Pendolo di Foucault.

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Pendolo di Foucault.
Pendolo di Foucault.
Brucia lo spago il fuoco della candela e il pendolo si stacca e parte, avvia la sua oscillazione. La
sfera appesa al lungo filo si trova al centro della navata della chiesa di Sant’Alessandro in Colonna,
circondata da trecento persone, professori e curiosi, ragazzi e papà con i bambini in braccio.
Il pendolo di Foucault si è messo in movimento ieri sera alle nove e trentaquattro minuti. Una
traiettoria precisa, rettilinea, da nord a sud. Alla base del peso una piccola luce laser segnava il
pavimento e dava bene l’idea della linea percorsa dal pendolo. Una linea precisamente coincidente
con la striscia nera nord-sud posta al suolo. All’inizio. Ma poi le cose sono cambiate... Il benvenuto
al pubblico e alle autorità è venuto da Oreste Castagna, attore chiamato a condurre la serata
organizzata nell’ambito del XXVIII Congresso nazionale di storia della fisica e dell’astronomia in
svolgimento a Bergamo da ieri fino a sabato e organizzato dalla Società italiana degli storici della
fisica e dell’astronomia e dalla facoltà di Scienze della formazione della nostra università.
Erano presenti il sindaco Roberto Bruni e il presidente della Provincia, Valerio Bettoni, il parroco di
Sant’Alessandro in Colonna, monsignor Gianni Carzaniga. Ha preso la parola Mauro Ceruti,
presidente della Società italiana di logica e filosofia della scienza, un breve intervento che ha
richiamato l’attenzione su questioni antiche quanto l’uomo: il senso del cosmo, il senso della vita, la
relazione tra ciò che appare e ciò che è, argomento sviluppato brevemente anche dal sindaco Bruni.
Perché l’esperimento di Foucault dimostra proprio qualcosa che magari non appare, ma è: la Terra
ruota su se stessa, e piuttosto velocemente. Nel punto in cui si trova Bergamo, la velocità è pari a
1.166 chilometri all’ora. Ma non ce ne accorgiamo.
L’esperimento è stato organizzato e presentato da Fausto Casi, direttore del Museo dei mezzi di
comunicazione di Arezzo che ha dato il via all’esperienza. Ha detto: «Lo spago che trattiene il
pendolo non viene tagliato, ma bruciato. Un metodo antico che evita la trasmissione di vibrazioni
estranee al moto. Abbiamo girato Bergamo cercando un luogo adatto a questo esperimento.
Abbiamo trovato questa chiesa. Provvidenziale un foro nel sottotetto, nella parte cinquecentesca
dell’edificio. Lo abbiamo rintracciato grazie alla disponibilità del parroco. Da lì abbiamo calato il
filo di ventitré metri a cui è unito il peso, una sfera in ghisa dorata del peso di ventitré chili. L’arco
percorso inizialmente dal pendolo è di quattro metri, due verso nord e due verso sud rispetto al
punto di riposo ».
Sono passati soltanto tre minuti e già lo spostamento è apprezzabile: la lucina rossa del laser non
percorre più esattamente la linea nera che unisce nord a sud, ma a un certo punto del tracciato
comincia a cadere al di fuori, sul pavimento, a sinistra dal lato sud e a destra dal lato nord
cominciando a disegnare un movimento antiorario. E proprio questo spostamento - imprevedibile
per il senso comune - è l’effetto della rotazione terrestre. Una oscillazione. Durante la
dimostrazione si sono alternate le conversazioni di Paolo Brenni del museo della Storia della
scienza di Firenze, Massimo Mazzoni (Università di Firenze), Franco Giudice e Enrico Giannetto
dell’Università di Bergamo, questi ultimi fra i «motori» di tutta la manifestazione.
Le voci del The Golden Guys Gospel Choir diretto da Paola Milzani hanno intervallato le parole su
Bernard Foucault, il geniale sperimentatore francese che nel 1851 effettuò per primo questa prova,
sulla percezione di quello che i sensi non colgono, sul rapporto fra Relatività di Einstein e rotazione
della Terra... Stamane (ore 9,15) il convegno riprende in Sant’Agostino con una sessione dedicata a
Ludovico Geymonat, tra «Filosofia e Storia della scienza».
Tratto da L’Eco di Bergamo - 26/06/2008