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A.N.T.I.C.O.
Associazione Nazionale “Tutela Il Comparto dell’Oro”
BANK OF CHINA ENTRA NEL FIXING DELL’ORO
Già membro dell’ LBMA dal 1987, la Bank of China non si limiterà più alla mera
gestione del business del trading dell’oro, ma verrà ammessa al benchmark LBMA
Gold Price, partecipando alle aste elettroniche giornaliere che determinano il
prezzo dell’oro.
Una grande conquista per la Cina che da maggiore produttore e consumatore di oro
al mondo, vede IBA sdoganare l’ entrata ufficiale della BOC, la sua più grande
banca commerciale internazionale, nel centro mondiale di transazioni OTC.
L’LBMA, London Bullion Market Association, è il mercato londinese dedicato all’oro,
nonché all’argento, dove si svolge attivamente il business del trading dell’oro, ma
anche dove una ristrettissima cerchia di banchieri e rappresentanti del mercato
aurifero hanno sempre deciso giornalmente la fissazione del prezzo di questi
preziosi metalli. Dallo scorso 20 marzo, in seguito a sospetti di possibili
manipolazioni del tasso Libor, le rituali telefonate di contrattazione da ogni parte
del pianeta, sono state destituite a favore di una vera e propria piattaforma
elettronica, in cui convergono le contrattazioni che stabiliranno il fixing giornaliero.
Le aste elettroniche avvengono due volte al giorno, alle 10,30 e alle 15,30, e fissano i
prezzi di riferimento, benchmark , in dollari, euro e sterline; sono gestite da IBA, Ice
Benchmark Administration, e vigilate dall’autorità di mercato britannica.
In questo elitario scenario d’aste del fixing di Londra, si muovono otto banche (
Deutsche Bank è recentemente uscita): Barclays Bank, Goldman Sachs, Hsbc, JP
Morgan, Societè Generale, Bank of Nova Scotia, Ubs e da oggi anche Bank of China.
Il mercato internazionale dell’oro sarà, da ora in poi, il riflesso diretto delle
dinamiche di offerta e domanda della Cina che, come dice Yu Sun, General Menager
di BOC, “si prefigge l’obbiettivo di rafforzare la connessione tra il mercato interno
cinese ed i mercati esteri internazionalizzando il mercato dell’oro cinese”.
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Questo potrebbe essere il momento zero di un cambiamento anche maggiore se,
come si è preannunciato in alcune dichiarazioni, Pechino cercherà di creare un
proprio benchmark da affiancare a quelli già citati.
Restiamo in attesa degli inevitabili sviluppi e guardiamo con occhio più preparato le
presenze, tutte italiane, della Bank of China nelle sue filali di Roma e Milano.
Bari, lì 13/07/2015
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