L`emergenza è notevole, ma Menetti ha le capacità

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L`emergenza è notevole, ma Menetti ha le capacità
LA VOCE DEL SANTONE A Smirne non era la vera Grissin Bon, ma perdere non significa rinunciare a giocare
L'emergenza è notevole, ma Menetti ha le capacità per saltarci fuori
Viste considerate le numerose assenze, la Grissin Bon, in quel di
Smirne, non avrebbe certamente potuto vincere, ma nemmeno
subire una batosta del genere. Perché perdere non significa
rinunciare a giocare, specialmente quando si è primi in classifica
e si punta alla conquista di posizioni importanti. A Smirne,
secondo me, hanno giocato bene solo Polonara e Strautinis. Della
Valle si è impegnato, ma è stato sfortunato al tiro. Gli altri? Poco
da dire, se non segnalare la poca partecipazione al gioco di
gruppo. Se a tutto ciò si aggiunge la disattenta prestazione
difensiva, ecco che il risultato finale si giustifica da solo.
Comunque, la Grissin Bon è e resta squadra forte, ma per il future
bisognerà vedere se gli infortunati si riprenderanno come e
quando. Frosini dice che la società sta monitorando il mercato,
quindi significa che c'è apprensione circa i tempi di recupero di
Kaukenas e compagni. Proprio a proposito di Kaukenas, ricordo
che, secondo le comunicazioni della dirigenza, dopo l'infortunio
avrebbe dovuto riprendersi in pochissimo tempo, invece si contano
giorni e mesi, e chissà fino a quando bisognerà contarli. Stesso
discorso per Lavrinovic: si dice che rientrerà fra un mese;
speriamo, ma bisognerà vedere di quanti giorni sarà formato quel
mese. Aradori e Gentile, invece, dovrebbero rientrare alla svelta e
fornire il loro importante contributo. Intanto è alle porte la Coppa
Italia. Fra una settimana, i grissini dovranno fare i conti con
Avellino ed è sperabile che qualche problema sia già risolto,
altrimenti correranno un grosso rischio. Beh, considerando che la
ella continua a perseguitare dirigenti, tecnici e giocatori, resta
mportante sottolineare che è già in bacheca la Supercoppa e che
I campionato vede la "banda Menetti" in testa alla classifica.
Quindi Coppa Italia o no, restano aperte le porte per lo scudetto.
Vedremo come andrà a finire. Ritornando all'Eurocup, bisogna
ricordare che anche Venezia è uscita di scena, mentre il futuro
vede ancora in lizza Milano e Trento. Ad entrambe i meritati e
doverosi complimenti. Intanto coach Menetti dovrà rimboccarsi le
maniche per risolvere i problemi esistenti. Ne ha le capacità.
Bravissimo nel lancio di giovani giocatori (Strautins è il suo
ennesimo successo), Cuoco Nostrum dovrà dimostrarsi in grado
anche di dare una svolta decisiva alla situazione. Non è sufficiente
dire "C'è tutto il tempo per recuperare e arrivare al top a
maggio". Non è sufficiente per due motivi: in primo luogo perché
"chi ha tempo non aspetti tempo" e poi perché bisognerà vedere
come e quando si esauriranno i tempi di recupero degli infortunati.
Menetti ha espresso parole chiare anche in merito all'uscita
dall'Eurocup, lasciando intendere che tutto è dipeso dalle partite
perse con Trento e Trebisonda. Stesso discorso quello effettuato
da Alessandro Frosini, come sempre sereno anche nei momenti
più difficili del dopo partita: "L'esordio di Trento è un handicap
che ci siamo portati dietro anche a Trebisonda, dove avremmo
potuto vincere". Ha perfettamente ragione, ma deve tener conto
che anche in campionato, i grissini hanno perso partite che
avrebbero potuto vincere. Perché? Ecco l'amletico dilemma rincorso da tutti, sportivi compresi, per cercare di comprenderne i
motivi. Ho già detto e scritto più volte che la squadra, quando non
è in giornata, viene avvolta in un buio totale e globale, dove tutti i
giocatori, non solo uno o due, ne sono coinvolti. Il problema è
questo. Infine due parole su Golubovic. Ha dimostrato di essere
ottimo giocatore quando servito a dovere in area. Non lo è invece
quando deve essere lui a servire gli altri. C'è chi dice sia
refrattario al gioco di corsa effettuato dai compagni di squadra. In
poche parole, per il suo gioco, secondo alcuni addetti ai lavori,
dovrebbero essere usati ritmi lenti. Sì, forse è vero, ma non
dimentichiamo che a Smirne, quando De Nicolao l'ha servito a
dovere, Golubovic ha dato prova del proprio valore. Ergo, non si
tratta di stabilire ritmi, perché un pivot è giocatore destinato a
raccogliere rimbalzi e a trasformare in canestri i servizi della
squadra. Pretendere che sia in grado di trasformarsi da punto di
riferimento a servitore è un po' troppo, perché il ruolo di pivot ha
regole che debbono essere eseguite correttamente e non confuse
con quanto, invece, si addice a Lavrinovic, che è più post che
pivot. Quindi fiducia per Golubovic e per tutta la squadra, perchè
quella vista a Smirne non era la vera Grissin Bon.
(Gian Matteo Sidoli)