lavoro - Prem1er
Transcript
lavoro - Prem1er
R UBRICA Una nuova era prende forma. 21 Nuova CLS Shooting Brake. La più sportiva tra le coupé è una station wagon. lavoro Agilità di guida e linee slanciate alle quali si ispira una nuova idea di design. Spazi esclusivi, dettagli raffinati e materiali pregiati offrono piacere assoluto ad ognuno dei 5 passeggeri. Motore 250 CDI, 2100 Biturbo da 204 CV, per il massimo delle prestazioni senza gli oneri delle auto di lusso. di Emanuela Gastaldi Consumi ciclo combinato (km/l): 9,9 (Classe CLS 63 AMG Performance SB) e 18,9 (Classe CLS 250 CDI SB con cerchi da 18”). Emissioni CO2 (g/km): 235 (Classe CLS 63 AMG Performance SB) e 140 (Classe CLS 250 CDI SB con cerchi da 18”). OCCUPAZIONE GIOVANILE E START-UP, VERA SVOLTA O ENNESIMA CHIMERA? D al seme di un’idea geniale, un tempo si fondavano aziende, oggi si avviano start-up. Le nuove imprese, soprattutto se sorte via web, sembrano essere oggi il vero motore dell’occupazione, fabbriche e moltiplicatori di posti di lavoro per chi è giovane e vuole intraprendere e per chi giovane non è, e magari si ritrova a lavorare per un capo che ha l’età del proprio figlio. Lanciate da giovani o giovanissimi, fatturano milioni e nel mondo c’è persino chi ce le invidia. Alcune vincono a man bassa premi per l’innovazione del business o dell’economia digitale. Alcuni start-upper sono persino seriali, avendo all’attivo più d’una impresa già avviata. E magari anche già venduta. Concessionaria Ufficiale di Vendita Mercedes-Benz Brescia San Zeno Naviglio, Via A.Volta 1, tel. 030 216611 Brescia Artogne, Via XXV Aprile 17, tel. 0364 590090 Pur senza generalizzare, l’identikit dello start-upper è presto fatto: geniale e giovane per definizione, si muove benissimo in Rete, parla alla perfezione l’inglese, non ha un ufficio perché è cittadino del mondo, sa presentare il suo progetto in maniera convincente nel poco tempo che serve ad agganciare un avventore, se lo fiuta come potenziale investitore, fa dell’understatement il suo modo di essere e di comunicare. Magari calza anche sneakers e veste felpe col cappuccio, perché il suo modello di businessman è Mark Zuckerberg, il fondatore di Facebook. Molti, per avviare le loro start-up italiane, sono comunque già scappati Mantova Curtatone, Via dell’Artigianato 1, tel. 0376 346111 Piacenza loc. Montale, Via E. Parmense 202, tel. 0523 577611 all’estero, nella culla della Sylicon Valley, terreno più fertile in cui il raccolto pare crescere prima, e molto più abbondante, perché oggi più che mai bisogna correre e fare in fretta. Una stima della Camera di Commercio di Monza e Brianza dice che il 2012 potrebbe vedere per la prima volta nella storia del mercato del lavoro italiano un cambiamento epocale: i ventenni che apriranno un’impresa saranno più numerosi di coloro che troveranno un posto di lavoro a tempo indeterminato, con i primi che assumerebbero in più almeno 6.000 persone. È ancora presto per dire se la realtà dei fatti confermerà le stime, ma nel frattempo non possiamo fare a meno di chiederci: è l’archetipo della Sylicon Valley l’unico modello di riferimento per le start-up italiane? Sta nascendo solo una generazione di cloni di Zuckerberg, o questo è davvero il nuovo modo di fare impresa nel nostro mercato? È questo il vero futuro dell’innovazione anche dei modelli organizzativi e di business o la genialità resterà stigma di pochi che ce la faranno e sbancheranno, mentre la maggior parte soccomberà prima o poi alle – seppur nuove e diverse – leggi di sopravvivenza del mercato? Tra gli start-upper, abbiamo detto, c’è chi le avvia e poi le vende. Il rischio è dunque che la start-up non incarni una vera svolta nei modelli organizzativi e di business, quelli fatti per far crescere l’impresa e creare valore, ma finisca per essere una scorciatoia per fare soldi facili, nell’ottica dell’“usa e getta” che la generazione nata in pieno consumismo conosce fin troppo bene. L’augurio è che sia invece un approccio davvero nuovo, più fresco, più dinamico, al modo di fare impresa, con obiettivi diversi che non la mera quotazione delle azioni. Per avviare una start-up in Italia oggi bastano meno di 35 anni, un’idea qualsiasi e un solo euro di capitale. Il notaio non serve. Si tratta di vera de-burocratizzazione, o è solo un primo passo facilitato oggi per poi mandare comunque a sbattere domani un’intera generazione contro il muro di infiniti ostacoli e balzelli? Ma gli investimenti chi li paga? Le linee di credito chi le concede? Ci sono investitori pronti a sostenere davvero tutte le buone idee che i nostri giovani avranno? E tra le buone idee, quante valgono davvero la pena di essere realizzate? Il mercato sarà pronto a recepirle tutte? Ne avrà davvero bisogno, o si saturerà in fretta, e molte di esse saranno alla fine soltanto bolle di sapone? Il “sistema italiano tutto” è pronto per questa rivoluzione? O anche l’ipotesi start-up sarà soltanto una fase, una moda, un miraggio, una chimera? MESI 2012 12novembre