Rassegna Stampa 23 24 25 Luglio 2016

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Rassegna Stampa 23 24 25 Luglio 2016
Cod.: IL.1-Mod.1
Rev. 1
MODULO
Via Fissiraga, 15 - 26900 Lodi
RASSEGNA STAMPA
Ufficio per le Relazioni
con il Pubblico
e Servizio Accoglienza
Data: 24/05/2016
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rassegna stampa
23/24/25 Luglio 2016
IL CITTADINO
•
Ginecologo a processo: «Garze lasciate nell’addome»
•
La medicina sportiva ritorna nell’ospedale
(23/07/2016)
(23/07/2016)
IL GIORNO
•
Dopo uno lungo stop di tre anni in corsia torna ‘medicina
sportiva’ (23/07/2016)
Responsabile del procedimento:
Referente del procedimento:
Dott. Davide Archi
Maurizio Pancerasa
℡
℡
2145
2975
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Medico dell’Ospedale Maggiore è accusato di lesioni gravissime
Ginecologo a processo: «Garze lasciate nell’addome»
di Carlo Catena
Avrebbe rimosso a una 40enne l’ovaio sano invece di quello colpito da cisti e dopo
l’intervento sarebbero rimasti cotone e acciaio nel corpo della donna
Un medico di circa 65 anni in servizio all’Ospedale Maggiore di Lodi è
imputato per lesioni gravissime colpose a seguito della denuncia
sporta da una paziente, una quarantenne di Lodi, che avrebbe subito
l’asportazione dell’ovaio destro, sano, al posto del sinistro, colpito da
una cisti, e che a seguito di questo intervento chirurgico che si ritiene
erroneo si è anche ritrovata due garze lunghe 20 centimetri ciascuna
dimenticate all’interno dell’addome. In questi giorni la donna ha
portato in aula la sua drammatica testimonianza. «Ed è apparso
evidente che questa vicenda è per lei anche una ferita psicologica che
non si rimargina», spiega l’avvocato Loriana Zanuttigh di Pavia, con il
quale la quarantenne si è costituita parte civile. Alla fine del 2013, a
seguito di alcune perdite causate dalla cisti ovarica, la donna, sposata
e con una sola figlia, si fa convincere dal proprio ginecologo di fiducia
a sottoporsi all’asportazione dell’ovaio colpito dalla patologia. All’inizio
di dicembre viene ricoverata e subisce l’operazione. Ma al risveglio
lamenta dolori sempre più forti al basso ventre e anche febbre.
Tredici giorni dopo, l’ospedale decide comunque di dimetterla. Ma i
dolori non passano e così, appena dopo Natale, viene nuovamente
ricoverata d’urgenza al Maggiore: un esame evidenzia la presenza dei
fili di acciaio, presenti nelle garze per individuarle radiograficamente,
vicino all’intestino, e così la donna viene nuovamente operata, questa
volta per estrarre le garze che si ritiene siano rimaste dall’intervento
precedente. Questa seconda operazione però si rivela più complessa
del previsto, perché i corpi estranei sono stati inglobati dai tessuti e
diventa così necessario anche asportare un tratto di intestino. La
donna può lasciare l’Ospedale solamente dopo altri quindici giorni. Ma
a quel punto, delusa dalla sua esperienza lodigiana, decide di
sottoporsi a un esame di controllo al Policlinico San Matteo di Pavia:
una tac, che evidenzia che l’ovaio asportato è quello destro, mentre
quello sinistro, indicato come patologico in tutta la documentazione
preliminare all’intervento, è ancora al suo posto. «Solamente a
questo punto la famiglia ha riesaminato la cartella clinica e ha trovato
l’incongruenza destro-sinistro. E ci si domanda anche come possa
essere accaduto, dato che in sala operatoria non c’era un solo
medico, ma un’intera equipe. A fronte di questa vicenda, la nostra
impressione è che l’Azienda Ospedaliera di Lodi abbia assunto un
Responsabile del procedimento:
Referente del procedimento:
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℡
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atteggiamento di chiusura - osserva l’avvocato Zanuttigh -,
addirittura qualcuno è arrivato ad affermare che, comunque, anche il
secondo ovaio si sarebbe potuto un domani ammalare e aggravare e
che quindi l’asportazione non è stata comunque inopportuna. E
stiamo parlando di una donna che non era ancora in menopausa». La
paziente è costituita nel processo, mentre il marito e la figlia hanno
intentato separatamente una causa civile. La prossima udienza a
metà novembre, a difendere il medico l’avvocato Giorgio Bottani.
Responsabile del procedimento:
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Per i minorenni le certificazioni saranno gratuite
La medicina sportiva ritorna nell’ospedale
di Sara Gambarini
A settembre riaprirà il servizio, a guidarlo sarà il dottor Luigi Collarini, cardiologo e
medico del settore
A settembre riapre il servizio di medicina sportiva all’ospedale di
Casale. L’Azienda Socio Sanitaria Territoriale (Asst, ex Azienda
Ospedaliera) di Lodi, l’Azienda Speciale dei Servizi di Casale (Assc) e
il Comune di Casale lo hanno annunciato ieri mattina in conferenza
stampa, alla presenza del dottor Luigi Collarini, cardiologo e medico
dello sport, che, di fatto, guiderà il
centro medico dello sport al primo
piano dell’ospedale cittadino, insieme
all’infermiera Laura Iannucci e alla
segretaria organizzativa Chiara Donelli.
«Quando l’ex Azienda Ospedaliera ha
rinunciato a medicina sportiva ci siamo
preoccupati insieme alla stessa Ao e
all’Azienda Speciale di riattivarla – ha
dichiarato
il
sindaco
Gianfranco
Concordati, insieme all’assessore ai
servizi sociali Maria Grazia Parazzini - : ora si riapre un servizio
pubblico, che è in capo ancora all’attuale Asst di Lodi ma è erogato
dall’Azienda Speciale che si preoccuperà anche dell’acquisto delle
nuove attrezzature, necessarie». Un elettrocardiografo multicanale,
un cicloergometro, un defibrillatore automatico, lettini per le visite,
sedie e scrivanie. «È stata la stessa ex Azienda Ospedaliera a
spronarci per riaprire questo servizio, così si è collaborato,
nonostante le difficoltà iniziali, perché reperire in zona dottori di
medicina sportiva (ce ne sono 7 in tutto il Lodigiano) e far fronte alle
nuove normative non è stato semplice – ha dichiarato il presidente
dell’Azienda Speciale Antonio Spelta, affiancato dal direttore dell’Assc
Emiliano Gaffuri -: la disponibilità del dottor Collarini, con un
curriculum notevole in varie strutture del Milanese e che ha cessato il
suo precedente servizio presso il Fatebenefratelli di Erba soltanto lo
scorso giugno, ha reso possibile portare a termine il progetto». Paolo
Bernocchi, direttore socio-sanitario dell’Azienda Ospedaliera ha
spiegato: «Medicina sportiva in precedenza dipendeva dalla
cardiologia di Lodi, per cui il personale veniva mandato a Casale per
svolgere l’attività ambulatoriale, ma i pensionamenti, dunque il calo
del personale, insieme all’avvio di emodinamica hanno portato a fare
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delle scelte fra cui la chiusura di medicina sportiva, ma desiderio
dell’Azienda è sempre stato quello di riattivarla; il mio direttore ci
tiene molto a tutti i presidi ospedalieri in un’ottica di
differenziazione», ha concluso. Dal mese di settembre dunque stop
alla viste sportive fuori Provincia o solo presso laboratori privati. «Per
i ragazzi fino a 18 anni le certificazioni di idoneità saranno gratuite –
ha precisato Collarini -, a favore dei giovani che fano sport, anche e
soprattutto nelle società sportive del territorio». Per prenotare le
visite il numero utile è 3297978072. L’avvio effettivo del servizio è
fissato per la prima settimana di settembre.
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Dopo uno lungo stop di tre anni in corsia torna ‘medicina sportiva’
di Nicola Agosti
DOPO un lungo stop di tre anni, dai primi giorni di settembre
all’ospedale di Casale in via Fleming sarà nuovamente attivo il
servizio pubblico di medicina sportiva. Un risultato importante per il
sindaco Gianfranco Concordati, che ha ricordato come «ci siamo
immediatamente attivati per ripristinare il servizio dopo la rinuncia
dell’azienda ospedaliera. Con quest’ultima abbiamo comunque
sempre avuto un rapporto
di
collaborazione,
così
come
con
l’azienda
speciale dei servizi di
Casalpusterlengo.
L’obiettivo personale è
quello di creare un punto
di riferimento per tutto il
territorio».
Molto
più
cauto invece il presidente
di Assc Antonio Spelta. «Dobbiamo partire con calma. Siamo l’unico
servizio pubblico di medicina sportiva nel Lodigiano e dobbiamo
capire innanzitutto di cosa ha bisogno e cosa chiedono le persone». Il
servizio, che ricordiamo è stato riportato in vita grazie all’impegno
dell’Assc in convenzione l’Asst, soddisfa anche il direttore socio
sanitario dell’azienda ospedaliera provinciale Paolo Bernocchi. «Con il
sindaco abbiamo sempre avuto unità d’intenti. Non avremmo mai
voluto togliere questo servizio tre anni fa, ma per problematiche
riguardanti pensionamenti e problemi di turni (gli specialisti erano
inviati dall’ospedale di Lodi, ndr) abbiamo dovuto prendere questa
decisione. Ripartiamo comunque da un livello certamente elevato e
con risorse migliori del passato». A far parte del team ci sarà l’illustre
professor Luigi Collarini, entusiasta per la nuova avventura che lo
attende e che lo riporta indietro negli anni. «Ho accettato con
entusiasmo questo nuovo incarico perché mi riporta all’inizio della
mia carriera quando mi occupavo appunto di medicina sportiva.
L’importante per me è arrivare ai più giovani che fanno attività
agonistica». Per Emiliano Gaffuri invece, direttore di Assc,
«riportando in auge questo servizio si crea un’alleanza che sul
territorio fa la differenza. Puntiamo molto sulla qualità e su una
crescita progressiva». «ERA una grossa opportunità da cogliere» ha
spiegato invece l’assessore ai Servizi Sociali Maria Grazia Parazzini. A
margine della conferenza stampa intanto il primo cittadino ha voluto
Responsabile del procedimento:
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chiarire la situazione riguardante la riapertura del supermercato a
Zorlesco. «Ci stiamo interessando alla trattativa che dovrebbe portare
alla riapertura. Se però entro una settimana non si chiude la
trattativa studieremo altre ipotesi. Gli spazi per aprire una bottega in
un’altra zona della frazione ci sono, così come altri soggetti
interessati».
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