Lacrime di coccodrillo per l`Algeria

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Lacrime di coccodrillo per l`Algeria
Lacrime di coccodrillo per l'Algeria - Massimo Fini
Sono lacrime di coccodrillo quelle che in Occidente vengono sparse dai politici, intellettuali e
«anime belle» sui massacri e gli orrori d' Algeria. E il velo della lacrima serve a nascondere le
cause che sono all' origine della tragedia algerina che i nostri giornali regolarmente ignorano, o
sfiorano appena, pudicamente (vedi, fra i tanti, il vergognoso editoriale dI GIuliano Zincone sul
Corriere del 9 gennaio) perché implicano responsabilità primarie proprio di coloro che oggi tanto
si commuovono. Nel 1992 in Algeria furono indette le prime elezioni libere e democratiche dopo
30 anni di dittatura militare, feroce e sanguinaria. Le vinse il Fis (Fronte islamico di salvezza)
con la schiacciante maggioranza del 75 per cento, al partito dei militari andò appena il 5 per
cento, il resto si sparse fra raggruppamenti vari compresi quelli espressi dalla esigua borghesia
locale, filoccidentale. I militari algerini annullarono le elezioni affermando che se il Fis fosse
andato al potere avrebbe instaurato una dittatura. Cioè in base a un mero processo alle
intenzioni, sull'ipotesi di una dittatura eventuale se ne impose una reale, si ribadì anzi quella
che già c'era. Quale fu l'atteggiamento del democratico Occidente davanti a questo inaudito
sopruso che calpestava tutti i principi della democrazia? È ben riassunto dalle parole che
scrisse allora sul Nouvel Observateur il suo direttore Jean Daniel: «Raramente una misura così
antidemocratica ha dato sollievo a tanti democratici». E questo «sollievo» non si limitò all'avallo
del golpe algerino ma si concretizzò in aiuti economici e militari che durano tuttora. In tal modo
noi occidentali davamo agli islamici algerini e, più in generale, al vasto mondo musulmano una
perfetta lezione di pedagogia democratica: la democrazia vale solo se le elezioni le vinciamo
noi o i nostri amici o comunque quelli che difendono meglio i nostri interessi. Se le vincono
«loro», «gli altri», i «non democratici» o supposti tali la democrazia non vale più. Che cosa ci si
aspettava che accadesse dopo questa violenza? E le altre che immediatamente seguirono? I
dittatori infatti misero fuorilegge il Fis, ne incarcerarono tutti i dirigenti e migliaia di militanti, non
rinunciando a ricorrere alla tortura e all' assassinio. Tutto il resto è venuto di conseguenza. Il
movimento islamico algerino, ridotto alla clandestinità pur avendo la maggioranza dei due terzi
nel Paese, passò alla controffensiva, alla guerriglia, al terrorismo. È la storia di questi ultimi,
sanguinosissimi anni (più di 100 mila morti), anche se c'è il fondato sospetto che le stragi più
efferate non siano state compiute dai militanti del Gia, il braccio armato del Fis, ma dai servizi
segreti dei dittatori per gettare odiosità sugli avversari ed eroderne il consenso. Adesso il
cosiddetto Occidente, colto da orrore per gli inevitabili orrori d' Algeria, propone le solite
Commissioni di inchiesta internazionali e altre ingerenze negli affari interni di quello Stato. I
Paesi occidentali, Francia e Stati Uniti in testa, dovrebbero invece fare l' esatto opposto:
smetterla di impicciarsi degli affari algerini. Basterebbe che togliessero il loro appoggio,
economico e militare, ai generali golpisti per veder cadere la dittatura nel giro di pochi mesi e la
fine delle stragi. Ma questo l'Occidente si guarda bene dal farlo perché significherebbe
consegnare l' Algeria all'integralismo islamico. Ma a parte che, dittatura per dittatura, è più
legittima quella che esprime i sentimenti di tre quarti della popolazione piuttosto che una che
rappresenta solo se stessa, sarebbe l'ora che l'Occidente capisse che bisogna lasciare che il
mondo islamico si faccia la sua storia, secondo la propria vocazione e cultura. L'Occidente,
invece ha la pretesa di omologare al proprio modello l'intero esistente, così all' Algeria vorrebbe
imporre, al posto dei dittatori (che per quanto comodi sono diventati impresentabili), un governo
della borghesia locale che ha i nostri stessi interessi (i movimenti di questi giorni, le
commissioni internazionali, eccetera... hanno appunto questo obiettivo). Peccato che in Algeria
la borghesia sia formata da quattro gatti mentre la maggioranza del Paese si riconosce nei
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Lacrime di coccodrillo per l'Algeria - Massimo Fini
valori dell'Islam e alla democrazia preferisce la teocrazia. Ogni popolo ha l'inalienabile diritto a
svilupparsi secondo la propria cultura ( «E se questa cultura prevedesse dei sacrifici umani
come era per gli Aztechi, noi dovremmo ammettere che anche i sacrifici umani sono dignitosi?»
si chiede scandalizzata la suorina totalitario-illuminista Giuliano Zincone. La risposta, caro
Zincone, è che i «sacrifici umani» sono comunque più dignitosi dei tuoi articoli). Ma visto che
l'Occidente, totalitario nella misura in cui si crede liberale e detentore della verità, è sordo a
queste questioni di principio dovrebbe ascoltare almeno la voce dell'utilitarismo che è l'unica
che è in grado di sentire. E dovrebbe quindi capire che tanto più fa violenza alla cultura
musulmana in terra musulmana, tanto più ne rafforza proprio quelle frange estremiste che dice
di voler combattere.
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