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CONTROCOPERTINA
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Accade a Gioiosa Marina:
terreno sottratto per uso privato
nell’indifferenza delle Autorità
“Legalità”: un termine logoro che serve solo
ad arricchire i comunicati stampa di manifestazioni ed eventi. A comizi e fiaccolate
siamo buoni tutti, ma quando si tratta di
compiere azioni reali sul territorio, le
Autorità da che parte stanno?
Nel 2012 in vico Avezzana, a Marina di
Gioiosa Jonica, viene impropriamente chiusa una strada destinata ad uso pubblico, utilizzata come accesso alla spiaggia dai cittadini viciniori. Le proteste hanno suscitato
un certo scalpore, e altre testate hanno resi
noti i fatti.
La vicenda accadeva durante lo stato di
commissariamento del Comune -sciolto per
infiltrazioni mafiose- retto all’epoca dal
Commissario Patrizia Adorno, e a nulla è
valsa una nota tecnica del geometra Stefano
Cortale, responsabile dell’Area Tecnica del
Comune, che confermava l’uso pubblico
della strada.
Questi fatti sono noti e sono stati acquisiti
dalle autorità, ma la cosa non è finita qui.
L’indifferenza verso le richieste dei cittadini
ha dato luogo ad un’altra operazione di
“acquisizione” che parrebbe del tutto illegittima. Nell’estate 2013, sempre nella zona
di vico Avezzana-via Vittorio Emanuele II,
veniva recintata una piccola area di proprietà comunale, accorpandola ad uno spazio destinato a bancherelle e giochi per
bambini.
Il sindaco Vestito, rassicura sul suo interesse riguardo ai fatti. Al momento, però, dal
marzo 2014, non c’è stata ancora nessuna
risposta, nonostante le richieste incessanti
dei residenti in via Vittorio Emanuele II,
che si sono rivolti anche al Prefetto.
Lasciamo ai lettori qualsiasi considerazione
riguardo la gestione del suolo pubblico e
all’importanza di un rapporto tra cittadini e
Autorità, basato sulla fiducia, l’ascolto e il
rispetto.
La Redazione
I medici del Pronto soccorso
di Locri rispondono a Doroteo
I medici del Pronto Soccorso di Locri,
in riferimento ad un articolo (non firmato) pubblicato su questo giornale
qualche settimana addietro, che definire infamante è poco, precisano
quanto segue: Aspettare anche diverse ore in Pronto Soccorso, quando
non si tratta di urgenze-emergenze, è
sicuramente normale in tutti i Pronto
Soccorso del mondo, forse per “qualcuno” non lo sarà a Locri, dove vige la
regola del “tutto e subito” e dove, per
tante persone, un’unghia incarnita ha
la stessa valenza urgenza di un dolore
toracico.
I medici del PS respingono in maniera
forte e sdegnata le accuse mosse nei
loro confronti, nello specifico che
“mentre i malati pullulano loro bevono il caffè o parlano dei mondiali”: i
medici del PS, lavorano con grande
sacrificio e abnegazione, e considerate
le carenze di personale medico e paramedico dovute per lo più ai tagli imposti dal “benedetto” piano di rientro, e
conti alla mano, fanno fronte a circa
cinquantamila accessi all’anno, vale a
dire che ogni giorno si ha a che fare
con circa centoquaranta persone,per
un bacino di utenza di oltre centocinquantamila soggetti cui si aggiungono
gli extracomunitari non censiti ed
anche ai quali con spirito umano,
secondo i canoni dettati da Papa
Francesco, prestiamo la nostra opera
trattandosi di soggetti deboli, e queste
cifre devono far riflettere un po tutti,
soprattutto chi si permette di gettare
fango sul nostro operato. Si ricorda
che l’Ospedale di
Locri è l’unico avamposto di UrgenzaEmergenza (da Monasterace a
Palizzi) che ha svolto e svolge innumerevoli azioni salvavita nei primi minuti
o nella prima ora. Ricordiamo ad
esempio, l’episodio del bambino in cui
abbiamo noi (e ripeto) noi disostruito
le vie aeree per ingestione di corpo
estraneo, o tantissimi altri casi ancora,
ma noi non vogliamo le medaglie al
valore, facciamo solo il nostro dovere,
ma dobbiamo essere sereni per farlo,
non certamente avere vicino qualcuno
che ci minaccia o che purtroppo com’è
successo ha vigliaccamente alzato le
mani. A noi oltre gli avvisi di chiamata
(visto che per qualcuno parliamo sempre al telefono!), sono riservati gli avvisi di garanzia, fermo restando la piena
fiducia nell’operato dei magistrati.
Ricordiamo che in particolare durante le notti di festa come Natale,
Capodanno, Ferragosto, diveniamo il
front-Office o la trincea della sanità
mentre quasi tutto il resto è fermo! Tra
mille difficoltà le prestazioni sono assi-
P
curate (andate a Milano e vedete se
per una contusione al piede aspettate
un’ora!!). Bisogna certamente sottolineare che alla situazione a tratti caotica del PS, purtroppo si è giunti a causa
della scarsa e a volte non piena collaborazione con la medicina sul territorio e il famoso filtro “medicina generale- continuità assistenziale”, non funziona come avrebbe dovuto.
In ultimo, in riferimento all’accusa che
i medici sarebbero poco svegli e che
dodici ne sono finiti sotto inchiesta per
un presunto caso di malasanità (termine oramai usato a iosa per scoop giornalistico), come al solito è tutto da
dimostrare e c’è un’inchiesta aperta;
noi medici abbiamo fiducia dell’opera-
to della magistratura, ma vorremo da
parte dei giornalisti, che come si finisce in prima pagina appena c’è un caso
di denuncia per presunto caso di
malasanità, lo stesso sia evidenziato
quando vi è il decreto di archiviazione
fatto dal giudice che scagiona completamente il sanitario da eventuali
colpe!
Detto ciò ci auguriamo di tramutare la
negatività e cattiveria dell’articolo
dedicatoci in un’appello di collaborazione da parte di tutti Voi, con il
miglioramento di una comunicazione
al fine di poter operare con serenità e
sicurezza ambientale.
I Medici del Pronto Soccorso di Locri
rendiamo atto di quanto sostengono i medici del Pronto Soccorso dell'Ospedale di Locri ma non
possiamo esimerci dal non pubblicare articoli che denunciano eventuali disservizi. Così come ha
fatto il collega Doroteo Mortacci ( pseudonimo) la cui firma, evidentemente, sarà sfuggita agli stessi
DOMENICA27 LUGLIO
3
Dopo lo sgarbo
Pietro Melia
risponde a Riviera
PIETRO MELIA
Portavoce, civil servant... Accuse che, in effetti,
mancavano nel mio onorato pedigree professionale. Me le ha rivolte, senza se e senza ma,
e senza concedermi diritto di replica, comunque già fornita al suo Editore (bastava dunque
che si informasse per evitare l’aggressione personale a mezzo stampa...) il caro amico (lo
considero ancora tale, nonostante tutto...)
Ercole Macrì, Editorialista di punta e di...calcio (negli stinchi, in questo caso) de La Riviera.
Ammetto però di essermi macchiato del reato
di
“dimenticanza”:
alla
serata finale del Giugno Locrese - di cui sono
divenuto involontariamente Presidente (l’offerta, se pur gradita, m’ è arrivata imprevista...)
- non ho invitato il Direttore (o l’Editore) dell’
unico Settimanale del territorio. Con Gian
Antonio Stella - in quello che si è rivelato un
tentativo di successo, a fronte di vicende pregresse a tutti note - avrebbero dovuto dialogare non “scendiletto” o “reggimicrofono” ma
colleghi del calibro di Paolo Pollichieni (locrese doc), Bruno Gemelli e Filippo Veltri (locresi acquisiti, avendo sposato due locresi), Aldo
Varano, Pino Lombardo ed Enzo Romeo,
rispettivamente di
Zoomsu.com, e
Garantista, Gazzetta del Sud e Rtv News. Per
impegni personali sono
venuti meno Gemelli (che
mi ha chiesto di sostituirlo
con Gianluca Albanese, e
l’ho fatto volentieri),
Varano e Veltri, ma la
“serata della riconciliazione” tra una delle firme più
prestigiose del Corriere
della Sera (che ha ribadito
molte delle cose che conoscevamo già) e la città di
Locri è andata benissimo lo
stesso. Prima del dibattito Gian Antonio Stella
si
era
intrattenuto a colloquio con il sindaco
Giovanni Calabrese e in quella occasione ho
incontrato Rosario Condarcuri. Egli mi ha
“contestato” col consueto affetto l’errore da
me commesso nella selezione dei giornalisti
che avrebbero dovuto animare il dibattito e a
lui ho spiegato esattamente come erano andate le cose, che si era trattato di una colpa esclusivamente mia e per la quale - vero, Rosario? ho chiesto da subito scusa. Da cronista, che lo
sappia Ercole Macrì, sono stati i fatti la “guida
rigorosa” della mia azione professionale nell’arco di quasi mezzo secolo, e questi sono i
fatti accaduti nella “cornice” del Giugno
Locrese. Retropensieri, gossip e pettegolezzi,
malafede, li lascio ad altri. E per “riparare”
all’onta involontaria mi impegno fin da ora per
l’edizione 2015: se sarò ancora Presidente del
Premio ci occuperemo in una tavola rotonda
dell’informazione locale. E la Riviera sarà la
“star” della serata. E appena passo da Siderno,
Ercole Macrì, Rosario Condarcuri, Antonio
Tassone e tutta la Redazione sono “precettati”
per il caffè. Pago io, naturalmente.
N
el ringraziare Pietro Melia per la
precisazione, mi corre l'obbligo
d'informarlo che per quanto
riguarda la nostra testata parlano “i
numeri”. Pertanto, anche potenziali “reggimicrofoni” o “scendiletto” (come tanto
ama definirli Melia) ma anche i più blasonati ed importanti operatori della comunicazione calabrese, possano prenderne
visione. Piaccia o non piaccia “Riviera” è
la storia del giornalismo locrideo. Quindi,
caro Pietro, più che di semplice “dimenticanza” (per noi che ogni giorno lavoriamo
con passione e ci sacrifichiamo in questa
redazione) si è trattata di una “coltellata”
che pensiamo di non meritare. Quanto al
caffè da offrire, non ci sarà bisogno, solitamente ci pensiamo noi.
Antonio Tassone
RIVIERA
PRIMO PIANO
Scatta l'obbligo del
POS, professionisti
e artigiani si
oppongono:
non si combatte
così l'evasione!
L
KATIA CANDIDO
unedì 30 giugno è scattato l'obbligo del Pos:
Point of Sale, ovvero, terminali che consentono il trasferimento di denaro dal conto corrente del cliente a quello dell'esercente senza che si verifichi esborso di denaro contante, per commercianti,
professionisti e aziende. Un obbligo che si estende
anche agli autotrasportatori, imprese di costruzioni,
idraulici, falegnami, elettricisti, antennisti. Ma questo
cosa significa?
Significa che questi operatori dovranno avere il terminale che consente ai clienti di pagare con il bancomat oltre la soglia dei 30 euro. Tutto chiaro, dunque.
In realtà, nonostante l'entrata in vigore della nuova
disciplina, rimandata di tre mesi sono molti i soggetti interessati che non si sono ancora dotati del Pos.
Tra le cause ostative vi sono i costi troppo alti di
installazione e gestione. Inoltre, diversi professionisti,
tra cui architetti, avvocati e consulenti del lavoro
hanno protestato più volte, sottolineando una serie di
criticità come, ad esempio, l'aver esteso l'obbligo a
tutti senza fare adeguate distinzioni.“Non si combatte così l'evasione“ queste sono le parole comuni a
molti professionisti dei paesi locridei, ovvero Gioiosa
Ionica, Siderno e Locri ai quali è stata posta la
domanda di cosa ne pensano riguardo all'articolo 5
del Decreto legge 18 ottobre 2012, il quale, sancisce
l'obbligo del Pos ma senza prevedere sanzione alcuna, ovvero, di un effetto determinato in caso di mancato rispetto di tale onere. A questo punto sorge
spontaneo chiedersi secondo quale criterio sia stata
istituita questa legge; Antonio Chiricosta, avvocato di
Siderno, la definisce semplicemente « uno spot da
parte del Governo poiché, tutti coloro i quali effettuano l'attività di vendita di prodotti e di prestazione
di servizi devono essere muniti di Pos ma se ne sono
privi non vengono puniti». Sonia Vita, anch'essa
avvocato di Locri, sottolinea : « non è altro che un
ulteriore onere, eccessivo, per il professionista, avvocati per l'appunto, in quanto siamo già soggetti a molteplici controlli». La fascia degli artigiani si presenta
anch'essa contrariata da questa norma: “fumo negli
occhi”! Sostiene Giulio Agostino, elettricista di
Gioiosa Ionica, «probabilmente per alimentare i conflitti tra liberi professionisti e dipendenti, i quali sono
già stati annientati nei loro diritti da tutti i Governi
che si sono succeduti negli ultimi anni». Malgrado le
varie opposizioni, però, secondo Federconsumatori
l'obbligo di accettare pagamenti con moneta elettronica è un grande passo avanti in termini di tracciabilità dei pagamenti e lotta all'evasione, nonché un
ampliamento e un'agevolazione a favore del cittadino, che disporrà di un ulteriore metodo di pagamento. In concomitanza, l'associazione denuncia il rischio
che i costi ancora eccessivamente onerosi per dotarsi
degli strumenti vengano scaricati sui prezzi.
Certamente sarebbe vantaggioso per tutti i professionisti se lo Stato obbligasse le banche a ridurre le
spese di commissione sui pagamenti elettronici ma
da questo orecchio, sembra non sentire nessuno!
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DOMENICA 27 LUGLIO
4
Sebastiano Giorgi torna libero
Lo hanno etichettato come presunto appartenente alla 'ndrangheta, in particolare associato
con le consorterie che operano
nella locale di San Luca.
Eppure Sebastiano Giorgi era
fino a pochi mesi prima il sindaco, democraticamente eletto,
del paese che ha dato i natali a
Corrado Alvaro. Per assegnarli
la patente di mafioso, non certo
ambita da alcuno specie da un
professionista come l'ex amministratore, si è dovuto prima
sciogliere il comune per infiltrazioni e/o collusioni con ambienti criminosi, specie nell'accaparramento degli appalti pubblici,
sui quali vi sarebbe stato un
trust composto dalle maggiori
famiglie in odor di 'ndrangheta
di San Luca. Il 12 dicembre
dello scorso anno il dottore
Giorgi è stato arrestato su ordine del Gip distrettuale, che ha
firmato la richiesta della Dda
reggina, la c.d. “Operazione
Inganno”. A distanza di 15 giorni il tribunale del riesame di
Reggio Calabria ha accolto la
richiesta dell'avvocato Rosario
Scarfò che ha dimostrato l'estraneità dell'ex amministratore
dal presunto sodalizio criminoso ipotizzato dalla Dda, ottenendo la riqualificazione della
provvisoria imputazione in
quella di concorso esterno ad
un'associazione mafiosa. Una
sorta di favoreggiamento che
segnava un punto a favore della
tesi difensiva, che proseguiva il
difficile cammino di cercare di
restituire dignità a Sebastiano
Giorgi, che le manette gli avevano tolto e che il carcere preventivo, prima a Frosinone poi
in riva allo Stretto. Per confutare la tesi della procura antimafia l'avvocato Scarfò ha presentato documenti e atti e un'articolata memoria difensiva relativi alla vita privata e all'attività
politico-amministrativa del proprio assistito. La Cassazione,
che forse ha meno timore di
alcuni giudici verso altri, ha
dato ragione al 48enne ex sindaco annullando con rinvio per
un nuovo esame. Nelle more il
gip dispone, su richiesta dell'avvocato Scarfò, l'annullamento
della misura cautelare ordinano
l'immediata liberazione dell'ex
sindaco.
Sette mesi di carcere preventivo
e pregiudizievole, poi la libertà
ottenuta solo dopo il deposito
e il chiarimento del contenuto
di centinaia di atti e documenti
pubblici, dai quali è emersa l'estraneità
da
qualsivoglia
ambiente
criminoso
di
Sebastiano Giorgi. I tempi che
hanno scandito la vicenda dell'ex sindaco di San Luca rappresentano forse meglio di tante
considerazioni
l'emergenza
democratica di un territorio in
pratica sottoposto ad un commissariamento generale negli
enti locali e forse anche nella
quotidianità. Il 3 ottobre ci sarà
comunque la prima udienza del
rito abbreviato davanti al Gup
distrettuale.
PS. Per uno degli appalti
pubblici di San Luca, in
pratica contestato anche a
Sebastiano Giorgi, che la
Dda reggina ritiene sia
stato “accaparrato” dalla
'ndrangheta, ovvero quello
ricadente nei Pon sicurezza
e denominato “Lavori di
ristrutturazione della Casa
della legalità e della cultura
di Polsi”, il tribunale di
Locri una settimana fa ha
mandato assolti, dopo due
anni di processo, i tre
imputati con formula piena.
GIUDIZIARIA
Gli“squali”di Locri sono stati
catturati grazie a due creditori
A Roma sono chiamati “cravattari” nella Locride viene usato
un eufemismo caro allo slang
d'origine newyorkese “sharks”,
letteralmente squali. Per tutti
sono e rimangono “strozzini”,
quelli che, approfittano di un
momento di crisi specie degli
imprenditori, prestano soldi a
tassi di interesse del 10 % al
mese, che equivale a 120 %
all'anno sul capitale. Alla fine
l'usurato non riesce neanche a
restituire il prestito originario.
Invischiato nella trama dell'usuraio di turno il debitore ha due
scelte l'una rimanere sotto scacco del proprio creditore l'altra è
denunciare alla magistratura
tutto.
Grazie alla denuncia alcuni presunti cravattari di Locri sono
stati puniti dai giudici di primo e
secondo grado.
Gli “squali” di Locri sono stati
catturati nella rete degli investigatori grazie alla forza di
volontà di due creditori che
hanno deciso di denunciare e
che hanno reso una forte testimonianza davanti ai giudici del
tribunale, dove hanno confer-
mato il racconto sottoscritto
davanti ai carabinieri.
A Locri c'era persino un soggetto talmente arrogante che si
sarebbe vantato di essere “il re
degli usurai” di Locri. Un re che
è stato condannato anche dai
giudici della Corte d'appello di
Reggio Calabria per usura. Una
conferma del ruolo apicale del
soggetto che in molti ricorderanno sfrecciare sulla 106 o sul
lungomare locrese a bordo di
autovetture di grossa e rinomata cilindrata. Lo stesso che ogni
volta che si sporgeva dal finestrino faceva brillare una marca
di orologio costosa, impreziosita dall'unicità del modello.
Era talmente arrogante che, per
come si legge nella sentenza del
tribunale di Locri, gli altri presunti usurai preferivano non
aver alcun conto in sospeso con
lui. Si tratta di altri cravattari,
pur sempre strozzini o squali,
che addirittura a chi si rivolgeva
a loro lo mettevano sull'attenti
raccomandando di non aver
nulla a che fare con il “re”, che
proprio in quanto si sentiva tale
pretendeva il 20 % mensile il
doppio degli altri, il doppio in
un anno, sempre escluso il capitale.
LR
RIVIERA
IN PRIMO PIANO
L’intervista
al vescovo di Locri
«Le manifestazioni religiose pubbliche vanno purificate da incrostazioni ed espressioni
rituali che nulla hanno a che vedere con la fede. Esse sono nate come espressione
pubblica della fede ed hanno senso solo all’interno di un contesto di fede»
«Non aspettiamoci che siano altri
a risolvere i nostri problemi»
S.E. , è la prima intervista che rilascia
dopo il suo arrivo nella Locride: ci
potrebbe dire come è stata la sua esperienza da sacerdote, come e quando è
maturata la sua vocazione?
«Non è facile raccontare in breve l’esperienza di un vissuto di tanti anni. La mia
vocazione sacerdotale è maturata con gli
anni, avendo ricevuto una lunga formazione in seminario. Erano gli anni della
contestazione sessantottina quando
maturai la consapevolezza della chiamata del Signore. Mi resi conto che era più
bello contestare le mode e la vacuità
della vita, spendendomi per un ideale
alto, qual era seguire il Signore e abbracciare la scelta evangelica. Divenuto
sacerdote e completati gli studi universitari, mi sono ben presto immerso nel
lavoro pastorale. Avvertivo il bisogno
della gente di incontrare Gesù e di avere
accanto un sacerdote, amico e compagno, che indicasse loro la via dei vangelo. Ho così vissuto tantissimi anni in parrocchia, tra la gente, e cercando di
rispondere ai diversi impegni e ministeri
che la Chiesa mi affidava».
Quali aspetti devono caratterizzare la
missione di sacerdote?
«Credo che al sacerdote sia richiesto
una totale dedizione al servizio del
Vangelo e alla Chiesa. Più passano gli
anni più mi accorgo quanto il nostro
tempo abbia bisogno di Dio. Il disorientamento che spesso si nota dipende proprio da una mancanza di orientamento,
da un vuoto interiore, dalla mancanza di
riferimenti certi. Gesù ed il suo vangelo
sono una luce capace di illuminare tutta
la vita».
Oggi quali sono le priorità della Chiesa
calabrese e di quella locridea ?
«Sono tante. Individuarne una sarebbe
riduttivo. Ma penso che bisogna partire
dalle cose belle che il nostro territorio ci
offre, dalle sue peculiarità e specificità.
Le cose che non vanno sono tante ma
non basta fermarsi ad esse. Cresciamo di
più se facciamo perno da quella forza
d’animo e dallo spirito di sacrificio che
caratterizza la gente di Calabria. La storia ci dimostra che la nostra terra ha
fatto delle necessità una risorsa per risollevarsi. Certo, le problematiche sociali, a
cominciare dalla scarsità del lavoro,
delle risorse economiche e dalla grave
povertà che interessa molta parte della
società meridionale. Ma esse possono
essere superate se cresce l’impegno e la
corresponsabilità sociale, la coscienza e
l’amore per il bene comune, lo spirito di
cooperazione e solidarietà. Occorre
prendere coscienza che le povertà sociali non trovano soluzione attraverso la via
del sotterfugio, dell’illegalità e del malaffare».
Quale messaggio si sente di inviare ai
cittadini credenti e non credenti della
Locride?
«Non lasciamoci prendere dallo scoraggiamento. Sappiamo cogliere quanto di
bello la nostra terra ci offre. Non aspettiamoci dagli altri la soluzione ai nostri
problemi. Diamo sostanza alla fede che
ci è stata consegnata. Non lasciamoci
condizionare da errori passati e sforziamo di rendere la nostra fede sempre più
autentica e coerente. Tanti problemi
nascono da una fede troppo epidermica
e vissuta all’insegna di un tradizionalismo anacronistico, che nlon dice più
nulla ai nostri giovani e soprattutto che
non entusiasma più nessuno. Anzi allontana da Dio e dalla vera religiosità».
Nella Locride stanno proliferando gli
annullamenti di matrimonio operati
della “Sacra Rota”. A noi è sembra che
in molti casi questi annullamenti vengano “pilotati” dalla forza economica dei
soggetti coinvolti o interessati, aumentando in noi, la consapevolezza che il
Tribunale della Sacra Rota agisca in
maniera diseguale. Lei è consapevole
del fatto che cosi facendo si rischia di far
vacillare la credibilità del matrimonio
religioso?
«È un tema questo che merita più spazio. Avendo operato nei tribunali ecclesiastici per tantissimi anni so che avere
una dichiarazione di nullità matrimoniale non è così semplice. Posso però smentire il luogo comune che essa si ottenga
con facilità e per di più a caro prezzo. Le
spese per le cause di nullità a carico dei
fedeli sono minime, essendo sostenute
in gran parte dalle risorse interne della
chiesa. Posso dire però che ai tribunali
ecclesiastici si rivolgono fedeli già divorziati che per motivi di coscienza intendono avere chiarezza sulla propria situazione matrimoniale».
Sulle polemiche di questi giorni relative
a “processioni” varie ed a sacramenti si
sente di dire qualcosa?
«È un tema oggetto di riflessione all’interno della Conferenza Episcopale
Calabra. Certo che le manifestazioni
religiose pubbliche vanno purificate da
incrostazioni ed espressioni rituali che
nulla hanno a che vedere con la fede.
Esse sono nate come espressione pubblica della fede ed hanno senso solo
all’interno di un contesto di fede e di
preghiera». (Antonio Tassone)
SETTIMANALE
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DOMENICA 27 LUGLIO 7
Sentenza Fortugno
ELEONORA ARAGONA
Alessandro Marcianò è stato condannato in via definitiva dalla Corte di
Cassazione come mandante dell’omicidio di Francesco Fortugno. È stato
così chiuso quello che fu il 23 esimo
omicidio avvenuto nella Locride nel
2005 e il caso che ha cambiato il destino della Calabria.
La storia che ci racconta la
Cassazione è di un omicidio commissionato da Giuseppe e Alessandro
Marcianò a Salvatore Ritorto e
Domenico Audino. Un omicidio nato
tra le corsie dell’ex Asl n°9. Game
over?
Non secondo Pino Mammoliti. La
storia non si è conclusa e lui lo grida a
gran voce, portandola persino di fronte alla Corte europea. Secondo
Mammoliti l’omicidio Fortugno è
stato altro, non ha dubbi. «I miei assistiti sono innocenti».
Come fa a sostenerlo con tanta convinzione, con tanto impeto?
«Io chiedo alla Corte di Strasburgo
che sia sentito il vicequestore
Gioacchino Genchi, perché è un
uomo che conosce in profondità le
verità dietro questo omicidio. Chiedo
che siano prese in considerazione le
prove a discarico dei miei clienti. Che
siano prese in considerazione le
dichiarazioni
di
Annunziato
Zavettieri, che parla di un omicidio
maturato negli ambienti reggini e non
nella Locride. Che la nota del maresciallo Grasso, una nota che descrive
in modo millimetrico le dinamiche, i
mandanti e le ragioni di questo omicidio, sia recuperata dal fascicolo seppellito al Tribunale di Reggio. Che
siano prese in considerazione le
dichiarazioni di Chiefari o di
Consolato Franco, uomini delle forze
dell’ordine che hanno fornito diverse
versioni di questo delitto».
Sembra quasi un detective, gli manca
solo l’impermeabile, mentre mi elenca i possibili scenari e le piste che
potrebbero aver portato all’omicidio
Fortugno. È molto sicuro l’avvocato e
ribatte ancora una volta sull’innocenza dei Marcianò, quasi in maniera
compulsiva: «è giusto individuare
mandanti, responsabili ed esecutori
dell’omicidio, ma è giusto che non
siano due trovati a caso a dover pagare un tributo che è una tortura a vita».
Per molti l’omicidio Fortugno, viste le
modalità con cui è avvenuto, è stato
un messaggio forte, un delitto plateale, quasi un’esecuzione. La vedova,
Maria Grazia Laganà insieme alla sua
famiglia, ha per lungo tempo chiesto
di indagare a fondo su questo delitto
e di cercare mandanti nella famigerata zona grigia. Ancora nel 2011,
Marcianò era già stato arrestato nel
2006, la vedova affermava: «Si indaghi ancora e in ogni direzione. Non ci
Per la vedova Laganà
giustizia è fatta.
Ma Marcianò
vola a Strasburgo
Pino Mammoliti ricorre alla Corte
europea, accusa il casato Laganàe
pone dubbi sulla versione del delitto
fornita dalle forze dell'ordine. In
particolare attacca la vedova Fortugno e
il carrierismo dei professionisti antimafia
si fermi sulla soglia della zona grigia.
È un passo in avanti e nelle inchieste
va fatto, anche se capisco il rischio di
restare isolati o delegittimati».
Mentre all’indomani della sentenza
della Corte di Cassazione ha dichiarato: «Dopo nove anni è stata scritta
l’ultima pagina del processo ai
responsabili dell’omicidio di mio
marito. La sentenza di ieri della Corte
di Cassazione ci consegna finalmente
una verità che non abbiamo mai
smesso di cercare, invocando giustizia
nei confronti dei responsabili di un
atto di barbarie che ha sconvolto la
mia famiglia e inferto alla democrazia
del nostro Paese una delle più profonde e sanguinose ferite della sua storia».
Mammoliti non si risparmia neanche
su questa lieve incongruenza della
Laganà. Anzi è un fiume in piena.
«La vedova Laganà-Fortugno ha
avuto un solo interesse, oltre al dolore legittimo». Quale? «Quello di non
disperdere il patrimonio politico di
casa Laganà e in questo è riuscita perfettamente. Tant’è che lei ad ogni vigilia di elezione, ad ogni convocazione
istituzionale rispolvera questo dramma per poter avere una chance in più
di mantenimento politico». E rincara
anche la dose «In questo processo
non sono mai state indagate le vicende parallele alle retrovie, alla miscellanea che caratterizza il casato
Laganà a Locri». Perché lo definisce
Casato? «Perché noi siamo di fronte a
un immobilismo istituzionale che
nasce da una penosa solidarietà istituzionale. Per me se fosse lucido Ciampi
e non credo lo sia, se fosse lucido
Romano Prodi e non credo lo sia, se
fossero lucidi gli investigatori e non
credo lo siano, non avrebbero fatto
pellegrinaggio presso casa Laganà
prima ancora di sapere la vera trama,
il vero movente, i veri mandanti e le
cause alternative a plausibili all’ipotesi inizialmente». Avvocato l’argomento è delicato e le accuse sono pesanti,
c’è bisogno di essere chiari, comprensibili. Non siamo in tribunale. Si spieghi. «Se avessero saputo che questa
era una che faceva truffe all’Asl non
avrebbero certo fatto ciò che hanno
fatto». Mammoliti si riferisce alla con-
danna a due anni di reclusione, pena
sospesa, inflitta dal Tribunale di Locri
in primo grado per truffa, falso e
abuso.
Il suo giudizio perché è così duro?
«Vede la prima donna che si è costituita parte civile in un processo di
ndrangheta serio, Primavera 1 a
Locri, contro i Cataldo, contro i Cordì
e contro gli Zucco, per altro suoi
nipoti, è stata Mariella Crisafio. Si è
costituita senza il clamore della cronaca e senza le luci della ribalta.
Un’altra è stata Liliana Carbone.
Sono due donne che hanno cercato
giustizia non soluzioni alternative.
Nel codice genetico di casa Laganà
invece il gene prevalente è quello del
potere e in questo caso, come in altri,
ha preso il sopravvento».
Paradossalmente dal suo discorso
sembra che stia dicendo che alla
vedova non interessa più indagare
quella zona grigia? «Non so, però
quello che è certo è che nel processo
non è mai stato sentito Mario Laganà,
che all’epoca era revisore dei conti
presso l’ospedale di Locri. Poteva
essere un riferimento importante, ma
è rimasta una strada inverificata.
Secondo me quelle che stiamo ponendo sono tutte domande degne di un
supplemento di indagine. Anche da
parte della Commissione antimafia».
Anche la Laganà fa parte di questa
commissione ed è la vedova. Lei ha
dichiarato che giustizia è fatta... «Per
me no. Anzi. Rispetto alla posizione
dei due Marcianò ci sono almeno due
elementi di novità che non possono
essere ignorati». L’avvocato si riferisce
ad un’intercettazione e alla ritrattazione della testimonianza di un ristoratore di Mammola. Secondo questi
nuovi elementi Giuseppe Marcianò
non poteva trovarsi sul luogo dell’omicidio».
Ma i Marcianò sono accusati di essere i mandanti dell’omicidio quindi la
loro presenza fisica sul luogo del
delitto non è necessaria? «Vede la
posizione di Giuseppe Marcianò è
cambiata nel corso del processosostiene Mammoliti-. Prima è stato
accusato di essere l’esecutore, poi è
stato identificato come ideatore, infine come mandante. Ma gli stessi collaboratori di giustizia, Domenico
Novella e Bruno Piccolo [ndr.], hanno
sempre
indicato
Alessandro
Marcianò come mandante. La
Procura e la Polizia hanno modificato
la posizione di Marcianò junior all’abbisogna. Mentre per quanto riguarda
le posizioni del padre, l’argomento a
supporto della sua innocenza è l’insufficienza di prove che già portò nel
2012 ad annullare la condanna. Non
possono essere sufficienti tre tentativi
di contatto telefonico tra Marcianò e
Salvatore Ritorto ».
RIVIERA
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POLITICA
SENTENZARECUPERO/ BENECOMUNE
Il garantismo
non è una
scelta ma un
dovere
ILARIO AMMENDOLIA
Personalmente non sono “innocentista”,
sono un garantista convinto. Sempre e
con chiunque.
L'ex sindaco di Siderno, ingegner Sandro
Figliomeni è stato condannato a 12 anni
di carcere, Rocco Femia, già sindaco di
Marina di Gioiosa a 10. Si trovano in
carcere l'ex consigliere regionale Cosimo
Cherubino, l'ex assessore provinciale
Rocco Agrippo, l'ex sindaco di S. Luca
Sebastiano Giorgi ed un suo assessore.
Inoltre una quarantina tra ex ed attuali
consiglieri regionali, ex sindaci, consiglieri
comunali ed assessori sono indiziati di
aver intrattenuto rapporti con la
ndrangheta. Una decina di Comuni sono
stati sciolti per infiltrazione mafiosa mentre in due opera la commissione di accesso. Spesso, parliamo di reati associativi
quindi con confini molto labili .
Questa è la Locride.Bisogna spostarsi in
Afghanistan o in Birmania per trovare
una situazione analoga.
Premetto ancora: i miei rapporti con le
persone citate sono state di mera
conoscenza istituzionale ma mi indigna il
silenzio di quanti li hanno votati,li hanno
candidati e sostenuti, hanno amministrato
con loro ed insieme a loro e adesso fanno
finta di non conoscerli. La viltà e l'omertà
sono due facce della stessa medaglia. Noi
siamo di altra pasta ed appartiamo ad
altra storia.
Nei giorni scorsi s'è concluso il processo
“Recupero bene comune”. La sentenza
del tribunale non ha avuto lo stesso clamore mediatico degli arresti. Non pretendo
di giudicare la sentenza non avrei né titoli
, né le capacità. Mi limito ad alcune osservazioni:
Su 55 imputati , ben 27 sono stati assolti
(49,3%) Molti di loro erano in stato di
detenzione da circa quattro anni: millecinquecento giorni di carcere anni da
innocenti. Non credo ci sia bisogno di
alcun commento.
Tra i condannati alcuni hanno avuto una
pena inferiore al tempo trascorso già
trascorso in carcere.
Tralascio ogni considerazione di carattere
umanitario, mi limito a sottolineare che
per tutti costoro, se le sentenze verranno
confermate, lo Stato pagherà milioni di
euro per ingiusta detenzione.
Fondi tolti alla prevenzione, alla occupazione, all'istruzione, allo sviluppo della
Calabria e dell'Italia.
Infine se una persona trascorre in carcere
quattro anni da innocente il rapporto con
lo Stato e con la società sarà gravemente
compromesso. Infatti è molto probabile
che la ndrangheta eserciterà su l'ex
detenuto una autorevolezza pari all'ostilità maturata in carcere nei confronti dello
Stato. Infine è molto frequente che i rapporti stretti nelle galere continueranno
anche dopo la liberazione.
Così una operazione concepita per
L’intervento
Regionali calabresi
DOMENICA 27 LUGLIO
8
Il presidente dell'Associazione dei comuni è preoccupato
che i leader politici usino come sempre le elezioni
regionali di novembre per regalare poltrone ai
fedelissimi o per sistemare politici di carriera
Peppe Strangio: «Non possiamo
continuare a vivere in ginocchio»
Giuseppe
Strangio,
presidente
dell’Associazione dei comuni, ha deciso
di alzarsi e di non continuare a stare nell’ombra. Vuole mandare un messaggio
forte e senza mezzi termini attacca
Governo e leader politici che stanno
ignorando le elezioni politiche calabresi
per poi preparare la solita tavola apparecchiata agli elettori.
Cosa sta accadendo signor Presidente
in questo inizio di campagna elettorale
in Calabria?
«Il silenzio, per non dire l’indifferenza,
che i partiti politici stanno riservando
alle elezioni regionali calabresi del prossimo novembre è a dir poco preoccupante. Dietro a questo silenzio infatti si
può leggere il fatto che la Calabria da un
punto di vista elettorale non ha grande
importanza nel panorama nazionale e
che potrebbero anche decidere di
abbandonarla a se stessa. Questo è un
fatto gravissimo. Io ritengo che bisognerebbe fare un richiamo a tutti i leader
dei partiti nazionali. Chiedergli che si
occupino non solo della scelta delle
persone da presentare come futuri
governatori della Regione, ma chiedergli che queste persone siano selezionate secondo dei requisiti nuovi. Che siano
persone competenti, lontane dalle logiche di potentati, e che siano di specchiata moralità. Io chiedo che non siano
invece candidate persone lontane dalla
Calabria, persone con mille incarichi e
che non possono portare una svolta in
questa regione».
reprimere la ndrangheta finisce oggettivamente per rafforzarla.
Sono state rispettate le garanzie costituzionali?
È la sentenza stessa a dirci di no.
John Gotti, capo della mafia americana,
s'è presentato al processo da uomo
libero. È stato condannato ed è morto in
carcere.
Al Capone, il più pericoloso tra i gangster americani, ha assistito al suo processo da imputato seduto accanto al suo
avvocato e godendo dei suoi diritti di cittadino americano sino al momento
della condanna.
Sarà un caso ma la mafia americana è
stata debellata quella italiana è diventata più forte.
Non può essere un “giusto processo” se
l'imputato è rinchiuso in carcere da anni
e l'accusa ha mezzi e tempo per ricercare prove per la sua condanna.
I giudici dovrebbero maturare i loro
convincimenti in dibattimento, attraverso un libero confronto tra accusa e difesa messi sullo stesso piano.
Novità, distacco dal passato, svecchiamento della politica. Sono slogan che
spesso si sentono parlando con i politici. Ma cosa chiedete in concreto per il
futuro della Calabria?
«Ormai dal Governo non riceviamo più
supporto e aiuto, solo repressione e
manganellate. Invece servirebbe una
politica diversa, servirebbe una programmazione seria, una capacità di
gestione e una trasparenza che finora
sono mancate a tutte le parti politiche
che si sono avvicendate alla guida della
Regione. È necessaria una guida salda,
indipendente, affidabile competente e
che programmi finalmente la crescita
calabrese, perché gli ultimi governi
regionali sono stati disastrosi, si pensi
solo ai fondi comunitari persi e non
spesi, ai mille progettino finanziati e
In questo, come in altri processi, soprattutto in Calabria, l'accusa è stata libera
di cercare le prove contro gli imputati
disponendo dell'immenso apparato
repressivo. L'imputato è stato in carcere.
Ripeto: è un giusto processo? No! Così
si condiziona e si manomette il processo
stesso! È una sfida tra un gigante armato e un uomo ammanettato ed esposto
in gabbia.
Questi metodi orrendi valgono soprattutto in Calabria, o comunque nel Sud.
Gli imputati del processo Mose, che
hanno mosso una mole di denaro superiore a quello di mille cosche assisteranno al loro processo in un regime di libertà. Lo stesso succede a Milano per
l'inchiesta su l'Expo 2000. Berlusconi
aveva sulle spalle sette anni di carcere.
Oggi è stato assolto ma s'è potuto
difendere da uomo libero.
Una procedura sostanzialmente e formalmente corretta.
La legislazione straordinaria è adottata
soprattutto al Sud. Proprio per questo,
oggi come ieri, il garantismo è parte
non portati a termine».
Quando parla di guida salda, indipendente e competente continua nella sua
critica a chi finora ha occupato la poltrona di governatore della Regione e a
chi li ha candidati…
«Le elezioni regionali calabresi non possono continuare a rappresentare solo
una poltrona a cui candidare un fedelissimo o qualcuno da “premiare” o qualche politico di carriera da sistemare
com’è stato finora. Noi non siamo solo
un territorio portatore di voti, abbiamo
bisogno che la politica si interessi al
nostro sviluppo, alla nostra crescita.
Non possiamo rischiare, noi come regione Calabria e l’Italia come nazione, che
queste elezioni si traducano nella solita
sfilata sterile. Devono portare un’inversione di tendenza, un cambiamento di
passo. E dobbiamo essere liberi di scegliere i nostri candidati invece di trovarci ad andare a votare per il candidato A
o B, scelto e preordinato da leader lontani e disinteressati».
Come crede sia possibile ottenere questo cambiamento?
«Per poter fare questo c’è bisogno che
queste elezioni segnino un punto di
svolta, occorre che i leader nazionali
cambino atteggiamento nei confronti di
queste elezioni regionali e le prendano
sul serio.Anche perché la Locride è la
maglia nera della Calabria e la Calabria
è una delle regioni in forte ritardo della
nazione. Se si riesce a risollevare le sorti
della Calabria, creando sviluppo, por-
della questione meridionale e, in linea
storica, è patrimonio del movimento
democratico anche se una parte della
sinistra lo rinnega per miopia, convenienza e cinismo.
Si dirà che i magistrati non si divertono
ad arrestare le persone. Certamente è
vero. Un magistrato serio, preparato,
maturo, umano non arresta una persona se non in caso di assoluta e conclamata necessità. Spesso lo fa con sofferenza. Tuttavia non si può negare che
molti magistrati, soprattutto tra coloro
che sono alla spasmodica ricerca di pubblicità, provano un forsennato brio nel
privare una persona della libertà.
Avvertono un perverso godimento perché sentono nelle loro mani un potere
straordinario, a volte di vita o di morte
che li rende diversi dai comuni mortali.
È il delirio di onnipotenza del potere
quando questo non viene bilanciato da
regole, contrappesi e sanzioni che, in
questi casi, non esistono.
La sentenza “Recupero bene comune”
ci conferma che la carcerazione preven-
tando trasparenza e competenze si riuscirà probabilmente a risollevare l’Italia.
Ne sono convinto. Se invece si continuerà a dare incarichi per meriti politici, se si continuerà a ragionare per vecchi schemi non abbiamo speranze».
Quali sono i problemi su cui si vedrà se
effettivamente ci sarà voglia di cambiare l’atteggiamento verso la Calabria?
«Uno dei problemi principali da affrontare sarà sicuramente quello della nomina del prossimo commissario alla Sanità
in Calabria. La sanità rappresenta il
70% del bilancio regionale quindi sarà
sul quel terreno che si capirà se effettivamente il Governo Renzi e i partiti
avranno intenzione di pensare allo sviluppo di questa Regione. O se la politica di cambiamento che tanto va decantando Renzi vale solo per certe regioni.
E sui fondi Pisl invece ho una proposta:
invece di continuare a finanziare micro
interventi, piste ciclabili, verde pubblico,
concentriamo questi soldi su un’unica
opera che da anni frena lo sviluppo, la
statale 106».
In definitiva cosa chiede?
«Io chiedo che ci siano date risposte e
non che i leader ci presentino il solito
tavolo apparecchiato a cui sederci come
comparse. I cittadini sono stanchi di
questa situazione, sono stremati dalle
tasse, sono senza lavoro e senza prospettive. Non si può più pensare di fare
politica come è stata fatta finora in
Calabria».
e.a.
tiva quando, come in questi caso, si protrae per anni è una barbarie ed è
dimostrazione che non si può parlare di
“giusto processo” quando una delle
parti è messa in condizioni di non potersi adeguatamente difendere.
In appello l'inchiesta potrebbe essere
ancora ridimensionata.
Chi è garantista non si sente un sindacalista della 'ndrangheta, né dei fuorilegge ma erede di quanti hanno combattuto per la libertà, la democrazia e la
Costituzione. Ripeto, io sono garantista,
non innocentista. Difendo un patrimonio di valori che è costato sangue,
carcere, lotte e che oggi viene messo in
seria discussione.
Infine è bene che si abbia l'assoluta consapevolezza che la lotta alla ndrangheta
non può essere vinta se non da uno
Stato giusto e che nessuna emergenza
può costringere lo Stato ad abbassarsi ai
livelli delle organizzazioni criminali che
è chiamato a combattere.
Quando questo succede è la fine della
civiltà.
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ATTUALITÀ
DOMENICA 27 LUGLIO
10
L'impresa nell'impresa di Renato Audino
S
Attraverso questo sidernese doc, la gente del Po c'ha mandato un messaggio: Siderno Risorgi!
eicento chilometri, da Torino al Delta del Po. Un tour di
nove tappe con canoa e mountain- bike bucando quella nebbia che sa di violetta. Dal 9 al 23 giugno Renato Audino,
sidernese doc trapiantato in Piemonte, ha navigato e pedalato
lungo uno dei percorsi naturalistici più affascinanti e difficili del
vecchio continente con la scritta “Siderno Risorgi” sulla bandiera
e nel cuore. “Siderno Risorgi” è stata issata in ogni piazza, da
quelle piemontesi del Barolo servito in bottiglioni da tre litri, a
quelle emiliani dove il vino diventa aceto balsamico, fino a quelle
venete che sfociano nella grappa.
Siderno Risorgi, ha ormeggiato, tra il verde, il bianco e il rosso
lungo quegli argini massacrati da esondazioni itineranti, ogni anno
e a ripetizione; tra quella gente di nordica concretezza, di laboriosità, fatica e sudore che ogni volta reagisce alle calamità naturali
diventando più forte e concreta di prima.
No Tav, Siderno Risorgi.
Sì, da quei posti dove i tajerin (tagliolini) più leggeri al mondo si
fanno con uova di gallina nera, passando nella pianura di tortellini che si sentono nella gola e anche nel naso e sfociando nei bacini salmastri dove le anguille si amalgamano con la polenta, attraverso Renato Audino, la gente del venerabile Po, ha sposato un
messaggio: “Siderno Risorgi”.
Sindaci, amministratori, imprenditori, preti, associazioni e intere
comunità di un territorio ampio che ha dato ospitalità a un sider-
nese, che sanno rimboccarsi le maniche, ci chiedono dignità, senso
di appartenenza, fiducia nelle nostre forze, sangue nelle vene, e ci
aggiungono, salutandoci, una stima post datata.
Da dieci giorni Renato Audino scivola con l'inseparabile canoa,
facendo rotta con i baffi, lungo il nostro e il suo Jonio, dove l'odore di gelsomino si mischia a quello delle schiume marine, ma
anche con lungomare massacrato, con le sue macerie e con la sua
gente che invece di reagire diventa essa stessa un detrito che sa
solo mugugnare e dare colpe. Dall'urgano di febbraio a oggi tutti
aspettano la manna dal cielo, dilettandosi con le sagre delle giustificazioni.
Qui la calamità è mentale. (e.m.)
Siderno: la sezione d'Appello della
Corte dei Conti conferma il danno
erariale per Catalano, Bava, Panetta
e Barranca. Assolti Errigo e Bellini
L
a Corte dei Conti, sezione giurisdizionale centrale d'Appello di Roma, nei giorni scorsi, ha di
fatto messo la parola fine ad una procedura
espropriativa che si è protratta nel tempo e che ha
visto coinvolti alcuni autorevoli esponenti della politica sidernese degli anni 80 . Sembra utile per i nostri
lettori ricordare la vicenda. Stiamo parlando di una
procedura espropriativa costata parecchi quattrini al
Comune di Siderno. Dopo il primo grado di giudizio,
la Corte dei Conti aveva riconosciuto responsabili per
danno erariale il Sindaco del tempo, Paolo Catalano
nonchè gli assessori ai lavori pubblici del tempo:
Aristide Bava, l'ing. Domenico Barranca e l'Ing.
Domenico Panetta. Assolti, invece, i responsabili dell'ufficio tecnico comunale (Vincenzo Errigo e
Antonio Bellini). A seguito di quella sentenza,
erano stati presentati dai legali dei soggetti interessati
e dalla Procura Generale , una serie di ricorsi presso
la sezione giurisdizionale centrale d'Appello di
Roma. Nei giorni scorsi, i giudici chiamati in Appello
a doversi esprimere, hanno deciso di riunire i ricorsi
dichiarando inammissibile per intempestività l'appello proposto da Domenico Panetta, estinto per abbandono quello di Aristide Bava, così come è stato anche
dichiarato estinto quello proposto dalla Procura generale nei confronti degli stessi Catalano, Bava,
Barranca e Panetta. Respinto l'appello sempre presentato dalla Procura Generale nei confronti di
Antonio Bellini e Vincenzo Errigo. Condannato
Panetta Domenico alle spese di giustizia.
Ricordiamo che in primo grado la Corte dei Conti
aveva ritenuto di dover ripartire il danno in ragione
del 60% dell'importo complessivo a carico del sindaco ( euro 179.473,00) ed il 40% a carico degli assessori ai lavori pubblici (119.648,00) così distribuiti: in
proporzione al periodo di carica (18 mesi dal marzo
1988 al settembre 1989, data di consegna del bene
pubblico) euro 70.218,00 a Catalano. In proporzione
al periodo del proprio mandato (novembre 1995,
data di occupazione legittima, fino al marzo 1988, 28
mesi circa) euro 74.224,00 a Bava. In proporzione al
periodo del proprio mandato (marzo 1988-luglio
1988, 4 mesi circa) euro 10.632,00 a Barranca. In proporzione al periodo del proprio mandato (luglio
1988- fino al settembre 1989, 13 mesi circa) euro
34.554.00 a Panetta. Tutti importi maggiorati della
rivalutazione monetaria dalla data della domanda
giudiziale a quelle della pubblicazione della sentenza
e degli interessi legali da quest'ultima data fino al soddisfo. Si è così appurato che all'epoca dei fatti in
materia di espropriazione per pubblica utilità spettava al Sindaco il compito di impartire direttive e di vigilare sull'apparato amministrativo al fine di definire il
procedimento tempestivamente. Al Sindaco stesso, si
leggeva nell'originaria sentenza, andava ascritta la
grave colpevolezza della condotta “ove si consideri
che normale diligenza avrebbe indotto lo stesso ad
assumere preventiva cognizione dello stato del procedimento espropriativo in corso e di adoperarsi”.
Oltre al Sindaco, anche gli assessori con delega ai
lavori pubblici (Bava, Barranca, Panetta) erano
riconosciuti responsabili nella vicenda e si osservava
“che le dissertazioni espresse con riferimento alla
responsabilità del sindaco non escludevano che
anche agli assessori ai lavori pubblici , proprio in
ragione del peculiare settore da essi diretto, spettasse
il compito di amministrare e coordinare le funzioni
finalizzate alla realizzazione delle opere pubbliche. In
qualità di responsabili dell'apparato burocratico relativo a detto settore avevano giocoforza l'obbligo di
conoscere anche lo stato dei procedimenti espropriativi diretti all'esecuzione delle opere pubbliche al fine
di riferire e comunicare al Sindaco le eventuali questioni che potessero ostacolarne la definizione..i loro
comportamenti venivano in risalto per una incomprensibile inerzia. Sono usciti assolti dalla vicenda i
responsabili dell'ufficio tecnico comunale Bellini ed
Errigo in quanto la Corte dei Conti ha ritenuto che
essi non avessero specifiche, comprovate, mansioni in
materia di espropri, spettanti al Sindaco ed agli assessori.
Antonio Tassone
R
occella si sta preparando per un evento più unico che raro. Il 1 agosto
il Teatro al Castello sarà la cornice esclusiva di una rassegna che vedrà
l'alterarsi in scena delle più importanti realtà di danza della provincia.
Andiamo per ordine: da Soverato la New Exedra di Janaina De Oliveira direzione artistica Giusy Fiorenza, da Roccella La Scuola di Danza Tersicoree di
Lidia Strangio e la Danze Orientali di Valentina Montoro, da Siderno La
A.S.D. Danza Dionisos di Ivana Sanci e la Scuola di Danza di Stefano Infusino,
da Ardore la Scuola di Danza di Mary Varacalli, da Bovalino la New Fitness di
Renata Galea, da Bianco la A JO D Associazione Jonica Danzatori di Natale
Nucera, da Brancaleone la Scuola di Danza diretta da Alessia Sgambelluri,
infine da Reggio Calabria la Dance Time diretta da Sergio Frangipane e
l'Associazione Balletto Petrouchka di Rosalba Carneri. Presentati da Amedeo
Baraldi Innovazione, varietà dei generi e degli stili sono i punti di forza del
Festival: uno spettacolo di grande valore per la pluralità di talenti che si esibiranno: danza contemporanea, contact improvisation, neoclassica, teatro
gestuale, danza di ricerca, hip hop sperimentale, repertorio rivisitato in chiave
contemporanea, ma anche jazz, balletto puro e musical, insomma non mancherà nulla del panorama attuale dell'arte tersicorea. Gli organizzatori, supportati dal Comune di Roccella, dall'International Dance Association, dalla
Federazione Italiana Danza Sportiva da Radio Siderno la Cometa, da Pigreco
Communication srl agenzia di comunicazione pubblicitaria, e da Riviera settimanale provinciale d'informazione, sono certi che l'evento diverrà un appuntamento estivo fisso in crescita, che già a partire dal prossimo anno sarà ulteriormente arricchito con sessioni di stage, convegni e confronti che non coinvolgeranno solo il palco. D'altronde ogni sforzo profuso è come sempre mosso da
una passione senza tempo, né geografia, né età: la danza.
Pamela Albanese
SUMMER
Guerra fresca
LIDIA ZITARA
“L'italiano medio non ama gli alberi” è un
luogo comune, ma è anche vero. Ne potrei
fornire diretta testimonianza, ma nonostante
l'odio per gli alberi, l'italiano medio ama moltissimo l'ombra.
Specie quando è estate.
Specie quando deve parcheggiare.
Dopo aver tutto l'anno attuato strategie più
o meno diplomatiche, che passano dal
biglietto da visita di un giardiniere ad un'offerta di aiuto nel trovare una persona “in
gamba, che le farà un bel lavoretto senza
spenderci troppo”, a minacce, a reprimende
Pillole
Naturopatiche
A cura di:
Patrizia Pellegrini
Naturopata Bioterapia Nutrizionale®
Presidente Associazione Culturale Tone
www.associazione-tone.it
[email protected]
NATUROPATIA,
ALIMENTAZIONE
E FERTILITÀ
Nutrirsi è portare l'alimento nel
corpo, fertilità è portare la vita
in un seme. È molto frequente
che arrivino all'attenzione di
noi Naturopati coppie “apparentemente infertili” , dove l'approccio diagnostico non ha evidenziato problematiche funzionali ma persiste il sintomo o
la difficoltà di una funzione. Mi
capita frequentemente che, colleghi ginecologi, valutata la
coppia nel loro insieme consigliano una consulenza naturopatica. La richiesta parte solitamente dalla figura femminile
della coppia che arriva da noi
sconfortata , impaurita, quasi
sconfitta dall'idea che questa sia
“l'ultima spiaggia”.
L'esperienza e la pratica attraverso
la
Bioterapia
Nutrizionale® ci permette di
valutare costantemente la
valenza
dell'alimentazione
quando gli alimenti opportunatamente selezionati nella
composizione della sequenza
dei pasti tengano conto delle
caratteristiche costituzionali e
neuro-endocrine del soggetto
in trattamento. Il trattamento
alimentare combinato nel
riequilibrare i parametri
biochimici e fisiologici dei due
partner, ci da risultati incoraggianti.
Consideriamo per prima cosa
la Tossicità Alimentare che
potrebbe intervenire già nella
fase adolescenziale: sia l'uomo
che la donna sono chiamati ad
un compito evolutivo fondamentale, quello di entrare progressivamente nell'età adulta.
Non sottovalutabili in questa
fase i profondi cambiamenti
morfologici, funzionali e psichici che includono lo sviluppo dei
caratteri sessuali secondari.
Nell'ultimo secolo e mezzo nei
paesi economicamente sviluppati si è assistito ad un anticipo
progressivo della pubertà spiegabile sulla base di diversi elementi come il maggior apporto
calorico-proteico alimentare,
che favoriscono con il tempo
una tendenza al sovrappeso
infantile; miglior condizioni
igienico-sanitarie con minor
incidenza di patologie infantili;
il contesto psicologico e i modelli comportamentali, fortemente sessualizzati; l'attività
fisica particolarmente intensa;
anoressia; denutrizione…
sull'uscio di casa, il vicino, in estate trova
finalmente una olimpica pace al suo odio per
i rami che sporgono. Perché sotto può piazzarci la macchina. Chi ha un giardino che
faccia ombra all'asfalto bollente lo sa: tutti i
vicini si fiondano a parcheggiarci sotto, occupando ogni centimetro utile. Ognuno ha un
suo stile: c'è chi lo fa con la grazia di una ballerina, prendendosi più spazio del giusto, e
uscendo dall'auto come una modella. C'è chi
lo fa in maniera arrogante, piazzando l'auto
esattamente davanti al cancello di casa,
costringendo chi ci abita a fare chilometri per
portare le buste della spesa e le bottiglie d'acqua. C'è l' “imbucato” che trova mezzo spazio libero e ci si infila di prua, con una ruota
sul marciapiede, lasciando la poppa dell'auto
in mezzo alla strada. C'è poi chi lo fa al
risparmio, riuscendo ad incastrare la macchina in spazi angusti, al millimetro, accanto ad
altre macchine, laddove sarebbe sembrato
impensabile. Ovviamente questo provocherà qualche disagio all'auto precedente e a
quella successiva, che probabilmente non
riusciranno a disincagliarsi, ma ciò non
CAIPIRINHA
Mai Tai
La caipirinha è un
cocktail brasiliano a
base di cachaça, lime,
zucchero bianco e
ghiaccio. Il suo nome
deriva dal diminutivo
della parola brasiliana
caipira, usato per indicare gli abitanti delle
zone rurali e remote
dello stato.
Maita’i è una parola tahitiana che
significa “buono”. Il
nome del cocktail
è tuttavia reso con
due parole, a volte
unite da un trattino o con l’iniziale
maiuscola.
Secondo Victor J.
Bergeron del
Trader Vic’s, il cocktail fu servito in
occasione della
visita di alcuni
amici da Tahiti.
Una di loro, Carrie
Guild, dopo averlo
assaggiato
esclamò: “Maita’i
roa ae!” (“molto
buono!”), da cui
deriva il nome.
GIN FIZZ AL MIRTILLO
Un long drink rinfrescante nato come
variante del gin tonic, creato a sua volta
dagli ufficiali della Marina Inglese per combattere la febbre, grazie alla vitamina C
contenuta nel succo di limone. Al ritorno in
patria i militari continuarono a miscelare il
gin con il succo di limone, modificando nel
corso del tempo gli ingredienti e aggiungendoci la soda water.
DAIQUIRI FROZEN ALLA
FRAGOLA
Il Daiquiri o Daiquirì è
un sour cocktail di origini caraibiche a base di
rum bianco, succo di lime e
sciroppo di zucchero di canna.
È servito principalmente in un
bicchiere da cocktail, che può
variare nel caso di variazioni fruttate.
conta: anche lui ha avuto il suo spazio a fresco dell'ombra.
Alcuni arrivano da strade limitrofe per parcheggiarti sotto il muso: è una sorta di guerra fredda a chi si accaparra il posto migliore.
Chi arriva tardi è costretto a parcheggiare
sotto casa dei vicini, di solito delle scatole di
cemento armato con un balcone -forse- in
pieno sole.
Non mi ero mai resa conto che la mia piccola casa potesse avere questa forma di attrattiva e la speciale qualità di attirare i cacciatori d'ombra. Ma solo d'estate: nelle altre stagioni è tutto un “signora, le more cadono per
terra, signora si scivola”, “guardi che deve
tagliare le rose perché non sono ad altezza
regolamentare”, “signora qui è l'ENEL, il
glicine che cresce nel vostro giardino potrebbe arrampicarsi sul filo e strapparlo”.
Nessuna concessione -non dico al disordine
- ma alla vita. Siamo così abituati a controllare la natura che pensiamo che essa possa,
anzi debba, svilupparsi secondo i limiti, le
regole, i canoni, e le limitazioni che noi le
imponiamo.
PIÑA
COLADA
Drink dolcissimo a
base di ananas
pestata (come suggerisce il nome stesso in lingua spagnola), latte di cocco e
rum chiaro.
Dissetante e gustosa,
la Piña Colada è uno
dei cocktail esotici
per antonomasia. A
chi ne desidera
una versione
analcolica,
altrettanto
buona, si consiglia di togliere il rum.
MOJITO ALLA LIQUIRIZIA
Il Mojito è un famoso cocktail (long drink)
alcolico di origine cubana, a base di rum
bianco e profumato con foglie di menta
pestate assieme a zucchero di
canna e succo di lime, ingredienti
a cui vanno aggiunti dell’angostura, ghiaccio e soda. Sembra che
il nome Mojito derivi dal termine
voodoo Mojo (incantesimo). La
versione con il liquore alla liquirizia che vi proponiamo è ancora
più golosa!
10
coc
più co
I
dell
Il sesto Festival Nazionale Teatro Magna Grecia
La sesta edizione del Festival Nazionale di Teatro
della Magna Grecia è stata organizzata grazie al
patrocinio dei comuni di Locri, Gioiosa Jonica e
Marina di Gioiosa Jonica. E questa è la prima
novità di questa manifestazione. Durante la
Conferenza stampa di presentazione svoltasi
presso il comune di Locri i tre sindaci e l'assessore alla cultura del comune di Locri, Anna Sofia,
hanno sottolineato l'importanza della manifestazione e il loro supporto e appoggio nei confronti
dell'organizzazione. Quello del Magna Grecia è
sempre stato infatti una delle punte di diamante
dell'estate culturale e teatrale della Locride.
Il direttore artistico del Festival, Domenico
Pantano del Centro Teatrale Meridionale, ha
messo in evidenza i cambiamenti di questa sesta
edizione dovuti principalmente alla mancanza
del patrocinio della Regione: «La Regione godeva di un finanziamento europeo, quindi aveva la
possibilità di offrire spettacoli anche gratuiti.
Oggi è differente, sia perché il “Magna Grecia
Teatro” non esiste più, sia perché noi non abbiamo questa possibilità di finanziamento.
L'edizione di quest'anno prevede dieci spettacoli,
con prima data giorno 1 agosto a Marina di
Gioiosa Jonica.
A Locri il primo appuntamento sarà per il 5 ago-
CAIPIROSKA
AL KIWI
Una bevanda leggera e
rinfrescante: una
variante della caipiroska perfetta per un
cocktail tra amici. Al
posto dell’acqua frizzante si può usare
anche l’acqua tonica.
0
cktail
ool
MOSCOW
MULE
Questo cocktail è il
risultato di una felice
scoperta a due fatta
nel 1941, quando un
dipendente di una
ditta produttrice di
bevande analcoliche e
il proprietario di un bar
di Los Angeles dovettero trovare una soluzione sull’utilizzo di
un’eccedenza di scorte
di ginger.
sto presso il Tempio di Marasà. Tra gli artisti che
prenderanno parte al Festival, ricordo
Martufello, Gabriele Cirilli, Ornella Muti,
Corrado Tedeschi. Inoltre ci sarà uno spettacolo
del Magistrato Cosentino, dal titolo “Eva non è
ancora nata”. Infine, sono previsti due spettacoli
per famiglie con i burattini».
TEQUILA
SUNRISE
Il tequila sunrise (sole
nascente) è un long
drink dissetante e
alcolico, che può
essere consumato a
tutte le ore. Ha una
base alcolica di tequila
(distillato dell’agave,
pianta messicana) alla
quale va aggiunto
succo di arancia bionda e uno spruzzo di
sciroppo di granatina
per creare l’effetto cromatico dell’alba. Il
cocktail è nato negli
anni ’50 in Messico per
accogliere e dare il
benvenuto ai turisti
che arrivavano nelle
allora nascenti Cancun
e Acapulco.
APPLE MARTINI
Un cocktail tipicamente newyorkese, perfetto sia come aperitivo che per il dopocena. A
base di vodka e mela verde, l’Apple Martini
presenta molte varianti, configurandosi
come un drink adatto a diversi momenti
della giornata.
l’estate 2014
GERENZA
Registrata al Tribunale
di Locri (RC) N° 1/14
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EDITORE - No così srl - via D.Correale, 5 - 89048
Siderno
POSTA
LA REPLICA
Terza edizione del
Festival della
Memoria e
dell’Identità
L'UNLA e il suo Centro di Cultura per
l'Educazione Permanente ha scelto le otto
persone che saranno premiate con targa di
benemerenza nella serata del 4 agosto (Villa
Comunale, ore 21.30), nella manifestazione
del "Festival della Memoria e dell'Identità",
giunta alla terza edizione. “Mancheranno le
targhe per due illustri bovalinesi, segnalati dal
Centro, per i quali “provvederemo il prossimo
anno, ci ha detto il Dirigente dell'UNLA”. Le
targhe saranno consegnate ai familiari di:
Mario La Cava (scrittore), Antonino e
Francesco Vizzari ultimi pescatori dello storico rione "Borgo", Salvatore Cagliostro, impiegato dell'E.N.E.L., Elena Romeo ostetrica,
Francesco Perrone, cantoniere ANAS, donna
Tita Maisano, commerciante, Alfredo Vadalà
impiegato comunale e Domenico Zappia ex
sindaco di Bovalino negli anni '60, pensionato
che ritirerà personalmente la targa.
Ritorna quindi anche quest'anno il "Festival",
quale momento di "memoria" e di "identità"
dedicato ai giovani ai quali vengono presentati "profili" di bovalinesi che sono "Memoria" di
un passato nobile incentrato sul duro ed onesto lavoro dove spiccano l'impegno, il sacrificio, il rispetto delle regole, il civile confronto,
l'amore per la famiglia.. "L'incontro con i nativi, si concretizza in un "Festival-dedica" della
riconoscenza, che non è "nostalgia" del passato bensì insieme dinamico di appartenenza e
di profonda e consapevole identità, in un inizio di Millennio dominato dal vivere l'oggi e
consumare il "presente" ridotto a materia, cancellando la gioia e l'impegno di pensare e
costruire il proprio futuro. Una grande e sincera "festa" di popolo, quindi, che penetra nelle
radici, alla riscoperta dei valori autentici di
quanti hanno accompagnato la nostra vita con
la loro presenza preziosa, affettuosa, laboriosa
e rigorosa. L'UNLA attraverso il C..C.E.P. di
Bovalino con il "Festival" vuole così continuare a rendere memoria soprattutto agli umili:
contadini, casalinghe, ciabattini, panettieri,
commercianti, ristoratori, meccanici, fabbri,
sarti, muratori, pescatori, barbieri, carbonai,
maniscalchi, stagnini, ferraioli, ma anche
imprenditori, artisti, intellettuali, docenti,
dipendenti comunali, provinciali, statali, rappresentanti delle Forze dell'Ordine, tutti coloro insomma che hanno permesso alla nostra
società di crescere, in un periodo storico di
grande povertà ma che hanno avuto il coraggio di ricostruire la speranza. "Riteniamo questo incontro-festa della riconoscenza ci dice
Giuseppe Marzano, collaboratore del Centro
Unla, un dovere e una necessità in quest'epoca segnata dall'individualismo e dal relativismo
dove l'apparire prevale sull'essere e i veri valori polverizzati dal dilagare del raggiungimento
di "bisogni" artatamente confezionati dai mass
media". Perché una cosa è certa: sta emergendo la grande potenzialità del mondo giovanile
che sta reagendo alle difficoltà con forte determinazione e continua a coltivare sostanziali
attese per il futuro. “I giovani non cercano
scorciatoie o soluzioni magiche, ha detto il cardinale Scola, chiedono piuttosto di essere
messi in grado di affrontare i problemi con
una rigorosa formazione professionale, animata dalla perenne ricerca del senso del vivere.” Non abbiamo scelta: dobbiamo essere in
grado di sapere offrire alle nuove generazioni
la sapienza del conoscere e del vivere”.
Taranto contro Ammendolia
Col libro Il Partito Comunista Italiano e
la “Repubblica di Caulonia” del 1945,
edito da Laruffa Editore, io non mi
proponevo affatto di scrivere la storia
di quella rivolta, ma ho cercato soltanto di respingere il tentativo di addossare al PCI la responsabilità di essere
stato complice e traditore di quell'evento. A questo intento mi sono attenuto.
Questo mio lavoro è stato accolto con
molto interesse da una vasta platea di
lettori a Caulonia e nella zona ionica.
Ho ricevuto attestati di stima da molti
lettori di elevato prestigio intellettuale.
È stata particolarmente apprezzata la
puntuale e rigorosa ricerca e la solidità
dell'argomentazione. In base alle quali,
quella rivolta del 1945, viene da me
ritenuta una miope avventura.
Il professore Ilario Ammendolia non è
d'accordo con me e lo scrive in un articolo apparso su La Riviera di domenica 13 luglio.
Io non contesto affatto il diritto del
prof. Ammendolia di non essere d'accordo con me: ben venga il confronto
delle idee, la discussione aperta e leale.
Quello che io gli contesto è la falsificazione di taluni fatti con l'intento di
distogliere l'interesse dei lettori dal mio
libro.
Infatti, egli, riferendosi a me, prima mi
definisce «antico militante comunista»
- cioè fuori dalla modernità - e in seguito tra l'altro afferma: «Per dimostrare
la propria tesi l'autore, più che a documenti storici, attinge ai suoi personali
ricordi e a quelli di tanti altri militanti
del PCI dell'epoca».
Non è vero! Non è per niente così e lo
dimostro! Tutte le confutazioni o affermazioni che il mio libro contiene sono
tutte sorrette da dimostrazioni che reggono ogni prova. Io, oltre ai personali
ricordi e più ancora che a questi ricordi, mi sono molto dedicato alla ricerca
dei fatti reali, ricorrendo all'ausilio di
molti documenti storici o a fonti certe.
Ne cito solo alcuni: il libro del 1977 La
Repubblica Rossa di Caulonia, che
riporta scritti di Pasquino Crupi, Enzo
Misefari, Eugenio Musulino e, soprattutto, Sharo Gambino con l'intervista a
Pasquale Cavallaro; il libro del 1965
“Da Teheran a Yalta” con i verbali
delle conferenze tra Churchill,
Roosevelt e Stalin, dove si decisero le
“
R
sorti del mondo; il quinto volume della
“Storia del PCI” di Paolo Spriano; il
libro del 1992 di Antonio Nicaso
“Usurpatori e Usurpati” e altri ancora.
Ho consultato l'Archivio Storico
Centrale di Roma, l'Ufficio Anagrafe
di Caulonia, il Comune di Lamezia
Terme, gli archivi dei giornali russi
Pravda e Izvestia, nonché i documenti
relativi al V Congresso del PCI che si
aprì il 29 dicembre 1945, eccetera.
Tutto ciò per capire i fatti reali e inquadrare la situazione dell'epoca nel contesto locale, nazionale e internazionale.
La lettera del 1973, con la quale il
comunista Vincenzo De Guisa fa la
sintesi della storia della sezione comunista di Caulonia, dalla fondazione al
1946, è un indubbio documento storico
e come tale da me utilizzato.
Ma l'articolo del prof. Ammendolia
contiene anche altre affermazioni e
frasi prive di fondamento: mi attribuisce tesi o frasi che nel libro non esistono o fa una forzatura nei riferimenti
alla ndrangheta. Per esempio, scrive
Ammendolia: «Né d'altra parte, sempre secondo Taranto, vi era necessità di
organizzazioni clandestine per inviare
“armi ai partigiani”. Il governo
dell'Italia liberata era interamente
impegnato su questo fronte». È questa
una tesi interamente falsa, di cui non
c'è la minima traccia in nessuna delle
pagine del mio libro. Simili cose costituiscono una manipolazione della
verità. Ammendolia nella sua descrizione falsifica persino il titolo del mio
libro aggiungendovi l'aggettivo «rossa»
a «….Repubblica di Caulonia…», trasformando così il titolo «…Repubblica
rossa di Caulonia…». Io questo aggettivo non l'ho usato a ragion veduta: per
me si è trattato soltanto del sollevamento degli uomini armati di
Cavallaro, che di rosso non aveva nulla.
Se c'è chi voglia vedere in ciò le masse
contadine, commette un errore. Perché
le masse contadine come tali non venivano coinvolte e ad esse non era riservata nessuna rivendicazione e nessun
ruolo specifico. Nella tematica della
rivolta del 1945 non c'era proprio nulla
che potesse essere riferito ai loro bisogni e ai loro interessi economici e politici di classe, o al socialismo più in generale, neanche genericamente. La rivolta aspirava ad un potere fine a se stesso. Tanto è vero che per darle dignità
politica bisogna appiccicarla falsamente al PCI, invece di cercarla in se stessa.
Concludendo. Io sono per il reale confronto delle idee, ma non accetto la
deturpazione della realtà dei fatti.
Vincenzo Taranto
ecensendo il libro di Vincenzo Taranto non intendevo affatto contestare l'utilità e il valore del suo lavoro ,
né avevo ragione alcuna per falsificare alcunché. Non ho partecipato a quei fatti e quindi non avrei niente né per esaltarmi , né da farmi perdonare.
Posso aver interpretato male qualche passo del libro o anche l'intera opera. A volte succede.
È vero, ho chiamato Vincenzo Taranto “antico militante”. Non riesco ad individuare l'offesa ma se tale viene considerato il termine da me usato, non ho difficoltà ad usare nei confronti dell'autore la parola che più le è gradita .
Per esempio “giovane e moderno militante”.
“Antico” mi dà l'idea di qualcosa che ha messo radici, che è più robusto, più pregiato, più solido. Evidentemente mi
sono sbagliato.
E' altrettanto vero, ho “travisato” il titolo parlando di “repubblica rossa di Caulonia al posto di “repubblica di
Caulonia” Me ne scuso ma è la forza dell'abitudine. Sono quaranta anni che indico quei fatti con questo appellativo. Quanto al fatto che si tratti di Repubblica rossa ognuno ha le proprie convinzioni. Io continuo a ritenerla rossa.
Per quanto riguarda la consultazione dei documenti ed il rigore scientifico dell'opera , ritengo che Taranto ne abbia
consultato molti di più rispetto a quelli che cita nella sua risposta. Non mi permetterei assolutamente di negare il
lavoro di ricerca che l'autore ha fatto . Tuttavia, quando ho parlato di ricordi personali ho solo inteso dire che l'autore aveva vissuto quei fatti sia direttamente( sia pur da ragazzo) che indirettamente. Un modo per sottolineare il
valore e non per sminuire l'opera. Ma anche in questo caso posso essermi sbagliato ma non intravedo il dolo.
Una recensione può essere giusta o sbagliata ma se non contiene insulti né per l'autore, né per l'opera meriterebbe
lo stesso rispetto dell'opera recensita.
Taranto non lo fa ed un po' mi dispiace. Soprattutto perché, con tutti i miei infiniti limiti , avevo recensito l'opera
anche per stimolare alla lettura del libro ed aprire un dibattito. Me ne scuso con l'autore e continuerò a volergli bene.
RICORDANDO...
Due anni senza Pasquale Foti. Ciao papà
"Chi guarda nei miei occhi
Ritroverà i tuoi occhi,
Siamo due gocce d'acqua
Divise troppo in fretta.
Non è mai stato giusto
Perderti così presto
Ma io ti sento, ti sento qua..
Ti sento la notte mentre sto per dormire,
E mi lavo la faccia come mi hai insegnato a fare,
E prendo le cose solo di testa mia,
Anche se cado continuo, anche se
manchi continuo...
Dai tuoi occhi ho imparato una cosa
speciale,
Che ad esser se stessi non c'è niente di
male,
E ti porto nel cuore, nella pelle, nel
mondo
Anche se sono arrabbiato,
Perchè mi hai abbandonato.
Ti voglio bene, ti voglio bene...
E si diventa grandi
Senza sentirsi grandi,
Bisogna andare avanti
Anche se tu mi manchi,
Non preoccuparti troppo
Lo sai che io resisto..
Perché ti sento ti sento qua...."
Ciao papà... Due anni senza te.. Sei
sempre nei nostri pensieri..
Katia Foti
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SPORT
Calcio
calabrese
DOMENICA 27 LUGLIO
14
Il prossimo 31 luglio ci sarà riunione del Consiglio Direttivo Nazionale per la determinazione degli organici
del Campionato di Serie D. A seguire il Consiglio Direttivo del Comitato Regionale Calabria potrà determinare
gli organici dei campionati regionali dopo la rinuncia di tre squadre del Campionato di Promozione.
Saverio Mirarchi:“tre fuoriquota
in Eccellenza e Promozione”
Presidente Mirarchi, una nuova stagione al
via, ci può dire in che stato di salute si trova
il calcio calabrese ?
Il momento storico attuale dice che non solo
il Meridione, ma tutta la nostra Nazione vive
un momento di particolare congiuntura economica. Ovviamente anche il calcio , e quello dilettantistico e di base in particolare, vive
questa situazione e ne viene condizionato.
Per fortuna la passione, lo spirito di sacrificio
e l’amore per il calcio dei nostri dirigenti in
Calabria ha radici importanti e pertanto le
realtà dei nostri Centri troveranno, anche
quest’anno e sebbene con maggiori difficoltà,
la forza per proseguire in attività che hanno
un valore sociale di primo piano.
Ci può dire se ci sono stati problemi d’iscrizione delle squadre per i campionati di
Eccellenza, Promozione e Prima Categoria ?
Il prossimo 31 luglio ci sarà riunione del
Consiglio Direttivo Nazionale per la determinazione degli organici del Campionato
di Serie D. A seguire il Consiglio
Direttivo del Comitato Regionale
Calabria potrà determinare gli organici dei campionati regionali per i
quali abbiamo ricevuto la rinuncia di tre squadre del
Campionato
di
Promozione, in linea
con quanto avvenuto,
purtroppo, nella passata stagione sportiva.
Il fatto che ad essere
squalificati siano spesso dirigenti, calciatori e qualche
volta anche il pubblico sugli
spalti, anche in occasione di
gare giovanili, non denota il
fatto che in Calabria non
esiste una grande correttezza sportiva?
In Calabria il calcio, ma
non solo quello, si vive con
grande passione e calore
che purtroppo spesso sfocia
in atteggiamenti
c h e
nulla hanno a che vedere con lo
sport. Le regole ci sono e bisogna accettarle e
rispettarle, se si
decide di far
parte di una
qualsiasi
organizzazione dell’attività
civile. Fa
certamente
male
quando a commettere gesti irresponsabili
sono coloro i quali nello sport o nella vita in
genere dovrebbero invece svolgere le funzioni di educatori. Quindi occorre richiamare a
tali valori e responsabilità i dirigenti, i tecnici,
i calciatori più rappresentativi che sono da
esempio per i più giovani, ed anche quei genitori che spesso dimenticano che comunque il
calcio è solo un gioco ed i loro figli hanno solo
voglia di divertirsi in modo sano e costruttivo.
Occorre comprendere che il campo di calcio
non è un luogo franco dove tutto è concesso
ma esistono regole e responsabilità che devono essere condivise e comprese. E se così non
fosse, gli Organi della Giustizia Sportiva e
quelli della Giustizia Civile devono intervenire per garantire tale rispetto.
Quali saranno le innovazioni più importanti
che riguarderanno la prossima stagione calcistica tra i dilettanti calabresi?
Di concerto con le nostre Società e per andare incontro alle loro esigenze abbiamo
ristretto quanto più possibile i mesi entro i
quali si svolgerà l’attività ufficiale che inizierà
il 31 agosto (quindi sostanzialmente a settembre) con la Coppa Italia e si concluderà il 30
aprile; il consueto Torneo delle Regioni per
Rappresentative si svolgerà a fine stagione
sportiva il che consentirà di eliminare quella
lunga sosta Pasquale . Abbiamo inoltre riportato a tre, come già avviene in Promozione, il
numero dei fuori quota nel campionato di
Eccellenza e rinforzato i canali di comunicazione, sempre necessari, con il sito nuovo e le
pagine facebook che ci consentono un immediato contatto con le nostre associate.
Cosa si augura, su tutti i fronti, da questa
stagione sportiva?
Ovviamente che si possa uscire da questa
fase di crisi economica che ci consentirebbe
di avviare le nostre attività con serenità e
tranquillità, cosa che purtroppo ormai non
avviene da molto tempo. E poi mi piacerebbe vedere una nostra realtà raggiungere i vertici del nostro calcio a qualsiasi livello; che sia
un calciatore, un tecnico, un dirigente, un
arbitro o che sia una nostra squadra a fregiarsi di un titolo nazionale mi darebbe comunque grande soddisfazione e sarebbe il giusto
riconoscimento ai sacrifici di tutti coloro i
quali, a qualsiasi titolo, oggi si occupano di
calcio dilettantistico e giovanile in Calabria.
Mia sia consentito in conclusione di formulare il più grosso “in bocca al lupo” a tutte le
società ed a tutti i nostri associati per la stagione sportiva che sta per iniziare, con l’augurio che ognuno possa raggiungere, con correttezza e lealtà, gli obiettivi prefissati.
Antonio Tassone
COPERTINA
ERCOLE MACRÌ
IN UN TERRITORIO
CON LA SANITÀ
ORRIPILANTE,
I TRASPORTI SOPPRESSI,
I RAPPORTI SOCIALI
DISINTEGRATI, LA
TUTELA DELL’AMBIENTE
DISARMANTE, LA
MENTALITÀ PERDENTE;
DOVE IL LAVORO SI
PAGA SOTTOCOSTO E IN
NERO, FINALMENTE UNA
BELLA SPERANZA CHE CI
FA GURDARE OLTRE IL
BASSO ORIZZONTE A CUI
CI SIAMO ABITUATI
’è un motivo se l’estate della Locride balla e ride fino all’alba, anzi due: Locri e Caulonia, negli
anni, attraverso scelte lungimiranti, competenza, sperimentazione e qualche scopiazzatura,
sono divenute per il popolo della notte calabrese le due principale potenze del divertimentificio regionale. Più di Tropea, Soverato, Le Castella e Praia a Mare.
Anche questa è Romagna?
«No, addirittura questa è po’ Ibiza», mi risponde secco Antonio D’Africa, uno dei principali collaboratori della discoteca Ushuaia di Caulonia, per scelta una piccola filiale dell’Ushuaia Tower
d’Ibiza, la quarta “cattedrale” dei balocchi più gettonata al mondo.
«Qui vengono a ballare dalla Sicilia, da Cosenza, Crotone, Vibo, Reggio Calabria» continua
Antonio come se avesse di fronte il paradiso terrestre. Lui va a ballare fuori Italia ogni anno,
per lui il Club Space di Miami, lo Space e Ushuaia Tower di Ibiza sono le suite degli arcangeli.
Mentre il BCM Planet Dance di Maiorca, il Papaya Beach Club in Croazia e il Pacha e il Privilegi, sempre di Ibiza, sono
quelle dei santi di prima fascia. «Grazie a questa discoteca lavora tutta Caulonia, ogni anno presentiamo una scenografia diversa, investiamo, ci rinnoviamo… questa è la regola per chi propone il cambiamento».
Si tratta di crescita economica, una roba rara da queste parti… Spiegami meglio Antonio, sempre per cortesia, mai per
comando… «Qui fuori, oltre l’ingresso, ogni sera finiscono panini e cornetti… più ne fanno, più ne vendono. Anche i
distributori delle sigarette dopo le due di notte vanno in tilt. A Caulonia grazie all’Ushuaia tutto viene esaurito… nel
senso buono del termine, naturalmente».
E l’occupazione? «Solo nella serata dell’Ibiza Calling, il sabato…»
Quella di Carmelo “Melody” Scordo, il dj sidernese?, lo interrompo. «Esattamente… sotto la consolle di Melody c’è una
tribù di 2500 persone che sorride, si muove e a volte si fidanza. - Anche solo per una notte, penso maliziosamente tra me
me - Solo il sabato lavorano dieci barman, venticinque della sicurezza, quattro dell’organizzazione, altrettanti scenografi,
dieci camerieri e molti addetti alle pulizie che attaccano all’alba, quando ancora suonano gli ultimi dischi, mi dice con fierezza».
Oltre il sabato? «Il cartellone propone alte due serate: il giovedì il Fluo Party di Mario Spataro -vocalist sidernese trapiantato a Milano (ndr) - e il venerdì il Wish, una nottata di Deep House e Tech House organizzata da un gruppo di
ragazzi di Caulonia, me compreso. Da intenditori» conclude.
Saluto il gentil Antonio, ma prima di andare via accorcio sulla battigia finendo in uno slalom speciale tra ombrelloni di
paglia tropicale. Dal mare faccio una panoramica su questo locale enorme, uno stadium del divertimento, con più privè
tra il legno e i turbo sound. Vado a ritroso fino ai miei vent’anni consapevole che se quello che sto guardando dal vivo ci
fosse stato nel 1990, potevo fare a meno di andare in vacanza altrove. Caulonia, una piccola Ibiza, mi chiedo. La risposta
dopo un solito minuto.
Guardo oltre l’Ushuaia.
Con uno zoom sfocato raggiungo le tapparelle chiuse delle case costruite per gli inglesi, un blocco che rappresenta l’utopia turistica della Locride, quella del turismo immobiliare castrato dalla vocazione antimafia di sceriffi sostenuti da
sapienti rovinosi che rovinano, con la loro indole
da fondale depressa, le fresche rivoluzioni di
superficie.
I giovani della Locride avrebbero bisogno di
mischiarsi con il resto del mondo, non di essere
costretti da vecchi becchi sfigati in un recinto
limitato da provincialismo e malafede, tipico e
tradizionale.
Pochi giorni prima avevo sentito al telefono
uno studio d’avvocati di Roma, dove agisce il
difensore di Henry James Fitzsimons, l’irlandese che aveva visto nella Locride un tratto
di Baleari. Le parole del penalista romano,
qui di seguito, sono un macigno: «Il mio cliente ha utilizzato in Calabria lo stesso progetto, gli
stessi protocolli utilizzati in Spagna, Portogallo e
sud della Francia. Altrove ha creato occupazione
duratura e crescita economica, nella Locride è
stato arrestato».
Ma questa è un’altra storia.
L’odore di schiuma marina misto a quello di gelsomini me lo fa ricordare subito. Lascio l’Ushuaia e
mi dirigo in macchina verso l’altra meta della
notte dei calabresi festaioli.
Ormeggio con la mia utilitaria davanti a Le Club
di Locri intorno alle undici della notte di un
mercoledì senza pretese, solo un po’ tropicale
per colpa della pioggia e del caldo.
FOTO GIUSEPPE AMODEO
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FOTO ANDREA SGAMBELLURI
DOMENICA 27 LUGLIO O 17
IMMAGINI
Foto grandi. Davide Ruso e Cristiano De Lucia a
Le Club, Mario Spataro e Carmelo “Melody” Scordo
all'Ushuaia.
A sinistra. Peppe Fontana, fondatore The Different
Party; Peppino Bruzzese, ideologo Welcome Party.
A destra. Claudio Bata e Antonio D'Africa
Scendo ed entro in luogo trasformista che mi sa di absolut,
con il suo bianco spartano masturbato da par led fucsia. Mi
aspetta Davide Ruso uno dei due top player del Top, principale ritrovo invernale della Locride.
Con lui c’è Claudio Bata. Quest’ultimo è della vecchia guardia, quindi sono felice che ci sia. Bata e Giovanna Varacalli
sono gli organizzatori del Venerdì. Wonder è il nome della
loro serata.
Qui è successo il miracolo che aspettavano da tanti anni? chiedo a Claudio.
«Senza il The Different party e il Welcome niente di tutto
questo sarebbe stato possibile, né a Locri, né a Caulonia», mi
risponde Bata prima di allargare il recinto a un puledro scalpitante che è diventato un cavallo di razza. Davide Ruso è
l’organizzatore principe del sabato locrese: «# solocosebelle
è il nome della mia serata. Bella gente, musica di qualità. Qui
non è una discoteca vera e propria… Le Club è un contenitore camaleontico. A me piace vedere la gente ballare, ma
anche parlare».
Ma io non ti ho chiesto niente, volevo ancora parlare per
nostalgia dei due storici kolossal? Ma non c’è niente da fare
«Mojito o Margarita?»
Cosa? - gli dico.
«Che bevi?», mi domanda prima di attaccare un’altra filippica, ma lo fa con entusiasmo: «Lunedì la serata Rock con
Fabio Nirta, martedì quella Italiana di Davide Monteleone e
Jo Futia, venerdì e sabato lo sai, domenica l’aperitivo per
intenditori di Bata e Jo Futia»
Ma io non ti ho chiesto niente?
«Sabato 9 agosto faccio l’evento. Porto Merk&Kremont, due
Dj milanesi che c’invidiano nel resto del mondo, anche ad
Ibiza».
Ci sono stato 20 minuti fa.
«Allora adesso sei a Formentera. Garantito», mi risponde
dopo aver sgamato quale Ibiza intendessi, ma cadendo nella
mia provocazione.
Cambio discorso, a me piacciono sia Antonio di Caulonia
che Davide di Siderno.
Quante persone t’aspetti per il tuo evento?
«Oltre duemila, qui gli organizzatori siamo una pigna, una
grande famiglia, ci aiutiamo a vicenda, il sabato non è mio,
ma di tutti; come il venerdì e il resto della settimana.
Quando quelli di Milano vengono a Locri rimangono a
bocca aperta, non si aspettano l’avanguardia che noi proponiamo».
È mezzanotte quando li saluto. Per me s’è fatto tardi, ma ho
un po’ di fame. Davanti a un piccolo locale, un ragazzo
vestito di una moda esagerata per apparire, uno di quelli
per cui il comandare è meglio du futtiri e del ndi vidimu dopo,
ritira con la mano nera qualcosa di commestibile senza
pagare, mi pare. Ci rimango un po’ male per l’antico vizietto che affligge una città che guarda avanti. A dire la verità
mi passa pure la fame.
Faccio un’ultima riflessione prima di iniziare a scrivere quest’articolo.
Le due serate d’evasione più importanti della Calabria sono
organizzati da outsider sidernesi. Locri e Caulonia governano gli umori della luna, spiccando come due atolli di natura vulcanica nel deserto di un territorio sfinito, grazie a dei
talenti originari di Siderno, la città morta.
In un territorio dove la decadenza si taglia con l’ignoranza,
dove i politici vendono mediocrità con i loro culi flaccidi,
con la scuola in affanno, la sanità orripilante, i trasporti soppressi, i rapporti sociali disintegrati, la tutela dell’ambiente
un rifiuto spalmato fino alle soglie delle abitazioni, la mentalità perdente; dove il lavoro si paga sottocosto, in nero e
in ritardo (quando si paga); Carmelo Scordo, Mario
Spataro, Davide Ruso e Claudio Bata, quattro ragazzi di
una Siderno piegata dal mare e spezzata dai burocrati prefettizi, stanno contribuendo in modo fondamentale a una
Bella Locride.
E la febbre del sabato sera sale.
Che vinca il migliore, mi auguro con gioia dopo una serata
piena di progetti e sogni, per dei giovani creativi e degli
imprenditori ribelli e originali che, quando si mettono in
gioco, non hanno rivali.
RIVIERA
L’ANGOLO DI PARRELLO
E così tutti parlano di
"ndrangheta". Politici,
giornalisti, scrittori e
gente comune, preparati in sociologia e psicologia, danno lezioni di
"ndranghetismo".
È
sicuramente diventata
una moda. Vogliono
annullare dalla terminologia ecclesiastica la
Èdiventata
unamoda
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CULTURA E SOCIETÀ
ARTE E DINTORNI
di Domenico Spanò
parola "Padrino". Io che
da tempo Padrino lo
sono, dovrò rinunciare
al titolo o la riforma
vale solo da qui in avanti?. La Madonna vuole
bene a tutte le persone
del mondo unite nella
preghiera. E non chiede
alcun inchino. L'altro
giorno ero seduto in
N
la Cattolica di Stilo
Tra i mille antichi valori e percorsi storici susseguitosi
nella Calabria Jonica, spicca senza dubbio il suo antico legame con l’epoca Greco-Bizantina. Il simbolo
lasciato di questa epoca sul territorio è sicuramente
rappresentato dalla Cattolica di Stilo (R.C) un piccolo e grazioso tempio risalente al X secolo. Ancora
oggi in essa vengono celebrati sporadicamente alcuni
riti in occasione di particolari ricorrenze, come ad
esempio per la Pasqua ortodossa officiata dai monaci greci. Questo simbolico edifici ricco di storia e
arte, grazie ai suoi affreschi interni, fu la prima e più
importante parrocchia della Universitas di Stilo e tale
rimase sino al 1600 circa.
Il piccolo edificio, rivestito esternamente con piccoli
mattoncini di cotto color rosso che spiccano tra il
verde della natura incontaminata che lo circonda, si
trova alle pendici del Monte Consolino. La sua pianta a forma essenzialmente regolare, più o meno quadrata, ha ogni lato di circa 7m di lunghezza.
Particolarissime le 5 cupole di forma cilindrica rivestite da mattonelle disposte a rombo e spezzate al centro da mattoni simili, posti a “dente di sega”, che permettono di rompere l’equilibrio e la regolarità della
massa cubica sottostante. Il tetto e le cupole sono
ricoperte da tegole di colore giallo rossastro, ma anticamente erano ricoperte da lamine di piombo.
La cupola centrale spicca su tutto il complesso, ha
diametro più lungo ed è situata più in alto di quelle
perimetrali, ed ha quattro piccole finestrelle con due
aperture (bifore) divise da grezze colonnine. Il portone di ingresso è sormontata da una architrave in
legno e sopra l’architrave si trova un arco a tutto sesto
incorniciato da dentellature di mattoni in cotto.
Entrando nella chiesa a destra si trovano le absidi.
All’interno il pavimento è a quadretti di creta rossa, e
da li vi si s’innalzano quattro colonne di materiale e
forme diverse, che sorreggono le volte del soffitto;
dividendo geometricamente così l’interno in nove
quadrati uguali. Regna l’equilibrio, grazia e geometria in questo piccolo complesso religioso, dove probabilmente la disciplina e la contemplazione ne
erano fondamenti.
L’origine Greco- Bizantina è documentata anche da
una scritta sulla prima colonna a destra, in cui si trova
anche scavata una croce, la frase riportata e tradotta
dice: “ Dio il Signore apparve a noi “. Le altre tre
colonne hanno ognuna una particolare forma differente: la prima a sinistra (con tracce incise di iscrizione arabe), si regge su un capitello corinzio rovesciato,
mentre quella più avanti poggia su un capitello dorico.
Probabilmente le origini delle quattro colonne interne al complesso provengono da antichi e diversi
monumenti esistenti un tempo nel territorio della
Kaulonite e portate nella piccola cattolica, e a ciò è
legato anche una antica e curiosa leggenda, ossia le
colonne furono portate da “quattro giovani donne del
luogo, che durante l’erta ascesa del monte filavano tranquille, cantando, senza avvertire, quasi, il loro gravissimo peso”.
Delle tre absidi (prothesys, bema e diakonikon), la
centrale incorpora il piccolo altare. Sulla parete late-
DOMENICA 27 LUGLIO
18
Sapere è libertà
Le serate culturali della Associazione degli
Amici del Libro e della Biblioteca di Siderno
La Calabria Greco- Bizantina:
villa, un po' distratto
come al solito. Si avvicino' una persona e in
tono confidenziale mi
disse che se lui fosse
stato al Governo avrebbe eliminato la 'ndrangheta in cinque minuti.
Gli sorrisi e gli offrii una
sigaretta.
Franco Parrello
el rivolo della sorgente c'è la
profezia del fiume. Allo stesso
modo, l'Associazione degli
Amici del Libro e della Biblioteca di
Siderno sta facendo sgorgare da un terreno comunale diventato arido un piccolo flusso d'acqua destinato ad aumentare la propria portata.
Ricordiamo ai lettori che, costituitasi
nell'autunno
dell'anno
scorso,
l'Associazione ha posto una pietra di
scandalo di fronte al Municipio per
rivendicare il diritto dei cittadini di avere
una Biblioteca pubblica degna di questo
nome. Come disse nel 2005 un amministratore sidernese in un convegno sul
lascito di Leonida Répaci alla Casa
della Cultura alla città di Palmi, l'accumulazione di sapienza sarebbe infeconda se essa non si estrinsecasse nella progettazione di strutture per la sua diffusione e per la fruizione collettiva.
Il sodalizio sidernese si è via via allargato, con adesioni di persone di buona
volontà che hanno promosso una
costante riflessione, senza voli pindarici
e senza preclusioni, sul destino della
nostra città legato necessariamente
anche alla dimensione culturale. In specie, la promozione del libro come relazione di idee incoraggia l'impegno
comune per il miglioramento delle condizioni sociali e politiche.
Nelle cinque serate di fine luglio
l'Associazione degli Amici del Libro e
della Biblioteca intratterrà il pubblico
nella villa comunale di Siderno su aspetti tematici della cultura, ovvero della vita
di tutti. Non c'è progresso, non c'è cambiamento, che non nascano dal rafforzamento della identità culturale di un
popolo e dalla consapevolezza che libero è solamente chi sa. Il sapere è libertà.
A.L.B.
PROGRAMMA
28/07 Lunedì ore 21,00 “Ecologia
consapevole” di Francesco
Tassone
interventi di Francesco Tassone,
Peppe Platani, Vince Muià e
Graziella Muià
percorso sensoriale naturalistico
29/07 martedì ore 21,00
Alimentazione e Benessere
“Sua maestà il porco” di Francesca
Dodaro
Interventi di Rosario Amelio,
Gregorio Fuoco e Natale Bianchi.
30/07 mercoledì ore 21,00 “Calabria: enigma mediterraneo”
In collaborazione con l'associazione Cambiamenti
Interventi di Nik Spatari e Hiske Mass
31/07 giovedì ore 21,00 “Calabria erotica” di Sharo Gambino
interventi di Domenico Angilletta, Rita Commisso, Francesco
Caridi
01/08 venerdì ore 21,00 “Adulti contro bambini”
Daniela Diano , Vittoria Profiti. In collaborazione con l'associazione
Nati per leggere - Lucina Albanese e Vince Muia
A tu per tu con i Syndrome
Innovativi ed eclettici, i Syndrome
rappresentano una realtà della
musica reggina e calabrese, essendo peraltro una delle band, se non
l’unica, ad affrontare in Calabria
un genere che lascia ampio spazio
al virtuosismo come il funk. Con
due dischi all’attivo, i giovani
Syndrome hanno grandi progetti.
Abbiamo scambiato quattro
chiacchiere con la chitarra e voce
di questa band, Raffaele Bova.
Una breve presentazione per i
nostri lettori.
“Ci consideriamo una band funk
rock indipendente. Ci formiamo
ufficialmente nel 2007 per
volontà di Claudio Bruno ed
Emanuele Triglia (chitarra e basso
del gruppo,ndr), i quali condividono gli stessi interessi musicali per i
Red Hot Chili Peppers ed il genere funk in generale la formazione
si stabilizza nel biennio 2010-2011
con l’arrivo del batterista avolese
Fabio Listo, amante del classic
rock e delle sue ritmiche, e con il
mio arrivo al microfono ed alle
chitarre d’accompagnamento.
Nel 2011 esce il nostro album d’esordio:
l’omonimo
The
Syndrome, seguito nel 2012 del
singolo Funk Fugue che é anche il
nostro primo videoclip ufficiale. Il
13 Dicembre del 2013 pubblichiamo il nostro secondo disco
Appearnce, che attualmente stiamo promuovendo in giro per
l’Italia e l’Europa e da cui abbiamo estratto 2 singoli: Angel e
Bones di cui vi invitiamo a vizualizzare i videoclip su YouTube.”
Quali progetti discografici avete
per il futuro?
“Siamo impegnati nella promo-
SULWEB
Apprezzo dello 'Stato'
dei Carafa di
Bruzzano - anno 1689
GIOVANNI PITTARI
zione del nostro Appearance, ma
in ogni caso chi si ferma è perduto, quindi stiamo preparando
nuove tracce che confluiranno
presto, si spera, in un nuovo lavoro che porterá con se tante sorprese per chi ci segue giá da un po’. “
Quali sono i futuri appuntamenti
che ti senti di consigliare ai nostri
lettori?
“Per chi si trovasse in Ungheria, è
la nostra esibizione a Vezsprem
dove dal 23 al 27 Luglio faremo
4 imperdibili show unplugged, all’
Utcazene Festival.”
Un bel traguardo quello
dell’Ungheria. Ma la vostra esibizione della quale hai il più bel
ricordo, fino ad ora?
“La prima, la notte bianca di
Avola nell’agosto 2011, quando,
dopo solo tre prove, riusciamo ad
aggiudicarci il 3° posto per i nostri
primi due inediti (Temptation e
Just Because of You). Questa
magica serata ci ha indubbiamente dato la spinta giusta per dedicarci anima e corpo al nostro progetto.”
Appearance è il vostro ultimo
lavoro. Ma come è nata l’idea di
questo disco straordinario?
“Appearance nasce dalla nostra
voglia di impegnarci socialmente,
l’album, infatti, è un concept che
tratta il problema della tossicodipendenza e tutto, dalla copertina
carica di simbolismo, ai testi, alle
musiche vogliono rappresentare il
calvario esistenziale che investe
chi sceglie la droga. Per comprendere meglio questa problematica
sociale ci siamo avvalsi della preziosa collaborazione di Exodus, la
onlus diretta da don Antonio
Mazzi”.
Quali obiettivi vi siete posti per il
futuro, soprattutto in un contesto
forse difficile come quello di
Reggio Calabria?
“Puntiamo a lasciare un segno
nella musica, come credo chiunque si dedichi all’arte, non per i
soldi, anche se fanno comodo,
non per il successo o i contratti,
ma per poter ridare in cambio
qualcosa ad una cosa così speciale
com’è per noi la Musica che tanto
ci ha insegnato e dato. Un obiettivo semplice e terribilmente arduo
È ancor fresco d'inchiostro il volume di Carmine
Laganà: “Apprezzo dello 'Stato' dei Carafa di
Bruzzano - anno 1689”, Franco Pancallo Editore,
Locri 2014, un lavoro che costituisce una piccola
parte di ricerca, condotta in archivi europei aventi per oggetto 'i Carafa di Roccella e Bruzzano e il
Regno di Napoli'. Un libro che ho scoperto in circostanze fortuite, anche se l'editore mi aveva detto
un gran bene del suo autore.
Carmine Laganà è nato a Palizzi Marina (RC),
terminate le scuole superiori, si è trasferito a
Milano per ragioni di studio, dove ha conseguito
la laurea in Architettura presso il Politecnico e poi
svolto il ruolo di Cultore della Materia per il
Dipartimento di Storia Moderna. Da sedici anni
lavora nel reparto Costruzioni della società IKEA.
L'Apprezzo dello 'Stato' di Bruzzano rappresenta
uno spaccato fotografico al 1689 di una parte della
Calabria fino ad oggi poco studiata. E come quasi
tutti gli 'apprezzi' che venivano redatti nel Regno
di Napoli è ricco di notizie riguardanti l'architettura, l'urbanistica, gli usi, i costumi, le abitudini, i
commerci, l'agricoltura, la religione, le leggi e
molti altri aspetti ancora, ma nel nostro caso specifico si evince una nuova scoperta del tutto sconosciuta che è l'origine albanese di questi popoli.
Non a caso il libro si basa su documenti del tutto
inediti di quelli che erano dodici centri abitati dell'estrema Calabria Ultra
(Sambatello, Gallico,
Santa Domenica, San
Biagio, San Giovanni,
Diminniti, Brancaleone,
Staiti,
Bruzzano,
Ferruzzano, Motticella,
Casalnuovo).
Un serata all’insegna della moda e della
beneficenza per risvegliare Siderno
Ciak… si sfila è un evento pensato per regalare a Siderno e ai giovani una
serata diversa. Degna di quella che fu la capitale delle notti della Riviera dei
Gelsomini. Una sfilata per risollevare lo spirito di una città in agonia, l’evento Ciak… si sfila vuole essere un motore. Siderno si riscoprirà in tutto il suo
splendore per ospitare il 31 Luglio questa manifestazione ideata da Patrizia
Panetta e dalle sue 7 collaboratrici.
Al centro dell’evento le splendide creazioni del laboratorio sidernese che sfileranno indossate da modelle professioniste. Ma non solo. L’intera serata
mira a sensibilizzare la popolazione verso la figura della donna. «Abbiamo
voluto mettere al centro la donna per mandare un messaggio contro il femminicidio e la violenza che spesso le donne subiscono tra le pareti domestiche da
chi dovrebbe più amarle e proteggerle», è con queste parole che Patrizia
Panetta sintetizza la scelta di dedicare la serata «ad una figura da rispettare
e preservare». È per questo motivo che durante la manifestazione sarà premiata Rita Caparra, una donna, un’eccellenza. Si interessa da anni dei meno
fortunati e compie opere di bene in Kenya, proprio lo scorso anno è stata tra
gli ostaggi sequestrati in un centro commerciale di Nairobi.
Inoltre i fondi raccolti durante l’evento con la vendita dei bijoux saranno
devoluti all’associazione Papa Giovanni XXIII, per aiutare Federica e Andrea
che assistono 6 orfani nello slum di Soweto a Nairobi.
La serata sarà presentata da Manila Nazzaro e Giacomo Battaglia e sarà
ripresa in diretta da Telemia, con un intermezzo canoro di Emilia Mallamaci.
L’organizzazione ringrazia tutti gli sponsor e le istituzioni che hanno concesso il loro patrocinio alla serata.
Il 2 Agosto
l’XI edizione
del premio
Giomo
Trichilo
Il
Il Premio letterario “Giomo
Trichilo”
organizzato
dall’Associazione
culturale
L’Eco di Siderno presieduta da
Antonio Tassone, giunge alla
sua undicesima edizione. La
cerimonia di consegna dei
premi si svolgerà sabato 2 agosto a Siderno, nella Piazza
Vittorio Veneto di fronte al
Municipio. Nessuno si aspettava un successo così eclatante.
Una manifestazione importante
che intende ricordate colui che
veniva definito“u poeta analfabeta” che ormai non conosce
ostacoli e si è consolidata tra
quelle più importanti della nostra provincia. Il fine della manifestazione culturale è
quello di tutelare, valorizzare e promuovere l’uso del
dialetto.
Il dato incontestabile è che ogni anno, senza grandi
risorse, è stato creato creato uno spettacolo capace di
richiamare il grande pubblico. Le caratteristiche della
manifestazione, che si è ritagliato uno spazio nelle manifestazioni di nicchia dell’estate locridea, sono state a
“mediaticità” che si è voluto dare allo spettacolo e la
presenza di una compagnia teatrale di assoluto livello.
Per quanto concerne la prima caratteristica saranno
presenti molte emittenti regionali, sia televisive che
radiofoniche. Negli anni scorsi il premio ha ottenuto
ascolti record nelle programmazioni televisive andate in
onda. Prima della rappresentazione della commedia
“Me socera voli u si marita” che verrà messa in scena
dalla Nuova Compagnia teatrale Deliese, ci sarà la consegna dei primi tre premi e del premio alla carriera che
quest’anno verrà assegnato allo scrittore ed ex giornalista Rai, Gregorio Corigliano . Vi aspettiamo tutti
BIOGRAFIA
Gregorio Corigliano, laureato in Economia all’Università di
Messina nel 1970, è giornalista professionista.
È stato Capo Ufficio stampa dell’Ente provinciale per il Turismo di
Reggio Calabria.
Dal 1982 in RAI, dove percorre tutta la carriera professionale fino
a diventare Capo Redattore della sede regionale della Calabria.
In RAI ha seguito i principali avvenimenti di cronaca degli anni
’80-’90 e poi gli eventi politici fino al 2010. Ha curato le Tribune
politiche e realizzato numerose inchieste sulla Calabria anche per
le testate radiofoniche e televisive nazionali.
È stato dirigente nazionale organizzativo dell’USIGRAI, il sindacato giornalisti RAI.
Ha ricevuto numerosi riconoscimenti tra cui il “Premio Cultura”
della Presidenza dei Ministri, il “Premio Brutium”, il “Premio
Crotone Pitagora”.
Ha pubblicato il volume Un po’ di noi - Storia di un viaggio in
Calabria che ancora continua.
Attualmente è Presidente del Circolo della Stampa “Mariarosaria
Sessa” di Cosenza. Editorialista del “Corriere della Calabria”.
Da gennaio 2012 è Commissario del CoReCom – il Comitato
Regionale delle Comunicazioni – organismo del Consiglio
Regionale.
conduttrice della rassegna sarà Mara Rechichi
RIVIERA
BLOB
F re e J e r a x
Bova Superiore a Luglio
Lassù, arroccata e stretta alla roccia che sembra esserle cresciuta attorno e che sembra essere emersa dopo la sua comparsa,
sforando la tenera terra del monte, spuntando tra le case e i
campi e gli alberi e diventando parte della sua umanità. La storia di questa terra è una storia di rocce conquistate e vinte, di
presidi più adatti ai falchi, e di panorami a perdita d’occhio con
di fronte il mare.
Consonanti cercasi
Anvedi Lourdes
Questa settimana, la nostra “iena” in giro per la strada statale 106 ci delizia con due
autentiche perle: la scritta “Racolgo fero vechio” sul cassone del camion ed il maxy
cartellone pubblicitario “se aquisti 2 capi il terzo e’ in omaggio”. Ok, d’accordo siamo
in periodo di crisi e bisogna risparmiare ma caspita le consonanti non sono in omaggio: quelle si potrebbero usare senza il prendi tre e paghi due. Aquisto e racolgo....
El Pibe de Oro
Il nostro amico
Nicola Cardinale,
titolare del negozio
di abbigliamento
sportivo “Cardinale
Sport” si è trasferito
in Corso Garibaldi
lato Locri. Qui mentre abbraccia la statua di cera di Diego
Armando Maradona.
Sotto la statua si
nota il cartello “non
toccare”: il “pibe de
oro”, infatti, si è trasformato con la
“mano de dios” nel
“pibe de cera”. E
con le alte temperature estive rischia di
sciogliersi come
neve al sole. Vai Nik
I nostri amici si concedono
all’improvvisato fotografo
mentre girano liberamente per le strade di Gerace.
Quanto rimpiangiamo i
tempi in cui Salvatore
Galluzzo riusciva ad organizzare eventi unici ed
importanti. Non potrebbe
trasferire solo un pochino
delle sue capacita’ organizzative all’attuale Primo
Cittadino?
In una posa tratta dal film “Ufficiale e gentiluomo”,
il Richard Gere “de noi artri” non ha nulla da invidiare alla celebre star di Hollywood. Richard Gere
e’ stato l’idolo di intere generazioni. Il capello
bianco patinato rappresenta l’emblema della
somiglianza tra il sidernese Andrea Cannatello e
l’attore americano protagonista di tantissimi film di
successo e sexy-simbol degli anni 90.
E capirai.....Vai Andrea...
Continua il tour del mitico Tony White
che stavolta e’ stato “paparazzato” nientepopodimeno che a Lourdes. E quanto
giri Tony, possibile che tu sia sempre in
movimento?
L’Oroscopone dei ragazzi
Ariete: lei è così carina, così sulle nuvole, così “dolcemente complicata”. Non
bada ai vostri brufoli, ai rossori improvvisi,
alla miopia che vi costringe a portare montature fuori moda. Chiacchiera, chiacchiera
chiacchiera, ma vi fa star bene con la sua
comicità un po' surreale. Ricordate di non
agitare prima dell'uso e di consumare con
moderazione.
Toro: siete un cavo ad alta tensione,
sulla vostra fronte campeggia la scritta:
“non toccare, pericolo di morte”, con l'omino colpito dal fulmine. Decidete se scaricare a terra come un parafulmine, oppure
concentrarvi su un asteroide alieno e
distruggerlo con una scarica da qualche
miliardo di volt. Vi farà comodo una tuta in
neoprene.
Gemelli: una nuova auto fiammante è
ciò che sognate: una bella decapottabile
sportiva color rosso, sul quale far accomodare ragazze col corpo da modella. Ma
guardatevi bene intorno, la patente è ancora giovane, non avete un conto in banca e
le vostre amiche non hanno esattamente un
corpo da modella. Consolatevi con l'autoradio.
D i re t t i s s i m a
Bravissimi Mary Criniti e Gianfranco Solferino che
hanno commentato in diretta l’arrivo di S.E.
Monsignor Francesco Oliva nella Diocesi di LocriGerace
by Giuditta
Cancro: se per entrare nell'esclusivo club
di amici fichetti vi chiedono di ingoiare un
pesce rosso vivo, rispondete che siete vegetariani. Di fatto il conformismo è stato inventato dai conformisti, ed è apprezzato solo
dai conformisti. Volete emergere dal calderone dell'anonimato? Iniziate col rifiutare di
fare ciò in cui non credete. E se non siete
vegetariani avete il permesso di mangiare il
pesce.
Leone: cosa mi racconti di lei? Di lei chi?
Lei-lei, o lei l'altra? O lei, l'altra dell'altra? No,
perché dovreste fare un po' di chiarezza.
Occhei gli ormoni e il caldo estivo, e le notti
umide che aiutano certe cose, ma giocare a
troppi tavoli vi costerà una fortuna, e comunque, o prima o dopo, o qui o lì, perderete la
mano. Magari in senso non troppo metaforico.
Vergine: vergine nacque Venere nelle
acque della vostra mente. L'idea dell'idea,
dell'idea dell'idea, e via dicendo, all'infinito,
perché siete dei tipi plotiniani, di un sentimento che forse potrebbe chiamarsi
“amore”, dilaga nello spazio altrimenti
vuoto del vostro cervello. Attenzione:
“amore” con combacia con “coccole sudaticce”, e in ogni caso controllate tutto: dall'alitosi alla profumazione del detergente
intimo.
SETTIMANALE
www.rivieraweb.it
DOMENICA 27 LUGLIO
23
Una bellissima foto storica ripescata dagli archivi fotografici
della nostra citta’. Siamo a
Siderno, precisamente nell’anno 1950, e quella e’ la fontana
dei tre canali che si trovava in
Contrada Gonia. Le donne del
posto,come si servivano di
quella fontana per fare il bucato. Altro che lavatrice a ciclo
ridotto....
Che coppia !!!
Direttamente dal presidio ospedaliero di Locri il
signor Baldari ed il vice-sindaco di Ferruzzano
Attilio Marando salutano i lettori di “Riviera”.
Selfie d’autore ad alti livelli tra Rosario,
Martino e Domenico. L’occasione, che ha
fatto l’uomo ladro, e’ stata la degustazione di
un caffe’ al bar e successivamente la recita di
una eccezionale poesia dialettale composta
da Martino.Il titolo e’ top-secret
Incontri letterari
Daniela Ferraro e Stefania Fiumanò intenti a
discutere amabilmente nel corso del caffè letterario svoltosi a Locri
Shoulder to Shoulder
Due bellezze mediterranee in versione “shoulder to shoulder”. Mimma
Cacciatore e la sua amica in versione
Juventus: stile bianconero
Fabri-Fibra
Il new-look di Fabrizio che ormai riesce a contagiare sempre di piu’ uomini e donne. Qui lo
vediamo insieme a due amici che manifestano apertamente il loro ok per il cambio
immagine di Fabri..
Belle et Sebastien
Direttamente dalla contrada Pantanizzi di
Siderno, ecco a voi il mitico cane Aldo ed il
simpaticissimo Andrea. Altro che Belle et
Sebastien !!!
Fitwalking a Roccella
Fatece largo che passiamo noi, sti giovanotti de roccella bella, semo ragazzi fatti
cor pennello e le ragazze famo
innamorà..e le ragazze famo innamorà..
Bilancia: Calma, silenzio, penna e wikipedia: tutti strumenti indispensabili per la
marcia verso gli esami di riparazione a fine
estate. Ma , da bravi furbetti quali siete,
userete il libro al massimo come cuscino
sulla sdraio in spiaggia, a fissare cosce
abbronzate e sgambettii sulla battigia,
dietro un paio di vistosi occhiali da sole.
Ricordatevi che settembre arriva sempre.
Capricorno: un inatteso posto di blocco vi
ferma mentre state procedendo ad alta velocità verso una meta non ben definita. Il poliziotto che si affaccia al finestrino è grosso quanto
un armadio e vi chiede i documenti dell'auto.
Senza revisione e con l'assicurazione scaduta
da quasi un anno, vi conviene fingere un attacco epilettico per farvi portare di corsa al pronto
soccorso.
Scorpione: Al diciottesimo della vostra
fidanzatina, ma neanche, chiamiamola col suo
nome, compagna di banco, siete in prima fila al
tavolo con lei e i genitori, tutto 'mpistunatu, in
mezzo a mousse di formaggio francese e carpaccio alla fiorentina. Al momento del brindisi
esce fuori un anello. Fareste bene a nascondervi sotto al tavolo.
Acquario: Avete incontrato “Pericolosa”
su Meetic e ve ne siete completamente invaghiti. Una ragazza provocante, con un profilo
adatto a voi e una compatibilità del 90%.
Quando arrivate all'appuntamento, con una
rosa rossa all'occhiello, vedete la vostra ragazza con una rosa bianca tra i capelli, che aspetta al tavolo del bar. Girate i tacchi.
Sagittario: Stare cercando un po' di ecstasy liquida, ma non per aiutarvi con le ragazze,
quanto per dimenticarvele? Attenti a non scambiarle col Guttalax di nonna, però.
Pesci: il videopoker vi ha catturati come
polli in gabbia. Dopo aver accuratamente
esaminato portamonete e borsellini di genitori, nonne, zie, amichi e amiche, parenti
assortiti, conoscenti, e dopo aver chiesto prestiti su Facebook e sul vostro blog, decidete
che per guadagnare soldi da giocare al
videopoker l'unico sistema è andare a lavorare.
Patrizia Creazioni
In attesa della grande sfilata di moda che si terrà nei
prossimi giorni, la stilista Patrizia Panetta è stata fotografata assieme a delle splendide “creature”. Creazioni e
creature: “binomio perfetto”.

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