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CON IL PDL ANNO LXI N.196 Via libera al pacchetto PA ma i venti di crisi restano Registrazione Tribunale di Roma N. 16225 del 23/2/76 Galli della Loggia violenta la storia politica italiana e cancella dai libri Alleanza nazionale Corrado Vitale Il professor Ernesto Galli della Loggia vede nero nel futuro del centrodestra italiano e, in generale, in quello dei cosiddetti “moderati” . La qual cosa, sia detto per inciso, non è una novità. È notorio infatti che gli editoriali dellʼillustre studioso sul Corriere della Sera non sono molto consigliabili a chi soffre di depressione. Lʼeffetto che producono è lʼesatto opposto di quello del caffé Lavazza: più li mandi giù e meno di tirano su. Se poi lʼautorevole editorialista parla della destra e dei suoi dintorni, allora, per dirla con il povero Troisi, non ci resta che piangere. Galli della Loggia non ha pressoché mutato di una virgola quello che scrisse nel lontano 1997: “impresentabili” eravamo a suo giudizio allora, e “impresentabili” saremmo ancora oggi. d’Italia WWW.SECOLODITALIA.IT Con il suo ultimo editoriale, lo studioso ha però superato se stesso. Dopo aver vaticinato una sorta di “Apocalisse” per il Pdl, lʼeditorialista del Corriere cancella con un tratto di penna ventʼanni di storia politica: quella di Alleanza nazionale. Si fa fatica a ricostruire il ragionamento gallidellaloggiano, ma per dovere di cronaca è necessario farlo. Premesso che la crisi dellʼarea di destra e di centro «viene da lontano», lʼautore così descrive il passato: «Se ci si pensa con attenzione – Dc a parte, che aveva natura e origini diverse, e a parte le formazioni monarchico fasciste ereditate dal passato precedente – una tale area martedì 27/8/2013 in settantʼanni non ha espresso che due formazioni significative: lʼUomo Qualunque (che visse un brevissima stagione dal 1944 al 1947) e Forza Italia». E la svolta di Fiuggi, la nascita di An, la lunga dialettica interna al centrodestra e lo scontro finale tra Fini e Berlusconi? È come se tutto ciò non fosse mai esistito. Ragazzi, dopo essere stati a lungo “impresentabili”, siamo anche degli “inesistenti”. È una provocazione troppo sfacciata e clamorosa per non suscitare qualche pensierino malizioso. E non si va probabilmente molto lontano dal vero sospettando che Galli della Loggia esprima una posizione, non sapremmo dire quanto condivisa nellʼestablishment, volta a rimuovere la cultura politica della destra dalla scena italiana, in vista di quelle che potranno essere le future trasformazioni della geografia politica. Ma, se è così, lʼeditorialista avrebbe fatto prima a dichiarare la sua simpatia per figure come Renzi e Letta, nella speranza che ci siano, chissà quando, praterie sconfinate di consenso a destra. Ci rassicura però il pensiero che, alla fine, gli intellettuali difficilmente ne azzeccano una. Il Cavaliere può ancora vincere lʼaltra “Guerra dei ventʼanni” Mario Landolfi Era ora. Ci è voluta addirittura una nota scritta di Berlusconi per richiamare falchi, colombe e pitonesse ad un minimo di decoro politico. Doveva essere proprio colma la misura se persino un leader tollerantissimo come lui ha sentito il bisogno di ricorrere al comunicato diramato alle agenzie per arginare la folle corsa dei suoi ad accaparrarsi un posto di prima fila nella curva degli ultrà berlusconiani. Non se ne poteva (e non se ne può) più di questo carosello ipocrita dove si fa a gara a dire “siamo tutti uniti nella difesa del nostro leader” salvo due minuti dopo, a telecamere spente e a microfoni silenziati, sparare a zero sul compagno di partito, il collega di gruppo, ritenuto troppo tiepido o troppo focoso a seconda che lʼaccusa parta da un falco o provenga da una colomba. Sia come sia, il PdL è finalmente entrato in silenzio stampa ed ora a parlare saranno solo quelli che avranno titolo a farlo. Almeno si spera. E forse riusciremo a capirà qualcosa di quel che Berlusconi ha veramente in mente di fare e, soprattutto, quel che potrà fare. Il problema è proprio qui, cioè nel fatto che in questa fase volere non è potere. Diciamocela tutta: se ha dovuto mettere il silenziatore a parlamentari e dirigenti pidiellini è perché ha capito che il loro profluvio di esternazioni a mezzo stampa si è rivelato un mezzo autogol. Berlusconi sarebbe tentato dal far cadere il governo, ma il rapido calcolo delle conseguenze gli consiglia di non osare. E qui le colombe segnano un punto a proprio favore. Ma nemmeno è pensabile che dopo un ventennio di assoluto protagonismo egli possa impunemente essere espulso dalla politica come un corpo estraneo. Sul punto sono i falchi ad avere ragione. In poche parole, Berlusconi teme che a breve potrà trovarsi di fonte al bivio che ha sempre cercato di evitare. Egli “sente” che per la prima volta sta arrivando il tempo della scelta, il momento in cui sarà chiamato ad optare tra politica e impresa, tra partito e soci azionisti, tra la sua avvincente e controversa ascesa di uomo pubblico e la sua effervescente e brillante vicenda di “Re di denari” senza poter – come ha fatto finora – sovrapporre fino a fondere i suoi due mondi in un unico grande universo di cui egli stesso era ed è il centro. È questo lʼeffetto vero della “guerra dei ventʼanni”, combattuta e persa contro le toghe attraverso una sentenza passata in giudicato.Ora, però, cʼè da non perdere quella politica. Una partita ancora tutta da giocare, il cui esito finale dipende in gran parte dal leader e da quel che farà ora. Se facesse prevalere lʼimprenditore, suonerebbe come un tradimento verso milioni e milioni di italiani . La scelta opposta avrebbe il pregio di sconfessare chi lo accusa di essere entrato in politica per difendere la “roba”, ma è difficile che accada. Ne resta una terza, che oggi Berlusconi allontana come un fastidioso pensiero e che invece farebbe bene a scegliere prima di esservi costretto dagli eventi: dimettersi prima dellʼumiliante voto sulla sua decadenza da senatore. È vero che il Cavaliere non è tipo da passi indietro o di lato, ma solo così uscirebbe imbattuto anzi vittorioso nellʼaltra “guerra dei ventʼanni”, quella combattuta contro una sinistra che ha nascosto il proprio nulla politico e progettuale sotto il conformismo opportunista e che non vede lʼora di brindare alla fine per via giudiziaria dellʼodiato nemico.Solo se questi deciderà di accomiatarsi dalle istituzioni parlamentari con un discorso alto, severo e “visionariamente” in grado di scolpirne il profilo di statista, riuscirà a far capire di essere ancora politicamente in campo. Basterà questo per mandare di traverso il brindisi di festeggiamento ai suoi vili detrattori. Pd e Pdl ai ferri corti. Borsa in picchiata. Berlusconi: basta divisioni, i media manipolano la realtà Secolo 2 Redazione Unʼintervista del segretario del Pd Guglielmo Epifani infiamma già dalle prime ore del mattino il clima politico. Lʼavvertimento rilanciato da Epifani sulle colonne di Repubblica è esplicito: “Il Pd rispetterà la legge. Ma è chiaro che voteremo sì. Io non ho mai avuto dubbi, né per il voto palese in giunta né per il voto segreto in aula. Tra di noi non ci saranno franchi tiratori”. Esclude un salvacondotto per Berlusconi e puntualizza:”Di fronte alla condanna definitiva di Berlusconi, non si può chiedere a noi ancora ʻresponsabilitàʼ. Eʼ un problema della destra, se ne faccia carico la destra. Scelga quale strada vuole imboccare: quella della responsabilità e della stabilità, o quella del tanto meglio, tanto peggio”. Infine un ultimo appello al partito di Berlusconi: “Non staccate la spina…”. È Daniele Capezzone a repli- MARTEDì 27 AGOSTO 2013 d’Italia care con durezza al Pd: “Lui e il suo partito vogliono la rottura e hanno scelto la strada della provocazione aperta…”. Le fibrillazioni politiche fanno scivolare Piazza Affari (-2,5%) mentre lo spread riprende a salire e Fabrizio Cicchitto si appella a Napolitano: “Quello in carica doveva essere un governo che aveva alle spalle un retroterra fondato sulla cosiddetta pacificazione. Il bombardamento giudiziario e quindi mediatico contro Berlusconi ha largamente minato questo proposito. Se il Capo dello Stato intervenisse con un atto di grazia quale la commutazione della pena, allora questo obiettivo della pacificazione verrebbe recuperato”. Sulle divisioni che si sono registrate allʼinterno del Pdl tra coloro che sono favorevoli a una rottura immediata delle larghe intese e coloro che invece vedono ancora spiragli di trattativa è intervenuto lo stesso Silvio Berlusconi per richiamare tutti allʼordine e perché non continui la nociva contrapposizione tra falchi e colombe: il leader Pdl mette in guardia dalle forzature e dalle strumentalizzazioni dei giornali: “Il dibattito allʼinterno del Popolo della Libertà, che nasce come chiaro segnale di democrazia, viene sempre più spesso alimentato, forzato e strumentalizzato dagli organi di stampa”. “La passione – continua il Cavaliere – e lʼimpegno generoso dei nostri dirigenti e dei nostri militanti, anche negli ultimi giorni, vengono riportati e descritti a tinte forti, quasi fossero sintomi di divisione e di contrasto. Perciò, invito tutti a non fornire con dichiarazioni e interviste altre occasioni a questa manipolazione continua che alimenta le polemiche e nuoce a quella coesione interna, attorno ai nostri ideali e ai nostri valori, che è sempre stata ed è il tratto distintivo del nostro movimento”. Sul tema dice la sua anche Altero Matteoli: “La guerra tra falchi e colombe ad Arcore io non lʼho vista. Che ci sia qualcuno, alla ricerca di visibilità fine a se stessa, che prova a dividere tra vincitori e vinti, bravi e asini, è disdicevole e serve solo a complicare la situazione”. Il rapporto Ue sulla competitività segna la «Caporetto del regionalismo» Tutta colpa delle mancate riforme che sono il vero motore dello sviluppo Silvano Moffa Con la lodevole eccezione di Oscar Giannino, che allʼargomento ha dedicato un articolo di fondo su il Messaggero , il Rapporto europeo sulla competitività tra Regioni dellʼUnione è stato per lo più relegato nelle pagine interne dei grandi quotidiani. Eppure, quel Rapporto andrebbe letto con grande attenzione. Ebbene, nel quadro di insieme che si ricava dal Rapporto, noi italiani non facciamo certo una bella figura. Nel complesso, lʼItalia si attesa al 18° posto su 28 Paesi dellʼUnione. Fino a poco tempo fa, al 2010, eravamo al 16°. Quel che è peggio, nella scala dei “valori”, siamo ventiquattresimi per efficienza istituzionale e scarsità di Pil realizzato, e al 26° posto per lʼaccesso alle nuove tecnologie. Non cʼè un dato, in definitiva, che non mostri il segno di una evidente decrescita del nostro sistema regionale. Aggravata, tale decrescita, dal progressivo allontanamento della parte più avanzata del nostro Paese dalla aree più innovative, che si diffondono lungo lʼasse che dalla Gran Bretagna meridionale abbraccia la Scandinavia e la Germania. Il salto, ma sarebbe meglio definirla una vora- gine, scaraventa la Lombardia dal 95° al 128° posto, lʼEmilia Romagna dal 121° al 141°, il Lazio dal 133° al 143°, il Veneto dal 146° al 158°. Del Mezzogiorno dʼItalia meglio non dire. Secondo gli indicatori del Rapporto, il nostro Sud è perfettamente allineato alle aree più povere e arretrate della Spagna, della Grecia e dei Balcani. Insomma, siamo messi male. Anzi, malissimo. Scontiamo, questo ormai è risaputo, anni di esasperanti ingolfamenti della macchina burocratica e amministrativa. Certo, ad onor del vero, non tutto quello che va male – e che il Rapporto della Commissione europea mette in risalto – è addebitabile unicamente alle Regioni. Ciò vale per la pressione fiscale, evidentemente, dove le responsabilità vanno divise tra Stato, Regioni ed Enti Locali. E vale pure per gli enormi ritardi infrastrutturali, dove spesso opere pubbliche essenziali si infrangono sotto i colpi dei veti incrociati delle pubbliche amministrazioni chiamate a dire la loro, in virtù delle rispettive e molteplici funzioni che ad esse competono, oppure quando è la magistratura ( il caso Ilva docet) ad interferire, senza minimamente porsi il problema di come mantenere separate le pur rilevanti questioni penali da quelle che ineriscono la vita produttiva di una impresa e di una collettività. Comunque sia, a noi pare che il Rapporto segni la Caporetto del regionalismo nostrano. E se fossimo davvero un Paese serio e ci fosse una classe dirigente degna di questo nome , non dovremmo perdere ulteriore tempo nel mettere a fuoco i danni che ha provocato. Dovremmo emendarlo, questo tipo di regionalismo, razionalizzarlo, spurgarlo degli elementi corrosivi che lo hanno riempito di metastasi, renderlo coerente con i bisogni vitali dei territori, capace di innervare sviluppo, orientando in maniera oculata le risorse che pure ci sono. A cominciare dalle risorse che arrivano da Bruxelles e che, in non pochi casi, a Bruxelles ritornano perché non riusciamo a impiegarle correttamente. Per farlo, non ci vorrebbe poi molto. Basterebbe riappropriarsi della voglia di fare davvero le riforme che servono allʼItalia. Se non fosse che pigiare questo tasto mentre spirano venti di crisi di governo, ci fa somigliare tanto al pianista che intona le note del valzer mentre la nave sta affondando. Ore affannose per il governo: Letta tenta la mediazione per superare lo scoglio dell'Imu MARTEDì 27 AGOSTO 2013 Secolo d’Italia Redazione Si stanno vivendo ore drammatiche e cruciali per la sorte del governo. La giornata politica di lunedì è stata contrassegnata dall'affannoso tentativo di Enrico Letta di cercare un punto d'accordo sul Pdl su quello che si potrebbe rivelare il detonatore della crisi: lo scoglio Imu. Il premier si è prima visto con il vicepremier Angelino Alfano, il ministro dell'Economia Fabrizio Saccomanni e quello degli Affari Regionali Graziano Delrio. E poi, nel pomeriggio, ha avuto un colloquio a quattr'occhi solo con il vicepremier. Si tratta di una mediazione difficile e complessa quella che vede impegnato il presidente del Consiglio. Una dichiarazione del ministro per gli Affari Regionali Graziano Delrio lascia comunque intuire che la via per un accordo è, sì, stretta, ma non sbarrata: «Stiamo continuando a ragionare e a valutare tutte le opzioni percorribili». Possibilasta anche la dichiarazione del ministro per lo Sviluppo Falvio Zano- nato: «Enrico Letta ha preso degli impegni precisi in Parlamento e verranno rispettati. Mercoledì ci sarà il Consiglio dei ministri e verrà fatta una proposta che rispetta pienamente gli impegni presi in Parlamento» Dal fronte del Pdl arrivano chiari avvertimenti al prmier. Fermo, ma comunque articolato, il ragionamento di Renato Brunetta: «Sull'Imu noi ci aspettiamo che il governo Letta mantenga gli impegni, e che cioè venga cancellata per tutto il 2013 l'Imu sulla prima casa e sui terreni agricoli e venga fatta una riforma strutturale dal 2014. Chiamiamola Service Tax, chiamiamola Imu federalista, non cambia, purché non ci sia il gioco delle tre carte, che cioè nella Service Tax non si faccia pagare l'Imu sulla prima casa e i terreni agricoli. Quindi, patti chiari, amicizia lunga». Deciso anche il messaggio di Maurizio Gasparri. «Attendiamo nelle prossime ore soluzioni chiare e concrete sull'Imu. C'è la possibilità di eliminarla sulla prima casa senza ulteriori esitazioni nell'interesse di tutti». Redazione La Procura generale della Cassazione ha acquisito nella sede del quotidiano il Mattino, a Napoli, la registrazione integrale dell'intervista al magistrato Antonio Esposito, presidente della sezione feriale della Suprema Corte che ha confermato la condanna a quattro anni per Silvio Berlusconi nel processo Mediaset. Lo ha reso noto lo stesso quotidiano. L'audio del colloquio tra il giornalista Antonio Manzo e il giudice, della durata di 34 minuti, è stato consegnato dal direttore del Mattino, Alessandro Barbano, dopo che a questi era giunta una richiesta formale da parte della Procura generale della Cassazione nell'ambito degli accertamenti avviati dopo la pubblicazione dell'intervista al magistrato. L'acquisizione da parte della Procura generale della Cassazione dell'audio integrale dell'intervista al Mattino di Antonio Esposito, rappresenta - a quanto si apprende un "atto dovuto" dal momento che il magistrato aveva affermato che l'intervista era stata «manipolata». Si inquadra attualmente solo nella fase predisciplinare, mentre nessuna azione disciplinare è ancora stata avviata formalmente dal Pg. L'intervista, giudicata da più parte inopportuna, fu pubblicata il 6 agosto, cinque giorni dopo la conferma della condanna di Berlusconi pronunciata dalla Cassazione. «Berlusconi condannato perché sapeva, non perché non poteva non sapere», il titolo. Nel testo pubblicato sul gior- nale, infatti, si riportava un passaggio che riferiva quest'affermazione: «Tu venivi portato a conoscenza di quello che succedeva, tu non potevi non sapere, perché Tizio, Caio e Sempronio hanno detto che te lo hanno riferito. Un po' diverso dal non poteva non sapere». Un'argomentazione che sembrerebbe spiegare perché i supremi giudici avevano confermato la condanna e che è stata interpretato come un'indebita anticipazione delle motivazioni della sentenza, non ancora depositata. Il giudice Esposito, da parte sua, attraverso un comunicato stampa, smentì il contenuto di quell'affermazione e dichiarò di aver approvato un testo definitivo dell'intervista inviatogli via fax diverso da quello pubblicato. Morto a Brescia l'imprenditore Luigi Lucchini, fu a capo della Confindustria La Procura acquisisce la discussa intervista al giudice Esposito, ma non c'è ancora un'azione disciplinare 3 Redazione È morto a Brescia Luigi Lucchini, già presidente della Confindustria. L'imprenditore siderurgico aveva 94 anni. Lucchini, secondo quanto si è appreso, si è spento nella propria abitazione a Brescia. L'imprenditore era stato alla guida dell'associazione degli industriali tra il 1984 e il 1988, dopo aver guidato già Confindustria Brescia tra il 1978 e il 1983. Nato a Casto (Brescia) il 21 gennaio 1919 e laureato in lingue all'Università Cattolica di Milano, con studi di perfezionamento in filologia romanza ad Heidelberg, dopo una breve parentesi nell'insegnamento si era dedicato alla siderurgia sviluppando nell'immediato dopoguerra l'attività artigianale del padre, fino a creare uno dei più grandi gruppi italiani dell'acciaio. Il Gruppo Lucchini è passato nel 2005 nelle mani dei russi di Serverstal, mentre la famiglia bresciana era rimasta alla guida della sola Lucchini Sidermeccanica, oggi Lucchini RS. Cavaliere del Lavoro dal 1975, è stato tra l'altro presidente di Comit, Compart e Montedison, vice presidente di Consortium, consigliere di Generali, Eridania Beghin Say e Mediobanca. È stato poi presidente del sindacato di blocco prima di Hdp e quindi di Rcs MediaGroup, e ha fatto parte del patto di Gemina e di Mediobanca. «La scomparsa di Luigi Lucchini lascerà un grande vuoto in tutta la comunità bresciana. Una persona intelligente e capace, un imprenditore protagonista assoluto, per anni, del settore della siderurgia italiana». Così Viviana Beccalossi, assessore lombardo al Territorio, Urbanistica e Difesa del suolo, lo ricorda. I venti di crisi politica affondano la Borsa di Milano. Mediaset perde il 7%. E lo spread torna a salire 4 Secolo d’Italia Aldo Di Lello Era fatale che avvenisse, ed è puntualmente avvenuto. I timori per la sorte del governo e il rischio di elezioni anticipate si sono fatti fortemente sentire alla riapertura delle Borse. A piazza Affari la ma- glia nera in Europa in una giornata caratterizzata da un generale tendenza al ribasso. I titoli Mediaset perdono il 7 per cento. Altro campanello d'allarme il rialzo dello spread, dopo settimane di calo. A metà seduta Piazza Affari si è attestata su -2,5 %, fiaccata da vendite che, pur accanendosi sul comparto bancario, non hanno risparmiato nessuno. Pur in un contesto di debolezza, la situazione dei mercati in Europa è molto meno pesante che a Milano: Francoforte cede lo 0,3%, Parigi lo 0,6% e Madrid lo 0,7% mentre Londra è chiusa per festività. Il motivo del calo generalizzato delle Borse europee dipende dal fatto che ancora non si conoscono i dati sugli ordini di beni durevoli negli Usa. E ciò rende ovviamente prudenti gli operatori. Questa, contingente, condizione di contesto è decisamente aggravata in Italia dai venti di crisi che spirano sui Palazzi della politica. Di qui anche l'aumento dello spread tra Btb italiani e Bund tedeschi., che è tornato sui 250 punti base dopo essere sceso sotto i 230 la settimana scorsa. Significativo è in tal senso il fatto che si registri invece una sostanziale stabilità nel differenziale tra i titoli spagnoli e quelli tedeschi. Il fatto è che sono già riprese le Redazione Cambio l'auto quando mi va? Un vezzo di ieri, ormai solo un lontano ricordo. La crisi spinge gli italiani a tenersi stretta l'auto vecchia.. Si va più spesso dal meccanico è vero, perchè la vettura vecchiotta richiede più manutenzione ma la recessione spinge a risparmiare. È quanto emerge da un'indagine del Centro studi della Cna, realizzata da Swg. Ben 11 milioni di cittadini (30%) ammettono di aver tagliato negli ultimi 5 anni il budget destinato alle riparazioni necessarie; 11,1 milioni dicono di circolare con l'auto ammaccata, rinunciando al carrozziere, per risparmiare. Cosa che non avveniva in passato. Negli ultimi anni - evidenzia la ricerca dell'associazione artigiana - è au- mentato in modo esponenziale l'acquisto di auto usate mentre si accentua il crollo delle vendite di nuove vetture. Circa 7,2 milioni di italiani (il 20%) ammette di possedere un'auto che ha più di 10 anni di vita, collocando così la Penisola tra i paesi Ue con il parco auto più vetusto. Un quadro che porta a un vero e proprio salto in avanti nel ricorso al meccanico. Se circa 9 milioni di automobilisti (25%) sono più attenti alla manutenzione dell'auto rispetto al passato perché non possono permettersi di cambiarla, la ricerca Cna mette in Addio consumismo a quattro ruote: la recessione costringe gli italiani a tenersi la vecchia automobile MARTEDì 27 AGOSTO 2013 aste per il collocamento dei titoli pubblici in Europa e il Centro studi Unimpresa fa sapere che l'Italia deve rinnovare entro l'anno oltre 122 miliardi di euro di debito pubblico. Dopo la pausa estiva arrivano infatti a scadenza 74,5 miliardi di Bot, 37,8 miliardi di Btp e 10,6 miliardi di Ctz: titoli che vanno rimborsati e che richiederanno nuove emissioni da parte del Tesoro. Si tratta sottolinea il Centro studi– di una enorme quantità di denaro, per cui una eventuale crisi della maggioranza e una caduta del governo potrebbero avere ripercussioni pericolose su spread e tassi di interesse. In tal senso va registrato un appello al mondo politico da parte del presidente di Unimpresa Paolo Longobardi: «A Parlamento e Governo, e quindi a tutti i partiti, chiediamo senso di responsabilità: la stabilità politica è decisiva sui mercati finanziari e una eventuali crisi della maggioranza, adesso, correrebbe il rischio di sprecare i risultati positivi raggiunti». luce una quota del 30% (circa 11 milioni) che negli ultimi 5 anni ha tagliato il budget di spesa per le autoriparazioni necessarie, mentre il 31% (oltre 11,1 milioni di possessori di auto), ammette oggi di «girare anche con qualche ammaccatura, mentre in passato facevo riparare tutto». È vero quindi che meccanici (+14%), carrozzieri (+7) ed elettrauto (+6%) vedono incrementare il loro lavoro ma in misura inferiore a quanto richiederebbe la vetustà del parco auto circolante. Inoltre, il caro-benzina sta causando una vera e propria corsa alla riconversione a gas. Circa 22 milioni di automobilisti (il 61%) infatti afferma di avere l'intenzione di abbandonare la benzina o il diesel per farsi installare un impianto a gas. Una scelta già fatta dal 9% degli automobilisti il cui 80% si dice soddisfatto della decisione presa, soprattutto per il risparmio sui costi (il 72%), in misura minore (43%) in ragione del minor impatto sull'ambiente. Siria, cresce in Occidente la voglia di intervento armato in Medio Oriente MARTEDì 27 AGOSTO 2013 Secolo d’Italia Antonio Pannullo Si aggrava la crisi siriana: dopo l'uso di armi chimiche, del quale Francia e altri Paesi hanno subito addossato la colpa al governo, quando invece non esistono prove, aumenta in Occidente la voglia di intervento armato, al quale si oppongono piuttosto duramente Russia e Iran. «Spero che gli alleati condividano le informazioni che hanno sull'uso di gas in Siria da parte del regime, perché le iniziative da prendere hanno implicazioni tali che si spera non ripetere posizioni di altri tempi per lo meno dubbie», dice da parte sua il ministro degli Esteri Emma Bonino a Radio Radi- cale. Con una posizione unanime nel Consiglio di sicurezza dell'Onu «si potrebbero percorrere strade non necessariamente militari» in Siria, come ad esempio il deferimento di Assad alla Corte penale internazionale, ha proseguito il ministro degli Esteri. «Non è un segreto che nell'amministrazione Usa il più restio a un intervento in Siria è il Pentagono: una resistenza non per ragioni ideologiche, ma dettate dalla complessità sul terreno e nella regione che hanno di fronte», ha sottolineato Bonino, annunciando di aver parlato nei giorni scorsi con il segretario di Stato John Kerry e anche con il collega russo Sergei Lavrov. Il quale ha detto che l'Occidente accusa la Siria senza avere le prove sull'uso di armi chimiche: «Dirigenti a Washington, Londra e Parigi dicono di avere prove inconfutabili che il governo siriano sta dietro l'attacco chimico a Damasco, ma non hanno ancora presentato alcuna prova. Eppure continuano a dire che la linea rossa è stata superata», ha osservato ancora il capo della diplomazia russa. Un'altra voce si leva contro l'intervento armato: «Se ci fosse un intervento militare, questo vorrebbe dire per il mio sentire - una guerra mondiale», afferma infatti monsignor Antoine Audo, vescovo caldeo di Aleppo e presidente di Caritas Siria sulla possibilità di un attacco internazionale armato. «Di nuovo c'è questo rischio - dice Audo alla Radio Vaticana - La cosa non è così facile. Speriamo che l'intervento del Papa per favorire un vero dialogo tra le differenti parti in conflitto, per trovare una soluzione sia il primo passo per non usare armi. Tutto il Paese è in guerra adesso - aggiunge il vescovo Questo è quello che aspettiamo: una forza internazionale che aiuti a dialogare e non a fare la guerra». Giovanni Trotta Basta con i supereroi del Grande Satana. Per contrastare l'invasione culturale dell'Occidente insinuata anche sotto il mantello di Batman, l'Iran sta stampando sulle copertine dei quaderni scolastici i volti di eroi nazionali, come un ammiraglio della Seconda guerra mondiale. La trovata viene segnalata da due media, tra cui una rivista online dell'agenzia Mehr che sottolinea come l'immagine di Gholam-Ali Bayandar, il ''fondatore della Marina iraniana'', rimpiazzerà sui quaderni quelle di personaggi di ''fumetti occidentali'' come l'uomo pipistrello, Batman. L'ideatore (e investitore) dell'iniziativa, As'ad Karami, ha sottolineato che i bambini iraniani hanno sempre visto personaggi come l'Uomo Ragno e Ben 10 (una serie televisiva statunitense) ma non conoscono questo eroe nazionale morto nel 1941 in un attacco alleato nel Golfo persico e a cui lui stesso ha dedicato anche un videogioco intitolato ''Salvare il porto''. L'iniziativa, spiega un'altra agenzia semi-ufficiale, la Fars, si inserisce in una più ampia offensiva contro i simboli occidentali: l'istituto ''Luce di vita'' ha presentato 500 tipi di accessori scolastici (oltre ai quaderni anche penne, matite, gomme da cancellare, temperini) definiti ''irano-islamici'' e raffiguranti eroi nazionali e martiri. Oltre a specialisti nucleari vittime di attentati, spiccano anche il popolare campione del mondo di lotta Takhti e figure encomiabilmente dotte ma difficilmente appetibili per un bambino: un premier della dinastia Qajar, il filosofo musulmano Avicenna e il poeta medioevale Ferdowsi. Alleggeriscono l'elenco cartoni iraniani quali i ''Bambini del cielo'' che però a stento reggono al confronto con i nomi più raffigurati su quaderni e matite: oltre a Batman e Spiderman, campeggiano anche i personaggi di Toy Story, Topolino, Harry Pot- 5 India, non è reato rapporto sessuale con minorenne ter, Cenerentola, La Bella Addormentata, Ronaldo, Messi, grandi club calcistici europei e Barbie, quest'ultima peraltro - assieme ai Simpson - già obiettivo di attacchi di tradizionalisti iraniani nel 1996 e nel 2011. Fin dalla sua nascita nel 1979, la Repubblica islamica dell'Iran si è contrapposta agli Usa e alla loro cultura consumistico-globalizzante: la Guida suprema Ali Khamenei si appella a evitare stili di vita occidentali in quanto annienterebbero la cultura e l'identità della nazione persiana. E ora l'agenzia Fars rilancia le foto delle vedove degli scienziati nucleari “martiri”. Redazione Il rapporto sessuale con una minore di 18 anni «non costituisce un reato» ai sensi della legge contro gli abusi sui bambini. È il verdetto di un tribunale di Nuova Delhi secondo quanto riportano i media indiani. I giudici hanno escluso il divieto assoluto per un'adolescente di avere una relazione consensuale come previsto da un provvedimento varato lo scorso anno e chiamato Protection of Children from Sexual Offences (Pocso). «Se lo interpretiamo in questo modo, allora significa che il corpo delle persone con meno di 18 anni è di proprietà dello Stato e nessuno che abbia meno di 18 anni può godere della relazione con un altro individuo», ha dichiarato il giudice Dharmesh Sharma dopo aver respinto un ricorso della polizia e della Commissione per le donne su un caso di violenza sessuale. Il tribunale era stato chiamato a pronunciarsi sull'assoluzione di un giovane di 22 anni accusato di aver stuprato una ragazza di 15 anni che poi ha sposato. La sentenza riapre il dibattito sulla riduzione della cosiddetta "età consensuale" che rimane fissata a 18 anni in India per evitare la diffusa pratica dei matrimoni infantili e combattere la prostituzione minorile. L'Iran rivaluta gli eroi nazionali contro Batman e lʼUomo Ragno Grosseto, una trasfusione sbagliata uccide un paziente di 76 anni. Il Pdl: «Troppi errori e la giunta non dà risposte» 6 Secolo d’Italia Redazione Ancora un altro caso di malasanità. Questa volta riguarda l'“efficiente” regione rossa guidata da Enrico Rossi: la Toscana. Un uomo di 76 anni è morto allʼospedale di Grosseto, dopo che, per un errore di identificazione che si è verificato nonostante le procedure di sicurezza, gli è stato somministrato sangue destinato a un altro ricoverato. Sulla vicenda è stata aperta una doppia inchiesta: una della procura e una interna della Asl. È stato un esposto presentato dai familiari, dopo aver appreso dell'errore, a far aprire l'inchiesta della procura di Grosseto: la trasfusione, secondo una prima ricostruzione, è stata fatta domenica mattina per un errore del per- sonale del reparto di rianimazione. Il quadro clinico del 76enne, ricoverato dall'8 agosto per una per una polmonite, è poi peggiorato fino al decesso avvenuto domenica sera. Sequestrata la cartella clinica. Anche la Asl di Grosseto ha avviato un'indagine interna nell'ambito della quale saranno ricostruiti i passaggi dall'arrivo della sacca di san- Redazione Follia omicida in Campania. Nella frazione Pignano di Lauro in provincia di Avellino domenica sera intorno alle diciannove unʼex guardia giurata, Domenico Aschettino, 38 anni ha fatto fuoco con la sua pistola regolarmente detenuta, una calibro 9x21 contro lʼintero nucleo familiare dei vicini, che abitavano nelle case popolari poco distanti dalla sua abitazione, la famiglia Sepe. Tragico il bilancio: un morto e quattro feriti. La più grave e in «imminente pericolo di vita» (si trova nell'ospedale Cardarelli di Napoli), è Carolina Sepe, 25 anni: la ragazza incinta (terzo mese) è stata ferita con un colpo di pistola alla testa durante un litigio nel quale è stato ucciso il padre, Vincenzo Sepe, 44 anni. «I medici – ha spiegato Ciro Coppola, direttore sanitario dell'ospedale Cardarelli – la mantengono in stato di coma e ogni tentativo è finalizzato a salvare il feto». La furia omicida di Domenico Aschettino cercava Gianpiero, il genero di Vincenzo Sepe, per regolare i conti dopo giorni di Follia omicida a Lauro, uccide un vicino e ferisce la figlia incinta: è in fin di vita MARTEDì 27 AGOSTO 2013 gue nel reparto fino alla somministrazione per individuare quale sia stato l'errore e come sia stato commesso. Non è la prima volta che in Toscana si verificano tragedie legate a trasfusioni sbagliate. Il primo caso si è verificato nel luglio del 2011 al policlinico delle Scotte a Siena. Un anno fa, sempre a luglio, all'ospedale di Careggi a Firenze un latro drammatico caso. Due mesi fa è toccato all'ospedale Versilia di Camaiore. E poi l'ultimo a Grosseto. Errori che fanno scendere in campo il Pdl. Stefano Mugnai, vicepresidente regionale della commissione sanità, osserva che «anche questa volta la Asl ha già attivato la debita inchiesta interna mentre la procura ha disposto lʼautopsia e poi valuterà per proprio conto il da farsi. Per parte nostra continuiamo ad attendere risposte dalla giunta regionale su come sia possibile un simile susseguirsi di errori e scambi di sacche che costano la vita ai pazienti. Uno sarebbe già troppo, ma questa serie davvero lascia sconcertati». litigi per banali motivi di viabilità. Il 21enne di Quindici si era barricato in una stanza con il figlio di appena un anno quando Aschettino, vigilantes disoccupato, dopo aver sparato a Sepe e alla figlia, ha fatto irruzione nellʼappartamento di un edificio nel quartiere popolare di Lauro. Allʼinterno dellʼabitazione si trovavano sei persone: due sono riuscite a scappare rinchiudendosi uno in bagno e l'altro fuggendo da una finestra. Tra i due scampati al raptus proprio il genero di Vincenzo, Gianpiero. Come hanno ricostruito i carabinieri del Comando provinciale di Avellino i colpi sono stati esplosi a raffica, senza che Aschettino pronunciasse alcuna parola. Dopo gli spari l'uomo si è recato presso la caserma dell'Arma raccontando, in modo sommario, quanto accaduto. Ora il gip del tribunale di Avellino provvederà all'interrogatorio di garanzia. Le fiction dʼautunno: tra le novità il sogno di Olivetti e la burrascosa vita di Rodolfo Valentino Secolo MARTEDì 27 AGOSTO 2013 7 d’Italia Liliana Giobbi Le tv generaliste scommettono ancora sulle grandi fiction per attirare il pubblico: sia Rai che Mediaset offrono nei loro palinsensti serie tv nuove ma anche graditi ritorni con volti noti come quello di Luca Zingaretti (Adriano Olivetti) e Terence Hill (Don Matteo), di Sabrina Ferilli e Virna Lisi (Baciamo le mani) e di Gabriel Garko (Rodolfo Valentino). La miniserie in due puntate su Anna Karenina su Raiuno (coprodotta con Lux Vide) avrà come protagonista Vittoria Puccini e sarà uno degli eventi televisivi del 2013. Lunedì 21 e martedì 22 ottobre grande attesa per "La forza di un sogno", altra fiction Rai in cui Luca Zingaretti vestirà i panni dell'imprenditore Adriano Olivetti. La storia comincia dalla prima infanzia di Olivetti, quando allʼetà di undici anni entra per la prima volta nellʼazienda di famiglia. Ci troviamo negli anni che seguono la Seconda Guerra Mondiale. Dopo la morte del padre, il giovane Adriano prende il comando del- lʼazienda Olivetti. La sua guida innovativa, però, destabilizza non poco gli operai e i sindacalisti, abituati ai metodi tradizionali e formali del suo predecessore. Questa ventata di novità porta numerosi benefici allʼazienda, ma a causa di una serie di problemi si trova costretto a lasciare le re- dini dellʼazienda al fratello minore. Dopo la prematura morte di questʼultimo, Adriano torna in azienda. Può contare sullʼaiuto di Grazia, la sua giovanissima moglie, ma deve fare i conti con il tradimento di Mauro, il suo amico di sempre. Nel frattempo, Adriano apre una fabbrica a Pozzuoli e manda avanti lʼinnovativo progetto del primo calcolatore, ma si fa anche molti nemici che gli faranno vivere momenti di grande difficoltà. Baciamo le mani andrà invece in onda su Canale 5 a settembre e narra la storia di due donne (la Ferilli e la Lisi) che non si vogliono piegare ai boss di Little Italy. La leggenda di Rodolfo Valentino è un'altra scommessa Mediaset: Rodolfo Valentino è la sintesi di due miti, quello dell'emigrante italiano il cui sogno viene coronato da un successo planetario e quello del talento artistico che, unito alla capacità di seduzione, consacrano nei decenni il prototipo del latin lover. Strategie contro il carolibri a scuola. Gli italiani comprano sempre di più manuali e vocabolari usati Redazione Gli italiani tendono sempre più ad acquistare libri e dizionari riciclati, passando dal 36% dello scorso anno al 52% di quest'anno: in pratica, 1 italiano su 2. Un aumento considerevole, pari all'16%, il doppio rispetto all'anno precedente quando l'incremento registrato era stato pari all'8%. È quanto emerge da un sondaggio reso noto da Contribuenti.it. Il 48% del campione acquista testi riciclati per ristrettezze economiche - spiega una nota dell'associazione - il 22% per abitudine, il 20% per combattere il caro vita e il 10% perché costano meno delle fotocopie. I libri scolastici vengono riciclati perché non servono più secondo il 17% delle persone coinvolte nel sondaggio, per esigenze economiche (39%) o semplicemente perché non erano piaciuti (44%). Napoli, Aosta, Pescara, Brindisi, Roma, Udine, Venezia, Verona, Prato, Caserta, Bari, Salerno e Campobasso sono le città dove è più conveniente acquistare i libri riciclati, con sconti Quotidiano della Fondazione di Alleanza Nazionale Editore SECOLO DʼITALIA SRL Fondatore Franz Turchi d’Italia Registrazione Tribunale di Roma N. 16225 del 23/2/76 Consiglio di Amministrazione Tommaso Foti (Presidente) Alberto Dello Strologo (Amministratore delegato) Alessio Butti Antonio Giordano Mario Landolfi Ugo Lisi mediamente del 50%, mentre Milano, Imperia, Torino, Firenze, Cagliari, Genova, Bologna, Terni, Rieti, Potenza e Isernia sono tra le città dove il risparmio non supera il 40%. I maggiori affari si fanno sul web dove è possibile acquistare libri riciclati con sconti che vanno dal 70% all'80%. "Di fronte alla crisi economica - spiega Vittorio Carlomagno, presidente di Contribuenti.it - gli italiani reagiscono sfoderando tutta la loro creatività. Bisogna solo stare attenti a scegliere testi in buono stato: più volte è capitato di acquistare libri sottolineati o evidenziati che rendono illeggibile il testo''. Il ritorno dei ragazzi tra i banchi di scuola è sicuramente fonte di preoccupazione per molte famiglie. Adiconsum e Klikkapromo.it, sito di coupon e di offerte per la spesa, hanno stilato una guida che consente di risparmiare sia sui libri di testo sia sul corredo scolastico, facendo fronte ai sensibili rincari registrati da alcuni prodotti, come astucci (+4%), colle (+9%) e album da disegno (+9%). Direttore Politico Marcello De Angelis Vicedirettore Responsabile Girolamo Fragalà Redazione Via della Scrofa 39 - 00186 Roma tel. 06/68817503 mail: [email protected] Amministrazione Via della Scrofa 39 - 00186 Roma tel. 06/688171 mail: [email protected] Abbonamenti Via della Scrofa 39 - 00186 Roma tel. 06/68817503 mail: [email protected] La testata fruisce dei contributi statali diretti di cui alla legge 7 agosto 1990 n. 250