Discorso della Superiora generale per i 90 anni di presenza delle

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Discorso della Superiora generale per i 90 anni di presenza delle
Discorso della Superiora generale Sr. M. Mabel Spagnuolo
in occasione del 90° anniversario della presenza delle PSMC in Polonia
Casa provinciale, Zalesie Gòrne, 2 febbraio 2014.
LA POLONIA NEL CUORE DI DON ORIONE
Piccole Suore Missionarie della Carità, sulla scia di Don Orione.
Dopo aver ascoltato nell’intervento di Sr. M. Irena, la chiara e ampia visione del
contesto storico ed ecclesiale della Polonia ai tempi dell’arrivo delle PSMC, il primo
sentimento che sgorga dal cuore è quello della gratitudine e della lode alla Divina
Provvidenza.
Viene spontanea la meraviglia costatando come, nonostante le tortuose vicende
degli uomini, la Provvidenza divina, scrive e svela la storia di salvezza, i piani misteriosi e
amorosi di Dio per l’umanità.
Quindi le prime parole che sento vibrare nel cuore, di fronte a questi 90 anni di
presenza in Polonia, sono quelle del Salmo 66:
(1-3) Acclamate a Dio da tutta la terra, cantate alla gloria del suo nome, date
a lui splendida lode. Dite a Dio: “Stupende sono le tue opere!”
(5) Venite e vedete le opere di Dio, mirabile nel suo agire sugli uomini.
Ho voluto inserire questa mia riflessione dentro la cornice, che ho già anticipato nel
titolo: La Polonia nel cuore di Don Orione, proprio perché il “cuore” di Don Orione mi
sembra che sia il “luogo” teologico, dove il progetto carismatico, che la Divina Provvidenza
aveva già predisposto, ha affondato le sue radici ed è poi diventato l’albero fecondo della
grande Famiglia orionina. Nel “cuore” di Don Orione sono germogliate le migliori iniziative
di una carità senza confini, come è senza confini l’Amore di Dio.
Il cuore è sempre il luogo simbolico dell’amore, e così come noi, PSMC, siamo nate
dall’amore infinito del Cuore di Cristo, possiamo anche dire che, per analogia, siamo nate
dal cuore di Don Orione, appassionato di amore per Dio, per la Chiesa, per le anime!
All’interno di questo tema ho sviluppato due aspetti, nei quali intendo evidenziare
alcune caratteristiche della nostra identità carismatica e spirituale come PSMC, collocate
in stretta sintonia con l’esperienza dello stesso Fondatore. La nostra “figliolanza” ci rende
“eredi” della sua esperienza spirituale incarnata nel nostro essere “donne consacrate”
dando così volto al carisma “al femminile”, direi ad una carità “al femminile e mariana”.
Questi due aspetti sono: Eredi della sensibilità storica di Don Orione e Eredi
della sensibilità culturale di Don Orione.
EREDI DELLA SENSIBILITÀ STORICA DI DON ORIONE
Senza dubbio Don Orione, con la sua sensibilità storica e con la certezza assoluta
che Dio sempre trionfa nella misericordia, aveva intuito con profetico sguardo, che la
Polonia, nonostante i momenti drammatici che attraversava, era destinata a “risorgere”
per la fede in Dio e per l’attaccamento alla Madonna Santissima.
Diceva in una lettera rivolta “ai miei cari figliuoli Polacchi”, da Tortona, il 9
settembre 1939:
“Non avvilitevi, perché la Polonia certo risorgerà! Pregate con fede: gettatevi con piena
fiducia nelle mani della Divina Provvidenza e della Madonna di Czestochowa. Chi ha fede,
chi confida in Dio, non perirà in eterno!
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Le vie del Signore sono elevate, ed Egli conduce da lontano i suoi disegni: la Polonia
risorgerà, per compiere la Missione di fede e di civiltà cristiana che la Divina Provvidenza le
ha dato, e la nostra Congregazione, benché ora così piccola, un giorno aiuterà molto la
rinascita cristiana della Polonia, e parecchi di voi la vedranno, ma bisogna pregare e vivere
di fede ai piedi della Chiesa”1.
Possiamo dire che Don Orione aveva l’enorme certezza di questa vittoria, perché
conosceva e ammirava la grande fede del popolo polacco, il coraggio e la forza di un
popolo che, nonostante le avversità, avrebbe saputo salvaguardare la propria identità
nazionale e cattolica. Vittoria che, per Don Orione non riguardava unicamente l’ambito
politico, ma soprattutto umano, spirituale e apostolico.
In questo preciso tempo storico, degli inizi del XX° secolo, irrompe, condotto dalla
forza dello Spirito Santo, il carisma di Don Orione in Polonia e fiorisce come un segno
profetico attraverso la carità concreta dei suoi figli e delle sue figlie.
Noi, PSMC, abbiamo testimoniato fin dall’inizio, con coraggio spesso al limite
dell’eroismo, il potere liberante della carità e della misericordia di Dio, completando,
proprio un anno dopo l’arrivo dei FDP, il poliedrico volto del carisma orionino. Un volto
carismatico “al femminile”. Abbiamo testimoniato i valori della nostra spiritualità
nell’umiltà, nel servizio, spesso nel silenzio, con un atteggiamento di tenerezza materna
verso i più abbandonati e perseguitati, fino a rischiare la vita, da vere discepole di Cristo.
Possiamo dire che, per un figlio o una figlia di Don Orione, i tempi più duri, più
difficili, più drammatici della storia, costituiscono la migliore sfida alla creatività della
carità, alla fantasia della carità, permettendo a Cristo di incarnarsi ancora una volta
nelle realtà variate dei tempi e delle culture: “Instaurare omnia in Christo”.
Da Don Orione abbiamo imparato la fiducia nella Provvidenza in momenti in cui
non avevamo proprio nulla; la generosità e la donazione di noi stesse in momenti in cui
ognuno vegliava e guardava a se stesso; la misericordia e l’amore in momenti in cui l’odio
e l’ambizione erano l’aria che si respirava.
Questo è stato il fondamento solido e consistente, la buona semente del carisma,
piantata dalle prime Consorelle, la roccia ferma sulla quale le generazioni successive
hanno potuto, lungo questi 90 anni, far crescere, maturare, svilupparsi e fruttificare il
Vangelo di Cristo, nelle varie comunità, nei servizi di evangelizzazione, nella Chiesa e per
i poveri, nelle opere di carità, che i tempi e le circostanze richiedevano, nelle numerose
vocazioni, che sono venute a rinforzare la schiera delle Missionarie della Carità.
E oggi, noi PSMC, conserviamo viva la linfa carismatica, la sensibilità storica di Don
Orione, guardando e accogliendo questo momento storico con entusiasmo, con amore e
come sfida alla carità profetica, che abbiamo per vocazione e per missione e che
costituisce l’identità più genuina e più profonda. È la “carità” che ci dà l’identità, la
“carità” che è nel nostro nome, la carità confermata nel nostro IV Voto di Carità, voluto
dallo stesso Don Orione.
Qui e ora, nella Polonia del 2014, dove il “nemico” del laicismo e del materialismo
minaccia di invadere e di appropriarsi della sua “terra” più preziosa: il cuore, l’anima, il
pensiero delle persone, Don Orione ripete a noi PSMC: “Non avvilitevi, perché la Polonia
certo risorgerà! Pregate con fede: gettatevi con piena fiducia nelle mani della Divina
Provvidenza e della Madonna di Czestochowa. Chi ha fede, chi confida in Dio, non perirà in
eterno!”
Sono questi i tempi migliori per attivare la nostra fedeltà creativa e la nostra carità
operativa e dinamica. In questo tempo storico, siamo chiamate a maturare una più
profonda sensibilità storica, per essere come l’antidoto alle tante orfanità del nostro
mondo: testimoniando la centralità di Cristo e la gioia del Vangelo, essendo segno di una
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Scritti 78, 177-178.
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fraternità che non esclude nessuno, di una maternità spirituale che si prende cura della
vita più debole e indifesa, vivendo l’abbandono fiducioso nella Provvidenza di fronte al
materialismo e alla ricerca di sicurezze; infine, essendo donne capaci di generosità
eroica, di fede adulta, di speranza certa! Oggi, come ieri, sono tempi di profezia e di
martirio.
Don Orione non vuole spiriti timidi, addormentati, accomodati; ci vuole discepole e
apostole, capaci di profezia e martiri! Gioiose, aperte e disponibili a “dare la vita cantando
l’amore”2.
EREDI DELLA SENSIBILITÀ CULTURALE DI DON ORIONE
Una delle più belle caratteristiche della personalità del nostro Fondatore San Luigi
Orione è stata la sua “paternità”. Don Orione era felice di essere “padre” di tanti figli e
figlie spirituali. Lo possiamo scoprire ripercorrendo le tantissime sue lettere rivolte a
sacerdoti, a suore, a benefattori, a giovani laici, a seminaristi… il suo “cuore senza
confini” lo rendeva padre, vicino, “concittadino”: ha chiamato l’Argentina la sua seconda
Patria, si è fatto brasiliano con i brasiliani…
Ma credo di non sbagliare nello scoprire in Don Orione un amore profondo e del
tutto particolare per la Polonia e per i figli di questa terra.
Troviamo nei suoi scritti espressioni infuocate e di sincera identificazione con il
popolo polacco; dirà più volte: “io di spirito e di cuore sono polacco”3. E in altra Minuta: “Io
amo la causa dei polacchi e sono polacco”4.
Un amore che, come lo esprime in una lettera ai suoi religiosi polacchi del 1932,
aveva serbato fin dalla giovinezza: “carissimi figli della Polonia, terra da me tanto amata sin
dai miei giovani anni, popolo già tanto martoriato, ma da Dio alla vergine Maria, e alla chiesa
tanto prediletto”5.
Don Orione, in quella stessa lettera, rivolge parole forti ai suoi figli polacchi,
esortandoli seriamente ad una vita religiosa autentica, fervorosa e coerente, ma sgorga
subito il suo affetto paterno, come lo vediamo nelle espressioni conclusive: “Arrivederci
cari figlioli miei, sappiate che vi porto tutti nel cuore e sull’altare sempre; come veri figli di
predilezione; e se ora sono forte con voi, è perché vi amo tanto in Gesù; e ho molta fiducia
nei Polacchi, e molto aspetto dalla cara Polonia. Viva Maria! Viva la Polonia! Vi abbraccio
con abbraccio spirituale di padre e con cuore di padre e sacerdote” 6.
C’era in Don Orione un profondo sentimento di solidarietà con le sofferenze e con le
vicende dolorose, che la Polonia attraversava, soprattutto nelle prime decadi del 1900.
Si faceva sempre più evidente la sua compassione e identificazione con il dolore dei
suoi figli di fronte alle tristi notizie della dominazione tedesca e delle arie di guerra, che
già si cominciavano a respirare di nuovo prima della sua morte.
Scriveva nel settembre 1939: “…non voglio tardare a farvi sentire come io sia vicino a
voi, in questo dolorosissimo momento della vostra amata Patria. Il giorno della vostra partenza ho
sentito così vivo dolore, che ho dovuto gettarmi per parecchie ore sul letto: ho fatto portare in mia
camera la bandiera polacca, ed essa è ancora qui, e vi resterà distesa lungo tutta una parete. Qui si
parla di voi, si pensa e si prega per voi, cari miei figli, e per la vostra Nazione; - non potete
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DOLM, 2164 SS.
Scritti 84,264. Minuta, dal Convitto Paterno di Tortona.
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Scritti 94, 158.
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Scritti 52, 121; Lettera “ai cari figliuoli in Gesù Crocifisso della Polonia”, da Tortona il 21 dicembre 1932.
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Scritti 52, 122;
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3
immaginarvi quanto si sia accresciuto il vincolo dolce e strettissimo del nostro fraterno affetto,
specialmente dopo la vostra partenza e nell’ora tragica che la vostra Patria attraversa”7.
Ma c’era in Don Orione una straordinaria capacità di inculturazione e di
comprensione della diversità, che ogni cultura porta in sé. Pensò subito alla difficoltà
della lingua e volle che alcuni sacerdoti giovani imparassero la lingua polacca per essere
“ponte” di unione: “Il togliere tutti i chierici (italiani) dalla Polonia è un mezzo guaio: abbiamo
bisogno che colà vi siano almeno due o tre chierici. (…) E così domani, avremo sacerdoti italiani,
che sappiano il polacco, e potranno essere anelli di unione. (…) Mandate pure anche qualche buon
sacerdote, benissimo, ma, quanto ad imparare la lingua polacca da adulti è assai, assai difficile: il
polacco come l'inglese, il tedesco e l'arabo sono difficili per un adulto: non è come lo spagnolo ed
il francese”8.
Questo è Don Orione, un padre, un fratello, un maestro di spiritualità e di
missionarietà…
In questo modo le nostre Suore polacche hanno assimilato il cuore del Padre
fondatore e fin dagli inizi, senza remore, senza guardarsi intorno, hanno risposto
all’appello missionario dell’evangelizzazione “ad gentes”, e nel nome di Dio e di Don
Orione sono partite e hanno collaborato alla consolidazione del carisma in terre ignote e
lontane (“alla fine del mondo”, con le parole di Papa Francesco): in Argentina, in Brasile…
mettendo anche qui il buon seme della missionarietà del carisma; questo spirito
missionario si è poi prolungato nelle successive generazioni di Suore polacche con le
varie partenze per la missione “ad gentes”: in Madagascar, in Kenya, in Costa d’Avorio, in
Togo, nelle Filippine.
Questo è lo spirito che anche noi PSMC abbiamo ereditato e che oggi, a quasi 100
anni di Fondazione, e a 90 anni di presenza in Polonia, siamo chiamate a riproporre, nei
contesti più allargati della missionarietà e dell’internazionalità.
Una PSMC è una donna che, innamorata di Cristo e del suo Vangelo, si fa “cittadina
del mondo”, perché solidarizza con ogni persona, con la sua storia, con la sua cultura,
con le sue vicende belle o sofferte. La solidarietà si traduce poi in “inculturazione”, in
identificazione con la vita e il destino dell’altro, dell’altra, con la passione per l’annuncio
del Vangelo di Gesù Cristo e, per poterlo annunciare, si fa “solidale”, si fa “una con
l’altro”, parlando la sua lingua, adottando la sua Bandiera, avvicinando gli altri come
Piccola fra i piccoli, Sorella fra sorelle e fratelli, Missionaria di Cristo, e si fa Carità, pane
spezzato e donato. Questo è, in altre parole, ciò che ci dice oggi Papa Francesco: “bisogna
toccare la carne di Cristo nei poveri”!
Il “passaporto” di una PSMC dovrebbe dire: Identità: la carità; nazionalità:
universale!
CONCLUSIONE.
Siamo oggi a celebrare i 90 anni di presenza delle PSMC in Polonia; questo 90° si
situa all’interno dei 100 anni di Fondazione, che celebreremo l’anno prossimo, 2015.
Che cosa augurare alle carissime Sorelle della Provincia N. S. di Czestochowa?
In primo luogo, e con le parole di Giovanni Paolo II in Vita consecrata, che sia,
certamente, un anno giubilare, perché è buono far festa, ma che non rimanga solo lì:
“non avete solo una gloriosa storia da ricordare e da raccontare, ma una grande storia da
costruire! Guardate al futuro, nel quale lo Spirito vi proietta per fare con voi ancora cose
grandi”9.
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Scritti 52, 133; Lettera da Tortona, 9 settembre 1939.
Scritti 18, 152; Lettera da Buenos Aires, 21 settembre 1935 a Don Carlo Sterpi.
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Vita consecrata 110.
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Che cosa significa questo? Innanzitutto significa “rinnovarsi in tutto”; la
“rifondazione” del carisma avvenga prima di tutto dentro di noi, nella riespressione dei
valori che ci identificano come PSMC, con apertura, docilità, flessibilità, capacità di
discernimento dei segni, che la Provvidenza ci offre attraverso le nuove realtà storiche.
Gli “eventi” celebrativi come questo di oggi, diventino “eventi” interiori ad ogni
PSMC, che rendano visibile quello “stile nuovo” che il Capitolo generale ha ben proposto
a tutte.
Auguro a tutte:
-
una rinnovata spinta di conversione a Cristo e alla sua Parola,
-
lavorare instancabilmente per “ricostruire”, dal profondo di noi stesse, le motivazioni
della nostra vocazione e missione nella Chiesa e per il mondo,
-
ravvivare e risvegliare in ognuna di noi il senso di corresponsabilità nello sviluppo del
carisma e la responsabilità storica che abbiamo, personale e comunitaria, di fronte al
futuro,
-
appropriarsi personalmente e comunitariamente dell’impegno per una PGV più
incisiva e profonda, che inizi nella testimonianza serena e gioiosa della propria
consacrazione a Dio,
-
allargare sempre di più gli orizzonti carismatici della nostra vocazione e della
missione, sviluppando sempre di più la capacità di inculturazione “ad intra” e “ad
gentes”10
-
rivedere e riproporre nuove forme di evangelizzazione e di vicinanza alle “nuove
povertà”, alle nuove “periferie dell’esistenza umana”, con coraggio e audacia
tipicamente orionina, come risposta ai tanti e forti appelli di Papa Francesco,
-
infine, dare nuova profondità e nuova visibilità al vissuto della povertà evangelica,
dell’obbedienza responsabile, della castità feconda e gioiosa, come via privilegiata
della carità e come profezia.
Concludo con alcune espressioni dello stesso Don Orione, rivolte alle “sue figlie
della Polonia”, sempre attuali e sempre vive:
“Alle buone figlie di Dio le Suore Missionarie della Carità che sono in Polonia
…formate di tutte voi un cuore e un’anima sola in Gesù Cristo...
Pregate per me sempre come io per tutte voi prego, raccomandandovi lo spirito di unione, di
umiltà, di concordia e di grande sacrificio e carità.
Vi benedico tutte e ad una ad una, e siate ora e sempre da Dio e dalla Santa Madre di
Dio benedette”11.
Ave Maria e avanti sempre!
E tanti, tanti auguri a tutte le PSMC della Provincia N. S. di Czestochowa.
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11
Cfr. PSMC Atti XI Capitolo generale, Presentazione, pag. 3 ss.
Da due lettere rivolte alle Suore della Polonia: 1 ottobre 1932 e 18 gennaio 1934.
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