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Ai Weiwei. Libero?
redazione 14/09/2016
Polemiche per i gommoni installati sulla facciata di Palazzo Strozzi. Risponde il museo: "Così
portiamo l'attenzione sui rifugiati"
Non c’è che dire, alla soglia dei
sessant’anni, ovunque vada, Ai
Weiwei fa ancora discutere. Stessa cosa
per Christo, che per far accettare il suo
progetto Floating Piers ha dovuto lottare
un bel po’. Alla fine, però, c’è riuscito e
sul risultato si è avuto poco da obiettare:
ha portato parecchi soldi e ha fatto
provare il brivido di camminare
sull’acqua a centinaia di persone. Ora è il
turno di P a l a z z o S t r o z z i , sulla cui
facciata, per la mostra dell’artista
cinese sono stati installati circa venti
gommoni arancioni, e subito si è gridato allo scandalo. Firenze, in particolare, quando si
tratta di far dialogare arte antica e arte contemporanea, ha sempre le sue riserve. Una
pioggia di critiche si era abbattuta con violenza sul Pluto e Proserpina d i Jeff Koons i n
piazza della Signoria, più tolleranza invece ci fu nei confronti di Jan Fabre. Ora tocca ad Ai
Weiwei avere i riflettori puntati. Eppure dovremmo essere ormai abituati alle provocazioni
dell’artista cinese, che, al di là del ludico, celano sempre un profondo impegno sociale e
politico. Con la sua mostra Ai Weiwei. Libero, infatti, l’artista vuole richiamare l’attenzione
sulla questione dei migranti: «Un problema attuale – ha spiegato l’artista – che rispecchia il
mio lavoro, che riguarda sempre l’umanità».
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Dal 23 settembre al 22 gennaio; Info: www.palazzostrozzi.org/mostre/aiweiwei
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La nobile causa, tuttavia, non ha fermato il dibattito e, sulla pagina Facebook di Palazzo
Strozzi si possono leggere decine di commenti (non solo dei fiorentini) che etichettano
l’installazione con toni di indignazione: Scempio, orrore, vandalismo e deturpazione, cagata
pazzesca. A tentare di sedare la disputa, non solo gli altrettanti commenti in favore di Ai
Weiwei ma è arrivata anche la dichiarazione ufficiale di Palazzo Strozzi: “Lo sappiamo, si
tratta di un’installazione ‘forte’, difficile da ignorare, soprattutto perché si innesta su un
palazzo rinascimentale. Ma potrebbe rappresentare un’occasione per la città di Firenze per
portare l’attenzione sul tema della crisi umanitaria dei rifugiati grazie all’arte”. Fno al 22
gennaio per tutti sarà possibile farsi un’opinione, andando a vedere la mostra allestita a
Palazzo Strozzi. La prossima volta, però, forse sarebbe meglio mettere nel titolo un bel
punto interrogativo: Ai Wewei. Libero?