all that you can`t leave behind

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all that you can`t leave behind
22.37
G l i U 2 , i n bi l i co
t r a v ecchio
e nuovo,
sor pr endono
ancora
Non è difficile immaginare che questo disco
incontrerà molti consensi, e non sarebbe
una novità per il quartetto irlandese. Un
successo annunciato anche troppo, da
quando si rincorrevano le voci della rinnovata collaborazione del trio Eno-LanoisLillywhite, cioè i produttori che hanno fatto
la fortuna del gruppo. In effetti c’era la
curiosità, almeno da parte mia, di capire
quale forma potesse prendere questo
ritorno al passato: sinceramente ero perplesso perché fino a oggi una caratteristica
degli U2 è stata il continuo cambiare pelle,
l’evolversi sempre verso qualcosa di diverso,
ricerche sonore che a volte hanno spiazzato
qualche fan ma insieme erano garanzia di
una band viva, e quindi sempre interessante. Un’operazione di recupero delle
sonorità di un tempo era rischiosissima, un
vero salto mortale triplo, perché ripetersi
senza sembrare riciclati o sclerotici non
riesce quasi mai. Il miracolo è stato proprio
questo: di fatto quello che gli U2 hanno
proposto è qualcosa che somiglia molto a
un vero e proprio greatest hits, composto
però da canzoni inedite!
Ascoltando e riascoltando il disco ho avuto
proprio l’impressione che ci fosse tutto,
tutto quello che sono stati gli U2 in questi
vent’anni, tutti gli elementi che li hanno
consacrati fra i grandi di tutti i tempi.
E il bello, appunto, è che questa sensazione
era accompagnata dalla consapevolezza di
ascoltare canzoni comunque originali,
nuove, emozionanti.Probabilmente questo
risultato passa da un diverso approccio alla
creazione dei brani rispetto al passato più
recente; voglio dire che, a differenza di
ZOOROPA e POP, qui, al primo posto, ci
sono le canzoni, intese proprio come accordi, melodie e testi, poi viene l’arrangiamento (che pure non è semplice e
improvvisato, anzi... ). In quei due album
invece era evidente come la band fosse
innanzi tutto impegnata a sperimentare
nuove sonorità e nuove tecnologie; con le
dovute eccezioni (penso a Stay, o a Do you
feel loved, o Please e qualche altra) le can-
di Piero Grilli
opinioniesplicite
ALL
THAT
YOU
CAN’T
LEAVE
BEHIND
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opinioniesplicite
22/04/01
zoni avevano l’aria di essere incomplete,
fatte in fretta, quasi fossero solo un
pretesto per dimostrare tanta bravura raggiunta nel saper produrre un disco.
Invece ALL THAT YOU CAN'T LEAVE
BEHIND è innanzi tutto, ripeto, composto
da undici bellissime canzoni, e possiamo
dire che contiene anche un paio di sorprese: mi riferisco a Stuck in a moment… e
In a little while, dove in pratica Bono sembra un consumato cantante soul! Il resto
dei pezzi, come detto, riprende temi
comunque già sentiti in qualcuno degli
album precedenti e riproposti in maniera
esemplare… Dovessi dire oggi quelli che
mi piacciono di più sceglierei Walk on,
forse la canzone simbolo dell’album, e New
York, dove Edge tira fuori un suono davvero
straordinario per riproporre in pratica la
Exit, o forse la Rejoice, del 2000.
Bellissima anche Grace - il finale del disco
- tanto malinconica quanto diretta, suonata in modo così intimo da sembrare un
abbraccio prima del saluto. Dunque, una
volta ammesso che l’operazione di flashback
è riuscita alla grande, quello che ci si chiede
adesso è cosa può seguire a un disco del
genere. Qualcuno ha addirittura azzardato
che possa essere l’ultimo... O magari i quattro ricominceranno a pirateggiare tra un
genere e l’altro, continuando a interessarsi di tutto ciò che li circonda per assorbire
l’energia dei tempi che verranno e riproporsi come colonna sonora anche dei
prossimi dieci anni… Quest’ultima ipotesi è
suggestiva, certo più della prima, ma la
storia insegna che fisiologicamente a un
certo punto inizia la fase discendente; anzi
forse era già iniziata e questo disco è proprio la prima risposta, il primo forte segno
di voler essere ancora grandi. Quali saranno i prossimi sviluppi veramente non possiamo saperlo, ma già chiederselo vuol dire
molto, vuol dire che se un po’ il fuoco si
stava affievolendo, ora è tornato ad ardere
come prima, e oggi è questo che conta:
aspettiamoli dunque il 21 luglio a Imola per
la loro unica data italiana.
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