varie tipologie che renderanno la sfida più appetitosa: Pizza Classica, in teglia, senza glutine, a due, in pala, pizza più larga, più veloce, stile libero individuale, squadre acrobatiche e presentazione della pizza. Per informazioni e contatti: Tel. 0421 83148, e mail: [email protected]. EMILIA ROMAGNA 13 Apr Dalla Bolognese Zuppa Imperiale alla Zuppa Globale Bologna Si terrà il 13 aprile 2014 il Festival della Zuppa di Bologna, con sottotitolo “Dalla Bolognese Zuppa Imperiale alla Zuppa Globale”. L’interessante kermesse, nata qualche anno fa, intende aggregare persone e ricette provenienti da ogni dove, sul tema della Zuppa. Il Festival si svolge a Bologna e deve la sua origine, come gara ludica di “zuppe in strada”, nel multietnico quartiere francese di Wazemmes a Lille. Un’idea che, avendo ottenuto rapidamente un importante successo di pubblico, è stata esportata successivamente anche in altre città d’Europa, come Bologna per l’Italia e Barcellona per la Spagna. Tutti possono partecipare ed iscriversi al Festival della Zuppa, questa speciale e gustosa gara culinaria. Si porta in strada la propria zuppa già pronta e da riscaldare in apposite cucine collettive o postazioni allestite. Per la gara devono essere preparati un minimo di dieci litri di zuppa, così da permettere di farla assaggiare sia ai giurati che ai passanti golosi. Per premio sono attribuiti mestoli d’oro e d’argento, mestoli di bronzo e premi per l’originalità. La zuppa fa incontrare generazioni diverse, apre l’uscio di tante case, risveglia i sensi e gli antichi ricordi con i colori, i profumi ed i sapori che offre. Ognuno diverso dall’altro, unico e irripetibile, secondo la sapienza della massaia o dell’esperto, dell’artista dei fornelli o del neofita che si cimenta con spezie 10 ORIZZONTE e odori. Un appuntamento da non perdere, gustoso, piacevole e semplice, ma anche impreziosito della vivacità, fantasia e bontà della cultura culinaria del Bel Paese. ABRUZZO Gen-Mar Ultimo appuntamento con il RetroGusto Lanciano (CH) Si è tenuto il 3 marzo l’ultimo appuntamento della rassegna RetroGusto by Slow Food dedicato a “L’economia della felicità” di Helena Norberg-Hodege, Steven Gorelick, John Page - Degustazione del Ristorante Cantina Ciavolich. La manifestazione, unica nel suo genere, è un omaggio al cibo visto attraverso le pellicole che hanno fatto la storia del cinema italiano e internazionale. La rassegna RetroGusto by Slow Food si è svolta a Lanciano (in provincia di Chieti) ed è partita il 13 gennaio celebrando con successo l’unione perfetta fra la cucina e il cinema d’autore. Questo viaggio durato otto appuntamenti con altrettanti film e ricette è stato così articolato: dopo essersi goduti comodamente il film si è passati alle degustazioni presso la Casa della Conversazione, con un piatto ispirato alla pellicola e pensato ogni volta da uno chef diverso. NEWS ITALIA XXIII edizione del Premio Tarlati a “La Prova Del Cuoco” L’Associazione Cuochi di Arezzo anche quest’anno ha assegnato il prestigioso Premio Guido Tarlati giunto alla sua ventitreesima edizione. Il premio affonda le sue radici nella tradizione locale. È ispirato all’omonimo vescovo aretino vissuto alla fine del 1300 che ha lasciato in eredità ai cuochi aretini numerose ricette, fra cui la famosa “Zuppa di pollo dei Tarlati”, oggi contesa tra aretini e francesi, perché sembra abbia dato origine alla più famosa “Zuppa di pollo Francese”. Il Premio è stato istituito nel 1991 e l’intento è quello di rendere omaggio a chi, nel mondo dell’enogastronomia, abbia contribuito a promuovere la cucina tipica della terra aretina, in Italia e all’estero. Quest’anno è stata omaggiata, con il Premio Tarlati, la famosa e fortunata trasmissione televisiva “La Prova del Cuoco” di Rai1. A consegnare il premio sono stati gli Chef aretini che negli anni hanno avuto ruoli di spicco nel programma. “La consegna del premio è da molti anni il momento più solenne della nostra associazione – spiega il presidente dell’Associazione Cuochi Arezzo Roberto Lodovichi – che aggrega oltre 100 ristoratori della nostra provincia ed è un punto di riferimento indiscusso per la valorizzazione delle produzioni agro-alimentari autoctone. La scelta di premiare quest’anno la bella trasmissione enogastronomica della Rai non è un caso. In questi anni la produzione ha dato l’opportunità a numerosi ristoratori ed esperti del territorio aretino di far conoscere e apprezzare i nostri prodotti insieme alle tradizioni e all’arte gastronomica che ci contraddistingue”. Il presidente dell’Associazione Cuochi in diretta nella puntata de “La Prova del Cuoco” ha presentato il premio e ha proposto al pubblico la ricetta della famosa “Zuppa di pollo dei Tarlati” nello spazio curato dal professor Augusto Tocci. IL PECORINO nel web ______ www.agraria.org/prodottitipici/pecorinosardo.htm Sito completo e curato contente una lista aggiornata di formaggi tipici legati al territorio italiano. All’interno, per ogni voce, è possibile consultare oltre alle caratteristiche e peculiarità dei prodotti anche le migliori combinazioni gastronomiche ed enologiche e i disciplinari di produzione del formaggio. ______ www.taccuinistorici.it/ita/news/antica/ formaggi-latte-uova/Pecorino-Romano-DOP.html Taccuini storici, rivista multimediale di alimentazione e tradizione, dedica un interessante approfondimento alla storia del pecorino romano dop. Un viaggio nel tempo molto affascinante per tutti quei foodies che amano il cibo anche in virtù della sua storia. ______ salute24.ilsole24ore.com/articles/3182-frescostagionato-al-pepe-da-nord-a-sud-ecco-i-pecorini-ditalia Esaustivo e dettagliato l’elenco argomentato che Il Sole 24 ore dedica ai formaggi italiani, anzi ad essere precisi ai pecorini italiani. L’articolo, tra aneddoti e descrizioni, offre un quadro delle varietà locali che hanno ottenuto il riconoscimento DOP. IL PECORINO in libreria ______ FORMAGGI. CONOSCERE E RICONOSCERE LE MIGLIORI PRODUZIONI DELL’ITALIA E DELL’EUROPA Fabiano Guatteri 2012 De Agostini Un libro paradigmatico sul mondo dei formaggi. Una vera enciclopedia che esplora a tutto tondo l’arte casearia senza escludere cenni storici e considerazioni approfondite sulle tecniche di stagionatura e preparazione, oltretutto facendo riferimento non solo alla cultura italiana ma a quella europea. La guida colleziona 250 formaggi, suddivisi in 12 paesi, illustrando le caratteristiche di ciascuno con una minuziosa scheda tecnica ricca di fotografie, descrizione delle peculiarità organolettiche e nutritive del prodotto, descrizione delle tecniche produttive, degli abbinamenti gastronomici ed enologici, ma anche piccole curiosità che contribuiscono a far apprezzare ancora di più la cultura del formaggio. ______ LE TECNICHE E LE RICETTE PER FARE FORMAGGI DI FATTORIA Dal latte crudo... di pecora, capra, bufala e mucca Vincenzo Demaria 2006 Mulino Don Chisciotte Più che una guida al prodotto questo volume intende proporsi come guida alla produzione. Premesso che la cultura casearia è una delle esperienze più esaltanti nel mondo della produzione gastronomica, qui in particolar modo si dedica spazio alla punta di diamante di questa cultura: la produzione dei formaggi di fattoria. Una produzione “piccola” che riserva ancora una grande attenzione alla stagionatura e alla cura, quasi quotidiana utile ad ottenere un formaggio di sapore unico. Pratiche, segreti e accortezze che consentiranno all’estimatore di formaggi, di trasmettere in modo integro e completo le qualità di un latte “crudo”, senza il ricorso alla pastorizzazione ed all’uso di fermenti. Rivista di orientamento nel food service 11 NEWS DALLE REGIONI UMBRIA Da Febbraio È nata REPEAT BOX, la scatola anti-spreco per riciclare il cibo al ristorante Perugia Repeat box, la magica scatola che azzera lo spreco, è l’iniziativa eco-sostebile promossa dal Comune di Perugia insieme all’Umbra Institute, centro di alta formazione qualificata per studenti provenienti dai migliori college e dalle migliori università americane. Si tratta di una busta con all’interno l’apposita scatola destinata al riciclo del cibo avanzato dal piatto del ristorante. L’idea nasce dall’esigenza di ridurre gli sprechi alimentari che attualmente si aggirano intorno a 454 euro di media che una famiglia italiana spreca ogni anno per un complessivo nazionale di 20 milioni di tonnellate di cibo ancora commestibile che viene gettato nella spazzatura. L’analisi di questi dati ha contribuito a sollevare l’urgenza di arginare il fenomeno con mezzi efficaci ma soprattutto mirati. La campagna infatti è partita proprio dalle strutture ricettive, luoghi dove lo spreco alimentare rappresenta per i ristoratori un problema reale su cui non hanno capacità di intervento. Ad oggi sono tre i locali del centro storico perugino che hanno adottato la Repeat box: l’Osteria dei Priori, Al mangiar Bene ed il Pachamama. Il valore aggiunto del progetto risiede nella sua totale sostenibilità e nella capacità di farsi promotore della cultura del recupero. Non solo infatti la Repeat box serve a riciclare gli avanzi, ma essendo realizzata a sua volta con scarti della canna da zucchero è totalmente biodegradabile e compostabile e una volta esaurito il suo compito può essere gettata fra i rifiuti organici. Un concetto di riciclo e risparmio a tutto tondo che si inserisce nella politica di tutela ambientale e rispetto della natura già da tempo intrapresa dall’Assessore alle Politiche energetiche e ambientali, del Comune di Perugia, Lorena Pesaresi. Le chiediamo: “Che valore ha un’iniziativa del genere per il territorio umbro?” L’iniziativa ha un valore basilare e direi imprenscindibile nel nuovo modello di gestione dei rifiuti che le città devono attuare e che è finalizzato non solo alla raccolta differenziata, a partire ormai dal cosiddetto“porta a porta”, e al riciclo-recupero, ma ancor prima alla riduzione e produzione dei rifiuti all’origine e degli sprechi di cui spesso se ne sottovaluta la portata. Del resto i dati a livello nazionale parlano chiaro e noi nel Comune di Perugia ci stiamo muovendo in questa direzione già da tempo e a 360° per una migliore gestione dei rifiuti raggiungendo oggi risultati importanti sia per incremento della raccolta differenziata (siamo passati dal 35% del 2010 al 60% nel 2013), sia per la riduzione dei rifiuti indifferenziati 12 ORIZZONTE che nello stesso periodo 2010-2013 hanno registrato un calo di oltre 40%. Oggi Perugia è infatti tra le prime città capoluogo di regione dopo Trento-Bolzano in posizione di avanguardia in campo ambientale ed energetico. La riduzione dei rifiuti e in parte anche degli sprechi coincide sicuramente con il momento di crisi ma è anche caratterizzata da importanti azioni di sensibilizzazione molto capillari, da parte del mio assessorato insieme al gestore Soc. GEST, in tutti i territori del comune e dai progetti di educazione ambientale nelle scuole da oltre 20 anni. Il Repeat box è uno degli esempi concreti e più recenti di come prevenire sia possibile cambiando i nostri comportamenti e gli stili di vita. Un progetto che merita sicuramente di essere evidenziato e divulgato come una delle migliori buone pratiche da mettere in atto. Ma accanto a questo il Comune di Perugia ha realizzato anche altri progetti in questi ultimi anni come quello delle “fontanelle di acqua pubblica” proveniente dal nostro acquedotto civico, con lo scopo di promuovere, da un lato, un uso sostenibile della risorsa acqua come bene comune da salvaguardare e garantire a tutti e, dall’altro, la riduzione dei rifiuti a monte. Per fare un esempio concreto: le prime due fontanelle realizzate a Perugia (Pian di Massiano e Ponte S. Giovanni), molto apprezzate dai cittadini grazie anche ad una efficace comunicazione, hanno prodotto, in due anni dalla loro attivazione, un risparmio di bottiglie di plastica e/o vetro non immesse in commercio pari a n. 4.073.317, nonché di 541.744 kg di emissioni di CO2 evitate… In sintesi ciò che dobbiamo raggiungere migliorando sempre più le nostre azioni e, in particolare, il rapporto con i cittadini è proprio il cambiamento di un modello culturale per riuscire a passare dalla cultura “dell’usa e getta” alla cultura del recupero, del riciclo e della conservazione, pensando ai rifiuti non come un qualcosa che non ci appartiene o di cui disfarsi semplicemente e magari ovunque ci si trovi, ma come un bene che al pari di tanti altri ci consente di trasformare i nostri rifiuti da un problema ad una risorsa, per creare nuovi settori produttivi e di lavoro e dunque più occupazione. Quali sono le prospettive di sviluppo del progetto nel lungo periodo? Stante il risultato positivo e l’indice di gradimento da parte dei cittadini e dei ristoratori coinvolti in questa prima sperimentazione a Perugia, l’obiettivo nel medio-lungo periodo è sicuramente quello di estendere questa modalità in tutto il territorio comunale con il coinvolgimento delle associazioni di categoria di riferimento nel settore della ristorazione. CALENDARIO CURARSI A TAVOLA IL TARASSACO Il Calendario di Frate Indovino I l tarassaco è una pianta erbacea perenne, il cui nome trae origine dai termini della lingua greca tàraxis (disordine, turbamento, squilibrio) e akas (rimedio). Chiaramente il nome richiama la capacità della pianta di porre rimedio a squilibri, disordini di natura fisiologica di vario tipo. Officinale per le applicazioni farmacologi- 1 S ............................ Telefono: 075.5069369 2 D ............................ 1S S. Silvio m. 2D S. AGNESE bd. fr. 3L S.Teresa Eustochio vr. 4M S. Casimiro re 5M Le Ceneri 6G S. Coletta vr. fr. 7V S. Perpetua m. 8S S. Giovanni di Dio 8 S ............................ 9D S. FRANCESCA Rom. 9 D ............................ Scontro di generazioni 11 sett. ............................ S. Macario v. 10 L 11 M S. Alessio U Se-yng m. 11 M ............................ 12 M S. Luigi Orione sac. 12 M ............................ 13 G S. Cristina m. 13 G ............................ 14 V S. Matilde reg. 14 V ............................ 15 S S. Luisa de Marillac ved. 15 S ............................ 16 D S. GIULIANO m. 17 L S. Patrizio v. 18 M S. Salvatore da Horta fr. 19 M S. Giuseppe sposo 20 G S. Giovanni Nepom. m. 21 V S. Benedetta Cambiagio 22 S S. Lea ved. 23 D S. TURIBIO v. 24 L Ss. Dionigi e C. mm. 25 M Annunciaz. del Signore DETTO DEL MESE: Quando16 l’acqua è poca D ............................ la papera non galleggia. 12 sett. 17 L ............................ Nel 1861, anno dell’Unità d’Ita18popolazione M ............................ lia, in media la sperava di vivere sino ai 35 anni; nel 1880 l’aspettativa di 19 M ............................ vita alla nascita era salita a 35,4 anni; 42,8 nel 1900; 54,9 nel 1930 e 65,5 nel 1959.Tale aspettativa, ai giorni 20 G ............................ nostri, è pari a 79 anni e mezzo per gli uomini e 84 e 21migliori V ............................ mezzo per le donne. Abbiamo cure (soprattutto nel settore neonatale) che fanno alzare la media, 22 S ............................ e la chirurgia ha fatto passi da gigante; ma c’è anche un atteggiamento diverso, da tutti23 condiviso, nei conD ............................ fronti della cosiddetta terza età. 13 sett. 24 L ............................ IL SAGGIO DICE: “I libri e la mente funzionano solo se sono aperti” (James Dewar). 25 M ............................ 26 M Ss. Emanuele e C. mm. 26 M ............................ 27 G S. Aimone v. 28 V S. Castore m. 29 S S. Gladys reg. 30 D S. ZOSIMO v. 31 L S. Guido ab. ORIZZONTE www.frateindovino.eu 10 sett. 3 L ............................ Un papà d’oltre oceano, deluso e irritato con il 4 M ............................ fi glio svogliato e fannullone, lo rimproverava davanti a tutta la scolaresca: «Ricordati che Giorgio 5 Mil............................ Washington, alla tua età, era sempre primo della classe». E il fi glio di rimando: «Ricordati che Gior6 G ............................ gio Washington, alla tua età, era Presidente degli Stati Uniti». 7 V ............................ 10 L 14 che cui si presta, le virtù del tarassaco come depurativo sono note da tempi molto antichi. Alcuni usi sono menzionati in scritti e appunti del 1500. Pur se in molte regioni il tarassaco è chiamato cicoria, è una specie ben diversa dalla vera cicoria selvatica. In cucina si usano le foglie e i boccioli fiorali. BIANCOSPINO (Crataegus monogyna) - È effi27 G ............................ cace nel trattamento dell’insufficienza cardiaca e 28 V ............................ coronarica. Favorisce la funzionalità cardiocircolatoria, migliora l’elasticità miocardica e distende S ............................ la muscolatura liscia vasale, con 29 conseguente vasodilatazione. Svolge quindi un’azione antipertensiva D ............................ e regolatrice del ritmo cardiaco, 30 oltre che antiossidante e antilipidica (contro il colesterolo). Al Bian14 sett. 31 L ............................ cospino è riconosciuta anche un’attività sedativa sul sistema nervoso centrale. La Camicia della felicità Il giovane principe volò a palazzo. Chiamò le guardie e ordinò di andare a prendere immediatamente la camicia di quell’uomo felice. «Dategli quanto denaro vuole... Fatelo barone, conte, duca... principe, ma ceda la sua camicia». Corsero le guardie alla povera capanna. Offrirono al boscaiolo una fortuna. Macché! L’uomo felice era così povero che… non aveva neanche la camicia. Pensiero Spirituale Non è facile far risplendere nel cuore di un fratello la luce che illumina la nostra vita. Quando sperimentiamo l’incapacità di comunicarla agli altri, domandiamoci se è abbastanza viva e radicata nel nostro cuore. Anche i più cattivi degli uomini, al termine della loro vita, ricevono un elogio impresso su lapidi che non arrossiscono. Da che mi ricordo, quasi tutti i personaggi colti con le mani nel sacco si sono dichiarati “sereni”. Tanto da far pensare che questa “serenità”, proclamata ai quattro venti, possa essere un primo indizio di colpevolezza. FEBBRAIO 2014 L M M G V S D 3 4 5 6 7 1 8 2 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 APRILE 2014 L M M G V S D 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 28 22 29 23 30 24 25 26 27 Tagliolini all’uovo in salsa di tarassaco 400 g di tagliolini all’uovo 300 g di foglie di tarassaco pulite 2 spicchi d’aglio 100 g di formaggio pecorino grattugiato sale, rosmarino peperoncino olio extra vergine di oliva 1M S. Ugo v. 2M S. Francesco da Paola er. 3G S. Luigi Scrosoppi sac. 4V S. Isidoro v. dott. 5S S. Vincenzo Ferrer sac. 6D S. GUGLIELMO ab. 7L S. Giov. Batt. de La Salle 8M Ss. Timoteo e C. mm. 9M S. Massimo v. 10 G S. Palladio v. 11 V S. Stanislao v. m. 12 S S. Saba il Goto m. 13 D LE PALME 14 L Santo 15 M Santo 16 M Santo 17 G SANTO - Ultima Cena 18 V SANTO - Passione e Morte 19 S SANTO - Gesù nel sep. 20 D PASQUA 21 L DELL’ANGELO 22 M S. Teodoro v. 23 M S. Giorgio m. 24 G S. Fedele da Sigmar. 25 V S. MARCO ev. 26 S S. Marcellino p. 27 D S. DIVINA MISERICORDIA 28 L S. Gianna Beretta M. 29 M S. Caterina da Siena 30 M S. Pio V p. Lessare le foglie di tarassaco pulite in acqua salata, raccoglierle con una schiumarola, scolarle e tritarle molto finemente, conservando l’acqua di cottura per cuocere al dente i tagliolini. Insaporire bene l’olio a fuoco basso con gli spicchi d’aglio interi, il peperoncino e un rametto di rosmarino fresco. Togliere quindi gli odori, farvi saltare il tarassaco rompendolo ulteriormente con una forchetta e aggiungere i tagliolini cotti al dente. Mescolare bene e servire con una generosa grattugiata di pecorino. Se si desidera un colore verde dominante, frullare una parte del tarassaco lessato per ottenere una sorta di purea da mescolare alla pasta. 1 M ............................ Telefono: 075.5069369 2 M ............................ www.frateindovino.eu A quale regno apparteniamo 3 G ............................ Un parroco in visita ai bambini delle elementari della 4 V ............................ sua parrocchia prova ad interrogare una bam5 S ............................ bina che tiene un fiorellino 6 D ............................ in mano: «A 15 sett. quale regno 7 L ............................ appa r t ie8 M ............................ ne questo fiore?». E 9 M ............................ la bambina pronta: «Al 10 G ............................ regno vege11laVbambina ............................ tale». Poi, indicando la collanina che porta al collo, domanda: «E questa?». «Al regno minerale». 12 chiede S ............................ «E io a quale regno appartengo?», ancora il parroco. Imbarazzo della bambina 13 cheD non ha il corag............................ gio di dire che il parroco appartiene al regno animale. 16 sett. Allora risponde con un fil di voce: «Al di Dio». 14 LRegno ............................ 15 M ............................ DETTO DEL MESE: L’acqua che non piove oggi resta in cielo domani. 16per M ............................ 17 ilG giorno ............................ ECLISSI: per 15 si prevede una Eclissi totale di 18 V ............................ Luna visibile da America, Australia e Oceano Pacifico. La durata è di 3 ore e 35 minuti;19 laS fase di totalità è ............................ prevista per le h. 09.09, con conclusione a h. 10.26 (ora 20 Ddi ............................ Sole, visibiitaliana). Il giorno 29 Eclissi Anulare le dall’Australia, dall’Oceano Indiano Meridionale e 17 sett. 21 L ............................ dall’Antartide; il fenomeno, nella sua pienezza anulare, sarà visibile solo dall’Antartide. centrale è 22LaMfase ............................ prevista a h. 08.05 (ora italiana). 23 M ............................ Dalla Bisaccia di Frate Indovino 24500 G ............................ CASSATA SICILIANA. Ingredienti: gr di ricotta 300 gr di zucchero a velo - 100 gr di cioccolato fonden25 V ............................ te in polvere - 150 gr di cedro candito a pezzetti - 400 gr di pandispagna - marsala - Procedimento: passate 26 S ............................ la ricotta al setaccio, raccoglietela in una terrina, aggiungete lo zucchero a velo e lavorate fino a montarla 27 D ............................ come una crema - Unite un bicchierino di marsala, il 18 sett. 28 L ............................ cioccolato fondente e i canditi, amalgamando - Foderate uno stampo con carta da forno - Tagliate a fettine 29 M ............................ di circa 1,5 cm di spessore il pandispagna, inzuppatelo di marsala e ricopriteci il fondo e le pareti dello 30 M ............................ stampo - Versate all’interno il composto di ricotta e ricoprite con altre fette di pandispagna inzuppate Coprite, mettete in frigo per due ore e servite. Così andò a finire che l’incendio divampò in modo sempre più violento. Il fuoco dal tendone si attaccò anche ai campi di grano maturo e da questi al villaggio e tutto fu divorato dalle fiamme. (Da un aneddoto di Kierkegaard ripreso da Harvey Cox) L’INCENDIO NEL CIRCO Pensiero Spirituale Quando non rimaniamo soddisfatti della vita che conduciamo, domandiamoci se è proprio “nostra” la vita che stiamo vivendo, oppure è un’altra che non ci appartiene. Quando la biancheria della tua vicina ti sembra sporca, prova a dare una ripulita alle lenti dei tuoi occhiali. Notizia sensazionale: l’effetto serra non deve far più paura, perché sarà mitigato dal raffreddamento sempre più avvertibile dei rapporti inL’umiltà è quella ternazionali. virtù che, se non la possiedi, prima o poi te la faranno conoscere gli altri sotto forma di umiliazione (Marco Raja). MARZO 2014 L M M G V S D 3 4 5 6 7 1 8 2 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 31 25 26 27 28 29 30 MAGGIO 2014 L M M G V S D 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 Rivista di orientamento nel food service 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 15 FOCUS Consorzio per la Tutela del Formaggio Pecorino Romano Pochi formaggi al mondo vantano origini così antiche come il Pecorino Romano ...siamo molto fieri del nostro risultato. I tesori della natura vanno gelosamente custoditi e protetti, soprattutto quando esprimono i valori più autentici della nostra più schietta e genuina tradizione, come il Pecorino Romano. Da oltre 30 anni il nostro Consorzio opera per il controllo della qualità: il nostro impegno è totalmente rivolto alla valorizzazione del Pecorino Romano e il nostro compito è promuoverne l’immagine in Italia e nel Mondo. Non possiamo che essere estremamente orgogliosi del grande lavoro di miglioramento portato avanti con tutti i produttori. Una dimostrazione che l’unicità di intenti è l’unica strategia vincente. Il Consorzio per la Tutela del Formaggio Pecorino Romano, costituito nel novembre del 1979 per volontà di un gruppo di operatori del Lazio e della Sardegna, ottiene (il 14 gennaio del 1981) dal Ministero dell’Agricoltura di concerto con il Ministero dell’Industria, l’affidamento dell’incarico di vigilanza sulla produzione e sul commercio del Pecorino Romano. Dal 28 aprile 2002 il Consorzio ha ottenuto il nuovo incarico per la tutela della DOP da parte del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali. Nessun formaggio può rap- 16 ORIZZONTE GIANNI MAODDI Presidente del Consorzio per la Tutela del Formaggio Pecorino Romano www.pecorinoromano.com presentare meglio la passione ed il rispetto per l’ambiente e per procedimenti semplici e naturali, che riprendono e mantengono intatte usanze e consuetudini dei nostri pastori di tanti secoli fa. Il Pecorino Romano è un formaggio a pasta dura, cotta, prodotto con latte fresco di pecora, intero, proveniente esclusivamente dagli allevamenti della zona di produzione, eventualmente inoculato con colture naturali di fermenti lattici autoctoni dell’area di produzione e coagulato con caglio di agnello in pasta proveniente esclusivamente da animali allevati nella medesima zona di produzione. Le forme sono cilindriche a facce piane, con un’altezza dello scalzo compresa fra i 25 e i 40 cm e il diametro del piatto fra i 25 e i 35 cm. Il peso delle forme può variare tra i 20 e i 35 kg; queste riportano impresso su tutto lo scalzo il marchio all’origine (un rombo con angoli arrotondati e contenente al suo interno la testa stilizzata di una pecora) con la dicitura Pecorino Romano. Bilancia fegato, anima e anche cuore, il Pecorino Romano DOP fa sempre meglio alla salute, grazie anche alla nuova gamma con meno sale proposta dal Consorzio del Pecorino Romano. Si tratta di un pecorino speciale, che mantiene la DOP: ha un livello massimo di sale del 5%. La nuova produzione è riconoscibile attraverso un’etichetta del Consorzio che garantisce al consumatore queste caratteristiche, andando così incontro alle esigenze del mercato interno - che chiede un prodotto meno saporito - e al tempo stesso soddisfa le linee guida del Ministero della Salute, che consigliano un uso moderato del sale. Sapore, aroma, consistenza, valori energetici nutrizionali, tutto nel Pecorino Romano è perfettamente bilanciato, armonioso, equilibrato. PErChè SIAmO l’unico molino che macina 10000 q.li al giorno in 5 sezioni differenti con una macinazione lenta e lunga, mantenendo così intatta l’integrità degli amidi senza stressare il chicco. Abbiamo anche specializzato le sezioni per i grani più duri e le sezioni per i grani più teneri che maciniamo singolarmente per rispettare l’unicità di ogni prodotto. PErChè SIAmO l’unico molino che dispone di 3 tecnici - dimostratori che fanno parte del nostro team. Sono risorse interne della famiglia “le 5 Stagioni” che, affiancati a collaboratori esterni, hanno contribuito negli anni ad arricchire il nostro patrimonio di conoscenze così da poterlo trasmettere al cliente. PErChè SIAmO stati il primo molino italiano ad aver ideato una linea di farine dedicata al mondo della pizza, l’unico che produce nei propri stabilimenti un lievito madre essiccato in polvere specifico per pizza. PErChè SIAmO l’unico molino che da sempre investe in Ricerca e Sviluppo creando nuovi prodotti che hanno segnato il mondo della pizza. PEr IL rESTO SIAmO COmE GLI ALTrI ... POrTE APErTE PEr FArVI TOCCArE CON mANO LA NOSTrA rEALTA'. SEGUI “LE 5 STAGIONI” SU FACEBOOK Le 5 Stagioni- Via Monte Nero, 111 35010 Curtarolo (PD) Tel. +39 049.9624611 Fax +39 049.9624627 mail:[email protected] www.le5stagioni.it ‘‘Haute Patisserie’’ Gusto e Innovazione nella nuova Carta di pasticceria surgelata Cacao Barry Inspirons vos créations www.cacao-barry.com BARRY CALLEBAUT ITALIA - Viale Milano Fiori - Strada 1 - Palazzo E/2 - 20090 Assago (Mi) -TEL +39 02 575 144 87 - FAX +39 02 575 183 51 Un TOCCO dI SAPORE In PIÙ nUOVO Con gli Oli e gli Aceti Premium dell’assortimento WIBERG avrete un prezioso alleato in cucina. Ideali per la rifinitura, il condimento e la preparazione, queste pregiate specialità rendono un’invitante insalata un’esperienza di gusto esclusiva, e non è tutto. Chi è alla ricerca di un‘esperienza culinaria particolare, rimarrà piacevolmente colpito dall‘assortimento di condimenti WIBERG. Abbinati all‘esotico frutto della passione, ai gustosi mirtilli rossi o agli agrumi aromatici, questi aceti creativi riescono a esaltare ogni sapore! www.wiberg.eu PIÙ GUSTO. PIÙ PIACERE. FOCUS Arte Italiana nel Mondo PROF. FRANCO IVAN NUCCIARELLI Direttore Scientifico e Autore Associazione Arte Italiana nel Mondo www.arteitaliananelmondo.org Il pecorino alla Galleria degli Uffizi L’ eccezionale utilità di ovini e caprini si fonda sul fatto che sono animali facili da accontentare anche con pascoli grami, dove equini e bovini non troverebbero cibo sufficiente. Se questa è la forza delle pecore, è anche il motivo per cui sono associate spesso a paesi poveri d’acqua, con scarsa vegetazione, se non desertici, ambienti che non evocano immagini di lusso e ricchezza. In realtà questo è vero solo in parte: basti pensare alla Gran Bretagna, ai suoi verdissimi pascoli e alla celeberrima lana delle sue pecore. Oltre alla preziosa lana, fibra insostituibile soprattutto nei paesi freddi, le pecore offrono carne e latte. La carne di regola è mangiata a breve distanza dalla macellazione, mentre dalla remota antichità alla deperibilità del latte, condannato per sua natura a brevissima durata, dà una più che valida risposta il formaggio, che può essere conservato molto più a lungo e trasportato con maggiore facilità. Poco pittorico com’è, il formaggio non occupa un posto privilegiato nelle arti figurative, non di meno un’analisi un po’ più attenta dimostra che non ne sta completamente al di fuori, restando però in posizione defilata. Prova ne sia la mostra dedicata ai dipinti da gustare non solo con la vista, ma in modo metaforico anche con il gusto e l’olfatto, intitolata significativamente “Dal quadro al piatto”, che proponeva percorsi guidati all’interno della romana Galleria Corsini dal 9 al 13 aprile 2013, in cui storici dell’arte, nutrizionisti, dietologi, cuochi e produttori di cibi si alternavano nella spiegazione dei quadri dai rispettivi punti di vista. Le sezioni della mostra erano cinque e accanto alle più scenografiche, rivolte a frutta e verdura, c’erano le tre incentrate su pasta, pesce e formaggio. È chiaro che si tratta di quadri né di soggetto religioso, né d’intonazione aulica e solenne, ma di pittura che dà spazio al quotidiano, sia in funzione reale, sia simbolica. Soprattutto a partire dal Rinascimento, quando il collezionismo privato comincia a chiedere agli artisti anche soggetti di carattere non religioso, ma quotidiano, addirittura dimesso, il formaggio, da sempre presente sulla tavola, fa la sua comparsa anche nello spazio figurativo. Del resto non potrebbe essere diversamente: oltre che apprezzatissimo cibo autonomo, il formaggio è un componente insostituibile anche in piatti molto elaborati. Il pecorino poi, con il suo sapore particolare, è Fig.1 Fig.2 immancabile nella cucina rustica. Un’amatriciana, una carbonara sarebbero completamente stravolte senza l’apporto del pecorino, meglio nella varietà romanesco. È vero che questo formaggio rustico, associato al mondo dei pastori, di regola resta fuori dalla cucina delle classi alte - “Il Gattopardo” insegna che il Principe di Salina il pecorino non lo poteva soffrire - non di meno certi accostamenti, per esempio pecorino e fave fresche, erano e sono graditi anche ai palati più raffinati. Lo dimostra un enigmatico, quanto intrigante dipinto di Dosso Dossi (fig. 1), databile ai primissimi anni Quaranta del Cinquecento, quasi certamente proveniente da Ferrara, ma da tempo conservato a Firenze nella Galleria degli Uffizi. Il significato non è individuabile con facilità e infatti il quadro ha dato vita a varie interpretazioni contrastanti, ma un dato oggettivo è la presenza in primissimo piano di una piccola forma di formaggio pecorino, posata su un piatto di peltro su cui poggia un semplice coltello da cucina, avviata e ridotta a meno della metà, mentre a sinistra si vedono due baccelli di fava, sovrapposti a formare una specie di X. Il quadro nel tempo è stato indicato con vari titoli; al momento la gran parte della critica si è accordata su “Allegoria di Ercole o Stregoneria”. Ercole, indubitabilmente presente nel quadro, quale ne sia il vero significato, già nell’Antichità Classica era il simbolo della virilità e tornò a esserlo nel revival classicistico rinascimentale. Il pecorino, con il suo sapore piccante, è ritenuto un cibo stimolante sul piano sessuale. Tale valore, se non proprio afrodisiaco, eccitante comunque, può dare una logica spiegazione sia alla sua presenza nel dipinto di Dossi in cui Lussuria e Castità si fronteggiano, sia alla sua comparsa sulle tavole delle classi più elevate, a dispregio delle umili origini. Sta di fatto che nel caso del dipinto in questione è proprio l’umile pecorino la chiave di lettura dell’intero dipinto: il formaggio è raffigurato con attenzione iperrealistica (fig. 2): duro e compatto, perché abbastanza stagionato, giallognolo di colore e con la superficie leggermente unta, tagliato in modo irregolare, proprio come può capitare di vederlo su una tavola vera. Rivista di orientamento nel food service 21 FOCUS CASE HISTORY Se vuoi conoscere la cultura di un formaggio e del suo territorio telefona a una pecora! A cura di FLORIANA PUCCI E siste in una fetta di Umbria dal verde intenso una piccola fattoria circondata di pascoli dove le pecore, tutte arrivate dopo un lungo viaggio direttamente dalla Sardegna, corrono felici per i prati respirando aria buona e mangiando erbette salutari. Molte di loro sono state adottate e i loro “padroni”, spesso lontani, immersi nel grigio delle città, possono contattarle con una semplice telefonata al beelefono solo per sentirne la voce. Non è una favola per bambini, e nemmeno la sceneggiatura del prossimo spot di una compagnia telefonica. È la storia vera di Fontemanna, una piccola e coraggiosa fattoria che produce a km0 pecorino a latte crudo, ricotta di pecora e yogurt. Crudolone è il pecorino a latte crudo con limitata salatura e un metodo di lavorazione particolare che imprime al formaggio un sapore consistente, deciso e fresco. Cremotta è invece la ricotta di latte ovino con la consistenza della ricotta di un tempo. La cremosità della pasta e il sapore rotondo la rendono unica, da spalmare sul pane o da aggiungere a preparazioni gastronomiche più elaborate. E infine Yobèè lo yogurt da latte di pecora, meno acido di quello da latte vaccino normalmente in commercio, con un incredibile sapore tondo e ben equilibrato. Viene prodotto sia bianco che in abbinamento con cereali, fragola, frutti di bosco, pesca melba e albicocca biologica. A raccontarci l’avventura del caseificio Fontemanna è Marco, 37 anni nato a Città della Pieve da genitori sardi che oggi assieme al fratello Antonio 30 anni, è alla guida della fattoria con uno spirito del tutto nuovo. Marco ci dice che tutto è iniziato nel 2005 quando l’azienda familiare si è trovata di fronte ad un bivio: ristrutturarsi o trasformarsi? I due giovani fratelli hanno scelto la strada in salita, trasformarsi e reinventare il destino dell’azienda che per anni aveva prodotto latte per venderlo ad aziende produttrici più grandi. Era arrivato il momento di pensare all’autoproduzione. “Non vi è venuto in mente di vendere l’azienda e fare altro?” chiediamo. Marco ci rivela che non era una possibilità contemplata, che pensare di perdere il tragitto tracciato dal padre oggi 70enne, ma abituato a fare il formaggio sin da ragazzino, era inaccettabile. “La tradizione, il sapere che abbiamo costruito non deve perdersi!” ci dice con voce ferma. Il rispetto della tradizione fa rima non solo con il mantenimento dei riti legati alla produzione casearia, ma si 22 ORIZZONTE www.fontemanna.it intreccia in modo profondo con la tutela del territorio. Per questo il caseificio Fontemanna ha abbracciato una filosofia km0 e biologica. Scelta forte, che oltre a garantire la genuinità degli alimenti rappresenta anche una importante tutela, per impedire l’abbandono del territorio o, peggio, la sua urbanizzazione. “Vi è infatti un legame diretto tra la presenza delle aziende che praticano agricoltura o allevamento estensivo, cioè su una vasta porzione di territorio, e la tutela del paesaggio che ancora ammiriamo dalle nostre finestre, o nel quale ci immergiamo nei fine settimana liberi.”, tiene a sottolineare Marco. Il paesaggio come valore è il perno da cui muove l’iniziativa Adotta una pecora, campagna inedita lanciata dal caseificio. In realtà le possibilità sono tre: si può adottare per una cifra simbolica annuale un agnellino, oppure con una quota annuale poco superiore si possono adottare pecore o montoni. Gli ovini “spediranno” ai propri proprietari, oltre al certificato d’adozione, interessanti lettere sull’andamento dei pascoli e deliziosi selfie scattati nel verde della natura! Gli animali adottati inoltre indossano un collare con vibra-telefono così che il padrone in preda alla nostalgia può sempre comporre il numero della sua pecora o agnellino solo per sentirne il belato. Un modo simpatico per permettere anche a distanza di vivere uno spaccato di realtà rurale, fatta di suoni, belati, fruscii di vento e di tanto altro ancora. La campagna “Adotta una pecora” funziona al punto che siamo già arrivati alla IV generazione per molti nomi come “Fiocchetto” e “Nuvola” i più quotati per gli agnellini, e abbiamo pure una “Belen” che nel gregge ben ci stà! Tanta ironia, ma non fatevi ingannare, nessuna leggerezza! Qui l’ironia è un vettore intelligente di consapevolezza: Marco ci dice che nonostante le difficoltà burocratiche questo lavoro è una scelta di vita e in fondo sottolinea così dovrebbe essere sempre, perché è importante essere responsabili delle proprie azioni, è importante dare un risvolto etico, un’esternalità positiva alle proprie scelte pensando non solo in chiave individuale ma anche collettiva, poiché siamo parte di una collettività. Che si tratta di una cosa seria lo capiamo dai prodotti, genuini, dal sapore inconfondibile e biologici al 100%. FOCUS L’ESPERTO Il pecorino “Abbucciato Aretino” ALESSIA UCCELLINI Architetto e Sommelier, titolare del Ristorante “Fiorentino” di Sansepolcro (AR) www.ristorantefiorentino.it S ono cresciuta in campagna, al Trebbio, una frazione di Sansepolcro. Gli stretti ritmi della vita all’interno del ristorante di famiglia costringevano mia madre Anna ad affidarmi alle cure della nonna Ida e dello zio Beppe. Per me la campagna era una gioia e direi che è stata una fortuna poter vivere i ritmi della vita contadina, scandita dalle stagioni e dalle esigenze degli animali allevati nella nostra piccola fattoria. Durante il periodo invernale i pastori della frazione della Montagna portavano a valle le pecore seguendo i corso del torrente Afra che proprio al Trebbio incontra il fiume Tevere. I pastori venivano ospitati dai contadini della pianura. Il latte delle pecore durante il periodo invernale era poco, ma mi insegnarono a mungere e a preparare il “raviggiolo”, un latte cagliato semplice che si ottiene a temperatura animale con l’aggiunta di caglio. D’estate, a ringraziamento dell’ospitalità invernale, i pastori della montagna facevano arrivare ai miei nonni il pecorino fatto con l’abbondante e saporito latte di primavera e la ricotta fresca derivante dal siero avanzato dalla lavorazione del pecorino. Non a caso si chiama ri-cotta perché cotta due 24 ORIZZONTE volte. Quel pecorino era ed è quello che oggi ha trovato identità nella denominazione “Abbucciato Aretino” tutelato dal relativo Consorzio. Il nome Abbucciato deriva dalla caratteristica buccia gialla che, con la stagionatura, lascia un’unghia più scura e resistente su tutto il bordo del formaggio. Le origini di questo pecorino sono molto antiche e ne troviamo traccia già nell’XI secolo nei testi dell’eremo di Camaldoli, che ne segnalano l’uso nella dieta dei monaci. Il pecorino Abbucciato è un formaggio a latte crudo, cioè il latte non subisce nessun trattamento termico, e questo si riscontra nella pasta che ha un tenue color giallo paglierino ed è caratterizzata da un’occhiatura irregolare. Inoltre il latte crudo permette una persistenza dei profumi delle erbe del pascolo e un aroma floreale oltre al tipico odore di latte di pecora e cuoio; al gusto la struttura risulta morbida, elastica e solubile con una gradevole sensazione dolce che alla fine viene avvolta da un leggero gusto amaro e pungente. La ricetta per la preparazione dell’Abbucciato, prevede il riscaldamento del latte ad una temperatura di 36°C e l’aggiunta di caglio animale. Quando la cagliata è pronta viene rotta finemente e dopo un breve periodo di riposo la massa viene estratta e introdotta nelle fuscelle. Il pecorino è quindi salato e matura su tavole di abete per un paio di giorni poi viene messo in cella a 12° per la stagionatura. Durante questo periodo, variabile dai 30 ai 60 giorni, viene capovolto due volte al giorno e spazzolato ogni tre giorni. Le forme raggiungono un peso variabile da 1,2 a 2 Kg e quelle prodotte dal consorzio sono sottoposte al controllo e all’apposizione del marchio di tutela, in cui si identifica il codice dell’azienda. L’abbinamento tradizionale è con il Chianti Colli Aretini Docg... a me piace abbinato alla cotognata o alla marmellata di arance e a qualche preziosa bollicina di Franciacorta. FOCUS L’INTERVISTA I Formaggi, arte casearia italiana A d oggi, a suo avviso quali sono i trend che caratterizzano il mercato dei formaggi soprattutto nell’ambito Ho.Re.ca? A mio parere nel mercato dell’Ho.Re.Ca si registra una continua crescita di interesse per formaggi “particolari”: prodotti di nicchia con caratteristiche di gusto originali e precise che derivano da attente scelte fatte in fase di lavorazione e stagionatura del formaggio. Se pensiamo per esempio ai formaggi cosiddetti barricati, è facile comprendere che i trattamenti ai quali queste forme di pecorino stagionato vengono sottoposte come l’essere avvolte e fatte stagionare in foglie di noci, nella cenere, l’immersione nelle vinacce, nella sansa di oliva o nel vino rosso, determino in modo deciso sapore, profumo e gusto. Si tratta di formaggi con grande personalità e, a fronte dell’omologazione e della distribuzione piuttosto dozzinale che imperano nella GDO degli ultimi tempi, l’Ho.Re.Ca si sta indirizzando sempre più verso una tipologia di prodotti, come questi che si distinguono per identità e particolari unici, frutto di tradizioni e culture territoriali. Quali elementi caratterizzano la vostra produzione? La qualità delle materie prime è il punto di partenza da cui muove la nostra produzione e l’intera filosofia operativa di Alta Tuscia Formaggi è la qualità delle materie prime. Il nostro è latte a km0, ovvero raccolto giornalmente da una rete di produttori locali, quindi freschissimo e soprattutto italiano al 100%. Freschezza, autenticità certificata delle materie prime e identità italiana delle stesse sono assiomi di un valore dai quali non possiamo e vogliamo prescindere. Inoltre, nonostante la creazione del nostro prodotto preveda l’utilizzo delle migliorie tecnologiche, necessarie per garantirne salubrità e qualità, cerchiamo di mantenerci il più possibile fedeli ai metodi tradizionali. Il risultato è un formaggio derivante da una lavorazione semiartigianale che non solo conferisce unicità e valore al prodotto ma lo difende anche della serializzazione meccanica tipica delle industrie: la sua lavorazione non può essere gestita alla stregua della lavorazione di un bullone! Lavorare rispettando la sostanza della tradizione per noi significa anche prestare attenzione alla stagionalità del latte e pertanto alle modifiche organolettiche che questo prodotto subisce durante le stagioni; questo si traduce nell’impegno per garantire la massima tracciabilità del prodotto, certificarne la qualità attraverso il rispetto delle tecniche di lavorazione e soprattutto dei tempi di stagionatura. Che ruolo gioca l’export nel vostro settore? L’export è una dimensione importante, sottovalutata a lungo o forse non esplorata in modo approfondito. È in virtù delle sue infinite potenzialità che, invece, oggi è fondamentale per lo sviluppo del nostro mercato e dell’intero mercato agroalimentare italiano. Con una previsione di massima possiamo affermare che il ruolo cruciale che l’export possiede attualmente faccia sì che la sua importanza in questo campo sia in progressiva e costante crescita soprattutto perché il prodotto italiano è molto apprezzato all’estero grazie alla sua originalità e al suo essere un vettore di cultura, identità e sapori territoriali. Questo 26 ORIZZONTE Risponde FABIO RECAGNO Amministratore Delegato Alta Tuscia Formaggi srl è un plus che incontra il favore dei palati stranieri più raffinati che, una volta scoperti i veri e unici sapori locali sono perfettamente in grado di classificare i sapori della GDO uniformi e ordinari. Va inoltre sottolineato che è “tutto italiano” l’aspetto che viene maggiormente apprezzato e privilegiato sul versante dei mercati stranieri e infatti ad oggi AltaTuscia Formaggi approccia al mercato estero sia sfruttando il canale dell’Ho.Re.ca che quello dei rivenditori specializzati. Diamo un vademecum al consumatore: quali sono le caratteristiche a cui deve attenersi nel riconoscimento del “buon pecorino”? Dare una definizione standard ed esaustiva di “buon pecorino” è piuttosto difficile e forse nemmeno adeguato. Ci sono variabili soggettive e variabili legate alla percezione locale di un prodotto. In Toscana ad esempio un buon pecorino è un pecorino a pasta morbida e amabile, in Sardegna invece lo stesso concetto corrisponde ad un formaggio a pasta dura e con una degna nota piccante. Io credo che un buon pecorino sia quello che mantiene tratti di autenticità e corrispondenza coerente con le varietà di gusto, profumo, stagionatura di un luogo. Alla base di un buon pecorino si trovano sempre ingredienti di qualità. Un pecorino di qualità è poi quello che si attiene ad una lavorazione artigianale in tutte le sue fasi senza utilizzare aromi di sintesi e ciò fa sì che il latte debba essere lavorato quanto prima, certificando i tempi di riposo del formaggio. Non ci sono regole o meglio forse ce n’è una sola: il prodotto, che è il vero portavoce dell’operato dell’azienda e l’unica testimonianza in grado di fare la differenza. In fondo noi crediamo che il quid risieda nel prodotto e che occorre lavorare in modo tale da far sì che sia questo a convincere il palato attento del consumatore. Aromatizzati, Barricati, Grotta e Nobile sono le gamme di prodotti caseari che all’interno della vostra produzione rielaborano il concetto canonico di formaggio per generare varianti più particolari. Qual è il target che apprezza questi prodotti? Parliamo di prodotti con grande personalità ottenuti con il rigoroso e attento recupero di pratiche di lavorazione e stagionatura antiche e molto peculiari. I Barricati, una famiglia davvero speciale, frutto di una cultura casearia fatta di amore, cura e assoluta dedizione. Profumate foglie di noce, cenere, saporita sansa di oliva e vinacce sono gli ingredienti per ottenere formaggi dal sapore intenso, ricchi di sfumature olfattive e con grande brio. Altrettanto importante è il Pecorino Stagionato nelle grotte; le forme in tal caso sono adagiate in un letto di soffice paglia ed essenze foraggiere. I Pecorini così trattati ne escono arricchiti dal gradevole gusto intenso e delicato allo stesso tempo. Per il Pecorino Nobile, il discorso è diverso: pur facendo parte dei Pecorini stagionati in grotta, la caratteristica di maturazione è quella ottenuta con il metodo speciale in “cave etrusche”. Tempo, ricerca, recupero della tradizione e una radicata cognizione dell’arte di fare il formaggio sono alla base di questi prodotti che incontrano i gusti di un target raffinato, critico e consapevole. P 64 Grandi numeri. Pronta freschezza. Pomodoro in busta Valfrutta Granchef: pronto, fresco e genuino per una ristorazione veramente grande! Polpafine: fresca e polposa Ricette: ottimo per la pizza, ideale per primi, secondi e bruschette. Locali: ristoranti e hotel Polpafine densa: fresca ma densa e pronta di elevata affluenza, mense e self service. Per tutte le grandi cucine che vogliono unire qualità, servizio e versatilità. Rossopizza: cremoso ma fresco Clienti: il miglior rapporto costo/qualità crea soddisfazione e fedeltà. Rossopizza denso: cremoso, denso e pronto Chiama i numeri della freschezza. 800.123.533 valfruttagranchef.it NUTRIZIONE Il Pecorino: tante vitamine e sali minerali ELISA MAESTRINI Nutrizionista P er definizione il pecorino è un formaggio prodotto con latte di pecora, a pasta dura (poiché la sua umidità è inferiore al 40%), stagionato e salato. Il latte di pecora, dal quale viene ricavato il formaggio, nonostante venga parzialmente scremato, contiene comunque un quantitativo di grassi superiore al latte vaccino. Questo formaggio è ricco di proteine (circa 26 gr ogni 100 gr) e carente in lattosio, il quale, oltre a defluire nel siero (la componente eliminata in fase di lavorazione), subisce la fermentazione batterica che lo trasforma in acido lattico durante la fase di maturazione. Tra i grassi predominano gli acidi grassi saturi e il colesterolo; la quota dei grassi totali è di 32 gr ogni 100 gr di alimento, mentre il colesterolo è 90 mg ogni 100 gr di pecorino romano. Dal punto di vista vitaminico, il pecorino contiene elevate quantità di vitamina B2 (circa 0,47 mg ogni 100 gr nei vari tipi di pecorino) e vitamina A (573 μg retinolo eq. in quello siciliano). Per ciò che riguarda i sali minerali, questo formaggio apporta ottime frazioni di calcio e fosforo. Nel pecorino siciliano la quota di calcio è di 1162 mg e il fosforo 798 mg. In generale, possiamo comunque dire che, riguardo all’elevato contenuto di grassi e di cloruro di sodio (NaCl), il pecorino è un alimento che andrebbe consumato saltuariamente e in piccole porzioni. TABELLE DI COMPOSIZIONE DEGLI ALIMENTI - INRAN (ISTITUTO NAZIONALE DI RICERCA PER GLI ALIMENTI E LA NUTRIZIONE) TABELLA 1 - COMPOSIZIONE CHIMICA E VALORE ENERGETICO DEL PECORINO ROMANO (PER 100 g DI ALIMENTO) Composizione chimica e valore energetico per 100 g di parte edibile ACQUA (g) 31,9 CARBOIDRATI DISPONIBILI (g) 1,8 FOSFORO (mg) 589 PROTEINE (g) 26,0 ZUCCHERI SOLUBILI (g) 1,8 RIBOFLAVINA (mg) 0,41 LIPIDI (g) 33,1 ENERGIA (Kcal) 409 VITAMINA A RETINOLO EQ. (μg) 44 COLESTEROLO (g) 90 CALCIO (mg) 900 VITAMINA E (mg) 1,01 TABELLA 2 - COMPOSIZIONE CHIMICA E VALORE ENERGETICO DEL PECORINO SICILIANO (PER 100 g DI ALIMENTO) Composizione chimica e valore energetico per 100 g di parte edibile ACQUA (g) 30,3 ENERGIA (Kcal) 427 FOSFORO (mg) 798 PROTEINE (g) 28,9 SODIO (mg) 450 VITAMINA A RETINOLO EQ. (μg) 573 LIPIDI (g) 33,6 POTASSIO (mg) 55 VITAMINA E (mg) 0,97 CARBOIDRATI DISPONIBILI (g) 2,4 FERRO (mg) 0,3 ZUCCHERI SOLUBILI (g) 2,4 CALCIO (mg) 1162 Rivista di orientamento nel food service 29 FORME... LESSICALI Cacio, caciara e il pecorino “ideale” di Gadda PAOLO BRACONI Docente del corso di laurea ECOCAL (Economia e Cultura dell’Alimentazione) Università di Perugia G reci e Romani fecero grande uso di formaggi di pecora e già in quelle lontane epoche esistevano varianti regionali e vere e proprie “denominazioni di origine”. In Grecia era famoso il formaggio dell’isola di Cythnos, probabilmente aromatizzato dagli arbusti di cytisus brucati dalle greggi. Tra le genti greche era tra gli altri rinomato anche il cacio siciliano, specie quello di Siracusa. La Sardegna dal canto suo inviò pecorino a Roma almeno dal I secolo a. C. e ottimi ne arrivavano dalla Gallia. Territori d’elezione per la produzione di qualità erano considerati gli Appennini. Speciale era quello che si produceva nell’entroterra ligure, nel territorio della città di Ceba (odierna Ceva) e, più a Sud, quello della città di Luni che marcava le grosse forme col simbolo del crescente lunare. Nell’antica Umbria, ad esempio, era rinomato il formaggio di pecora di Sarsina (oggi in Romagna) che aveva forma troncoconica (come certe ricotte salate) e che era esportato fino in Campania. Pregiatissimo anche quello prodotto nel territorio dell’attuale Abruzzo. A Roma era molto richiesto il formaggio, in particolare caprino, affumicato nelle tabernae casiariae del quartiere del Velabro. La produzione di formaggi affumicati in laboratori al pian terreno di edifici urbani era diffusa anche altrove e doveva provocare spesso le proteste degli abitanti dei piani soprastanti, come testimoniano i casi concreti discussi dai giuristi e riportati nel Digesto. Questo dato ci induce a riflettere che in italiano “caciara” è prima di tutto “luogo in cui si fabbrica o si conserva il formaggio”, ma è nota la sua accezione, originariamente solo romanesca (romanesca come un famoso pecorino…) e oggi prevalente, che vale “confusione, gazzarra”. Si cerca in genere di spiegare questo mutamento di senso con “la confusione tipica dei luoghi in cui si fabbrica il formaggio” oppure con “le liti che nascevano intorno alle caciare” (capanni in pietra, simili ai trulli) delle montagne dell’Appennino centrale. Sembrano tentativi di interpretazione, piuttosto che vere e proprie spiegazioni. Prendiamo ora atto che nelle antiche città romane le caciare (casiariae) urbane erano spesso teatro di rumorose contese, che in romanesco moderno si potrebbero benissimo chiamare “caciare”. Questa divagazione linguistica sulle caciare fumose ci riporta alla dimensione olfattiva del pecorino. E allora ci viene in mente un brano: “ Ma quella manna dovevano contentasse d’annasalla appena, senza poterla in altro modo raggiungere che con l’olfatto: fiutavano l’Idea, la presenza di una Forma invisibile. Forma de pecorino bono de montagna...” Così Carlo Emilio Gadda, nel Pasticciaccio brutto di via Merulana, rappresenta il puro desiderio di grossi topi che visitano una cantina da cui promana odore di pecorino. Il ricorso alle iniziali maiuscole di Idea e di Forma rimanda sottilmente al linguaggio filosofico, al mondo delle idee platoniche; idee immateriali che tuttavia qui, nella mente dei sorci, si possono annusare, generando desiderio e nostalgia di una irraggiungibile Forma, di una formaggiosità ideale, insomma di un Pecorino Metafisico. Rivista di orientamento nel food service 31 ENOGASTRONOMIA Pecorino e vino: un matrimonio a soggetto I formaggi sono di tante tipologie difficilmente classificabili se non singolarmente: sono come un giardino dalle mille essenze e sfumature odorose. Se poi si pensa ai vini che potrebbero accompagnarli, il giardino si trasforma in un’insidiosa foresta, dove ancora mille possono essere le combinazioni vincenti. Le loro caratteristiche organolettiche derivano da molti fattori (animale di provenienza e composizione del latte, coagulazione, tecnica di lavorazione, salagione, stagionatura) che determinano le proprietà del prodotto finito: a ciascun formaggio declinato nelle sue specificità, il suo giusto vino. A rendere ancora più arduo il compito del sommelier, i formaggi sono serviti alla fine del pranzo con un vino già scelto per le portate precedenti, mentre per le preparazioni a base di formaggio l’abbinamento é con la pietanza nel suo insieme. Voler prendere in considerazione tutta la vasta gamma di formaggi di cui é ricca la nostra cultura gastronomica, sarebbe un’impresa titanica in cui non é il caso d’imbarcarsi. É preferibile invece, per il tema che c’interessa in questa sede, attenersi solo ad alcune considerazioni di ordine generale. ROBERTO LODOVICI Sommelier AIS Umbria Il canestrato pugliese é un pecorino grasso, per esempio, il pecorino siciliano è a pasta dura, sapido, aromatico e persistente, quello toscano e quello sardo sono a pasta semicotta, mediamente morbidi, per non parlare del roquefort dai profumi intensi e penetranti che rientra nella categoria degli erborinati e così via per il fiore sardo, più o meno stagionato, il pecorino umbro, di Pienza, etc. Tante tipologie, come già evidenziato, ognuna con un vino specifico: per i pecorini freschi, vini bianchi secchi, di buona acidità e moderata sapidità (Trebbiano d’Abruzzo, Greco di Tufo, Franciacorta spumante); per i pecorini semistagionati, vini rossi giovani, moderatamente tannici, freschi di acidità (Chianti Colli Aretini, Barbera del Monferrato, Dolcetto d’Alba); per i pecorini stagionati, vini rossi di gran corpo e struttura, dai tannini evoluti ben integrati con acidità e sapidità (Morellino di Scansano, Chianti Classico, Nobile di Montepulciano); per l’erborinato come il roquefort, vini bianchi liquorosi (Vernaccia di Oristano, Sherry Amontillado) o vini rossi di notevole struttura, corpo ed equilibrio (Valtellina Sfurzat, Amarone della Valpolicella, Sagrantino di Montefalco passito). Rivista di orientamento nel food service 33 FOCUS GASTROSOFIA Il Pecorino delle Crete www.molo7photoagency.com C i sono luoghi della Toscana dove si acquista la netta percezione di essere entrati in una dimensione inconsueta, fuori dal tempo, dove il paesaggio diventa pascolo e si trasforma da millenni - serbando intatte le sue dolcezze e i suoi incantesimi - in latte e formaggio. Sono luoghi fatti di pastori e di greggi, arcaici sodalizi che eternano con ostinazione e tenacia, una delle più antiche espressioni della cultura materiale del mediterraneo: il pecorino, un frammento di pasta color avorio che si stempera in bocca e ghermisce l’olfatto. A sud di Siena, sui percorsi dell’antica transumanza che dall’Alto Casentino portava le greggi in Maremma, si entra nella zona delle “Crete”, corrispondente ai territori dei comuni di Monteroni d’Arbia, Asciano, Rapolano Terme, Buonconvento e San Giovanni d’Asso. Qui i terreni sono essenzialmente calcarei, ricchi di argilla ma avari d’erba e privi di vegetazione d’alto fusto. Un fascino magnetico, per una successione di paesaggi lunari fatti di terra e calanchi. Non distante si aprono verdi pascoli, campi di girasoli e distese di grano, ma il paesaggio brullo delle Crete compensa la sua carenza d’erba da pascolo con una miriade di ciuffi spontanei e di cespugli aromatici che riempiono di sapide sfumature il latte delle pecore. La stessa vegetazione (barba di becco, artemisia, ginestrina, plantago marittima, finocchiella, pepolino, meliloto, achillea millefoglie), caratterizza anche i pascoli liberi di Pienza, San Quirico e Castiglion d’Orcia, Torrita di Siena, Trequanda e Montalcino, luoghi che immortalano il latte in formaggi pecorini di assoluta perfezione. Sono caci spesso commoventi, freschi, abbucciati o “neri” come quelli storici di Pienza, dove se ne dovrebbe sospendere la produzione da ottobre a gennaio per non interferire nell’allattamento degli agnelli. L’importanza del fattore vegetale non è limitata solo all’alimentazione del bestiame. Dove finisce il latte inizia il formaggio e i pecorini più rinomati nascono grazie ad un fiore: quello del cardo o del carciofo selvatico, che i pastori utilizzano come caglio. Per soddisfare la crescente richiesta di pecorino, molti produttori hanno purtroppo abbandonato la tradizionale presura vegetale, in favore del più comodo caglio di vitello, assai meno digeribile di quello vegetale ma perfettamente integrato alla produzione industriale, essendo compatibile con la somministrazione agli animali di - ahinoi - mangimi iperproteici. 34 ORIZZONTE SERGIO G. GRASSO Antropologo alimentare Dal piano tecnico il contrasto tra l’innovazione e la tradizione si sposta su quello sociale. Il rispetto delle antiche regole che impongono la presura vegetale, fu prerogativa dei molti pastori sardi che fin dagli anni ‘60 si insediarono nei pascoli abbandonati dai toscani, dando vita ad una forma di allevamento di tipo stanziale alternativa alla transumanza. Sono sardi, in gran parte, gli autori dell’eccellenza casearia senese, aretina e viterbese, e grazie a loro la tradizione del pecorino a caglio vegetale è potuta continuare almeno fino agli anni 90, tale e quale a quella praticata dagli etruschi, dei cui formaggi parla Plinio il Vecchio. La ricchezza di temi gustativi dei migliori pecorini senesi, sorprende fin dal primo morso per l’aroma, per la complessità del corredo olfattivo e per la progressione gustativa che si manifesta con grazia sulla lingua e al palato. Lorenzo il Magnifico - uomo tutt’altro che ordinario in quanto a gusti e piaceri - ne apprezzava il sapore sublime e aromatico. Grande amante dei formaggi delle Crete era Papa Pio II, al secolo Enea Silvio Piccolomini (1405-1464), che apponeva il proprio sigillo sulle forme dei poderi migliori per distinguerle da quelle meno pregiate. Un ottimo pecorino è quello che si elabora nel periodo compreso fra dicembre e luglio, adoperando una tecnologia la cui caratteristica essenziale è la cova della cagliata e la rottura della stessa in grumi grossi come una nocciola. Pressato a mano nelle cascine (ormai non più in giunco), viene salato a secco e stagionato su tavole di abete per almeno cinque mesi, durante i quali le forme vengono ripetutamente lavate e girate. Quello destinato alla lunga stagionatura viene unto con olio di oliva o avvolto in foglie di noce che regalano al cacio una deliziosa variazione tannica. Quando è pronto per il consumo, ha un colore marrone, bruno e rossastro più o meno intenso. La pasta è compatta, giallo paglierino. Sapore deciso, secco, complesso e persistente. A titolo di curiosità (tanto per rimanere nei domìni della sociologia rurale), è interessante notare che verso la fine del ‘700, la Reale Società Economica di Firenze fece condurre un approfondito studio sulla produzione del pecorino in quest’area e gli studiosi inclusero nella relazione di ricerca la seguente notizia: “…le fanciulle che hanno imparata l’arte di fare il Pecorino si acquistano molta reputazione nel paese, e questa loro abilità facilita il loro accasamento ed è considerata in conto di dote”. Emilia Romagna Toscana Marche Umbria Spazio alle Regioni Abruzzo Lazio Una panoramica sulle migliori strutture ricettive del territorio e le gustose ricette degli chef Lazio Lazio Da Rieti la ricetta dello Chef Vincenzo Arcieri FILETTO DI MANZO AL ROSSO DI MONTALCINO CON ANIMELLE, FAVE E SCAGLIE DI PECORINO Toscana Dal Ristorante Il Bello Il Buono Il Cattivo di San Giustino Valdarno (AR) la ricetta dello Chef Jonathan Rampi Ingredienti (per 4 persone): 4 filetti di manzo 1 bicchiere di rosso di Montalcino 200 gr di animelle a cubetti 150 gr di favette spellate e bollite pecorino semistagionato olio extravergine d’oliva sale e pepe Procedimento: Cuocere i filetti con un filo di olio a fuoco alto per ottenere uno shock termico e non far perdere i liquidi, aggiustare di sale e pepe e tenere in caldo. Nella stessa padella rosolare le animelle appena infarinate e dopo avere aggiunto il vino, formare una salsa di densità fluida. Adagiare i filetti sul piatto e napparli con la salsa di animelle, le fave e le scaglie di pecorino. L’amaro delle fave sarà contrapposto dalle animelle e dal pecorino. Toscana FETTUCCINE INTEGRALI CON RAGÙ DI PROSCIUTTO DEL PRATOMAGNO CARCIOFI FRESCHI E SCAGLIE DI PECORINO DI FOSSA Ingredienti: fettuccine di farina integrale fatte in casa olio extravergine di oliva cipolla dorata macinato di prosciutto del Pratomagno vino bianco carciofi freschi pecorino stagionato in fossa pomodori freschi Procedimento: Mettere a soffriggere l’olio extravergine di oliva con la cipolla, appena rosolata, aggiungere il macinato di prosciutto e i carciofi freschi. Fare andare per circa 30 minuti e poi sfumare con un bicchiere di vino bianco per altri 10 minuti. Appena sfumato il vino aggiungere una manciata di pomodorini freschi per dare un po’ di colore. Cuocere in acqua salata le fettuccine integrali e saltare la pasta con il sugo pronto. Impiattare e grattugiare abbondantemente il pecorino di fossa sopra la pasta con scaglie possibilmente grandi. PICI TOSCANI CON VONGOLE, PINOLI TOSTATI E PECORINO DOLCE Ingredienti: 360 gr di pici toscani 500 gr di vongole veraci aglio 300 gr di pachino 1 arancia 40 gr di pinoli tostati 60 gr di pecorino dolce grattugiato olio extravergine d’oliva sale e pepe basilico e pecorino per guarnire Procedimento: Lavare bene le vongole e farle aprire in una casseruola con olio e uno spicchio Rivista di orientamento nel food service 37 SPAZIO REGIONI Umbria Dall’Osteria Belvedere di Baschi (TR) le ricette dello Chef Stefano Farina d’aglio. Una volta aperte tenere solo il mollusco e l’acqua filtrata. Cuocere i pachino e frullarli con l’aiuto di un po’ di acqua delle vongole, passare tutto al setaccio e aggiungere la buccia d’arancia grattuggiata. Sistemare di sale. Cuocere la pasta e condire con le vongole, la salsa di pomodoro e il pecorino. Servire con scaglie di pecorino, pinoli tostati e foglie di basilico. Umbria Marche Dal Quintessence Cafe’ Restaurant di Ascoli Piceno la ricetta dello Chef Alvaro Camaioni Abruzzo Dal Ristorante Cavallino Rosso di Castellalto (TE) la ricetta dello Chef Valentino Marcattini 38 ORIZZONTE TORTA DI FINOCCHI AL PECORINO Ingredienti per 6 porzioni: 4 finocchi 300 gr di pecorino grattugiato 4 uova 300 ml di panna fresca 1 limone 100 gr di nocciole spellate 20 gr di burro noce moscata sale pepe 2 rametti di timo Procedimento: Pulire, sciacquare i finocchi e tagliare a rondelle sottili. Fare insaporire a fuoco basso in padella per una decina di minuti con 20 gr di burro, aggiungere qualche cucchiaio di acqua calda di tanto in tanto. Lasciare intiepidire, quindi passare il composto al frullatore con uova, panna, metà del pecorino grattugiato, sale, pepe, la scorza di 1/2 limone grattugiata e le foglioline di timo. Versare il composto ottenuto in una teglia foderata con carta da forno inumidita e strizzata, quindi infornare in forno preriscaldato a 180°C per circa 40 minuti (se ventilato a 165° per 35/40 minuti). Preparare un’emulsione con la rimanente panna e il pecorino rimasto, insaporire con una grattata di noce moscata, sale e pepe. Quando la torta sarà ben dorata, sfornare ed affettare, quindi servire tiepido con la salsa al pecorino cospargendo con le nocciole tritate grossolanamente. Marche TORTELLONI RIPIENI AL PECORINO DI FOSSA Ingredienti: Per l’impasto: 500 gr di farina 3 uova un pizzico di sale un cucchiaio di olio un bicchiere d’acqua Preparazione: Preparare un impasto che deve essere ben lavorato. Lasciare riposare, tirare una sfoglia piuttosto sottile e creare dei quadrati grandi 6x6 cm circa. Per il ripieno: 250 gr di formaggio pecorino fresco tagliuzzato 150 gr di pecorino stagionato grattugiato 4 tuorli d’uovo grattatura di limone un pizzico di cannella in polvere. Preparazione: Creare un impasto di consistenza omogenea. Prendere i quadrati dell’impasto, versare un pò di composto in mezzo, chiudere a triangolo e creare i tortelloni. Guarnire con ragù d’agnello e qualche scaglia di pecorino. Abruzzo MILLEFOGLIE DI PECORINO GIOVANE, PERE E BALSAMICO Ingredienti: 400 gr di pecorino semistagionato (macinato grosso) 2 pere abate 100 gr di cipolle dorate 10 dl di aceto balsamico di Modena sale, olio Preparazione: Disporre il pecorino a piccoli mucchietti (16 pezzetti) in una placca da forno e farlo sciogliere a 200 gradi per circa 5/6 minuti. Pulire le pere, tagliarle a fettine e cucinarle per 5 minuti in forno a 100 gradi. Pulire e tagliare a pezzi grossi la cipolla, cucinarla con olio e acqua per 1/2 ora in un tegame, a cottura ultimata aggiustare di sale, frullare con il mixer a minestrone ed aggiungere l’aceto balsamico. Alternare un disco di pecorino e le pere, disporre la crema di cipolla al balsamico sul fondo del piatto da portata ed adagiarci la millefoglie. Scarica l’App DEBIC TOP COLLECTION per Android e iPhone La nuova raccolta punti Debic. La qualità è servita, la fedeltà è premiata. TOP Collection è la grande raccolta punti che premia la tua fedeltà ai migliori prodotti Debic. Scegli Culinaire Original, Prima Blanca, Parfait e Panna Spray zuccherata, la soddisfazione dei tuoi clienti non sarà l’unico regalo che riceverai... Iscriviti subito su www.debic-topcollection.it, inizia a raccogliere i punti e scegli il tuo premio dal nostro ricco catalogo. Prodotti TOP Debic. 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La struttura del ristorante, il servizio accurato e la cucina di alta qualità rendono il Ristorante Mabì ottimo anche per l’organizzazione di eventi privati ed aziendali. Ristorante Mabì Via Tigli 2 02100 Rieti Tel. 0746 498504 www.mabi-ristorante.it La ricetta PACCHERI COZZE E PECORINO Ingredienti: 350 g di paccheri 1,5 kg di cozze 3 cucchiai di pecorino sale peperoncino prezzemolo olio 10 pomodorini freschi Preparazione: Il primo passo consiste nel pulire le cozze. Procedere mettendo le cozze in una padella su fuoco medio, dopo pochi minuti inizieranno ad aprirsi da sole. Filtrare l’acqua di cottura e 42 ORIZZONTE tenerla da parte, sarà utile in seguito per insaporire la pasta. Fare cuocere in abbondante acqua salata i paccheri, in una nuova padella fare rosolare l’aglio in qualche cucchiaio di olio, aggiungere quindi il peperoncino e i pomodorini precedentemente tagliati. Una volta che la pasta sarà pronta scolarla e versarla nel sugo. Aggiungere quindi le cozze con la loro acqua di cottura. Lasciare mantecare gli ingredienti per qualche minuto. In ultimo aggiungere il pecorino a scaglie, avendo cura di farlo sciogliere per bene sui paccheri. Aggiungere un po’ di prezzemolo Lazio In un borgo magico, una location deliziosa e una cucina divina Ristorante Pizzeria Il Divino Via San Giovanni 4 01037 Ronciglione (VT) Tel. 0761 093078 www.il-divino.it I l 1° Marzo 2007 ha aperto i battenti il ristorante pizzeria “Il Divino”. Da allora i proprietari sono riusciti a conquistare la propria clientela con gentilezza, simpatia e professionalità, ma soprattutto grazie alle loro specialità di pesce di lago e di mare, carne argentina e alla buonissima pizza al metro, ideale per trascorrere una piacevole serata con i propri amici. Il menù è molto vario, proprio per soddisfare i gusti di molti e i palati più esigenti. Tra le specialità si possono gustare gli gnocchetti alla Sorrentina, la tagliata al radicchio e aceto balsamico, i tagliolini all’astice e l’intramontabile risotto alla crema di scampi. Per concludere il pasto viene servita una carrellata di dolci tutti rigorosamente fatti in casa senza conservanti, come vuole la miglior tradizione. Il locale si trova nel centro di Ronciglione, un tipico paese della Tuscia, in provincia di Viterbo, a ridosso dei monti Cimini e della riserva naturale del lago di Vico, e dispone di 3 sale di cui una molto intima e raccolta dedicata in prevalenza alle coppie che vogliono dedicarsi una cena romantica. EVENTI INDIMENTICABILI Il Divino è il locale ideale per trascorrere una piacevole serata con i propri amici e soprattutto per chi ha intenzione di festeggiare una ricorrenza. In particolare per i compleanni, la riuscita della festa è garantita, grazie alle sorprese che lo staff del ristorante sa preparare. Inoltre, è possibile organizzare ogni tipologia di banchetto o evento, Speciale concordando in sede dei menù personalizzati per appagare le diverse esigenze, accompagnati sempre da un servizio veloce e qualificato. Ogni evento viene celebrato con spirito, dedizione e capacità grazie alla professionalità del personale che pone l’attenzione e la cura per il cliente sempre al primo posto. Rivista di orientamento nel food service 43 SPAZIO REGIONI Marche Unione di intenti e passione in cucina al servizio del gusto A Pagliare del Tronto, immerso nel verde della costa Picena, nasce nel 2006 dall’idea di due compagni di lavoro Il Morrice, un locale accogliente e spazioso, ideale per trascorrere una serata tranquilla o una goliardica cena tra amici, per organizzare pranzi di lavoro, cerimonie o eventi. Il personale, veloce, gentile e cordiale, coccola gli ospiti del ristorante con una cucina ricercata che predilige gli ingredienti a chilometro zero, dai salu- mi e formaggi tagliati al tavolo ai primi preparati in casa, dalle verdure di produzione propria alle carni marchigiane Dop senza tralasciare i vini di provenienza locale e i dolci, preparati con ingredienti freschi di stagione. Sono questi gli incentivi che conquistano i buoni palati e gli amanti della cucina ascolana, meravigliosamente reinterpretata dai titolari: Nicola, lo chef, e Dino, artefice di squisite pizze. Agriturismo Il Morrice Via Morrice 6 Pagliare Del Tronto 63036 Spinetoli (AP) Tel. 0736 898265 La Ricetta Ingredienti: Per la pasta: 1 kg di patate rosse 300 g di fecola di patate 150 g di farina “00” 3 uova sale q.b. Per la farcitura: 800 g di zucca fresca ½ cipolla 300 g di mandorle dolci con buccia 150 g di parmigiano reggiano pan grattato q.b. Per la fonduta: 300 ml di latte parzialmente scremato 300 g di pecorino fresco 20 g di burro 20 g di farina “00” 300 ml di panna fresca 44 ORIZZONTE RAVIOLI DI PATATE, ZUCCA E MANDORLE SU FONDUTA DI PECORINO FRESCO DEI SIBILLINI Procedimento: Lessare le patate, una volta fredde pelarle, macinarle e setacciarle. Creare un impasto con uova, fecola, farina, sale: creare un panetto abbastanza compatto (se occorre aggiungere fecola), impellicolarlo e farlo riposare in frigo per un’ora circa. Nel frattempo fare soffriggere in una pentola la cipolla e, una volta imbiondita, aggiungere la zucca e il sale. Farla cuocere fino a che non si sfaldi completamente, lasciarla raffreddare in una ciotola, e, nel frattempo, con l’aiuto di un cutter da cucina, tritare le mandorle finemente e aggiungere la zucca, il parmigiano e il pan grattato sino ad ottenere una farcia abbastanza consistente. Per la preparazione della sfoglia utilizzare una sfogliatrice o il mattarello, tirando la sfoglia di patate sino ad uno spessore di 1,5 mm. Con l’aiuto di una sac a poche creare dei mucchietti di farcia e sovrapporre un lembo della sfoglia. Chiudere con le mani, ripassare con un coppa pasta bordato e tagliare con una rotellina festonata. Nel frattempo preparare la besciamella e aggiungere il pecorino fatto a pezzettini. Una volta sciolto aggiungere la panna fresca e portare ad ebollizione continuando a mescolare. Lessare i ravioli in acqua salata, e una volta a galla saltarli con la fonduta di pecorino e servirli. Marche Accoglienza, eleganza e qualità per una cucina ad arte Ristorante La Greppia U no staff familiare, che vanta una lunga tradizione nel settore della ristorazione, gestisce La Greppia, ristorante specializzato in menù di pesce fresco. Ambiente caldo ed accogliente dove la disponibilità e l’attenzione nei confronti del cliente sono il fiore all’occhiello, oltre alla cucina semplice e genuina. Ciò che il mare offre, La Greppia cucina, proponendo specialità tipiche locali a base di pesce fresco come il Padellaccio, portata tradizionale dei marinai civitanovesi. Inoltre, per chi non gradisse il pesce, è possibile gustare anche prelibate portate di carne. I clienti più esigenti, troveranno nel menù il carpaccio di pesce spada, la polentina di seppie e cozze di Portonovo alla tarantina, e per coloro che lo desiderano, interessanti degustazioni di stoccafisso e baccalà, cucinati in modi diversi e originali. La carta dei vini, che ha l’incarico di annaffiare ogni pasto, annovera le migliori etichette marchigiane. Nelle occasioni speciali, come San Valentino o la Festa della Donna, La Greppia organizza degli eventi particolari per celebrare le ricorrenze. UN TUFFO NEL MARE ALLA RICERCA DEL PESCATO MIGLIORE La Greppia propone a tutti gli appassionati di cucina marchigiana marinara tante specialità di pesce fresco. Per questo motivo il menù può subire delle variazioni, poiché la cucina si basa sul pescato giornaliero. Piatti di qualità, utilizzando solo ingredienti della massima freschezza, proposti con tocchi creativi, legati al territorio e soprattutto alla tradizione marinara. Il pesce è di quelli fatti come una volta, sapori semplici e piatti poco Via IV Novembre 276 (lungomare nord) Civitanova Marche (MC) Tel. 0733 70423 www.lagreppiaristorante.com Speciale elaborati che cercano di esaltare e mantenere vivo il gusto del pesce. La pentolaccia raccoglie tutti i sapori del Medio Adriatico, con le tagliatelline fatte a mano e spigola, orata, rana pescatrice, rombo sono a disposizione per le preparazioni più classiche e anche rivisitazioni inedite sempre nel rispetto della tradizione. La frittura poi è leggera e freschissima, ma non asciutta, proprio come vuole la consuetudine. Rivista di orientamento nel food service 45 IT Z5650 CE Via Campagne, 10 - 31024 Tempio di Ormelle (TV) - P.IVA 02472170261 - Tel. 0422 401551 - 0422 745753 Fax 0422 347724 - [email protected] SPAZIO REGIONI Toscana Fattoria di Cinciano, la Toscana delle meraviglie Fattoria di Cinciano I l tempo è un profumo che si spande intenso, sottile e persistente a Cinciano, piccolo borgo immerso nel mare sfumato e dolce delle colline toscane. Il tempo è un segreto fatto di pietre, lentezza, natura. Il tempo è una strada che si percorre con il cuore pieno e che conduce nella Toscana delle meraviglie. Lo sanno bene quelli della Fattoria di Cinciano, sviluppata intorno alla Villa padronale con antichi edifici in tipico stile toscano di raffinata ruralità. La villa padronale, la falegnameria, le abitazioni coloniche, gli appartamenti nel borgo, la torre sono alcune delle soluzioni di soggiorno che permettono di vivere un’esperienza unica. Nel cuore di questo delizioso borghetto, appoggiato sulla sommità del poggio, si trova l’Osteria 1126. Ricavata dallo spazio un tempo adibito per la rimessa dei cavalli, le vecchie scuderie, l’osteria è oggi un bellissimo spazio dominato dal respiro di due grandi archi affacciati sulla piazzetta lastricata. Qui regna il gusto e il piacere di centellinare il tempo con preziosa dedizione all’ozio e al relax. Vengono servite le abbondanti colazioni, i pranzi e le cene ma si realizzano anche piccoli eventi dedicati alla degustazione dei prodotti di Cinciano e di tante altre specialità del Chianti, aperitivi musicali e cene a tema. Loc. Cinciano 2 53036 Poggibonsi (SI) Tel. 0577 936588 www.cinciano.it Speciale La Fattoria Cinciano è una gemma del Chianti e del suo paesaggio. All’interno del borgo non solo alloggi ma anche e soprattutto la terra della Tenuta. Una terra ricca, dove calcare e argille combinate creano un terreno ideale per viti e olivi i cui frutti l’uomo sapientemente trasforma. Nel solco della 48 ORIZZONTE TUTTO IL CHIANTI IN FATTORIA tradizione qui crescono le viti di Sangiovese per una superficie totale di quasi 30 ettari in fase di rinnovo e sperimentazioni minori per altre uve. Il luogo di raffinamento delle uve è la splendida e suggestiva cantina situata nel cuore del borgo spesso sede di eventi ma soprattutto fucina dei meravigliosi vini di Cinciano: Il Chianti Classico, giovane e impetuoso, Il Chianti Classico Riserva, deciso ed elegante e Il Pietraforte, profondo e avvolgente. Vino ma anche olio altro simbolo forte del genius loci toscano qui Frantoio, Moraiolo, Leccino e Correggiolo si uniscono per creare un paesaggio unico come il sapore dell’olio che si estrae dai loro frutti.Le olive lavorate secondo una sapiente tradizione artigianale sono lavorate all’interno del Frantoio della fattoria per ottenere un extravergine dorato e profumatissimo. N el cuore di San Gimignano, il borgo delle belle torri, e su questo cuore il Ristorante Bel Soggiorno fonda la sua lunga tradizione che da cinque generazioni racconta attraverso la cucina ricchezze e segreti di uno dei territori più affascinanti del panorama toscano. Il ristorante, dotato di una bellissima terrazza panoramica, si apre sulla meravigliosa campagna toscana. L’ambiente elegante, con i pavimenti in cotto e i soffitti con travi a vista, regala un’atmosfera intima e piacevole. Qui mangiare è un’esperienza, ogni piatto del menù è pensato per farvi riscoprire sapori e odori di una volta, le spezie e i profumi donano carattere alle migliori materie prime selezionate con attenzione per creare una vera espressione della cucina toscana. Uno dei segreti di questo luogo è il dono della brace, il talento del fuoco che lentamente cuoce e arrostisce le carni emanando aromi e conferendo loro un sapore inconfondibile e reale. La brace ha infatti un ruolo primario nella cucina. Il Bel Soggiorno infatti è dotato di un ampio braciere dove sono preparate le rinomate Bistecche alla Fiorentina e le Rostinciane. Toscana Nel borgo delle torri proprio un... bel soggiorno Ristorante Bel Soggiorno Via San Giovanni 53037 San Gimignano (SI) Tel. 0577 943149 www.ristorante-belsoggiorno.it DUE VOLTI, DUE MISSIONI PER UN PROGETTO DI QUALITÀ E PASSIONE Dal 1 marzo 2014 la conduzione del locale è nelle mani di due anime storiche del Bel Soggiorno. Roberto, il caposala, che sin da giovanissimo scopre la passione per questa professione, sperimentando in prima persona l’arte del servire il cliente e la conoscenza enologica. Al Bel Soggiorno è ormai da trent’anni un’istituzione per la serietà e la grande passione che esprime attraverso il proprio lavoro. Lui stesso dichiara che “il Bel Soggiorno è uno di quei ristoranti che ti entrano dentro, la bellezza della sala con la Speciale terrazza affacciata sull’orizzonte è uno dei paesaggi irrinunciabili a San Gimignano”. L’altro volto e cuore del locale è lo chef Mirco. Dopo 25 anni di esperienza in cucina dopo aver già lavorato al Bel Soggiorno, prima come aiuto cuoco e poi come chef, oggi è colui che gestisce i fornelli e tira le fila della nuova direzione culinaria. “Gestire questo ristorante è la mia prova del nove: quando sono in cucina dimentico tutto. Fumi e odori si mixano nell’aria dando personalità alle pietanze, il più bel lavoro del mondo!” Rivista di orientamento nel food service 49 SPAZIO REGIONI Umbria Luogo esclusivo dove anche il riposo si trasforma in un rito prezioso Residenza d’Epoca San Pietro Sopra le Acque S an Pietro sopra le Acque, splendida residenza d’epoca tranquillamente immersa nella natura delle colline umbre, dove arte, charme e magia di un mondo antico si fondono per far sognare. A pochi chilometri da Todi, l’antico Convento San Pietro sopra le Acque è meta di preziose vacanze all’insegna di benessere e relax. Incastonata nel verde della campagna umbra, la residenza ospita un curatissimo giardino all’italiana con roseto, una comoda piscina e un ampio parcheggio. Favolosa la cucina regionale che propone degustazioni prelibate di prodotti tipici dall’olio extravergine di oliva DOP, passando per vini DOCG, o ancora salumi e formaggi DOP. Gli ambienti del ristorante offrono diverse possibilità: due ampi saloni esterni, con vista sul parco secolare; varie sale e salette interne consentono incontri conviviali aperti o – per occasioni più intime – nelle sale riservate.Nella Vinoteca è possibile partecipare a degustazioni guidate di vini, distillati e birre. Il complesso include un affascinante percorso archeologico su antica necropoli romana, un centro benessere, un business center, una sala convegni e una chiesa consacrata, luogo ideale per cerimonie in un ambiente esclusivo e prezioso. Nella Vinoteca è possibile partecipare a degustazioni guidate di vini, distillati e birre. Loc. Cimacolle 464 06056 Massa Martana (PG) Tel. 075 889132 www.sanpietroresort.com Speciale BEAUTY, SPORT, WELLNESS & BUSINESS La Residenza di San Pietro è arricchita di servizi complementari quali il modernissimo centro fitness e la “Wellness & Beauty Area” con macchine Technogym, bagno turco, piscina riscaldata, e il suo percorso “Total Relax” all’insegna di un soggiorno rilassante e rigenerante. Il Resort è anche dotato di campo da tennis o da calcetto, campo pratica per il golf con 2 buche, orangerie da 250 posti, business center e parco giochi 50 ORIZZONTE per bambini. È possibile organizzare dai piccoli eventi ai grandi meeting, la Residenza è scenario ideale per convegni, riunioni, convention, cene di gala e presentazioni di prodotti. Il Resort San Pietro Sopra le Acque offre la possibilità di organizzare eventi privati e cene aziendali in un ambiente raffinato. I suoi spazi possono ospitare fino a 250 persone sedute e 400 a buffet. Umbria Per una memorabile esperienza culinaria tra gli antichi borghi umbri L a “Cantina di Spello” è un’oasi dove poter gustare i prodotti locali di stagione immersi in un’atmosfera magica e surreale. Volte di pietra, luci soffuse e candele di pura cera d’api rendono la sala avvolgente e calda, esaltando lo stile decisamente informale degli arredi, il tutto immerso in un contesto classico. I piatti che vengono proposti sono di ispirazione regionale e tradizionale caratterizzata dall’amore per il particolare; basti pensare che tutta la pasta viene tirata a mano. Qui si servono tutti prodotti tipici di stagione come gli gnocchi di patate rosse di Colfiorito al tartufo nero, filetto di chianina certificata dei pascoli della Valnerina, piccione alla griglia, sformatino di patate al tartufo nero e insalata di rapunzoli. La specialità della casa sono i piatti preparati a base di tartufo per provare un’indimenticabile esperienza culinaria, davanti ad una profumata frittata di uova al tartufo, ad un piatto di cinghiale in tegame, magari accompagnato da una purea di patate rosse di Colfiorito sempre al tartufo. La carta dei vini comprende una cinquantina di etichette, tra cui si possono gustare anche il Sagrantino e i rossi di Montefalco. Amalgamando l’arte del condire e del conservare, di cui alla base troviamo i tre prodotti per eccellenza, olio, sale e aceto, ai piatti della tradizione contadina, il Ristorante la “Cantina di Spello” diventa luogo ideale dove poter assaporare il gusto per la tradizione. TUTTO FATTO IN CASA DALLA COLTIVAZIONE ALLA VENDITA “La Cantina di Spello” diventa anche luogo dove poter acquistare prodotti conservati in modo naturale e coltivati in casa, dal tartufo all’olio delle colline di Assisi e Spoleto, alle candele di pura cera d’api, prodotti dell’artigianato umbro come sculture in marmo e piatti di ceramica, oltre alle confetture e grappe della casa. In cucina tradizione e innovazione, La Cantina di Spello Via Cavour 2 06038 Spello (PG) Tel. 0742 651775 www.lacantinadispello.com La Ricetta si fondono per creare specialità alla brace, derivate dalla cura nell’accudire chianine della Val Nerina certificate, maiali di piccola taglia, palombacci. Quando la caccia è buona si organizza sempre una cena monografica: bruschette, pappardelle al cinghiale, quindi lepre in salmì, palombe sul crostone. Rivista di orientamento nel food service 51 SPAZIO REGIONI Emilia Romagna Ristorante Primo Maggio: romagnolo d’eccezione! Ristorante Pizzeria Primo Maggio S iamo a San Piero in Bagno, per l’esattezza nella cornice di Piazza Allende, cuore della cittadina. Il Ristorante Primo Maggio sembra uscito dal modo in cui ti immagini la Romagna e la sua gente. Visi semplici, occhi vispi e la felicità verace di un buon bicchiere di vino. Si respira un’aria serena di verità e semplicità che si traduce in modo eccellente nella cucina. Una cucina di sapori e piatti che parlano la lingua del posto: passatelli, non solo in versione con brodo, ma anche asciutti con saporiti sughi come quello di salsiccia e porcini. Crostini veri con il pane bruscato e i fegatini, salumi profumati e intensi come nella migliore tradizione di questa terra, regno indiscusso degli affettati e dei salumi di qualità! Dolci e paste fatte in casa prendendo spunto dal ricettario delle nonne e recuperando piatti forti della tradizione che oggi tra mille revisioni offerte dalla cucina moderna diventa molto raro assaggiare. Un esempio? La zuppa inglese regina del dessert al cucchiaio, glorioso emblema di una cucina all’insegna della freschezza e della spontaneità. Senza dimenticare l’allegra compagnia del vino che annaffia ogni piatto aggiungendo colore e brio. Il ristorante è un posto ottimo anche per assaggiare la pizza, sempre realizzata con ingredienti freschi e sfiziosi. Foto © www.tipicoatavola.it Piazza Salvador Allende 47 47021 San Piero in Bagno (FC) Tel. 0543 903399 Speciale NON DIMENTICATE I BASOTTI! Non potete passare da qui senza aver assaggiato una delle specialità del posto: i Basotti! Particolare “minestra” delle vallate del Bidente e del Savio i Basotti erano considerati una “minestra” da festa, che aveva un modo particolare di essere cotta. Inventore di questa pietanza, si dice, fu tale Metello, originario di Civitella di Romagna, il quale, dopo aver “servito” tra le file di Garibaldi si dedicò anima e corpo all’arte culinaria. Si tratta di tagliolini scottati nel brodo, conditi con formaggio, disposti in teglia su un fondo di pangrattato, abbondantemente bagnati con il brodo 52 ORIZZONTE ottenuto con le ossa “umili” del maiale, spolverati nuovamente di pangrattato e parmigiano e passati al forno. Durante la cottura la pasta “beve” il brodo e si inzuppa; va tenuta in forno a circa 150° C per 30-35 minuti e comunque fino a quando non si sarà formata una crosticina dorata e il brodo sarà completamente evaporato. Il pasticcio fu chiamato Basotto, semplicemente perché, al primo esperimento, la sfoglia - anziché lievitare nella teglia - rimase schiacciata sul fondo. È un piatto che colpisce per la sua consistenza croccante e per la natura saporita e un pizzico insolita! Emilia Romagna Un autogrill in versione romagnola e casereccia Ristorante Romagna Grill N asce lungo una delle principali arterie di traffico il ristorante Romagna Grill lungo la superstrada E45 all’altezza di Cesena. Dalla posizione così strategica e di servizio trae ispirazione e forma il destino di questo locale, pensato come un autogrill per accogliere i viaggiatori, ma come ci tiene a precisare il titolare, il signor Antonio, qui la cucina è tutt’altro che standard. Siamo infatti di fronte ad una versione tutta romagnola del classico autogrill e varcando la soglia del locale è possibile assaporare profumi e gusti tipici della ricca tradizione emiliana. Prima regola d’oro la pasta è fatta in casa, così con premura e rispetto di una tradizione che qui in questa fetta d’Italia ha radici lontane, la sfoglia viene tirata per fare strangozzi, tagliatelle, ma anche paste ripiene come ravioli, tortelli e tortellini. In un ambiente caldo e informale è possibile, specialmente per chi viaggia, prendersi del tempo per una pausa di qualità, mangiando piatti genuini e preparati con il cuore e l’attenzione che solo la cucina fatta a mano sa trasferire al commensale. COSA NON PERDERSI A TAVOLA Il piatto forte del locale, ci dice Antonio, è il risotto Romagna Grill, un piatto reclamato che spesso diventa il pretesto per far visita al locale per commensali che arrivano da luoghi diversi. Non ci è dato sapere la ricetta di questo piatto così attraente, divenuto in breve il fiore all’occhiello del ristorante, ma dopo qualche domanda scopriamo che la sua peculiarità sta in un azzeccato mix tra sapori di mare, pesce fresco e sapori di terra, come gli asparagi. Ottimi anche i piatti di carne. E per gli amanti del buon 9225 Superstrada E-45 47023 Cesena (FC) Tel. 0547 372647 Speciale vino un motivo in più per andare, una cantina fornitissima con vini che coprono le eccellenze viticole dell’intero tacco nostrano. Il signor Antonio, con alle spalle anche una carriera da sommelier, cura personalmente l’assortimento della cantina, scegliendo vini italiani e dedicando uno spazio speciale alla selezione di ottimi San Giovesi locali! Infine per concludere degnamente un lauto pasto si consiglia l’assaggio dei dolci: tiramisù, profitterol, ma anche la profumatissima torta di mele. Rivista di orientamento nel food service 53 SPAZIO REGIONI Abruzzo Uno chalet di montagna affacciato sul mare Chalet Eden Gala Lungo Mare Europa 68 64014 Martinsicuro (TE) Tel. 0861 761417 È il contrasto a rendere questo ambiente e la sua cucina così particolari. Un contrasto che vede uno chalet di montagna in legno, con travi a vista e ampia stufa, affacciarsi sul mare. Non ti aspetti di trovare il mare dietro quelle finestre, ma questo è un principio di attrito che rende bello, speciale e delizioso questo luogo. Un piccolo, prezioso eden intimo e insolito. La storia dello Chalet Eden è infatti una storia di contrasti che si riverberano persino nella cucina dove lo chef Omar ha trasportato, insieme alla sua compagna, tutta la colorata e intensa cultura culinaria campana. I sapori della costiera amalfitana sono qui ospiti fissi. Il pesce freschissimo a chilometro zero preso dal pescato- Speciale COSA NON PERDERSI A TAVOLA Ci sono come in ogni ristorante piatti che meglio di altri raccontano la personalità dello stesso, la filosofia che ispira l’intera cucina, lo spirito con cui si tramuta la materia prima in logica di sapore. Lo Chalet Eden Gala è senza dubbio molto legato alla tradizione del primo piatto. La pasta regina della tavola italiana diventa qui una tentazione irresistibile: spaghetti con triglie, cavoletti e ceci, paccheri 54 ORIZZONTE re di fiducia si declina con versatilità nei primi appetitosi, accompagnandosi alle paste di Gragnano e alle altre specialità di origine partenopea. La semplicità, la volontà di restituire attraverso la preparazione del piatto il sapore del pesce senza alterarlo o sofisticarne troppo la natura trova una felice corrispondenza in ogni proposta del ricco menù dagli antipasti, alle seconde portate. Interessante è anche la carta dei dolci. Anche qui si respira la passione per le specialità campane. “Facciamo il vero babà” ci tengono a precisare, ma il babà è solo l’abbrivio di un viaggio goloso fatto di sfogliatelle ripiene, creme e tante altre delizie con cui gratificarsi ancora un po’ dopo un ottimo pasto. di Gragnano con doppia colatura di alici, calamarata con vongole e verza. Accanto ai primi, da non perdere la frittura con croccante pastella e il polipo imbottito realizzato secondo una vecchia ricetta di origini campane, grigliate e pesce arrosto. L’importante è che il pesce venga rispettato, quindi solo pochi ingredienti per esaltarne il sapore. E legante e raffinato, il Cavallino Rosso è un angolo d’incanto circondato da ampi giardini e bellissimi spazi verdi dove è possibile ambientare ogni cerimonia che ambisca alla perfezione: dai matrimoni, ai ricevimenti fino alle feste per occasioni speciali. Il Ristorante presenta molteplici ambienti: la Sala degli Angeli, candida e minimale, La Sala della Venere ed il suo portico ricercato e speciale, e tutto intorno un grande parco che circonda il ristorante con eleganti gazebo per romantici ricevimenti all’aperto nelle stagioni più calde. La fascinazione del luogo si unisce alla ricercata offerta culinaria, alla sapiente eleganza degli allestimenti sempre esclusivi e confezionati a partire dai desideri del cliente e ad un servizio impeccabile capace di garantire un costante appoggio e di curare con dedizione assoluta ogni dettaglio dell’evento. Perla del Cavallino Rosso è l’Adriani Bistrot, capofila di una proposta culinaria d’autore intrigante e dinamica. Qui si possono assaggiare piatti deliziosi e leggeri in una cornice raffinata ed estremamente piacevole sperimentando una ricerca di perfezione che muove da sapori semplici e veritieri. Abruzzo Il sogno che diventa realtà Cavallino Rosso Le Blanc Restaurant Via Trieste 103, Fraz. Petriccione 64020 Castellalto (TE) Tel. 0861 294225 www.cavallinorosso.it LE BLANC, UN NUOVO SPAZIO DOVE SOGNARE Annodare tradizione e modernità in modo semplice e accattivante è da sempre uno degli obiettivi che caratterizza la storia del Cavallino Rosso, avviato nel 1982 dalla famiglia Adriani che con passione e talento si è prodigata nell’organizzazione di eventi unici. Nel corso degli anni la struttura si è evoluta seguendo l’indirizzo tracciato dai desideri dei clienti stessi, cercando di offrire un servizio sempre più corrispondente ai loro gusti e sogni. Speciale Questo percorso ha dato vita a Le Blanc, nuova area ricevimenti, gioiello bianco e di grande impatto scenico perfettamente incastonato nell’ampio spazio verde che da sempre caratterizza la struttura. Alle coppie di sposi un ventaglio di scelte e servizi eccellenti: possono infatti decidere se articolare la propria festa in giardino per occasioni dalla verve frizzante, modaiola e magica o se preferire la sala interna, soluzione intima, raffinata e di grande fascino. Rivista di orientamento nel food service 55 MARKETING Il Pecorino nel mondo della ristorazione L a storia del formaggio risale all’antichità, quando l’uomo prima allevatore e poi agricoltore, crea un prodotto caseario idoneo alla conservabilità. Le antiche civiltà nel bacino del Mediterraneo e nel Medio Oriente privilegiano l’allevamento di ovini (pecore e capre), come si può riscontrare nella letteratura greca manifestando un certo pregiudizio per il formaggio di latte vaccino. Nella seconda metà del Cinquecento, il medico senese Pietro Mattioli, commentando le opere dei classici greci, ne condivide il giudizio negativo nei confronti dei formaggi stagionati di vacca: «il cascio vecchio è fieramente di tutti i peggiore: infiamma il sangue, fa sete, digerisce malagevolmente, genera pietre e renelle nelle reni e nella vescica, oppila il fegato, ristagna il corpo e genera cholera e umori malinconici» , per prediligere invece il cacio pecorino toscano detto «cacio dolce per non essere il latte di cui si fa, appresso con caglio, ma col fiore di una certe spezie di cardo». Il formaggio pecorino è ottenuto con latte di pecora e di origine mediterranea ma è prodotto e diffuso anche in altre zone. Dal punto di vista proteico e vitaminico contiene altissime quantità di vitamina B2, di vitamina A, vitamina PP ed è ricco di sali minerali, come calcio e fosforo, contenendo cloruro di sodio. I medici raccomandano di non esagerare con il consumo per chi soffre di ipertensione. La Comunità Europea ha riconosciuto ben cinque denominazioni d’origine protetta (DOP): si tratta del pecorino romano, del pecorino toscano, del pecorino sardo, del pecorino di Filiano e del pecorino siciliano. Le caratteristiche organolettiche fra un tipo e l’altro variano sostanzialmente. In Italia i formaggi pecorini sono prodotti in diverse regioni, e capofila di questa produzione sono: la Toscana, la Sardegna ed il Lazio. Rientrano tra i pecorini più diffusi e popolari: il pecorino di Pienza, il pecorino stagionato in foglie di noce, il pecorino romano, il pecorino toscano, il pecorino di Atri, il pecorino bagnolese, il pecorino moliterno, il pecorino belicino, il pecorino crotonese e il pecorino rosso. Il momento chiave nella vita di questo formaggio come di ALEXANDER DE NIGRIS Chef di cucina www.consulenzaristorazione.it molti altri è la stagionatura che oltre a differenziare il nome del formaggio (si passa dal fresco o tuma al primo sale semistagionato e stagionato) dona colore e sapore diversi alla crosta e alla pasta. Si tratta di una procedura fondamentale che prevede il rispetto obbligatorio di tempistiche definite a norma di legge propedeutiche alla commercializzazione del formaggio, Secondo una ricerca della Fipe sempre più ristoranti propongono un carrello di prodotti caseari di alta qualità e il consumo è in forte espansione. Il pecorino può essere consumato a crudo accompagnato da marmellate, miele, mostarde, frutta secca e olive, ma anche come complemento a svariate ricette: insalate, salse, sughi, farciture. Può essere servito su una buona tagliata di carne, cotto alla piastra, fritto o declinato in sontuosi dolcetti. L’aspetto export premia il pecorino romano come uno dei formaggi più apprezzati negli Stati Uniti, dove arriva più del 40% della produzione nazionale: circa 10.000 tonnellate all’anno, per un valore che sfiora i 70 milioni di euro. Guardando alla prospettiva del food cost, una porzione di pecorino si aggira intorno ai 70-90 grammi e solitamente è accompagnato con altri ingredienti (miele, mostarde, marmellate, frutta secca, pane casereccio, fave ed altro) che hanno un rilievo di un ulteriore 20% sul costo finale. Da considerare inoltre che il pecorino ha una percentuale di scarto intorno ad un 30% fra crosta e scarti dovuti all’ossidazione della prima fetta una volta aperta la forma, anche se quest’ultima avrà un impiergo in farciture, salse o in altre ricette. In ogni caso questi aspetti mantengono alto il prezzo del piatto. Per la conservazione alcuni ristoratori usano dei metodi, a mio avviso ottimali, che vanno dal sottovuoto, al sott’olio a volte aromatizzato, fino alla prassi di congelamento. Una soluzione fantastica è quella di farsi personalizzare pezzature da una o due porzioni di pecorini di alta qualità e servirli interi accompagnando il tutto con pane fresco alle olive, frutta secca, miele, marmellate, mostarde e misticanza di campo. Rivista di orientamento nel food service 59 P 48 Design Design E con le forme E con le forme diamoci un taglio! diamoci un taglio! A cura di Floriana Pucci Istituto Italiano Design istitutoitalianodesign.it creata da un unico blocco di acciaio inossidabile e che invece è frutto di una maniacale ossessione per la successione di Fibonacci; comprende un coltello da cucina, utto dipende dal taglio! Non è la regola del coiffeur e nemun taglierino, un coltello da cuoco e una affettatrice. meno l’ardito monito dello stilista, è piuttosto il segreto che Caso ancora più sofisticato, dal punto di vista formale, ogni buon gourmand di formaggi conosce alla perfezione. Nel sono i coltelli tatuati che i Gasparini, Anna e Gianfranco, mondo delle forme casearie, non a caso espressioni di un solido, hanno realizzato per Alessi. ‘Tatau’ infatti dal polinesiano il taglio è un’arte! Un’arte che richiede vocazione geometrica e ra‘tattoo’ è il ceppo coltelli che in 5 pezzi riassume tutte le ziocinio. Il taglio e il sezionamento che ne deriva è un’occasione operazioni di taglio che si possono effettuare in cucina. di intelligibilità che offriamo alla materia. Nel caso del formaggio Manico sagomato per consentire libertà di presa, partendo il taglio è importante, funzionale alla forma e strettamente corredal presupposto che il modo di impugnare il coltello può lato all’ausilio degli strumenti idonei. Per apprezzare variare a seconda dell’operazione di taglio che si deve commeglio il sapore e non sprecare ci sono delle regole piere e della relativa pressione che essa comporta. da rispettare: i formaggi tondi o quadrati, come il In aggiunta sulle lame sono incise le modalità di Pecorino o il Pont l’Évêque, vanno tagliati a spicchi impugnatura, che sono poste in relazione visiva come le torte, esempio eccelso delle pratiche di fracon le icone dei cibi da tagliare attraverso le rezionamento. I formaggi a forma rettangolare, come gole del mapping naturale, quella corrispondenza la Brique, vanno tagliati parallelamente al lato più tra stimolo-funzione usata per individuare i fuochi corto. Infine, i formaggi a forma triangolare (detti sui fornelli. A volte poi le forme servono a narrare in ‘a punta’, come il Brie o il Roquefort) possono modo ironico l’identità dell’oggetto rendendo incisivo essere tagliati a strisce, a spicchi o a ventaglio. il suo ricordo. In tal caso non è pensabile rinunciare In poche parole il mondo dei formaggi è un alla presenza totemica del popolare Voodo. Ironico e campo sperimentale per acquisire un profondo perverso al punto giusto questo portacoltelli ideato dal senso della forma e comprendere quanto essa designer Raffaele Iannello include cinque affilatissimi sia funzionale alla comprensione dell’oggetto. coltelli in acciaio inossidabile da infilare con pratico e La forma è strategia, ma anche soprattutto nel irriverente gesto catartico nel resistente e colorato cepmondo degli oggetti, indice di memoria e intelligenza. po in ABS. La provocazione offerta dalla forma è indubPer creare questi effetti occorre che gli strumenti pensati per generare la forma siano essi stessi espressione di in- biamente divertente, ma acquisisce un che di intrigante se si veste anche di talentuoso problem solving. È il caso del ceppo portacoltelli telligenza formale. ideato dai ragazzi dell’Istituto Italiano design all’interno del progetto E così senza allontanarci troppo dal nostro punto di partenza scopriamo che la forma è un talento da applicare “Impressioni Superficiali” presentato all’Expo Edilizia di anche allo strumento da taglio per antonomasia: i coltel- Roma 2013. Il ceppo Boomerang, assecondando li! Nel magico pianeta del filo d’acciaio è facile incon- una forma spontanea, riutilizza uno scarto trare prodotti talmente peculiari da sfidare le più ardite della produzione industriale e individua per fantasie di un samurai! È il caso dell’effetto matrioska esso un nuovo destino. Una lettura della forma in linea con le necessità attuali e una dimovoluto dalla designer Mia Schmallenbach strazione di come la forma sia funzione non solo con il suo “Deglon Meeting Kniper l’oggetto ma anche per la filosofia culturale fe Set”. Una proposta in cui esso si esprime. che sembra T Rivista di orientamento nel food service 63 FORMAZIONE FORMAZIONE Il Responsabile di Sala Ristorante Una figura strategica nella ristorazione P resso la Chef Academy (www.chefacademy.it) di Terni in partenza il 5 Maggio il corso con rilascio di qualifica professionale legalmente riconosciuta per diventare “Responsabile di sala ristorante” con stage presso i migliori ristoranti italiani. Un’importante opportunità per acquisire una professionalità ricercatissima e ‘strategica’ per ogni ristorante di livello attraverso un percorso formativo molto pratico e coinvolgente che consente di collocarsi in un settore dove non mancano di certo le offerte di lavoro, quello del responsabile di sala ristorante. A partire dagli anni 80 il ruolo della sala è stato progressivamente svilito a favore di altri comparti dell’ospitalità. Le conseguenze? La situazione del comparto di sala è disastrosa. Non ci sono più operatori del settore preparati professionalmente che si ispirano a grandi maître. Si è sottovalutata l’importanza del cameriere, che non può e non deve essere un semplice porta-piatti. La sua figura, in costante contatto con i clienti, è infatti fondamentale nel trasmettere l’immagine di un ristorante: i suoi preziosi consigli, non sempre e non solo ristretti all’ambito gastronomico, rappresentano una variabile di primaria importanza nella definizione della qualità del servizio di un locale. È fondamentale quindi rilanciare il comparto di sala. Questo corso risponde a questa esigenza. Il corso ha una durata di 176 ore tra lezioni teoriche e pratiche, 2 settimane facoltative di tirocinio durante il corso e uno stage di 2 mesi presso uno degli oltre 250 ristoranti sparsi in tutta Italia che hanno manifestato la disponibilità ad ospitare i nostri allievi. Molti di questi ristoranti offrono vitto, alloggio e un rimborso spese ma la cosa più importante è che tantissimi sono interessati a proseguire il rapporto di collaborazione professionale oltre il periodo di stage. Al termine del corso agli studenti idonei verrà rilasciata una qualifica professionale legalmente riconosciuta sul tutto il territorio della comunità europea. Il corpo docenti è formato da Maître e Chef professionisti di ristoranti stellati Michelin, di esperti sommelier AIS, di tecnici e personalità di alto livello del settore enogastronomico. La partenza del corso è stata fissata per il 5 maggio 2014 e la conclusione è prevista per il 13 giugno 2014 con orario dalle 8:30 alle 14:30 dal lunedì al venerdì. Per maggiori informazioni sul corso potete visitare il sito web all’indirizzo www.chefacademy.it, inviare una email all’indirizzo [email protected] o contattare telefonicamente il numero 0744 432965. CHEF ACADEMY Corsi di cucina con rilascio di qualifica professionale legalmente riconosciuta 64 ORIZZONTE Piazza Clai, 19 06126 - Terni Tel. 0744 432965 [email protected] www.chefacademy.it FORMAZIONE L’Umbria sceglie la ristorazione di qualità Siglato un importante accordo tra Università dei Sapori e Federazione Italiana Cuochi S i è tenuto il 17 e 18 febbraio 2014, presso la sede dell’Università dei Sapori, il primo incontro di aggiornamenti guidato dallo Chef Michele D’Agostino al quale hanno partecipato oltre 100 cuochi professionisti umbri provenienti da tutta la regione. L’incontro rientra in un più ampio e importante progetto che vede unite Università dei Sapori e Federazione Italiana Cuochi con l’obiettivo di diffondere la cultura dei mestieri, delle arti della ristorazione, a difesa e per lo sviluppo della competenze dei professionisti e aspiranti professionisti del settore ma anche per la valorizzazione delle produzioni agroalimentari in Umbria. A presiedere e inaugurare l’incontro la Presidente dell’Università dei Sapori Anna Rita Fioroni ed i Presidenti Regionale e Provinciale della Federazione Italiana Cuochi, Alviero Bigi ed Eugenio Scassellati, che con l’occasione hanno presentato l’importante accordo. Anche se viviamo un momento in cui i consumi alimentari hanno subito una notevole contrazione va rilevato che negli ultimi 20 anni il numero di persone che in Italia pranza e cena fuori casa è raddoppiato. Sono infatti oltre 12 milioni gli italiani che ogni giorno si affidano (e affidano la loro salute) agli chef della ristorazione professionale, agli operatori delle mense aziendali e scolastiche o dei pubblici esercizi (come ad esempio quando consumiamo un pranzo veloce ai sempre più diffusi risto-bar). “Vogliamo rilevare – ha dichiarato la Presidente dell’Università dei Sapori Anna Rita Fioroni – che in un momento in cui la disoccupazione giovanile ha toccato il record negativo, le proiezioni occupazionali rilevate dal progetto Excelsior dell’Unioncamere nazionale, ci dicono che nel periodo 2014 – 2017 il settore della ristorazione e della accoglienza turistica registrerà un incremento occupazionale di oltre 250.000 unità all’anno. Questi nuovi chef, pasticceri, gelatieri, pizzaioli, gastronomi rimarranno sul mercato e contribuiranno alla crescita turistica e ricettiva del nostro paese se le loro competenze tecnico professionali ed imprenditoriali saranno adeguate alle nuove esigenze del mondo del lavoro. Ecco il perché dell’accordo siglato dalle due importanti organizzazioni, che va esattamente in questa direzione.” Tra i turisti sono circa 5 milioni quelli che nello scorso anno hanno scelto l’Italia per motivi anche enogastronomici. Il relativo giro di affari è stimato in 5 miliardi di euro. (Fonte Fipe) La scelta delle destinazioni è guidata da bisogni di esperienze, enogastronomiche in primis, e i turisti che vengono in Umbria trovano uno “scrigno” di arte e cultura e una cucina buona e genuina. Nel nostro paese operano oltre 300.000 imprese della ristorazione ed in Umbria sono otre 4.000 gli esercizi in cui gli operatori tutti i giorni sono impegnati ad accogliere il visitatore, consigliarlo sui suoi itinerari, anche enogastronomici, presentare i prodotti, valorizzarli attraverso una sapiente combinazione di sapori. L’Accordo siglato dalla Università dei Sapori – Centro Nazionale di Formazione e Cultura dell’Alimentazione, presente in Umbria da più di 10 anni e che si sta affermando sempre più nel panorama nazionale ed internazionale come punto di riferimento per la formazione dei professionisti e degli aspiranti professionisti della ristorazione, dell’accoglienza turistica e della distribuzione alimentare – e dalla Unione Regionale Cuochi Umbri – Federazione Italiana Cuochi che è l’unica Associazione Cuochi in Italia a rappresentare di diritto la “World Association of Cooks Societies” (WACS) alla quale aderiscono più di 70 Federazioni Nazionali dei cinque continenti – rappresenta un punto di partenza importante per tutto il settore. UNIVERSITÀ DEI SAPORI Centro Nazionale di Formazione e Cultura dell’Alimentazione Via Montecorneo 45, Loc. Montebello 06126 Perugia Tel. 075 5729935 Fax 075 5734611 [email protected] www.universitadeisapori.it Rivista di orientamento nel food service 65 N egli ultimi anni la candela è diventata un bene voluttuario, un oggetto che si acquista per il piacere di averlo e che rispecchia il gusto personale di chi la possiede. Le motivazioni all’acquisto si collocano fra quelle dei profumi e dei complementi di arredo. Per questo, alla produzione tradizionale si è affiancata e sviluppata quella delle candele per la ristorazione, basata sulla continua ricerca di forme innovative, nuovi colori che creano una calda e ricercata atmosfera. Il forte dinamismo di questo mercato consente di prevedere notevoli incrementi di consumo in Europa nei prossimi anni, supportati dal cambio di destinazione d’uso del prodotto: da semplice illuminazione d’emergenza a vero e proprio “oggetto di culto”. La candela oggi viene usata per creare il più prezioso dei beni immateriali: l’ambiente o “anima” di una situazione, di un evento. Per andare incontro a questo genere di bisogno si rende necessario il connubio tra alta tecnologia e formulazioni innovative. Il tutto veicolato al grande pubblico attraverso marchi prestigiosi. È da queste semplici ma importanti considerazioni che nasce l’idea: creare un marchio di prestigio e di qualità, riconosciuto a livello internazionale nel settore delle candele. Per realizzare tale obiettivo SER e PRICE’S si uniscono in un gruppo industriale che può contare su quattro punti di forza: innovazione, design, qualità e prestigio. SER Wax Industry Strada Quaglia, 26 10026 Santena (TO) - Italy Tel. +39 011 9455559 Fax +39 011 9455566 www.cere.it PAROLA AGLI ESPERTI Il calendario del contribuente a cura di Massimo Valeri MARZO 2014 Lunedì 17 Marzo 2014 IRPEF RITENUTE ALLA FONTE SU REDDITI LAVORO DIPENDENTE E ASSIMILATI, SUI REDDITI DI LAVORO AUTONOMO Versamento delle ritenute relative ai redditi di lavoro dipendente e assimilati e sui redditi di lavoro autonomo, corrisposti nel mese di Febbraio 2014. IVA CONTRIBUENTI MENSILI Termine per procedere alla liquidazione nonché al versamento dell’imposta eventualmente a debito relativa al mese di Febbraio 2014. IVA LIQUIDAZIONE ANNUALE Versamento dell’imposta relativa al 2013 risultante dalla dichiarazione annuale, differibile con maggiorazione dello 0,4% per ogni mese o frazione per i contribuenti che presentano la dichiarazione unificata annuale. CONTRIBUTI INPS MENSILI Versamento all’INPS da parte dei datori di lavoro dei contributi previdenziali dei lavoratori dipendenti, relativi alle retribuzioni maturate nel mese di Febbraio 2014. IMPOSTA SUGLI INTRATTENIMENTI Termine per il versamento dell’imposta sugli intrattenimenti del mese di Febbraio 2014. TASSA ANNUALE LIBRI CONTABILI E SOCIALI Versamento da parte delle società di capitali della tassa annuale per la tenuta dei libri contabili e sociali. Lunedì 31 Marzo 2014 ACQUISTI DA SAN MARINO Invio telematico della comunicazione degli acquisti presso operatori di San Marino, annotati nel mese di Febbraio 2014. APRILE 2014 Giovedì 10 Aprile 2014 ELENCHI CLIENTI E FORNITORI Invio telematico delle operazioni effettuate nel 2013 da parte dei soggetti con iva mensile. Mercoledì 16 Aprile 2014 IRPEF RITENUTE ALLA FONTE SU REDDITI LAVORO DIPENDENTE E ASSIMILATI E SUI REDDITI DI LAVORO AUTONOMO Versamento delle ritenute relative ai redditi di lavoro dipendente e assimilati e sui redditi di lavoro autonomo, corrisposti nel mese di Marzo 2014. IVA CONTRIBUENTI MENSILI Termine per procedere alla liquidazione nonché al versamento dell’imposta eventualmente a debito relativa al mese di Marzo 2014. CONTRIBUTI INPS MENSILI Versamento all’INPS da parte dei datori di lavoro dei contributi previdenziali dei lavoratori dipendenti, relativi alle retribuzioni maturate nel mese di Marzo 2014. IMPOSTA SUGLI INTRATTENIMENTI Termine per il versamento dell’imposta sugli intrattenimenti del mese di Marzo 2014. Martedì 22 Aprile 2014 ELENCHI CLIENTI E FORNITORI Invio telematico delle operazioni effettuate nel 2013 da parte dei soggetti con iva trimestrale. Mercoledì 30 Aprile 2014 IVA RIMBORSO/COMPENSAZIONE TRIMESTRALE Termine per la richiesta di rimborso/compensazione dell’IVA a credito del trimestre precedente (GennaioMarzo 2014). ACQUISTI DA SAN MARINO Invio telematico della comunicazione degli acquisti presso operatori di San Marino, annotati nel mese di Marzo 2014. 68 ORIZZONTE FISCO & PREVIDENZA La tracciabilità dei canoni di locazione Nuovi chiarimenti dal Dipartimento del Tesoro Massimo Valeri - Commercialista D [email protected] opo più di un mese dall’introduzione dell’obbligo, il dipartimento del Tesoro interviene chiarendo la nuova disciplina sulla tracciabilità dei pagamenti dei canoni di locazione. Il principale aspetto oggetto di attenzione è il regime sanzionatorio: viene infatti chiarito che, affinché possano essere irrogate le sanzioni previste dalla disciplina antiriciclaggio, rileva esclusivamente l’ormai famoso limite dei 1.000 euro previsto dalla disciplina antiriciclaggio. Viene inoltre stabilito che la finalità di conservare traccia delle transazioni in contante può ritenersi soddisfatta fornendo una prova documentale, a forma libera, purché chiara e idonea ad attestare la devoluzione di una determinata somma di denaro contante al pagamento del canone di locazione. Prima di entrare nel merito delle novità, ricordiamo brevemente quanto era stato previsto con la Legge di stabilità 2014 in merito al pagamento dei canoni di locazione a uso abitativo, mentre rimangono escluse le locazioni di tipo commerciale. Con l’intervento in oggetto è stato previsto che dal 1° gennaio 2014: • i canoni di locazione devono essere corrisposti mediante strumenti di pagamento tracciabili (es. assegno, bonifico o carta di credito), indipendentemente dall’importo degli stessi; • la tracciabilità dei pagamenti risulta necessaria per l’ottenimento delle agevolazioni e delle detrazioni fiscali; • ai comuni sono assegnate funzioni di monitoraggio sui contratti di locazione abitativa in essere: a tal fine, questi ultimi, potranno altresì ricorrere al registro di anagrafe condominiale ove, come noto, sono annotati i dati relativi agli inquilini degli immobili. In sede di prima interpretazione della norma, fu chiarito che le sanzioni applicabili nel caso in cui il canone di locazione a uso abitativo fosse stato corrisposto in contanti fossero quelle previste dalla normativa antiriciclaggio per il trasferimento di contanti ultra-soglia. In realtà la norma nulla prevedeva in merito, ma tale interpretazione fu condivisa a seguito del richiamo alla disciplina antiriciclaggio. Pertanto, indipendentemente dall’importo dei canoni stessi, si riteneva applicabile la sanzione prevista in materia antiriciclaggio, dall’1 al 40% dell’importo del canone, sia in capo al locatore che al conduttore, con una soglia minima di 3.000 euro, così come previsto dall’art. 58 del D.Lgs. 231/2007. Con la nota prot. DT 10492 del 5 febbraio 2014, il dipartimento del Tesoro ha tuttavia chiarito che, “ai fini dell’irrogazione delle sanzioni comminate ai sensi del d.lgs. n. 231/07, con finalità di prevenzione del riciclaggio e di finanziamento al terrorismo, rileva unicamente il limite stabilito dall’art. 49 del citato decreto”. Pertanto, affinché possano essere irrogate le sanzioni prima richiamate, rileva esclusivamente l’ormai famoso limite dei 1.000 euro previsto dalla disciplina antiriciclaggio. Attualmente, tuttavia, non è chiaro quali siano le sanzioni previste per il pagamento “non tracciato” dei canoni di locazione di importo compreso tra 0 e 999,99 euro. La nota del dipartimento del Tesoro contiene un’altra importante precisazione: “la finalità di conservare traccia delle transazioni in contante, eventualmente intercorse tra locatore e conduttore, può ritenersi soddisfatta fornendo una prova documentale, comunque formata, purché chiara, inequivoca e idonea ad attestare la devoluzione di una determinata somma di denaro contante al pagamento del canone di locazione, anche ai fini dell’asseverazione dei patti contrattuali, necessaria all’ottenimento delle agevolazioni e detrazioni fiscali previste dalla legge a vantaggio delle parti contraenti”. In considerazione di quanto sopra, pertanto, si potrebbe tranquillamente ritenere assolto il nuovo obbligo di tracciabilità dei pagamenti dei canoni di locazione a uso abitativo, con la consegna della ormai nota ricevuta di pagamento. Inoltre, sempre a seguito del chiarimento fornito, le attestazioni di pagamento sembrerebbero altresì sufficienti al fine di poter beneficiare delle agevolazioni e delle detrazioni previste dal fisco. LEGGE SABATINI-BIS Regole per l’accesso a finanziamenti agevolati e contributi per le PMI www.integraassociati.it Alessandro Sorci - STUDIO INTEGRA Commercialisti Avvocati Consulenti del Lavoro È stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il DM 27.11.2013 recante le disposizioni attuative per l’accesso ai finanziamenti agevolati e ai contributi previsti per le PMI dall’articolo 2 del c.d. decreto del fare (DL n. 69/2013). Per accedere alle agevolazioni – che si sostanziano in finanziamenti agevolati e contributi – le PMI dovranno possedere i seguenti requisiti: i) aver stabilito la propria sede in Italia; ii) trovarsi nel pieno esercizio dei propri diritti, non risultando ad esempio in liquidazione volontaria o sottoposte a procedure concorsuali; iii) non aver ricevuto e successivamente non rimborsato o depositato gli aiuti sanciti quali illegali dalla Commissione Europea; iv) non versare in condizione di difficoltà finanziaria. Le spese ammesse consistono principalmente nell’acquisto o l’acquisizione in leasing di macchinari produttivi nuovi, beni strumentali dell’impresa e attrezzature ad uso produttivo, nonché tecnologie digitali, hardware e software. Per accedere alle agevolazioni gli interessati dovranno presentare apposita domanda secondo le modalità che presto verranno annunciate con circolare da parte del Ministero dello Sviluppo Economico. Il finanziamento ottenuto dalla PMI (a cui è collegato un contributo) deve essere interamente utilizzato per l’acquisto, o l’acquisizione nel caso di operazioni di leasing finanziario, di macchinari, impianti, beni strumentali di impresa e attrezzature nuovi di fabbrica ad uso produttivo, nonché di hardware, software e tecnologie digitali, classificabili, nell’attivo dello stato patrimoniale, alle voci B.II.2, B.II.3 e B.II.4, dell’art. 2424 del codice civile, e destinati a strutture produttive già esistenti o da impiantare, ovunque localizzate nel territorio nazionale. Gli investimenti ammissibili sono destinati nei limiti e alle condizioni stabiliti nel regolamento GBER per gli «aiuti agli investimenti e all’occupazione alle PMI» a: • creazione di una nuova unità produttiva; • ampliamento di una unità produttiva esistente; • diversificazione della produzione di uno stabilimento; • cambiamento fondamentale del processo di produzione complessivo di una unità produttiva esistente; • acquisizione degli attivi direttamente connessi ad una unità produttiva, nel caso in cui l’unità produttiva sia stata chiusa o sarebbe stata chiusa qualora non fosse stata acquisita e gli attivi vengano acquistati da un investitore indipendente. Gli investimenti devono essere avviati successivamente alla data della domanda di accesso ai contributi, ovvero entro il termine previsto negli specifici regolamenti comunitari settoriali. Per avvio dell’investimento si intende la data del primo titolo di spesa ammissibile. A fronte del finanziamento viene concessa un’agevolazione nella forma di un contributo pari all’ammontare complessivo degli interessi calcolati in via convenzionale su un finanziamento al tasso d’interesse del 2,75 per cento, della durata di cinque anni e d’importo equivalente al predetto finanziamento. ECONOMIA La consulenza finanziaria oggi Verecondo Susta - Consulente finanziario e Private Banker Banca Fideuram SpA P arlare di consulenza finanziaria oggi è particolarmente difficile, l’attuale situazione economica non aiuta i risparmiatori ad avvicinarsi al mondo degli investimenti con fiducia, tranquillità e consapevolezza. Il risparmiatore fa molta fatica a comprendere la differenza tra l’attività di consulenza finanziaria di un professionista, il consiglio di un amico o il suggerimento di un giornale. Sembra rientrare tutto nello stesso calderone ma ovviamente non è così. Oggi è possibile individuare professionisti dotati di una adeguata preparazione professionale, con alle spalle una vasta cultura finanziaria e una struttura di riferimento solida capaci di parlare con il cliente e non al cliente. Rendere le cose semplici e comprensibili non è facile ma è essenziale. Se il risparmiatore con un dialogo aperto si confronta con il professionista in modo chiaro è possibile evitare una delle trappole più frequenti e cioè la “mancanza di chiarezza e le promesse non mantenute”. I passaggi sono semplici da elencare ma talvolta difficili da realizzare ed è possibile riassumerli in questi punti da affrontare con il cliente, comprendere le esigenze, concordare gli obiettivi, individuare le migliori soluzioni disponibili, affiancare e assistere nel tempo. Questa breve premessa mi permette di introdurre un tema particolarmente attuale in questo contesto di mercato. Le famiglie oggi hanno un approccio estremamente prudente e conservativo, i tassi sono ai minimi storici e i titoli di stato per lungo tempo porto sicuro dei risparmiatori oggi non sono più considerati [email protected] privi di rischi. La componente di chi si avventura nei mercati finanziari con una certa spregiudicatezza è esigua e la priorità non è più massimizzare il rendimento ma la conservazione del capitale. Ovviamente questo non ostacola la ricerca di soluzioni adeguate all’attuale situazione economica. Una esigenza particolarmente avvertita dalle famiglie è oggi quella di avere un ritorno periodico adeguato dai propri investimenti con l’obiettivo di conservare nel tempo il capitale e possibilmente preservarlo dall’inflazione. Nel panorama attuale tale esigenza può essere soddisfatta con la sottoscrizione di fondi con dividendi distribuzione periodica degli stessi. L’erogazione può avvenire con cadenza mensile, trimestrale, semestrale o annuale. Ovviamente è importante, ed in questo la figura di un professionista è indispensabile, costruire un portafoglio individuando i prodotti migliori da ogni punto di vista particolarmente diversificati e adatti all’attuale contesto di mercato. È altrettanto fondamentale sottolineare che i flussi derivanti dalle cedole possono essere utilizzati dalla famiglia per varie esigenze quotidiane, ma possono anche alimentare altri investimenti con finalità di accumulo di capitale o previdenziali. Questa strada, ancora poco utilizzata in Italia all’estero, dove i sistemi previdenziali sono meno generosi o addirittura quasi assenti è da molti anni uno dei pilastri della consulenza finanziaria alle famiglie. Rivista di orientamento nel food service 69 INSERZIONISTI Gli INSERZIONISTI In questo numerodi questo numero AgugiAro e FignA Molini SpA itAlBovini Srl Guglielmo Spa Acqua Minerale San Benedetto Spa Treviso Collecchio Via Nazionale Scorzè (VE) - Tel. 800 544555 (Pr) Tel. 0422.401551 88069 Copanello (Cz) Tel. 0521.301701 www.sanbenedetto.it Tel. 0961 911063 [email protected] Fax 0422.347724 Fax 0521.301777 www.caffeguglielmo.it - [email protected] Azienda Agricola Minelli [email protected] www.agugiarofigna.com HDI Spa - Feletti Via F.lli Cairoli - Zona ind.le sud BiAnconi SpA Via per Ripalta Arpina, 33 BAcchi 06023 Gualdo Tadino (PG) iveco – luigi 26012 Castelleone (CR) Tel. 075 9108159 Giano dell’Umbria (Pg) Collestrada (Pg) Tel. 0374 350150 Fax 075 9108159 Tel. 0742.847145 Tel. 075.394046 www.hdi-spa.it - [email protected] [email protected] Fax 0742.99346 Hero Italia Fax Srl 075.5990399 www.birraflea.com www.bianconi1947.it Via Leoni, 4www.luigibacchi.it Agrifood Abruzzo Srl 37121 Verona (Vr) Via S. Bernardino, 196 Bonduelle itAliA Srl Tel. 045 8060943 - Fax 045 25018 Montichiari (BS) d’Argon (Bg) pc Service Srl8060900 San Paolo www.hero.it Tel. 030 9981530 - Fax 030 9981520 Perugia Tel. 035.4252411 I.l.c.o. Srl www.agrifood.it - [email protected] Tel. 075.5005589 www.bonduelle-foodservice.it Strada Onanese, km 4.300 Agugiaro & Figna Molino Spa Fax 075.5018005 01021 Acquapendente (Vt) Strada dei Notari, 25 27 ceSAre regnoli & Figlio Srl Tel. 0763 711133 - Fax 0763 711155 43044 Collecchio (Pr) www.pcserviceumbria.it Bologna www.ilcosrl.it - [email protected] Tel. 0521 301701 - Fax 0521 301777 Tel. 051.222483 Innovazione Srlpizzoli SpA www.agugiarofigna.com Fax 051.269938 Via G. Garibaldi,Budrio 93 [email protected] (Bo) 06063 Magione (PG) Antica Norcineriawww.regnoli.it F.lli Ansuini Snc Tel. 051.6924511 Tel. 075 8472263 - Fax 075 8478170 Viale della Stazione cgM Srl Fax 051.6920293 innovazione2006.com 06046 Norcia (Pg) Pollenza (Mc) www.pizzoli.it [email protected] Tel. 0743 816809 - Fax 0743 824522 Tel. 0733.201025 Itaco www.fratelliansuini.com iunione AliMentAri Srl Str.rL. Ariosto,induStrie 39 [email protected] Fax 0733.201016 06063 Magione (PG) Azimut - p.f. Brunello Pericoli Avegno (Ge) www.cgmsurgelati.it Tel. 075 8472548 - Fax 075 8478051 Str. del Carrato 68 Tel. 0185.79043 Soc.c(Pg) oop.AgricolA www.itaco-horeca.it 06063 c S.onServe FelicianoitAliA di Magione Fax 0185.799025 [email protected] S. Lazzaro di Savena (Bo) Tel. 349 8450048 www.lariunione.it Italbovini Srl [email protected] Tel. 051.6228311 Via Campagne, 10 Barry Callebaut AG Fax 051.6228312 SAlA (TV) 31024 Tempio di Ormelle Westpark Pfingstweidstrasse 60 www.conserveitalia.it San Giustino Tel. 0422 401551 Fax 0422(Pg) 347724 8005 Zurich Switzerland www.italbovini.it - [email protected] Tel. +41 43 204d04 04project group eltA Tel. 075.8583753 L’Ascolana Srl Fax +41 43 204 04 00 Fax 075.8583415 Assisi (Pg) Zona Industriale Campolungo II Fase www.barry-callebaut.com www.salasedie.it Tel. e Fax 075.8042624 63100 Ascoli Piceno Bernardini Gastone Srl Tel. 0736 403437 Fax 0736 226540 Via di Lavoria,[email protected] 83/85 SiFA Srl www.lascolana.com 56040 Cenaia (Pi) deMetrA Srl Perugia Centro Italia Veicoli Industriali Spa Tel. 050 644100 Talamona (so) 075.5051028 Conc. IvecoTel. (Luigi Bacchi) www.bernardinigastone.it Tel. 0342.674011 Via della Valtiera, 79 Bianconi Spa Fax 075.5006862 Fax 0342.674030 06087 Perugia www.sifa.it Piazza del Mercato Tel. 075 394046 - Fax 075 5990399 06030 Bastardo di Giano dell’Umbria (Pg) www.demetrafood.it www.luigibacchi.it - [email protected] Tel. 0742 99423 - Fax 0742 99742 togni SpA FreSySteM SpA Pizzoli Spa www.bianconispa.it - [email protected] Serra San Quirico (An) Caivano (Na) Via Zenzalino Nord, 1 Clai soc. coop. agricola Srl Tel. 081.400816 40054 BudrioTel. (Bo)0731.8191 Via Gambellara, 62/A Fax 0731.880035 Tel. 051 6924511 - Fax 051 6920293 40020 Sasso Morelli (Bo) FaxImola 081.419059 www.pizzoli.it www.togni.it Tel. 0542 55711 - Fax 0542 55777 www.fresystem.com Pucci Ufficio Srl www.clai.it - [email protected] FrieSlAnd cAMpinA itAly Srl Via A.Barteri, 8 trinità SpA Conserve Italia Soc. Coop. Agricola 06100 Perugia Via Poggi, 11 Agrate Brianza (Mb) Vallese(Pg) di Oppeano (Vr) Tel. 075 505921 - Fax 075 5059250 40068 S. LazzaroTel. di Savena (Bo) 039.6072500 Tel. 045.6984075 www.pucciufficio.com Tel. 051 6228311 Fax 051 6228312 Fax 039.6072509 Fax 045.6984109 [email protected] www.valfruttagranchef.it www.debic.com www.trinitaspa.it Riunione Industrie Alimentari Srl Dinon Group Spa Via Marconi, 2 - 16030 Avegno (Ge) Via del Gelso, 110ForMec BiFFi SpA t ruck line 799025 Tel. 0185 79043 - Fax 0185 45014 Porto San Viro (Ro) Rocco al Porto (Lo) www.lariunione.it Perugia Tel. 0426 631820 - Fax 0426 633870 Tel. 0377.45401 [email protected] www.dinongroup.com - [email protected] Tel. 075.5055931 SER Wax Industry Ecosuntek Spa Fax 0377.569331 Fax 075.5057146 www.formec.it Strada Quaglia, 26 Via Madre Teresa di Calcutta snc [email protected] 10026 Santena (TO) 06023 Gualdo Tadino (PG) gelAti Stocchi Srl Tel. 011 9455559 Tel. 075 9141817 - Fax 075 8501777 uMBrASAluMi Srl Arezzo Fax 011 9455566 www.ecosuntek.com - [email protected] Ponte Felcino (Pg) Tel. 0575.984033 www.cere.it Elle Esse Snc Tel.S.r.l. 075.6910485 Urbani Tartufi Via Faustana, 44 Fax 0575.984143 Fax 075.5919273 SS. 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