Algeria - Non Solo Asilo

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Algeria - Non Solo Asilo
Algeria
Popolazione: 35.157.000
Capitale: Algeri
Un altro paese del Nord Africa che ha conosciuto
un’ondata di proteste è stato l’Algeria di Abdelaziz
Bouteflika. A partire da gennaio 2011 varie
manifestazioni antigovernative hanno portato in
superficie il malessere cha da anni cresceva e
ribolliva nel più vasto paese della fascia
maghrebina. Alcuni uomini si sono anche
autoimmolati dandosi fuoco a imitazione del
venditore ambulante tunisino.
I principali motivi dell’esplosione algerina sono
stati la disoccupazione, la corruzione, l’aumento
dei prezzi dei beni primari e il perdurare – quasi
da vent’anni – di uno stato di emergenza nonché
di pratiche di governo dure e autoritarie. Era
infatti dal 1992 che esisteva il cosiddetto stato di
emergenza 1 e il presidente Bouteflika ha
immediatamente intuito che la sua rimozione
avrebbe calmato la piazza.
Così ha inizialmente promesso la revoca che è poi effettivamente avvenuta il 24 febbraio
2011. Tuttavia secondo diversi osservatori si tratta di una manovra simbolica visto che,
stando a quanto pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, l’esercito manterrebbe intatti i suoi
poteri e rimarrebbe responsabile della lotta “al terrorismo e alla sovversione 2 ”.
Un fine settimana di tensione è avvenuto al principio di marzo 2011 dove una serie di
manifestazioni contro il governo sono state bloccate dalla polizia e da manifestanti
filogovernativi. In uno dei tre cortei della capitale algerina, organizzati da una fazione del
Coordinamento nazionale per il cambiamento e la democrazia, è rimasto ferito Said Sadi,
leader del partito d'opposizione «Raggruppamento per la cultura e la democrazia» (Rcd),
colpito con una coltellata alla mano da uno dei simpatizzanti del governo.
I disordini in Algeria sono rimasti per lo più in potenza nel senso che il presidente è
riuscito a mantenere intatto il suo potere tramite alcune concessioni e molte promesse,
come quella di creare 3 milioni di posti di lavoro nei prossimi anni3 . Quel che è certo è che
Tale stato di emergenza venne proclamato quando fu chiaro che il Fronte Islamico di Salvezza (FIS –
gruppo di fondamentalisti islamici) avrebbe avuto la maggioranza in parlamento in seguito alle prime elezioni
multipartitiche mai avvenute in Algeria. In tale occasione alcuni funzionari civili e militari costrinsero il
presidente Bendjedid alle dimissioni. Annullate le elezioni, fu dichiarato lo stato di emergenza, sospesa la
Costituzione, sciolto il FIS e affidata l’autorità di governo a un Alto consiglio di stato, presieduto da
Mohammed Boudiaff. I fondamentalisti risposero compiendo numerosi atti terroristici e il governo mise in
atto una dura repressione, processando sommariamente e condannando a morte chiunque fosse anche solo
sospettato di sostenere l’opposizione islamista. Lo stato di emergenza era stato previsto per soli 12 mesi con
lo scopo di contrastare il terrorismo islamico ma in realtà divenne in breve un vero e proprio strumento di
limitazione delle libertà politiche e non venne più sospeso.
2
Attraverso il mantenimento di tale potere l’esercito potrebbe facilmente intervenire, limitando o impedendo,
eventuali proteste di piazza.
3
In Algeria la disoccupazione è intorno al 10% e arriva al 30% per quanto concerne la fascia dei giovani
sotto i trent’anni.
1
il governo algerino sembra controllare la situazione molto meglio di quanto non facciano
altri Paesi dell'area.
Alcuni dati
Fonti ufficiali algerine riportano che durante le proteste accorse nel mese di gennaio 2011
nel paese tre persone sono state uccise, circa 800 ferite e un centinaio arrestate. Le
squadre antisommossa algerine hanno utilizzato per contenere le proteste manganelli, gas
lacrimogeni e speciali pallottole piene di materiale esplosivo (live bullet)
Fonti:
www.sole24ore.it
www.tg24.sky.it
www.corriere.it
www.amnesty.org