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Settimanale d’informazione
ANNO LVII- N. 35
www.vocedellavallesina.it euro 1
contiene ip
Jesi, domenica 17 ottobre 2010
Impôt reprisé Tassa riscossa Ufficio di Jesi
Poste Italiane spa - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, DCB - Jesi
a San Francesco d’assisi
missioni
Si stanno
svolgendo le
celebrazioni per
il 50° anniversario
Foto Photo In
di Crisafulli
e Maiolatesi
Il pensiero
dei giovani
Ciò che si spende per la formazione
non va considerato come “costo”, ma
come “investimento”. Un investimento non solo sul futuro dei più giovani,
ma dell’intero Paese: è quanto chiedono i giovani e gli studenti dell’Azione Cattolica e gli universitari della
Fuci nella loro “Agenda di speranza”,
offerta come contributo all’imminente Settimana sociale (Reggio Calabria,
14-17 ottobre) e alla riflessione che
la Chiesa italiana sta conducendo
intorno al tema del bene comune. In
particolare, il contributo vuole segnalare “alcune questioni prioritarie
che, mentre guardano al bene delle
nuove generazioni, possono risultare
importanti per la ripresa e la crescita
morale e materiale di tutto il Paese”.
L’agenda dei giovani di Ac, del Movimento studenti di Azione Cattolica
(Msac) e della Federazione universitaria cattolica italiana (Fuci) è in continuità con il Documento di sintesi del
“Forum nazionale dei giovani verso le
Settimane Sociali” e raccoglie l’invito
dello stesso Documento preparatorio
all’appuntamento di Reggio Calabria.
Formazione e “cultura del lavoro”.
È per questo motivo che i giovani di
Ac, gli studenti del Msac e gli universitari della Fuci chiedono, “a fianco
a un moderno welfare sociale (fatto
di maggiore tutela per i lavoratori a
progetto, misure economiche di sostegno per chi perde il lavoro, anche per
lavoratori atipici, o per chi ha necessità di accedere ad un mutuo), anche
un duro lavoro educativo che aiuti a
costruire un progetto di vita fondato
sui talenti e sulla lettura del contesto”.
In sintesi, perché il lavoro sia espressione di un “progetto di vita” occorre
innanzitutto “formare i giovani a una
‘cultura del lavoro’ in cui centrali siano rigore, onestà, competenza, applicazione”.
No alla “retorica dei rimpianti”.
“Non sia la retorica dei rimpianti e
di chi crede che i giovani di oggi siano privi di speranze e opportunità a
dettare l’agenda del nostro Paese”,
ammoniscono i giovani firmatari
dell’“Agenda”, secondo i quali “per
guardare lontano serve rieducarsi
alla pazienza, alla tenacia, alla lungimiranza, alla giustizia”. Nella scuola, ad esempio, bisogna “dare fiducia
agli adolescenti e al loro protagonismo”, perché “sarebbe un controsenso
scommettere sulla scuola senza dare
fiducia a chi ogni giorno quei banchi
li abita”.
La politica e il ruolo dell’associazionismo. L’impegno educativo
per i giovani, secondo i promotori
dell’“Agenda”, “richiede oggi di mettere al centro alcuni temi specifici: la
legalità, la giustizia, la solidarietà, il
rispetto e l’integrazione con le altre
culture e religioni, la partecipazione
diretta alla vita politica”. All’interno
della comunità cristiana, ciò richiede
“un investimento massiccio e prioritario per formare in modo integrale
educatori portatori sani di un’autentica spiritualità laicale”.
impresa
Il 23 ottobre la
veglia missionaria
diocesana a San
Francesco d’Assisi
11
9
lavoro
Inaugurata la
nuova sede della
cooperativa
sociale Tadamon
di Paola Cocola
cultura
Gli affanni di
quest’epoca
fanno ritrovare
il senso della vita
2
di Gabriele Gabrielli
5
Il 18 ottobre
saranno
consegnati i
Federichini 2010
di Augusta
Franco Cardinali
13
Le conclusioni del vescovo Gerardo al convegno pastorale sull’eucarestia e la società
La traccia del cammino per la comunità
a cura di Anna Paola Cardinali
Il Convegno pastorale della Diocesi di Jesi, conclusosi sabato 2 ottobre, ha immediatamente
trovato risonanza nelle riflessioni di quanti vi
hanno partecipato (il confronto, anche sulla formula che quest’anno ha sacrificato i cosiddetti
“laboratori” di discussione, continua nelle nostre
comunità parrocchiali). Allo stesso modo è stata
immediata la sintesi presentata dal nostro Vescovo proprio nella serata del 2 ottobre, sulle linee emerse dalle tre sere. Lo schema, come forte
spinta a considerare con creatività la percorribilità delle strade della condivisione, così come indicato dal sottotitolo del Convegno, “Esperienza
eucaristica e maturità del cristiano”, parte dalla
necessità di vivere una vita eucaristica.
Pur nella pochezza di ognuno di noi, confortati dalla grazia di Dio che si china con amore
sui più piccoli e, agli occhi del mondo, insignificanti, don Gerardo ci ha invitato a considerare
tre preziosi pani da spezzare, da condividere
e di cui nutrirci: il pane della Parola, il pane
dell’Eucarestia e il pane della Carità.
La Parola di Dio: la sintesi del Vescovo ha presentato sollecitazioni e al tempo stesso comunicazioni di quanto già si sta facendo in Diocesi,
nelle singole comunità parrocchiali. Come sollecitazioni ha indicato la necessità di fortificare
la dimensione della spiritualità, sottolineando
è necessario concentrare
attenzione ed energie alla
formazione integrale degli
educatori, giovani e non, come
segno di attenzione e di cura
di ognuno verso tutti
e perché l’Annuncio non sia
mortificato dall’incoerenza
come nucleo importante il centro “Sul Monte”
di Castelplanio con la comunità delle Adoratrici del Sangue di Cristo che lo anima, come pure
l’esperienza già avviata in alcune comunità parrocchiali, della lectio divina. In questa direzione
va anche la necessità di concentrare attenzione
ed energie alla formazione integrale degli educatori, giovani e non, come segno di attenzione
e di cura di ognuno verso tutti e perché l’Annuncio non sia mortificato o, peggio tradito, dall’incoerenza o dall’assenza di testimonianza.
Gli stessi intenti sono espressi dai percorsi già
avviati dell’accompagnamento vocazionale e
della formazione di coppie che si sono rese disponibili a camminare con i fidanzati per la valorizzazione del loro cammino anche in vista del nisteriale, cioè di servizio, della comunità tutta.
matrimonio.
A questo proposito il Vescovo ha ricordato che
Il pane dell’Eucarestia: non c’è altro il corso per Ministeri, concluso nel suo percorso
sostegno che permetta di trovare il triennale, ha voluto essere una strada per “l’abisignificato più profondo dell’apparte- litazione di fondo al servizio” donata dal “vivere
nenza alla comunità dei fratelli in Cri- una vita eucaristica”.
sto. “Vivere” la celebrazione del giorno Don Gerardo ha completato la sua sintesi ridel Signore, la Domenica, diventa per- portando con forza la riflessione che proprio il
ciò fondamentale ed ogni celebrazione “vivere una vita eucaristica necessariamente pordeve animarsi anche con ciò che è la ta a non sopportare più le strutture di peccato”
vita di tutti i fedeli, così come il parroco come le ingiustizie, la povertà, lo scempio della
ed il gruppo liturgico sanno impegnarsi dignità umana e dell’ambiente.
a raccogliere e a coniugare con la Parola Nel ricordare la 46° edizione delle settimane
di Dio che si fa carne.
sociali dei cattolici (dal 14 al 17 ottobre 2010 a
La presenza eucaristica è gustata piena- Reggio Calabria) sul tema “Cattolici nell’Italia di
mente nell’adorazione e la possibilità di oggi. Un’agenda di speranza per il futuro”, il Verenderla continuativa, di sottolinearla scovo ha indicato nella Commissione per la Pacon le cosiddette settimane eucaristiche, è un storale sociale e il Lavoro, nata come parte del
intento che nasce dalla condivisione delle te- Consiglio Pastorale Diocesano, come possibile
matiche del Convegno pastorale.
valore aggiunto all’educazione delle coscienze,
Il pane della carità: questo terzo pane indica anche nella possibilità di organizzare una scuola
esplicitamente, attraverso le parole del vescovo di formazione sociale o politica.
Gerardo, l’atteggiamento fondamentalmente eu- Il cammino della comunità diocesana jesina è
caristico della corresponsabilità. In esso ognuno quindi tracciato e per esso sono irrinunciabidi noi assume in prima persona l’impegno di li, secondo la conclusione del Vescovo, la prorendersi competente e quindi attivare al meglio spettiva del Congresso Eucaristico e quella del
il servizio a cui è chiamato nella comunità e nel- documento della Cei sull’educazione, come tela società.
stimonianza e sollecitazione a percorrere con
Nasce da questa premessa la raccomandazione la Chiesa e nella Chiesa la storia di ogni nostro
di dar vita in ogni parrocchia al Consiglio Pasto- giorno e di questo nostro tempo, forti di un’aurale, al tempo stesso espressione e operosità mi- tentica vita eucaristica.
Afghanistan chiede il sacrificio di altri militari e Israele non assume le sue responsabilità
E la Cina fa affari con l’Occidente nel disprezzo dei diritti umani
Quello che ormai, senza retorica
ma in nome della realtà costantemente presente sotto i nostri occhi,
possiamo chiamare il “secondo
Vietnam”, ha chiesto all’Italia altre
quattro vite umane in nome di una
guerra che tale non si vuol chiamare e che è fatalmente destinata
a concludersi con la sconfitta delle
forze occidentali. Una realtà che,
da ormai un decennio, ci ha sempre più diviso dal mondo islamico
e che, per riconoscimento “ufficiale” anche da parte degli Usa, trova
la sua prima origine nella martoriata Terra Santa, dove due popoli,
da oltre sessanta anni, si contendono lo stesso territorio. Gli sforzi
di Obama, dopo l’ennesimo tentativo di pacificazione, rischiano
di subire ancora una sconfitta per
la testardaggine israeliana di continuare gli insediamenti coloniali
in Cisgiordania, una Cisgiordania
già ridotta, politicamente e fisicamente, ad una gruviera che prelude alla realizzazione della grande
Israele. Ma perché Netanyahu in-
siste ancora con gli insediamenti
abusivi, la sospensione dei quali
è condicio sine qua non per proseguire le trattative di pace? Perché, ci risponde Riccardo Pacifici,
presidente della comunità ebraica
di Roma, nascono sempre più figli. Rispondiamo che i palestinesi
di figli ne generano ancora di più
degli ebrei e tuttavia rimangono
soffocati in fazzoletti di territorio
sempre più stretti.
Si attende una più energica presa
di posizione dell’Europa che però
tarda a venire.
Non tarda, almeno da parte della Germania e della Francia, una
esplicita e totale condanna della
Cina di fronte al suo disprezzo
dei diritti umani e politici più elementari evidenziati, questa volta, dall’assegnazione del premio
Nobel al prof. Liu Xiaobo, eroe e
mediatore nella tragedia di piazza
Tienanmen, condannato a undici
anni di carcere solo per aver tentato pacificamente di esprimere
convinzioni politiche in contrasto
con quelle dei dittatori cinesi. Gli
italiani si aspettano che anche l’Italia assuma una posizione più ferma
chiedendo l’immediata scarcerazione del docente e dei tanti politici in galera da anni. Si può anche
accettare che Berlusconi, qualche
volta, trasformi la diplomazia internazionale in amicizia personale
con i vertici, ma non si può accettare che egli accusi costantemente
un presunto e fantomatico pericolo comunista in Italia e chiuda
gli occhi di fronte alle repressioni, tuttora spaventose, sia in Cina
come nella Russia di Putin. Hanno
un sapore troppo machiavellico le
edulcorate generiche espressioni di
condanna del nostro ministro degli
esteri Frattini.
***
C’è - diciamo così in compenso –
una importante notizia positiva
offerta proprio da Berlusconi, sia
pure in contraddizione con il recentissimo passato di tante sue
dichiarazioni: “no alle elezioni an-
ticipate”. Sia che lo faccia perché
teme la concorrenza della Lega o
perché un’eventuale crisi potrebbe aprire le porte ad un governo
di emergenza per il cambio delle
legge elettorale o perché sarebbe comunque un gran male per
l’Italia una crisi di sei mesi in un
momento tanto critico sul piano
economico e sociale, sta di fatto
che appare veramente opportuno
allontanare lo spettro di elezioni
anticipate. Ne guadagna l’Italia in
generale. Certo, il rinvio comporta
che le vere grandi riforme – Fini
permettendo - vadano avanti e
che, ad esempio, non si intenda
per vera riforma della giustizia il
ritorno perenne su leggi ad personam, ma si intenda il prendere
veramente il toro per le corna: aumento dei mezzi finanziari e degli
organici a favore della magistratura e radicale semplificazione (sburocratizzazione?) delle procedure
dei codici civile e penale.
Vittorio Massaccesi
[email protected]
2
Del più e del meno
Il “Premio” cancellato
di Giuseppe Luconi
Cento anni fa nasceva Orti per anni e che ebbe, io
feo Tamburi, il pittore jesino
credo, un ruolo importante
più impor­tante del nostro temnel riavvicinamento del pitpo. Qualcuno, anni addietro,
tore alla sua Jesi.
lo aveva collocato nel ristretto
gruppo dei “grandi” (De ChiriRicorrendo il centenaco, Picasso, per intenderci). Io
rio della nascita ho ripreso
ho avuto il privilegio di entrain mano le lettere che mi
re in corrispondenza con lui,
aveva scritto, lettere che
di averlo conosciuto di persoaiutano a capire meglio il
na, di essere stato per diversi
personaggio Tamburi, il
anni - in quanto diret­tore di
suo carat­tere, la sua deterJesi e la sua Valle - il suo “conminazione, e soprattutto
tatto” con la città natale, dalla
chiariscono bene lo scopo
quale mancava praticamenper cui aveva voluto e dote da quando l’aveva lasciata,
giovanissimo, con una borsa
di studio, alla volta del liceo
artistico di Roma.
Come ho avuto occasione di scrivere, al momento di
lanciarmi nel­l’avventura di Jesi
e la sua Valle (si era nel 1962)
avevo subito pensato di partire con un’intervista a Tamburi,
che allora sarebbe stato uno
scoop (l’artista era in “rotta”
con la sua città, per motivi che
igno­ravo e che ignoro). Ma io
ero uno sconosciuto e davo
per scontato che Tamburi non
avrebbe accettato di essere intervistato da tato il “Premio Jesi - Rosa Papa Tamburi”:
uno sconosciu­to.
“creare una Galleria d’Arte moderna al fine
Proprio quell’anno era uscito il libro di un di arricchire Jesi di opere e quindi di un pasacerdote jesino, don Clemente Ciattaglia, trimonio artistico”. Non era stato capito, lo si
che era stato parroco a San Pietro Apostolo era contestato, si era cercato - lui vivente - di
e con il quale avevo collaborato quando era cam­biare lo scopo del Premio; poi, - lui morcorrispon­dente da Jesi del quotidiano “L’Av- to - si era cancellato addirittu­ra il “Premio”, di
venire d’Ita­lia”. Don Clemente era diventa- cui non si è saputo più niente.
to vice assistente centrale del Movimento
Laureati Cattolici, si era trasferito a Roma (a
In questi giorni è stato ricordato ufficialRoma, tra l’altro, per molto tempo, commen- mente, con una mostra, il centenario della
tò dai microfoni della Rai, nell’apposita rubri- nascita di Tam­buri. Credo che il modo mica, il Vangelo della domenica).
gliore per ricordarlo sarebbe stato quello di
Nel 1962 aveva raccolto le sue “riflessio- ripristinare il “Premio Jesi - Rosa Papa Tamni” in un volume di ben 620 pagine, “Cristo buri”, recuperando i beni che aveva lasciato
è presente”, con illustrazioni - guarda caso allo scopo, trovando la forma meno costosa
- proprio di Orfeo Tamburi. “Il pittore - scri- per il Comune, magari con la partecipazioveva don Clemente nella prefazione - ha so- ne di privati, ma secondo la formu­la stabilita
stato con amore sulle Beatitudini e le ha dall’artista, nel pieno rispetto della sua voloncommentate con la sensibilità e con i mez- tà.
zi - in lui personali e squi­siti - dell’uomo di
Nelle foto: la copertina del libro di don
oggi, aiutandoci a capire, anche mediante il
Clemente Ciattaglia illustrato da Tamburi; un
linguag­gio dell’arte, come Cristo sia veramomento della prima edizione del “Premio
mente presente anche nel nostro tempo”.
Jesi – Rosa Papa Tamburi” (da sinistra: Orfeo
Fu così che, coinvolgendo don Clemente,
Tamburi, il sindaco
arrivai a Tamburi. E con Tamburi iniziò quel
prof. Vittorio Massaccesi
colloquio a distanza che doveva andare avane il pittore Renato Guttuso).
Auguri
agli sposi
Sabato 2 ottobre
nella chiesa di San
Giuseppe si sono uniti
in matrimonio Sergio
Tiberi, infermiere
professionale
dell’Ospedale “Carlo
Urbani” e Maria
Antonella Schiavone,
psicologa della Casa di
Cura Villa Serena. Agli
sposi gli auguri più
sinceri da parte
dei genitori.
Voce della
Vallesina
Cultura e società
17 ottobre 2010
Tadamon, nuova sede per guardare al futuro
Crescere, nel sociale e come impresa
Uffici, spazi comuni ariosi e funzionali, un’officina
per effettuare piccoli lavori di manutenzione alle
attrezzature e ai mezzi di
lavoro, un ampio parco indispensabile non solo alle
esigenze dello spirito ma
anche della formazione
riguardo al verde, alla cura
delle piante. Spazi adeguati, insomma, perché
ogni operatore possa sentirsi parte di una realtà che
funziona, che riesce ad
essere competitiva anche
dal punto di vista imprenditoriale. Dalla nuova sede
di via Cappannini, inaugurata nella serata di sabato
8 ottobre, la nota cooperativa sociale di tipo B, Tadamon Onlus, presente in
Vallesina dal 1997 e attiva
nel settore dei servizi - in
particolare di giardinaggio,
pulizie, igiene urbana, manutenzione aree per clienti
pubblici e privati - volge lo
sguardo al futuro e lancia
la sua sfida: continuare a
crescere, nella tutela del
sociale e come impresa.
“La nostra è una cooperativa con una doppia natura: sociale, perché
attraverso l’erogazione di vari servizi, riesce
ad integrare nel lavoro e nella società giovani che vivono una situazione di svantaggio
e di disagio, rendendoli soggetti attivi nella
vita pubblica. Imprenditoriale, con clienti
che appartengo a tutto il territorio: diversi Comuni della Vallesina, enti, imprese e
istituti bancari” ha esordito il consigliere
anziano Loretta Zingaretti, nelle veci del
presidente Enrica Priori, impossibilitata a
presenziare perché da poco mamma di una
bambina, Emma.
“Nel 2009 sono state impiegate stabilmente una settantina di persone di cui un buon
sessanta per cento costituito da soggetti in
difficoltà. Il fatturato raggiunto è stato di un
milione e quattrocentomila euro” ha puntualizzato ancora il consigliere.
“Tadamon è una realtà importante, è un patrimonio dell’intero territorio della Vallesina, anche se la sua sede è a Jesi - ha commentato il sindaco Fabiano Belcecchi - Ciò
lo testimonia anche la presenza qui, stasera,
di rappresentanti importanti a partire dal
presidente della Provincia, dai consiglieri
regionali, da alcuni sindaci della Vallesina”.
“In periodi come questi, carichi di difficoltà
e di problemi legati all’occupazione, apprez-
ziamo maggiormente il valore di queste realtà che non solo offrono lavoro, ma soprattutto riescono a dare una risposta concreta
a tante persone che in altre realtà, in altri
luoghi, in altri posti di lavoro, non ne troverebbero - ha continuato il primo cittadino
- Ringrazio tutti gli operatori per il lavoro
qualificato e professionale che svolgono, e
soprattutto ringrazio chi dà vita e ha dato
vita a questa realtà importante, chi porta
avanti questa impresa. Il mio augurio è che
questo investimento dia una prospettiva
nuova, migliore per tutti: per chi vi lavora e
vive del pane che questa impresa dà”.
Dopo il taglio del nastro e la benedizione impartita dal parroco della chiesa di
San Giuseppe don Giuliano Fiorentini, la
cerimonia si è conclusa con un piccolo
rinfresco.
Fotoservizio Paola Cocola
Il 16 al teatro di San Marcello
“Alice, che dice?”
Sabato 16 ottobre alle ore 21 l’artista jesino Antonio Lucarini porterà in scena, nel magnifico
teatro comunale “Ferrari” di San Marcello, lo
spettacolo, in anteprima regionale, “Alice, che
dice?”.
Dopo quattro anni di attività Lucarini si segnala come una realtà nel panorama artistico regionale, apprezzato dalla critica per lo stile surreale – divertente riuscendo a dare una propria
chiave di lettura della società attuale.
Con lui, che si segnala per la scrittura del testo,
sceneggiatura e regia, lavorano nello spettacolo
Fiorenza Montanari, Andrea Quatrini e Pino
Gullace. Le prossime tappe saranno Apiro il 23
ottobre, Montefano il 6 novembre, Ostra il 4 dicembre e Montecarotto il 20 febbraio. Il biglietto di ingresso per lo spettacolo è di 10 euro.
f.f.
Nella prima foto il dirigente della
Tadamon Marco D’Onofrio, il consigliere
regionale Raffaele Bucciarelli, il sindaco
Fabiano Belcecchi, la presidente della
provincia Patrizia Casagrande, l’assessore
regionale Marco Luchetti, il sindaco di
Maiolati Spontini Giancarlo Carbini e
la consigliera della Tadamon Loretta
Zingaretti; nella seconda foto il gruppo
dei dipendenti e dei dirigenti.
Benvenuta alla vita
Lo splendente sorriso, a due anni
di età, di Alice Bulgarini, gioia di
babbo e mamma, dei nonni paterni e materni Duilio e Giuseppa,
di Vincenzo e signora e dell’intera famiglia Bulgarini.
Rallegramenti e auguri vivissimi
dalla grande famiglia dei lettori
di “Voce” perché cresca in età e
grazia.
Voce della
Vallesina
libri
Scusate il bisticcio
(ghiribizzi lessicali)
Peter Pun (con la u)
www.peterpun.it
ADDENDUM
Quando canta Fabri Fibra
(ch’è del segno della Libra)
tutto l’uditorio vibra
come quando segna Ibra.
QUI PRO QUO
Assonanze… traditrici
All’origine di molti nostri lapsus memoriae - è noto
- vi sono delle assonanze fuorvianti. Una clamorosa
conferma a questa affermazione l’abbiamo avuta
molto di recente. Quel professore di musica che,
ostentando un po’ infelicemente un ironico cinismo,
suggeriva di portare i disabili sulla rupe Tarpea, ha
confuso quest’ultima con il monte Taigeto. Dalla
prima, infatti, gli antichi Romani non gettavano i
disabili, ma (unicamente) i traditori della patria.
è da un dirupo del monte Taigeto, invece, che gli
Spartani precipitavano i loro neonati malformati
o malaticci (e quindi, da adulti, inabili alle armi).
Superfluo sottolineare la forte assonanza - nonché
allitterazione - esistente tra i vocaboli TArpEa e
TAigEto.
TRA GUERRA E PACE
Sciarada... stagionata (2+4=6) A capo sta di un regno il mio primiero.
Del fascismo era il capo il mio secondo.
“Tornato dalla guerra”: ecco l’intero.
***
Soluzione del gioco precedente
Chi, sia pure blandamente, si sorprende del fatto che
il nipote del celebre Mao si chiami Mao a sua volta,
parte dall’errato presupposto che Mao sia il nome
personale dei due personaggi. Mentre è quello di
famiglia (insomma: il cognome). L’uso cinese infatti,
diversamente dall’ occidentale, è quello di anteporre
il cognome al nome. Ci sarebbe quindi, semmai, da
meravigliarsi se il figlio (Mao Anqing) e il nipote
(Mao Xinyu) del Grande Timoniere (mah!) non si
chiamassero, a loro volta, Mao.
La Citazione
a cura di Riccardo Ceccarelli
La vita è una cosa seria
È inutile rifugiarsi nei sogni e nelle illusioni perché la
vita è una cosa seria, dato che il tempo è veloce nel
suo scorrimento. È sempre un aiuto efficace la fede
che rafforza la vita quotidiana e dà speranza al suo
superamento. Ma la vera fede è anche riconoscimento
esplicito e sincero di quella fuga del tempo contro la
quale l’uomo deve lottare.
Nicola Abbagnano (1901-1990), dal suo ultimo articolo
su “Il Giornale” dell’11 agosto 1990, riproposto dallo stesso quotidiano il 30 settembre 2010, p. 34.
La Pulce
Pur inesperti della lingua omerica, eravamo informati che
la maggior parte delle misteriose titolazioni delle medicine erano frutto della combinazione di vocaboli di origine
ellenica. Qualche perplessità ci è peraltro venuta tempo
fa di fronte ad una vetrina di farmacia che reclamizzava
due prodotti denominati No-gas e Diar-stop. C’è qualche
grecista che sappia illuminare l’enigma linguistico?
17 ottobre 2010
“Storie al margine” del giovane autore jesino Tommaso Giancarli
Ricerca e originalità tra l’Adriatico e i Balcani
Inquadrarlo in una precisa categoria
è opera veramente difficile: racconti?
storia? curiosità del ‘600? ricostruzioni
fantasiose? Non so dirvi. È che il libro
di Tommaso Giancarli uscito in questi
giorni (ed. Exorma. pag. 120 - € 14,00)
è un po’ tutto questo. Comunque trattasi di una originalità offerta al lettore
curioso che vuol conoscere, senza annoiarsi, con l’aiuto di documenti del
‘500 e del ‘600, tanti episodi che ti fanno rivivere la vita commerciale e cittadina del nostro medio Adriatico tra la
fine del sec. XVI e la prima metà del
sec. XVII, quando ormai il Mediterraneo aveva perso la sua centralità commerciale a favore dell’Atlantico e dei
mari del Nord.
L’originalità del testo consiste nel fatto
che l’autore ci offre, con un linguaggio sereno, suadente, scorrevole, ricco
e facile insieme, una trentina di brevi
racconti che trovano lo spunto in autentici documenti dell’epoca, ricercati
dal Giancarli con pazienza certosina nelle varie biblioteche delle città
adriatiche. Ma si badi bene: non sono
documenti di rilievo in termini storici,
ma semplici cronache, magari appena
abbozzate, di vita quotidiana dei pescatori, dei commercianti, dei marinai, degli schiavi, della vita portuale
di Ancona e delle Bocche del Cattero,
degli affari e dei drammi degli ebrei di
Ancona, delle imprese giornaliere di
pirati e di corsari (tra parentesi: sapete voi la differenza tra pirati e corsari?
Lo saprete se leggerete il libro!). Lo
spunto è offerto sempre da questo o da
quell’antico documento che diventa,
sotto la fervida penna di Giancarli, un
piacevole, ricco e, a volte, gioioso racconto quasi di favola perché la fantasia
dell’autore ci fa rivivere nel luogo e nel
alberghiero, Luciano Bardella, che si è distinto per
la qualità dell’offerta tanto
da ricevere il primo premio
nazionale Isnart “Qualità e
Ospitalità Italiana” nella sua
categoria, i tre stelle.
Il presidente del Consorzio
Grotte di Frasassi, Filiberto Cecchi, ha detto che le
Grotte, una perla del territorio marchigiano e del
centro Italia non sono una
banca da sfruttare, ma un
patrimonio da far fruttare
investendoci.
tempo il modesto avvenimento pieno
ora di pathos, ora di contemplazione
della bella natura marchigiana, ora di
dramma nel mare, nelle carceri, nella
schiavitù, nelle persecuzioni politiche
e religiose, nei roghi, negli arrembaggi,
nelle vendette, nelle rapine corsare, nei
matrimoni, nella battaglia di Lepanto, nei tradimenti della propria gente,
nell’avidità di danaro e di merci. Senza
dire dell’affiorare, vero e discreto, del
rapporto costante, ora di preminenza
ora di equilibrio, tra Venezia e l’Impero Ottomano. Un periodo storico che
si palpa in tutte le pagine, ma che non
domina mai la scena; la lascia solo intravedere attraverso “storie al margine”,
storie vere, arricchite da una fantasia
capace di farci rivivere la vita quotidiana e i problemi di tutti i giorni che, in
un tempo lontano, si sviluppano lungo
le coste adriatiche delle Marche e della
Dalmazia.
v.m.
Storie al margine
Il XVII secolo tra l’Adriatica e i Balcani
di: Tommaso Giancarli
collana: Scritti Traversi
ISBN: 978-88-95688-23-7
Sabato a palazzo Bassi la presentazione dei libri di Cortese e di Tiberi
Pioggia di libri a San Paolo di Jesi
Nell’ambito della campagna
Ottobre piovono libri, promossa dal Ministero per i
beni e le attività culturali
attraverso il Centro per il
libro e la lettura, il Comune
di San Paolo di Jesi organizza sabato prossimo alle ore
16, presso la sala di Palazzo
Bassi, un incontro per la presentazione dei libri di due
autori marchigiani: “Non
dobbiamo perderci d’animo”
di Massimo Cortese e “Il diritto alle informazioni ambientali” di Roberto Tiberi. Il
primo è una raccolta di dieci
racconti sull’Italia di ieri e di
oggi: “È un libro pensato per
il 150° Anniversario dell’Unità, un atto d’amore verso
il Paese – spiega il sindaco
Sandro Barcaglioni - Il motivo conduttore è la speranza, sentimento che non deve
mai mancare soprattutto
nei momenti più difficili”. Di
altro genere è l’opera di Roberto Tiberi, avvocato, che
propone un testo sul diritto
dei cittadini ad accedere alle
informazioni e a partecipare
ai processi decisionali avviati dall’autorità pubblica che
comportano un impatto am- Tirotta dell’Istituto “B. Gigli”,
bientale: “L’opera è un con- con un intervento sul tema
tributo al tema dell’informa- “La speranza e la fiducia in se
zione divulgativa – continua stessi come antidoto ai mali
il sindaco Barcaglioni – il vo- del nostro tempo”, il dott.
lume si segnala all’attenzione Roberto Oreficini Rosi, diretnon solo di magistrati, avvo- tore generale Arpam con un
cati, amministratori pubblici, contributo dal titolo “Il diritpolitici e tecnici dell’ambien- to all’informazione ambiente ma anche a privati cittadi- tale e il ruolo dell’ Arpam”, ed
ni e comitati che intendono Enzo Giancarli, consigliere
tutelare il loro diritto all’in- regionale, che relazionerà
formazione”.
le “Linee di intervento per
Oltre ai due autori e al sin- la tutela dell’ambiente nella
daco di San Paolo di Jesi Bar- Regione Marche”. Tutti gli incaglioni, prenderanno parte teressati sono invitati a parall’incontro la prof.ssa Mara tecipare. Ingresso libero.
Il 17 un concerto d’organo a San Paolo di Jesi
Una proposta
della scrittrice Maria Lampa
Si svolgerà domenica 17 ottobre alle ore 18 il penultimo
concerto della XVI Rassegna
Organistica “Suoni dal Passato”. L’appuntamento sarà questa
volta nella Chiesa di S. Paolo Apostolo a S. Paolo di Jesi,
che ospita un organo Feliciano
Fedeli del 1737, il più antico tra
gli strumenti utilizzati nel corso
della Rassegna.
Da vari anni, fra tutti i concerti
della manifestazione, ne viene
inserito almeno uno in cui l’organo, normalmente conosciuto
in veste “solistica”, viene affiancato a un altro strumento.
Questa volta infatti si esibiran-
La seconda edizione di “Incontriamoci tra le righe” si svolgerà al Klass Hotel di Castelfidardo
domenica 24 ottobre. Sarà una giornata di festa
per incontrare scrittori, poeti, giornalisti, rappresentanti di istituzioni, editori e tanti lettori in
modo amichevole con la possibilità di scambiare
esperienze, progetti e confrontarsi su temi di interesse specifico, accomunati dalla passione per
la “parola scritta”. La mattinata sarà dedicata al
convegno sul tema “Il pensiero scritto”, guidato
da autorevoli personalità della cultura, con inizio alle ore 9.30. Seguirà il pranzo a buffet per il
quale è necessaria la prenotazione. Nel pomeriggio è previsto uno spazio personalizzato per presentare alcune opere da parte degli autori.
Università degli Adulti
no l’organista Sauro Argalia e
l’oboista Andrea Andreani. Entrambi sono originari di Ancona.
Il primo si è esibito in numerosi
paesi europei ed extraeuropei,
il secondo ha fatto parte di importanti formazioni orchestrali
e cameristiche. Il programma
prevede sia brani per oboe e
basso continuo (eseguito all’organo), sia brani per organo solo.
Gli autori delle musiche sono G.
P. Telemann, B. Marcello, G.F.
Handel, J.S. Bach, A. Vivaldi.
Il concerto, organizzato dall’Associazione Organistica Vallesina, è dedicato all’Università degli Adulti Media Vallesina.
Per informazioni e prenotazioni: Maria Lampa
tel. 335-8374212 oppure [email protected]
Inaugurato il nuovo Anno Accademico della Luaj
Riconoscimento della Regione
“Un esempio concreto vale
più di mille parole”. Ha sintetizzato così il presidente
Gian Mario Spacca il senso
della giornata che ha visto
la giunta regionale riunita
in seduta ordinaria presso
l’Hotel Le Grotte di Genga
nell’ambito dei consueti incontri che l’esecutivo regionale conduce nelle diverse
realtà locali. L’occasione
della presenza della giunta
all’Hotel le Grotte voleva
significare un attestato di
merito ad un imprenditore
3
L’itinerario di un ideale viaggio letterario
in Sicilia è stato tracciato dalla prof.ssa
Ulla Schrøder Musarra nella prolusione
con la quale il 10 ottobre è stato inaugurato il nuovo Anno Accademico della Luaj.
La relatrice ha presentato e commentato
una selezione, illustrata da immagini video, di passi tratti da opere di
grandi autori siciliani: Stefano d’Arrigo, Giovanni Verga, Elio Vittorini,
Vitaliano Brancati, Luigi Pirandello,
Leonardo Sciascia, Giuseppe Tommasi di Lampedusa. Ulla Schrøder
è danese e ha maturato esperienze
letterarie diverse in ambito europeo: come docente universitaria,
studiosa e ricercatrice, scrittrice e
saggista.
Rimandiamo al prossimo numero
del settimanale un più approfondito commento sull’affascinante tema
da lei trattato.
a.f.c.
Nella foto: il prof. Giancarlo Vecci,
presidente della Luaj e la relatrice, prof.
Ulla Schrøder Musarra
Api-Colf
L’associazione “Api-Colf”,
attiva a Jesi da oltre trenta anni, svolge la sua
attività a servizio delle
collaboratrici e assistenti
domiciliari e dei datori
di lavoro. Inoltre è disponibile all’accoglienza,
nel rispetto della legalità.
L’ufficio Api-Colf, sito in
piazza Federico II, numero 8, al palazzo Ripanti,
offre la documentazione
necessaria per accedere
all’attività lavorativa. La
sede è aperta nei giorni di lunedì e di giovedì
dalle ore 17 alle 19. Per
eventuali appuntamenti
si può telefonare al numero 338 6372214.
4
Voce della
Vallesina
attuALITà
17 ottobre 2010
Gli avvoltoi poco nascosti
dietro l’informazione
di Remo Uncini
Non c’erano molti giovani al convegno diocesano.
Perché la Chiesa non riesce a coinvolgerli? Anzi, la
Chiesa viene vista dai giovani prigioniera di vecchie
logiche, quelle che la identificano simile a qualsiasi
altro potere. Essi non vedono differenze tra i messaggi del mondo e quelli
della chiesa. Vivono spesso
immersi in terre senza ideologie, senza utopie, catturati dai mass-media, dal
consumismo,
dall’individualismo. La Chiesa deve
interrogarsi. Come il suo
messaggio può interessare i giovani? Quanto la sua
presenza nella società riesce ad essere testimone
del Risorto? Il Convegno
che abbiamo vissuto, con il
suo tema di fondo Lasciarsi
coinvolgere, ci ha introdotto
anche all’aspetto educativo,
quindi alla formazione dei
giovani, alla loro vita, alla
dimensione della fede. La
Chiesa deve essere sensibile concretamente ai giovani. E domandarsi: dove
vivono? Come avvicinarli?
Creando anche luoghi intermedi dove la sua presenza sia discreta, proponendo
esperienze di educazione
alla fede che tengano conto
degli aspetti concreti della
loro vita: l’amicizia, la condivisione, i sentimenti. Valorizzando la componente
emotiva e cercando di armonizzare la dimensione
psichica e quella spirituale.
Facendo sentire loro che la
fede non è un ostacolo alla
realtà che vivono, ma una
risorsa preziosa. La fede
non può essere estranea
alle ansie, alle paure, alle
aspettative di chi comincia
ad investire nel futuro. I
giovani sentono lontana la
Parola di Dio. Oggi tutto è
immediato, conquistabile,
mercificato. Rompere questa gabbia dell’immediatezza ed educare alla durata
significa dare un’impronta
di stile alla propria vita: un
modo nuovo di vivere, di
sentire, di percepirsi, di
relazionarsi. Un modo di
guardare l’altro. Un modo
di considerare il futuro. Il
Vangelo è un seme che deve
attecchire nel cuore, dentro
la vita che conducono. Bisogna accorgersi, poi, delle
loro sofferenze, che incidono sul corpo, sull’anima.
Per non essere una chiesa
dell’aldilà incapace di comunicare, che rischia di
parlarsi addosso, con troppi teologi, filosofi, studiosi
che non riescono a parlare
linguaggi comprensibili ai
giovani. C’è bisogno di una
chiesa capace di ascoltare,
di impegnarsi a rispondere ai temi dell’educazione
affrontando le questioni
antropologiche, spirituali,
socio-economiche, culturali comprese nella sfida educativa che ci pone la realtà
sociale oggi. Assediata dalle nuove culture, paurosa
di ideologie, religioni e costumi diversi, timorosa del
cambiamento e del nuovo,
oggi la chiesa rischia di rifugiarsi nel passato e nella
tradizione. Ma essa, lungi dall’essere un struttura
già perfetta e compiuta, si
trova oggi nella necessità
di adeguare le sue strutture alle mutate condizioni
del mondo, di vivere e comunicare il rapporto con
il Fondamento attraverso
nuovi linguaggi espressivi
e modalità efficaci e capaci
di coinvolgere, entusiasmare, sensibilizzare soprattutto i giovani. Perché è verso
di loro la responsabilità
dell’educazione alla fede.
A Cingoli, contro la violenza
Per alunni e genitori
Da lunedì 11 ottobre nelle
scuole cingolane, ha preso
il via il progetto “Seconda
settimana contro la violenza”, una settimana in cui si
attiveranno laboratori per
gli alunni, incontri di informazione e sensibilizzazione
per i genitori, incontri formativi con gli insegnanti
volti a contrastare la violenza in ogni sua declinazione. Il progetto, grazie al
lavoro della Consulta per
le pari Opportunità e alla
partecipazione dell’Istituto
Comprensivo “E. Mestica”, del Liceo Linguistico
e Socio-Psico-Pedagogico
“G. Leopardi” e dell’Istituto
I.P.S.S.A.R.T. “G. Varnelli”
si inserisce in un programma nazionale patrocinato
dal ministero delle Pari opportunità.
Sono infatti ben più di cento le scuole che prendono
parte a questa iniziativa in
tutta
Italia, ma nel territorio
marchigiano solo Cingoli
ha aderito al programma.
Il sindaco Saltamartini dichiara in merito: “Questo
progetto è particolarmente
rilevante soprattutto in riferimento ai recenti fatti di
cronaca considerando che
le scuole sono i primi recettori dei problemi delle giovani generazioni, anche in
relazione alla trasformazione della tradizionale modelli sociali di riferimento”.
Diffondere la cultura del
rispetto tra giovani generazioni, prevenire i fenomeni
di violenza a
partire dalle scuole: è questo l’obiettivo da raggiungere. Per realizzarlo, a Cingoli
interviene il Telefono Azzurro, che presta la propria
consulenza nel corso della
manifestazione, proponendo diverse iniziative.
I laboratori per gli alunni
sono incentrati su quattro
temi a scelta: il fenomeno
del Bullismo, Prevenzione
dell’abuso e del maltrattamento all’infanzia, Sicurezza ed uso consapevole di
Internet, Multiculturalità.
Con i funerali di Sarah Scazzi
celebrati nel pomeriggio di sabato
scorso, 9 ottobre, speriamo (ma
ormai non ci credo molto) che si
abbia un po’ più di ritegno nella
copertura mediatica di un fatto
certamente orribile. Ci spieghiamo.
Dalla notte del 6 ottobre, per
tre giorni interi l’informazione
televisiva è stata monopolizzata,
su tutti i canali, dalla vicenda di
Sarah, scomparsa il 26 agosto e
ritrovata la mattina del 7 ottobre,
dopo che, nella notte del 6, suo zio
ha confessato di averla uccisa lo
stesso giorno della scomparsa, di
averla violentata dopo morte e di
averne nascosto il cadavere. Un
delitto orribile, come si diceva, come
quei tanti che ci vengono raccontati
ogni giorno. Di questo però
l’informazione se n’é impadronita, lo
ha fatto diventare quasi unico, come
Annamaria Franzoni, la mamma di
Cogne accusata e condannata per
aver ucciso suo figlio Samuele. Ed
è stato fatto uno scempio di tutte
le persone implicate. Senza alcun
rispetto né dei morti né dei vivi.
La notizia doveva essere data, ma
l’insistenza quasi ossessiva su ogni
particolare del delitto (particolari
che diventavano di ora in ora
“notizie”, che a sua volta come
“notizie”, dicono i saputi protagonisti
dell’informazione che decidono
SPIGOLATURE
Alla ricerca dei giovani
(nel Convegno diocesano)
di Riccardo Ceccarelli
cosa sia una “notizia”, dovevano
essere date), i linguaggi usati, gli
scavi sulle persone, le reiterate
consulenze su come sia potuto
accadere, le discussioni infinite, i
dubbi, le non risposte, le illazioni.
Il tutto in nome della libertà di
informazione e di dare “notizie”.
Senza accorgersi (ma veramente non
se ne accorgono?), di usare violenza
e di fare violenza su chi ascolta o
vede. Molti hanno protestato nei
confronti della trasmissione “Chi
l’ha visto?” che ha dato in diretta
alla madre di Sarah la notizia della
morte della figlia. Ma non è stata
solo quella una violenza, è quella
continuata, e che continua ancora,
con le trasmissioni di cronaca o di
“approfondimento” su ogni canale,
facendo diventare un delitto, una
tragedia, la morte violenta, uno
spettacolo. È ora di dire basta a
queste trasmissioni che non servono
a niente, salvo a dare la stura ai
“guardoni” televisivi, a chi in maniera
quasi morbosa cerca di sapere,
“cerca notizie” sulla morbosità
dei delitti. La richiesta significata
dal numero dei telespettatori fa
aumentare la proposta e la proposta
la richiesta. Un circolo vizioso
alimentato dai professionisti
dell’informazione. Basta. Tutto
questo non contribuisce a nulla, non
ad evitare altri possibili delitti, non
a comprendere psicologie spesso
malate, né a capire il “mistero” che
Mi compero
un bebé
L’assegnazione del Premio Nobel per la me-
dicina a Robert Edwards, pioniere della fecondazione artificiale, è stata applaudita da
alcuni, criticata da altri. Il Vaticano già da
tempo si è pronunciato sulla fecondazione in
vitro. Prevedibile quindi che avrebbe avanzato riserve. “Ma il Vaticano esprime una morale cattolica, non un’etica laica” ha osservato
qualcuno. Già; ma se effettivamente fra queste esista differenza è ancora da provare.
La questione dovrebbe essere esaminata con
dei ‘distinguo’. L’ottantacinquenne Robert
Edwards ha dedicato tutto il suo interesse
scientifico allo studio di malattie genetiche e
alla lotta contro la sterilità. Grazie al successo
delle sue ricerche, per le quali però ha utilizzato anche embrioni umani, oltre quattro milioni di ‘bimbi in provetta’ sono nati dal ’78.
C’è chi esulta, chi, appellandosi a principi di
assoluta libertà personale, dichiara che debba
essere lecito qualsiasi mezzo per procurarsi un
figlio; chi si indigna chiedendo di separare nettamente le ragioni della morale da quelle della
scienza di cui è proclamata una supremazia assoluta. Calma: per tutti possono valere poche,
semplici, essenziali valutazioni.
La prima riguarda la liceità di una manipolazione genetica senza frontiere. Potrebbe permettere di creare anche dei mostri o degli esseri viventi da esperimento o da destinare solo
a trapianti di organi, o persino da usare per selezionare una ‘razza pura’. Ogni riferimento ad
ipotetiche ideologie naziste non è puramente
casuale.
Ma si possono avanzare riserve anche d’altra
natura. Ci si rivolge alla scienza per avere un
figlio in casi limite di sterilità accertata, ricorrendo però a pratiche estreme come la compravendita di ovociti e di spermatozoi o di uteri a
cui affidare, ovviamente dietro lauto compenso,
una gestazione sicura. A questo e a tanto altro
oggi a volte si è ricorso pur di avere, o meglio,
di ‘possedere’ un figlio. Perché in realtà proprio
di questo si tratta; della volontà di ‘acquistare’ a
tutti i costi un bambino che abbia un marchio
di fabbrica garantito e dichiarare: ‘E’ mio’.
Sappiamo intanto che ci sono al mondo milioni di bambini poveri, indifesi, abbandonati,
malati, moribondi, disumanamente sfruttati e
violentati. Desiderano non ricchezze, ma affetto e protezione. Invece di ‘pagare’ allora come
un bene materiale un bambino sarebbe certo
un gesto di vera generosità, molto più nobile e
molto meno egoistico, adottare una di queste
creature. E tanto anche per una ‘morale laica’
dovrebbe valere.
Augusta Franco Cardinali
si nasconde nelle persone. Dovrebbe,
ma non ci riesce. Sono spettacoli
che non hanno finalità catartiche,
cioè purificatrici. Lo ha detto bene
Aldo Grasso sul “Corriere della Sera”
del 10 ottobre: “I media non sono
soltanto strumenti del comunicare,
ma rappresentano un nuovo
ambiente in cui viviamo, nuotiamo,
galleggiamo”. Un ambiente dove la
pietà è morta, dove le lacrime sono
fittizie, dove i fiori sono di plastica.
La morte violenta, il delitto più
orribile, meglio ancora se è a sfondo
sessuale, è diventato intrattenimento.
Da Vermicino del 1981, dove non si
riuscì a salvare il piccolo Alfredino
caduto in un pozzo, fino al caso
di Sarah, le dirette e quant’altro
hanno “alimentato trasmissioni
che hanno trasformato la tragedia
in entertainment: il “Novi Ligure
show”, il “Cogne show”, l”Erba show”,
il “Garlasco show” e via elencando”.
Morta è la pietà, scomparso il
rispetto per il dolore e la morte.
Anche la pietà ed il rispetto per il
dolore e la morte sono di plastica,
fittizi, ipocrisia spettacolarizzata. Lo
spazio, troppo spazio, è quello degli
avvoltoi che si nascondono dietro
un’informazione spesso inutile. Nel
nostro cielo non possono volare
solo questi. Speculare sul dolore
o su particolari spesso morbosi di
un delitto è solo spazzatura. Da
discarica, non da programmi o
servizi televisivi.
PILLOLEdiRISORGIMENTO
di Massimo F. Frittelli
Le difficoltà economiche e
l’insoddisfazione per l’ordine esistente stavano contaminando anche la Penisola
italiana. La crisi del 18461847 aveva colpito, insieme a tutta l’Europa, anche
gli Stati italiani investendo
prima il settore agricolo, poi quello industriale e
commerciale. L’agricoltura
in Italia era povera e si caratterizzava per una grande
varietà di assetti produttivi. Nelle regioni del Nord
esistevano ampie proprietà
e piccole realtà a conduzione familiare. Tra la fine
del Settecento e l’inizio
dell’Ottocento numerose
imprese agricole “moderne” si erano sviluppate nella
zona irrigua della Pianura
Padana.
L’“imprenditore”
univa al lavoro nei campi
l’allevamento del bestiame
e la gestione dell’azienda
era affidata a manodopera
salariata. Nell’Italia centrale prevaleva il sistema della
mezzadria, un accordo privato abolito nel 1964. La
terra era divisa in poderi
(con annessa abitazione) di
piccole e medie dimensioni
che il mezzadro e la sua famiglia lavoravano per dividere il ricavato con il concedente, il proprietario. Un po’
del prodotto dei campi non
usciva dai poderi perché
auto-consumato dalla famiglia colonica, mentre quanto spettava ai padroni era in
parte utilizzato per i bisogni familiari dei proprietari
e dei loro collaboratori e la
fetta maggiore commercializzata. Non necessitando di
grandi investimenti, la mezzadria ha costituito un freno
all’introduzione di metodi
imprenditoriali nell’agricoltura, mantenendo bassa la
produttività dei terreni. Nel
Mezzogiorno convivevano
due realtà: quella delle colture specializzate e quella
del latifondo. Un fenomeno
che nei paesi dell’Europa
occidentale regredì rapidamente, mentre nell’Italia meridionale si conservò a lungo, fino alle riforme agrarie
degli anni ’50 del Ventesimo
secolo. Il latifondismo è un
sistema economico-sociale il
cui utile proviene dalle rendite derivanti dall’estensione
del terreno e non dagli investimenti dei latifondisti per
aumentarne la produttività.
Le grandi proprietà terriere
potevano essere incolte, adibite a colture estensive, usate
per il pascolo. Erano amministrate con canoni feudali,
con contratti agrari ancora
arcaici e con il rapporto, tra
il signore e la manodopera,
fortemente caratterizzato da
intense e gravi forme di dipendenza personale.
continua
La Presidenza del Consiglio dei Ministri ha concesso
al nostro settimanale l’utilizzo del logo ufficiale delle
celebrazioni per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia per l’iniziativa giornalistica “Pillole del Risorgimento ” a cura di Massimo Frittelli.
Voce della
Vallesina
Gestione Ambientale
Monsano
protagonista
Nei giorni scorsi il comune
di Monsano ha ottenuto il
rinnovo della certificazione
ambientale EMAS. Si tratta
di un traguardo prestigioso, che conferma, attraverso l’analisi ed il lavoro di
un verificatore esterno, il
rispetto degli obbiettivi inseriti nella Dichiarazione
Ambientale di Monsano,
unico nella provincia ad
essere in possesso di questa certificazione. Il rinnovo della certificazione
ambientale EMAS premia il
lavoro svolto dall’Amministrazione e da tutti i dipendenti - afferma il Sindaco
di Monsano e Presidente
dell’associazione, Gianluca Fioretti -. Monsano, pur
trovandosi ancora a gestire
un grave caso di inquinamento da cromo nella sua
zona industriale, compresa
nella zona AERCA (Area ad
Elevato Rischio di Crisi Ambientale) della bassa e media Vallesina, inserito tra
gli obbiettivi della Dichiarazione Ambientale, continua a dimostrare con i fatti
di saper gestire il territorio,
riuscendo a monitorare e a
tenere sotto controllo tutte
le attività dirette e indirette
che vi vengono attuate, con
una attività di monitoraggio e di programmazione,
non solo ambientale. Ringrazio la Giunta, e tutto il
personale comunale”.
sociologia
17 ottobre 2010
5
Nel mondo del lavoro: appunti di viaggio
di Gabriele Gabrielli*
La crisi ci fa riscoprire le
“motivazioni intrinseche”.
Si apre un nuovo spazio
per l’economia sociale,
civile e di comunione
Viviamo un’epoca di straordinari cambiamenti.
Può sembrare retorica, ma è anche il segno dell’acquisita consapevolezza che occorre girare pagina
senza indugi, cercando nuovi approcci per il governo della società, della politica, dell’economia.
La globalizzazione e l’accentuata dimensione della
mobilità di popoli e persone, le nuove e inconsuete modalità di produzione della ricchezza fondate
sulla conoscenza e i suoi effetti moltiplicativi, il
permanere di problemi associati alla necessità di
individuare più sostenibili meccanismi di distribuzione della ricchezza, insieme alla evidente crisi del lavoro e dei sistemi di welfare nell’occidente,
sono soltanto alcune delle questioni che stanno
rompendo con il passato impegnando governi,
istituzioni e società civile a un ripensamento senza precedenti. Gli affanni di quest’epoca allora
ci aiutano a ritrovare, guardando il lato positivo
della vicenda, il senso delle cose. Stanno gettando una nuova luce sul significato dell’economia e
del suo indubbio valore, mettendone a nudo, però,
anche i suoi limiti quando è costruita su una visione della crescita insostenibile e una concezione dell’uomo miope e senza anima. Con la crisi ci
siamo risvegliati bruscamente, ricordandoci che
“l’economia è importante, la felicità di più [Bruni
L., L’economia la felicità e gli altri, Città Nuova,
Roma, 2004]. Ma la felicità non può essere misurata soltanto con metriche limitate e discutibili
come la crescita del reddito di un paese, di una
regione o di una intera economia. Un numero
sempre maggiore di studiosi sta dimostrando con
ricerche approfondite che la crescita del prodotto non produce sempre un aumento di benessere.
Un valore importante, anche in chiave economi-
ca, ce l’hanno invece i rapporti interpersonali, la
fiducia e i legami. Si rispolverano così beni che
illuminano una concezione dell’uomo non tanto
e non solo come agente oeconomicus, ma prima
di tutto come “persona” guidata da motivazioni intrinseche che vanno ben oltre gli incentivi
monetari [Frey B. S., Non solo per denaro, Bruno
Mondadori, Milano, 2005]. Sono davvero numerosi i laboratori multidisciplinari di economia
sperimentale che stanno lavorando su questo
aspetto. Una vera e propria “riscoperta” che interessa non solo la scienza, ma anche il giornalismo
più attento a cogliere le dimensioni del cambiamento e dell’innovazione a livello antropologico e sociale. Scrive Luca De Biase, uno tra i più
competenti ed appassionati lettori dei legami tra
felicità e dinamiche dello sviluppo, commentando alcune iniziative fondate sulla collaborazione
gratuita e discreta: “Sta di fatto che tutte queste
attività funzionano e le persone le portano avanti,
pur senza incentivi monetari e senza una chiara
razionalità economica. Sicché anche l’impresa
sociale potrebbe essere presa in considerazione
come un fenomeno meno marginale per la vita
delle persone” [“Non sempre l’homo é solo oeconomicus”, Il Sole 24 Ore, 19 settembre 2010]. La
vecchia teoria economica, insomma, deve fare i
conti con l’evidenza: le persone assegnano un significativo valore ai beni relazionali, ai rapporti
con gli altri, ai legami con il territorio, alla fiducia, alla reciprocità. E la loro ricerca motiva comportamenti e decisioni che la tradizionale teoria
economica non riesce a spiegare. Non si tratta in
verità di dimensioni nuove, tutt’altro. Ma l’esperienza di quest’epoca ce le ripropone con significati e potenzialità diverse, lasciando immaginare
per esse un ruolo ben diverso anche nell’economia. Ci sono molte energie che possono aiutare
la società a crescere attraverso la produzione e
distribuzione di “beni” che non diventano “mali”
[Bruni L., Crivelli L., a cura di, Per una economia
di comunione. Un approccio multidisciplinare,
Città Nuova, Roma, 2004], fondati su una visione dell’uomo aperta ed accogliente. Tra queste
risorse c’è indubbiamente la motivazione “non
economica” ad agire, ossia quella non sostenuta
da incentivi monetari. C’è tanto lavoro da fare, allora, a tutti i livelli per valorizzare questa consapevolezza che richiede ora molta organizzazione.
Certamente è necessario ed opportuno riscrivere
regole e incentivi, policy e normative. Ma quello che più manca, e rischia di bloccare il Paese,
è una leadership diffusa che sappia “raccontare”
con forza e passione questa nuova visione dello
sviluppo sostenibile per attrarre investimenti e
risorse, costruendo attorno ad essa un progetto e significati condivisi. Occorrono per questo
grandi capacità di governo a tutti i livelli, nelle
istituzioni e organizzazioni, nelle imprese e nelle
associazioni di rappresentanza per non disperdere questa fertile consapevolezza e per “metterla
a terra”, traducendola in programmi, piani azioni, scelte di amministrazione, competenze organizzative e di management. Per far questo c’è
bisogno anche di un profondo, esteso e coerente
progetto di educazione capace di formare giovani e meno giovani alla costruzione responsabile
di una società fondandola non soltanto su prezzi
e incentivi monetari, su tecniche e metriche, ma
su una visione e su significati condivisi, sulla genuinità dei rapporti interpersonali e su un’antropologia che guarda all’uomo prima di tutto come
soggetto che è in e che ricerca la relazione con gli
altri. La crisi ci sta offrendo la possibilità di intravvedere una “seconda modernità” costruita a
misura d’uomo, aprendo un ampio spazio per le
imprese sociali e per la cooperazione. L’economia
di mercato, quella sociale, quella civile –ma anche quella di “comunione”, secondo l’intuizione
di Chiara Lubich, fondatrice del Movimento dei
Focolari- possono tutte concorrere al benessere
realizzando finalità umane e sociali.
(*) Docente Università Luiss Guido Carli
www.gabrielegabrielli.com
Si comunica che sono state recentemente realizzate al piano terra e al
primo piano di Palazzo Bisaccioni (Piazza Colocci n. 4 – piazza ove è sita la
Biblioteca Comunale) due sale museali, la prima per l’arte contemporanea
e l’altra per l’arte antica e moderna. La visita, con l’illustrazione della guida,
è gratuita e per ottenere il giorno e l’ora dell’attuazione della stessa basta
semplicemente telefonare al numero della Segreteria:
0731/207523 (n. 4 linee)
6
Ricerca sulla concezione della vita di Gesù
Hegel ci offre
una “gesuologia”
Ci è giunta in redazione, per
iniziativa dello stesso autore
che ringraziamo sentitamente, il testo “Gesù per Hegel”
edito da Ancora - prima
ed.1997 pag. 265. Il teologo
Gian Franco Poli, artefice
dell’opera, sviluppa il testo
in due parti. “Nella prima
esamina gli scritti di Hegel giovane, il suo itinerario
formativo, la sua posizione
critica nei confronti del cristianesimo. Nella seconda,
più sistematica, considera
l’influenza determinante di
Kant sul pensiero del giovane
Hegel e le conseguenze sulla
concezione cristologica della
Vita di Gesù”.
La formazione giovanile del
grande idealista viene evidenziata soprattutto nella
incidenza della religione illuministica, nella religiosità
“razionale”, nei legami con
Lessing, nell’influenza luterana. Non si trascura il quadro culturale connesso con
le nuove idee e con l’ondata
rivoluzionaria a cavallo dei
due secoli XVIII e XIX che
lo ha visto protagonista.
Le prime critiche al cristianesimo sono di carattere
storico, socio-psicologico e
teologico: “la violenza sulle
coscienze da parte delle istituzioni della Chiesa e dei riformatori; un’ascesi concentrata sull’io secondo lo spirito
del pietismo… caratterizzata
da una negatività tormentosa,
l’autoritarismo e la pretesa di
erigersi a giudice dei costumi”. Per Hegel sono anche gli
stessi cristiani ad offrire argomenti contro il cristianesimo.
Egli concepisce una religione
razionale, popolare, positiva
che non ammette l’esistenza
o, comunque, la presenza del
soprannaturale.
Va sottolineato il fatto che
il testo riporta, in appendice, la Vita di Gesù scritta
da Hegel ad appena 25 anni,
sotto l’influenza determinante del criticismo kantiano e,
in particolare, della Critica
della ragion pratica. Scrive
il giovane filosofo: “La ragione pura, che non tollera
alcun limite, è la stessa divinità… Tra i giudei fu Giovanni che rese di nuovo gli
uomini attenti a questa loro
dignità… Più merito, però, si
Voce della
Vallesina
psicologia e società
17 ottobre 2010
è acquistato Cristo per il miglioramento delle massime
corrotte degli uomini e per
la conoscenza dell’autentica
moralità…”. Così tutta La vita
è una totale interpretazione
dei vangeli alla luce della coscienza kantiana, del dovere
per il dovere, di una morale
fondata sulla ragione, fondata dall’uomo e per l’uomo
allo scopo di realizzare una
positiva convivenza sociale. Trionfa il puro razionalismo per cui i miracoli, di
ogni tipo e genere, sono totalmente ignorati, mentre
vengono abbondantemente
sottolineati gli insegnamenti
etico-pratici completamente avulsi da una prospettiva
dell’Aldilà. Insomma, per
fare qualche esempio, il giovane Hegel apprezza molto
gli insegnamenti che ci vengono dall’episodio “umano”
di Nicodemo, dall’incontro
con la samaritana, dal discorso delle beatitudini e cioè da
tutti gli episodi e parabole di
Gesù, che Hegel lega ai lumi
della ragione, avulse da una
qualsiasi concezione trascendente della realtà. Ed è così
preso dall’insegnamento
di Kant che - sempre sulla Vita di Gesù - arriva a
mettere in bocca al Cristo
questa predicazione: “Agite secondo una massima
tale che possiate volere
che essa valga come legge
universale tra gli uomini
anche per voi. Questa è la
legge fondamentale dell’eticità, il contenuto di tutte
le legislazioni e dei libri
sacri di tutti i popoli”. Più
kantiani di così non si può
perché Hegel fa pronunciare a Gesù una delle più
famose formule etiche di
Kant trasformandola in vero
e proprio comandamento del
Cristo. Hegel non stravolge
l’insegnamento etico di Gesù
(una volta chiarito che egli
come ateo in senso religioso
non poteva certo accettare
miracoli e una concezione
trascendente), ma semplicemente lo adatta alle tesi etiche kantiana aggiustando o
cambiando completamente
tante espressioni dei quattro
vangeli.
Il teologo Poli ci offre una ricerca utilissima per conoscere un aspetto molto trascurato del pensiero hegeliano,
quello
religioso-cristianocattolico considerato alla luce
del suo razionalismo. E, a
buon ragione, conclude che
Hegel accetta un Gesù esclusivamente “umano, storico”,
ignorando completamente
ogni aspetto divino, soprannaturale. Per cui possiamo
concludere che la concezione hegeliana di Gesù è una
Gesuologia (vale solo l’uomo
storico, “vero uomo”) e non
una Cristologia (non ha senso parlare di “vero Dio”, di
divino).
v.m.
l’oro o la sapienza?
di
Sono monotono, direte. E
avete ragione. Lo stesso titolo della settimana scorsa.
Però qualcosa ho cambiato: avevo scritto L’oro e la
sapienza, oggi è L’oro o la
sapienza? Una O al posto
della E, e un punto interrogativo alla fine.
è una domanda triste, lo so.
Il fatto è che è successa una
cosa importante e come si
fa a non rifletterci insieme?
Un ‘piccolo’ paese (neanche
cinque milioni di abitanti), la Norvegia, ha avuto
il coraggio di assegnare il
Nobel per la Pace ad un
uomo che ha trascorso una
buona metà dei suoi cinquantaquattro anni nelle
carceri del governo cinese.
Dove tuttora sta scontando
l’ultima condanna, a undici anni, per aver espresso il
suo dissenso dalla politica,
repressiva e indifferente ai
più elementari diritti umani,
che governa la Cina di oggi.
La ‘grande’ Cina, da un miliardo e mezzo di abitanti.
Liu Xiao Bo, questo è il suo
nome. Un nome poco conosciuto per noi occidentali,
ma non per questo meno
importante.
Il governo cinese, naturalmente (!), si è subito precipitato a dire che un tale
riconoscimento è “un’indecenza”. Non solo, sembra che abbia già messo in
campo minacce di possibili
ricatti, politici ed economici, nei confronti della Norvegia.
Certo, sembra fatto apposta, anche se in realtà è una
coincidenza: proprio il giorno prima dell’assegnazione
Federico Cardinali
del Nobel, i nostri governanti avevano incontrato il
premier cinese Wen Jiabao
con tutti gli onori e tutto
l’entusiasmo di chi sa che
con la Cina si possono fare
buoni affari.
Affari d’oro. Purché non si
parli di diritti umani. E i
nostri politici se ne sono
ben guardati.
Ancora una volta quelli nelle cui mani sta il governo
del paese, si sono mostrati
con tutta la loro ‘dignità’ di
politici coerenti con la loro
scala di valori. Al primo posto sta l’economia: gli affari
innanzitutto. E a qualunque
costo.
Che importa se il prezzo
da pagare è che il popolo
cinese deve sottostare ad
un governo che impedisce
l’espressione delle libertà
più elementari. Se la pena
di morte è prassi corrente
e viene eseguita nel silenzio più buio. Se la stampa
e gli altri mezzi di comunicazione sono controllati e
pilotati perché certe informazioni non devono essere
date. Questi giorni, appena
apparsa la notizia dell’assegnazione del Nobel ad un
suo prigioniero politico, il
governo ha oscurato internet e tutte le reti televisive
occidentali. Niente libertà
di pensiero, o libertà di pa-
rola, o libertà religiosa. La parola libertà è
parola proibita, bandita dal vocabolario
del cittadino cinese.
Il governo di Pechino non ha neanche
la dignità di riconoscere che da oltre
cinquant’anni
sta
tenendo sotto occupazione militare un popolo
e una nazione libera come
il Tibet.
Eppure la Cina è ormai una
delle maggiori potenze economiche mondiali.
Allora dovremmo chiederci
perché questa contraddizione. Leader nell’economia
e fra gli ultimi nel rispetto
della libertà umana. Come
se l’intelligenza, le capacità
di lavoro, le risorse fisiche
e mentali fossero tutte indirizzate soltanto a produrre beni materiali. Incapaci
di guardare l’essere umano
nella sua dignità di persona.
Forse, però, una riflessione
analoga dovremmo farla anche in casa nostra. Diversi
sono i contenuti, certo, ma
credo sia necessario chiederci se quella ‘scala di valori’ che sostiene la Cina nelle
sue contraddizioni, non sia
poi piuttosto simile a quella
che sempre più emerge nella
nostra politica. Nella politica italiana e in quella di altri
paesi occidentali. Pur di fare
buoni affari con questa grande potenza economica, chiudiamo occhi, orecchi, naso,
voce per non vedere, non
sentire e non dire di fronte al
fatto che i diritti umani sono
ignorati e continuamente
calpestati. I diritti degli uomini, i diritti di un popolo.
Il Nobel per la pace è stato
assegnato ad un uomo, prigioniero politico, “per la
sua lunga e non violenta
battaglia in favore dei diritti
umani fondamentali in Cina.
Questo Comitato (= che
assegna i Nobel) ritiene da
tempo che ci sia uno stretto
legame tra i diritti umani e
la pace. Tali diritti sono un
prerequisito per la fratellanza fra le nazioni della quale
Alfred Nobel scrisse nel suo
testamento”.
Io penso che questo Nobel
è una buona occasione per
farci interrogare sulla nostra
scala di valori. Riflettevamo
la settimana scorsa sulle parole di Socrate a proposito
dell’oro della sapienza. Io
temo che se non apriamo
bene gli occhi, ci lasciamo
catturare dall’oro e basta.
Oro che si chiama produzione, affari e interesse privato.
A qualunque costo.
Liu Xiao Bo, da solo, può
soltanto continuare a mettere in gioco sé stesso e la
sua vita per i valori in cui
crede. Ma la battaglia per la
libertà e la pace fra i popoli ha bisogno del sostegno e
della condivisione del mondo. Del mondo della politica,
del mondo dell’economia e,
non ultimo, anche del mondo delle religioni.
In fine, poi, io credo che
quest’uomo coraggioso, disposto a pagare con la sua
vita per un ideale, chiede
anche la solidarietà e la condivisione di ciascuno di noi
che, nel nostro piccolo, siamo come tante gocce d’acqua che insieme formano il
mare. Il mare del cambiamento e della speranza.
Chi vuole scrivere allo psicologo può farlo o per e-mail ([email protected] o [email protected])
o per posta a Voce della Vallesina - colloqui con lo psicologo - P.za Federico II, 8 - 60035 JESI
Senigallia: il 28 ottobre a Palazzo del Duca la storia del Ginnasio Pio
Una istituzione voluta dal beato Pio IX
Il Circolo d’Iniziativa Culturale “Sestante”
e il Centro Cattolico di Cultura/Palazzo
Mastai per il prossimo 28 ottobre, alle
ore 18 presso la Sala del Trono, Palazzo del Duca a Senigallia propongono la
tavola rotonda dal titolo “Senigallia, il
Ginnasio Pio”. L’incontro sarà introdotto e moderato dallo scrittore e critico
prof. Fabio Ciceroni ed avrà per oggetto
la recente pubblicazione “Un Quadro e
una Storia. Il Ginnasio Pio” di Gilberto Volpini e Fabrizio Chiappetti, Edizioni
Villadiseriane, settembre 2010. Accanto ai
due coautori sono previsti gli interventi di
Franco Porcelli della redazione di “Sestan-
te” e di Giancarlo Sagramola, vice Presidente della Provincia di Ancona.
Come annota nell’introduzione don Alfredo Pasquali, direttore di Palazzo Mastai, la pubblicazione e la conseguente
tavola rotonda – che nascono dal recente
ritrovamento del carteggio riguardante
la committenza di un quadro nel 1846 al
pittore Nicola Bozzi, da parte del Comune
di Senigallia - intendono, nella ricorrenza
del decimo anniversario della Beatificazione di Papa Pio IX, ricordare “tutta la
Sua attenzione e premura per una giusta
e puntuale risposta educativa, problema
allora emergente.”
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Voce della
Vallesina
vita ecclesiale
LA CHIESA LOCALE
IL DIARIO
DEL VESCOVO
GERARDO
Giovedì 14 ottobre
Ore 9.30: Incontro Clero per aggiornamento
Sabato 16 ottobre
Ore 15: Monsano: Inaugurazione dell’Oratorio
Ore 18: S. Maria del Piano, celebrazione nell’inizio
dell’anno catechistico, processione
Domenica 17 ottobre
Ore 11: Parrocchia Amore, S. Messa e Cresima
Ore 21: Incontro con il Gruppo di discernimento
Vocazionale
Lunedì 18 ottobre
Ore 21: Seminario, Commissione catechistica
Martedì 19 ottobre
Ore 15: Il vescovo, dalle 15 in poi, riceve senza
appuntamento in Duomo - cappella di San
Floriano - per colloqui, confessione ecc.
Ore 21.15: Riunione della Commissione per la
pastorale familiare
Giovedì 21 ottobre
Ore 9.30: Riunione del Consiglio presbiterale
Ore 21: Parrocchia di San Francesco d’A. Incontro
con i fedeli
Venerdì 22 ottobre
Pellegrinaggio a Bolsena
Lunedì 23 ottobre
Ore 21: Parrocchia di San Francesco d’A. Veglia
missionaria
Domenica 24 ottobre
Ore 11.15: Parrocchia San Giuseppe, S. Messa e
conferimento del Lettorato
Pomeriggio: Ritiro con il Gruppo di discernimento
vocazionale
Alla chiesa dell’Adorazione
Tre sere di preghiera
Alla chiesa dell’Adorazione,
in piazza della Repubblica
a Jesi, sono previste tre sere
di adorazione. Nei giorni 18,
19 e 20 ottobre alle ore 17,30
sarà celebrata la Santa Messa, alle ore 18 l’Adorazione e
la preghiera del santo Rosario meditato. Mercoledì 20
sarà presente il vescovo Gerardo. L’iniziativa rientra nel
programma di preparazione
al pellegrinaggio a Bolsena.
Sono invitati tutti gli amici
della Chiesa dell’Adorazione, gli adoratori e coloro
che partecipano al pellegrinaggio eucaristico del 22
ottobre.
Settimanale di ispirazione cattolica
fondato nel 1953
Parola
di Dio
17 ottobre 2010
7
17 ottobre 2010 - 29a domenica del tempo ordinario - anno c
è necessario pregare sempre senza stancarsi mai
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 18,1-8)
Gesù diceva loro una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai: «In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno. In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui
e gli diceva: “Fammi giustizia contro il mio avversario”. Per un po’ di tempo
egli non volle; ma poi disse tra sé: “Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, dato che questa vedova mi dà tanto fastidio, le farò giustizia
perché non venga continuamente a importunarmi”». E il Signore soggiunse:
«Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà forse giustizia ai
suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a
lungo? Io vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo,
quando verrà, troverà la fede sulla terra?».
Commento
I discepoli si trovano in un momento di
difficoltà: grandi afflizioni, persecuzioni
degli avversari di Gesù, tentazioni di rinnegare la propria fede… quando giungerà la salvezza definitiva? Gesù richiama
la necessità della preghiera instancabile e
perseverante, perché la più grande delle
promesse si possa attuare. È facile farsi
sorprendere dallo scoraggiamento per
non essere esauditi, come pure stancarsi
e annoiarsi.
Mi soffermo su due espressioni: Anche se
non temo Dio e non ho riguardo (in greco: ev-trèpo) per alcuno…; e: E Dio non
farà forse giustizia (in greco: ek-dikèo) ai
suoi eletti…
Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno…
Provo a tradurre alla lettera: E se non mi
spavento di Dio e non mi vergogno (evtrèpo) di alcun uomo… Si tratta di un
giudice ateo: non credendo in Dio, agisce
di conseguenza solo attraverso le leggi.
Si può supporre che umanamente sia un
giudice onesto, eppure la legge ebraica
narra in modo diverso la missione di un
giudice: «Difendete il debole e l’orfano, al
povero e al misero fate giustizia! Salvate il debole e l’indigente, liberatelo dalla
mano dei malvagi!» (Sal 82,3-4). E Isaia
ricorda ancora: «Cessate di fare il male,
imparate a fare il bene, cercate la giustizia, soccorrete l’oppresso, rendete giustizia all’orfano, difendete la causa della vedova» (Is 1,16b-17). La vedova è la tipica
figura del povero: priva della protezione
del marito, non può difendersi in tribunale. La Parola di Dio richiama il dovere
di difendere queste creature abbandonate nelle mani dei più potenti. C’è il caso
in cui il giudice può prendere in mano
la difesa dell’indifeso, quando si tratta
di un debito in denaro o di un’eredità;
ma qui appare chiaro che egli non vuole difendere la vedova nei suoi diritti, è
sordo alle esigenze di Dio e degli uomini. Da ciò nasce la difficoltà della vedova a convincerlo ad intervenire con il
suo potere: poiché non ha possibilità di
fargli dei doni, l’unica strada è agire con
insistenza, pressare il giudice fino a che
non rimane seccato.
La mia preghiera è veramente così insistente davanti a Dio, cioè fatta con la
forza della fede?
E Dio non farà forse giustizia ai suoi
eletti…
Il verbo fare giustizia qui è espresso in
greco con ek-dikèo e non con dikaiòo. Che
differenza c’è tra i due verbi? Il verbo dikaiòo si riferisce al giustificare, mentre
ek-dikèo ha più il senso della punizione,
della vendetta, del giudizio già avvenuto.
Questo sposta, quindi, l’attenzione, non
tanto sulla costanza nella preghiera, ma
sull’esaudimento della stessa. Se questa
vedova insiste per essere esaudita, per
avere subito il giudizio di condanna verso l’avversario, tanto più Dio è capace di
ascoltare ed esaudire la preghiera dei suoi
figli amati! La parabola vuole rimarcare
che l’insistenza della vedova è semplicemente un esempio umano per portarci al
discorso di Gesù sulla preghiera, come è
detto nell’introduzione: è necessario pregare sempre, senza stancarsi mai. Ai figli
amati, che gridano a lui giorno e notte,
Dio di certo farà giustizia. Siamo di fronte
alla preghiera dell’oppresso di tutti i tempi, come è detto nel libro del Siracide: «La
preghiera del povero attraversa le nubi, né
si quieta finché non sia arrivata; non desiste finché l’Altissimo non sia intervenuto e
abbia reso soddisfazione ai giusti e ristabilito l’equità» (Sir 35,21-22a).
Siamo di fronte ad una preghiera particolare che in questi ultimi anni viene
definita preghiera gridata: quella che sale
a Dio da tutti gli oppressi di tutti i tempi,
credenti e non credenti, che non hanno
alcun appoggio umano, ma confidano
solo in Dio. Questo loro dolore morale
e spirituale è una preghiera gradita a Dio
e sarà di certo esaudita sia nel mondo di
quaggiù e sia nel mondo di lassù.
La mia preghiera è veramente un prendere su di me ogni grido dell’oppresso?
P. Silvio Capriotti ofm
Montecarotto: concluse le festività del patrono san Placido
Una festa di famiglia missionaria
Quest’anno la ricorrenza del santo patrono è stata vissuta con profonda intensità dalla popolazione di Montecarotto.
La giornata di sabato 9 è stata caratterizzata da due appuntamenti importanti. Il primo è stato la messa vespertina
delle ore 19, dedicata ai volontari delle
associazioni civili e religiose. A loro,
nell’omelia, don Gianfranco ha detto: “Il
vero amore è gratuito. Voi volontari siete strumenti dell’amore di Dio. Donare
agli altri è un arricchimento, una salvezza per sé stessi e gli altri”. Il parroco ha
poi concluso: “Nessuno diviene santo
in un solo giorno. Occorre tutta la vita.
Voi, con la vostra vocazione al servizio,
rendete la vostra vita più bella e ricca
di beni eterni”. Ad animare ed allietare
la liturgia è stato il gruppo dei giovani
con suggestivi canti accompagnati dal
suono delle chitarre. Alle 21, nel teatro
comunale, grande successo ha riscosso
il concerto proposto dal gruppo “Shalom” di Castelplanio dal titolo “Una luce
di pace”, testi di don Mariano Piccotti,
musiche di Giordano Tittarelli e Simone Sebastiano, danze a cura di Noemi
Donati. Domenica 10 ottobre numerose persone hanno partecipato alla pro- dai canti eseguiti con maestria dal coro
cessione dietro l’urna e le reliquie del parrocchiale. Il vescovo nell’omelia ha
santo. Lungo il percorso per le vie del invitato l’assemblea a fidarsi di Gesù,
paese, dalla collegiata fino all’ospedale sempre, come hanno fatto i 10 lebbrosi
e ritorno, sono state proposte riflessioni dei quali parlava il vangelo del giorno.
su come vivere la nostra vita di cristia- Essi lo hanno incontrato e Lui ha trani alla luce del primato di Dio e sformato la loro vita. Di quei 10 uno
del Suo amore. I brani sono stati solo è tornato indietro a ringraziarLo.
accompagnati da musiche inter- Nel lebbroso c’è stata una conversione
pretate dal complesso bandistico del cuore, è nata la vera fede. Egli ha
“L’Aurora” di Castelplanio e Pog- capito che Dio è l’unica salvezza di vita.
gio San Marcello. Alla processio- “Chi si innamora di Dio offre la vita per
ne è seguita una solenne concele- il Signore. La festa del patrono è la festa
brazione presieduta dal vescovo di una famiglia missionaria che crede in
mons. Rocconi, da mons. Giusep- Gesù quale unico salvatore del mondo”
pe Quagliani, da mons. Anselmo ha terminato don Gerardo. San Placido
Rossetti, da don Gianni Giuliani, quest’anno ha veramente fatto sentire
dal parroco don Gianfranco Ceci comunità i suoi montecarottesi, uniti in
e dal vice parroco don Feliciano Cristo e rinati con forza nella fede.
Okeya. La liturgia è stata animata
Maria Cristina Coloso
Piazza Federico II, 8 - 60035 Jesi An
Telefono 0731.208145
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redazione: Vittorio Massaccesi, Giuseppe Quagliani, Antonio Quaranta, Antonio Lombardi
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Voce della
Vallesina
attualità
17 ottobre 2010
LORETO: 90° Anniversario della Proclamazione della Madonna di Loreto a “Patrona degli Aeronauti”
L’iconografia della “Traslazione della Santa Casa” in mostra
Con l’inizio delle Celebrazioni del
90° Anniversario della Proclamazione della Madonna di Loreto a “Patrona degli Aeronauti” si è aperta
sin dallo scorso 25 marzo la mostra
“Antica iconografia della Santa Casa
con Madonna in volo” situata presso
la Sala degli Svizzeri del Museo-Antico Tesoro di Loreto. Sarà ancora
possibile visitare l’esposizione fino al
10 dicembre 2010, secondo gli orari
d’apertura del Museo.
La mostra, promossa dal Centro
Studi Lauretani, indaga l’iconografia
che tra il Cinquecento e il Settecento,
in particolare nel contesto adriatico,
ha attinto alla tradizione secondo la
quale la casa nazaretana fu “traslata”
per cielo fino a Loreto. L’esposizione
raccoglie un numero limitato ma accuratamente selezionato di stampe
e dipinti che in parte si conservano
nello stesso Museo-Antico Tesoro
lauretano e in parte provengono da
collezioni private.
L’apertura dell’esposizione è affidata all’”Annunciazione” di Antonio
Mazzone dei Domenichi da Faenza,
dipinta nel 1514-1515 su due scomparti da usare come portelle dell’organo della Basilica di Loreto, necessaria per ricordare il valore della
casa di Maria: tra
quelle mura “il Verbo si è fatto carne”. Il
percorso espositivo,
che è anzitutto cronologico, prosegue
con la xilografia del
XV secolo intitolata “Traslazione della
Chiesa di Santa Maria di Loreto”, una
delle più antiche
rappresentazioni del
trasporto miracoloso.
Di grande rilievo ed
esposti per la prima
volta a Loreto, sono i dipinti di Bonifacio de’ Pitati, la cui opera non è
immune dall’influsso di Giorgione e
Tiziano e di Joseph Heintz il Giovane, pittore tedesco attivo a Venezia
fin dal 1625.
Queste opere, come del resto le incisioni di Anonimo e di Claudio
Duchetti in mostra, rielaborano, secondo la cultura e la sensibilità degli
artisti, un modello iconografico consolidato che prevedeva il punto d’osservazione collocato a sud/sud-est e
doveva rappresentare all’interno di
un’unica immagine le quattro tappe
del trasporto miracoloso: il viaggio
della Casa con Madonna e Bambino tra
cielo e mare fino a
Tersatto, l’arrivo nella selva recanatese
con l’aggressione dei
briganti ai pellegrini,
il litigio tra i fratelli
proprietari del colle
e infine la collocazione della dimora
lungo una pubblica
strada.
Il grande dipinto dell’anconetano
Francesco
Foschi,
collocato a parete nella Sala degli
Svizzeri, testimonia come ormai nel
Settecento, in particolare nel contesto adriatico, la rappresentazione del
trasporto miracoloso avesse ormai
abbandonato il modello delle quattro scene e piuttosto si concentrasse
sul solo tema del volo angelico. Prova ne è anche l’affresco realizzato da
Giambattista Tiepolo nel 1745 per la
chiesa di Santa Maria di Nazareth,
detta “degli Scalzi”, a Venezia. Di
come fosse la mirabile pittura a fresco del Tiepolo, andata purtroppo
distrutta il 15 ottobre 1915 durante
un bombardamento dell’aviazione
“Giornata del malato” a san Francesco d’Assisi
Gesù, medico dell’anima e del corpo
austriaca, si sono conservati solo
una memoria fotografica e due “modelletti” dello stesso Tiepolo, uno
dei quali, proveniente dalle Gallerie
dell’Accademia di Venezia, è presente in mostra. Anche se solo attraverso di esso, s’intendono distintamente
la fantasia dell’invenzione ed i mirabili effetti di pittura aerea ottenuti
dall’artista veneziano.
È proprio il perduto affresco tiepolesco a consentire un improvviso e
tutt’altro che causale salto nel Novecento. La “Traslazione della Santa
Casa” esposta e attribuita a Mariano Fortuny, uno spagnolo a lungo
residente a Venezia, realizzata probabilmente dopo il 1915, è sostanzialmente fedele al bozzetto oggi conservato nella Galleria dell’Accademia
di Venezia eseguito dallo stesso Tiepolo per l’affresco andato poi distrutto.
Pochi anni dopo la distruzione
dell’affresco tiepolesco la storia ha
voluto che la Chiesa, attraverso papa
Benedetto XV, decidesse di andare
incontro alla propria epoca, proiettata ormai verso la conquista del cielo,
indicando come “patrona principale”
degli aeronauti proprio la Madonna
di Loreto. Era il 24 marzo 1920.
Rosa Coscia
2° Anniversario
12° Anniversario
1998 30 ottobre 2010
Alba Benini in Bravi
Dal salmo 15: “Mi indicherai
il sentiero della vita: gioia piena nella tua presenza, dolcezza senza fine alla tua destra”.
Nel dodicesimo anniversario
della tua dipartita da questa terra, non possiamo non
ricordarti anche in questo
modo per dirti il nostro riconoscente amore per quanto ci hai dato nella tua vita.
Purtroppo non ci è stata data
la grazia di averti per un più
lungo tempo di quanto il Signore ha invece voluto, ma
dobbiamo ugualmente sempre ringraziarlo per averti
avuto.
Sempre ti amiamo e speriamo
di meritare di ricongiungerci
nel suo Regno.
Il marito Fernando,
i figli Marco, Carlo e Paolo
e le loro famiglie
19-11-1927 17-10-2008
dell’Unzione dei malati. Come ha precisato don Aldo, questo sacramento si
può ricevere più di una volta nella vita:
quando una persona si trova in pericolo
di morte, nella condizione di malattia o
di vecchiaia. Il sacramento viene ammi10° Anniversario
nistrato mediante l’unzione con l’olio
benedetto sulla fronte e sulle mani del
malato, accompagnata dalla preghiera
del sacerdote, che implora la grazia speciale di questo sacramento.
L’Unzione associa il malato alla Passione di Cristo, donandogli conforto, pace
e coraggio; se la persona non ha potuto o non può confessarsi, con l’Unzione
riceve anche il perdono dei peccati. Il
Fiorello Boria
sacramento degli infermi agisce sullo
stra sofferenza diventa salvifica. Come spirito e sul corpo e consente, se Dio lo
comunità cristiana rinnoviamo la no- vuole, il recupero della salute fisica. In Resterà per sempre nel cuostra fede in Cristo, che è sollievo nel do- ogni caso l’Unzione sacramentale pre- re di quanti gli vollero bene.
lore e ci purifica da ogni scoria insediata para il malato e il morente al passaggio I suoi cari lo ricordano a
nel nostro spirito. Il Signore è la nostra nella Casa del Padre.
quanti l’hanno conosciuto
Luce e la nostra Speranza: per chi vive A tutti i partecipanti è stato donato il e apprezzato per l’impegno
Maria Anita Gregori
affidandosi a Gesù, l’ultima parola non “Tau”, simbolo francescano in legno, sul della sua vita di sposo, pain Catani
è la croce, ma la risurrezione. La croce quale era posto un piccolo Crocifisso dre, cristiano e cittadino
segna il cammino e il passaggio verso la dorato.
esemplare.
pienezza di vita nella Casa del Signore. Dopo la Celebrazione l’incontro fraterI familiari e le figlie RaffaelTutti siamo chiamati a diventare sem- no in sala per gustare insieme il rinfrela e Chiara la ricordano con
Il Sinodo
pre più una comunità che si dona, nella sco offerto dalla Parrocchia, ha contanto affetto e nostalgia. In
in Medio Oriente
carità, ai fratelli che vivono l’esperienza cluso la serata nel segno dell’amicizia e
suffragio, è stata celebrata
del dolore, in tante situazioni difficili».
della gioia.
“Dobbiamo lavorare tutti in- una santa Messa il 18 setLa celebrazione è proseguita con il rito
Roberta Maiolatesi Zega sieme per preparare un’alba tembre nella chiesa di San
nuova per il Medio Oriente Giuseppe.
usando i talenti che Dio ci ha
TV 2000: “Mentre” in diretta dal lunedì al venerdì dalle 15 alle 16
dato. Certo, è urgente favorire
la soluzione del tragico con4° Anniversario
flitto israelo-palestinese ed
operare perché terminino le
“Good morning, Nairobi!”. “Good bo) apre la scuola di musica Juppiter sente un “creativo” (scrittore, pittore, correnti aggressive dell’Islam”.
24-9-1934 9-10-2006
morning, Rome!”. Il filo diretto con per offrire percorsi di creatività risco- musicista, fumettista...) che aiuterà ad Lo ha detto il card. Angelo
l’Africa è la chicca di “Mentre”, la no- prendo i gesti semplici. L’idea di fondo, alimentare il dialogo interattivo, ma Sodano, decano del Collegio
vità editoriale di TV 2000 in onda dal che ha raccolto l’interesse anche della interpreterà i racconti anche attraver- cardinalizio, che è intervenulunedì al venerdì: in diretta dalle ore Fondazione Missio, “è quella di offrire, so la propria arte: con la tavolozza dei to ai lavori del Sinodo dei ve15 alle ore 16; e in replica in seconda una piazza mediatica in cui possano colori o con uno strumento musicale scovi per il Medio Oriente, il
serata alle ore 22,30 (il venerdì alle confluire esperienze significative at- in studio, tanto per fare alcuni esempi. 12 ottobre. “Dovremo sempre
ore 22,50).
traverso i cosiddetti new media”, sot- “Mentre” scorre la diretta, dietro le chiedere rispetto per la liberIn particolare, ogni giorno sono previ- tolinea Stefano De Martis, direttore quinte preparano il programma il re- tà religiosa di tutti i credenti
sti quattro collegamenti web-cam: dal dell’informazione di TV 2000 e Radio gista Paolo Ferrazza e le producers – ha rimarcato il cardinale – è
mondo delle missioni e dell’impegno Inblu.
Anna De Simone, Antonella Becciu, una missione difficile quella
laico. E proprio attraverso la web-cam, Dunque, ogni giorno racconti di vita Concetta Malatesta, Dolores Gangi, che voi, pastori della Chiesa in Medio Oriente, dovete
“Mentre” apre una finestra su persone per far emergere non solo cosa stan- Francesca Baldini e Paola Buonomini.
che nella contemporaneità raccontino no facendo e per conto di chi lo stan- Nella prima settimana di trasmissio- svolgere in un momento stoil loro quotidiano: “mentre” Massimi- no facendo, ma soprattutto il perché ni, venerdì 22 ottobre dalle 15 alle rico così drammatico. Sapliano in Bolivia aiuta una cooperativa delle scelte che si rinnovano giorno 16 saranno protagoniste subito le piate che non siete soli nella
a produrre mobili dopo aver lasciato dopo giorno. In particolare dall’Afri- Marche, con il collegamento tramite vostra sollecitudine quotidiaOtello Paoloni
la toga di avvocato a Foggia, la Mis- ca, i frammenti di umanità saranno skype con la redazione del settima- na per preparare un avvenire
sionaria dell’Immacolata suor Silvia raccontati dalla sede del “New People nale diocesano Emmaus di Macerata: migliore alle comunità”. Nel
in Brasile porta avanti una fabbrica Media Center” dei Missionari Com- la caporedattrice Francesca Cipolloni suo discorso il decano del “Non si perdono mai colore
di pannolini per ridare speranza alle boniani a Nairobi, in Kenya, dove si racconterà la sua esperienza profes- collegio cardinalizio ha, inol- che amiamo, perché possiadonne delle favelas; “mentre” Emma, avvicenderanno testimonianze di mis- sionale all’interno di uno strumento tre, richiamato “ad una stretta mo amarli in colui
disabile, a Lamezia Terme (Catanza- sionari e laici.
di comunicazione, quale appunto Em- unità con la Chiesa di Roma” che non si può perdere”.
ro) promuove progetti di legalità, Sal- Nello studio di TV 2000, oltre al con- maus, così importante per la vita della i pastori e i fedeli in Medio (Sant’Agostino)
Oriente.
vatore tutti giorni a Capranica (Viter- duttore Maurizio Di Schino, sarà pre- nostra Chiesa.
Una delle iniziative per il
50° anniversario di fondazione della Parrocchia di
san Francesco d’Assisi, a
Jesi, è stata “La giornata del
malato e del disabile”. Nel
pomeriggio del 9 ottobre,
padre Valentino Natalini,
Ministro dei Frati Minori
della Provincia Picena ha
presieduto, nella chiesa
parrocchiale, la Liturgia eucaristica, concelebrata dal
Cappellano dell’Ospedale
di Jesi, don Aldo Anderlucci, con l’assistenza del
diacono Antonio Quaranta.
Nell’omelia padre Valentino Natalini si è
rivolto all’assemblea con parole di consolazione e di speranza:
«Ricordiamo nella preghiera tutti coloro
che vivono l’esperienza del dolore, della
vecchiaia, i presenti ma anche quelli che
vivono nelle strutture ospedaliere o in
casa, perché il Signore, medico dell’anima e del corpo, sia la loro consolazione.
Gesù vuole essere vicino a noi in ogni
momento, soprattutto nel momento del
dolore. Egli ha salvato il mondo con la
Croce e la Risurrezione; e noi mediante
la fede possiamo unire tutti i nostri dolori alla sua Passione. Ecco perché la no-
Il 22 ottobre dalla redazione di Emmaus
Voce della
Vallesina
pastorale
Al Vescovo don Gerardo e agli amici della Diocesi di Jesi
Don Luigi ci scrive dal Brasile
Carissimi, sono già passati tre mesi da quando sono
venuto in Italia. Mi ha fatto
molto piacere, dopo quattro anni di assenza, rivedere tanti amici, con molti
ero periodicamente in contatto, di altri avevo perso
notizia. Ho ringraziato personalmente tutti coloro che
ho visto, ho visitato alcune
parrocchie, incontrato gruppi, celebrato dove mi é stato
possibile, volevo fare anche
di più ma il tempo era poco
e non potevo trattenermi di
più, le Comunità qua reclamavano e aspettavano il mio
ritorno. Ho ancora vivo il ricordo della Veglia di Pentecoste, é stato per me il momento più bello della mia
breve permanenza in Italia;
la Chiesa piena, la presenza
del Vescovo, l’invocazione
dello Spirito Santo perché
continui a chiamare, a inviare non solo preti ma tutti
i battezzati per “la missione”
tanto in Diocesi come fuori.
Confesso che in quell’occasione mi sono sentito
come inviato di nuovo dalla mia Diocesi, così come é
successo 17 anni
fa in Cattedrale
proprio il giorno
di San Settimio.
So che avete
appena concluso il Convegno
Pastorale, sarà
stata certamente un’occasione
per riprendere l’attività pastorale con rinnovato spirito
eucaristico e missionario.
Noi qua andiamo verso la
fine dell’anno pastorale e
ci prepariamo con l’assemblea parrocchiale di fine
mese a fare il punto della
situazione e programmare
il prossimo anno. Insomma... tutti siamo impegnati
nella costruzione del Regno
del Signore. La giornata
missionaria che presto celebreremo ci aiuti a pregare
e aiutare tutti i missionari
della nostra Diocesi sparsi per il mondo (non solo
don Luigi). Anch’io ricorderò molto volentieri tutti
voi: il Vescovo, i confratelli sacerdoti, i tanti amici e
Padre Roberto, sacerdote novello, celebra a san Francesco d’Assisi
Dio è l’unico che non ci tradisce mai
9
Il Ministro generale dei Frati Minori a Jesi per il 50° della parrocchia
Avanti, con il cuore di Francesco!
“La benedizione del Padre
generale sia di auspicio per
continuare il nostro cammino…” Così il Ministro della
Provincia Picena “San Giacomo della Marca”, padre Valentino Natalini, il 9 ottobre,
nella chiesa di san Francesco
d’Assisi, ha salutato padre
José Rodriguez Carballo ofm
che presiedeva la solenne
Liturgia eucaristica, concelebrata da circa quindici sacerdoti dell’Ordine, fra i quali
la mia Diocesi al Signore padre Vincenzo Brocanelli,
perché alimentati dall’Eu- Consigliere generale, padre
caristia possiamo vivere in Francesco Francisco, Segretapienezza la nostra vocazio- rio personale del padre Carballo, e il parroco padre Brune e la nostra missione.
no Fioretti, felice di vedere
Un grande abbraccio a tutti,
don Luigi Carrescia
1 ottobre 2010, festa di Santa
Teresina del Bambin Gesù,
patrona delle Missioni
La veglia missionaria diocesana sarà il 23 ottobre
alle ore 21,15 nella chiesa
di san Francesco d’Assisi a
Jesi
Nella foto, don Luigi
Carrescia nel corso
dell’incontro con la
popolazione di Maiolati,
lo scorso maggio.
17 ottobre 2010
nell’assemblea liturgica la sua
comunità parrocchiale attenta e partecipe: gruppi, famiglie, giovani, bambini, anziani
in preghiera e in festa.
Fra’ José, 57 anni, spagnolo,
sacerdote dal 1977, da giovane si è specializzato in Sacra
Scrittura all’Università “Antonianum” di Roma; è stato
Ministro provinciale dell’Ordine dei Frati Minori in Spagna e presidente dei Ministri
provinciali d’Europa, poi
Definitore generale e Segretario dell’ufficio Formazione
e Studi, a Roma. Dal 2003 è
Ministro generale dell’Ordine. Non un discorso retorico
quello del padre Carballo, ma
chiaro, essenziale, rivolto alla
comunità parrocchiale di san
Francesco. Sullo sfondo l’icòna evangelica del lebbroso
samaritano, l’unico dei 10
lebbrosi guariti che ringrazia
e loda Gesù, il Salvatore (Lc
17,11-19).
Di qui l’invito a “tornare indietro come quell’uomo, a
ringraziare il Signore per il
dono della fede ricordando
con la memoria del cuore gli
innumerevoli
doni ricevuti in
50 anni di vita”:
il contributo di
tanti Frati ben
preparati nello Studentato
della Provincia
Picena; le catechesi, i battesimi, le comunioni, i matrimoni,
i
molteplici
servizi offerti
alla parrocchia da gruppi o
da singole persone nel corso degli anni. Un pensiero
riconoscente del Padre generale va ai Parroci: padre
Virgilio Dottori, p. Giancarlo
Mandolini, p. Sanzio
Giovannelli, p. Alberto Peloni. p. Libero Cruciani, p. Aldo
Marinelli, p. Bruno
Fioretti, il Parroco
attuale che, già missionario in Argentina,
“ha iniettato lo spirito della missione nei
cuori”.
L’eredità di un cammino di fede da custodire e trasmettere alle
nuove generazioni.
Le sfide di oggi
Dalla memoria storica all’impegno nel presente per aprire
con fiducia le porte al futuro
tenendo conto della “evoluzione pastorale” che procede
nel senso della “corresponsabilità dei laici per una
Chiesa-famiglia in cui ognuno, al suo posto, sia responsabile del bene di tutti”. Tre
le principali sfide da affrontare oggi: la globalizzazione
informatica, il progressivo
abbandono della pratica religiosa, la fragilità delle nuove
generazioni. Ribadito l’appello ai laici per portare la
buona notizia nelle famiglie,
nei luoghi di lavoro, alle varie
categorie sociali, per far conoscere Cristo e il suo amore.
Oggi bisogna dare “il primo
annuncio” della nostra fede,
la morte e risurrezione di
Cristo, perché “non siamo in
una società cristiana”. Quindi l’invito ad impegnarsi con
nuovo slancio per l’onestà,
la verità, la giustizia, la pace
Dopo un percorso spirituale sereno e fecondo che lo ha condotto alla professione solenne nell’Ordine dei Frati Minori
e poi al Diaconato nel 2009, fra’ Roberto
De Luca, 30 anni, di Caldarola, è stato
ordinato presbitero a Macerata il primo
maggio scorso.
Domenica 10 ottobre il novello sacerdote ha celebrato per la prima volta l’Eucaristia a Jesi e, visitando i luoghi della sua
adolescenza francescana, ha incontrato
con gioia la Fraternità dei Minori e la comunità di san Francesco d’Assisi nel 50°
anniversario della Parrocchia.
Alle 11,30, con il canto “Ti esalto, Dio mio
Re…” è iniziata la celebrazione della Messa L’unica persona che vi ama, che non vi trae padre Roberto ha espresso il suo “grazie” al disce, non sono il marito, la moglie, i figli, gli
Signore e al Parroco, padre Bruno Fioretti, per amici; é Dio che ha accettato liberamente di
l’invito a celebrare l’Eucaristia nella comunità morire per noi. In Lui possiamo amare tutdove è cresciuto.
ti. Se chiudiamo le porte a Dio, non potremo
Commentando il brano del vangelo di Luca amare l’altro. Anche la Messa può diventare
che parla della guarigione miracolosa dei dieci un’abitudine…
lebbrosi (Lc17,11-19), padre Roberto ha sotto- Ma come ringraziare il Signore? Mettendo in
lineato che uno solo fra i dieci torna a ringra- pratica il Vangelo e partecipando alla Messa:
ziare Gesù; ed è uno straniero, un samaritano, “Eucaristia” significa offerta e rendimento di
escluso dalla comunità ebraica.
grazie. Gesù continua a incarnarsi per noi
nell’Eucaristia e salva l’intera persona: spirito,
Quando l’io primeggia
anima e corpo. Invochiamo lo Spirito Santo
“A che punto è la nostra fede? Riconosci Cri- perché ci risvegli, altrimenti diventeremo lasto nella tua vita? Nella vita della tua famiglia dri dei doni di Dio».
e fra i tuoi amici?…”. Il giovane presbitero di- Dopo la Messa ho rivolto qualche domanda “Impegniamoci nelle Comunità uniamo i
continenti” è uno dei precetti che il Rotary
chiara con convinzione: «Se mettiamo al cen- al giovane sacerdote:
tro della nostra vita
Grazie, padre Roberto, per aver celebrato l’Eu- International Club di Fabriano ha applicato
l’ “io”, non c’è posto per Dio. Gesù ha fatto caristia e aver comunicato a tutti un messag- nel service di sabato 9 ottobre all’Hotel Janus,
cose straordinarie, ma nessuno lo ha rico- gio di gioia e di speranza. Ma c’è stato qualche dove soci, consorti e ospiti hanno incontrato
nosciuto… Così anche oggi: neppure il mira- momento critico nel tuo cammino verso il sa- suor Maria Antonietta Marchese, che ha parlato del suo impegno nel Benin. Piccolo stato
colo giova a far riconoscere Dio che è mor- cerdozio ministeriale?
to in croce per noi. Dobbiamo ringraziare il Sì, quando conti solo su te stesso e subentra dell’Africa occidentale che si trova sul Golfo
Signore per i doni che riceviamo. Un tempo il dubbio di avere veramente la vocazione… di Guinea, vicino all’equatore a confine con il
si benediceva Dio prima dei pasti, prima del perché sei solo con te stesso e non ti affidi Togo, Burkina Faso, Niger e Nigeria e dell’uso
fatto dei fondi versati dal Rotary, ben 12.000
lavoro, per i frutti della terra… San Francesco totalmente a Dio.
ci ha insegnato: “Restituite tutto a Dio!”.
Quali consigli daresti ad un giovane che voglia euro raccolti insieme agli altri Club di Alta
Vallesina Frasassi, Gubbio e Jesi, a sostegno di
Noi che viviamo la fede in modo concreto e seguire un itinerario vocazionale?
fervente, a volte possiamo allontanarci… per- Fede in Dio e nella Chiesa; fedeltà; abban- un progetto di recupero di bambine (dai 6 ai
ché il nostro io tende a primeggiare anche su dono fiducioso a chi ha la responsabilità 16 anni) vendute dalle famiglie (nel caso citato da suor Maria, Rosin sei anni venduta per
Dio. Chi si converte al Signore, lo ringrazia della tua formazione.
sette euro ed un lenzuolo di stoffa) e ridotte
per tutta la vita. Nulla è scontato. Se pen- Grazie, padre Roberto,
in schiavitù. L’ospite, prima insegnante e presiamo che tutto sia dovuto, il nostro cuo- e tanti auguri!
re si indurisce e non siamo capaci di amare.
Maria Crisafulli side a Torino, da sei anni vive in questo picco-
nello stile francescano di fraternità con tutti e in particolare con gli ultimi.
«La parrocchia di san Francesco ha molto da dire alla
società di Jesi e dell’Italia. Sia
una parrocchia francescana
e missionaria! Guardiamo
avanti verso il futuro dove ci
spinge lo Spirito del Signore».
Dopo la benedizione finale
padre José si è rivolto così
ai giovani: «Dovete essere
evangelizzatori della vostra
generazione… Non abbiate
paura: con la fede Gesù non
toglie nulla e se entra nella
vostra vita, vi dà tutto. Siate
evangelizzatori!».
Ai genitori: «Se voi non trasmettete i valori evangelici
ai vostri figli, in parrocchia
si potranno mettere solo delle toppe, fare dei rattoppi…
Dovete assumervi la vostra
responsabilità!».
Concludendo la sua visita
fraterna alla parrocchia, padre José ha invitato tutti a
pregare per il Sinodo aperto
a Roma sulle questioni del
Medio Oriente. L’Ordine
francescano sarà rappresentato da quattro Vescovi e da
due Frati (il custode della
Terra Santa e il Padre Generale dei Frati Minori): «Pregate per la pace e per il dialogo ecumenico in quella Terra
dove si soffre e si muore».
Un frate che, giunto ai vertici istituzionali dell’Ordine, si
apre al dialogo con la semplicità e la naturalezza di chi è
riuscito a coniugare, nello
spirito del serafico umile
padre Francesco, autorità e
servizio, azione e contemplazione, verità e carità, comunione e missione.
Maria Crisafulli
Foto Gilberto Sassaroli
Il sostegno alle suore salesiane
Radio Duomo
Senigallia in Blu
(95,2 Mhz)
lo paese molto povero dove coordina le suore
salesiane di don Bosco presenti dal 1992.
Nella foto da sinistra suor Maria Antonietta,
don Tonino Lasconi, mons.
Giancarlo Vecerrica e il presidente
del Club di Fabriano Edgardo Verna.
Tutte le mattine alle ore 7,06 e in replica alle 24,00
il pensiero del giorno del vescovo Gerardo Rocconi
Giornale radio alle ore 12,30 e alle 19,03 con notizie da Jesi
Il Palazzo e dintorni il giovedì alle 12,45 e alle 19,20
10
pastorale
17 ottobre 2010
Il pellegrinaggio a Lourdes nel segno della Croce con Bernadette
Testimonianze di fede e impegno
Si è svolto, dal 27 settembre al 3 ottobre, il tradizionale pellegrinaggio nazionale dell’Unitalsi, l’associazione che
si occupa del trasporto degli anziani e
malati a Lourdes e negli altri santuari
internazionali. Anche dalla
diocesi sono partiti una settantina di persone tra volontari, ammalati, pellegrini
guidati, in assenza del presidente, dalla tesoriera Antonia Giordano e che hanno
seguito le varie celebrazioni
orientate sul tema pastorale
dell’anno “Fare il segno della
croce”. Centro del pellegrinaggio rimane la visita alla
Grotta di Massabielle dove
i pellegrini hanno pregato
confidando a Maria le loro
ansie, le preoccupazioni e
i pensieri del loro cuore. La
Messa internazionale, la
processione eucaristica e la
processione aux flambeaux
sono stati gli altri momenti
comunitari che hanno completato il pellegrinaggio al
quale erano presenti circa
14mila italiani. Da segnalare,
durante la fiaccolata, la partecipazione di alcune personalità che, con la loro esperienza, hanno testimoniato
l’impegno e la propria fede
racchiusa in un unico gesto, il “segno
della Croce”. L’impegno missionario di
padre Giulio Albanese, la volontà di riuscire a superare gli ostacoli più duri di
Giusy Versace priva degli arti inferiori
eppure campionessa paraolimpica sui
100 metri; la testimonianza di Simona
Atzori, nata senza gli arti superiori, fatto che non le ha impedito di avvicinarsi alla pittura e alla danza. Prima della
benedizione finale, Simona ha offerto
ai presenti un numero del suo repertorio ballando davanti alla Basilica
del Rosario con la prima ballerina del
teatro alla Scala di Milano. Altra testimonianza molto toccante di perdono,
quella di Carlo Castagna, l’uomo che,
nella strage di Erba dell’11 novembre
di quattro anni fa, ha perso la moglie,
la figlia e il nipotino Youssef.
Giovedì 30 settembre, al centro città
di Lourdes, è stato allestito uno spazio
per la “merenda italiana” in cui ogni
regione aveva preparato degli stand
con assaggi delle proprie specialità. Al
termine del pellegrinaggio il saluto del
presidente nazionale Antonio Diella.
Ora, per la sottosezione, si avvicina
una scadenza importante: il rinnovo
del consiglio direttivo. Per statuto, infatti, il presidente ed i consiglieri rimangono in carica cinque anni e per il
consiglio guidato da Giancarlo Rossetti
è l’ultimo anno.
Roberto Corsetti
Nella prima foto due volontari
unitalsiani con l’attrice
e pittrice Simona Atzori,
nella seconda un gruppo davanti
l’ospedale di Saint Frai a Lourdes.
Giornata diocesana del Malato e dell’anziano con il vescovo in cattedrale
Vivere con fiducia anche nella sofferenza
Ammalati e volontari delle
diverse associazioni ecclesiali, accanto a Gesù e alla
sua croce: il filo conduttore
della giornata diocesana del
malato e dell’anziano, voluta
da padre Oscar Serfilippi e
che, nella seconda domenica
di ottobre, permette di ritrovarsi attorno all’Eucarestia e
di rafforzare la propria fede.
La celebrazione di domenica 10 ottobre in Cattedrale
è stata presieduta dal vescovo Gerardo con don Aldo
Anderlucci e l’assistenza dei
diaconi: erano presenti i volontari dell’Avulss e dell’Unitalsi, le suore e alcuni ospiti
della casa di riposo di Maiolati e della casa di cura Villa
Jolanda, del centro “Divertirsi insieme” dell’Avulss e tanti
altri che hanno accolto l’invito della Commissione Diocesana della Pastorale della
Salute. “La sofferenza c’è ed è
importante vivere con fiducia anche questi momenti, fidandoci di Gesù che è capace di darci la forza durante la
malattia” ha detto il Vescovo
invitando a pregare perché la
vita di ogni persona sofferente possa essere una continua
intercessione affinchè nessuno sfugga all’amore di Cristo.
Dopo la celebrazione eucaristica è stata presentata
la croce del pellegrinaggio
dell’Unitalsi a Loreto dello
scorso agosto: davanti alla
Croce di Cristo vediamo la
nostra miseria ma anche
l’amore di Dio che ci abbraccia e di accompagna.
Unitalsi diocesana: il cammino formativo dei giovani impegnati
“Voi prestate il cuore a Gesù”
“Il Vangelo va letto con amore, l’ascolto
della Parola di Dio è capace di scaldare
il nostro cuore perché Gesù cammina
con noi”: con queste parole il vescovo
Gerardo ha invitato i giovani dell’Unitalsi diocesana ad avere il coraggio della propria fede e ad alimentarla ogni
giorno. Venerdì scorso, nei locali della
parrocchia di Moie, si è svolto il terzo
incontro formativo per i giovani, tenuto dal vescovo. La lettura del brano dei
discepoli di Emmaus e di quello sulla
Pentecoste, la sottolineatura di alcuni
aspetti, la riflessione in gruppi, la cena,
il gioco, la condivisione e la preghiera
finale: i momenti che hanno scandito
le tre ore, dalle 19 alle 22. “Non vi qualifica lo spingere una carrozzina o dar
da mangiare a qualcuno ma il fatto che
voi prestate il cuore, le mani, i
piedi a Gesù: ecco perché è
importante la preghiera, il silenzio, l’adorazione”: questo il
forte invito del Vescovo a vivere coerentemente la vita di
fede perché il cristianesimo,
prima ancora di aiutare a vivere bene, è un innamoramento
nei confronti del Signore. “Solo
se siamo innamorati di Gesù,
sappiamo trasmettere la gioia: questo è il primo passo del
cristiano, non il servizio. Gesù
è presente in chi è servito e in
chi serve: più è forte la nostra unione a
Gesù e più siamo capaci di testimoniarlo”: l’invito del Vescovo a vivere assiduamente la propria fede e ad avvicinarsi
con frequenza ai sacramenti. Anche don
Aldo Anderlucci ha partecipato alla prima parte dell’incontro invitando i giovani ad avere sempre nel cuore l’Unitalsi.
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Voce della
Vallesina
Dopo il convegno pastorale
Andiamo al cuore
La volta scorsa ho con- Cristo. Solo così i cristiani
cluso con alcune doman- saranno capaci di vivere
de sulla partecipazione nel quotidiano, nel feriale
“scarsa” (a mio parere) al – fatto di famiglia, lavoro,
Convegno Diocesano di studio, tempo libero – la
inizio ottobre. Non vo- sequela del Signore, fino
glio darmi la risposta. a rendere conto della speVorrei che il Consiglio Pa- ranza che li abita (cf. 1Pt
storale diocesano al pros- 3,15). (n. 50) .
simo incontro provasse a É segno di immaturità
darsela con semplicità .
una liturgia celebrata e
Lo scopo del nostro Con- partecipata senza bisogno
vegno 2010, il quarto da di consapevolezza.
quando c’è il Vescovo É segno di immaturità
Gerardo, era scritto nel una Eucaristia improvdepliant. Vorrei riassu- visata e senza coinvolgimerlo con una espressio- mento.
ne: “Andare al cuore”. La É segno di immaturità
vita della nostra comunità l’incapacità ad “attualizcristiana in questi anni zare” quanto la Parola ci
ha voluto puntare sulla annuncia.
“corresponsabilità”, ricu- è su questi obiettivi che
perando anche all’interno il Congresso Eucaristico
della sua vita la presenza di Ancona vuole e deve
preparata dei laici, data puntare: l’Eucaristia per
anche la irreversibile di- la vita quotidiana.
minuzione dei sacerdo- Dunque: andare al cuore!
ti. Non voleva essere un C’è una “abilitazione” urabbassare l’azione voca- gente per ogni credente,
zionale (ne riparleremo!) prete o laico che sia, che
ma un venire incontro è il “fare unità di tutto in
alla vita della comunità Cristo”, ma non una unità
con i suoi servizi. Ma la (o identità) esterna, che
crescita del laicato (e an- conduce al fondamentache del prete e diacono) lismo, ma una unità interichiede sempre più chia- riore, profonda, nel cuore.
ramente la maturità uma- Abbiamo tutti apprezzato
na e cristiana. Nel conve- le tre personalità che ci
gno abbiamo toccate tre hanno proposto le loro
note. L’elenco può essere sintesi (Campanini, Bilungo. 1) La capacità di gnardi, Accattoli) propocorresponsabilità, frena- ste proprio come laici che
ta anche dall’individuali- hanno una sintesi, matusmo e dall’efficienza dei rata nella loro professione
risultati. 2) La forza della e insieme nella loro medisperanza nelle situazioni tazione. Al di là delle madi fragilità-fallimenti che niere di porsi di ognuno
si fa vicinanza illuminata di loro (è proprio ridicolo
dalla fede, frenata da una criticare uno o una per il
visione dell’uomo alquan- tono della voce!!), al di là
to riduttiva. 3) La libertà dei diversi passaggi del
di essere se stesso nei loro intervento o delle didiversi contesti del mon- verse prese di posizioni…
do in cui si vive, frenata era importante e lo è andall’opportunismo e dallo cora, accettare la loro “tespirito camaleontico, in- stimonianza” di maturità
dice di motivazioni inte- cristiana.
riori poco profonde.
Andare al cuore significa
Al cuore di tutto c’è una vivere e crescere nella vita
faticosa ma irrinunciabile spirituale. Che è prima di
sintesi personale tra fede- tutto personale. Se la nocelebrazione-vita che era stra azione pastorale non
richiesta in un bel testo mira a questo, non offre
della CEI. “Comunicare il stili di incontri, contenuti
Vangelo in un mondo che e organizzazioni di atticambia”: Mi preme ricor- vità che non tiene conto
dalo ancora, perché parte di questo… rischia di gioproprio
dell’Eucaristia. care come il mondo. Che
La valorizzazione della non mira altro che all’imliturgia non mira a sot- magine, non alla relaziotrarci al rapporto vitale ne significativa e vera con
con il mondo di ogni gior- la realtà. Io non voglio
no, nel quale sono pre- che la gente quando viesenti opportunità per la ne in chiesa o incontra la
nostra crescita cristiana, chiesa rimanga incantainsieme a sfide che non ta dalla nostra “potenza”
rendono agevole la nostra (!!!) ma che riceva senso,
fedeltà ai valori evangeli- luce, speranza, sapienza
ci. Per questo, ci sembra e gusto di vivere come il
importante che la comu- Signore vuole.
nità sia coraggiosamente
Don Mariano Piccotti
aiutata a maturare una NB. Chi intende offrire un
fede adulta, «pensata», contributo per gli ATTI
capace di tenere insieme del Convegno, stando
i vari aspetti della vita ai temi, lo faccia presto.
facendo unità di tutto in Grazie.
Voce della
Vallesina
regione
Monte Roberto: A Pianello Vallesina si è svolta la festa della scuola
I cinquant’anni dell’Istituto professionale “Salvati”
Con tutta probabilità, il più soddisfatto sarebbe stato lui, Serafino Salvati, se
avesse potuto essere presente sabato 9
ottobre, ed ascoltare le parole e vedere
i numerosi intervenuti alla celebrazione
del 50° anniversario dell’Istituto Professionale per l’Agricoltura, subentrato
alla Scuola Pratica di Agricoltura da
lui fortemente voluta con lascito testamentario nel 1923, un anno prima della
sua morte. Una celebrazione concretizzatasi nella pubblicazione di un corposo volume di oltre 150 pagine e che è
stato presentato davanti a Villa Salvati,
una delle più belle ville neoclassiche
d’epoca napoleonica delle Marche, nei
pressi della quale l’Istituto sta offrendo ai giovani una preparazione di alta
qualità. La dirigente dell’istituto, prof.
ssa Costantina Marchegiani, porgendo
il saluto agli ospiti ha ricordato come
dal 1960 la scuola ha offerto non solo
traguardi di professionalità ma anche
valori solidi legati alla tradizione ed
aperti al futuro, realtà messe in luce e
proposte nel volume realizzato in sinergia con studenti, corpo docente e
studiosi. Hanno portato il loro saluto
la dott. Nardiello in rappresentanza del
direttore dell’Ufficio scolastico regionale dott. Michele Calascibetta impossibilitato, la presidente della Provincia di
Ancona Patrizia Casagrande Esposto e
l’assessore provinciale Maurizio Quercetti, i sindaci di Monte Roberto Olivio Togni e di Castelbellino Demetrio
Papadopoulos, il presidente nazionale
degli agrotecnici Roberto Orlandi e il
presidente regionale Gabriele Santoro,
la presidente della Fondazione Salvati
Gelsina Bartoloni: tutti evidenziando
il ruolo dell’istituto in questi anni e la
sua importanza nel settore dell’agricoltura. Riccardo Ceccarelli, autore
del profilo storico dell’istituto inserito
nel volume, ha legato la
vicenda del Salvati come
ultimo anello di una secolare attività promozionale nel settore agricolo
che ha caratterizzato Jesi
e la valle dell’Esino dalla
fine del Settecento e che
ha visto la famiglia Salvati come protagonista per
tutto l’Ottocento. Il prof.
Rodolfo Santilocchi preside della facoltà di Agraria
dell’Università Politecnica
di Ancona ha sottolineato l’evoluzione verifica-
tasi nel mondo agricolo marchigiano
dalla mezzadria all’agriturismo, dove
le professionalità dell’istituto Salvati
sono altrettanto necessarie come nella
gestione delle aziende agricole. Alunni
ed ex alunni hanno portato poi la loro
testimonianza sulla scuola da essi frequentata. La prof. Miranda Celli che ha
coordinato il volume, nel ringraziare
tutti i collaboratori, ha messo in risalto
come il libro non vuole solo essere celebrativo ma tracciare l’attuale profilo
di un istituto con le sue eccellenze dei
laboratori scientifici e quelli “a cielo
aperto”, insomma una scuola superiore
per una preparazione tecnico-professionale nell’agricoltura e dell’ambiente
aperta alle sfide del futuro: una scuola
per la nostra terra e per appassionati
dell’agricoltura, risorsa unica, necessaria ed ineludibile. Non poteva esserci
celebrazione migliore: nel volume c’è
il presente della scuola ed in esso ci si
sono ritrovati alunni, docenti e dirigenti che in concreto hanno fatto la scuola.
Ad altri ovviamente scrivere… i prossimi cinquant’anni!
r.c.
foto Biagio Antonelli
17 ottobre 2010
11
150° anno della spedizione dei mille
Mostra e convegno
Nel 150° anno dalla Spedi- Pancrazio di Roma; il
zione dei Mille, e nell’av- professore Gilberto Piccivicinarsi dell’anniversario nini, presidente della Dedell’Unità d’Italia, anche putazione di storia patria
Castelbellino rispolvera delle Marche; il professor
la storia. L’Associazione Marco Severini, docente
Veterani e reduci Garibal- di Storia contemporanea
dini, nella sua sezione lo- all’Università di Macerata.
cale intitolata a Garibalda Ma non finisce qui il denCanzio, organizza con il so programma in spirito
patrocinio del Comune il “camicie rosse” della sezioconvegno “Cavour, Gari- ne locale dell’Associaziobaldi e la spedizione dei ne Veterani e reduci garimille”, sabato 16 ottobre baldini, presieduta dall’ex
alle 16.30 al teatro Gigli.
sindaco Giovanni Caruso,
Castelbellino
omaggia con vicepresidente il procosì anche una sua cele- fessor Sandro Franconi,
bre e amata concittadina, che è anche coordinatoche ormai riposa al cimi- re dell’evento. Alle 18.30
tero comunale, la nipote al museo civico di Villa
dell’Eroe dei due mondi, Coppetti sarà inaugurata
Garibalda Canzio. Ultima la mostra “Album della
dei sedici figli di Teresa guerra d’Italia 1860-1861”
Garibaldi e Stefano Can- di Gustavo Strafforello,
zio, rispettivamente figlia precedentemente ospitata
e ufficiale di Giuseppe a Castelfidardo, a cura del
Garibaldi, morta nel ‘69, Comitato del 150° anniGaribalda era molto ama- versario della battaglia di
ta a Castelbellino: donna Castelfidardo e della Fongentile e disponibile che dazione Ferretti.
lasciò dietro di sé una po- Il percorso didattico-visisitiva scia, sempre pronta vo documenta il paesaggio
ad accettare gli inviti delle italiano nel Risorgimento,
scuole per parlare di suo dopo la spedizione dei
nonno agli alunni.
Mille, offrendo un percorSaranno relatori del con- so storico di lettura attravegno: la pronipote del verso le immagini.
Generale, Annita Gari- Sarà presente il gruppo
baldi Jallet, figlia di Sante, storico dell’Accademia di
nipote di Ricciotti (uno Oplologia e Militaria di
dei tre figli di Giuseppe Ancona.
Garibaldi), che da anni La mostra resterà aperè cittadina onoraria di ta tutti i giorni fino al 24
Castelbellino ed è anche ottobre, dalle 17.30 alle
direttrice del museo ga- 19.30.
ribaldino di Porta San
Simona Santoni
AIMC in cento piazze lancia nuove sfide nell’ambito dell’educazione e della solidarietà
Sessantacinque anni di attività a sostegno di alunni e insegnanti
La lavagna sulle spalper coloro che erano analfabeti.
suoi sessantacinque anni di vita e
le, la passione nel
Nell’attuazione di questa missionella celebrazione della giornata
cuore, pochi soldi
ne si è andati avanti fino agli anni
mondiale dell’insegnante, che riin tasca: i maestri
Ottanta, assieme alla realizzaziocorre il 5 ottobre.
itineranti andavano
ne di un’altra iniziativa imporL’iniziativa, intitolata appunto
così, per le campatante: quella della preparazione
“Cento piazze per la sfida educagne e per i pascoai concorsi magistrali”.
tiva”, è stata attivata in collaborali della Sardegna e
Oggi l’associazione punta a riemzione con l’Ufficio nazionale per
della Sicilia, negli
pire un altro vuoto istituzionale:
l’educazione, la scuola e l’Univeranni subito a ridosquello della preparazione sul piasità della Cei, e proposta all’inso del dopoguerra,
no pratico delle future maestre (i
tero Paese e ai singoli territori
per portare a giovamaestri sono rari). Le studentesse
come occasione e riflessione su
ni e a meno giovani
del quarto anno del Liceo Socioquello che è un tema imprescinl’opportunità di alfaPsico-Pedagogico hanno in effetti
dibile per il futuro della società:
betizzarsi. Erano gli
l’opportunità di approfondire la
l’educazione; come “un modo per
anni in cui anche gli
didattica e la metodologia grazie e del sostegno alla nascente de- richiamare l’attenzione di tutispettori scolastici, in
alla disponibilità e all’impegno di mocrazia. Si vuole reagire con ti sulla necessità di considerare
quelle zone impervie,
alcune docenti, in pensione e non, forza alle carenze drammatiche l’educazione priorità irrinunciaespletavano i loro
che fanno parte dell’associazione della scuola elementare ed alla bile su cui investire in corresponcontrolli spostandosi
e che hanno messo volentieri a insufficiente formazione degli in- sabilità, tutti e ciascuno”.
a cavallo da una sede
loro disposizione esperienza e segnanti dando vita ad una asso- Docenti, genitori, adulti, bambini
all’altra.
conoscenze capitalizzate in di- ciazione che chiama tutti i mae- e ragazzi hanno potuto trovare
“Io incominciai la
versi anni di lavoro nella scuola.
stri a raccolta e mira a soddisfare nei gazebo allestiti per l’evento
mia carriera proprio
ogni esigenza di vita del maestro, anche in piazza della Repubblica,
in Sardegna alla fine
L’AIMC nasce nell’immediato della sua formazione, della sua materiale informativo e la nuodegli anni cinquanta
dopoguerra in continuità con personalità e della sua azione”.
va iniziativa “Un quaderno per
- racconta Enzo Batgli scopi dell’Associazione Ma- “In tutti questi anni abbiamo co- amico”, finalizzata alla raccolta di
tistelli (nella foto),
gistrale Italiana Nicolò Tomma- stituito un vero e proprio centro fondi per la costruzione di aule di
ex direttore didattiseo, operante dal 1900 al 1926, di ricerca permanente – spiega una scuola della comunità “Proco del terzo Circolo
e sciolta a seguito delle norme ancora Battistelli - che ha appor- getto famiglia” in Burkina Faso,
di Jesi - Ricordo che il direttore cordo che ho di alcune maestre restrittive fasciste. Fondata da tato continuamente idee, sug- Paese del centro Africa; al sostedella scuola in cui ero a disposi- di Jesi - tra cui mia moglie - che Maria Badaloni e Carlo Carret- gerimenti, proposte operative gno di educatori della cooperativa
zione come supplente, mi presta- la sera, subito dopo cena, saliva- to vede confluire al suo inter- su tutto il territorio nazionale il “Piccolo principe” dei Frati capva la sua auto per raggiungere la no sulla 600 di un autista paga- no l’esperienza associativa delle affiancando strettamente - fino a puccini della Custodia di Romania
sede di servizio e attendeva che to dall’AIMC e andavano nelle sezioni dei maestri dell’Azione qualche tempo fa - l’operato del e all’istituzione di borse di studio
io rientrassi per poter fare a sua scuole di campagna e di collina Cattolica, unica forma di asso- Ministero. Possiamo considerarci per giovani laureati su tematiche
volta ritorno a casa”.
- tra cui Venetica, Mazzangrugno, ciazionismo consentita durante il i padri fondatori del Tempo Pie- legate all’educazione o all’associa“Questa dell’Alfabetizzazione su Piandelmedico - e insegnavano ai ventennio fascista. Il primo Con- no qui a Jesi. Le nostre esperienze zionismo professionale.
tutto il territorio nazionale è sta- giovani che partecipavano ai cor- gresso Nazionale si ha dal 3 all’8 hanno dato vita, assieme ad altre Le esibizioni di un clown, la letta una delle tante opere meritorie si di alfabetizzazione o di richia- settembre 1946. A Jesi viene fon- condotte in tutta Italia, all’elabo- tura di fiabe da parte di alcune
che l’AIMC (Associazione italia- mo. Erano tempi in cui non esi- data nel 1947, per opera del mae- razione dei Programmi del 1985”.
maestre, la scrittura di messaggi
na maestri cattolici) ha promos- stevano strutture istituzionali che stro Goliardo Radi, originario di Domenica scorsa l’Associazione, dedicati alla scuola di ieri e di oggi,
so e attuato - continua Battistel- assolvessero a questa funzione di Fossombrone.
rinnovata grazie alla adozione di l’esposizione di bellissimi disegni
li - Era veramente commovente accertamento delle competenze “L’idea aggregante è quella di ope- un nuovo Statuto, ha rilanciato la e il lancio dei palloncini, ha alliel’immagine dei maestri itineranti, per chi aveva la terza o la quinta rare una scelta impegnativa sul sua sfida educativa in cento piaz- tato e divertito grandi e piccin
così come commovente è il ri- elementare, e di alfabetizzazione piano del riscatto professionale ze italiane nell’anniversario dei
Fotoservizio Paola Cocola
1923
12
Voce della
Vallesina
jesi
17 ottobre 2010
Pasquinaccio: esuberante, dinamico, ironico. In mostra fino al 17 al Palazzo dei Convegni
Arte per gioco, arte per passione
Una mostra allestita per ricordare e commemorare un artista
scomparso anche da secoli non è
un evento raro. Lo è invece quella
dedicata a Rodolfo Pasquinelli, in
arte ‘Pasquinaccio’, le cui opere,
a distanza di due anni dalla morte,
per la prima volta sono state presentate a Jesi. La singolare iniziativa è di sua moglie Bruna e di suo
figlio Luca. La mostra, inaugurata
il 9 ottobre, resterà aperta fino al
17.
Una sorpresa per il visitatore che
già al primo impatto visivo si trova
investito come da un’esplosione di
gioiosa vitalità:
colori squillanti
che richiamano
quelli dei giocattoli di legno
di altra epoca,
linee curve, arrotondate, fluide,
scattanti o sfuggenti;
proporzioni esasperate,
poderose; forme
grottesche, goffamente pompose. Potrebbero far pensare
a Botero, ma
hanno un’impronta di dinamismo,
non di pigrizia e di staticità ieratica come è per lo scultore colombiano. Il segno dell’ironia appare
evidente. Ha forse suggerito il
nome d’arte, affettuoso e amichevole, s’intende, di ‘Pasquinaccio’;
come quello dato ad un monello
impertinente, pronto a prendersi
gioco di qualcuno.
La signora Bruna sembra attendere con trepidazione che la porta
del Palazzo dei Convegni si spalanchi per far entrare i primi visitatori. Con squisita gentilezza si
presta a fare da guida.
Perché solo ora si è pensato
all’allestimento di questa mostra?
Mio marito è mancato due anni
fa. Era nato in questa terra, dove
però non aveva mai avuto occasione di esporre. Ho voluto portare qui la sua arte che non era
giusto confinare solo nel Veneto:
per completare un ciclo, per farlo ritornare da dove era venuto.
Come mai vivevate lontani dalle
Marche?
Ci siamo conosciuti da ragazzi, a
Treviso, dove suo padre lavorava e
dove anche lui per lavoro si è stabilito. Era dirigente d’azienda, ma
la scultura e la pittura sono state la
sua passione più autentica, coltivata da autodidatta e approfondita
attraverso studi, ricerche, sodalizi.
Che rapporto aveva suo marito
con la nostra città?
Era anconetano di nascita, ma si
sentiva soprattutto jesino. Qui abbiamo parenti ed amici. Rodolfo
amava moltissimo questa regione che l’ha comunque ispirato, se
pure da lontano e indirettamente.
Le linee ondulate che caratterizzano tante sue opere richiamano in
realtà i profili delle colline marchigiane.
Un soggetto che ha spesso e
in molti modi rappresentato
è il cavallo. Perché una scelta
ricorrente così particolare?
Rodolfo pensava che il cavallo
avesse la stessa età dell’uomo;
che questo animale fosse stato
sempre presente nel tempo e nel con la famiglia. Riusciva a dare
corso dell’evoluzione dell’umanità. significato e valore anche a brevi
Nel cavallo vedeva un simbolo di momenti vissuti insieme.
forza, potenza, equilibrio, dinami- Una sezione particolare della
smo. Tanto ne era convinto da tra- mostra è dedicato alle ‘Sirene’;
sferire le sue linee anche in altre creature flessuose, sfuggenti che
forme.
si inabissano. Sembrano rivestiChe materiale è stato usato per te di incrostazioni di verderame.
realizzare le sculture?
Sono le ultime opere, nemmeno
Sono state costruite con strati di terminate. Il tuffo nel mare sta a
listelli di legno pazientemente ac- significare il suo incontro con la
costati, pressati, modellati, coperti morte”.
di stucco e di colori. Una tecnica Ha parlato con gli occhi lucidi,
del tutto personale, simile a quella come trattenendo le lacrime, ma
usata per la costruzione delle navi. la voce non si è spezzata. Si accoChe significato, che importanza sta a suo figlio, lo abbraccia:
ha avuto l’arte per suo marito?
“Mi è costato tanto preparare queDapprima è stato un gioco; poi sta mostra, ma sono convinta di
una ricerca inesauribile di forme aver interpretato la sua volontà.
dinamiche.
Rodolfo era sicuro che un giorno o
Quale era il carattere dell’uomo l’altro sarebbe ritornato qui”.
e dell’artista?
Fotoservizio
Rodolfo era infaticabile, spesso
Augusta Franco Cardinali
lontano dall’Italia. Non so come
Nella foto
facesse a fare tante cose, ma a teLuca e Bruna, figlio
nere comunque un forte rapporto
e moglie di Pasquinaccio
È morto il pittore spagnolo Josè Guevara, marchigiano di adozione
La sua vita, una appassionata avventura
È scomparso il noto pittore spagnolo José Guevara,
uno dei protagonisti dell’Informale iberico degli anni
Sessanta del secolo scorso. I
forti e costanti legami con
l’Italia e segnatamente con
Le Marche (fino a pochi mesi
fa aveva un atelier a Jesi nel
Chiostro
Sant’Agostino)
sono iniziati nel 1967 allorché vinse una borsa di studio
per lo studio della ceramica
faentina. Ha dato la notizia
del decesso il prof. Armando
Ginesi che, da oltre quaranta anni, è stato il suo critico
di riferimento in Italia e che
ha presentato tre anni fa la
sua grande mostra parigina, presso l’Espace Châtelet
Victoria al n. 19 dell’Avenue
Victoria.
Il decesso è avvenuto a Huelva (in Andalusia), la città
che gli aveva dato i natali nel
1926 e dove l’artista si era
ritirato negli ultimi cinque
anni. Victor Pulido, artista
andaluso e suo grande amico, così lo ricorda: “Non fu
solo un pittore ma un artista
completo e complesso che
fece della sua vita un’appassionata avventura intellettuale e sociale. Per questa ragione diventa difficile definire il
confine tra il maestro pittore,
come lo chiamavano in Italia,
e il maestro poeta e drammaturgo “di grande interesse
e di grande talento” come lo
definì George E. Wellwarth,
uno degli esponenti più autorevoli del teatro sotterraneo e underground.
Dell’Informalismo materico
(aveva aderito alla corrente
dell’Abstractiòn Dramàtica
teorizzata dal grande critico madrileno Luis Gonzàlez
Robles) Guevara rappresentò
la linea intimistica, quasi mistica, attraverso l’invenzione
di una tecnica che il critico
Carlos Areàn chiamo “òleo
pòr combustion del pigmento”. Dopo l’esperienza astratta – le cui opere girarono il
mondo in una serie interminabile di mostre ufficiali che
lo stato spagnolo presentò
nei cinque continenti accanto a quelle di Tapies, Iglesias,
Saura, Rueda, Vela, Muñoz,
Genovès ed altri giganti del
genere – approdò gradualmente ad un figurativo nel
quale, tuttavia, l’interesse per
l’autosignificanza della materia si rivelò essere sempre
Autori alla Biblioteca Effemme 23
l’obbiettivo principale della
sua ricerca.
Guevara ha soggiornato
in diverse parti del mondo
(esponendo nelle più importanti Biennali, da quella
di Venezia a quella di San
Paulo del Brasile, da quella di Alessandria d’Egitto a
quelle di New York e Parigi):
Stati Uniti, Francia, Argentina, Brasile, Italia, Uruguay,
aprendo studi a Parigi (dal
1961 al 1972), Madrid, Toledo e Algodòr (dal 1960 al
1997), Milano (1969-72), Jesi
(1968- 2010).
Nelle Marche, ove ha abitato
ripetutamente tra un giro e
l’altro per il mondo, soprattutto a Pollenza, Urbisaglia,
Pianello Vallesina, Majolati
Spontini e Jesi, ha contato un
numero elevato di amici e di
collezionisti.
Le sue opere sono esposte
nei più importanti musei del
globo.
Foto Anna Vincenzoni
Al via la stagione teatrale 2010-2011 in cinque teatri della Vallesina
Al palasport il musical Jesus Christ Superstar
Ventinove
appuntamenti da dicembre a maggio
compongono il cartellone
della Stagione teatrale della Fondazione Pergolesi
Spontini realizzato in collaborazione con l’AMAT e
gli assessorati alla Cultura
di Jesi, Maiolati Spontini,
Montecarotto, Monte San
Vito e San Marcello e con il
contributo di Banca Popolare di Ancona e Sogenus.
Il cartellone dei cinque teatri della Fondazione - ognuno con la propria identità
e in rapporto con gli altri
così da integrarsi e dar vita
ad un’unica grande stagione
teatrale - comprende anche
alcuni degli spettacoli programmati per Scompagina/4 libri in scena con dedica a Valeria Moriconi.
Il Teatro Pergolesi propone
in abbonamento sei spetta-
coli. Si apre il 5 dicembre
con Jesus Christ Superstar,
celeberrima opera rock degli anni ’70 che sarà allestita
al Palasport, con la partecipazione della Associazione
Missione Brasile onlus, con
orchestra dal vivo e con interpreti inconsueti. Segue
il 22 e 23 gennaio il Teatro
Nero di Praga con la storica
compagnia di Jiři Srnec, la
più rappresentativa di que-
sta tecnica teatrale a livello
internazionale: in Dreams
presentano il meglio del
loro repertorio in uno spettacolo di figura pieno di
magia, divertente e adatto a
tutte le età.
Per informazioni: Biglietteria del Teatro G.B. Pergolesi,
dal martedì al sabato, dalle
9.30 alle 12.30 e dalle 17 alle
19.30 - tel. 0731 206888, [email protected].
DAL 1923
Poesia, arte e filosofia
Continua la rassegna dal
titolo “Intrecci di poesia,
arte e filosofia”, promossa dal Comune di Maiolati Spontini e che ha
come sede, come splendida cornice, la biblioteca di Moie Effemme23.
L’iniziativa ha come scopo quello di promuovere
i talenti di casa nostra, la
marchigianità che si lega
al mondo dell’arte e della filosofia. Una vetrina
importante che l’assessorato ha deciso di allestire per assecondare le
numerose richieste che
sono pervenute da artisti, scrittori e studiosi
della nostra regione.
Dopo l’artista Andrea
Cangemi di Santa Maria
Nuova, che ha presentato “Figlio di un canto
anarchico - Poesie e disegni”, il secondo incontro è stato incentrato
su “Percorsi di narrativa
femminile nelle Marche”.
Protagonisti tre libri e
tre autrici: “Alba nuova”
di Sofia Bolognini, “Il
quaderno di A.” di Ada
Giannella e “Foglie d’autunno” di Maria Massani, introdotte da Carla
Giaccaglini, titolare della
casa editrice falconarese
“L’orecchio di Van Gogh”.
L’appuntamento del 13
ottobre è stato dedicato
ad Annunziata Cavallucci, di Moie, e al suo libro
“Parole del cuore”.
Il 20 ottobre sarà presen-
tato il libro “La norma di
Zanzotto nell’Ipersonetto” dell’autrice filottranese Guglielma Giuliodori,
introdotta da Massimo
Raffaeli. Mercoledì 27
ottobre Riccardo Dottori,
ordinario di Ermeneutica filosofica all’Università romana di Tor Vergata, presenterà “L’arte
e il gioco dell’esistenza”,
evento multimediale con
musiche e versi.
La rassegna si chiuderà
mercoledì 3 novembre
con “Ogni cosa al posto
giusto” di Alessandro
Morbidelli, con suggestioni pittoriche di Chris
Rocchegiani. La biblioteca Effemme23 ha in
cantiere numerose altre
iniziative, grazie anche a
collaborazioni con altre
realtà associative e culturali del territorio. Sono
in programma, infatti,
due rassegne di cinema:
una in collaborazione
con il Cag Mondrian di
Moie, rivolta per lo più
agli adolescenti, ed un’altra organizzata insieme
all’Università per adulti
della Media Vallesina, rivolta ad un pubblico più
ampio e che sarà incentrata su una serie di biografie che diversi registi
hanno deciso di voler
raccontare. Sulle prossime uscite forniremo
maggiori informazioni al
riguardo.
Andrea Antolini
Tel. 0731-21.33.70 - www.mattoli.it
Voce della
Vallesina
cultura
17 ottobre 2010
13
I candidati scelti dalle tre Fondazioni Federiciane di Jesi, di Palermo e di Göppingen che saranno premiati il 18 ottobre
XII Premio Internazionale ‘Federichino 2010’
Sono stati resi noti tutti i nomi dei candidati
scelti dalla Fondazione Federico II di Jesi e
da quelle gemellate di Palermo e di Göppingen per l’assegnazione del X Premio Internazionale ‘Federichino 2010’. Il riconoscimento
sarà consegnato nell’Auditorium dell’Hôtel
Federico II, lunedì 18 ottobre (ore 18,30). Seguirà nella Sala Musicisti dello stesso Hôtel
una cena medievale in onore dei premiati,
segnalati per meriti speciali in vari settori:
industria, giornalismo, musica, spettacolo,
studi medievali. Di ognuno ecco un breve
curriculum.
Candidato della Fondazione di Göppingen:
Per la storia degli Hohenstaufen: Prof. Franz
Weber.
Laureato in legge, segretario personale di Roman Herzog, già Ministro degli Interni della
regione Baden Wttemberg e poi Presidente della Repubblica Federale Tedesca, viene
eletto nel 1985 Presidente della Giunta Provinciale di Göppingen, carica ricoperta per
24 anni. Sempre molto interessato alla Storia
Patria, specie di epoca sveva, ha contribuito
alla costituzione delle fondazione federiciana,
di cui è presidente fin dal 2009, favorendo la
diffusione dell’interesse per questo grande
capitolo della storia europea. Ha raccolto i
suoi studi in un libro pubblicato nel 1994 dal
titolo: “Gli Svevi: solo storia?”.
Candidato della Fondazione di Palermo:
Per il giornalismo: Dr Vincenzo Morgante
Giornalista professionista, dal 2003 è capo
della redazione siciliana della Rai dove ha
svolto attività di cronista politico-parlamentare, conduttore del TG e inviato speciale.
Nel 2000 in occasione del Giubileo è stato
chiamato a Roma come vaticanista per il
TG3. Prima di essere assunto in Rai è stato
corrispondente dalla Sicilia per i quotidiani
‘Il Sole 24 ore’ e ‘Avvenire’. Laureato in Giurisprudenza, è docente presso la Facoltà di
Scienze della Formazione dell’Università di
Palermo e di ‘Dottrina sociale della Chiesa’ presso la Pontificia Facoltà Teologica di
Sicilia. É cittadino onorario del Comune di
Racalmuto (Agrigento)
I candidati della Fondazione di Jesi:
Per l’industria alimentare: Sig. Giovanni Fileni. Imprenditore (Jesi AN)
Nato da una famiglia di mezzadri della Vallesina, a 25 anni, nel 1965, incomincia ad interessarsi di allevamento avicolo, sperimentando il primo sistema di allevamento di
animali da cortile nella campagna di Monsano. Un anno dopo costruisce un piccolo stabilimento, aprendo un primo negozio per la
vendita diretta. Rapidamente l’azienda si ingrandirà: capannoni e negozi si moltiplicheranno, la vendita al dettaglio si trasformerà
in grande distribuzione e in commercializzazione di prodotti pronti. Nel 1995 darà
vita alla filiera completa della lavorazione
delle carni, con stabilimenti a Cingoli e Castelplanio. La crescita del fatturato è costante. Oggi il Gruppo Fileni esporta in Grecia,
Germania, Olanda ed è indicata come una
delle 100 Aziende Eccellenti segnalate nel
2° Rapporto Eurispes. Primo produttore in
Italia di carni avicole, ha tra i suoi clienti la
Coop, Esselunga, Autogrill, Ikea, Unilever
e Plasmon. Impegnandosi anche nello
sport, sponsorizza l’Aurora Basket di Jesi. Nel 2009 Giovanni
Fileni ha ricevuto in Campidoglio il Premio ‘Marchigiano dell’anno’ .
Per la musica lirico/sinfonica: Dott Gianfranco
Mariotti, Presidente del
Rossini Opera Festival (Pesaro PU)
Due sono i grandi interessi
che Gianfranco Mariotti è
riuscito a conciliare: gli studi di medicina e la musica.
Sovrintendente del Rossini
Opera Festival sin dalla sua
fondazione, è anche laureato
in Medicina e Chirurgia, con
specializzazioni in Ginecologia e Ostetricia, Pediatria e
Puericultura, Oncologia. Nella
sua carriera medica si segnalano importanti tappe: come la pubblicazione di 46 testi
scientifici e l’attività presso l’Ospedale S.
Salvatore di Pesaro dove organizza nel 1965
e dirige successivamente il Servizio per la
prevenzione dei tumori femminili.
Da un suo progetto che coniuga ricerca musicologica e restituzione teatrale nasce nel
1980, d’intesa con la Fondazione Rossini e
il Conservatorio pesarese, il Rossini Opera
Festival. Immediato è il successo, destinato
a crescere nel tempo, tanto da richiedere
la costituzione di un Ente autonomo di cui
viene nominato Sovrintendente, incarico ancora oggi da lui ricoperto. Nel giro di pochi
decenni verrà scoperto un Rossini sconosciuto o misconosciuto, anche inedito e ritenuto spesso ineseguibile per la mancanza
di cantanti adeguatamente formati. L’indotto economico, turistico, commerciale e di
promozione dell’immagine costituisce oggi
anche un caso esemplare di investimento
produttivo su un bene culturale.
Per la musica strumentistica: M° Marco Poeta, fadista
Singolare è l’esperienza artistica di Marco
Poeta. Il fato (o il ‘fado’) ha voluto che nascesse a Recanati, città in cui poesia e musica
si sono incontrate con Leopardi e Beniamino
Gigli. Una vocazione naturale precocissima. A quattro anni, da autodidatta, inizia a
suonare la fisarmonica; a cinque la chitarra
che diventerà il suo inseparabile strumento. Modesti gli esordi. Inizia negli anni ’70
a suonare nelle balere e nei night club. Ha
in repertorio canzoni napoletane e o di
cantautori moderni come Bruno
Martino. Si specializza però nel
genere della Bossa Nova. Giungerà presto a collaborazioni con
jazzisti di fama internazionale
con i quali effettuerà numerosissime tournée. Conosce
Sergio Endrigo: un sodalizio artistico e un’amicizia che dureranno
a lungo. Grazie a lui
frequenta
Toquinho, Chico Buarque,
Gilberto Gil, Caetano
Veloso, Baden Powell
con il quale perfeziona
la tecnica chitarristica.
Nel 1998 incontra più
da vicino il ‘fado’ e ne
diventa un insuperabile
interprete. Non si contano i riconoscimenti
avuti anche in terra
portoghese dove il fado
è il genere musicale nazionale, i concerti, le
incisioni, gli eventi eccezionali a cui ha partecipato, i brani che ha composto. Il progetto
che egli stesso oggi ritiene sia il più ambizioso è l’interpretazione, su chitarra acustica a
12 corde, di brani ispirati al 500 inglese composti da lui stesso.
Per la Storia medievale: Prof. Luigi Morganti, Presidente Istituto Superiore di Studi Medievali ‘Cecco d’Ascoli’ (Ascoli Piceno)
È nato e risiede ad Ascoli Piceno, dove è titolare della cattedra di Storia dell’Arte e Disegno presso il Liceo Scientifico “A. Orsini”.
Componente della Commissione di Arte
Sacra della diocesi di Ascoli Piceno, è stato
incaricato dalla CEI di preparare l’Inventario dei Beni Ecclesiastici. Ha tenuto corsi di
formazione per ‘Operatori dei Beni Culturali Ecclesiastici’ organizzati dalla Conferenza
Episcopale Marchigiana. Componente nazionale della Commissione Culturale della
Federazione Italiana Giochi Storici, è stato
nel 1993 regista della Quintana di Ascoli Piceno. Collabora con giornali e riviste di
Storia dell’arte pubblicando saggi critici di
arte locale antica e moderna. Ha diretto nel
2001-2002 il Comitato per la Tutela e la Valorizzazione della Storia e delle Tradizioni
Picene presso l’Assessorato alla Cultura della
sua città. Dal 2006 è Presidente dell’Istituto
Superiore di Studi Medievali ‘Cecco d’Ascoli’.
Per l’industria calzaturiera: Dott. Vittorio
Virgili. Imprenditore (Fermo)
É nel ’68 che Vittorio Virgili fonda, in società
con un altro imprenditore, una ditta produttrice di calzature da uomo. Nel 1981 la società si scioglie. Virgili decide di continuare da
solo l’attività. Si specializza nel settore e, prestando attenzione alle esigenze di mercato,
nel corso di 15 anni incomincia a produrre
anche calzature femminili eleganti, pregevoli per la lavorazione a mano, i particolari
ricercati, lo stile, la scelta di un materiale
sempre di ottima qualità. Attualmente la ditta Vittorio Virgili è licenziataria dei marchi
Sartore, Ice, Ice Iceberg e, naturalmente, Vittorio Virgili. Membro della Confindustria di
Fermo, Vittorio Virgili è Direttore generale e
Amministratore unico dell’azienda che oggi
esporta il 90% della produzione soprattutto
in Francia, Svizzera, Olanda, Germania, Russia, Giappone, America.
Per l’industria dei distillati: Dott.ssa Orietta
Maria Varnelli. Imprenditrice
É titolare, con la madre e le sorelle, della
Distilleria Varnelli SpA, antica azienda liquoristica fondata nel 1868 nell’entroterra
maceratese. Prima di occuparsene ha affrontato esperienze lavorative anche nel settore turistico. É stata Responsabile del Tour
Operator Incoming dell’Alitalia ricevendo
poi molti altri prestigiosi incarichi, tra i quali quelli di Consigliere di Amministrazione
della Rocchetta Acque Minerali; di Presidente del Giovani Imprenditori di Confindustria
Marche e della Sezione Agroalimentare di
Confindustria Macerata. E’ stata Vicepresidente della Banca dei Sibillini, Membro del
Comitato Locale Marche di Unicredit e del
Comitato Scientifico istituito dalla Provincia di Macerata per le politiche relative allo
sviluppo turistico del territorio. E’ entrata
anche nel Consiglio Direttivo della ActionAid International che opera in oltre 40 paese per interventi di carattere umanitario. Nel
2003 le è stato conferito il Premio ‘Consorte
del Presidente della Repubblica’ riservato a
donne che si siano particolarmente distinte
nell’ambito della loro attività.
Augusta Franco Cardinali
Da giovedì a sabato una proposta del gruppo micologico jesino
Per conoscere la natura e i funghi
Il gruppo micologico jesino
organizza le “Giornate Micologiche jesine” alle quali
partecipa il prof. Roberto
Galli, direttore della rivista
internazionale “Funghi e natura” ed autore di numerose
monografie micologiche.
Il programma prevede l’incontro con l’esperto sul
tema “I funghi in cucina, gastronomia e conservazione”,
giovedì 14 ottobre, dalle
ore 21,30 nella sede dell’associazione in piazza Federico II, 8
La mattina di venerdì 15,
alle ore 8, escursione micologica con il prof. Galli e
il micologo Fabrizio Fabrizi, presidente del gruppo
jesino; il ritrovo è all’area
di servizio Total dell’uscita
Jesi Ovest della statale 76. In
serata alle ore 21,30 incontro di approfondimento sul
tema “Alberi e funghi: sim-
bionti e saprofiti”.
Sabato 16 ottobre dalle ore
8 escursione micologica e in
serata, presso la sede, relazione del prof. Galli su “Funghi ed ambienti tropicali”.
Latte Fresco
Alta Qualità
14
IL PALAZZO E DINTORNI
Concordo al 100x100, però...
Questo settimanale ha avuto l’onore di
aprire il dibattito sulla necessità che la
chiesa-monumento di san Nicolò abbia
finalmente libera l’abside dalla stretta tenaglia dell’edifico ex suore Giuseppine.
Sono seguiti interventi di associazioni e
di quotidiani. Ora noto la presa di posizione – anzi, ri-presa di posizione dopo
quella degli anni ’70 – dell’infaticabile
creatore Gian Franco Berti, mio simpaticissimo amico. Lui ha una intelligenza
audace che io definisco da scoiattolo perché è capace di arrampicarsi (o almeno
tenta) sulle pareti più ardite. Spesso vince. Magari vincesse anche questa!
Dice: macchè liberazione dell’abside!
Lì bisogna sradicare tutto l’edificio:
che sia il comune a demolirlo dopo
averlo acquistato dall’attuale proprietà. Si avrà un recupero straordinario
di una bella piazza nel cuore del centro storico che esalterà ancor più sia il
gioiello romanico sia il monumento di
Pergolesi.
Chi non concorda con la proposta – straordinaria – di Berti alzi la mano! Nessuno. Lo sapevo. Io concordo insieme con
voi, anzi più di voi.
Però quello di Gian Franco è veramente
un sogno ardito, tanto ardito che si rischia il naufragio. Lui, insomma, vuole la
gallina e subito. Io propongo l’uovo stasera. Per la gallina vedremo.
E già, perché con i tempi che corrono (il
comune non ce la fa a chiudere i conti
dell’anno) chi può pretendere dal comune una spesa di tanto rilievo? Secondo
me bisogna andare con il metodo della
politica del carciofo: una fogliolina alla
volta, un passo per volta. Proprio come
è stato fatto per il graduale acquisto del
palazzo Pianetti-Tesei. Oggi godiamo la
Galleria e godiamo la pinacoteca ed altro
ancora.
Naturalmente se il comune riuscirà e venire incontro alla richiesta di Berti, tutta
la città super-applaudirà e Berti e il sindaco. Ma se questo, per ora, non è possibile, facciamo il primo passo come già
richiesto: liberiamo la chiesa dalle ultime
incrostazioni murarie. Si può ottenere
patteggiando con la proprietà e con modica spesa, visto che mala tempora currunt.
Ma c’è di più. Una persona (oddio! non
ricordo il nome: si faccia avanti che lavoreremo insieme) mi ha proposto che
si dovrebbe lanciare un appello a tutta la
popolazione per raccogliere un congruo
contributo allo scopo di incoraggiare il
comune ad andare avanti. Un po’ come
si fece negli anni ’60 per la costruzione
del monumento ai Caduti. Magari anche
con l’aiuto di qualche generoso amante
dell’arte, della cultura e della città.
Et censeo sancti Nicolai monumentum
liberandum est.
v.m.
La mia stupida parte
Terre
Elementari
di spettatore sorpreso
Qui, di fronte al foglio bianco, dico a me stes- secondi”… l’altro, di rimando, borbottando
so che non c’è niente da scrivere. Oppure … irritato: “E per tre secondi toglie il parcheggio
io non ho niente da scrivere. La seconda ri- a chi ne ha bisogno”. Tutto dura pochi secondi
sposta è quella vera. E allora mi metto a cam- e le ultime battute mi arrivano mentre passo
minare in mezzo ai ricordi e alle memorie di avanti ed esco dal parcheggio. Una manciata
di altri secondi… ed ecco che mi si avvicina
quello che accade attorno a me.
È come sfogliare un album, dove però, in re- un ragazzo di colore con un mazzo di calzini
altà, le fotografie non esistono in quanto tali, in mano da vendere. Sorride – la gentilezza
sono soltanto quelle che noi decidiamo di del vù compra, mi dico – e prima di avviciguardare. Ogni foto è un fatto, una sensazio- narmi per proporre l’acquisto dice: “Che il
ne, un sentimento provato, una parola detta o Signore ti benedica, te e la tua famiglia”. Mi
ascoltata, un gesto compiuto o non compiuto, sorprende e io rispondo sollevando le buste
una conoscenza nuova o una rinnovata. Cola- per dirgli che non posso (?) comprare nienzione, pranzo, cena, sonno. Nubi o sole, piog- te da lui. Anche lui solleva la sua merce e mi
gia o vento, traffico, silenzio, supermercati. E sorride ancora. Non insiste e rinnova la sua
poi le notizie dalla tv e le notizie dai giornali. benedizione verso di me. I due episodi sono
Le notizie che arrivano anche da amici e co- accaduti in una manciata di secondi, a poca
distanza l’uno dall’altro. Ho fatto la mia stunoscenti, da parenti o da sconosciuti.
Mi sembra di essere come una specie di ber- pida parte di “spettatore sorpreso”. Nel prisaglio, un contenitore da riempire, tanti e tali mo caso fingendo che niente accadesse. Nel
sono gli stimoli che arrivano da tutte le parti. secondo caso respingendo al mittente quella
E poi bisogna anche considerare che io stesso “benedizione” che, seppure detta per avvicinare un probabile compratore, è pur sempre
sono “stimolo” per gli altri. Già.
È una piccola scoperta che si abbina – un un modo di “dire bene” un saluto.
caso? – ai ricordi di due piccoli fatti quoti- Non ho niente da scrivere? Macchè: la verità
diani di cui sono stato testimone attivo e pas- è che questi due episodi li avevo sul gropposivo. Ecco il racconto. Un venerdì di settem- ne della mia memoria corta: pesanti, a suggebre, ore dodici, ingresso di un supermercato. rirmi di pesarne bene il valore educativo. Per
Mentre sto uscendo con due (solo due) buste me, soltanto per me, si capisce.
di plastica, arriva un’automobile fuoristrada. Un invito a ripetermi che in ogni momento
La conducente si ferma e scende veloce. Una si può “scrivere” la vita, resistendo alla tentavoce, dietro di me, le dice: “Si è accorta che zione che ci invita a fare finta di niente. Fare
occupa un parcheggio per l’handicap?”. La finta di niente è come non aver niente da
giovane conducente chiude a chiave la sua scrivere… no?
auto e risponde: “…va bene, ci metto solo tre
Silvano Sbarbati
Prima partita di campionato per la Baldi Rugby Jesi
Serie D
nio sia per l’inesperienza dimostrata da alcuni giovani,
e i leoncelli cominciavano
a macinare gioco e portarsi
nella metà campo avversaria. Nel secondo tempo Jesi
entra in campo con tutt’altro piglio e continua a creare tanto gioco che però non
porterà ad alcuna segnatura,
complice una buona difesa
parmense ma soprattutto per i troppi errori “alla
mano” in fase conclusiva dei
locali. In conclusione possiamo dire che la Baldi Carni Jesi ha combattuto con
onore fino alla fine con un
avversario ben organizzato e cinico, concedendo un
tempo agli avversari per poi
riorganizzarsi e giocando
un secondo tempo alla grande; sicuramente gli infortuni
hanno influito sul risultato
finale ma ci sono ampi margini di miglioramento… siamo appena all’inizio.
Domenica prossima la Baldi Rugby Jesi è attesa in una
difficile trasferta a Ferrara,
altra squadra favorita per il
passaggio di categoria.
Ilaria Latini
Rosora: nel fine settimana la Festa della Sapa
Sfilate storiche e cantine
Torna a Rosora la festa della Sapa, dal 15 al 17
ottobre, per riscoprire le antiche tradizioni.
Questa sedicesima edizione, organizzata
dall’associazione turistica Pro Loco e dal
comune di Rosora, prende il via venerdì
15 alle ore 20 con l’apertura delle cantine e
in piazza, alle ore 21, la commedia “Tutta
l’nonneso” proposta dalla compagnia teatrale
dilettantistica di Castiglioni di Arcevia. Dalle
ore 22 ci sarà il concerto del gruppo cover
band “Ligalive”, karaoke e piano bar.
Sabato 16 si inizia con il convegno sul tema
“Il vino tra salute e mercato”, dalle ore 10 a
palazzo Luminari, moderato da Riccardo
Ceccarelli, con l’introduzione del sindaco
e la presenza di docenti universitari. Sarà
possibile poi pranzare nelle cantine; nel
pomeriggio apertura anche del borgo
medievale con le botteghe e i maestri
artigiani all’opera. Alle ore 21,30, nella chiesa
parrocchiale, il gruppo Detego presenta
“Grazie alla vita fra suoni ed armonie…
le poesie di Giannetta Grizi.
Dalle 23 concerti e piano bar.
Il programma di domenica 17 prevede nel
pomeriggio la sfilata d’epoca “Alle nozze della
figlia del Moro” con il gruppo Detego e la Lg2
Vallesina Twirling di Moie, l’esibizione del
gruppo storico con il Palio di San Floriano
e il gruppo folcloristico Urbanitas di Apiro.
Dalle ore 19 lo spettacolo di cabaret con
Lando e Dino, karaoke e piano bar.
L’ingresso a tutte le manifestazioni è libero.
Nell’ambito della festa potranno essere
degustati i piatti tipici e tanti dolci conditi
con la sapa. Nei giorni di sabato e di
domenica funzionerà il servizio di bus
navetta. Presso il palazzo Luminari
è allestita una illustrazione storica
della festa della Sapa.
CALCIO
Domenica trasferta a Ferrara
Prima partita di campionato per la Baldi Rugby Jesi
che purtroppo “stecca” perdendo per 24 a 0 contro un
avversario sicuramente più
quotato ma che comunque
non è sembrato tanto superiore quanto possa indicare
il punteggio. I punti parmigiani sono stati segnati tutti
nel primo tempo, complice
un’eccessiva disorganizzazione difensiva jesina, che si
faceva superare per ben tre
volte nella prima mezz’ora.
Mister Montesi operava diversi cambi, sia per infortu-
Voce della
Vallesina
pagina aperta
17 ottobre 2010
La squadra leoncella in zona
Capracotta è consapevole della difficile trasferta ammannita dal calendario: Agnone che
si presenta come duro ostacolo da scavalcare con umiltà
e carattere. Già al 6° il nostro
bomber Negro colpisce la traversa con una bordata che fa
tremare. I molisani immediatamente approfittano di un
assist di Rossi, che serve erroneamente l’agnonese Milozzi;
ed il nostro Niosi, che respinge come può, viene battuto
senza scampo: 1-0 ai locali.
Ed ecco i nostri ragazzi che
non si abbattono né si intimoriscono, chè anzi impongono
il loro, in attesa dell’occasione propizia, che giunge al 34’
con un capolavoro del nostro
Bediako, ed è 1 ad 1 sull’angolino opposto al bomber jesino.
Dopo il riposo, i padroni di
casa si buttano a testa bassa
e Niosi para alla grande su tiri
di Pesce e di Galuppi. La Jesina regge all’urto e si presenta
in area molisana: assist di Sebastianelli verso Costantini,
che lascia partire un siluro
possente ed è per noi la vittoria 1-2. I locali infatti perdono
le staffe e rimangono in dieci,
mentre Negro colpisce ancora un legno che gli impedisce
nuovamente la soddisfazione
del gol. Grande festa al termine per un centinaio di fans che
inneggiano a questa capofila a
quota 16. Nel prossimo turno
viene il Rimini (punti. 14).
Vir
anagrafe
Nati a Jesi, salvo diversa indicazione,
dal 14 al 29 settembre
Arianna Abatelli, Desiré Giovine, Benjamin
West Omogiade, Noemi Rosus, Yousra Taoussi di Prato, Raid Md, Riccardo Giuliani, Yutong Wu, Rachele Miglio, Alessandro
Chebbi, Osarhenhen Godstime Egharevba,
Riccardo Molinari, Michele Petrolini, Marco
Wang, Nicola Ciriaci, Gabriele Ciriaci, Mattia Ragaglia, Anna Zannotti, Sara Ghergo,
Rui Cheng Shang, Maddalena Grilli, Julia
Fidson Deraina, Yasser Cherbal, Samuele
Piccini.
Deceduti a Jesi, salvo diversa indicazione,
dal 14 al 29 settembre
Ferdinando Gennarini (70 anni), Vincenzo
Bocchini (75), Ivo Tilio (84), Amelia Pennacchietti (82) di Monte Roberto, Duilio Fenucci (82), Fabio Fornaroli (76), Annita Valeri
(86) di Castelbellino, Sandrina Amici (71),
Dina Manoni (93), Elvira Ceccarelli (82) di
Maiolati Spontini, Guglielmo Santini (95),
Massimo Graziosi (52) di S. Marcello, Gino
Federici (89), Mara Bianchetti (82), Norma
Rosa Teresa Ricci (70) di Filottrano, Maria
Zucchi (87), Iolanda Rigucci (85) di Cupramontana, Alvaro Paolucci (86) di Castelplanio, Franca Francioni (69) di Filottrano,
Aldo Iencinella (85) di S. Maria Nuova, Aida
Boari (67) di Cupramontana, Giuseppe Lanari (57) di Belvedere Ostrense, Gabriele
Fanesi (53) di Ancona, Olindo Fiorentini (88)
di Castelplanio, Renato Rossetti (45), Irene
Belcecchi (98) di S. Marcello, Sandrina Fileni (78), Luisa Cavalletti (85) di Morro d’Alba,
Palmira Genangeli (86) di Monte Roberto,
Rolando Barchiesi (75), Grazietta Di Millo
(71) di Frontone, Umberto Spadari (88).
Voce della
Vallesina
educazione e sport
aperto l’anno associativo gruppo scout Maiolati Spontini 1
17 ottobre 2010
15
BASKET-FILENI BPA Presentata l’iniziativa “Score with english”
È anche educazione alla cittadinanza Al PalaTriccoli arriva il Casale
Il gruppo in bici: un programma divertente,
a tappe, di mobilità alternativa ed ecologica. Questo il fil rouge dell’incontro di
apertura per il nuovo anno associativo del gruppo scout “Matteo Mazzanti” Maiolati Spontini 1. Due giornate- 9 e 10 ottobre - per il Clan e il
Fuoco, con la cerimonia dei passaggi
dei nuovi rover e delle nuove scolte.
Tutti insieme nella giornata di domenica: coccinelle, lupetti, guide ed
esploratori, lungo la via dei tesori e
la zona equestre di Moie. «Abbiamo
organizzato giochi di agilità, corse,
staffette: educazione stradale per tutti.» ha spiegato la capo gruppo Milena Cesaroni. Per incentivare il diritto
a muoversi autonomamente nel proprio ambiente e risvegliare la voglia
di fare dei divertenti e salutari giochi insieme. Per sviluppare la capacità di orientarsi
e aumentare l’attenzione verso l’ambiente
evitando i rischi della strada. E per contribuire alla riduzione dell’inquinamento atmosferico ed acustico, con azioni concrete
che promuovono una mobilità sostenibile.
L’esperienza scout è anche educazione alla
cittadinanza attiva e responsabile: un impegno vissuto nel segno del gioco e della festa,
per la costruzione della città ecologica e so-
lidale. Il pianeta, l’ambiente,
la società, l’uomo possono
continuare a esistere solo
cambiando modo di vivere, evolvendosi, maturando
risposte e atteggiamenti
che possono migliorare le
condizioni della terra, della
natura, dell’ambiente, del
clima. Oltre ottanta biciclette hanno attraversato il
percorso ciclabile durante
la giornata. Oltre ottanta
scout hanno vissuto la propria relazione con il mondo nella direzione di vivere
la terra come l’unica casa.
Una casa accogliente, ricca di spazi colorati,
luce, calore. Angoli di mondo per ospitare
La Vite–Monteschiavo e lo champagne
Qualità e tradizione
la gioia di essere insieme, di correre lungo
la vita l’uno accanto all’altro. «Una giornata bellissima!» gridavano alcune coccinelle
correndo incontro ai genitori, arrivati anche loro in bicicletta per la messa conclusiva, celebrata da don Luca Giuliani. Un
momento di chiusura per dire grazie. «Dire
grazie vuol dire essere riconoscenti, vuol
dire essere felici.» ha detto don Luca agli
scout.
Tiziana Tobaldi
A Jesi il presidente nazionale del Centro Sportivo Italiano
Uno sport per la vita
In occasione del tour Casa
Comitato il presidente nazionale del Csi Massimo
Achini, accompagnato dal
consulente
ecclesiastico
mons. Claudio Paganini e da Daniele Paoletti,
nel giorno 28 settembre ha
fatto visita alla città di Jesi
per incontrare il comitato provinciale di Ancona e
quello di Ascoli Piceno. Lo
scopo dell’incontro è stato
far conoscere le varie realtà territoriali: il presidente
provinciale Luca Giampaoletti ha fatto conoscere
alcuni oratori cittadini con
la presentazione del “Progetto Oratorio”, curato
dal comitato dorico. Hanno
fatto seguito una serie di
incontri per favorire il confronto tra le persone convenute e dunque raccontare le
esperienze dei dirigenti e le
innumerevoli attività e progetti avviati dal comitato.
La giornata è culminata nel
convegno che ha avuto luogo
presso il Teatro Studio Valeria Moriconi e che ha avuto
come tema “Uno sport per la
vita – La Chiesa impegnata nella sfida educativa”sul
quale si sono confrontati
il presidente Achini e il vescovo di Jesi Rocconi. Ad
introdurre e fare gli onori
di casa Luca Giampaoletti,
seguito da una breve e significativa prolusione di don
Claudio Paganini che ha
sottolineato quale vuole essere la posizione del Csi nei
confronti della persona: con
lo sport si rafforzano prima
il cuore, la mente, poi i muscoli, quindi l’intera persona
che viene accolta con la sua
Per festeggiare la prima vittoria in campionato, la Fileni Bpa ha dovuto attendere una
settimana. Sabato scorso gli arancio-blu
hanno espugnato il campo di Verona vincendo 82 a 75. Decisiva per il successo in
terra veneta, la prestazione di Andrea Pecile
(nella foto), autore di 20 punti. “Mancandoci Maggioli (appena 4 punti, ndr) – ha detto
coach Cioppi - siamo stati in difficoltà, ma la
squadra ha reagito e tutti hanno dato il loro
contributo. Con Reggio Emilia avevamo giocato gli ultimi 15 minuti in modo superficiale. A Verona no”.
La classifica dopo la seconda giornata di an-
data: Udine, Venezia, Pistoia 4 punti; Casale
Monferrato, Veroli, Casalpusterlengo, Reggio Emilia, Rimini, Scafati, Barcellona, Forlì, Imola, Fileni Bpa Jesi 2; Verona, Ferrara,
San Severo 0.
Oggi, domenica 17 ottobre, gli arancio-blu
ritrovano al PalaTriccoli (ore 18.15) il Casale
Monferrato, già incontrato poche settimane
fa in Coppa Italia. In quell’occasione vinsero i piemontesi (74-71), allenati dall’esperto
coach Crespi. Punti di forza della rosa sono
i due statunitensi Taylor e Hickman. La trasferta di Verona ha segnato il debutto della
Fileni Bpa su Rve, che continuerà ad essere la radio ufficiale dell’Aurora. È possibile ascoltare Rve sulle frequenze 99.3 e 88.0
ma anche on-line, collegandosi al sito radiovallesina.it. Giovedì 7 ottobre presso gli
stabilimenti della Caterpillar Hydraulics in
via Roncaglia, è stata presentata l’iniziativa
“Score with english”, giunta al terzo anno. Il
progetto permetterà ai ragazzi iscritti al settore giovanile aurorino di frequentare un
qualificato corso di inglese scontato del 50
per cento presso la “The Victoria Company”.
Giuseppe Papadia
domanda di ricchezza umana, per farla crescere, cioè
per far venir fuori i carismi
donati. Il Vescovo ha richiamato l’attenzione sulla portata dell’espressione “Emergenza educativa”, sostenuta
da considerazioni riguardo
alle cause che si possono
intravedere sullo sfondo di
questa sfida che richiede alleanze: le difficoltà delle fa- chi è parte dell’associazione:
miglie che vivono situazioni “in difesa” ha posto l’identità
di disagio, le linee educative del Csi fondata sull’appartedivergenti dei vari ambien- nenza alla Chiesa, la coerenti frequentati dai ragazzi, il za nella testimonianza, la
relativismo che permea la competenza, il progetto e le
cultura che viviamo. Il Papa alleanze. Al “centro campo”
ha affermato che “i giovani la testimonianza di servizio
portano una sete nel cuo- dentro la Chiesa, cioè il Csi
re, cercano una compagnia a servizio della diocesi -e di
affidabile” e il Vescovo ha questo, ha sottolineato Achiindicato una strada da per- ni, la provincia di Ancona e
correre per diventare que- le Marche sono un’eccellensta compagnia, attraverso za-, la testimonianza nella
un atteggiamento di amore, società e la testimonianza
attraverso la capacità di ri- nello sport. “In attacco” ha
spondere alle domande con messo due punte di rilievo:
la vita e attraverso l’aiuto a la costituzione e la dottrina
saper accettare le prove della sociale della Chiesa. La stravita senza facilitare la strada. da da percorrere è la fedelPer il cristiano che con la tà ad uno sport che educa
fede ha “una marcia in più”, alla vita e poiché educare è
sarà possibile indicare Gesù un rischio, non si deve avecome persona realizzata e re la presunzione di farcela,
matura che ha saputo ama- perché il frutto può arrivare
re. La relazione forte di chi solo per Grazia.
educa con Cristo è il punto A conclusione, prima deldi partenza per instaurare lo scambio dei doni, Luca
con i ragazzi rapporti umani Giampaoletti ha ripreso i
autentici, capaci di amicizia punti cardine delle relazioni:
e di forza che permetta loro “rapporti umani autentici”,
di andare contro corrente “essere una compagnia affiper rispondere ai diktat del dabile”, “Csi a servizio della
mondo volere-potere-avere diocesi” ed ha sottolineato
con il servizio, la sobrietà, come la serata trascorsa abl’umiltà e la gioia nel donarsi bia rafforzato l’impegno del
propri di Gesù. Il presidente Csi nella sfida a cui è chiaAchini ha “messo in campo” mato ogni giorno.
i valori imprescindibili per
Giovanna Ortolani
Dalla terra dello champagne alla terra del
Verdicchio: l’azienda Monteschiavo, per
ampliare i prodotti offerti alla clientela, ha
siglato un accordo con la cantina Charles de la Milanière. Azienda familiare alla
quinta generazione, produce vino ed accoglie anche i visitatori ed i turisti, produce
con metodo tradizionale ed è riuscita a
mantenere una qualità costante nel tempo.
Attualmente le vendite dello champagne
stanno andando bene, la richiesta del mercato, sia in Italia che in Europa, è in aumento ed ecco il motivo per cui la cantina
Monteschiavo ha deciso di commercializzare champagne, attivando una collaborazione esclusiva con la famiglia di produttori francesi che utilizzano le vecchie
presse tradizionali a legno e non la catena
del freddo ed hanno cantine sotterranee.
Sono arrivati anche riconoscimenti per la
Monteschiavo: il Verdicchio dei Castelli di
Jesi doc Classico Superiore Pallio di San
Floriano 2009 ha conquistato il traguardo
dei Tre Bicchieri della Guida Vini d’Italia
2011 edita dal Gambero Rosso.
Nella foto, Otello Renzi: sommelier e
ex presidente dell’Associazione Sommelier
delle Marche. “Quando lo si sente è già festa”
Dalla tragedia di Chernobyl all’impegno della comunità di Jesi
In tanti con Legambiente per i bambini
Una delegazione del circolo
Legambiente “Azzaruolo” di
Jesi, dal 3 al 10 ottobre scorsi, è stata in Bielorussia per
proseguire il progetto di solidarietà verso le popolazioni
colpite dalla nube radioattiva, 24 anni fa e per cercare di
aprire nuove opportunità per
le imprese locali. L’azienda
sanitaria con il dott. Claudio
Martini, il consiglio comunale con l’assessore Gilberto
Maiolatesi, la Cna con il segretario Elisabetta Grilli: insieme per un progetto che va
oltre l’accoglienza estiva dei
bambini. Vincenzo Russo di
Legambiente Jesi ha spiegato
le motivazioni dell’impegno
nella raccolta di risorse per
rendere felici questi bambini non solo per un periodo
ma per offrire loro delle opportunità più ampie. La Bielorussia è stato il paese più
colpito dal disastro nucleare
ed a questo paese arrivano,
da alcuni anni, gli aiuti e la
solidarietà di Jesi. Nel corso
della recente permanenza, è
stato acquistato un pulmino con cui accompagnare i
bambini dalle loro case a un
centro di risanamento vicino
alla capitale. Legambiente
Jesi con i suoi 60 soci continua così il suo impegno:
dopo la fornitura di una ambulanza, di un apparecchio
medico, di una mensa ora
questo ulteriore passo verso
la comunità. L’Azienda Sanitaria ha continuato ad offrire
la sua collaborazione per gli
scambi professionali avviati
lo scorso anno. “Questa piccola iniziativa ha una cassa
di risonanza anche per le
aziende della Vallesina ed è
un dare concretezza alla solidarietà che fa parte dell’etica delle nostre imprese”:
ha detto la portavoce della
Cna. Il direttore sanitario
dell’Azienda sanitaria, zona
di Jesi, Claudio Martini ha
sottolineato la condivisione
del progetto: “Già nel 2008
abbiamo iniziato la collaborazione nel settore sanitario
accogliendo, per uno stage,
una collega pediatra, l’anno
successivo un chirurgo e un
infermiere; quest’anno un altro chirurgo e una infermiera; un nostro medico, il dott.
Franco Iantosca ha inoltre
prestato una collaborazione
per un mese all’ospedale di
Vetka. Continueremo a garantire la nostra disponibilità anche grazie all’impegno
della direttrice dell’ospedale,
Virginia Fedele.” L’assessore
Gilberto Maiolatesi ha rin-
graziato Legambiente che,
insieme a tanti partner, crea
iniziative che hanno un duplice e forte valore: essere
operativi nell’accoglienza e
migliorare la qualità della
vita di quel popolo così colpito dalla tragedia nucleare.
Daniele Fancello, a nome
dell’Anpi e Cristiano Bernardi per l’Arci hanno evidenziato l’importanza di questo
progetto che promuove anche scambi culturali.
b.t.
Sono partner di questo progetto:
Fondazione Cassa di Risparmio
di Jesi, Banca Popolare di Ancona, Sogenus, Enerprog, Multiservizi spa, Effe Auto, Unipol Jesi di
Corsetti e Ragni, Italcook, Cna,
Premio Vallesina, Ristorante da
Pepito,
Ristorante Mynonna
e Paradise Playcenter, Arcadia
Stampa digitale. Hanno dato il
loro patrocinio il comune di Jesi,
la provincia di Ancona, la Regione Marche, l’Asur 5, l’Anpi, l’Unirr,
i Vigili del Fuoco di Jesi e di Ancona e l’istituto superiore Volterra/
Elia di Ancona.
16
Voce della
Vallesina
esperienze
17 ottobre 2010
Italia - Russa: si rafforzano i rapporti commerciali, culturali, economici e sociali
Inaugurato un servizio doganale
In piedi per ascoltare l’inno nazionale russo e quello italiano e dare il
via al Progetto Italia. La sala conferenze della Zipa di Jesi ha accolto il
convegno di presentazione che ha
preceduto l’inaugurazione, all’Interporto, della filiale italiana dell’Ente
Statale Federale Unitario (Fgup) Rostek del servizio federale doganale
russo. Un progetto che cerca di rafforzare la collaborazione tra l’Italia
e la Russia e di facilitare gli scambi
grazie alla semplificazione delle procedure doganali. È stato promosso
dal consolato onorario della Federazione Russa di Ancona, da Interporto Marche, dall’Associazione
Amici delle Marche e della Russia e
dalla Camera di Commercio ItaloRussa in collaborazione con Banca
Marche, Zipa e hotel Federico II.
La cerimonia ha visto la partecipazione delle autorità civili, militari e
religiose e dei rappresentanti delle
istituzioni coinvolte che hanno voluto incoraggiare e conoscere meglio
Progetto Italia. Erano presenti come
ospiti il vescovo Gerardo Rocconi, il
padre Viacheslav (religioso ortodosso), l’assessore del comune di Jesi
Daniele Olivi, l’onorevole Carlo Ciccioli, il consigliere regionale Raffaele
Bucciarelli, il presidente di Confindustria Ancona Giuseppe Casali e
della Vallesina Andrea Pieralisi, gli
imprenditori, amministratori dei comuni della Vallesina e del comune di
Ascoli Piceno. Madrina dell’evento
l’attrice Natasha Stefanenko, volto
noto della televisione italiana e russa
e che rappresenta
idealmente i due
paesi. Nel corso del convegno,
coordinato
dal
presidente dell’associazione Amici delle Marche,
l’avvocato Marco
Ginesi, sono state
approfondite le finalità del progetto ed i vantaggi
che potrà portare
alle imprese. Progetto Italia è stato
definito una rivoluzione nel sistema
degli scambi doganali tra l’Italia e la
Russia: per la prima volta il personale della Rostek opererà fuori dalla
Russia e porterà una ripercussione
favorevole per il transito di merci
verso la Russia. Il sottosegretario
Gianni Letta ha inviato un messaggio per la giornata, anche a nome
del presidente del Consiglio, sottolineando come l’avvio di questo
progetto faciliti gli scambi tra i due
Stati, già arrivati a livelli di
eccellenza e che potrà essere ancora valorizzato in
occasione del prossimo vertice bilaterale Italo-Russo,
che si svolgerà a Sochi il 3
dicembre prossimo.
Il console Armando Ginesi,
nel suo saluto, ha ringraziato tutti i presenti ed ha aggiunto:
«In questo evento confluisce una
storia breve ma intensa: il 18 dicembre 2009 l’ambasciatore Ministro
Plenipotenziario della Federazione
Russa in Italia, visitando l’Interporto,
ebbe l’idea di aprire un servizio per
il disbrigo delle pratiche doganali ed
ora, dopo nove mesi, siamo a questa
inaugurazione». Ginesi ha poi annunciato le prossime sfide del consolato nell’incrementare il rapporto
di natura turistica tra la Russia e le
Marche.
La regione Marche sta seguendo
da anni una politica per rafforzare i
rapporti con la Russia ed è la quarta
regione per interscambio commerciale con questo paese e la prima nel
settore calzaturiero: ha spiegato il
dirigente del servizio internazionalizzazione della regione, Raimondo
Orsetti che ha definito l’iniziativa
come una grande opportunità offerta nelle Marche alla nostra regione e
al sistema Paese.
«Il 2011, anno della cultura e della
lingua italiana in Russia e della cultura e della lingua russa in Italia, è
un binario sul quale la nostra regione si è già attivata – ha aggiunto Orsetti - abbiamo attivato anche una
collaborazione tra la casa museo
Tolstoj e la casa museo Leopardi».
Nelle foto di Anna Vincenzoni
alcuni
momenti del convegno
e dell’inaugurazione
Majolati Spontini: Via Colmorino di nuovo chiusa, fondamentale alternativa per la viabilità cittadina
Una strada antica, panoramica e ancora utile
A causa di un assestamento del terreno, da alcuni mesi, è nuovamente chiusa Via Colorino,
l’antico tracciato che mette in collegamento
il territorio del Comune di Majolati Spontini
con quello di Cupra Montana. Effettivamente questa strada ha subito spesso dei disagi
causati dal fondo argilloso e, a monte, da una
vegetazione sempre più ridotta. Dopo importanti lavori di manutenzione, dall’anno 2002,
questa strada era tornata perfettamente praticabile, rappresentando una valida alternativa
alla strada provinciale Castelli, che soffre di
simili condizioni d’instabilità. Considerando
che la strada provinciale Castelli, nel tratto
doppiato da via Colmorino, ha almeno due
punti critici che potrebbero, in caso di dissesto idrogeologico, determinarne la chiusura,
si ritiene di sollecitare il ripristino di questa
antica strada.
Ora via Colorino è di nuovo chiusa, dopo
una precedente e lunga chiusura, nel 1997-98
erano stati effettuati consistenti lavori di ripristino con una serie di pali in cemento armato che avevano consolidato un tratto della
sede stradale. Nel novembre del 1998, quando
i lavori si erano conclusi e si sarebbe dovuto
aprire il tracciato all’utenza, una nuova frana,
questa volta staccatasi a monte, rendeva impraticabile via Colmorino. Successivamente
con un contributo regionale di circa sessantamila euro si era provveduto alla sua riapertura.
In quell’occasione si era spostata la linea telefonica, si era realizzata una protezione vegetale, erano stai collocati dei cestoni con blocchi
in cemento e si era provveduto alle canalizzazioni delle acque.
In verità è mancata la manutenzione delle acque, dei fossi e dei pozzetti che più volte sono
stati trovati ostruiti dalla terra e questo non
ha permesso un deflusso regolare delle acque
che scendono dalla collina soprastante. Per la
raccolta delle acque sotterranee, nel passato,
si sono posizionati tubi di drenaggio, ma non
sono risultati del tutto efficaci.
Ora, prima che giunga l’inverno, si potrebbe
intervenire con semplici opere di ripristino
dei fossi e dei pozzetti; con alcuni camion di
stabilizzato si possono colmare gli avvallamenti che si sono creati tra due tronconi della
strada. Veramente la riapertura di questa strada necessiterebbe di lavori modesti, qualche
metro cubo d’inerte tanto per allineare i due
tratti della strada. In verità da alcuni giorni,
disattendendo la segnaletica di divieto, alcuni
automobilisti hanno rimosso parte delle transenne e transitano ugualmente in via Colorino
dimostrando che i lavori di ripristino potrebbero essere di piccola entità.
Majolati ha in tutte le direzioni una doppia viabilità, per questo bisogna mantenere
le doppie opzioni per le emergenze; solo Via
Gaspare Spontini, la via principale del paese,
non ha, al momento, alternative in caso di
chiusura. Via Colorino è molto importante,
non solo perché è antica, pianeggiante e naturalisticamente interessante, ma anche perché
offre un’alternativa alla provinciale Castelli,
che di tanto in tanto palesa segni di dissesto.
Nel caso che via Colorino non sia più percorribile e in caso di concomitante chiusura della
provinciale Castelli, si rivivrebbe la devastante esperienza di chiusura totale della viabilità
come, similmente, è capitato al centro urbano
di Majolati dal dicembre 1998 e a cui non è
stata data soluzione.
Marco Palmolella