natale premessa di un anno nuovo - Centro Don Orione

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natale premessa di un anno nuovo - Centro Don Orione
NATALE PREMESSA DI UN ANNO NUOVO
Il Natale, premessa di un Anno Nuovo vuole indicare il grande mistero di Dio che incarnandosi ha
assunto su di sé i problemi, le ansie, le gioie e i dolori del mondo.
Si è fatto come noi per farci come Lui. Un Dio si fa uomo per farci comprendere qualcosa del suo
mistero e dello stesso mistero dell’uomo.
Ognuno di noi infatti è un mistero che si rivela ogni giorno a se e stesso agli altri: un mistero che
nasce dall’Amore di Dio e a Lui tende.
Senza voler tergiversare siamo in un circuito d’amore che ci rende esseri in relazione, creati da Dio e
quindi suoi figli nel Figlio, in quel Gesù che si fa uomo. E’ un canto ed una meraviglia ma anche, come dice
don Orione, la dolcezza di Dio.
Fanno eco alle parole di don Orione quanto proclama il Papa nella Sua recente Esortazione
Apostolica: Figli di un solo Padre fratelli tra di noi. “Fratelli dice don Orione siamo buoni della bontà del
Signore, e poi non temete mai che la vostra opera vada perduta: ogni parola buona è soffio di Dio: ogni
santo e grande amore di Dio e degli uomini è immortale”.
Papa
Francesco
sottolinea
che
non
dobbiamo
avere
tenerezza,
di quello che siamo. Dio è misericordia e ci aspetta, ci cerca, ci consola, ha bisogno di noi per cantare
l’Amore.
Ci sembrano parole vuote, quasi un’utopia. Come cantare l’Amore nel giorno d’oggi? Viviamo in una
realtà che sembra spingere al cambiamento, al nuovo, mentre i sette scenari elencati nel documento sulla
Nuova Evangelizzazione ci interpellano sul senso del Natale da vivere nel nostro quotidiano.
Si tratta dello scenario culturale, connotato da un processo di secolarizzazione; del fenomeno
migratorio, che porta ad una situazione di globalizzazione; della situazione economica mondiale,
caratterizzata da squilibri e crisi; dello scenario politico; della ricerca scientifica e tecnologica; della cultura
mediatica e digitale che si impone come luogo della vita pubblica e dell’esperienza sociale; dello scenario
religioso che evidenzia un ritorno al bisogno di spiritualità autentica.
Su questi scenari scorre la nostra vita che si incarna giorno dopo giorno e si confronta con questi
problemi. Gesù, con il suo Natale assunse su di sé tutto questo per redimerlo e farlo nuovo, migliore, più
degno del Suo Regno di pace e di giustizia.
Anche noi che siamo vicini al Natale, a Gesù che viene a visitarci e proporci un mondo nuovo, il
mondo creato dal Padre per la felicità dell’uomo, ci chiediamo come rispondere a queste sfide.
Sentiamo di essere anche noi dei Giovanni Battista che indicano il Signore e disposti a tutto
annunciamo la sua venuta per un mondo migliore?
Il papa Francesco dà continui spunti che possono aiutarci a rinnovare il nostro stile di vita, a togliere
da noi la globalizzazione dell’indifferenza per renderla globalizzazione della carità alla don Orione.
Serve la nostra disponibilità al cambiamento, al nuovo di Dio, a sentire la realtà come campo da
seminare, impulso ad essere fermento, germe di buona novella, protesi ad instaurare omnia in Christo.
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Dio Padre non opera a caso e se oggi noi siamo e lavoriamo in un’opera di don Orione, ha un senso
e significato profondo.
Siamo dei chiamati ad ardere di carità, a trasformare il mondo da selvatico in umano e dall’umano in
divino. Come, possiamo chiederci? con i piccoli gesti del quotidiano: dal saluto: “buon giorno, buona sera,
buon pranzo inizia il papa a “ Guardare negli occhi l’altro, il più povero, ad accogliere chi ci sta vicino come
fratello”.
Il papa nel Suo messaggio per la giornata della Pace insiste su questo: sulla fraternità universale, un
termine usato dal nostro don Orione e che oggi ci interpella in modo personale.
All’impegno di questa fraternità siamo chiamati personalmente e comunitariamente, come persone e
come Nazioni e Popoli. Tutti siamo chiamati a tendere al nuovo di Dio, alla fraternità.
Ecco perché il Natale è premessa del Nuovo Anno. Ciascuno assume su di sé la realtà che vive:
famiglia, lavoro, amicizia per migliorare le relazioni, i rapporti per condividere con passione, alla don Orione,
senza esser profeti di sventura, ma piuttosto ricercare, anche nelle cose più negative, quella piccola traccia
del Verbo, ossia del mistero dell’Incarnazione presente e nascosto nei meandri dell’indifferenza e spesso del
peccato.
E’ la grande responsabilità dei laici di oggi e noi, orionini, la percepiamo con quell’ardore del nostro
Santo. Trovare scoprire le orme del positivo per costruire su di esso con coraggio. Sentiamo il grido di don
Orione, “ non siate pusillanimi, nec, nec, ma persone decise che sanno affrontare il mondo con lo stile nuovo
della carità”.
Lo stile che risponde ai segni dei tempi, quelli di cui abbiamo sopra accennato, con consapevolezza
e discernimento ma con il cuore aperto a tutti, capace di mostrare la speranza della propria vocazione: laici
impegnati cristianamente e orioninamente a costruire un mondo migliore.
L’Anno Nuovo è la palestra che ci attende per sperimentare il cambiamento di stile che dalla trilogia
di papa Francesco: Permesso. Scusa e Grazie indicato per le famiglie, ne fa il Segno del nuovo
comportamento per modestamente contribuire a formare una nuova umanità.
Seminatore di speranza era il nostro don Orione, lo vogliamo essere pure noi in questo Nuovo anno
che viene nella certezza che il Natale del Signore ci ha fortificati, trasformandoci con la Sua grazia ed il Suo
esempio in uomini nuovi.
Nel cielo ci sono il sole, la luna e le stelle. Il sole è Dio, le stelle i santi, la luna il mondo ma tutto è
nel
cielo,
in
Maria,
la
Madre.
Là,
sotto
quel
manto
ci
siamo
anche
noi.
Simonetta Antonella
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