Il duello di Artù e Lancillotto

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Il duello di Artù e Lancillotto
Thomas Malory
Il duello di Artù e Lancillotto
(Tratto da Storia di re Artù e dei suoi cavalieri)
Il primo incontro tra Artù e colui che sarà il suo cavaliere più fedele, Lancillotto del Lago, si risolve
in un rude duello. Senza l’intervento di Merlino, il re finirebbe ucciso per mano di Lancillotto.
Non molto tempo dopo accadde che uno scudiero giungesse a corte, portando sull’arcione un uomo
ferito a morte; l’uomo narrò che un cavaliere, che aveva il proprio padiglione presso una fonte, lo aveva
quasi ucciso in duello. Artù decise di vendicarlo, perciò ordinò che si approntassero il suo cavallo e la sua
armatura, quindi partì con l’intenzione di scovare il
misterioso cavaliere della fonte.
Strada facendo, si imbatté in Merlino che gli rivolse
queste parole:
«Sei vicino alla morte, le stai andando incontro al
galoppo e senza il mio aiuto non riuscirai a
scamparla!»
Così il mago proseguì il cammino con il re e presto
raggiunsero il luogo dove sorgeva il ricco padiglione
del cavaliere, che sedeva su di un seggio, armato di
tutto punto.
«Perché sedete in attesa di costringere i cavalieri che passano per questi paraggi a giostrare contro di
voi? Vi ordino di abbandonare immediatamente questo vostro costume!» gli intimò Artù.
Rispose l’altro: «Queste sono le mie usanze e se a voi non piacciono, ebbene, poneteci rimedio!»
esclamò il cavaliere della fonte montando a cavallo e imbracciando la lancia e lo scudo.
Iniziò così una rude battaglia, durante la quale i colpi e i fendenti fecero volare a pezzi le armature; i
contendenti si scontrarono come montoni fino a che non caddero entrambi a terra. Allora si colpirono
contemporaneamente, ma la spada di Artù si spezzò sotto la forza del colpo dell’avversario.
«Ora siete in mio potere! Dichiaratevi vinto o sarò costretto a mettervi a morte.»
«Morte, sii la benvenuta, se il prezzo della vita è quello della resa» gridò Artù, balzandogli addosso.
Ma lo sconosciuto riuscì ad afferrarlo per la vita, a portarsi sopra di lui e a togliergli l’elmo; mentre si
accingeva a mozzare la testa del re, apparve Merlino.
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«Trattenete la mano, cavaliere. Se lo ucciderete, getterete il regno nella sventura. Quest’uomo è più
nobile di quanto pensiate.»
«Chi è?»
«Re Artù!»
Allora il cavaliere ebbe timore e restò immobile con la spada sollevata dalle due mani, proprio sopra il
capo del sovrano; Merlino gli gettò un incantesimo, facendolo cadere a terra addormentato, poi rialzò il
re e lo fece montare a cavallo. Artù esclamò:
«Merlino, lo hai ucciso! Era l’uomo più forte che avessi mai incontrato e io preferirei essere privato del
mio regno, piuttosto che saperlo morto!»
«È più sano di te! È solo addormentato, ma si risveglierà fra tre ore. Ti avrebbe ucciso, se non lo avessi
trattenuto: il suo nome è Lancillotto del Lago e d’ora in poi sarà il tuo cavaliere più fedele.»
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