La Figura di Re Artù di Giovanni Bellisario 1 di 8 L`arte romanica in
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La Figura di Re Artù di Giovanni Bellisario 1 di 8 L`arte romanica in
La Figura di Re Artù di Giovanni Bellisario L’arte romanica in Puglia, ed in particolare dall’ingresso, percorrono le tre navate. Quel- lo principale, nella navata centrale, iden- nel Salento, fu influenzata da presenze di- tificato come una rappresentazione dell’al- verse, che si sovrapposero nel corso del tem- bero della vita, presenta in prevalenza scene po: Longobardi, Bizantini, Normanni. bibliche. Nel Basso Salento l’influenza bizantina, spe- In una vorticosa sintesi di simbologie e di cie nell’arte pittorica e musiva fu prevalente. rappresentazioni l’occhio coglie una scena la La cattedrale di Otranto ne è un esempio. cui presenza lascia perplessi e l’interrogativo Il suo mosaico pavimentale è una sintesi in- è quasi immediato: ”Che cosa ci fa in quel discutibile di tali influenze. mosaico re Artù? Quell’immagine raffigura Nel VI° secolo, Gregorio Magno scriveva davvero il leggendario sovrano celtico? E, “L’immagine è la scrittura degli illetterati”. infine, la raffigurazione di Artù nasce con il Attraverso il linguaggio artistico, infatti, ed in mosaico originario o è frutto di un intervento particolare quello pittorico, del quale il mo- successivo?” saico diviene un’espressione, analfabeti e A queste domande, da decenni, illustri stu- pellegrini erano messi in condizioni di co- diosi della materia hanno fornito risposte, noscere e comprendere con un linguaggio formulato ipotesi, tratto conclusioni a volte fatto di scene ed immediatezza visiva gli in- contraddittorie. segnamenti della fede. In tutto il Medioevo si assiste ad un mol- Non tiplicarsi di rappresentazioni iconografiche tratte dalle sacre scritture. certezza, se sia esistito storicamente un Artù Quando l’occhio corre al mosaico pavimen- sovrano celtico o se tale figura sia, come ritenuto da molti, il frutto di una creazione tale di Otranto, subito è catturato dal vorti- sappiamo, nè mai sapremo con tesa a contrapporre a Carlo Magno un altro coso ondeggiare di figure umane intorno ai sovrano d’origine non franca oppure una rami ed alle foglie degli alberi che, ergendosi creatura fantasiosa voluta per opporre ai 1 di 8 La Figura di Re Artù di Giovanni Bellisario Sassoni insediatisi in Inghilterra i Celti scon- figure di protagonisti. Non vi sono prove certe, ma non vi è nulla cezionale per la sua epoca. L’opera di Goffredo ebbe un successo ec- fitti. Ciò che va rilevato è che Goffredo di Mon- che porti ad escludere aprioristicamente e a ritenere del tutto fantastica l’esistenza di un mouth fu l’unico scrittore medievale a par- dai Romani e preda dell’invasione sassone. eroe in lotta per il proprio paese. Fu, infatti, teggiare per re Artù, rappresentato come un “dux” nella Britannia, da poco abbandonata con la letteratura francese che nacquero le rappresentazioni di turpitudine morale del re, i triangoli adulterini e la guerra con Lancillotto Chrétien de Troys compose le sue opere principali (Erec, Lancelot, Yvain, Conte del graal) tra il 1170 e il 1185, in un momento in cui la letteratura cortese medievale nasceva nelle corti (ogni poeta aveva un protettore od una protettrice come nel caso di Chrétien con Eleonora D’Aquitania) ed era destinata ad una platea cortigiana ed aristocratica e non certo alla Facciata della Cattedrale di Otranto Sicuramente “gente comune”. Il tutto senza scordare che si fa riferimento ad un periodo storico in cui l’Artù storico, ricondotto alla non era stata ancora inventata la stampa, la dimensione di condottiero militare, fu figura trascrizione dei manoscritti avveniva ma- gendario e letterario. ramente; non esistevano case editrici e so- metà del XII° secolo, creò quei personaggi librerie ed era ancora lontana l’invenzione Galvano, Parsifal, eroi dell’ideale cortese. fusione dei testi letterari era caratterizzata da caso come una figura secondaria in rapporto “urgenti” di vittorie e sconfitte in battaglia rate. Le opere di Chrétien ebbero in ogni modo gesta di re Artù, però, comparve tra il 1135 e francesi e normanne, così come in quelle Regum Britanniae”. Ne era autore un chierico fusione nelle corti normanne del sud Italia, Gran parte di quest’opera è dedicata ad Artù. romanzi cortesi in lingua francese eserci- fredo fu l’autore dell’unica vita di re Artù mai un secondo tempo, anche fuori dell’ambiente è una presenza costante, ma non di rado Riassumendo: con Chrétien de Troys nasce il notevolmente meno grandiosa dell’Artù leg- nualmente e la traduzione, spesso, libe- Fu Chrétien de Troyes che, nella seconda cietà di distribuzione di testi letterari, nè immortali che tutti conosciamo: Lancillotto, della Tv e dei quotidiani. In sostanza, la dif- In realtà, nelle sue opere, Artù appare in ogni tempi oggi impensabili (d’altro canto notizie ai personaggi protagonisti delle gesta nar- giungevano dopo anni dal fatto). Il primo, grande racconto della vita e delle gran diffusione, innanzi tutto nelle corti il 1137 in un’opera denominata “Historia italiane. In particolare ebbero notevole dif- inglese: Goffredo (Geoffrey) di Monmouth. nelle quali, a partire dalla corte di Palermo, i Si può tranquillamente sostenere che Gof- tarono una certa influenza, sviluppatasi, in scritta. In tutta la letteratura successiva Artù aristocratico. secondaria, intorno alla quale ruotano altre romanzo cortese e le vicende di Artù e dei 2 di 8 La Figura di Re Artù di Giovanni Bellisario suoi cavalieri assumono un connotato ideale voluttà. Infine si è ritenuta in stretta corre- terario che si svilupperà sempre più nel corso prone, con la vicenda d’Abele e Caino: il lazione l’immagine d’Artù in groppa al ca- e fantasioso, divenendo un fenomeno let- primo ucciso dal fratello malvagio, mentre dei secoli passando per Wolfram von Eschen- bach e giungendo, nel XV° secolo, sino a Artù morirebbe azzannato dal felide. En- Tennyson, sino ai nostri giorni. mento la lotta tra il bene ed il male. trambi gli episodi avrebbero come fonda- Thomas Malory e, via di seguito, ad Alfred Sarebbe ormai circostanza assodata e con- La leggenda della lotta tra il re ed il felide è tramandata nel Livre d’Artus (peraltro con divisa da tutti gli studiosi che il mosaico pa- esito vittorioso per il sovrano contrariamente vimentale della cattedrale di Otranto fu a quanto rappresentato nel mosaico). commissionato dall’Arcivescovo Gionata, pri- Altra particolarità è costituita dal fatto che il mo vescovo latino della città, ed eseguito, re appare “armato” solo di un bastone con il presumibilmente da un monaco basiliano di pomo a palla, che è indicato dai più come nome Pantaleone, forse facente capo all’ab- uno scettro. bazia di S.Nicola di Casole, nel periodo tra il Ora,è necessario puntualizzare alcuni fatti: 1163 ed il 1165. 1) la corona sul capo della figura di Artù non In quell’epoca la Puglia era in mano nor- esisteva in origine essendo stata posta du- manna da quasi un secolo. rante un restauro effettuato nel XIX° sec. In All’epoca della realizzazione del mosaico era un disegno del mosaico realizzato nel 1818 re di Sicilia Guglielmo I° detto “il Malo”. dall’antiquario e storico francese Millin, il Ritornando al nostro personaggio, appare cavaliere risulta, in origine, privo di corona; opportuno richiamare qui quanto evidenziato da C.A. Willemsen nella sua opera sul mo- 2) la parte di mosaico in cui è inserita la piuttosto “fuori tema” quanto alla sua po- neggiata nel corso dei secoli; magine della cacciata di Adamo ed Eva dal- e il personaggio di Abele si nota una sezione egli osserva ”Tre interrogativi si imporranno figura (sembrerebbe una coda o una foglia) figura di Artù è risultata profondamente dan- saico. Riferendosi alla raffigurazione di Artù, sizione nell’opera musiva, effettuata tra l’im- 3) tra la figura di Artù e della sua cavalcatura l’Eden e la vicenda biblica di Abele e Caino, di mosaico, appartenente in origine ad altra anzitutto all’osservatore,dopo che si sarà riavuto dalla sorpresa provocata dall’inattesa visione,vale a dire: quale avvenimento della vita di questo re così avvolto nella leggenda è qui raffigurato;perchè egli è stato effigiato in una maniera così insolita; e,per finire,se e come può essere spiegato il suo inserimento proprio in questo punto”. che nulla ha a che vedere con la scena che presenti il combattimento tra re Artù e il grande diffondersi della letteratura d’argo- gettato a terra ed azzannato nella stessa dei personaggi operanti accanto a lui, aveva strana cavalcatura: un caprone, un animale In sostanza, vogliamo affermare come, al- c’interessa, analogamente altro frammento simile ad una foglia si nota più sopra del capo del re; Abbiamo già evidenziatoto come, relativa- mente alla figura storica di Artù, non sussistessero i presupposti per conferire alla stessa una valenza quasi universale. Al con- E’ univoco il convincimento che la scena rap- trario abbiamo considerato che, in seguito al felide “Losanna”, con un esito fatale per il re, mento arturiano, la figura del re britanno e scena. Perplessità ha poi determinato la raggiunto una fama imperitura. demoniaco, simbolo della lussuria e della l’epoca della realizzazione del mosaico di 3 di 8 La Figura di Re Artù di Giovanni Bellisario Otranto, la figura di Artù non avesse ancora Abbiamo un dato certo: il mosaico fu realiz- considerazione per l’inserimento in un’opera opere letterarie che iniziarono a diffondere la zato tra il 1163 ed il 1165, mentre le prime raggiunto una fama tale da essere presa in vicenda romanzata dei personaggi arturiani e di tal fatta e con le finalità non solo ar- tistiche, ma soprattutto simboliche ed alle- del re nelle corti normanne (ci riferiamo la fama raggiunta da secoli nessuno si stu- paiono e si diffondono a partire dal 1170, principalmente a Chrétien de Troys) com- goriche che quell’opera si proponeva. Stante così come i Lais di Maria di Francia. Lo stesso pisce della presenza sul pavimento della cat- vale per il Didot-Perceval di Anon che com- tedrale di una figura storica importante quale pare nel 1190, il Parzival di Wolfram von quella del re macedone Alessandro il Grande, Eschenbach nè alcuno, con tutta probabilità, si sarebbe (1197-1218), il Tristan und Isolde di Gottfried von Strassburg (1205-10). stupito se, al posto di Artù, fosse stato Ne consegue che, all’epoca della realizza- rappresentato Carlo Magno. zione del mosaico tutte le opere cui fanno Le prevalenti interpretazioni non prendono in considerazione quest’aspetto in quanto fan- riferimento gli interpreti non erano state chansons de geste, come veicolo di univer- non erano state diffuse, nè conosciute, ergo: ancora scritte, e se non erano state scritte no riferimento ai romanzi cortesi e alle ogni riferimento interpretativo è destituito di sale diffusione della leggenda. fondamento storico-letterario. Ma vi è di più: l’episodio del Gatto di Losanna che azzanna il re. Esso sarebbe tramandato dal Livre d’Artus ed è richiamato da Haug e da Setti - Frugoni, i quali, però, dimenticano che il Livre d’Artus è compreso nella Vulgata o Prose Lancelot che fece la sua apparizione tra il 1220 ed il 1230, oltre mezzo secolo dopo la ultimazione del mosaico, e poichè prima di tale data non esiste alcun racconto od episodio che citi di una lotta tra il re ed il felide, appare del tutto inverosimile che Pan- taleone avesse una tale preveggenza da an- ticipare di 55 anni la fantasia di uno scrittore futuro. L’unico modo per ritenere che gli autori del pavimento, nella raffigurazione di Artù, si rifacessero ai personaggi, agli episodi ed alle opere richiamate consiste nell’asserire che quella figura non era presente nel mosaico originario e che fu inserita o “divenne” re Artù Particolare del Mosaico della Cattedrale di Otranto in cui è raffigurato Re Artù solo Se la figura di Artù fu inserita da Pantaleo successivamente, nell’ambito di un restauro antico o modifica dell’opera, in nel mosaico durante la sua originaria rea- un’epoca in cui la letteratura arturiana era tesi è però privo di fondamento. Si potrebbe subito obiettare: e l’opera fortu- comparsa e si era diffusa. lizzazione, ogni riferimento ai romanzi cor4 di 8 La Figura di Re Artù di Giovanni Bellisario probabilità e verosimiglianza, quello impu- natissima di Goffredo di Monmouth? E’ vero, l’Historia regum Britanniae ebbe una gnato da Artù non è uno scettro, ma un che essa fu redatta dal suo autore con in- Nel medioevo l’arma offensiva per eccellenza Artù ed introduce la figura di Merlino, nè fa pagna del cavaliere, era qualcosa in più di manzesco e successivo di quasi un secolo). militare, ma spesso impregnato di sacralità. gran diffusione. Non dimentichiamo, però, semplice bastone. tento storiografico, che narra delle vittorie di era la spada. Essa era l’inseparabile com- riferimento alcuno all’episodio del felide (ro- un’arma: era un simbolo non solo laico e Il mito di Artù, in ogni modo, non appar- Non tutti, però, potevano portare ed utiliz- teneva al mondo ed alla cultura bizantina zare la spada, anche in considerazione del- dalla quale era sostanzialmente sconosciuto. frontavano scontri individuali o erano di sup- to da un monaco di tradizione bizantina, è stone. Si potrebbe, a questo punto, giungere ad una secolo facesse divieto, ai funzionari ec- partiene alla realizzazione originaria del mo- potevano utilizzare, per difendersi, grossi do ormai si era ampiamente diffusa la le- poichè lo sfondare crani non equivaleva, stituirebbe significato alle varie interpreta- consentiva di salvare il rispetto del divieto. distinzione dell’epoca sulle parti dell’opera ricorda molto quel tipo di strumento. La cosa, però, non convince a sufficienza. del mosaico interessata dalla figura di Artù si Alessandro, il re di Ninive, re Salomone. Sono originale, della quale sono rimasti solo alcuni la corona. Se la figura del re bretone, come non appare ancora presenti e radicati in Terra d’Otranto, l’alto costo. Gli zotici ed i poveri, quando af- Il mosaico, però, pur materialmente realizza- porto in battaglia, usavano diversi tipi di ba- un’opera tipica della cultura normanna. Sembra che una tradizione risalente al IX° conclusione ovvia: la figura di Artù non ap- clesiastici, di spargere sangue. Essi, però, saico, ma fu inserita successivamente, quan- bastoni sormontati da un pesante pomolo, tteratura arturiana. Una tale conclusione re- evidentemente, ad affettare l’avversario e zioni degli studiosi, pur nell’ambito di una Il bastone impugnato da Artù nel mosaico musiva. Lanciando, poi, uno sguardo generale all’area Nel mosaico sono raffigurati diversi sovrani: nota subito come la stessa non sia quella elegantemente abbigliati e, sul capo, hanno “pezzi” indecifrabili di immagini e figure. dubitabile, non fu inserita nella realizzazione Abbiamo visto come, invece, la figura di Artù originaria del mosaico, che cosa c’era al suo fosse, in origine, priva di corona, simbolo di posto? E se, com’è probabile, in un primo regalità, e come questa sia stata aggiunta durante un restauro ottocentesco. tempo il personaggio raffigurato e del quale Artù, ci interessiamo non avesse rappresentato inoltre, è abbigliato semplicemente ed im- Artù, essendosi “trasformato” solo in seguito pugna un bastone con una sommità sferica. Quest’ultimo potrebbe essere ad un intervento successivo nel leggendario individuato sovrano, la figura originaria, chi o che cosa come scettro, in verità di esagerate di- rappresentava? mensioni e strana forma, se si confronta con Possiamo, innanzitutto, affermare con ra- gli scettri di Alessandro e Salomone. Non si comprende, però, per quale motivo ad Artù sia stata negata la corona, gionevole sicurezza che l’immagine arturiana principale non sia stata realizzata contestualmente con emblema della regalità e gli sia stato, invece, il resto del mosaico, ma in una fase suc- concesso un enorme scettro. Con maggiore cessiva. 5 di 8 La Figura di Re Artù di Giovanni Bellisario I resti di mosaico presenti in loco apparte- interessa. la presenza di tessere scollegate tra loro strettamente collegato al regno normanno Il regno normanno di Sicilia e di Puglia era nenti ad immagini esistenti in precedenza e d’Inghilterra. portano a ritenere che, tra la scena della cacciata di Adamo ed Eva dall’Eden e quella Nel 1177 Guglielmo II° detto il Buono, re di dell’uccisione di Abele ad opera di Caino, vi Sicilia e signore di Puglia, sposò Giovanna, fossero altre e diverse immagini collegate a figlia di Enrico II° Plantageneto, re d’In- quegli specifici episodi della Genesi. ghilterra, sorella di Riccardo Cuor di Leone e Si osservi come sopra alla figura di Caino di Giovanni Senzaterra. compaia l’immagine divina che chiede in la- Prima di soffermarci sulla figura del sovrano tino “Dov’è tuo fratello ?”. inglese, però, puntiamo per un istante l’at- Non si può escludere che tra le due imma- tenzione sui rapporti dell’epoca tra i Nor- gini, in origine, esistesse solo una ramifi- manni e la Chiesa. cazione dell’albero (dietro alla coda del ca- prone montato da Artù si nota ancora oggi un residuo di tessere simili a tante altre foglie dell’albero), al di sopra della quale si af- facciava la figura di Dio e di qualcun altro (forse un Arcangelo) riconducibile alla figura trasfigurata oggi ricondotta e identificata addirittura con Parsifal. Anche con riferimento a quest’ultima immagine si osservi la sproporzione tra la testa del giovane raffigurato ed il resto del corpo, ri- sultato di un grossolano intervento successivo. Particolare del Mosaico della Cattedrale di Otranto in cui sono raffigurati Caino e Abele Probabilmente in quell’area del mosaico, così come in altri punti dello stesso, successi- Nel Salento meridionale esisteva un epi- vamente alla sua ultimazione avvenne qual- scopato greco. cosa: forse un danneggiamento seguito ad Nel caso di Otranto è assai difficile individuare con precisione un mo- interventi di modifica strutturale. mento di passaggio dall’episcopato greco a Si rese necessario, pertanto, un nuovo in- quello latino. In ogni caso Gallipoli conservò tervento ripristinatore e di completamento il rito greco sino al 1513, mentre la prima dell’opera . testimonianza storica di chiese suffraganee Ne venne fuori un caprone avente in groppa assegnate ad Otranto risale alla fine del XII° regale (si confronti la regalità delle figure di come suffraganee le diocesi di Castro, Gal- una figura più ecclesiastica (ictu oculi) che secolo (nel Liber Censuum sono menzionate Alessandro Magno o del re di Ninive presenti lipoli, Lecce, Ugento e Leuca). nello stesso mosaico), aggredita ed abbattuta Mentre il rapporto tra i Normanni e la Chiesa da un felino (si dice un gatto, ma potrebbe latina era fondato su una sostanziale al- tranquillamente essere un leopardo o un leanza, altrettanto non si può affermare con leone o una lince). riferimento alla Chiesa greca. A questo punto è davvero necessario un nuo- La Chiesa greco-bizantina, infatti, vedeva i vo rapido excursus nel periodo storico che ci Normanni come alleati del papato, i quali in6 di 8 La Figura di Re Artù di Giovanni Bellisario spirituali dei fedeli agli interessi del re. tendevano imporre un episcopato latino in Puglia e nel Basso Salento. Enrico, da grande amico, divenne il peggior Essa, pertanto, viveva una fase di incertezza. nemico di Thomas. Dai Normanni, l’espressione greca della fede Ne nacque un contrasto, che costrinse il cristiana era considerata legittima, ma au- Primate a rifugiarsi in Francia, dove trascorse spicavano il passaggio dei Greci sotto l’ob- sei anni nell’abbazia cistercense di Pontigny. bedianza romana. Così tentavano di sotto- Nel 1164 Enrico II° promulgò le Costituzioni porre i sacerdoti greci a vescovi latini. di Clarendon con le quali sottopose i chierici La metropoli di Otranto sarebbe stata lati- al giudizio del re, attentando all’autonomia nizzata abbandonando il suo ruolo missio- ed alla sovranità della Chiesa. nario in Lucania, per divenire la sede arcive- Rientrato in Inghilterra Thomas continuò la scovile del Salento meridionale. sua battaglia di principio, sino alla sua I Normanni, però, non eliminarono il rito gre- uccisione ad opera dei seguaci del re. co, limitandosi ad un suo graduale soffo- Il suo assassinio destò grande scalpore e camento. venne considerato un vero e proprio martirio. Nel Medioevo la trasmissione del sapere non Nel 1173 papa Alessandro III° lo canonizzò ed viaggiava rapidamente sui testi, come nelle il pellegrinaggio alla sua tomba divenne uno epoche successive, ma si fondava in pre- dei più importanti del suo tempo. valenza sulla parola e sulla memoria. Anche nel regno normanno del sud Italia Le rappresentazioni artistiche e quelle a ca- l’uccisione di Thomas Becket ebbe altissima rattere iconografico, pertanto, assumevano risonanza. rilevanza come strumenti di conservazione e Ora, ricapitolando gli elementi analizzati ot- di registrazione delle conoscenze. teniamo: Si può affermare come l’arte figurativa medievale fosse anche un’arte della memoria. ! Vi è un episodio, degno di nota e del quale momento critico stante l’intento nor- non si può escludere una ripercussione anche manno di latinizzarla; nella realtà sociale e religiosa del Basso Sa- ! lento. per volontà di Enrico decenni che seguirono facevano capo al II° monachesimo greco di S. Nicola di Càso- d’Inghilterra, divenuto suocero, sette anni le; dopo, di Guglielmo II° di Sicilia e di Puglia, fu assassinato da quattro cavalieri Becket, Arcivescovo di Canterbury. l’autore principale del mosaico e, presumibilmente, quanti vi posero mano nei Nel 1170, nella Cattedrale di Canterbury, probabilmente la Chiesa Greca di Otranto attraversava un ! Thomas nel Medioevo le rappresentazioni artisti- che, e dunque anche i mosaici, assu- mevano spesso un contenuto di regi- Questi era nato da una ricca famiglia lon- strazione della memoria storica; dinese ed era fraterno amico e cancelliere di ! Enrico. Andavano in perfetto accordo e, nel 1177 Giovanna, figlia di Enrico II° d’Inghilterra,sposando Guglielmo II° di quando nel 1161 morì l’Arcivescovo di Can- Sicilia e Puglia divenne regina; terbury, Primate d’Inghilterra, Enrico II° volle ! al suo posto proprio il suo amico Thomas, suo padre, nel 1170, causò la morte del Primate d’Inghilterra, Thomas Becket, poi collaboratore energico e fidato. canonizzato; Thomas, però, deluse le aspettative del suo ! amico e sovrano, anteponendo gli interessi Thomas ed Enrico erano stati amici fraterni; 7 di 8 La Figura di Re Artù di Giovanni Bellisario ! l’uccisione di Thomas seguì al suo con- oggi, si chiese che cosa fosse o rappre- intrapresa dall’Arcivescovo contro la cor- tempo si era diffusa la letteratura arturiana e, sentasse quella scena misteriosa. Nel frat- trasto con Enrico, determinato dalla lotta con tutta probabilità, l’uomo in groppa ad ruzione e il potere secolare. una cavalcatura attaccato da un gatto ricordò Messi insieme, questi tasselli, sostengono qualcosa di simile presente nelle opere del un’ipotesi plausibile: il personaggio sul ca- ciclo bretone. prone, rappresentato nel mosaico subito pri- Non ci volle molto a mettere da parte dif- ma dell’episodio biblico dell’uccisione di Cai- ferenze ed incongruenze, che rendevano la no da parte di Abele, non è, o almeno non scena del mosaico totalmente diversa e lon- nasce, come raffigurazione di Artù. E’ Tho- tana dall’episodio letterario: bastò scrivere mas Becket. accanto al nome d’Artù. Egli cavalca la lussuria e la corruzione (simbolicamente rappresentati dal caprone), Si tratta di ipotesi, ma appare innegabile il che combatte. Saluta, poiché ritorna dal- presupposto storico e letterario posto a l’esilio in Francia per continuare nella sua fondamento delle stesse. Tutto coincide: l’e- lotta a difesa della Chiesa. Il gatto è un leone poca, i testi, i fatti storici ed i loro prota- leopardato simbolo araldico di Enrico II°, o gonisti. potrebbe anche essere una lince. Questo Nel XVI° secolo il Laggetto riferì delle ripa- ultimo felino, infatti, è richiamato nella pro- razioni effettuate sulla Cattedrale di Otranto fezia di Merlino con riferimento alla famiglia da parte di Alfonso D’Aragona. Egli non men- di Enrico II° (“Uscirà da lui una lince che s’in- ziona mai la figura di Artù. sinuerà in ogni dove e che minaccerà la Girolamo Marciano, nella sua opera più nota distruzione del proprio popolo”). (primi anni del XVII° secolo), ci parla del La scena è inserita nel mosaico proprio a mosaico pavimentale, ma non fa alcun rife- ridosso dell’episodio di Caino e Abele, pro- rimento alla figura di Artù. babilmente perché Enrico e Thomas erano Il mosaico è descritto dal Salazaro, che non legati da antica e fraterna amicizia. nomina l’immagine di Artù. Enrico, simboleggiato dal felide, è il Caino Il De Giorgi, negli ultimi anni del XIX° secolo della vicenda, che non accettando la devo- descrive il mosaico pavimentale, richiaman- zione totale dell’amico Thomas alla Chiesa di do, tra l’altro, l’opera del Salazaro. Nomina Cristo, lo uccide a tradimento. Abele e Caino, ma non fa alcun riferimento L’autore della scena intendeva fissare una alla figura di Artù. polemica di carattere politico religioso: la Probabilmente questo lavoro non risolverà casa normanna, tanto alleata della Chiesa ro- “l’enigma”, sicuramente, però, pone nuovi mana da tendere alla definitiva latinizzazione presupposti di ricerca e valutazione su di della Chiesa greca meridionale, era legata da un’opera che, dopo quasi nove secoli, ancora stretta parentela con assassini di vescovi e di affascina per la sua complessità e per quel- santi. Questa manifestazione di protesta l’alone di mistero che l’accompagna. doveva restare in quel luogo sacro per sempre, ma non poteva essere palesemente evidenziata (la regina era la figlia di colui che aveva armato la mano degli assassini). di Giovanni Bellisario In seguito, durante un altro intervento sul [email protected] mosaico, qualcuno, così come accade ancora 8 di 8