Una città nella città, l`ex manicomio di Collegno.
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Una città nella città, l`ex manicomio di Collegno.
Sabato 23 gennaio 2016. Una città nella città, l’ex manicomio di Collegno. Storia degli ospedali psichiatrici. Tra il 1675 e il 1730 i frati del convento di San Giovanni e la confraternita del SS. Sudario e Beata Vergine si occupavano di malati di mente fino a che nel 1728 essi lasciarono l’Ospedale San Giovanni Battista per approdare nella costruenda struttura di via Giulio (ang. Via Piave) detta dei “pazzerelli”, grazie ad una donazione del terreno ed al benestare del re Vittorio Amedeo II. I ricoverati non avevano trattamenti medici ma venivano solo custoditi quasi fosse un carcere. Se non altro criminali e vagabondi erano divisi da coloro che avevano disordini mentali. Il periodo napoleonico vede via via la saturazione dei posti disponibili e dal 1854 il pericolo di epidemie di colera consigliarono di trasferire in parte i degenti presso la struttura della Certosa di Collegno allora retta dai monaci. Le grandi dimensioni disponibili permisero ai malati di svolgere lavori manuali viste le necessità anche manutentive e gli ampi spazi agricoli diventarono una sorta di azienda agricola. Dall’anno dopo quindi la Certosa divenne il Regio Mancomio. I padiglioni nel corso dei decenni si ampliarono tra il 1864 e il 1900 costruiti su progetto dapprima di Ferrante e poi di Fenoglio. Sorsero anche numerosi laboratori dei mestieri ma ciò che si mise in pratica, in anteprima in Italia, fu la sperimentazione della separazione per tipo di disturbi mentali. Nel 1904 si arriva ad una legge che distingueva i malati tra soggetti pericolosi e non contraendo quindi il numero dei ricoverati. Anche il personale via via si laicizza e si avvicina al ruolo più appropriato della medicina. L’originaria confraternita possedeva però delle strutture nonché ad essa erano affiliati i grandi luminari della psichiatria. Fu nel 1910 con 600 posti letto che iniziò l’attività della struttura provinciale di Savonera che a differenza di altre non prevedeva sbarre o muri di cinta in quanto adibita a malati “tranquilli”. Ben altra situazione di quella che presentava Collegno in cui avvennero anche delle rivolte dettate dal sovraffollamento. Nel 1913 un’altra struttura provinciale adibita a ricovero viene costruita sulla strada di Pianezza che nel 1928 ospitava ben 559 ospiti. Nel frattempo dopo una situazione transitoria di trasferimenti per porre rimedio al problema un nuovo ospedale nello stesso anno viene progettato da Corazza a mò di cittadella a Grugliasco con una previsione d’un massimo di 1500 persone presenti a vario titolo. Anche qui si poneva molta attenzione alla salubrità ambientale e fu adibito principalmente alla parte femminile. Il conflitto mondiale ne sospese la costruzione riducendo anche la pressione data dal numero dei degenti. Si riprese nella costruzione tra il 1925 e il 1928 ad opera del progettista Torretta. Finalmente nel 1931 il grande ospedale fu intitolato Vittorio Emanuele III e in parte fu coinvolta anche la provincia di Aosta. Negli anni fino al 1934 anche all’interno della ex Certosa si costruirono le “ville” Regina Margherita in cui si curavano i degenti delle famiglie più abbienti che godevano d’un trattamento migliore. Anche questi ospedali subirono danni dovuti ai bombardamenti dopo il 1942. Nel 1946 decadde a seguito del referendum l’appellativo “regio manicomio”. Altre “ville” furono dedicate ai bambini negli anni ’60 che abitavano a villa Azzurra e villa Rosa (del 1966). E da quegli anni che i tempi nuovi portarono alla crisi dei manicomi con strutture open door come villa Verde mentre si passò a definitiva chiusura di villa Azzurra nel 1979 sull’onda delle generali contestazioni secondo le idee di Basaglia. Anche la struttura di via Giulio chiuse nel 1973 e due anni dopo l’acquisì il comune di Torino per adibirla ad Anagrafe. Nel 1980 chiudevano sia Collegno che Grugliasco e le competenze furono attribuite all’ASL To3. Oggi a Grugliasco nell’’ex ospedale ha la sede il canile, alcune funzioni dell’Arpa, la Protezione civile e l’università di Agraria. Tra le curiosità recenti avvenute di recente nell’ex manicomio di Grugliasco ecco a lato un’immagine del video girato da Caparezza il 30 luglio 2015 per la canzone “compro horror” inserita nell’album Museica. Buona pedalata a tutti da Mario.