P.S. Struttura dell`intreccio

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P.S. Struttura dell`intreccio
STRUTTURA DELL’INTRECCIO P.S.
Capp. I-VIII costituiscono la prima parte del romanzo, la cosiddetta sezione “borghigiana”:
Le vicende sono ambientate nel paesello del contado di Lecco su cui incombe il palazzo di Don Rodrigo, il
prepotente signore che si oppone e impedisce il matrimonio dei due giovani innamorati, con la complicità del
pavido Don Abbondio. Il curato, minacciato da due bravi, prima cerca di rimandare il matrimonio, poi rivela a
Renzo il sopruso, il quale va su tutte le furie.
- Renzo cerca di ricorrere alla giustizia terrena, grazie all’aiuto dell’ avvocato Azzecca-garbugli, ma questo
tentativo si rivela un fallimento perché egli è un lacchè di Don Rodrigo  [RICORSO AL DIRITTO/ALLA
LEGGE UMANA].
- Altro tentativo è compiuto da Fra Cristoforo che si reca nel palazzo di Don Rodrigo per convincerlo a
desistere dal suo proposito, ma anche questa manovra non ha esito positivo (cap.V)  [RICORSO ALLA
PERSUASIONE RELIGIOSA]  in questa parte vi è anche un “quadro di costume” dell’epoca (vacuità
morale, rozzezza, pregiudizi ecc)
- Su consiglio di Agnese, Renzo progetta allora un’irruzione nottetempo a casa del curato per costringerlo a
ratificare il matrimonio a sorpresa, al quale però Lucia si presta a malincuore  anche questo tentativo fallisce
 [RICORSO AL MEZZO ILLECITO PER RAGGIUNGERE IL FINE (fine:mezzi).
- Nel frattempo i bravi cercano di rapire Lucia, la quale non si trova in casa; il piccolo Menico, inviato da Fra
Cristoforo arriva troppo tardi ad avvertire i due del pericolo  [TENTATIVO DI RAPIMENTO D.
RODRIGO].
- Abbiamo poi la fuga di Renzo, Lucia e Agnese  con 2 ampie sequenze descrittive  1) descrizione del
paesaggio rivierasco, 2) “Addio, monti sorgenti…” (cap. VIII) = una specie di coro lirico e riflessivo, in cui
Manzoni, si immerge nei tristi pensieri di Lucia, cantandone i semplici ideali infranti dal sopruso (sopruso = è
lo specchio della corruzione dei tempi)  [FUGA]
Capp. IX-XXVI formano la seconda parte del romanzo:
- si narrano le peripezie dei due giovani
- il contesto si allarga alla realtà storica e sociale del tempo (MACROSTORIA) = guerra di successione
per il ducato di Mantova, la carestia, i tumulti per il rincaro del pane, la discesa dei lanzichenecchi, la
peste ecc.
- 1° nucleo narrativo = biografia di Gertrude/la monaca di Monza che accoglie Lucia sotto la sua
protezione (falsa aiutante>oppositore) cap.IX-X
- 2° nucleo narrativo = le avventure di Renzo a Milano dove si trova invischiato nei tumulti di san
Martino durante i quali si adopera per aiutare il cancelliere Ferrer e per salvare il vicario di provvisione;
si ubriaca nell’osteria e parla a sproposito della giustizia, cadendo nelle grinfie della polizia che lo
ritiene un uomo di malaffare. R. riesce a liberarsi, cambia nome perché braccato dalla Legge e ripara al
di là dell’Adda, a Bergamo (in territorio della Rep. di Venezia), presso il cugino Bortolo.
- 3° nucleo narrativo = Don Rodrigo fa rapire Lucia dall’Innominato il quale vive in un castello
inespugnabile (N. B.  LA GIUSTIZIA UMANA NON PUO’ ENTRARE NEL PALAZZO DEL
MALE MA SOLO LA PROV. DIVINA). Grazie alla complicità di Gertrude, l’Innominato rapisce
Lucia. La fanciulla durante la notte fa voto di castità alla Vergine Maria (= altro ostacolo al
matrimonio), il malvagio uomo ha una profonda crisi interiore durante la notte, che lo induce a
ravvedersi: si converte e decide così di liberare la giovane [tradendo Don Rodrigo].  questi sono
momenti di massima tensione del racconto (= spannung). Di seguito: a) l’Innominato fa visita al
cardinal Federico Borromeo che ne rafforza il pentimento, b) Don Abbondio sale con una mula al
castello dell’Innominato per prelevare Lucia, c) Lucia è ospitata prima in casa del sarto, poi presso la
casa di Don Ferrante e donna Prassede, c) colloquio tra il cardinale Borromeo e D. Abbondio: questi
deve rendere conto delle sue azioni
Capp.XXVII-XXXVIII formano la terza parte del romanzo:
- la Microstoria (vicenda dei 2 giovani) si fonde con la Macrostoria (vicende storiche/eventi collettivi/la
massa): carestia, la guerra, la peste, gli untori ecc. Gli eventi storici fungono da digressioni ed esempi.
Qui per Manzoni il morbo non è causato dagli untori ma dal malgoverno della classe dirigente (= critica
politico-sociale). Renzo si ammala di peste, poi guarisce e fa ritorno prima al paesello ed in seguito a
Milano, alla ricerca di Lucia.
Nel lazzaretto R. ritrova Fra Cristoforo, colpito dalla peste e ormai senza più forze. Il frate compie qui due
azioni fondamentali: a) prima di morire, convince Renzo a perdonare Don Rodrigo, il quale giace
moribondo nel Lazzaretto (= valore del perdono), b) scioglie il voto di castità di Lucia e unisce idealmente
in matrimonio i due giovani, sotto una pioggia che porta via il contagio (= acqua simbolo di purificazione).
Dopo la morte di Don Rodrigo, Don Abbondio celebra le nozze (= lieto fine/happy end) e i due sposi si
trasferiscono in un paese del bergamasco, dove Renzo avvia un’attività, diventando proprietario di un
filatoio, mentre Lucia mette al mondo una ricca prole.
Al termine sia Renzo sia Lucia esprimono una propria riflessione morale su tutta la vicenda: a) Renzo ha
imparato dai suoi tanti errori, b) Lucia sostiene che la fede in Dio dà la forza di sopportare i “guai”.
Umorismo manzoniano:
a) intende illuminare il lettore sulla contraddittorietà dell’agire umano (ad es. D. Abbondio è più umoristico
che comico)
b) assume spesso un atteggiamento critico, sarcastico, rafforzando la visione seria, drammatica e amara del
reale come “pena del vivere”
c) mette in luce la negatività della storia, fatta di violenza, menzogna ecc
d) esalta il ruolo della grazia, della coscienza