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obiettivo mamme sessuali. Nella Casa del Sorriso siamo molto impegnati nella prevenzione dell’Aids: distribuiamo materiali informativi, incoraggiamo i ragazzi a fare il test dell’Hiv, li aiutiamo ad accedere ai servizi medici e di supporto psicologico offerti dalle cliniche e dai centri specializzati con cui collaboriamo. Come molte altre ragazze, Francesca ha ricevuto informazioni e sostegno psicologico. È stata coinvolta nelle attività di “educazione alla pari” dal 2003 al 2005, mostrandosi sempre molto responsabile. Nel 2008, grazie al programma dedicato alle giovani mamme, ha potuto iniziare un piccolo business come venditrice di buste di plastica all’ingresso dei supermercati. Con i guadagni ottenuti da questo lavoro ha preso in affitto un appartamento nella popolosa area di Epworth, dove attualmente vive con il marito e dove prosegue la sua attività di vendita. È ancora attivamente impegnata nelle attività di supporto alle altre ragazze nella Casa del Sorriso. Francesca è cresciuta. Oggi è una donna responsabile e consapevole di sé e della propria salute. In questi anni Cesvi ha aiutato tanti ragazzi e tante ragazze, a volte poco più che bambini. Alcuni si sono riuniti alle loro famiglie, altri come Francesca - hanno trovato la giusta motivazione per allontanarsi definitivamente dalla strada. Molti, però, sono ancora per le strade di Harare, esposti a pericoli di ogni genere. Una situazione grave soprattutto per le ragazze, come spiega Ally: “Ho lavorato con centinaia di ragazze e giovani donne, ma il problema rimane. Alcune ce l’hanno fatta, hanno lasciato la strada, ma sono state rimpiazzate da altre. Voglio continuare a impegnarmi per loro, aiutandole prima di tutto a ricostruire la propria autostima. È un lavoro che richiede pazienza e costante incoraggiamento, ma non mi arrendo”. Harare (Zimbabwe). Momenti di svago nella Casa del Sorriso creata dal Cesvi. Più del 45% degli ospiti della Casa è composto da ragazze che provengono dalla strada. Molte rimangono incinte quando sono ancora minorenni. Nel 2010, il 50% di queste ragazze è risultato sieropositivo. Foto James Pursey segue dalla prima F *Coordinatrice Cesvi in Zimbabwe segue dalla prima libia i primi trenta giorni geria e tanti altri - vengono bloccati per mancanza di documenti idonei. Cesvi inizia a svolgere un’importante attività informativa per far conoscere ai migranti le procedure amministrative e facilitare l’ottenimento dei documenti. Un altro problema riguarda la distribuzione di cibo. Cesvi apre un dialogo con gli sfollati di diverse nazionalità, per individuare una tipologia di cibo che possa soddisfare i loro bisogni nutritivi e al tempo stesso rispondere alle loro abitudini alimentari. Contestualmente, Cesvi partecipa alla distribuzione, fornendo, oltre al pasto messo a disposizione da IOM (Organizzazione Internazionale per le Migrazioni) e dalla Mezza Luna Rossa egiziana, anche 4.500 banane e arance ogni giorno. Micol Picasso, esperta di emergenze, racconta così il suo ingresso in Libia: “Cesvi è la prima organizzazione umanitaria italiana ad avere attraversato il confine”, Ora stiamo monitorando 2 la situazione dall’Egitto: il nostro obiettivo è rientrare in Libia da est non appena le condizioni di sicurezza lo consentiranno, raggiungere le comunità più bisognose e distribuire al meglio gli aiuti che stiamo raccogliendo”. Una prima distribuzione di cibo è già avvenuta a favore di 140 famiglie che vivono in tre baraccopoli alla periferia di Bengasi. Una parte del budget rimarrà a disposizione per intervenire nei settori che saranno considerati prioritari e nelle zone più a rischio. Nel frattempo si lavora per la distribuzione di beni non alimentari come coperte, kit igienici, materiali sanitari in collaborazione con ACTED, ong francese partner del network Alliance2015, nell’ambito di un progetto finanziato da OFDA (Agenzia Umanitaria della Cooperazione Americana). L’impegno di Alliance2015 nell’area del Mediterraneo prosegue anche attraverso Welthungerhilfe, associazione tedesca che ha inviato i propri esperti in Tunisia per assistere gli sfollati al confine con la Libia. Puoi dare il tuo contributo con una donazione per l’Emergenza Libia: numero verde 800.036.036 c/c postale 882233 intestato a Cesvi Onlus Emergenza online sul sito www.cesvi.org ino ad oggi si parlava di Nord Africa, spesso, solo per criticare i migranti marocchini presenti in Italia o per difenderli, a seconda dei punti di vista. Ma il 2011 ha portato un vento nuovo. Una ventata di aria fresca sui Paesi nordafricani che crea tanti scompigli, certo, ma obbliga a pensare anche ai possibili cambiamenti - ci si augura verso il meglio - di situazioni che sembravano ormai cristallizzate. Rispetto al resto del Maghreb, il Marocco è relativamente stabile e nell’ultimo decennio sempre in crescita. Il Cesvi ha deciso di entrare nel processo di cambiamento di questo Paese nel 2001, in concomitanza con l’avvento di re Mohammed VI, il quale ha aperto la strada dello sviluppo e, progressivamente, anche quella della democrazia. In questi 10 anni il Cesvi ha accompagnato il cambiamento della società civile marocchina, cercando di formare, nutrire e accompagnare i giovani nella costruzione di un Marocco migliore. Cesvi opera nel Nord del Marocco, un’area con tante potenzialità non sempre sfruttate e tante contraddizioni. I progetti si svolgono a Larache, un centro di medie dimensioni a pochi chilometri dalla più moderna Tangeri e dalle spiagge di Assilah affollate di turisti stranieri. A Larache, invece, la gente è più tradizionale, più chiusa. La scelta strategica di lavorare in un Paese come il Marocco è nata dalla convinzione che il vento di cambiamento possa arrivare anche in modo graduale e pacifico. Che la presa di coscienza della popolazione, a livello di identità e di capacità econo- focus marocco Il marocco di domani di Valeria Boatti - foto di Marta Sarlo mica, sia il primo passo necessario perché i cambiamenti rispondano alle esigenze vere delle persone e possano essere duraturi. Perché, al tempo stesso, l’evoluzione avvenga in funzione della società esistente e delle caratteristiche dell’economica locale. Le persone devono potersi esprimere liberamente con le parole e con i fatti, prendendo coscienza di sé e alimentando il proprio vissuto di idee, esperienze, riflessioni e contatti. Proprio a Larache Cesvi ha creato il Centro di Formazione Professionale Wafa in collaborazione con il Ministero Affari Esteri italiano, ora sostenuto grazie ai fondi della Regione Lombardia e del Ministe- ro dell’Educazione marocchino. Un buon esempio di collaborazione tra enti pubblici italiani e marocchini e la società civile dei due Paesi. Con il progetto di sostegno allo sviluppo locale nel Nord del Marocco, il Cesvi punta sulla formazione professionale dei giovani vulnerabili della città di Larache, dando ampio spazio e accesso alla formazione, all’alfabetizzazione e all’accompagnamento al credito (soprattutto per le ragazze). È in questo modo che il progetto sostenuto dalla Regione Lombardia sta promuovendo l’alfabetizzazione delle donne - una trentina ogni anno - e la formazione in settori che rispondono alle maggiori richieste Storie da Larache Queste sono solo due delle tante storie del Centro Wafa raccolte dalla fotografa Marta Sarlo. Donne che vengono dai quartieri più poveri di Larache, spesso analfabete. Donne che con tenacia diventano protagoniste del proprio riscatto, anche economico, grazie alla possibilità di studiare e imparare un mestiere. Fatine, 26 anni, ha sempre lavorato per mantenersi agli studi. Di origini poverissime, dopo la laurea in lingue, un corso da cameriera e un’esperienza come receptionist, è stata assunta presso un grande hotel di Tangeri. Un lavoro che le consente di interagire con clienti di nazionalità diverse, che accoglie parlando francese, inglese e spagnolo. Fatine ha realizzato il suo sogno, senza dover abbandonare il suo Paese, e ora può aiutare economicamente la sua famiglia. Naima, 31 anni, sposata con due figli, si sente un’imprenditrice grazie al fondo di microcredito erogato dal Cesvi, un’opportunità che le ha permesso di raggiungere l’indipendenza economica e una maggiore consapevolezza di sé come donna. Nonostante le reticenze del marito, incinta del secondo figlio, Naima lascia la famiglia a Nador - zona del Sahara vicino all’Algeria - e torna a Larache per seguire il corso di parrucchiera. Oggi gestisce il suo salone di bellezza da sola e presto comprerà una casa di proprietà. del mercato e agli interessi dei giovani. I corsi di formazione, che sono gratuiti proprio grazie al sostegno della Regione Lombardia, danno la possibilità di ottenere un diploma di formazione specialistica. Questi diplomi sono riconosciuti dall’amministrazione pubblica marocchina e offrono ottime possibilità d’inse- La Regione Lombardia sostiene il centro di formazione creato dal Cesvi a Larache. rimento nel mondo del lavoro. Inoltre le madri di famiglia con figli non ancora in età scolare possono usufruire, durante i momenti di formazione, dell’asilo creato all’interno del Centro Wafa, dove lavorano maestre premurose e professionali. Chi invece è interessato ad aprire un’attività economica indipendente può seguire un corso di creazione d’impresa e di accompagnamento al credito. Sono le donne le principali protagoniste del progetto Cesvi-Regione Lombardia. Donne che sono educatrici delle nuove generazioni, pronte a lottare per la parità di genere e a trasformare i venti di cambiamento in opportunità concrete. 3