INTERVISTA A IL BUIO Iniziamo con una breve presentazione: Chi

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INTERVISTA A IL BUIO Iniziamo con una breve presentazione: Chi
INTERVISTA A IL BUIO
Iniziamo con una breve presentazione: Chi siete? Come nasce il progetto Il Buio e da quanto esiste?
Quanti dischi avete all’attivo?
Ciao! Ci chiamiamo Alberto, Andrea, Mattia, Nicola e Francesco e quando incrociamo i flussi diventiamo Il
Buio. Il gruppo è nato circa due anni e mezzo fa. Ci conoscevamo tutti da una vita e suonavamo già assieme
in altre band del thienese. L'idea del Buio è nata inizialmente da due di noi, Andrea e Alberto, ai quali si
sono poi aggiunti gli altri tre man mano che il progetto prendeva forma. Abbiamo iniziato scrivendo qualche
testo e componendo canzoni in taverna con le chitarre acustiche, o riprendendo idee che ciascuno di noi
aveva da tempoi. Quando poi ci siamo trovati tutti e cinque in sala prove, è stato tutto molto naturale.
Abbiamo all'attivo un disco, contenente 5 canzoni, registrato all'Hate Studio di Rosà all'inizio del 2010 e
pubblicato nel giugno dello stesso anno. Non sono molti pezzi, in effetti, ma li consideriamo come la
fotografia più fedele dei nostri primi due anni per il tipo di suoni e di canzoni e ci andava di racchiuderle in
un disco.
Qual è la realtà musicale che come band state vivendo? Quali sono i canali ed i contesti in cui vi siete
mossi inizialmente e come si sono evoluti nel tempo? Con che tipologia di pubblico e di spazi vi state
confrontando?
In tutta sincerità, la situazione di partenza e la situazione attuale non sono molto diverse. O meglio, il
nostro atteggiamento non è cambiato. E' cambiato invece il fatto che ora suoniamo spesso fuori provincia
o fuori regione, soprattutto da quando abbiamo Otis Tours che ci aiuta con le date. Non abbiamo mai avuto
in testa una “strategia” di promozione della band o del disco, al di là di aver mandato 5 o 6 promo a delle
riviste o fanzine che ci piacevano per avere dei pareri sul disco. Inizialmente quindi ci siamo mossi
all'interno del giro di baretti, festival e centri sociali della zona, chiedendo agli amici di suonare qui e là e
poi tutto è successo molto spontaneamente. In questi due anni abbiamo suonato parecchio e nelle
situazioni più disparate: dal mega palco di spalla a qualche gruppo ben più conosciuto di noi al centro
sociale, attaccati al generatore, dalla manifestazione antifascista alla sagra di paese! Il pubblico ovviamente
cambia a seconda degli spazi. Ci sono contesti enromi in cui per forza di cose quello che proponi viene
filtrato per poter essere paragonato a qualcosa di conosciuto e contesti più piccoli dove chi ti viene a
sentire magari già ti conosce e conosce le tue influenze e il tuo background e ti senti un po' più a casa.
L’ultima vostra uscita vi ha visto orientarvi con fermezza ed in maniera esclusiva sulla forma vinile. Cosa
sta alla base di una scelta simile? Qual è stato l’impatto effettivo di tale posizione,anche in relazione alle
vostre aspettative iniziali? Con quali problematiche vi siete dovuti relazionare per poter sostenere
economicamente e pragmaticamente, soprattutto a livello distributivo, la vostra decisione produttiva?
Il vinile ci piace. Ci è sempre piaciuto. E' il formato più “familiare”. I vinili sono belli da vedere e da toccare,
hanno un buon profumo e dal punto di vista grafico danno sicuramente più soddisfazioni di un CD. Detto
questo, non siamo dei fanatici. Semplicemente, dovendo investire i nostri pochi risparmi, ci sembrava più
soddisfacente orientarci verso il vinile. E' stata una scelta, come vedi, dettata non da calcoli ma da ciò che
più ci avrebbe reso soddisfatti e appagati. Detto questo, ci rendiamo conto che sia un formato poco fruibile
dai più. Per questo abbiamo pubblicato il disco anche in versione digitale sui soliti store online come iTunes
e abbiamo messo all'interno di ogni disco un codice per scaricarlo gratuitamente.
Anche la scelta dell'autoproduzione e dell'autodistribuzione non è dettata da fanatismi per il DIY. Il disco è
stato scritto in pochi mesi, registrato in due giorni e non volevamo attendere magari altri sei mesi per avere
un'etichetta che ce lo stampasse. Così ci siamo arrangiati. Dopo un anno e qualche mese ti possiamo dire
che ci rimangono pochissime copie del disco, il che significa che la scelta ha funzionato. Ovviamente la
maggior parte dei dischi è stata venduta ai concerti ma abbiamo anche spedito una buonissima quantità di
dischi sia a singole persone che a distribuzioni che ce l'hanno chiesto.
Ciò non significa che in futuro non vorremmo uscire per un'etichetta. Si tratta sempre di trovare persone
che stimiamo e di cui apprezziamo il modo di lavorare e i gusti.
Recentemente avete suonato sul palco del Mi Ami, in apertura ai Verdena, un contesto potenzialmente
rilevante e in grado di offrire una certa visibilità. Cosa vi resta di un’esperienza simile?
Il fatto di suonare in un contesto grande come il Mi Ami, subito prima di Verdena, offre sicuramente molta
visibilità e ti permette di capire come funziona un evento di quella portata, come si comporta sul palco un
gruppo di quel livello. Eravamo tutti e cinque molto curiosi di conoscere il contesto in cui avremmo
suonato, come cinque novelli David Livingstone alla scoperta dell'Africa nera! Ahah!
Scherzo ovviamente. Ci siamo sentiti un po' dei pesci fuor d'acqua sia per la grandezza dell'evento, sia
perché non ci siamo sentiti parte della grande Famiglia ma è stata una giornata comunque molto
divertente. E' stato lì che abbiamo visto per la prima volta dal vivo i Sakee Sed, coi quali suoneremo sabato
e mi ricordo che era stato l'unico gruppo ad impressionarci veramente.
Progetti per il futuro e obiettivi a breve e lungo termine?
Stiamo scrivendo nuove canzoni che vorremmo registrare entro la prossima primavera. Il problema è che
siamo tremendamente lenti a scrivere e in parallelo ognuno di noi sta capendo cosa fare della propria vita.
Stiamo diventando grandi ormai! Ahah! Se poi aggiungi al fatto che siamo molto pignoli sui suoni, sulle
strutture, sulle parole il fatto che abbiamo la sala prove disponibile un paio d'ore a settimana, ecco spiegato
il perché di queste tempistiche. In ogni caso l'LP si farà.
Questo per quel che riguarda i progetti a (relativamente) breve termine. Poi ci piacerebbe provare a
portare all'estero queste canzoni. L'abbiamo fatto solo una o due volte ed è stato divertentissimo.
Programmi a lungo termine? Un tour negli stadi e un video con Justin Timberlake come ballerino!