Due testimonianze di Isabelle e Dominique Lorenzato

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Due testimonianze di Isabelle e Dominique Lorenzato
Testimonianza di due persone intervistate da Daniel Picotin :
Isabelle e Dominique Lorenzato, ex-membri del Gruppo di Robert Le Dinh1
(Francia)
Abbiamo fatto parte di una setta2 per 22 anni. Dapprima attirati dall’insegnamento cristiano
impartito dal guru, dalle opere umanitarie condotte a livello locale e dall’atmosfera familiare. Molto
presto il guru ha affermato aver ricevuto le rivelazioni che lo mettevano in alto della gerarchia divina
e gli accordavano il potere di salvare le anime.
Il suo insegnamento si appoggiava su :
- le sue rivelazioni,
- il riconoscimento della sua autorità e dei suoi poteri,
- il dono totale di sé per prova di fede,
- l’accettazione delle sofferenze, il superamento dei limiti,
- la realizzazione di missioni mistiche per combattere il male del mondo e per epurare gli
errori,
- il distaccamento dai beni materiali,
- la rinuncia all’individualità’,
- la reincarnazione e la responsabilità’ dell’anima,
- la legge del ritorno (se gli addetti sono contrari ai precetti del guru. disgrazie che arrivano
fino alla morte si abbatteranno sopra di loro e i loro parenti)
Il guru dispensava il suo insegnamento durante lunghe riunioni obbligatorie, quotidiane e che
si protraevano fino a tardi. Queste riunioni e il divieto di riposarsi di giorno portavano con sé
un’evidente mancanza di sonno. La malattia non mancava di aggiungersi.
La pratica di digiuni, preghiere notturne, lavori quotidiani sulle sue dimore provocavano un
indebolimento corporale.
Gli adepti vivevano nella paura. Il guru aveva tutti i poteri: di vita, di morte, di legare e
sciogliere le coppie. Decideva sulle nascite, sui nomi, sui mestieri (per « la vetrina esterna »),
sui veicoli, sulle case…Tutto era sottomesso ad autorizzazione, perfino la possibilità di andare
vedere la famiglia sempre che essa non fosse refrattaria. Il mondo esterno era il male, non era
possibile avere lì amici. Solo il guru e i suoi precetti erano il bene.
Gli adepti non avevano nessun libero arbitro. Le riunioni erano l’occasione di inquadrare
severamente le persone che avevano commesso mancanze al suo insegnamento e alla sua
volontà con lunghe sedute pubbliche di « lapidazione verbale », l’adepto doveva riconoscere i
suoi errori. Il guru manteneva una rivalità dentro il gruppo affinché gli adepti si sorvegliassero
e si denunciassero. Certe missioni mistiche e rivelazioni erano donate a titolo individuale e
dovevano rimanere rigorosamente segrete.
1
Setta di Robert Le Dinh alias Tang, setta francese. Il guru fu condannato in settembre 2010 a 15 anni d i
prigione (violazione e aggressioni sessuali)
2
Robert Le Dinh, guru di una comunità spirituale giudicato per violazione di ex-adepti che era accusato
di aver assoggettato, e’ stato condannato sabato dalla Corte d’Assise di Ariège a 15 anni di reclusione. Il
dipartimento di Ariège e’ un dipartimento francese della regione Midi-Pyrénées di cui nome proviene dal fiume
l’Ariège.
Il guru non lavorava, gli adepti lo mantenevano completamente. Esigeva veicoli 4x4, mobili,
abiti di lusso con il pretesto di compiere un lavoro sul denaro. Gli adepti dovevano realizzare
il lavoro per via di spoglio.
Questo annientamento dell’individuo attraverso il quotidiano indebolimento corporale e
psichico impediva di rendersi conto della chiusura in questo mondo illusorio. Una totale
sottomissione al guru portava fino all’accettazione di relazioni sessuali per ottenere
l'epurazione dagli errori. Disobbedire provocava la morte dell’anima, la follia e la disgrazia
sui figli e la famiglia.