sport - La Riviera

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sport - La Riviera
I soliti maligni vanno insinuando che il combattivo sindaco di Caulonia, Ilario Ammendolia, ha proposto come candidato alle Provinciali
l'uscente Attilio Tucci onde essere a sua volta confermato dall'egregio assessore a sindaco. Mai insinuazione fu tanto sfasata. Essendo
l'assessore Attilio Tucci innamorato dei musei, proporrà certamente
un dinosauro.
la Riviera DOMENICA 20 MARZO 2011
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DOMENICA 20
MARZO 2010
Controcopertina
TSUNAMI NAPOLITANO
Giorgio Primo re d’Italia
LA BALENA BIANCA È RIEMERSA DAGLI ABISSI DI BOTTEGHE OSCURE
FRANCESCO LADDARINA
lla fine il campione è uscito
fuori, come Etò ha sfoderato
la zampata e ha portato in
vantaggio la sua squadra. Non
gioca per se, si porta dietro una classe
politica che sembrava ormai ai margini, spazzata via da un nuovo che non è
mai avanzato. Tira la volata a un politico di vecchio corso, giovane a sufficienza per prendere in mano i destini
della Nazione. Il regista è Giorgio
Napolitano, l’uomo assist; il bomber
pronto a sfondare è una vecchia volpe,
Massimo D’Alema. Hanno scelto il
momento giusto per togliersi di dosso
la polvere del nulla politico, e hanno
vestito i panni di statisti. Sfruttano le
congiunture interne e internazionali:
lo stallo politico italiano e il dinamismo delle rivoluzioni arabe. Nel
mezzo della totale confusione di
entrambi gli schieramenti, di un duopolio indistinto, Giorgio Napolitano
ha frustato l’orgoglio degli italiani,
chiamandoli a sentirsi popolo e a riunirsi attorno alla figura del Presidente
della repubblica, quasi fosse il re di
una monarchia costituzionale. Contemporaneamente, ha avvertito gli italiani dell’incombenza di decisioni
gravi dentro lo scacchiere internazionale:la partecipazione a un’azione
militare, ormai in atto, con gli aerei
francesi e britannici già sulla rampa di
lancio. D’Alema gli è andato subito
dietro, chiedendo uno scudo NATO, a
protezione dell’Italia, in virtù di un
suo certo coinvolgimento nei raid programmati contro la Libia. PD e Polo,
scavalcati, non hanno potuto far altro
che adeguarsi. Napolitano e D’Alema,
padre e figlio, hanno messo il cappello sull’esigenza di una patria comune,
di un’unità forte, e di un forte protagonismo italiano in campo internazionale. Si sono legittimati agli occhi
degli alleati, e il loro decisionismo ha
spiazzato tutti. Saranno loro i punti di
riferimento futuri. La discesa in
campo decisa, dei due, certifica la
prossima fine del cavaliere, i cui ten-
A
tennamenti, e tardivi proclami, lo
hanno allontanato ancor di più da una
amministrazione americana che non
lo ama, non lo ha mai amato, soprattutto per il suo intrecciare relazioni
d’affari basate sui suoi rapporti personali. Troppo stretti i suoi legami, con
la Russia, la Libia e altri. Berlusconi si
era illuso di poter dare un ruolo forte
all’Italia, svincolato dalle scelte degli
alleati, e dalla subalternità all’America. Il cavaliere è inviso agli Occidentali, è ormai al tramonto. Napolitano e
D’Alema rappresentano invece, o presentano come tale, l’affidabilità della
vecchia classe politica, atlantista a
oltranza e prona rispetto alle decisioni
della casa bianca. Parliamoci chiaro,
nessuno dentro al PCI ha mai considerato il Presidente comunista, egli rappresentava dentro il partito i miglioristi: sottovoce, i suoi detrattori, lo consideravano alla stregua di un democristiano . E in fondo con loro due è la
democrazia cristiana a risorgere, una
DC che non è mai morta, che covava
sotto la cenere dei fuochi fatui, e presuntamente nuovi. In tanti si affannavano nel darle nuova vita, tanti si proponevano come novelli De Gasperi o
Andreotti, illusi. E invece la Balena
Bianca è riemersa dagli abissi dell’oceano di Botteghe Oscure. E’ tornata
a galla a riprendere aria, e il cetaceo
con la faccia di Napolitano, ha vomitato dalla bocca un falegname con i baffetti, Baffino appunto. E l’incubo di
tanti si è materializzato, moriremo
democristiani, è inevitabile. Dello
scudo crociato ha bisogno l’America,
la NATO; ha bisogno l’Italia, per ritagliarsi un ruolo e un tozzo di pane nel
nuovo ordine mondiale che la faccia
mite, e politicamente corretta, di
Obama va stabilendo. E pazienza per
Gheddafi, la Libia e i paesi arabi.
L’Occidente deve scaricare le sue crisi,
deve ricompattarsi, e quale occasione
migliore per affermare il bene, della
faccia da demonio del colonnello libico, e dei suoi colleghi arabi.
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A proposito
di...
Il porto di Gioia Tauro preoccupa Barak Obama
Materiale
nucleare
DOMENICA
Tra i file informatici di Wikileaks alcune intercettazioni riguardano il porto di Gioia
Tauro. Sembrerebbe che una delle maggiori preoccupazioni dell'America di Obama
siano gli scarsi e poco affidabili controlli di uno scalo considerato un buco nero in cui
passa di tutto, persino materiale nucleare che potrebbe finire in mano ai terroristi.
La Calabria, a quanto pare, starebbe aiutando il terrorismo internazionale a costruire
una bomba atomica da trasferire negli Stati Uniti. Sarà vero?
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MARZO 2010
la settimana
NORDICI E SUDICI
Immobilità sudicia
GIOCCHINO CRIACO
Continuiamo ad aspettare il mondo, più che
andare a trovarlo. Stiamo nella terra di mezzo, tra
il primo e il terzo. Immobili, irretiti da un secolo
e mezzo di dominio selvaggio, economico, politico, militare e culturale; moralmente sopraffatti
da un padrone che ci nutre con i suoi avanzi.
Abbiamo dato braccia e testa all’invasore, che
scientificamente ha distrutto ogni nostra cultura,
ogni sapere sudicio, riducendoci a bocche da sfamare; si è preso il meglio della nostra terra e ha
trasformato i reduci in penitenti dalla mano tesa.
Aspettiamo i sussidi a fine mese, e viviamo vite di
rimessa nell’eterna attesa di un riscatto. Il mondo
è in ebollizione e noi siamo fermi, aspettiamo che
l’arrivo della bella stagione sciolga il sangue nelle
nostre vene e ci dia la forza d’iniziare la nostra
rivoluzione. Parole forti, necessarie per descrivere l’enormità di quello che è stato fatto al sud. I
Savoia chiusero per quindici anni le scuole meridionali dopo il 1861, e, unico Stato in Europa,
decretarono per ben tre volte lo stato d’assedio al
sud. Tutto dopo la gloriosa unificazione, chiesta a
gran voce, a loro dire, dai sudici. Si riaprirono le
scuole per insegnare una storia diversa, sabauda,
che glorificasse gli eroi risorgimentali. Lo stato
d’assedio non è mai stato tolto al sud, gli hanno
cambiato solo il nome, oggi si chiama emergenza
criminalità, il significato è lo stesso: militarizzazione. Noi gioiosamente ci lasciamo dare l’alt
ogni pochi chilometri, ci facciamo perquisire le
case, lasciamo che ci giudichino leggi speciali. Se
ci ribelliamo siamo collusi, e allora abbozziamo.
Così il mostro che i Borboni avevano inventato
per controllare, dall’interno, un popolo che non
amava neanche loro, ha continuato a vivere con i
regimi successivi. Dal suo laboratorio reggino si è
spostato verso i paesi vicini, e ora va sempre più
al nord. Un mostro buono per tenere a bada i
sudici. Un mostro che produce il disordine e il
sangue necessari a giustificare leggi che conculcano le libertà di tutti. E noi felici ad applaudire
ogni giro di vite alla nostra libertà. Il mostro è
imperdonabile per tutto quello che fa, nessuno è
migliore di altri in virtù di un giuramento, e orrida è l’imposizione dell’uomo sull’uomo. Quello
che più è imperdonabile, e che mai sarà perdonato dal popolo calabrese, è il prestarsi al gioco
esterno della parte pensante del mostro. Il dare
l’alibi a chi ci schiaccia, il farlo per un piccolo
potere e qualche soldo, l’illudere gli ingenui e
portarli al macello. Sulle lapidi di questa parte
pensante, un giorno si andrà a sputarci e non a
portare fiori. E noi immobili, anche in movimento, appoggiamo la patente sul cruscotto, che è
troppo fastidioso tirarla fuori dal portafoglio a
ogni controllo. Invece di alzare la testa, continuiamo ad abbassarla, riveriamo coppole e divise in
attesa di uno tsunami estivo che spazzi la nostra
terra.
I PIAGNONI A GALLA
NAVE DEI VELENI: LA BUFALA
VERSO L’ARCHIVIAZIONE
IAN ZIMIRRI
Il quaquaraquà è stato smentito. Le
balle del becchino Francesco Fonti
sono state sigillate nella bara dalla Direzione distrettuale di Catanzaro che, con
la richiesta d'archiviazione, ha spazzato
Navi dei Veleni e portato a galla i tazebao dei piagnoni: «L'imbarcazione
ritrovata a largo di Cetraro ha le stive
vuote, non è la Kunsky e non sono presenti nelle acque circostanti tracce d'inquinamento». Mail carrozzone abbaia
ancora, combina a tavolino strategie e
accorda nuovi strumenti. Recita i copioni che gli passano e incassa gettoni. I
complici del pentito invece di nascondersi marciano lungo nuove praterie, in
percorsi itineranti che hanno un unico
obiettivo, una costante: paragonare la
Calabria a un tugurio e i calabresi a
delle belve. Come magnaccia vendono
fratelli e sorelle
E comunque, mentre tutti svolazzavano
intorno alla “Bufala” come avvoltoi
sulle carogne, la Riviera che oggi incassa con gioia un importante riscontro
giornalistico, nel novembre del 2009,
con uno spazio di primo piano, fu l'unico giornale che segnalò l'inattendibilità
delle rivelazione del pentito di Bovalino. Questo nostro piccolo giornale di
provincia non bevve il sangue di una
terra ferita a morte
PORTOfranco
La cappella in un container
A Gioia Tauro portuali e marittimi potranno assistere alla messa anche in porto. L'iniziativa è della missione Cattolica Porto di Gioia Tauro, che si è presa in carico l'onere di raccogliere fondi e realizzare, in un container, una Cappella con locali annessi . La missione si avvale della collaborazione determinante della Protezione Civile,
dell'Autorità Portuale, della Capitaneria di Porto, dei Vigili del Fuoco, Calabria Shipping, il gruppo MSC, Agenzia le Navi di Genova, Coopmar e del gruppo MCT.
Il progetto mira a garantire alle migliaia di pesone che transitano per lavoro nel porto
calabrese, di avere, indipendentemente dalla fede che professano, un luogo di riferimento, che gli permetta di avere un posto di ricovero se, per motivi di salute non si
può proseguire il viaggio. Ma anche che offra la possibilità di comunicare, con serenità e calma, con i propri familiari. "Nel Porto di Gioia tauro ci sono i portuali e i
marittimi. I portuali, in genere, sostano giusto il tempo di portare a termine il turno
lavorativo, ma ci sono alcuni che vi abitano stabilmente", spiega don Natale Ioculano, promotore della Missione. "I marittimi (con una media di circa 3.500 presenze
mensili) sono persone che arrivano al Porto e sostano giusto il tempo delle operazioni di scarico-carico della nave. Per i portuali come per i marittimi manca, al Porto, un
luogo che permetta loro di incontrarsi e stare serenamente insieme nel tempo del
dopo-lavoro, o comunque un luogo, un punto fermo, in cui si sentano accolti e ben
voluti", aggiunge il prete.
Giuseppe Patamia
CENTRALI NUCLEARI
POSSIBILI SITI IN
CALABRIA E SICILIA
A pochi giorni dalla catastrofe che
si è verificata in Giappone il ministro dell’ambiente ha ribadito che
l’Italia non cambia la sua strategia
favorevole al nucleare e che nell’individuazione dei siti saranno
esclusi quelli ad elevato rischio
sismico. I parlamentari del PD
denunciano, tuttavia, che tra i 52
siti in Italia ben 4 sarebbero calabresi e altrettanti siciliani. Nello
specifico per quanto riguarda la
Calabria sono stati presi in considerazione: l’area costiera di Sibari;
la zona costiera ionica vicino alla
foce del Neto; la zona costiera
ionica in prossimità di Sellia Marina e la zona costiera tra il fiume
Nicà e la città di Cosenza. Per
quanto riguarda i siti siciliani,
Daniela Tranchida, l’assessore al
Turismo Regione Sicilia ha fatto
sapere che sono stati presi in considerazione le zone costiere vicino a
Mazara del Vallo, a Marina di
Ragusa, a Gela e a Licata.
Alessandra Bevilacqua
No alla legge che garantisce doppi incarichi ai consiglieri regionali
Servono 60.000 firme per ottenere un referendum con cui si chiede l'abrogazione della norma che
toglie il divieto ai consiglieri regionali di assumere altre cariche elettive. Sono 16 i movimenti del
comitato, sia di destra che di sinistra, appoggiati dallo stesso governatore Scopelliti. Oltre al
referendum, i radicali lanciano una proposta di legge per garantire una maggiore trasparenza e la
totale pubblicità della vita istituzionale e amministrativa della Regione Calabria, nonché di enti,
aziende, società, agenzie e consorzi controllati dalla Regione.
L’EDITORIALE
LA DIASPORA SOCIALISTA
la Riviera
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IL DIAVOLO NERO
La signora della sanità
BRUNO GEMELLI
ino Formica(foto) è un mito. Per i giornalisti.
Chi ha avuto il piacere di intervistarlo non è
stato mai deluso. E' uno dei politici più arguti di tutti i tempi.
Le sue battute, mai banali, sono, ancor'oggi, alla nitroglicerina. Fior da fiore ricordiamo le sue
migliori performance: «la politica è sangue e
merda». Riferendosi ai problemi finanziari del Psi,
in cui alcuni dirigenti mantenevano uno stile di
vita principesco, disse una volta: «il convento è povero, ma i monaci sono ricchi».
Altrettanto nota la sua definizione dell'ultima assemblea nazionale del Psi del
1991, vista come una «corte di nani e
ballerine». Lucido analista e caustico
polemista. Una volta Beniamino
Andreatta lo definì «un commercialista
di Bari esperto di fallimenti e bancarotte». Risposta sibillina: «Andreatta? Una
comare». Perché parlo di Formica? Perché martedì scorso su il Riformista
l'84enne uomo politico s'è rivolto ai
socialisti del Pdl dicendo loro:
«Socialisti del Pdl liberatevi del Cavaliere».
Questo il finale del
suo appello ai socialisti destrorsi: «Berlusconi
quando
scoppiò
Mani
pulite, rinnegò
Craxi e si sentì
sciolto da ogni
vincolo di grati-
R
tudine. Voi invece, dovete essere riconoscenti per
l'ospitalità accordatavi, ma non obbligati a masticare capsule di cianuro, perché ciò che avete dato è
molto più di quanto vi è stato concesso. E non voglio
ricordare che il Cavaliere spesso ha fatto finta di
non conoscervi. Spero di vedervi presto in campo».
Poi il consueto Post Scriptum: «Vedo che intorno al
Pdl spuntano come funghi velenosi personaggi
che in forme truffaldine si richiamano al
socialismo. Le precondizioni per una
ripresa della migliore tradizione dei
socialisti è disfarsi dei Lavitola e del
loro verminaio».
Formica, alla sua età, fa ancora
progetti. Commovente. Ma in
Calabria ci sono orecchie socialiste pronte ad ascoltarlo? Qui,
a ondate successive, i socialisti
calabresi delle due rive hanno tentato, in varie epoche, di mettere in
piedi qualcosa che somigliasse a
una costituente socialista. Una chimera più che una riunificazione.
E tutti i tentativi sono falliti
per la semplice ragione
che lottare per uno
strapuntino era ed è
uno sforzo titanico.
E in queste elezioni
amministrative le
varie anime socialiste tentano di
arrangiarsi come
possono.
PILLOLE di Anna Laura Tringali
1
La Calabria festeggia l’Unità d’Italia anche
in tavola. Al convegno organizzato dall’Accademia del Peperoncino dal titolo “Il Peperoncino in cucina” tenutosi a Scalea giovedì, gli
chef hanno voluto celebrare i 150 anni dell’Italia
unita con un piatto tricolore: Spaghetti aglio,
olio , peperoncino e basilico.
2
Il Comune di Lametia Terme ha aderito alla
XVI Giornata della Memoria e dell'Impegno in
ricordo delle vittime delle mafie, organizzata per il
19 marzo a Potenza. L’amministrazione comunale
ha inoltre dato la possibilità a tutti i cittadini di prendere parte alla manifestazione , mettendo a disposizione un bus gratuito di 50 posti per tutti coloro
avessero voluto partecipare.
Il talento calabrese sbarca su Raiuno. La scuola di danza
“Real Dance” di Reggio ,che sta rappresentando la
nostra terra nelle sfide tra regioni nella trasmissione
televisiva "Mattina in famiglia" condotta da Tiberio Timperi e Miriam Leone, dopo la quinta vittoria consecutiva sfiderà domani la Puglia. Un grosso in bocca al lupo
ai nostri ballerini e un monito a tutti i calabresi: Televotate, televotate, televotate.
4
E’ stato arrestato venerdì Manuel Iosef, il
rumeno ritenuto l’autore della rapina alla
gioielleria Versace di Reggio dello scorso 5 febbraio. L’uomo, senza fissa dimora e già pluripregiudicato per reati contro il patrimonio, è stato
identificato grazie ai fotogrammi estrapolati dal
sistema di videosorveglianza e alla collaborazione
del proprietario della gioielleria che ha riconosciuto il malvivente.
Il Governatore, che è un buon
podista, ha incontrato lunedì 14
marzo a Locri il Presidente dell'AssComuni, dr. Pietro Crinò, e i
sindaci che dell'AssoComuni fan parte. Non
riteniamo che da quel giorno spunterà la
nuova storia dei comuni della Locride . Ci
sarà invece una direzione di marcia obbligata per la dottoressa Anna Squillacioti, commissaria straordinaria dell'Azienda sanitaria
provinciale di Reggio Calabria. Poiché così
ha promesso il Governatore ai riuniti sindaci :” Ella sarà tra voi ogni quindici giorni”.
Non c'è dubbio che i dirigenti non possono
essere diretti, ma questo ha a che vedere con
le vertebre della nominata Commissaria.
Anche se non è difficile immaginare che,
votandosi al bene della provincia di Reggio
Calabria come Garibaldi a quella dell'Italia,
abbia prontamente detto :”Obbedisco”.
Aspetteremo.
Ma ella aveva già annunziato il suo prodigioso piano di razionalizzazione, parola mite e
dolce che non fa sospettare la scure. E il
piano è : a Locri nessuna soppressione di
reparti. Restano tutti in piedi, e non ha
importanza che non funzionino o non siano
messi in condizione di funzionare. L'ospedale di Siderno ha, invece, bisogno d'essere
riconvertito: in che cosa non si sa. Ma, per
altri versi, e in altro campo, la parola riconversione significa l'anticamera della chiusura.
Si può dire tutto tranne che la Signora della
Sanità non sia dolce come l'orlo del bicchiere indorato di miele per indurre il bambino
ingurgitare la medicina amara. E, infatti, non
tema Gerca per la sua struttura ospedaliera:
ci sarà un sicuro utilizzo. Queste le parole.
E questi uno tra i tanti misfatti: la chiusura
del punto nascita dell'ospedale di Melito
Porto Salvo, ospedale storico . Bisogna
risparmiare. Come no? La dottoressa
Rosanna Squillacioti, però, dovrebbe
cominciare l'opera di risanamento dal buon
esempio: risparmiare sull'affitto. Come mai
ne paga uno esoso in quel di Reggio quando
ha a disposizione gratuitamente Scilla, Melito e le suite all'ASP di Locri e Polistena?
E' quello che non fa. Più facile fare la crocerossina del Governatore. Più facile vendere
fumo come il gatto di Trilussa-: “ Conosco
più d'un gatto ch'è disposto/ a vende fumo pé
magna l'arrosto”.
Tsunami
Paura Calabra
la Riviera DOMENICA 20 MARZO 2011
Per affrontare quello che sembra essere
diventato per noi uno strano tabù, abbiamo
intervistato il dottor Carlo Cassaniti
«Lo tsunami del Giappone da noi
avrebbe riscritto la storia dello Stretto»
L’
“
MARIA G.COGLIANDRO
energia della terra sgretola
interi paesi come castelli di
sabbia, migliaia di uomini
cadono come soldatini da collezione. La
forza devastante della natura mostra l’essere umano in scala ridotta. Fragile carne in
balia degli eventi. È l’incubo del terremoto,
l’incubo che si insinua nel sonno e che sempre più spesso distrugge la realtà. Noi calabresi abbiamo provato ad ignorarlo, mandando nell’oblio quell’immane catastrofe
che colpì il nostro territorio più di un secolo
fa. Un rifiuto forse scaramantico ma soprattutto comodo che ha permesso di continuare a costruire case su case, violando qualsiasi normativa. Un rifiuto che ha relegato il
terremoto e con esso il maremoto nell’ambito dei fenomeni del tutto eccezionali, che
accadono una tantum, e che colpiscono i
paesi in tv, mica noi.
La tragedia che ha devastato il Giappone in
questi giorni, anziché suscitare paura per gli
oscuri presagi Maya sulla fine del mondo,
dovrebbe essere l’occasione per riflettere
guardando in casa nostra. Imparando da
questi uomini con gli occhi a mandorla che
in fila, ordinati, sono usciti dai grattacieli
senza imprecare contro il cielo, senza piangersi addosso. Uomini che hanno imparato
a convivere con queste catastrofi naturali, a
costruire le loro case tenendo presente una
forza immane sempre pronta a demolirle,
tanto che un terremoto come quello in
Abruzzo avrebbe fatto crollare a malapena
i cornicioni. Per affrontare quello che sembra essere diventato per noi uno strano
tabù, abbiamo intervistato il dottor Carlo
Cassaniti, vicepresidente dell’Ordine regionale dei geologi di Sicilia.
Dottor Cassaniti, se fosse avvenuto sullo
Stretto uno tsunami come quello in Giappone, cosa sarebbe rimasto?
Avrebbe sicuramente riscritto la storia di
questo pezzo di Mediterraneo.
Dal punto di vista tettonico che raffronto si
potrebbe fare tra il nostro territorio e quello nipponico? Che dimensioni hanno la
faglia responsabile del terremoto in Giappone e quella dello Stretto?.
Nell’area giapponese secondo alcuni studi
preliminari la spaccatura nella crosta terrestre sarebbe lunga più di 700-800 km e larga
almeno 200 km: ciò può dare un’idea delle
grandi energie in gioco sotto il Pacifico
nord-orientale.
Lo stretto di Messina, invece, si trova proprio nel centro del Mediterraneo, in una
zona molto instabile dal punto di vista tettonico ovvero in un nodo di convergenza di
tre placche continentali; ognuna di esse ha
un proprio movimento che le porta a scontrarsi formando così un sistema di faglie
normali lungo complessivamente 370 km.
Questo complesso sistema di faglie, chiamato “Siculo-Calabrian rift zone”, si estende in
modo continuo dalle coste tirreniche cala-
6
bresi, prolungandosi attraverso lo stretto di
so, accaduto il 6 febbraio 1783: il terremoto
Messina, lungo la costa ionica della Sicilia
ha provocato il distacco di una grossa parte
fino a raggiungere gli Iblei orientali (Sicilia
di una montagna a ridosso di Scilla che è
sud-orientale).
caduta in mare generando un forte mareOltre la spaccatura che corre sul versante
moto con onde fino a 9 metri sulla spiaggia
reggino, ad aumentare il rischio di terremodi Scilla e causando oltre 1500 vittime.
to e maremoto concorre
Nel 1908, per esempio, che
l’attività dell’Etna e delle
altezza hanno raggiunto le
Eolie?
onde e a che distanza si
La complessità geostrutsono spinte dalla coste siciturale di tutta l’area in
liana e calabrese?
questione porta spesso a
All’epoca il terremoto
correlare i fenomeni vuldistrusse quasi totalmente
canici con gli eventi sismile città di Messina e Reggio
ci, tuttavia si tratta di fenoCalabria e molti altri villagmeni che vanno studiati
gi vicini ed un violento tsucaso per caso in funzione
nami seguì la scossa princidelle diverse strutture tetpale causando ingenti
toniche che si attivano.
danni e migliaia di vittime,
C’è il rischio tsunami nel
con onde che si propagaroMediterraneo? Che altezno fino a Malta e raggiunza potrebbero raggiungesero i 13 m di altezza sulle
re le onde?
coste calabre, precisamenCito dei dati resi noti dall’
te a Pellaro, e 11,70 m a S.
INGV e dall’Università di
Alessio sulle coste siciliane.
Bologna: negli ultimi due
Se si verificasse un terremillenni si sono verificati
moto come quello del 1908,
72 movimenti anomali del
oggi quante case rimarrebmare, di varia intensità,
bero in piedi?
lungo le coste italiane cosi distribuite: LiguFare delle previsioni è senza dubbio impruria (14 eventi); Stretto di Messidente. Sicuramente dagli anni ’70
na-Sicilia Orientale-Calabria
in poi si è edificato seguendo le
meridionale tirrenica-Isole Eolie
norme antisismiche che, tra l’al(23 eventi); Adriatico (10);
tro, negli ultimi anni sono state
I
n
alto
lo
Stretto
nel
1908
Golfo di Napoli (10); Toscana
sostanzialmente modificate. Le
qui sopra Carlo Cassaniti
(3); Sicilia settentrionale (2);
aree costiere dello Stretto sono
In basso a sinistra un’immagine
Sicilia meridionale (2); Calabria
caratterizzate, oltre che dall’alto
del
disastro
giapponese
settentrionale ionica (1); Lazio
rischio sismico, da un elevato
a
destra
le
rovine
causate
(1).
rischio idrogeologico che può caudal cataclisma del 1908
Nel 1783-1784, durante una
sare danni se innescato da forti
forte crisi sismica durata oltre un
eventi sismici. Nel 1908 il terreanno, le coste calabresi tirrenimoto con il conseguente mareche furono interessate da 9 evenmoto provocarono circa 80.000
ti di tsunami seguiti ad alcune delle più forti
morti; oggi le stesse aree sono abitate da un
scosse. Di questi uno è stato il più disastronumero molto più elevato di persone e il
territorio risulta meno attenzionato rispetto
al passato.
Nel Pacifico, esiste un centro responsabile
per il monitoraggio dei maremoti, il “Pacific Tsunami Warning Center”. E da noi,
invece, esiste un sistema per avvertire la
popolazione dell’occorrenza di un maremoto?
Fare prevenzione nel caso di maremoto non
è impossibile, ma certamente difficile, perché il tempo concesso prima dell’arrivo
delle onde di maremoto sulle coste può
essere anche brevissimo, se il punto di generazione del fenomeno è molto vicino alla
costa. Il tempo a disposizione per allertare
la popolazione è di solito estremamente
breve, soprattutto in mari come i nostri
dove le velocissime onde dello tsunami non
hanno migliaia di chilometri prima di arrivare a terra, come spesso accade ad esempio nel Pacifico. Di tale problematica
dovrebbe occuparsene la Protezione Civile
Nazionale, ma il dato preoccupante è che le
aree costiere italiane a rischio tsunami, già
individuate da vari studi, ancora non sono
tutelate da interventi strutturali preventivi
né da attive misure di monitoraggio, di
didattica e protezione civile. Quindi, rispetto al resto del mondo, in Italia siamo ancora “all’anno zero”.
Passiamo al Ponte sullo Stretto. Il Ponte è
commisurato a magnitudo 7,1 Richter,
ossia a resistere alla stessa forza del terremoto che ha colpito Reggio e Messina nel
1908. Chi ci assicura che il prossimo terremoto, purtroppo già annunciato, non avrà
una potenza distruttiva superiore?
Credo che il progetto del Ponte sulle Stretto di Messina sia corredato da studi geologici specialistici che hanno considerato tutti
gli scenari sismici possibili per quell’area del
Mediterraneo; forse si poteva fare meglio
realizzando, prima dello stesso ponte, tutti
quegli interventi di messa in sicurezza idrogeologica del territorio in modo da edificare questa mega-futuristica infrastruttura su
terreni di fondazione sicuri ed in aree stabili.
Le amministrazioni locali e il governo
nazionale si stanno muovendo verso misure di prevenzione e attenuazione dei rischi
in vista di un eventuale terremoto? Lo
hanno capito che probabilmente non ci
saranno per un’esibizione mediatica post
disastro?!
La politica sembra disinteressarsi degli evidenti problemi di fragilità del territorio italiano. Siamo una Nazione che vive questi
problemi sull’onda dell’emozione a seguito
di una emergenza … appena si spengono i
riflettori si va avanti dimenticando tutto.
Noi geologi riteniamo con grande convinzione che bisogna necessariamente fare
“prevenzione” ed impiegare maggiori fondi
per la sicurezza del nostro territorio che
abbiamo ereditato dai nostri antenati e che
rischiamo di consegnare ancora più fragile
ai nostri figli.
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LA COPERTINA
Editoriale
JIM BRUZZESE
Ora necessita la
Fratelli
di sacco
Chiusi giovedì 17 marzo i
festeggiamenti, la Calabria,in questo inizio del
151esimo anniversario
dell'Unità d'Italia, soffre
doglie di parità e sventola un pareggio. La periferia come la città, la
provincia di Reggio
come la capitale delle
due Sicilie. La Locride
come il Rione Sanità di
Napoli.
In quei cassonetti verdi
della spazzatura, le buste
gialle dei discount ci
sbattono in faccia stesse
povertà e nuovi stenti,
mentre altrove si ammainano le bandiere di parata, noi a mezz'asta conosciamo una nuova piaga:
i rifiuti. Potenza e
nobiltà da Roma in su,
tuguri e puzza da Napoli
in giù. Un segnale di non
speranza che si ferma,
quasi castrato, dinanzi ad
un buona notizia. I magistrati della Procura di
Catanzaro, nel chiedere
l'archiviazione dell'inchiesta sulle Navi dei
Veleni, allontano una
gran paura: la presenza
di rifiuti radioattivi nel
mare calabrese. E noi
felici, quasi all'angolo,
incassiamo il male minore. Sembra destino che i
calabresi debbano sempre scegliere tra due
mali. Ma tra due mali
non si sceglie mai,
essendo comunque mali.
M
la Riviera DOMENICA 20 MARZO 2011
serietà dei fatti
La nostra provincia si avvicina al resto d’Italia, si scopre sempre
più simile a Palermo e a Napoli, e non per un fatto di criminalità
gemelle. La questione spazzatura, invece di essere affrontata e
risolta, viene vissuta come tema di scontro politico o strapaesano
I
CARMELO CARABETTA
ndifferenziati sono gli interessi,
quelli di tutti. Quelli dei reggini
che vedono i rifiuti trasformarsi
in cumuli, riempire i cassonetti,
fuoriuscire e invadere le strade. Quelli
della gente, che aspira i miasmi della
spazzatura, invece di godersi il profumo delle zagare ormai in fiore. La logica dello scontro, dei contrapposti vantaggi, non regge quando è in ballo un
bene supremo. Non c’è da strumentalizzare, o parteggiare per qualcuno, o
qualcosa, in frangenti di drammaticità
estrema. La nostra provincia si avvicina
al resto d’Italia, si scopre sempre più
simile a Palermo e a Napoli, e non per
un fatto di criminalità gemelle. Il reggino si riempie di spazzatura, come le
falde del Vesuvio e del monte Pellegrino. Le strade della Locride sono ormai
ingombre di rifiuti: la questione spazzatura, invece di essere affrontata e
risolta, viene vissuta come tema di
scontro politico o strapaesano. Non
siamo tecnici del settore, quindi non
entriamo nel merito della gestione
delle discariche, quella di Casignana in
particolare che assorbe ormai l’intero
prodotto pattumiero reggino. Il dato di
partenza è l’impossibilità di smaltire i
rifiuti, le discariche in funzione sono
quasi in stallo, da ciò discendono due
scelte: aumentare la capacità di smaltimento e ridurre la produzione di pattume. E’ ovvio che non si possono aprire
discariche in misura esponenziale
rispetto all’aumento dei rifiuti. L’apertura di siti di stoccaggio nuovi, può
essere perseguita solo per il superamento delle congiunture emergenziali.
La strada seria, e seriamente percorribile, è quella della compressione della
produzione di rifiuti, che passa, ovviamente dalla riduzione dei consumi,
dall’aumento della raccolta differenziata. E’ chiaro che quanto sopra può
apparire una dichiarazione d’intenti,
banale, vuota; eppure le idee semplici,
quasi sempre, sono le più rivoluzionarie. E la rivoluzione, in questo caso,
passa per una responsabilizzazione
Essenziale
Incalziamo i nostri politici
pretendendo di essere uguali
a quegli italiani che hanno
strade pulite e cassonetti vuoti.
La pulizia e la crescita di
questo territorio chiama a una
responsabilizzazione collettiva
della gente. Tutti, compresi noi, devono
comprendere che le esigenze, e i vizi,
personali, devono fare i conti con l’ambiente circostante. Non possiamo alzare zerbini e nascondere la polvere, dobbiamo educare ed educarci al rispetto
dell’ambiente e di noi stessi. Speriamo
tutti in un aumento del benessere, non
ci tifiamo contro, ma stare bene significa vivere in un ambiente sano. Ognuno
di noi deve dare una mano, ognuno
deve svolgere al meglio il proprio
ruolo. Sacrosanto è il diritto di essere
rassicurati sul buon funzionamento dei
siti di stoccaggio, e doveroso è l’obbligo
di spiegare l’andamento delle discariche. La polemica non serve, necessita
la serietà dei fatti. Non ci sono partiti
da abbracciare pregiudizialmente, lo
sporco infetta tutti, untori compresi.
L’interesse di tutti è la salubrità dell’ambiente, la raccolta efficiente.
Siamo nella stessa terra, sopra la stessa
nave, e il naufragio affoga tutti. Teniamo a galla il bastimento e voghiamo
insieme. Diventiamo bravi cittadini,
raccogliamo differenziato, educhiamo i
nostri figli all’ambiente, riduciamo
consumi e rifiuti. Incalziamo la politica
verso scelte corrette, sorvegliamo i siti,
protestiamo o applaudiamo secondo
un corretto funzionamento o meno.
Cerchiamo di essere uguali agli italiani,
a quelli però che vivono meglio. Fratelli di quelli che hanno strade pulite e
cassonetti vuoti, non imitiamo la puzza,
emuliamo la pulizia.
9
10
Reggio
EUTANASIA PER LA RUOTA DEL PORTO!
Inizialmente si resta colpiti dal caloroso benvenuto rivolto ai nostri dirimpettai definiti, per la
loro credulità e la loro propensione alle chiacchiere, “Buddaci”. Poi abbassando lo sguardo si
scorge abbandonata ed esanime la ruota di uno scooter, “alimentata artificialmente” dal palo
del cartello a cui è legata con tanto di catena e lucchettone. Mentre ci prepariamo ad
organizzare una fiaccolata in cui invochiamo l'eutanasia per questa povera ruota, consigliamo
al proprietario, la prossima volta, di legare lo scooter dal telaio
DOMENICA 20
MARZO 2011
Attualità
SUL 150° ANNIVERSARIO
DELL'UNITÀ D'ITALIA.
FESTEGGIARE COSA?
TRA REVISIONISMO E
MERIDIONALISMO.
VALENTINA ELIA
“Ninco Nanco deve morire. Perché se
campa potrebbe parlare e dire qualcosa
di Meridionale”.
Che brava gente, la gente del Sud. Modesta, umile, testarda. Ma brava gente. Lo
Stato proclama la festa nazionale per
celebrare l'Unità d'Italia nel suo 150°
anniversario ed ecco che dal Trentino alle
Isole è un tripudio di bandierine tricolori,
fanfare, marce, attestati di gratitudine
immensa all'impresa garibaldina. Tutti, in
ogni regione, hanno risposto all'appello
proveniente da Roma rendendo onore
alla nostra grande Nazione.
Ma cosa abbiamo festeggiato, esattamente? È vero che la storia ufficiale, quella
che ci viene propinata sin dalla tenera età,
viene sempre e comunque scritta dai vincitori. Da sempre è così. Ma c'è anche
un'altra storia, un'altra verità, forse scomoda, sicuramente da tenere nei meandri della machiavellica “ragion di Stato”,
da archiviare come “effetto collaterale”
delle grandi imprese, ma comunque brutalmente reale, le cui ripercussioni si
fanno sentire chiaramente anche oggi e,
forse, per sempre.
Per semplificare il concetto in un'unica
frase si potrebbe citare il giornalista Pino
Aprile nel suo fortunato libro “Terroni”:
"I piemontesi fecero al Sud quello che i
nazisti fecero a Marzabotto".
Ma non solo. Siamo stati aggrediti, depredati e massacrati come fecero gli americani con i pellerossa, deportati come gli
ebrei, vessati come il popolo curdo, marchiati per generazioni con infamanti luoghi comuni in realtà ereditati da un passato tragico che ci ha defraudati di tutto.
Sarebbe forse il caso di mettere da parte
la retorica di questi giorni che è utile solo
a nascondere la verità storica; una triste
verità: dall'Unità d'Italia, il Sud è diventato una colonia. C'è ben poco da festeggiare: siamo stati occupati, non liberati.
Gli anni di occupazione dell'esercito
sabaudo furono segnati col sangue da
fucilazioni arbitrarie, saccheggi, feroci
rappresaglie (come dimenticare il massacro di Pontelandolfo, in Campania), strupri e barbarie.
Il “Risorgimento” non fu quindi, come il
termine lascia intendere, uno spontaneo
movimento di popolo, ma una lunga serie
di cospirazioni e sommosse ordite da
movimenti elitari e sfociate in una serie di
guerre di conquista combattute e vinte
dal Piemonte col solo intento di allargare
l'area di controllo sabaudo, col beneplacito degli stati europei alleati.
Oltre due milioni di morti, 500 mila prigionieri politici borbonici, le casse del
meridione dilapidate per coprire i debiti
del Regno Sabaudo e finanziare lo sviluppo agricolo della pianura padana a scapito dell'allora fiorente economia del Sud.
Nessun onore per chi combatté, sacrificando magari la propria vita, nessun risarcimento per i nostri morti innocenti, per
la spoliazione totale che subimmo e di
cui, ancora oggi, paghiamo le conseguenze.
Zitti tutti: bandierine tricolore al vento e
mano destra sul cuore: l'Italia è stata fatta
e il passato non conta più. Il brigante
Ninco Nanco è morto e nessun altro
oserà mai dire “qualcosa di meridionale”.
SIMBOLI
I “BRONZI” DEL
VIALE EUROPA
ANTONIO CORMACI
i sono quei monumenti che sono
simbolo di una città, che rappresentano la sua fama. I Bronzi di Riace,
per esempio, rappresentano Reggio,
sono Reggio, e sono l'icona del lato culturale della medaglia reggina. Tuttavia, dove l'occhio del turista non arriva, può arrivare quello di un cittadino comune, che magari abita
da 30 anni sul Viale Europa, negli edifici
popolari dell'Aterp (Azienda territoriale
edilizia residenziale pubblica), e che osserva
altri tipi di “bronzi” (non in senso letterale),
che sono l'icona dell'altra faccia della medaglia, quella degradata con cui abbiamo a che
fare giorno dopo giorno. Lo scenario è sempre il solito. Si sono succedute le amministrazioni, ma la sostanza è rimasta immuta-
C
IL TRENO DI
LEGAMBIENTE A
REGGIO CALABRIA
(LE CONTRADDIZIONI DEL
MINISTERO DELL'AMBIENTE)
FRANCESCA RAPPOCCIO
Con grande tempismo, dopo lo tsunami giapponese, il Treno Verde di
Legambiente attraversa l'intero territorio italiano e dal 17 marzo fino al 19
ha compiuto la sua unità nazionale
presso la stazione di Reggio Calabria.
Eppure non si tratta della prima
volta, ma della 22°
edizione che vede il
coinvolgimento
anche delle Ferrovie
dello Stato, del Ministero dell'Ambiente e
della Tutela del Territorio e del Mare. Il
fascino di quest'iniziativa non è solo
educativa e civile, ma
ha lo scopo di far
compiere a qualsiasi
cittadino un viaggio verso l'ecosostenibilità “alla scoperta di un mondo
fatto di città ecologiche, di energia
pulita, aria più respirabile e stili di vita
virtuosi”.
Sul Treno Verde (che ha visto la partecipazione di un gran numero di giovani) si è parlato di buone pratiche e
cambiamenti climatici, nell'ambito
della campagna Patto dei Sindaci,
l'accordo europeo secondo il quale i
Comuni si impegnano a realizzare,
entro il 2020, piani di azione per rientrare negli obiettivi del 20-20-20. Si è
discusso anche di mobilità sostenibile,
11
SE TOM ACCIUFFA JERRY
Non uno ma due Tom a pestare a sangue Jerry. Nel ruolo di Jerry una donna di Roghudi sorpresa dai due Tom, titolari
di un negozio di frutta e verdura, a rubare una forma di formaggio. E se nei cartoon a rimanere a bocca asciutta era
sempre Tom, in questo caso è Jerry che resta a digiuno! Sottratta la caciotta viene direttamente spedita in prognosi
riservata. I due autori del pestaggio dopo quattro mesi dall’agghiacciante aggressione sono finalmente finiti in manette.
DOMENICA 20
MARZO 2011
A fare da cornice al nuovo ospedale
Morelli,due scheletri di edifici dell'ATERP,
cimeli di immobilismo da più di 20 anni
ta. Quello che appare è un ambiente in pieno
degrado, un degrado in pieno centro cittadino, in una zona frequentata e ricca di piccole
attività commerciali: parliamo di due plessi
incompiuti dai quali spiccano cemento armato e ferraglia arrugginita, due giganti poggiati
sull'immondizia, su quella che è ormai diventata una piccola discarica, covo nocivo di rifiuti di ogni genere, quindi di malattie, e luogo
dove si riproducono abitualmente animali
randagi. Una fittissima boscaglia fa quasi da
fossato a queste fortezze di vergogna. Ma non
solo: secondo le segnalazioni degli abitanti dei
palazzi vicini, uno dei due prefabbricati è sede
quasi abituale di un gruppo di extracomunitari che provoca non poca preoccupazione a
coloro che abitano nei palazzi limitrofi. Se si
astraesse per un attimo l'insieme dall'ambiente circostante, sembrerebbe di essere in uno
scenario da guerra, dove quei due mostri di
cemento sembrano oggetto di qualche assurdo bombardamento. Ma l'Aterp pare che se la
prenda comoda, e sembra anche particolar-
analizzando i vantaggi che il trasporto
pubblico su ferro può garantire alle
città e ai cittadini.
La prima carrozza del Treno è dedicata alla mobilità e a come questa
può diventare sostenibile. Attraverso
un esatto percorso pensato per progettare città migliori, la seconda carrozza spiega, invece, il meccanismo
dell'effetto serra e i vantaggi delle
energie rinnovabili, temi che conducono direttamente alla terza carrozza,
a bordo della quale è allestita una
vera e propria casa ecologica che
dimostra le novità per risparmiare
energia nella salvaguardia dell'ambiente.
Come sempre è encomiabile l'azione
che da più di trent'anni Legambiente
compie nel dialogo
perenne con le istituzioni, nelle campagne
di sensibilizzazione a
tutela del Pianeta e
delle sue risorse. Ma
vige una contraddizione. In questi giorni terribili, mentre il mondo
e l'Europa intera ridiscutono sulla sicurezza
del nucleare (Germania in primis), il ministro Prestigiacomo rassicura il popolo
italiano e da Bruxelles bacchetta “i
malpensanti” tacciati di disseminare
allarmismi.
Eppure la tanto sbandierata sicurezza
sul nucleare, considerato unica fonte
di energia possibile per il paese, non
esiste. Il Giappone l'ha compreso a
sue spese. Dunque, come conciliare
posizioni così estreme, non curanti
della realtà con la scelta di appoggiare campagne contro il nucleare e
sempre a sostegno di una visione ecosostenibile? Ebbene, siamo di fronte
all'ennesima incoerenza tutta italiana.
mente lontana l'ipotesi di un dialogo con l'amministrazione comunale per iniziare un'operazione di recupero delle strutture. Ma questa
è una diatriba che va avanti da anni, e conseguenti sono state le ipotesi di recupero proposte dall'amministrazione di turno. La più singolare, che tuttavia non ha trovato sbocchi
pratici, era quella di abbattere gli edifici e di
costruirci un parcheggio. Il punto è: perché gli
edifici sono là? Tralasciando per un attimo il
dopo costruzione, non resta che capire perché
sono là da così tanto tempo. Gli edifici facevano parte di quel grande piano di riqualificazione della zona del Viale Europa operata
dall'Aterp. Protagonista, però, è stata la proverbiale incapacità gestionale che ha colpito
altre infrastrutture della nostra città, nonché
la mancanza dei criteri antisismici richiesti.
Dunque i lavori non proseguirono, per motivi
burocratici ed economici. L'intero viale è
costellato. Recentemente, gran parte di questi
sono stati riqualificati e ristrutturati dopo
essere stati dichiarati pericolosi ed evacuati da
famiglie che risiedevano là da 35 anni. Fino a
qualche mese fa c'era anche il problema eternit, il quale è stato prontamente rimosso. Ma
i due giganti restano ancora lì, indifferenti ai
lavori di restauro e recupero delle file vicine.
Il progetto “Contratto di quartiere II", interamente finanziato dalla Regione, a cui l'Aterp
ha partecipato in partenariato con Comune,
dipartimento Patrimonio architettonico e
urbanistico (Pau) della "Mediterranea", Associazione industriali, Ance di Reggio e altri
attori privati, è la base dalla quale è decollato
il progetto di recupero. A questi ultimi soggetti spettava il compito, per convenzione, della
demolizione e ricostruzione dei rimanenti
scheletri Aterp in analisi, in prossimità dell'ospedale Morelli. La proposta progettuale presentata dall'Aterp, costata circa 3 milioni, ha
consentito di immettere sul mercato della
locazione a canone sociale, per famiglie a
basso reddito, altri 40 nuovi alloggi, recuperati dalle file vicine, ma della demolizione dei
rimanenti scheletri non si è più detto niente.
Che non si stia pensando ad un'ipotesi di recupero? Il progetto, ideato nel 2004, doveva
idealmente concludersi proprio quest'anno
ma l'abbattimento (o recupero, chi lo sa) dei
due scheletri, che erano quasi il fulcro del progetto, sembra debba aspettare ancora parecchio tempo. Viale Europa e Aterp è un idillio
compiuto solo a metà!
IL PIANO “INFALLIBILE”
Rapina riuscita solo in parte nella
notte di mercoledì presso il Banco
di Napoli di Viale Zerbi
Centro Sportivo Siderno
Anno Sociale 2010/2011
Centro Sportivo
Siderno
Palestra & Piscina
Body Building
Cardiofitness
Rieducaz.Funzionale
Step-Gag
Aerobica
Corpo Libero
Spinning
Scuola Nuoto Bambini
Scuola Nuoto Adulti (anche per i non galleggianti)
Corsi per Assistenti bagnanti
Gym
Hydrobike
Rieducazione Funzionale in acqua
Attività Agonistica
Squadra Nuoto Master
Vita Antonio, Foti Carmelo e Foti Mariano
(detto “Mariolone”). Non certo nomi noti al
mondo della malavita o in qualsiasi altro contesto. Nella notte tra mercoledì e giovedì hanno
comunemente deciso di introdursi all’interno
del Banco di Napoli al fine di svuotarne la cassaforte in compagnia di un “esperto scassinatore” rom.
I tre, si verrà sapere dalle indagini, possedevano
il pallino della rapina ormai da qualche mese.
Non riuscendo a sbancare il lunario o a fare un
bel milioncino al superenalotto, decidono dapprima di rapinare un furgone portavalori, poi,
una volta considerato il “colpo” troppo pretenzioso, si limitano a voler introdursi nottetempo
all’interno di una delle banche più centrali e
situata tra le zone più frequentate dell’intera
città. Ma questo è un particolare che non fermerà i quattro. L’appuntamento era fissato per
la tarda serata di mercoledì e, a quell’appuntamento, il “Mariolone” si è presentato in compagnia del rom, che poi è salito sull’auto di servizio
della guardia giurata di turno quella notte, Vita
Antonio, procedendo poi a effettuare il “colpo”.
Il giorno dopo il direttore del Banco di Napoli di
Viale Zerbi, nel vedere la cassaforte svaligiata,
ha immediatamente chiamato i Carabinieri.
Le indagini non durano molto.
Le porte di accesso non presentavano segni di
effrazione. Ciò – hanno dedotto gli investigatori
– sta a significare che i ladri avessero un complice che lavorasse all’interno della struttura (il
piano inizia a presentare qualche lacuna).
Chiaramente ad essere interrogato è il vigilante
di turno che, con doti recitative di discreto livello, nega di aver sentito il minimo rumore. “Trattasi di professionisti!” (un po’ di autocompiacimento non fa mai male).
Un vero peccato quando, dopo alcune ore, è
stato tecnicamente possibile visionare i filmati di
videosorveglianza dell’Istituto.
I tre complici e la guardia giurata vengono fermati immediatamente.
Non è stato decisamente un piano geniale.
Mario Labate
12
Piana
CINQUEFRONDI VALORIZZA LA CULTURA
Si è svolto a Cinquefrondi il terzo concorso letterario nazionale "Una rosa in collina", organizzato dall'associazione di volontariato "Senza frontiere". Tema di quest'anno è stato la famiglia,
"increspatura di vissuto che non riguarda solo il nucleo tradizionale ma tutte le unioni presenti nella società che hanno pari diritto di essere rappresentate" ha affermato Angelo Siciliano.
Sono stati 28 i racconti che hanno superato la preselezione e che sono stati vagliati dalla giuria composta da Marco Tripodi, assessore provinciale all'associazionismo e al volontariato e
primo cittadino di Polistena, Marco Cascarano, sindaco di Cinquefrondi e dalle docenti Nico-
DOMENICA 20
MARZO 2011
Attualità
Polistena: Operazione “Scacco matto”
Si scopre un pentito, un
giornalista “condizionato”
MARIA BOETI
In settimana abbiamo assistito ad
un evento che nessuno si aspettava,
che nessuno avrebbe mai immaginato, siamo stati tutti colti alla
sprovvista e, niente è più dannoso
come il panico.
I Longo di Polistena mattina di
martedì all’ alba venivano arrestati.
Tutta la loro crono-storia era in
primo piano sulle pagine delle
maggiori testate regionali, in articoli on line e, sulle reti televisive.
Quasi tutti hanno evidenziato nei
titoli di apertura l’ operazione di
polizia che gli inquirenti hanno
messo a segno, infatti, gli hanno
sequestrato beni per un valore di 30
milioni di euro.
Polistena, regno del male?
La nostra è una cittadina pregna di
cultura, dove vivono menti illuminate, penne raffinate, poeti, scrittori, filosofi, storici e, dove gli abitanti si frequentano per rendersi
migliori gli uni con gli altri. Democrito diceva: “ una sola persona vale
quanto tutto il popolo e tutto il
popolo quanto una sola persona” e
aggiungerei che mai frase calzò così
bene come per Polistena.
Per cui, sarebbe bene mantenerci
sobri evitando gli estremi senza
cadere in ingannevoli trappole. Chi
scrive deve rendersi utile al l’umanità, lasciare ai posteri la propria
opinione che può anche non coincidere con quella degli altri ma, questa è quella che si dice: non-violenza.
La maxi-operazione è stata sicuramente fra le più importanti portata
a termine negli ultimi anni, partita
da un’ ordinanza di custodia cautelare da gip Tommasina Cotroneo,
su richiesta del sostituto Marco
Colamonaci. L’ operazione, inoltre,
ha visto impegnata tutta la squadra
mobile di Reggio e, del commissariato di polizia di Polistena i due
funzionari Amati e Giordano.
Oltre all’ impegno del procuratore
Giuseppe Pignatone, dall’ aggiunto
Michele Prestipino, da questore
Carmelo Casabona, e dal capo
della mobile Renato Cortese.
E, le colonne portanti sulle quali si
regge l’ inchiesta sui Longo sono le
dichiarazioni del pentito Biagio
Girolamo Bruzzese che svela i
retroscena e riferisce grosse informazioni.
Però - anche qui - un dubbio sorge,
qualche passaggio sembra non quadrare, c’è l’ impressione che non
tutto s’ incastra alla perfezione col
resto del mosaico da lui descritto.
Infatti, il collaboratore di giustizia
ammette:” Loro erano che controllavano i voti chi doveva salire a gestire il comune di Polistena” e, alla
domanda del sostituto commissario: ”questo fino al duemila e tre fino
a quando?” il giovane risponde: “
fino al duemila e tre e sarà sempre
così fino al duemila e tre e non è che
adesso è cambiato nulla”.
Qualunque cittadino polistenese di fronte a queste dichiarazione
Cinquefrondi: Parla il sindaco Marco Cascarano
Braccio di ferro tra Sorical e Amministrazione
ISABELLA GALIMI
MARCO CASCARANO,
sindaco di Cinquefrondi
La Sorical taglia l'acqua, Cascarano risponde- Cinquefrondi in
ginocchio per il braccio di ferro tra
l' Amministrazione e Società Sorical
Un paese in ginocchio, una comunità senza acqua. Questa la situazione che si è venuta a creare a
Cinquefrondi nella giornata di
venerdì 11 marzo e, per alcune ore,
nei giorni seguenti.
Marco Cascarano, sindaco della
città, ci illustra la situazione presa
ina tto al momento dell'ascesa al
suo ruolo, lo scorso aprile: “Abbiamo trovato da parte della Sorical
un presunto credito di circa
1.100.000,00 , maturato poi tra il
2010 ed 2011 a circa 1.200.000,00 .
La cifra che il Comune ritiene invece di dover dare alla società, sulla
base di una contestazione storica, è
di circa 153.000 euro annui, ovvero
l'impegno di spesa che invece il
Comune ritiene di avere sulla base
del fabbisogno reale.
La contestazione con la Società
parte dagli anni 90 ed arriva sino al
2010, prima contro la CasMez e poi
contro la Regione Calabria, subentrata a quella, solo in seguito alla
Sorical, che si presenta come
società pubblico privata.
Il sindaco analizza come il braccio
di ferro vada avanti dal primo gennaio 2004 tra l'Amministrazione
Comunale e la società,e sono
molto gli elementi di dubbia natura
che caratterizzano la vicenda:”Non
esiste in effetti un contratto in essere tra la società ed il comune, i contatori che la Sorical utilizza per fornire i dati all'Ente non sono omologati, i volumi di acqua indicati dalla
società non corrispondono a quelli
riscontrati dal comune. Si è ora in
attesa di giudizio da parte delle
autorità competenti, ragion per cui
Intanto a S.Giorgio Morgeto c'è l'appoggio alla lista capeggiata da Vincenzo Marrapodi
Emilio Ierace e le “sfide” di Generazione Futura
“Se qualcuno ci chiede se stiamo con
la destra o con la sinistra, risponderò
senza infingimenti e senza retorica
che Generazione Futura sta con la
gente". E' questo l'incipit del discorso
di Emilio Ierace, Presidente della
Costituente di Generazione Futura, a
S.Giorgio Morgeto durante la presentazione dei candidati della lista capeggiata da Vincenzo Marrapodi. Ierace
ha condiviso la “struttura” della lista
di Marrapodi poiché “composta dall'energia e dall'entusiasmo di tanti giovani, che hanno in comune a Generazione Futura molte idee e molti progetti”. Oltre a ciò, Marrapodi ha voluto porre l'accento su una maniera
diversa di gestire la cosa pubblica che
deve, innanzitutto, riguardare le fasce
più deboli della popolazione (anche
attraverso l'istituzione di consulte
autonome). Per l'aspirante sindaco,
inoltre, la riqualificazione del centro
storico, può rappresentare un'occasione per richiamare turisti e creare
occupazione. Tra le fila di Marrapodi,
vi sono anche i nomi di Stefano Ierace, Vincenzo Pezzano, Roberto Carere (che dovrebbe esercitare, da esterno, la consulenza al turismo), e Laura
Venoso. Generazione Futura si pone,
dunque, quale importante interlocutore per molti candidati alle prossime
elezioni amministrative di maggio.
Basti pensare che Emilio Ierace (che
abbiamo raggiunto telefonicamente),
ci ha detto che sosterrà le candidature
di Riccardo Ritorto, a Siderno, e Giovanni Calabrese, a Locri. Ma l'attività
del movimento politico non si esaurisce nel semplice interesse per le elezioni. Sono tante, difatti, le iniziative,
le proposte e gli interventi che mirano
sempre a centrare il cuore dei proble-
lina Gioffrè, Rosanna Giovinazzo e Franca Ierinò. Una giornata mirante alla valorizzazione della cultura e della scrittura.
L'iniziativa, dopo una serie di interventi, tra cui quello del sindaco Cascarano, che ha dimostrato di apprezzare l'operato dell'associazione e dei volontari che vi lavorano sostenendo che " questa realtà dovrebbe essere considerata un esempio dalle
associazioni che non collaborano e avanzano sempre più spesso richieste alla classe politica". In chiusura la premiazione dei
partecipanti, al primo posto il racconto "L'albero che modellava i sogni" di Concetto Scandurra di Pescara, ritenuto "un inno
al Sud" dalla giuria, al secondo "Lettera dalla memoria" di Franco Fiorini di Veroli e il terzo a "Il ritorno di Anita" di Vittorio Scatizza.
13
DOMENICA 20
MARZO 2011
rimane perplesso, se ciò fosse vero
i polistenesi sarebbero sottomessi
riguardo i voti, da qui, l’ immagine
della colta e sempre attenta Polistena ne uscirebbe davvero compromessa e, antipaticamente
retrocessa.
Naturalmente i magistrati sono
più avvezzi di chi vi scrive e vaglieranno con la dovuta attenzione le
dichiarazioni.
Io credo non si possa ledere in toto
la dignità di un popolo, il quadro
che ne esce
fuori
non
onora l’ umanità e, l’ inclinazione
al
bene,
doti
naturali – queste – della
nostra cittadina.
Infine, consapevoli
che
Polistena è un
agglomerato
formato da più persone concludiamo che alcuni, per un certo periodo hanno avuto le labbra incollate
poi di colpo si sono spogliati dei
loro vizi e hanno parlato, altri, si
sono da sole aperte la via verso la
libertà consapevoli che la vita politica e sociale di una cittadina passa
attraverso il pensiero degli intellettuali e, di nessun altro!
La maxi-operazione
è stata sicuramente
fra le più importanti
portata a termine
negli ultimi anni,
il comune non ha proceduto e non
intende procedere con il pagamento,tuttavia ci siamo impegnati
fornendo con un 40 % solo come
titolo di anticipo”.
Gia 2 mesi prima delle elezioni
amministrative la Sorical fece una
diffida nei confronti del comune
anche con un manifesto pubblico,
situazione che contestata dalla
precedente amministrazione, e
che causò il deterioramento dei
rapporti in essere. ”Il 1 aprile
2010” aggiunge Cascarano,” dopo
24 ore dall'insediamento, mi è
arrivata un ulteriore diffida, ma la
situazione era migliorata grazie ad
un margine di apertura politica.
Oggi, il fatto che oggi la società
abbia risposto con un atto unilaterale, non fa altro che arrecare tensioni e peggiorare il contesto, mettendo in ginocchio una comunità.
Secondo il legale del Comune, la
Sorical non avrebbe potuto agire
interrompendo il flusso dell'ac-
qua, e mentre la Sorical parla di
strozzatura, l'amministrazione ha
invece riscontrato un interruzione
del pubblico servizio. E' comunque in atto un'indagine da parte
della Procura della Repubblica”
Esiste ora una situazione di apertura, grazie anche all'intervento
super partes della prefettura,coinvolta dal sindaco per la delicata
mi. Da segnalare, per esempio, che
Ierace, pur complimentandosi per l'ultima operazione della Dda di Reggio
Calabria guidata da Francesco Pignatone, è critico nei confronti di molti sindaci che oggi si congratulano per le varie
azioni anti-mafia, ma negli anni non
hanno disdegnato nelle loro liste la presenza di personaggi non proprio immacolati. Oltre alla riqualificazione della
cultura e del cinema, quale spinta indispensabile per il rilancio della nostra
terra, per il Presidente di Generazione
Futura esiste, dunque, anche un “problema giustizia” che va affrontato seriamente ( “visto che ogni giorno c'è un
innocente che viene condannato ingiustamente ed un colpevole che riesce a
farla franca”). Difatti, “ l'interrogatorio
situazione che si era venuta a
creare sotto un profilo sanitario e
di ordine pubblico al fine di individuare scenari possibili e realizzabili a breve termine, che possano
soddisfare tanto le esigenze della
Sorical che quelle del Comune,ӏ
necessario che tutti i protagonisti
della vicenda facciano un passo
indietro, attualmente le pretese
della società non possono essere
recepite”, ci rivela il giovane
Amministratore.
Sulla reazione dei cittadini, il sindaco commenta:“ Credo che Cinquefrondi sia oggi arrivata ad un
livello culturale molto elevato, è
sorto infatti un comitato civico
spontaneo che ha protestato con
un sit in, capendo le ragioni storiche della vicenda. La politica deve
assumersi delle responsabilità, che
non sono quelle di affrontare il
debito, ma pensare ad un approviggionamento idrico serio, autonomo per il comune. Avessimo
avuto una intuizione politica del
genere molti anni fa, probabilmente non saremmo arrivati a
questo punto, considerando anche
la prossimità alla Limina e alle
sorgenti.
Stiamo ragionando anche su questo e credo che nel giro di un
anno, un anno e mezzo, saremo in
grado di dare i primi i risultati”
di garanzia disciplinato dall'art. 294 del
c.p.p. è iniquo, poiché è utile precisare
che gli arresti in carcere (meglio definiti: custodia cautelare in carcere) vengono convalidati dal g.i.p. (giudice per le
indagini preliminari) su richiesta di un
p.m. (pubblico ministero), che a sua
volta fa da ponte tra gli inquirenti (carabinieri, polizia, guardia di finanza, ed
altri organi inquirenti) e le procure,
avvalorando a priori le tesi accusatorie
degli inquirenti. Difatti, se il Gip dispone l'arresto oggi, come può il giorno
dopo fare marcia indietro? Non sarà
invece psicologicamente interessato
(perché predisposto, anche in perfetta
buona fede) a cogliere di più gli elementi di colpevolezza che quelli d'innocenza?”. Tra le tante cose, poi, vi è in
UN WEEK END SAPORITO
Cinquefrondi si trasforma
in una fiera dei prodotti
di nicchia dei Parchi d’Italia
Si è conclusa sabato 12 marzo la tre giorni del primo evento nazionale dell’Associazione Italiana Comuni dei Parchi “ I
beni enogastronomici ed alimentari e le
aziende di trasformazione nelle aree
protette”.
50 gli stand dei produttori arrivati da
tutti i Parchi d’Italia al fine di promuovere e valorizzare quelli che il Presidente
dell’Associazione, Michele Galimi, ha
definito come”Il nuovo petrolio”.
Dai formaggi dell’Abruzzo ai dolci siciliani, dal liquore della Campania ai vini
delle vigne del Lazio, passando attraverso una varietà di prodotti tipici e percorsi di degustazione che hanno intrattenuto e deliziato il pubblico accorso alla
mostra-mercato.
L’Associazione, nata nel 2002, conta
oggi circa 600 comuni e si propone di
salvaguardare i piccoli comuni montani,
culla dei valori e delle tradizioni del
nostro tempo. A differemza di molte
altre associazioni, che pongono al centro del loro essere la flora o la fauna,
quella dei Comuni dei Parchi pone l’uomo come elemento fondamentale del
proprio focus, vedendolo come reale
protagonista. Ad aprire il convegno il
sindaco di Cinquefrondi, Marco Cascarano, che di è dimostrato entusiasta
della portata dell’evento e dell’impegno
dell’Associazione, invitando a far divenire l’evento un appuntamento annuale.
Ad intervenire anche l’Onorevole Antonio Caridi, Assessore alle attività produttive alla Regione Calabria, il quale
ha sottolineato le forti difficoltà di fare
impresa in Calabria e il termine dei
“finanziamenti pioggia”. Commosso il
passaggio del Presidente Michele Galimi, che ha aperto la propria riflessione
omaggiando Angelo Vassallo, sindaco
di Pollica, innamorato della sua terra e
del suo mare, stroncato dalla malavita
organizzata.
Tra gli altri relatori Leo Autelitano, Presidente del Parco Nazionale dell’Aspromonte e Silvio Larosa, Presidente della
Comunità montana della Limina.
Sono intervenuti ache Mario Cicero,
sindaco di Castelbuono, Federico Curatola, sindaco di Bagaladi,Pietro Molinaro, Presidente della Coldiretti regionale,
Pasqualina Maria Zaccaria, dirigente
scolastico dell’istituto “Renda” di Polistena e GianFranco Nappi, Presidente
dell’Associazione “Oltre il giardino”
I.G.
progetto un referendum, nelle piazze
italiane, per chiedere “un sistema
monocamerale con conseguente abolizione del Senato della Repubblica e il
necessario snellimento dell'iter legislativo con un'imponente taglio della spesa
pubblica per il funzionamento dei
palazzi e il mantenimento di inutili parlamentari”. Intanto, con il supporto di
esperti del settore, Generazione Futura
sta anche studiando i fenomeni legati
alla disoccupazione, il “malessere” giovanile ed i problemi dell'ambiente (con
particolare riferimento alle nuove
forme di energia). Insomma, quella del
movimento di Emilio Ierace non è solo
una grande sfida politica, ma anche
sociale e culturale.
DS
14
Locride
48, MORTO CHE PARLA
Riassumiamo. Il sindaco di Bovalino, prof. Tommaso Mittiga, qualche
tempo fa ha ritirato al dr. Vadalà la delega di vicesindaco e ancor quella di
assessore ai Lavori pubblici. Questo dr. Vadalà, a nostro parere, deve pesar
molto se il sindaco ha deciso di surrogare le due revocate deleghe , distribuendone ben 44. Se fosse arrivato a 48, avremmo avuto: morto che parla.
DOMENICA 20
MARZO 2011
Attualità
IL RISORGIMENTO IN MUSICA
Canta che ti passa...
CRISTINA BRIGUGLIO
In una Locride sempre più distratta e sempre
più nostalgica, Roccella si conferma essere
un'isola felice per la qualità delle sue iniziative culturali.
Su richiesta dell'Amministrazione Comunale,
la cittadina jonica è stata, infatti, inclusa dalla
Presidenza del Consiglio dei Ministri tra le
città che, in forma ufficiale, partecipano alle
Celebrazioni del 150° dell'Unità d'Italia. Per
l'occasione sono state programmate una serie
di iniziative (tra cui l'intitolazione dell'Auditorium) che hanno avuto una grande risonanza e una sorprendente partecipazione di pubblico. Colpiscono poi l'entusiasmo, la passione e l'energia dell'instancabile Sisinio Zito,
artefice insieme alla Associazione Rumore
Mediterranei di un ennesimo grande evento
musicale.
<<Ci sentiamo onorati di esibirci in Calabria
e precisamente in un auditorium intitolato
all'Unità d'Italia>>, così il maestro Ambrogio Sparagna, fondatore e direttore dell'orchestra Popolare Italiana del Parco della
Musica di Roma, ha aperto, insieme al suo
ensamble di voci, organetti, tamburelli, viola e
contrabbasso, il concerto del 17 marzo,
all'Auditorium di Roccella Jonica. Il concerto dal titolo "Partire partirò" ha riproposto in
modo originale alcuni fra i più significativi
canti popolari risorgimentali; dal primo canto
italiano filonapoleonico (che ha dato il titolo
allo spettacolo), ai canti garibaldini, alle bellissime e controverse ballate tradizionali del
Sud, che testimoniano le gesta dei briganti
meridionali. La scelta dei brani è stata un
omaggio alle diversità, anche regionali, che
hanno composto e compongono l'identità
unitaria del Paese, e all'eroismo di coloro che
ne sono stati gli artefici, nonostante i conflitti
e le contraddizioni che hanno caratterizzato il
nostro Risorgimento e le criticità che il processo di unificazione ha lasciato insolute
(come ha ricordato anche il Presidente Napolitano nel suo discorso al Parlamento).
Il concerto di Ambrogio Sparagna, che il 16
marzo aveva aperto i festeggiamenti della
Notte Tricolore nella Capitale, ha commosso
e divertito il pubblico di Roccella, perchè la
musica popolare è diretta, immediata, priva di
retorica e colpisce al cuore. Dalla sala stracolma si sono levati fragorosi applausi per le ballate tradizionali che testimoniano l'impegno
comune di un popolo in lotta. Il pubblico ha
ascoltato con attenzione e reverenza il brano
che narra le vicende del prete rivoluzionario
Ugo Bassi, fucilato a Bologna dagli austriaci
nel 1848, si è commosso per il canto di una
madre forlivese in cerca del giovane figlio
garibaldino ucciso in battaglia, ha seguito,
battendo le mani, il ritmo incalzante e sincopato degli stornelli popolari degli emigrati in
Brasile di fine Ottocento.
Tutto ciò è la conferma di un dato importante: l'intensa e commovente partecipazione di
popolo alle varie manifestazioni organizzate
in tutta la Nazione. In un periodo così segnato da spinte disgreganti, partecipare, con consapevolezza e orgoglio, alle celebrazioni per il
150° della nascita dello Stato Unitario rappresenta un bel segno di quel patriottismo
costituzionale più volte auspicato dal Capo
dello Stato. Certamente una rondine non fa
primavera così come una bandiera sul tetto
non fa una Nazione. Sono però delle primizie
importanti. Considerando che l'identità unitaria per molti italiani è ancora tutta da
costruire e che paradossalmente, sembra sia
stato quasi più facile “fare l'Italia" che non
"fare gli italiani", anche esporre una bandiera
può diventare un segno di speranza. Un gesto
simbolico che può contribuire a spezzare le
catene di autoisolamento, per aprirci al respiro nazionale, e sempre di più nel futuro, all'orizzonte europeo.
LOCRI ELEZIONI AMMINISTRATIVE
La chance più grossa per Lombardo.
Macrì legato mani e piedi a Scopelliti
GIULIO ROMEO
Le menti di Locri sono in movimento. Alacremente al lavoro per affrontare una campagna
elettorale che realtà potrebbe essere già decisa. Almeno stando alle vox populi e ai numeri
che fino adesso si stanno mettendo in campo.
Il favorito, quello che più o meno tutti indicano come unico capace per consenso e curriculum elettorale di imporsi immediatamente al
verdetto delle urne, è Pepè Lombardo che l’agio di una lista civica, e che quindi potrebbe
mettere nel calderone dai più convinti esponenti della destra sociale ai cattocomunismi
degli anni 2000. Tanto la lista è civica. Così il Fli
appoggia Lombardo, il Pd appoggia Lombardo, il Pci appoggia Lombardo, insomma tutti
stanno con Pepè, che quindi non dovrebbe
avere difficoltà a sedere sulla poltrona del
major della cittadina locrese. Infatti a contendere il posto da sindaco all’esponente una volta
del Pd oggi della civica piazza, ci sarebbe da un
lato Sainato, che però ancora non ha sciolto dei
dubbi e che sta cercando di capire come comportarsi con la famiglia Laganà, di cui è parente ma che si ritrova, forse, dalla parte di Lombardo, con cui poteva esserci, visto il ponte dei
Laganà, più che uno spazio di accordo. Il resto
dei grandi numeri dell’elettorato locrese non ci
pare possa determinare il rischio che Raffaele
Sainato sia in corsa per la vittoria finale, ma
l’urna è donna e capricciosa. Più consistente
dovrebbe essere l’opportunità di Giovanni
Calabrese, che da sempre ha dimostrato di
avere un bottino di consensi discreto, forse il
più alto a livello personale. Certo l’incoerenza
di essere nel Pdl ma non sostenere uno degli
uomini più vicini a Scopelliti può destabilizzare l’elettorato berlusconiano. Ma poi un partito così solido, unito e esempio di rettitudine
come il Pdl può consentire una così fatta lotta
intestina? Bisognerebbe chiederlo al Governatore maximo che da una parte potrebbe essere
l’asso della manica di Francesco Macrì, a cui
pare abbia promesso incondizionato appoggio.
Come fece Berlusconi per i suoi anche l’avvento a Locri del Presidente Scopelliti per spingere Macrì potrebbe essere determinante. Ma,
perché un ma c’è, Scopelliti in questo periodo
inizia ad avere più problemi di quanto pensasse: dalle inchieste milanesi alle situazioni legate a rifiuti e sanità. L’uomo della provvidenza
comincia a scendere con i piedi per terra, e se
è volato troppo in alto il tonfo potrebbe fare
rumore. E naturalmente incidere sull’esito
elettorale di Macrì. I giochi sono aperti.
LOCRI ELEZIONI AMMINISTRATIVE
Terrore e sospetto condizionano i comportamenti politici
ANTONIO TASSONE
A meno di due mesi dalle elezioni comunali, mentre nel centro sinistra è venuta fuori una candidatura, quella di Mimmo
Panetta, più o meno unitaria ( si parla però ancora di incontri tra la delegazione del PD e quella del movimento Siderno
Libera che, lo ricordiamo, ha indicato quale candidato a sindaco Giovanni Lanzafame) nel centro destra a tutt'oggi non
si conosce, o conoscono (perché sembra che i candidati
potrebbero essere più di uno) i nominativi dell'aspirante sindaco, anche se, come già detto domenica scorsa, in pole-position parte l'attuale vicepresidente del consiglio provinciale
Riccardo Ritorto. L'UDC ancora aspetta la definizione delle
candidature alla presidenza della Provincia dopo che il presidente Cesa ha deciso di commissariare in provincia di Reggio Calabria il partito dello scudo-crociato. Il commissario
Brullo e l'entourage uddiccino stanno lavorando per un
accordo interforze ma in caso di scelta autonomista sarebbe
pronta la candidatura di
Domenico Catalano. Il clima
di terrore e di sospetto che le
operazioni giudiziarie hanno
La mancanza di dialogo e
portato in città stanno pesantemente condizionando i coml'incapacità di compiere scelte
portamenti politici di moltissiampiamente condivise hanno
mi esponenti della politica
sicuramente fatto perdere lo
locale. Nessuno ne parla, ma il
rischio e la paura (usando una
smalto che ha permesso al
metafora appropriata) è quella
centrodestra cittadino di
di trovarsi nelle condizioni di
un cesto di mele: “con qualche
governare per due legislature
mela marcia, difficile da individuare, che vada ad intaccare le
altre”. Spiace dirlo, ma al
momento attuale, si registra la totale assenza di giovani e nessuno sembra avere la forza e la capacità di imporre un vero
cambiamento. In tutte le sedi di partito, infatti, non si sta parlando di proposte di sviluppo per la città ma di spartizioni di
posti e si fa finta di stilare programmi ambiziosi, che, a parere di chi scrive, non potranno mai essere realizzati soprattut-
to per la difficile situazione economica in cui versa il Comune di Siderno. Veniamo agli schieramenti. Il fatto che a sinistra non si sia riusciti a trovare un nome alternativo a Mimmo
Panetta dimostra chiaramente le difficoltà di un'intera classe politica che non è riuscita, in nove anni d'opposizione, a
formare giovani capaci di spendere le proprie energie per la
propria città . Mancano soprattutto le idee, quelle vere, grandi assenti di questa tornata elettorale, che da sole dovrebbero trainare un' intera popolazione al cambiamento ed in questo momento, diciamo noi, Siderno ne avrebbe veramente
bisogno. Il clima denigratorio, con il continuo scambio di
accuse ( è da venti anni ormai ) ha avvelenato il confronto
contribuendo ad allontanare sempre di più i cittadini dalle
istituzioni e dalla politica. Spiace dirlo ma la contrapposizione dialettica su un'idea o su un progetto manca dal menù
politico sidernese già da troppo tempo e la sinistra ha anche
contribuito pesantemente alla causa non riuscendo in nove
anni di opposizione ad abbozzare un' idea alternativa ai
governi di centrodestra cittadini. Per non essere tacciati di
parzialità dobbiamo anche dire, però, che il centrodestra non
sta sicuramente meglio. Le troppe defezioni e le lotte intestine stanno indebolendo la coalizione.
La mancanza di dialogo e l'incapacità di compiere scelte
ampiamente condivise hanno sicuramente fatto perdere lo
smalto che ha permesso al centrodestra cittadino di governare per due legislature. Le speranze di vittoria del centrodestra sono legate a doppio filo con la capacità di trovare l'unità
di intenti e la serenità perduta, attraverso la messa in campo
di forze fresche ma dotate del giusto entusiasmo e qualità per
affrontare una campagna elettorale che ad oggi sembra essere tutta in salita anche per la mancata designazione ufficiale
del suo candidato (sarà Riccardo Ritorto?) .
Intanto registriamo che mentre il candidato del PD Mimmo
Panetta ha presentato un progetto di programma, il Popolo
delle Libertà non ha inteso organizzare nessuna iniziativa
politica e tutto questo accade mentre si avvicina la scadenza
elettorale del voto amministrativo previsto per il prossimo 15
e 16 maggio.
15
MARINA DI GIOIOSA PER UNA VOLTA CITTÀ DELL’OZIO
Alle manifestazioni per i 150 dell’Unità d’Ialia c’era un grande assente: il comune di Marina di Gioiosa Jonica, uno
dei paesi della Locride a non celebrare il 17 marzo. E’ senz’altro lodevole l’iniziativa organizzata dall’Istituto
Comprensivo e dalla Dirigente Murdocca per il 19 marzo ed è sicuramente importante coinvolgere le scuole nella
ricorrenza. Tuttavia l’Unità Nazionale avrebbe richiesto uno sforzo maggiore di coinvolgimento di tutta la collettività,
in una giornata di Festa nazionale che per i cittadini della città del sorriso si è rivelata di puro ozio.
SE NON ORA, QUANDO?
SE NON NELLA LOCRIDE, DOVE?
ILARIO AMMENDOLIA
Ci hanno messo le mani al collo e stanno stringendo con tutta la loro forza.
Faccio solo qualche esempio: il Comune di Caulonia per il 2011 avrà un taglio ai trasferimenti dello
Stato di 340.000 euro. Ancora di più Siderno e
Locri, di poco meno Roccella, Bovalino, Gioiosa
Jonica e Gioiosa Marina. Solo per citare i Comuni più grandi del nostro comprensorio.
Ma questo è solo l'aperitivo.
I servizi sociali sono stati tagliati per il 76% per
cento. Il fondo della famiglia è stato ridotto di due
terzi e precisamente da 185 a 51 milioni.
Il decreto mille proroghe ha tagliato per intero
tutti i fondi per la non autosufficienza.
I tagli si abbattono come uno tsumani sulle popolazioni del Sud . Tanto più un territorio è debole
tanto più rischia di esserne travolto.
I fendenti si abbattano sulle scuole, sugli uffici
postali, i trasporti, sui servizi essenziali conquistati
con le lotte degli anni 60 e 70.
Eppure l'accetta non si abbatte su tutto. Il messaggio di questo governo è chiaro: noi ci disimpegniamo dalle questioni del Sud, noi eliminiamo dalla
nostra agenda la questione sociale meridionale,
noi taglieremo i servizi sociali essenziali, mentre
terremo salda la tutela dei privilegi consolidati
negli anni, delle disuguaglianze , delle rendite
finanziarie, degli stipendi e delle pensioni delle
varie caste. Anzi, minoranze spregiudicate e tute-
La lettera
late troveranno il modo di uscire dalla crisi spostando gli equilibri a loro favore. Questo avviene in
una Terra dove l'economia è oltre l'agonia.. Solo
per fare un esempio, nella settimana scorsa ho
pagato a Milano -Hotel Mariott- (dove mi trovavo
per un convegno di amministratori,) un succo di
albicocche cinque euro , con la stessa somma si
comprano in Calabria 25 chili di agrumi ed oltre
due litri di puro olio di oliva. Dicono che questo si
chiami mercato a me sembra follia!
Certo, il federalismo ci darà nuovi poteri. Almeno
così dicono. Potere di mettere nuove tasse, nuovi
tributi da affiancare a quelli già esistenti, la facoltà
di far pagare ai disoccupati, ai pensionati con500
euro al mese, ai non autosufficienti, il prezzo della
crisi. La “politica”, la nostra politica o meglio le
nostre classi dirigenti sembra non abbiano alcuna
consapevolezza di quanto sta accadendo in Calabria. I parlamentari della maggioranza votano
proni i provvedimenti contro la loro Terra, i parlamentari dell'opposizione assistono silenti a quanto
sta avvenendo. Non ho alcun pregiudizio e vorrei
sbagliarmi, ma non mi sembra che la Regione
Calabria, -fino a questo momento- abbia messo in
campo alcun progetto alternativo- o comunque
differenziato- rispetto a quello del governo nazionale. I consiglieri regionali dell'opposizione, in
verità, sono impegnati a darsele di santa ragione
tra di loro , e quindi non hanno molto tempo..
Nel recente incontro sindaci della Locride- Scopelliti- giunta regionale, ho tentato di parlare di
queste cose, di trasmettere questo drammatico
messaggio. Non credo di aver avuto molta fortuna.
Ci tenterò di nuovo se ne avrò l'opportunità!
Ma serve poco parlare.
Noi siamo deboli, perché abbiamo una classe
“dirigente” diffusa ( non solo i politici in verità)
incapace di alzare lo sguardo “oltre” piccole
beghe, piccole clientele, piccolissimi interessi paesani e dietro una popolazione che oscilla tra un
ribellismo verbale ed una rassegnazione senza fine
. Non serve il ribellismo e non serve la rassegnazione. Servirebbe l'impegno, che non sia una fiammata senza domani, serve la proposta, serve il progetto condiviso. Serve il protagonismo sociale.
Noi cercheremo di mettere in campo sin dai prossimi giorni un movimento composto, serio, di
lunga durata. Cercheremo di non far morire la
scintilla accesa a Roccella..
Nei prossimi giorni a Caulonia sarà sciopero generale. Sciopero generale che vorremmo capace di
coinvolgere la Locride su una piattaforma di
riscatto.
Se non ora quando.
Se non nella Locride dove?
Qui ed ora, di nuovo in piedi, ancora insieme, la
nostra “meglio società” per un futuro diverso e
migliore..
/ Dietro le sbarre ci sono anche innocenti
Rimango senza fiato nel prendere fra le mani il giornale di oggi e leggerne il primo titolo: reggio c. - faida di san luca, valanga di scarcerazioni? non vi invio questo “trafiletto” per entrare in merito all' argomento, sebbene potrei farlo essendo laureanda in giurisprudenza, ma
solo ed unicamente chiedendovi di dare voce al mio pensiero, che
sono sicura sia anche quello di molti giovani come me! Le motivazioni della sentenza d'appello erano state depositate dopo ben 1.700 giorni. e ancora c' e' chi rimane a bocca aperta quando si afferma che la
'ndrangheta comanda lo stato? vergogna, vergogna, vergogna!!! e'
una pugnalata al cuore per chi non c' e' piu', per i familiari, e per tutti
noi calabresi, vittime di chi decide al posto di ognuno di noi!! l' italia
compie 150 anni… invece di festeggiare con fiocchi e gendarmi, ridateci cio' che ci avete tolto! la dignita' di esseri umani, la dignita' di essere uomini pensanti, la liberta' di esprimere la nostra opinione, il diritto di essere tutelati, la concretezza di poter realizzare i nostri sogni, la
forza di far sentire la nostra voce! ridatemi tutto cio', per credere ancora di voler diventare un bravo magistrato nella mia terra!!!
Enrica Trichilo
LA RISPOSTA
a ragione da una parte la signora, o signorina Trichilo. Ma, se non leggesse solo i giornali che strillano, e si affidasse ad una informazione più
concreta, avrebbe anche letto che nessuna scarcerazione per decorrenza termini è arrivata per il processo “Fehida”. Solo tre concessioni di
libertà per motivi legati al tempo pena già scontato per come prevede la legge.
Una precisazione è d’obbligo: gli avvocati, anche quelli dei più incalliti criminali,
fanno il loro dovere di professionisti per cui sono neppure lautamente pagati, trovano cavilli e norme e li sottopongono all’attenzione dei Giudici. Di par loro i Tribunali se convengono che tutte le leggi sono rispettate non possono fare altro
che concedere scarcerazioni o altri vantaggi. La legge è legge nel bene e nel
male. Mi creda, la nostra, quella italiana, è complessa, farraginosa, ma tra le più
corrette e garantiste al punto giusto. Di errori giudiziari e innocenti dietro le sbarre
ce ne sono molti. E’ grave anche il problema del deposito atti in ritardo, ma quando succede, mi creda, chi ha sbagliato paga anche se sta dalla parte della legge.
H
Scopelliti nell’incontro con i sindaci della Locride
I si, i no, tanto futuro e poco presente
Si è tenuto a Locri, il 14 marzo, un
incontro tra i sindaci della Locride e
il governatore della regione Calabria,
Giuseppe Scopelliti. Obbiettivo: dare
fiato allo sviluppo della Locride.
Sul tavolo delle discussioni argomenti importanti come sanità, istruzione,
infrastrutture, depurazione e occupazione.
Temi fondamentali che interessano
da vicino i cittadini della Locride.
Nel corso dell’incontro è stato concordato che ogni assessore dovrà
aprire dei tavoli di concertazione a
cadenza settimanale, settore per settore, per decretare come impiegare al
meglio le risorse elargite, azione che
dovrà interessare sia i comuni che
l’amministrazione regionale. Scopelliti ha anche fatto sapere che ci sono i
soldi per sistemare la galleria di Valico della strada "Jonio-Tirreno".
Sono 106 i milioni disponibili per i
Progetti integrati di sviluppo locale e
il governatore ha incaricato i sindaci
ad indicare i progetti. Per la depurazione non ci sono soldi, mentre per i
centri storici i finanziamenti saranno
resi disponibili appena erogati da
Roma. Saranno stanziati soldi per
interventi vari nei comuni.
Per quanto concerne la Strada statale
106 sarà avviato il tratto da Palizzi a
Melito Porto Salvo ed è quasi certo
che l’Anas completerà i lavori da
Marina di Gioiosa fino a Locri e non
più fino ad Ardore perchè mancano
le risorse. Sul versante sanità è stato
concordato che ogni 15 giorni Rosanna Squillacioti, commissaria dell’Asp,
sarà a Locri per incontrare le istituzioni. Infine si è toccato anche il tema
DOMENICA 20
MARZO 2011
CORSIVO 12
MAMMOLITI
NON È
MAOISTA
Nello scorso numero de <<la
Riviera>> , quanto al corsivo ,
intitolato “Guardia del corpo o
plotone d'esecuzione?”, siamo
incorsi in una involontaria
omissione, di tipo elencativo:
per dir così. Gli illustri politici,
radunatisi attorno a Pepé Lombardo, e lo stesso Pepé Lombardo, vi apparivano come personaggi senza autore, a quella
medesimezza di volontà portati dal soffio dello Spirito santo
che a ciascun parlò in sua lingua. E questo, anche se ne
abbiamo dato l'impressione,
non possiamo immaginarlo,
dato che lo Spirito santo non si
interessa di politica e di elezioni
amministrative.
Orbene, l'autore c'era e c'è. Si
tratta del consigliere comunale
uscente e responsabile locrese
del Pd, Pino Mammoliti, il
quale ama Pepé Lombardo,
Carmine Barbaro, il casato dei
Laganà quanto un bambino
ama l'olio di fegato di merluzzo.
E, siccome l'Autore- da qui in
poi così lo chiameremo- non è
un maoista, non ha voglia
d'ammazzarne uno per educarne cento. Ha scelto la via di
metterli insieme per ammazzarli tutti con una sola raffica.
Senza spreco d'energie.
dell’elettrificazione della ferrovia
Jonica, ma intanto i treni continuano
ad essere cancellati.
Riepilogando, questi i si e i no che il
Governatore ha concesso ai sindaci.
Si a incontri programmatici tra
Assessori Provinciali e istituzioni rappresentanti della Locride, si alle
Borse-lavoro, ai lavori di ammodernamento della galleria della Limina,
106 milioni di euro saranno poi stanziati per i Pisl, i progetti d’integrazione di sviluppo locale. Si potrebbe
risolvere anche la situazione dei
depuratori se i comuni riescano a
prevedere un accorpamento. In fase
di blocco anche la legge 24 per gli
interventi sui comuni.
Niente soldi invece per la Bovalino
Bagnara, per la riqualificazione dei
centri storici e per i problemi causati
dal dissesto idrogeologico.
la Riviera DOMENICA 20 MARZO 2011
16
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO [email protected]
la Riviera DOMENICA 20 MARZO 2011 17
RISPONDE
Il direttore
A proposito di “Accadde a Benestare”
Caro Direttore,
Accade a Benestare che durante la pausa caffè di domenica scorsa, unico momento di distensione in una giornata compromessa,
oltreché dal maltempo, da una lunga e complessa riunione tecnica insieme ai miei collaboratori, ho con sorpresa appreso da
una rubrica del Suo giornale di essere stato elevato nientedimenoché ad apostolo della pace. Viste le urgenze e i tanti problemi
irrisolti che occupano la mia agenda politica e sui cui abbiamo
dovuto lavorare anche nel giorno di nostro Signore, ho avuto
modo di rifletterne solo dopo aver congedato i miei compagni di
lavoro. Trovo curiose le accuse che mi vengono recapitate rispetto alle mie scelte di campo in occasione delle prossime elezioni
per il rinnovo del consiglio provinciale. Fantapolitica! E nient’altro. Ribadisco, a tal proposito, di essere alla guida di una Giunta
di centro-sinistra e, come più volte dichiarato - aldilà di strategie
occulte che mi vengono arbitrariamente imputate e che di fatto
disconosco- sosterremo, come coerenza vuole, le liste del centrosinistra con a capo il Presidente Morabito. Personalmente non
ho velleità di candidatura, ma ho solo e nell’interesse della mia
parte politica, cercato di contribuire all’unità delle Sinistre scongiurando fughe neocentriste che non ho mai condiviso. Questo è
quanto. Concludo, Esimio Direttore, dicendoLe che la mia giovane Amministrazione ripudia, oltreché la guerra, anche atteggiamenti da voltagabbana, perciò non so chi sia questo candidato unico (di centro ufficiosamente mi è stato riferito) cui si fa riferimento e su cui dovrei far confluire non so quale bacino elettorale! Quello che Le posso dire è che chi guida il Comune di
Benestare oggi continuerà, fino a quando sarà in possesso di
delega popolare, a decidere insieme al popolo sul futuro del
nostro paese e sulle scelte d’interesse collettivo. E mai, né sulle
dune libiche, né tantomeno sulle splendide colline benestaresi
con la meravigliosa gente che le abita (e che oggi potrebbe sentirsi offesa) vi saranno pressioni di cricche politiche per favorire
candidati unitari. Non solo perché crediamo nella collegialità
popolare, ma soprattutto, perché la nostra idea di pace non corrisponde ad una visione romantico -‘ndranghetistica di controllo
del territorio. Continueremo ad operare con la passione di sempre facendo nostre nostre le aspettative e le speranze della nostra
gente.
Ad maiora.
Rosario Rocca
S
i può negare anche la luce del sole, ed è quel che
fa il sindaco di Benestare. Abbiamo scritto e
riconfermiamo che la giunta municipale, da lui
presieduta, aveva espresso l'unanime volontà di
puntare su un candidato unico dell'amministrazione comunale per le provinciali. Egli, però, ci
assicura e ci rassicura che così non sarà, E ne
siamo felici . Ci sentiremmo, addirittura, beati
se Rosario Rocca ci rivelasse chi sia il proprietario e il propalatore della “visione romantico 'ndranghetistica di controllo del territorio”. E
forse è lo stato di beatitudine che ci impedisce
la piena comprensione del passaggio della lettera del sindaco dove così troviamo scritto: “Ribadisco, a tal proposito, di essere alla guida di una
Giunta di centro-sinistra”. Nel sito del Comune
abbiamo letto : Lista civica. Il nostro amico sindaco, oltre a ripudiare la guerra e i voltagabbana, dovrebbe ripudiare anche l'arrampicamento
sugli specchi. Cosa che non riesce neppure ai
gatti.
Strade della morte, troppa
imprudenza degli automobilisti
Caro direttore,
sono completamente d'accordo con quanto scrive Cristina Briguglio sul comportamento degli automobilisti dopo gli incidenti
sulla “strada della morte”. Avevo già fatto una simile riflessione,
qualche tempo fa, sempre su La Riviera, facendo notare anche il
modo “qualunquistico”di riportare la notizia di queste sciagure,
nel senso che la colpa viene riversata unicamente sulla strada. Scrivevo, infatti, che gli incidenti frequenti anche sulla Napoli-Roma
erano diminuiti del 70% dopo il posizionamento dei Tutors. Pertanto un rapporto della Polizia Stradale confermava scientificamente che la causa principale dei sinistri, mortali o no, era ed è
ancora la velocità. Ovviamente nessuno è contrario al miglioramento delle condizioni stradali, ma dare la colpa sempre alla
strada, deresponsabilizzando gli automobilisti, anche quando le
cause sono imputabili alla loro imprudenza (l'incidente in galleria
è avvenuto a causa di un sorpasso VIETATO!), significa perpetuare il solito vizio dei calabresi per i quali “la colpa è sempre degli
altri”.
Giovanni Scarfò
DISCARICA DI CASIGNANA
Parla il tecnico,
“crisi annunciata”
Caro direttore,
Non avrei proprio voluto azzeccare la
previsione …
Da tecnico del settore avevo evidenziato nel 2007 sulle pagine de La Riviera la
gravità della situazione riguardo lo
smaltimento dei rifiuti nella locride,
affermando che , se non affrontata per
tempo, avrebbe potuto raggiungere
livelli di emergenza simili a quelli della
Campania. Adesso ci siamo quasi, vi è
una sola discarica, quella di Casignana ,
perfettamente funzionante ma in via di
esaurimento e l’impianto di selezione
di Siderno che attualmente non riesce a
funzionare a regime, mentre l’immondizia fuoriesce dai cassonetti in molti
centri importanti della costa.
A livello regionale non è stata fatta
negli anni una seria programmazione
che tenesse conto della specificità dei
territori in relazione alla necessaria
implementazione degli impianti di trattamento.
Nella nostra zona, come in altre parti
della Regione, si è assistito spesso a
proteste e dinieghi, molte volte strumentali, che hanno determinato l’attuale drammatica situazione.La raccolta
differenziata è stata fatta soltanto in
pochissimi centri, non si è riusciti a produrre meno rifiuti, con il conseguente
esaurimento della capacità di “abbanco” delle discariche presenti sul territorio.A questo punto mi pare ci sia ben
poco da fare, aspettiamo che si esaurisca la discarica di Casignana, diciamo
circa due/tre mesi ancora e, poi, probabilmente, non ci resterà che andare a
scaricare a Crotone o a Catanzaro, con
quello che ciò comporterà per i bilanci
comunali, già allo stremo. Per quanto
riguarda la discarica di Casignana, che
ha una funzione essenziale ed un contesto operativo di sicurezza e dove attualmente conferiscono circa venti comuni(quello di Bianco, tanto per dire,da
sempre), vede contrapposti a tali dati,
altri,superficiali ed irresponsabili.
Si rifanno vivi in questi giorni i paladini
della disinformazione e dell’allarmismo, incompetenti quanto basta (a proposito, il percolato si smaltisce presso i
siti autorizzati, non si “comprime”!) e
giustizialisti quanto resta in direzione di
disastri ambientali che non ci sono.
Sappiamo bene che l’impianto di raccolta del percolato a Casignana funziona , ci sono al momento quattro vasche
e dieci pozzi ed il trasporto agli impianti di smaltimento e trattamento della
IAM di Gioia Tauro avviene con regolarità e in condizioni di sicurezza.
Non vi è stata alcuna disfunzione nemmeno in concomitanza di eventi piovosi particolarmente intensi, che non sono
certo mancati in queste ultimi anni.
Le polemiche di questi giorni sono
legate soltanto al notevole flusso di
automezzi in discarica ,in conseguenza
della emanazione di Ordinanze da
parte dell’Ufficio del Commissario
circa il conferimento temporaneo di
rifiuti solidi urbani provenienti dalla
città di Reggio Calabria o dalla Piana di
Gioia Tauro.
Immaginiamo che sarà cura dello stesso
Ufficio,diretto
dal
Generale
Melandri,sciogliere in via definitiva le
questioni e le contraddizioni che provengono dal sindaco di Bianco, la legittimità da parte sua a negare il passaggio
dei mezzi di trasporto da una frazione
del proprio comune e il no alla soluzione, razionale e definitiva, tesa proprio
ad evitare quell’attraversamento. Più
complessivamente, poi,è pura fantasia
seguire una scia che porterebbe a volere la realizzazione di una pedemontana
a servizio di ogni paese interessato dal
passaggio dei mezzi che vanno in discarica!
Torniamo alla realtà, e la metafora ce lo
permette “ La discarica di Casignana ha
evitato per anni seri guai ambientali a
tutti, adesso è un po’ stanca, si deve
riposare; ha subito violenti attacchi,
strumentali e malefici,le intemperie del
tempo ( a dire il vero le uniche serie
dalle quali difendersi!) e ha resistito
egregiamente. A chi e a cosa giovano i
tentativi di boicottaggio? Ho visitato in
questi giorni per motivi professionali un
discarica nel centro Italia molto simile
a quella di Casignana. Le problematiche sono molto simili e simile deve
essere il concetto di “rifiuto” come
risorsa e non come danno. Stiamo parlando di approccio culturale, così potremo parlare di ambientalismo serio e
responsabile,capace di riconoscere gli
sforzi che si fanno e le manovre
ostili,alcune delle quali,tuttavia, cesserebbero(come sfacciatamente si dichiara) al prezzo di improbabili benefit.
A Mariana, un paesino della provincia
di Mantova ( altre volte abbiamo indicato Peccioli, il centro vicino Pisa) la
discarica ha risolto i problemi legati allo
smaltimento dei rifiuti e sta determinando ricadute economiche importanti
per i residenti, per come previsto dalla
normativa. Perchè mai si nutre un qualche risentimento e gelosia(istituzionale…) per la analoga situazione di Casignana, comunità tranquilla e consapevole del carico di servizio pubblico che
assume senza compromettersi con guai
sul piano della salute? La comunità di
Casignana è contenta di aver potuto
festeggiare in quindici giorni due centenarie e contare una percentuale altissima di ultra settantenni. Segni tangibili
di buonumore,anche per dimenticare i
pregiudizi che si ascoltano e gli “agguati” che si evitano.
Essa non si fa certo deprimere da chi
un giorno dichiara che il paese ha solo
vantaggi dalla presenza dell’impianto
senza subirne le conseguenze e il giorno dopo lancia l’allarme per la presenza di gravi patologie tra i residenti .
Antonio Crinò
Non siamo tecnici e non entriamo nel
discorso tecnico dell'ing. Antonio Crinò.
Il problema per noi è di civiltà culturale, e
se siamo ancora capaci di civiltà culturale. Insomma, al di là di isterismi, illazioni, campane a morto e a stormo,la questione è: lo smaltimento dei rifiuti solidi
urbani deve pesare solitariamente sulle
spalle di un piccolo paese e su quelle
della sua Amministrazione comunale?
Sciogliamo l'interrogativo. Per noi sta, ed
è convinzione inamovibile, che le amministrazioni viciniori devono offrire collaborazione e non il viso delle armi. Il ribellismo, quando è l'ora d'una comune
responsabilità, produce danni.
GIOIOSA MARINA
A proposito
di parco urbano
Non so se questo mio intervento sul parco
urbano di Marina di Gioiosa potrà essere
considerato lezioso o demagogico, ma
credo che per rendere chiaro e concreto un
dibattito debbano essere considerate tutte
le posizioni, anche se preventivamente
catalogate.
Premetto che condivido totalmente quanto
scritto da Ercole Macrì sull’ultimo numero
della Riviera. Credo che le considerazioni
e le idee del prof. Guglielmelli sul parco
urbano di Marina e su altri argomenti concernenti lo sviluppo della Locride (Grande
Gioiosa, metropolitana di superficie,
ecc…) andrebbero sicuramente riprese e
tengo ad evidenziare - mi rivolgo a Cristina
Briguglio - che la storia raccontata sull’argomento comincia qualche anno prima.
All’epoca della proposta dei “quattro
ragazzi” ero componente della locale segreteria del PCI che quella scelta contrastò
vigorosamente sia come gruppo di opposizione sia come partito.
Considerammo quel progetto come la
costruzione, al centro del paese, di 700
metri di autostrada con una grande aiuola
preposta a dividere le due carreggiate; tuttavia, non ci limitammo soltanto a bocciare
quel progetto, ma con la collaborazione di
alcuni professionisti locali (Lucio Malgeri,
Giorgio Labate e Tito Agostino), organizzammo una manifestazione pubblica presso il boschetto del Miramare all’interno
della quale presentammo tre proposte
alternative corredate da disegni e planimetrie.
Tali elaborati raffiguravano altrettante possibilità di realizzare già da allora un parco
urbano che avrebbe consentito con
trent’anni di anticipo la fruizione per i cittadini di Marina di Gioiosa e non solo di
un’area verde per lo svago, la cultura e lo
sport. Ci ritroviamo tutt’oggi - aimè - la
suddetta autostrada che è servita solo al
transito degli autoveicoli e all’allestimento
del mercato settimanale del mercoledì.
A dimostrazione dell’inutilità di quell’opera
basta pensare che, nel caso della realizzazione del parco, le strade in essa realizzate
dovranno essere eliminate.
Infine, sempre su questo argomento, vorrei
sgomberare il campo da una grande confusione che si ingenera quando si parla di
“Parco Antropico” e lo si scambia per il
parco urbano di cui sopra.
Tale confusione nasce dal fatto che alcuni
anni fa, proprio al centro dell’auspicato
parco urbano, di fronte al palasport, è stato
installato un grande cartello con la scritta
“Parco Antropico” il quale illustra un progetto della provincia di Reggio Calabria che
individua all’interno del proprio territorio
diversi parchi antropici tra i quali il parco
antropico “Zaleuco” che oltre a Marina di
Gioiosa comprende anche i comuni di
Agnana, Gerace, Gioiosa Jonica, Grotteria, Mammola, Martone, Siderno e San
Giovanni di Gerace.
Per inciso, il termine “antropizzazione” è
una teoria molto complessa che può collegarsi a molteplici aspetti della vita. Considerato in riferimento al territorio, possiamo
definirlo come l’intervento dell’uomo sull’ambiente naturale al fine di adattarlo ai
propri bisogni, valorizzando le specificità
del territorio stesso.
Tonino Giannotta
CARA MILANA
Tratto da
* [email protected]
IL MIO RAGAZZO È MOLTO INSICURO E QUINDI SONO IO APRENDERE TUTTE
LE DECISIONI. MAALLORAMEGLIO ESSERE SINGLE?
Se questo è l’unico neo del tuo ragazzo, non capisco dov’è il
problema. Ci sono difetti molto più fastidiosi dell’insicurezza.
Il mondo si divide tra chi ama prendere decisioni e chi è spesso indeciso. E se tu sei così fortunata da sapere sempre qual è
la mossa giusta perché non aiuti chi non ne è capace (che per
di più è la persona che ami?). È difficile imparare a essere sicuri, ma vivere per tutta la vita accanto a una persona sicura di sé
aiuta. Dopo vent’anni passati a osservarti, anche il tuo ragazzo
imparerà a prendere le decisioni da solo. Forse lui è cresciuto
tra persone insicure oppure i suoi genitori si sono separati: ci
sono molte persone insicure che vengono da famiglie separa-
te. Per poter prendere delle decisioni abbiamo bisogno di
avere fiducia in noi stessi, e questo dipende dalla nostra infanzia: se da piccoli nessuno ci ha trasmesso fiducia, da grandi
diventeremo persone che fanno fatica a prendere decisioni e
preferiscono che altri le prendano al loro posto. Un modo per
migliorare è vivere in coppia, sempre se si ha la fortuna di
incontrare il partner giusto.
Le storie d’amore che funzionano servono a perfezionarsi reciprocamente. Tutti abbiamo i nostri piccoli difetti. Ti suggerisco
di essere più paziente e di insegnare al tuo ragazzo ad avere più
fiducia.
18
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DOMENICA 20
la Riviera
Registrazione Tribunale di Locri (RC)
n. 1 del 19/06/1998
R.O.C. n°11602 del 02/11/98
Questo periodico è associato
all’Unione Stampa Periodica Italiana
AmministratoreUnico
Rosario Vladimir Condarcuri
Direttore responsabile PASQUINO CRUPI
In redazione CRISTINA BRIGUGLIO
Responsabili
Sport GIUSEPPE RITORTO
Attualità DOMENICO STRANIERI
Art Director PAOLA D’ORSA
Impaginazione EUGENIO FIMOGNARI
HANNO COLLABORATO
Gioacchino Criaco, Filippo Todaro, Anna
Laura Tringali, Mara Rechichi, Benjamin
Boson, Nik Spatari, Luca Marino, Maria
Giovanna Cogliandro, Angelo Letizia,
Marilene Bonavita, Francesca Rappoccio,
Mario Labate, Franco Crinò, , Ruggero Brizzi,
Marco Andronaco, Isabella Galimi,
Maria Teresa D’agostino, Giovanna Mangano.
MARZO 2011
Note e schermaglie
Giornalisti e
difensore civico
Caro Direttore,
osservo con disappunto la scarsa
attenzione che la pubblica amministrazione riserva alla tutela dei diritti
individuali e quindi alla soddisfazione delle necessità del cittadino, vittima spesso della indifferenza o, peggio, della ostilità della burocrazia.
Noi giornalisti siamo investiti da continue sollecitazioni, per denunciare
situazioni critiche. Ricordo che qualche anno fa, grazie alla segnalazione di una nostra benemerita cittadina, la farmacista Macrì, sollevai sulla
stampa locale il problema dei pessimi pannolini consegnati agli anziani,
e per questo mi beccai una querela
dalla ditta distributrice. Mi rivolsi personalmente all'allora direttore generale dell'Azienda sanitaria locrese e
chiesi anche al difensore civico
nominato dal Consiglio comunale
sidernese di intervenire, secondo gli
obblighi del suo ufficio.
Questo per dire quanto i cittadini si
affidino speranzosi ai giornalisti,
quali destinatari di appelli di ogni
genere contro gli abusi, le irregolarità, le manchevolezze, l'arroganza
e, qualche volta, la stupidità della
burocrazia.
Ma qui è il punto. I comuni di Locri e
Siderno, i più popolosi del circondario, avevano dotato i cittadini di una
figura professionale (adesso annullata dalla legge e facoltativamente
sostituita da una figura provinciale)
chiamata appunto “difensore civico”,
con regolamenti per lo svolgimento
della funzione. Annualmente, il
difensore civico deve trasmettere al
Consiglio comunale una relazione
sull'attività svolta, specificando le criticità sociali più diffuse, secondo le
richieste individuali, sulle quali aveva
richiamato la responsabile attenzione degli enti pubblici e degli enti di
servizio. Queste relazioni sono pubbliche.
Fino a quando sono stato portavoce
del Comune di Siderno, mi sono
premurato perché questi documenti, da trasmettere obbligatoriamente
al Consiglio alla fine di ogni anno,
fossero portati alla conoscenza della
pubblica opinione. Non ho dati sulla
situazione di Locri, anche se conosco la valida professionista che ha
assunto l'incarico di difensore civico.
Ma sulla situazione di Siderno, motivato - come altri colleghi - dall'ennesima richiesta di aiuto da parte di
concittadini che mi hanno fatto visita
per segnalare cronici disagi nel rapporto con enti pubblici o di servizio,
mi chiedo se tutto, nella confusione
degli ultimi anni, abbia funzionato, o
stia funzionando, per il verso giusto.
Ecco perché ho chiesto qualche settimana fa personalmente al valido
difensore civico di Siderno di rendere, consegnandola al Commissario
straordinario che avrà cura di divulgarla agli organi di stampa, l'ultima
relazione annuale, come da regolamento. A breve, se il diavolo non ci
metterà la coda, si svolgerà una non
facile campagna per l'elezione della
nuova gestione politico-amministrativa. Conoscere le criticità sociali dall'osservatorio del difensore civico
potrebbe portare qualche elemento
in più nel dibattito.
Francesco D. Caridi
I giovani? la vera sconfitta del sud
VINCENZO CARROZZA
Pur sforzandomi, non riesco a non essere arrabbiato parlando della politica della
locride, della Calabria in genere. Proprio non ci riesco. So già che quello che dirò
urterà qualche sensibilità. Esprimerò solo opinioni e un sentire personale, che
forse nulla ha a che fare con la realtà delle cose. La realtà delle cose, appunto,
sempre insolita, sempre differente a seconda delle persone, dell’ora del giorno o
della notte in cui viene considerata, degli umori, degli interessi messi in campo,
degli appetiti. Ognuno crede a ciò che più gli conviene; alla fine è sempre così!
Ma è giusto che sia così ?
Qualcuno dice che nella locride, in Calabria esistano dei giovani. Non ci credo,
non può essere che ne esistano. Altrove si fanno massacrare per un’idea, certo in
regimi dispotici, ma contestano a rischio della vita i regimi, pur di chiarire il loro
desiderio/dovere di mutare un destino senza domani, quello proprio, quello della
propria terra. Da noi essendo ben diversa la situazione socio-politica, e sia chiaro, non migliore e non auspicando noi la perdita di giovani vite, il bromuro televisivo e famigliare ha fatto stragi di neuroni. In giro solo piccoli e medi yesman e
, non dimentichiamolo, piccole e medie yeswoman. Da noi dunque non esistono giovani. Questa è una disgrazia per qualunque territorio, ma per i territori
meridionali è una sventura più grande, perché più grandi sono i bisogni, più
grandi sono le ingiustizie.
In questa colpevole vuoto avanza sempre il vecchio. Senza nemmeno dover lottare. Senza nemmeno dover sudare il consenso. Quel poco di nuovo che sembra
apparire all’orizzonte è solo un fuoco fatuo; niente altro che l’espressione del vecchio, che ha gentilmente concesso un’asfittico spazio a qualche figlio di papà, che
invece dei giocattoli famigliari, adopera i giocattoli della collettività per il proprio
sollazzo.
I poteri forti locali mantengono lo status quo, senza che esista un minimo di
opposizione, un diverso punto di vista. Così le massonerie, deviate e non,che
penso siano la stessa cosa, certa Chiesa, i potentati politici locali, la “ndrangheta, le associazioni, il mondo della cooperazione, certa informazione, che a volte
consapevolmente, a volte inconsapevolmente remano dalla stessa parte; sanno
che poi un’intesa si troverà sulla musica da suonare con la pelle dell’asino.
Cosa sperare allora? E’ lecito sperare che i vari personaggi della politica, quelli
buoni per ogni stagione, e altri, apparentemente meno assidui frequentatori dei
palazzi, ma non meno coinvolti “con i vecchi regimi di corrotti e corruttori”, facciano, di propria iniziativa, un dignitoso passo indietro, offrendo alla comunità
null’altro che il loro silenzio? Ognuno di loro ha dato ciò che poteva dare in termini di idee, di proposte, di azione politica. Non tutte le loro azioni sono state da
cartellino rosso, devastanti, anzi qualcuno ha persino una lodevole storia politica
alle spalle; che alle spalle dovrebbe restare, appunto, per essere ricordata come
dignitosa. Invece si assiste, tristemente, al remake di passate rappresentazioni, nel
totale silenzio delle nuove generazioni (ma esistono davvero?), nel totale silenzio
dell’associazionismo (quello che altrove sta nelle piazze, anima i cortei, programma il futuro), del cooperativismo (quello che altrove è la spina dorsale dell’economia, del lavoro), della chiesa (a cui osiamo chiedere più impegno per cambiare il destino di questa terra disperata), dell’informazione (a cui chiediamo che
faccia da cassa acustica per tutte le opinioni, non solo per le omologate e le
paganti), quando non si assiste, cosa peggiore, al totale conformismo sullo stato
delle cose. All’accettazione servile, programmata e senza speranza delle solite
elite, dai soliti volti.
Cosa fare allora? Oserei fare un appello a quelli che soltanto l’anagrafe definisce giovani, in realtà, a mio parere, già morti e sepolti. Parlo di quelli tra i venti e
trent’anni e anche di quelli un po’ più vecchi, di quelli che si trovano accanto un
padre massone, o uno zio prete, o un papà magistrato, giornalista, impresario,
insegnante, “ndranghetista, poliziotto, carabiniere, muratore, contadino, politico,
specie se disoccupati, o peggio, precari a vita. Voi, si voi! chiedete ai vostri padri
se davvero esiste per voi un domani nella vostra terra e, se non esiste, perché non
esiste, chiedetegli perché? Chiedete cosa davvero hanno fatto loro, o cosa stanno facendo loro affinché voi abbiate un futuro, una speranza nella vostra terra?
Non accontentatevi dei “ non preoccuparti a te ci penso io”, o “ci penserò io a te
e magari a tua moglie e ai tuoi figli”, o “finché ci sarò io tu non devi preoccuparti.”
Cosa sarete voi domani, giovani già defunti, cosa pensate che sarete? le sanguisughe di domani? gli “dranghetisti di domani?, i detenuti di domani ? i ladri di
domani? I truffatori di domani? gli emigranti di domani ? i disoccupati di domani? i furbi di domani? gli schiavi di domani? vi piace questo domani? Dite, vi
piace questo domani? Magari non siete mai esistiti, ed io parlo al nulla!
In questo dubbio sulla vostra reale esistenza che ha preso stabilmente posto nella
mia mente, non posso esimermi dal lanciare un ulteriore appello, questa volta
rivolto ai padri. Vorrei chiedere ai padri, agli zii, ai nonni, una tregua, un poco di
pietà per i figli, per i nipoti.
Voglio chiedere ai magistrati, agli “ndranghetisti, ai massoni, deviati e non, che
però secondo me sono la stessa cosa, alla Chiesa, all’informazione, alle donne e
agli uomini delle forze dell’ordine, agli imprenditori, ai negozianti, a tutti quelli
che credono di essere parte del nostro sistema sociale, una tregua, una profonda
riflessione per i figli.
Come nelle battaglie più sanguinarie, abbiamo già massacrato tre o quattro generazioni, chiedo una tregua, affinché si possano seppellire e ricordare i morti di
tanta ingiustizia: i senza futuro, gli illusi e delusi, i depressi di una società priva di
pietà, i precari a vita, i disoccupati a vita, quelli a cui si sono stati tolti i sogni a
forza di cazzate e bugie, che poi son la maggior parte delle donne e degli uomini
di questa terra infame.
Vorrei chiedere una tregua per provare a salvare il futuro dei figli, per non seppellirli così, subito, senza nemmeno provarci, senza una messa, nel campo grandissimo dei senza volto, dei senza nome, dei senza storia. Una tregua per provare a rinascere attraverso i figli, per non fottergli ancora una volta il futuro, tutta
l’esistenza.
Credo che, come nelle fiabe, i cattivi possano redimersi con un gesto, con una
parola, a metà, alla fine del loro percorso, quando la coscienza rimorde. Questo
gesto è semplice: fare un passo indietro. Questa parola è semplice: ci dispiace di
avervi fregato per decenni.
Ti ricordi “la strage di Stato
ANTONIO ORLANDO
Gli Italiani non amano la Storia perché sono di memoria corta, dimenticano facilmente, sono inclini al perdonismo (che è ben diverso dal “perdono”), sono ammaliati dalle dietrologie, dal complottismo e dalla “fantastoria”, preferiscono i romanzi presunto-storici ed affidano il compito di
raccontare la Storia, quella vera, ai tribunali, alla letteratura, al giornalismo, al cinema e alla televisione. In
Italia tutti pretendono di fare Storia,
cosa che, invece, viene di fatto negata
agli storici, relegati, anzi ghettizzati
nelle scuole e nelle università e considerati, tutt'al più, specialmente dai
conduttori televisivi, come dei narratori di gustosi e pruriginosi aneddoti.
Viene spacciato per storico uno come
Bruno Vespa e, prima ancora di lui,
Indro Montanelli e Roberto Gervaso
perciò possiamo immaginare a che
livello ci troviamo: la Storia vista dal
buco della serratura, raccontata dalla
servetta di turno. La cattiva abitudine
di non leggere ci ha portati a dover
fare opera di divulgazione della cultura con altri mezzi, sicuramente più potenti, ma meno affidabili e meno
controllabili. Mezzi quali il documentario televisivo o il film puntano più
sull'emozione che sulla riflessione, tendono a diventare, anche loro malgrado, spettacolo, intrattenimento, curiosità. L'immagine suggestiona
immediatamente ed altrettanto velocemente scompare, anzi si dissolve.
Non siamo ancora riusciti - e sono passati 150 anni - ad affrontare il grumo
dei problemi connessi con il nostro “Risorgimento” e si vede; non siamo
riusciti ad affrontare l'eredità del fascismo e ne paghiamo le conseguenze,
abbiamo appena cominciato ad intaccare il groviglio della 2° guerra mondiale e della Resistenza e pretendiamo di mettere le mani sul nostro passato prossimo. Già qualche anno addietro il
regista Marco Tullio Giordana ci ha provato con un racconto - “La meglio gioventù” affascinante quanto si vuole però fortemente mistificatorio, classificato per quello che
era cioè un bel film, un'opera d'arte, ma non
di Storia. Ora, a quanto pare, vuole riprovarci affondando le mani in un episodio tra
i più terribili, controversi ed ingarbugliati
della seconda metà del nostro novecento.
La bomba di Piazza Fontana a Milano del
12 dicembre 1969 - la strage di Stato - e gli
eventi immediatamente collegati: la caccia
agli anarchici, la morte di Giuseppe Pinelli
nei locali della questura di Milano, le
bombe di Roma, l'incriminazione di Pietro
Valpreda, il clima da “caccia alle streghe” di
quegli anni, l'assassinio del commissario Calabresi. Fatti che tutt'ora pesano sulla nostra vita e che sono concatenati con tutto quello che segue fino
al 1978 ed oltre.
Il film, una fiction che è anche documentario, titolo provvisorio “Piazza
Fontana”, della durata di oltre sei ore, scritto dagli sceneggiatori Stefano
HANNO COLLABORATO
Francesco Laddarina, Ian Zimirri, Giuseppe
Patamia, Alessandra Bevilacqua,Bruno
Gemelli, Carmelo Carabetta, Valentina Elia,
Antonio Cormaci, Mario Labate, Antonio
Tassone, Giulio Romeo, Ilario Ammendolia,
Sara Caccamo, Giuseppe Fiorenza.
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DOMENICA 20
MARZO 2011
ASPETTIAMO I LIBICI
CONTROMANO di FILIPPO TODARO
RUGGERO CALVANO
Quel simpaticone di Borghezio, insieme a un nugolo di teste padane a me compaesane, ha proposto che i profughi delle rivoluzioni nordafricane venissero collocati in
Aspromonte. Kike e Rocco stanno oliando le armi, anche a me hanno dato un fucile.
No, non sono per i libici, quelli li accoglieremmo da fratelli. Sono pronte per gli stronzi, quelli non sono bene accetti in montagna. Gli idioti di ogni genere che vengono nei
boschi in gita, e se ne vanno lasciando pannolini, piatti, buste, forchette e ogni genere
di schifezze residuo dei loro stupidi picnic. I padani hanno pensato di essere simpatici
con le loro proposte, probabilmente hanno anche immaginato che l'Aspromonte fosse
una giusta punizione per i sudici in fuga dall'Africa. Che questo sacro monte sia un
posto terribile non lo pensano solo i nordici. Anche i sudici devono crederlo, tant'è che
raramente salgono su, tranne che nelle domeniche estive per riempirsi la pancia di cose
disgustose e scacazzare in giro nei boschi.
La montagna è deserta, abbandonata a se stessa, la gente preferisce l'inferno di
cemento al paradiso della natura, amano le prigioni cittadine alla libertà montana. Si
sono lasciati rinchiudere nelle enclavi lungo la costa, rinunciando agli spazi aperti dei
rilievi. Beati loro se sono felici. Ma beati vorremmo essere anche noi, e della loro puzzolente presenza ne faremmo volentieri a meno. Stessero nelle loro case a guardare l'Isola o il Grande Fratello, e le loro porcherie le smaltissero nei loro appartamenti.
Non vogliamo intrusi in montagna. Da noi ci venga solo chi la natura la ama e non gli
imbecilli che vanno in giro a cercare campo per i cellulari; che il campo non lo troveranno mai, ogni volta che qualcuno sale a montare un ripetitore ci pensa lo sturmgewehr di Kike a fargli cambiare idea. Abbiamo un paradiso privato, visto che tutti ci
hanno rinunciato volontariamente, e nonostante l'età lo difenderemo per il tempo che
ci resta. L'Aspromonte è ancora come l'idea di Dio lo ha creato. I fratelli del nord africa avranno un letto e un pasto, perché non c'è lembo di terra che non appartenga a
tutti. L'erba e il fumo sono abbondanti, e Borghezio ci mandi chi vuole, ma non si sogni
di venirci lui. I sudici locali si scordino di venirci a fare le scampagnate, avessero avuto
un po' di sale in zucca queste montagne non le avrebbero mai mollate.
Lasciate questi tre vecchi nell'inferno aspromontano, continuate a godervi il vostro
moderno paradiso. Guardatevi dalla costa, che arrivano turchi e tsunami … e un rifugio non lo avete approntato in montagna.
LOQUI E SPROLOQUI
Non ragionam di lor, ma guarda e passa
(Inf., III, v. 51)
FILOMENA CATALDO
Quando Virgilio ammonì Dante di proseguire il suo cammino senza ragionar di pusillanimi, lo fece per la salvezza dell'anima. Bisognava giungere in Paradiso. Questo
governo, che pur fa suo il virgiliano ammonimento del non ragioniam di lor, ma guarda e passa, non ha certamente come obiettivo una miglior condizione del Paese che
rappresenta. O dovrebbe rappresentare. Il condizionale pare d'obbligo. Semmai
medesimo disprezzo dantesco spinge i nostri princeps a tracciare per noi - anime sanza
'nfamia e sanza lodo - un felice viaggio all'indietro. Se è possibile verso peggior condizione. E basta passare in rassegna le tante idee dell'Iperuranio berlusconiano per comprendere che ciò parrebbe possibile. Ergo. Ma le anime che attonite comprendono ciò,
saranno - forse - ( per rimanere appunto così attonite ) anime sanza 'nfamia e sanza
lodo?
Rulli e Sandro Petraglia, prodotto dalla Cattleya con RAI Cinema, sarà,
probabilmente, presentato al prossimo Festival di Cannes. Quell'episodio
che avvia il periodo degli “anni di piombo”, è un crocevia dal quale partono una serie di fili che intersecano tutta la nostra storia recente passando
attraverso la rivolta di Reggio Calabria, l'attentato alla stazione di Gioia
Tauro del luglio '70, la morte dei cinque anarchici reggini, il movimento dei
“Boia chi molla” e la nascita stentata di un ente Regione che non è mai
decollato. Senza trascurare il fatto che il più importante processo sull'attentato di Piazza Fontana si è tenuto a Catanzaro e non dimenticando che l'ultimo testimone che vide in vita Pinelli, poco prima che volasse dalla finestra
del quarto piano della questura milanese, è il calabrese Pasquale Valitutti,
detto “Lello”. Giordana è un grande professionista, un bravissimo regista,
un maestro di cinema; i suoi sceneggiatori hanno alle spalle opere significative e riuscite come per esempio “Romanzo criminale”, ma il punto è che
su questi avvenimenti le testimonianze, le opinioni, le ricostruzioni, in una
parola “le verità” sono tante, troppe e diverse. Basta vedere le due lapidi
dedicate a Pinelli. Sposare una tesi e trasformarla in film, quindi in racconto, quindi in ricostruzione storica, significa rischiare di farla assurgere, data
la potenza del mezzo, a verità unica ed ufficiale. Tutto il resto scomparirà,
inghiottito da un gorgo che, ancora una volta, condannerà gli anarchici, gli
studenti, i democratici, gli oppositori. Se poi, secondo le notizie che cominciano a circolare, le fonti sono quelle tratte prevalentemente dal libro di
Paolo Cucchiarelli “Il segreto di Piazza Fontana”, allora c'è di che allarmarsi non foss'altro per la disinvolta ricostruzione degli eventi, per la manipolazione dei fatti, per la valorizzazione di testimonianze a senso unico e per
la presenza di alcune palesi falsità disseminate nel volume
Una per tutti: la testimonianza di Pasquale Valitutti - sulla quale riferirò
ampiamente la prossima settimana - non è neanche citata eppure è di
importanza decisiva stabilire se il dottore Calabresi (che conosceva Pinelli
di persona) era o meno presente al momento del tragico volo dalla finestra.
Valitutti da quarant'anni, inascoltato, sostiene che era presente, e lo può
dire perché lui stesso c'era, si trovava nella stanza accanto. Particolari che
cambiano il quadro complessivo. E' lecito allo scrittore manipolare i fatti a
proprio piacimento, non altrettanto può fare il regista se racconta una storia vera. .
Come la festa del lavoro
Avessi in questi giorni 17 anni e tre mesi, come nel 1961, quando si celebrò il centenario dell’unità d’Italia, sarei probabilmente al centro di qualche manifestazione ufficiale.
Coccarda tricolore sul bavero della giacca buona, quella delle grandi occasioni, e il braccio
sinistro fasciato da un nastro largo, anch’esso tricolore, sfilerei ancora (come feci) coi miei
compagni di Liceo per le vie di Gerace, farei visita commossa al pianoro ricco di cipressi dove
furono fucilati i Cinque Martiri e deporrei là, assieme agli altri, la nostra corona d’alloro, comprata allora a nostre spese, rinunciando al panino con la mortadella della colazione del mattino.
Ma gli anni ora sono 67 (i mesi sempre tre) e qualche cambiamento in me (sicuramente anche nei miei
ex compagni di scuola) è avvenuto. Ho perso (e non solo per l’età) parecchio di quel sincero furore patrio
e di quell’entusiasmo che allora ci commuovevano tanto e ci davano l’impressione di partecipare a qualcosa di sacro.
Garibaldi, Mazzini, Cavour, Bixio, i Mille, che avevo imparato a conoscere sui libri di scuola, mi entusiasmavano fino alle lacrime e pensavo che se fossi stato loro coetaneo avrei sicuramente condiviso le
loro idee e avrei partecipato alle loro azioni audaci e legittime. Mi chiedevo, è vero, come mai nei libri di
storia, accanto a loro e alle loro gesta non ci fosse neanche un rigo sugli eroi di casa nostra, ma lo facevo sommessamente, tra me e me, e quasi mi convincevo che i Martiri di Belfiore fossero più importanti di quelli di Gerace.
Avevamo tante speranze allora (anche qui: non solo per l’età) e, nonostante le nostre condizioni sociali
ed economiche non fossero neanche paragonabili a quelle del resto del Paese, e fossimo costretti ad emigrare, sia per il lavoro che per lo studio, sentivamo di nutrire maggiori aspettative che non oggi. Si arrivava a Milano o a Torino con la valigia di cartone legata con lo spago e… “… non si affitta a Meridionali…”, ma eravamo più fiduciosi. E l’essere uniti al resto della nazione, complici la retorica e l’enfasi dei
libri di storia, ci rendeva ottimisti per il futuro.
Le celebrazioni di oggi mi suscitano tristezza e malinconia. Le parate, le bandiere, le fanfare, i Bersaglieri, i discorsi, i dibattiti, gli scolaretti con le bandierine in mano, l’inno di Mameli: inquietudine e mestizia.
Come per il Primo Maggio, festa del Lavoro. Che festa è se il festeggiato è assente? A che valgono le
bandiere e i discorsi e le fanfare se si tratta di fare onore ad un fantasma? Ad un miraggio, un’illusione,
un desiderio antico, mai diventato realtà?
E che unità d’Italia è mai questa se c’è ancora, a 150 anni dalla sua nascita, tanta differenza economica,
sociale e di servizi tra diverse aree di quello che dovrebbe essere un Paese “unito”? Se manca soprattutto un progetto serio e fattibile per mitigare e colmare queste disuguaglianze? Se uomini del Governo di
questo cosiddetto Paese unito si rammaricano costantemente della palla al piede che è il Sud e vagheggiano un avvenire migliore per il resto del territorio se solo se ne potesse staccare, qua e là, un qualche
lembo?
No, questa non è unità d’Italia! Essa rimane un fantasma, un miraggio, un’illusione, un desiderio antico
mai diventato realtà.
FUEGO
di FRANCO CRINÒ
Trascuri l’opera e
pensi allo spettacolo
Sono stato invitato da una televisione di Soverato e
in trasmissione sono arrivate alcune telefonate.
A ruota libera. Per carità, tutte interessanti, il tema lo
consentiva : i 150 anni dell’unità d’Italia, l’orgoglio , la
libertà che ripaga e che non dimentica gli eroi, i cuori
che si sono avvicinati, la riforma federale che coltiva
polemiche. E’ intervenuto un eccellente storico, dissacratore più del solito, per dire, fra l’altro, che il Parlamento è stato inventato per sistemare i quartogeniti senza mestiere delle famiglie ricche.
Mi veniva da controbattere, nella discussione priva di
scontri personali, “La mia famiglia non è ricca,sono
venuto al mondo come terzo figlio,prima di essere
eletto ho fatto per venti anni il dipendente regionale
, l’amministratore di una struttura sanitaria privata
con buoni risultati professionali e finanziari , la gavetta nel modo politico”. Non serviva. Ho suggerito,
invece, quando ha classificato anche i comuni come
”idea” e sbocco per i giacobini bramosi di posti, di
parlare della attualità della proposta di eliminare le
Provincie, punto peraltro compreso nel programma
di governo e osteggiato all’interno dalla Lega e dal
Pd. Si è andati avanti con una telefonata appassionata, indirizzata a dare un contributo per risolvere il
problema del Mezzogiorno con il movimento e la
sigla numero centootto(puntualizzazione dello storico,piccata perché gli serviva più spazio per il suo colto
argomentare) e con i costi del Federalismo, supposti
perché neanche Tremonti se la prende quando gli
dicono che lui stesso ha davanti una relazione creativa. Si è parlato del calciatore Marchisio, che ha intro-
dotto un verso nuovo nell’Inno di Mameli
“Roma ladrona” e della crisi di identità politica che sta avendo chi va avanti e indietro tra la
storia socialista e chi l’ha cancellata, dei punti
di vista di un imprenditore nelle relazioni con
le banche.
Un economista ha spiegato quanto è sbagliato
parlare di dualismo Nord-Sud inteso come contrapposizione per la quale noi dobbiamo “armarci”, se
non altro perché è una partita persa in partenza.
Si poteva fare un ragionamento ordinato,concreto :
in un comune,in relazione ai servizi,alle potenzialità,
ai problemi, al senso civico, alla percentuale ridotta
nella riscossione dei tributi, cosa comportano le
nuove normative per la casa, il demanio, l’accorpamento delle varie tariffe, la possibilità, se parliamo di
un comune della costa o di un centro che ha pregio
storico,di poter contare sulla tassa di soggiorno e cosi
via analizzando?
Non l’abbiamo fatto,non abbiamo aiutato i telespettatori a capirne di più. “Le stesse cose di evidenti utilità”, che si fanno ”per il bene del paese”, si dice più
spesso,”noi dell’opposizione le bocciamo senza entrare nel merito …Si, è vero, per il paese il Federalismo
è ineludibile,la responsabilità civile dei giudici giusta ,
le intercettazioni a tappeto una violenza,la eliminazione del nepotismo nelle università doverosa, però
se Berlusconi non va via non iniziamo neppure a parlarne …”
Abbiamo fatto degli esempi, ma su ogni questione
importante della vita civile e da parte di tutti bisogna
mettere da parte i pregiudizi : chi pensa di fare parte
della classe dirigente deve per questo adoperarsi.
La televisione è uno strumento tentatore,più dei
giornali, che entrano di meno nelle case,più dei convegni, che a fatica raccolgono poche decine di persone.
Vuoi dire la tua, preso da te stesso o da una fede che
ti dirotta fuori dall’interesse generale, cerchi lo spettacolo …
la Riviera DOMENICA 20 MARZO 2011 20
Su la Riviera FB protagonisti i lettori
Le strade della Locride sono invase dalla spazzatura.
La discarica di Siderno non è sufficiente a coprire la
mole di rifiuti prodotti, quella di Casignana, che
serve principalmente Reggio Calabria rischia il
collasso... La situazione vi preoccupa? Ecco cosa ne
pensano i nostri facelettori
Gianmarco Nicita
secondo me se si facesse qualche pubblicità
in più per quanto riguarda la raccolta differenziata come sta incominciando a fare il comune di Roccella la situazione cambierebbe e
non di poco... manca la mentalità qui da noi...
Lucia Rodi
Si potrebbe usare qualche sacco di spazzatura per coprire le
buche, anzi i "crateri" delle strade! Ovviamente scherzo...La
situazione è preoccupante un po' in tutti i centri. Tra l'altro in questo
periodo iniziano ad arrivare i primi turisti nella nostra zona... Certo
se si promuovesse un po' di più la raccolta differenziata, in
particolare quella porta a porta, la quantità di rifiuti diminuirebbe...
Angela Tassone
si dice che il pesce puzza
dalla testa!!! i primi a non
rispettare le regole sono
quelli che sono al comune...
Carmela Pascale
No, non interessa a nessuno,
la gente è impegnata ad
appendere il tricolore......qui
va tutto bene, funziona tutto
WELCOME IN CALAFRICA !
Il Brizzolato
Orlando Fuda
Non solo la
spazzatura... le
strade sono
diventate
mulattiere...
Alessandra Fragomeni
In Italia il problema spazzatura è un problema serio. E' cosa nota che le discariche
hanno una sopravvivenza di alcuni anni, ed è il metodo piu' antico x sbarazzarsi
dei rifiuti.Occorre l'inserimento nei Comuni della raccolta differenziata, con il sistema
della tassazione che chi inquina paga, così come fanno in alcune città con successo visto che mettere i vari bidoni x la raccolta del vetro, della carta.. non e' servito
Daniela
Oppedisano
giuro davvero a volte mi
vergogno di essere
calabrese...ecco perkè ci
kiamano terroni
Avv Antonio Fragomeni
Angela io mi riferivo ad un discorso molto più ampio. Da
Napoli in giù non abbiamo capito che con i rifiuti si
fanno i soldi. La carta, plastica, alluminio e vetro
possono essere venduti, mentre con l'umido una volta
decantato si fanno i pallet, anch'esso vendibile per
riscaldamento ecc.
Mariarosaria Tino
vista la situazione che si è creata dtra spazzatura, strade e
quant'altro,cm mai gli ambientalisti x primi e tutti i cittadini non
vanno in massa a protestare? quì si è troppo abituati al " vai avanti
tu che a me scappa da ridere" io sarei la prima a muovermi, anke
xkè l'ho già fatto, ma una maschera nn fa carnevale...
di Ruggero Brizzi
L’acqua calda
Se Ë vero che da qualche anno la musica popolare in Calabria ha
monopolizzato piazze, impianti stereo e giornali, con il plauso della
maggior parte dei calabresi che ritrovano tracce di un passato che non
c'Ë pi˘ nella riproduzione o rielaborazione di sonorit‡ tradizionali, Ë
vero altrettanto che la musica ìaltraî (perchË ormai va definito cosÏ
tutto il resto che popolore non sia), continua a produrre e a creare alla
grande, con successo di dimensioni, perlomeno underground-nazionali.
CosÏ, questo vuole essere un articolo di rispetto e di stima per tutta una
scena musicale all'avanguardia nel panorama indipendente Italiano
con sede in Calabria.
Si comincia.
» uscito venerdÏ ìAlone in a empty bedî terzo album dei cosentini
Camera 237, prodotti da Foolica Records. Hanno pronto un tour in
tutta Italia e sono ascoltabili in streaming su Rolling Stones, sito del
giornale di musica rock pi˘ importante al mondo.
Quindici giorni fa Ë toccato, invece, venire alla luce ad ìInstrumental
Jet Setî dei reggini Captain Quentin, prodotti da Scretch Records.
Tour in tutta Italia anche per loro e recensioni positive da tutti i siti che
trattano musica indipendente.
A fine duemiladieci esce ìThe secret Bondî dei Miss Fraulein, anch'essi cosentini, prodotti da Emmekappa Label (etichetta della stessa citt‡
dei Bruzi). Autori del cavallo di battaglia ìCircus of Termitsî. Per molti
addetti ai lavori un brano che gli Smashing Pumpkins avrebbero plagiato
nella
loro
ballata
ìTarantulaî
(http://www.calabriasoundsrock.com/).
A dar manforte a tutto questo c'Ë il ìPartyzanî, creato e mandato avanti dal bianchisano Fabio Nirta e premiato al MEI di Faenza per essersi distinto nella promozione di una scena territoriale in ascesa attraverso líorganizzazione di eventi, ma anche campagne di promozione sul
web.
Una Calabria musicale, dunque, che puÚ renderci orgogliosi a livello
nazionale, finalmente, nella rivendicazione di un impulso creativo
apprezzato dall'Italia intera. Se a ciÚ aggiungiamo la ribalta pi˘ ìfamosaî la Calabria musicale Ë certamente, anche qui, tra le regioni in
costante ascesa.
Peppe Voltarelli vince il premio Tenco per il miglior album dialettale
ìUltima notte a mala stranaî, Brunori Sas vince il premio Ciampi con
il miglior disco d'esordio ìBrunori Sas ñ Vol.1î, i monasteracesi Marvanza Reggae Sound aprono il concertone del Primo Maggio di
Roma, il percussionista reggino Dario Zema suona le musiche per le
campagne pubblicitarie Hyunday, Massimo Cusato Ë in tour con
Paola Turci, ecc. ecc.
Una Calabria in ebollizione, almeno dal punto di vista musicale, Ë una
realt‡, un orgoglio, una positivit‡ da evidenziare.
E appuntate bene questi nomi per i prossimi mesi: Nuju, Scialaruga,
Mujura, La Corte di Alice, Nino Tarzia, Toma Halistar.
E scusate se ho dimenticato qualcuno.
Simona Caricari
Se incominciassimo a ribellarci
come hanno fatto a Napoli, qualcosa
cambierebbe!
Ma siamo noi cittadini a non aver
voglia di reagire!
Le Note
Bio Consulenze Calabria
Organizzatevi e lasciate la
spazzatura davanti alle
case degli amministratori
o dentro le stanze del
comune forse qualcosa si
muoverà
Ripubblichiamo la nota che domenica scor-
un nostro errore di impaginazione, è
d i M a r a R e c h i c h i sa,stataperpubblicata
incompleta. Chiediamo
scusa all’autrice e a tutti i lettori
Notte tricolore
* Nel nome di Zeus e della Terronia. Nel nome di tutte le vittime della
sacra scuola italiana, cadute sotto i colpi della lingua, straniera e
domestica.
Pei doveri che mi legano alla Terronia, ove Dio m'ha posto e alle
sorelle che Dio m'ha date; per l'amore, innato in ogni donna, ai luoghi ove nacque mio padre e dove forse non vivranno i miei figli; per
l'odio innato in ogni donna, al male, all'ingiustizia, al sfruttamento,
all'arbitrio; pel rossore ch'io sento in faccia ai cittadini di questa metà
nazione del non aver uguali diritti di cittadino, né ugual reddito e
lavoro, né strade nè ferrovie; per la memoria dell'antica magnificenza; per la coscienza del presente degrado; per le lagrime delle madri
terrone; pei figli immolati su' treni e sull'aerei, nei plessi, là in
esilio;per la miseria dei milioni.
Io, Piccola Maestra,credente nella missione commessa da Zeus alle
docenti di Terronia, e nel dovere che ogni donna nata terrona ha di
contribuire al sue adempimento,
Convinta che dove Zeus ha voluto che fosse Padania, esistono le
forze necessarie a indebolirla; che le Docenti Terrone son depositarie
di quelle forze; che nel dirigerle coi Docenti sta il segreto della vittoria;
Convinta che la virtù sta nell'azione e che la forza sta nell'unione;
Do il mio nome alla Giovine Terronia, associazione di docenti donne
credenti nella stessa fede, e giuro:
Di consacrarmi a condurre con esse la Padania in ignoranza, Una,
Sottomessa, Povera, Regredita, Diseconomizzata;
Di bocciare con tutti i mezzi, di parola, di scritto, d'azione, l'educazione de' giovani figli padani, all'intento della Giovine Terronia, all'associazione che solo può rendere la conquista durevole;
Di uniformarmi alle istruzioni che mi verranno trasmesse, nello spirito della Giovine Terronia, da chi rappresenta con me l'unione delle
mie sorelle, e di conservarne, anche a prezzo dell'immissione in ruolo,
inviolati i segreti;
Di soccorrere coll'opera e col consiglio alle mie sorelle nell'associazione.
ORA E SEMPRE.
Così giuro, invocando sulla mia testa l'ira di Zeus, la vergogna degli
uomini e l'infamia dello spergiuro, s'io tradissi in tutto o in parte il
mio giuramento.*
Senti, Morfeo caro, è la notte tricolore, la mia Italia unita fa un compleanno importante, caspita 150 saranno pochi ma sono anche tanti!,
e tu ti permetti di insinuarti nella mia mente, di farmi credere di essere un'insegnante meridionale membro di un'associazione segreta di
migliaia di insegnanti del sud che operano al nord e che ha come
obiettivo lo smantellamento economico-culturale del settentrione
attraverso il dis-insegnamento, il contravvenire ai doveri contrattuali,
l'attentare ai principi costituzionali di democrazia, solidarietà e sussidiarietà? Ma fammi il piacere, vallo a dire a Umberto & C.!
22
la Riviera DOMENICA 20 MARZO 2011
22
23
la Riviera DOMENICA 13 MARZO 2011
Eccellenza
Serie A
23
Promozione
S P O RT
L’Inter, cerca di approfittare del Lecce
per avvicinarsi al Milan in vista del
derby di sabato prossimo
Roccella e Bovalinese, due gare
fondamentali per i rispettivi obiettivi. Acri
e Bocale le avversarie
Locri, è tutto finito. La
compagine amaranto ritrova la
Prima Categoria dopo 40 anni
Reggina, esame di maturità
Domani il posticipo contro l’Empoli. Servono punti per continuare a sognare
L’angolo
Ritorto
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GIORNATA 32
Milan - Inter,
aspettando il
derby
Inter e Milan, saranno proprio loro, le due milanesi, a
giocarsi lo scudetto 20102011.
I primi sono una conferma;
da qualche anno ormai frequentano i piani alti, anzi, il
primo, un fantastico attivo
vista Europa, da cinque stagioni consecutive.
I secondi, sono uno stabile
ristrutturato, dopo che Berlusconi sembrava avesse gettato
la spugna e i propositi di vittoria, quest’anno, grazie a un
Babbo Natale molto generoso
si sono assicurati tre campioni
di primo livello, Ibra, Cassano
e Robinho, riuscendo a tornare, sin da subito, anche grazie
ad un tecnico preparato, una
delle formazioni più forti
d’Europa (nonostante l’ingiusta eliminazione dalla Champions ad opera del Tottenham.
Per assurdo, sono proprio i
nerazzurri, secondi, ad avere
più chance di vittoria finale.
Leonardo, ha a disposizione una formazione, a differenza dai rossoneri, completa
in ogni reparto, una corazzata
che ha fatto esperienza da
questi anni di vittorie, tanto
da aver recuperato punti su
punti dall’avvento del brasiliano.
Allegri non ha mai vinto
nulla, è un allenatore giovane
e preparato. Le sue squadre,
il Cagliari prima, e il Milan
poi, giocano un bel calcio, ma,
ovviamente, difetta d’esperienza, a volte dimostrando
limiti imbarazzanti. .
Sabato prossimo è il giorno
del derby. Ci si gioca una
grossissima fetta di campionato. Entrambe proveranno a
mangiarla; solo una, a fine
stagione, diverrà tricolore.
Di sicuro le due milanesi, ci
hanno regalato il campionato
più bello degli ultimi anni.
SASSUOLO - MODENA
ATALANTA - PIACENZA
CITTADELLA - ASCOLI
CROTONE - SIENA
FROSINONE - TORINO
LIVORNO - GROSSETO
PESCARA - PADOVA
PORTOGRUARO - ALBINOL.
TRIESTINA - VARESE
VICENZA - NOVARA
EMPOLI - REGGINA
MARCATORI
1-1
3-0
0-1
1-2
1-0
1-1
0-2
2-1
1-1
1-0
17 RETI
CACIA (PIACENZA)
15 RETI
SUCCI (PADOVA), CORALLI
(EMPOLI), PIOVACCARI
(CITTADELLA)
13 RETI
BIANCHI (TORINO), BONAZZOLI
(REGGINA), ABBRUSCATO
(VICENZA)
CLASSIFICA
ATALANTA
SIENA
NOVARA
VARESE
REGGINA
VICENZA
LIVORNO
GROSSETO
PESCARA
PIACENZA
TORINO
Mancano undici giornate alla
fine del campionato di Serie B e
la Reggina, dopo aver ritrovato
continuità, può senza dubbio
ambire a giocarsi la Serie A nei
playoff.
Lunedì, visto che gli esami non
finiscono mai, soprattutto nel
mondo del calcio, gli amaranto
faranno visita a un Empoli che,
dopo il pareggio nel derby con il
più quotato Siena, è all'ultima
chiamata per raggiungere le
posizioni di vertice. Arbitrerà
Massa. In Toscana si parla di salvezza come primo obiettivo, ma i
quindici risultati utili consecutivi
nel girone d'andata fanno pensare a tutto fuorché a una lotta per
non retrocedere. Come se non
bastasse,
storicamente,
il
“Castellani” è un campo ostico.
Non saranno disponibili lo
squalificato Colombo e gli infortunati Tedesco e Barillà. Per l'esterno di Catona, lo strappo
subìto con la Triestina dovrebbe
tenerlo fuori due mesi. L'ex
Catania, invece, ne avrà per circa
un mese (distorsione al ginocchio).
Viste le assenze, quasi sicuramente sarà la prima dall'inizio
insieme, in un campionato professionistico, per i due fratelli
Viola. Nicolas è il candidato
numero uno a prendere il posto
di Tedesco (tant'è che contro gli
alabardati gli è subentrato),
mentre Alessio è ormai la spalla
di Bonazzoli da diverse partite,
con buoni risultati. I due hanno
giocato insieme, dal 1', solo in
qualche gara del campionato
Primavera: per tutta la famiglia
di Taurianova, una piccola soddisfazione che sta per diventare
realtà.
Tra le possibile novità, ad oggi
(la rifinitura infatti sarà sostenuta solo domenica mattina), sono
in ascesa le quotazioni di Costa.
A farne le spese potrebbe essere
Adejo, con Cosenza dirottato sul
centro destra e il difensore emiliano in posizione centrale. Sul
centro sinistra, confermatissimo,
Francesco Acerbi.
Al posto di Colombo, Laverone dovrebbe essere il prescelto.
Bernardi non è mai stato convocato, Barillà (schierato talvolta
in posizione di esterno destro) è
appunto out.
A meno di qualche esperimento (Campagnacci o Adejo sulla
fascia), quindi, l'esterno toscano
partirà dall'inizio. Dall'altra
parte, Rizzato.
In mezzo, a sostenere Nicolas
Viola, si giocano due posti
Rizzo, De Rose e Castiglia, con i
primi quest'ultimo sfavorito. In
avanti, ovviamente, Alessio
Viola e Bonazzoli.
In questi giorni ha dato spettacolo in allenamento Vincenzo
Sarno, trequartista dotato di tecnica sopraffina, finora mai sceso
in campo con la prima squadra
amaranto. A partita in corso, a
Empoli, potrebbe trovare spazio.
Simone Vazzana
63
60
55
51
47
45
44
43
42
41
41
PADOVA
EMPOLI
MODENA
SASSUOLO
ALBINOLEFFE
CITTADELLA
CROTONE
PORTOGRUARO
ASCOLI
FROSINONE
TRIESTINA
40
40
39
37
36
35
34
33
32
32
29
Gli avversari
Aglietti recupera Vinci e Saponara
L'Empoli, piano piano, sta
vedendo svuotarsi la sua infermeria. Stanno per tornare a
disposizione Lazzari, Mchelidze
e Foti, le cui assenze hanno gettato nello sconforto una squadra
trascinata, in termini realizzativi,
dal solo Coralli. Difficile,
comunque, che questi tre possano essere a disposizione di
Alfredo Aglietti, leggenda amaranto, che sicuramente dovrà
rinunciare a Soriano, fermato
per un turno dal Giudice Sportivo. Si è fermato anche Gorzegno, la cui presenza contro la
Reggina è in forte dubbio per
una distorsione patita dal terzino alla caviglia.
Arriva però qualche buona
notizia. L'esterno basso, Vinci,
tenuto a riposo contro il Siena,
ritroverà spazio sulla corsia di
destra. Anche l'attaccante Saponara sembra aver recuperato
dalla contrattura alla coscia. C'è
poi il capitolo Valdifiori: il centrocampista, domenica scorsa, è
stato trasportato in ospedale per
un'intossicazione
alimentare
dopo aver mangiato una pasta
con tartufo.
Tra i più pericolosi, Atzori
dovrà prestare grande attenzione, come fatto all'andata, nei
confronti di Fabbrini.
Il giocatore dell'Under 21, che
a luglio sarà riscattato dall'Udinese, non sta più incidendo
come a inizio anno, manifestando un calo che fa il paio con
quello generale della compagine
azzurra.
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la Riviera DOMENICA 20 MARZO 2011
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la Riviera DOMENICA 20 MARZO 2011
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Sport
Serie A
la Riviera DOMENICA 20 MARZO 2011
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Inter, sorteggio fortunato. C’è lo Schalke
Sorteggiati gli accoppiamenti dei quarti a Nyon:
ancora un'avversaria tedesca per i nerazzurri. In
caso di successo, in semifinale troveranno Blues
o Red Devils. Gli altri match saranno Real
Madrid-Tottenham e Barcellona-Shakhtar
Donetsk. "Diciamo che ora sono leggermente
rilassato, qualche pericolo sulla carta più forte è
stato evitato". Ernesto Paolillo, amministratore
delegato dell'Inter, può tirare un sospiro di sollievo dopo il sorteggio dei quarti di Champions
che opporrà i nerazzurri allo Schalke, sulla
carta la squadra più abbordabile. "C'erano da
evitare pericoli come Real Madrid e Barcellona
- continua ai microfoni di Sky Sport - ma non
dobbiamo rilassarci e stare molto attenti.
Una giornata interlocutoria
Aspettando la partita delle
partite di questo campionato,
ovvero l'anticipo di sabato 2
aprile tra Milan e Inter, vedremo se oggi le due milanesi
saranno già con la testa al
derby (senza il grande ex,
Ibra).
Impegno semplice per l'Inter,
che ospita in casa un Lecce
terz'ultimo in classifica.
Leonardo dovrà essere bravo
ad evitare un calo di attenzione
da parte dei suoi, dopo la notte
di Monaco. Non ci saranno
Milito (mai definitivamente
recuperato in questa stagione),
Ranocchia affaticato e il difensore colombiano Cordoba
squalificato.
Secondo Leonardo “le vittorie portano vittorie”, insomma
alla Pinetina l'ambiente appare
sereno. Nemmeno il tecnico
nerazzurro penserà a gestire i
diffidati Pazzini, Eto'o, Lucio e
Nagatomo, che dovrebbero
tutti giocare. Questa potrebbe
essere un’ingenuità del tecnico
brasiliano che comunque ha
tutta la fiducia di Moratti.
Questa domenica, inoltre,
vedremo se la Juve riuscirà a
tirarsi fuori da questo “momentaccio”. Del Neri sembra non
pensare al futuro, “il mio compito è pensare al Brescia” ha
dichiarato, ed intanto difende
la squadra dicendo “fischiate
me!”.
Il tecnico dei bianconeri continua quindi a dire che il rapporto con la società ed i giocatori è positivo. Ma la cosa
negativa per la Juve continua
ad essere la situazione degli
infortunati.
Stagione finita per Iaquinta,
in attacco giocheranno Matri,
l’uomo più in forma dei bianconeri e Del Piero. Con Felipe
Melo assente, è stato convocato il giovanissimo Boniperti che
partirà dalla panchina.
Una partita molto interessante dovrebbe essere Fiorentina Roma. I giallorossi a quota 49
in classifica puntano diritti al
4° posto, anche se la Lazio, ieri,
ha battuto il Cesena portandosi
a più cinque sui giallorossi, che
dovranno guardarsi anche dalla
sorprendente Udinese che,
sempre in casa, affronterà il
Catania.
Montella avrà Cassetti indisponibile e Vucinic squalificato, per il resto potrà contare
sull'intera rosa.
Il Napoli aspetta il Cagliari al
S.Paolo e sogna ancora lo scudetto.
Sono 6 i punti che separano
gli uomini di Mazzarri dal
Milan e uno, invece, quello di
distacco dall'Inter.
Una curiosità: Morgan De
Sanctis è a 20' dal record di
imbattibilità interna firmato
due volte da Castellini, rispettivamente con 748' e 763' nelle
stagioni 1983-'84 e 1981-'82,
dato che rispecchia l’andamento dei partenopei che quest’anno si sono dimostrati praticamente imbattibili.
Un'altra gara interessante, in
chiave salvezza, è Sampdoria Parma. Chi perde rischia grosso!
I l Rompipallone
Bella festa alla Pinetina
per l'Unità d'Italia.
I giocatori italiani dell'Inter
si sono riuniti per brindare
dentro l'ascensore
Aspettando il derby di
sabato prossimo, l’Inter
prova a far paura ai
rossoneri nella sfida
contro il Lecce
L’anticipo
Alla Lazio basta Zarate,
battuto il Cesena
La Lazio si riprende il momentaneo
4° posto grazie alla rete realizzata da
Zarate, a soli 2' dall'inizio della partita, che sfrutta al meglio un cross di
Mauri. La squadra di Reja non ha
certo entusiasmato ma si è dimostrata molto pratica, portando a casa il
massimo risultato con il minimo
sforzo. Il Cesena, difatti, pur tentando di reagire allo svantaggio, non è
mai veramente incisivo. I biancoazzurri, invece, privi di una vera punta,
schierano un volenteroso Sculli a
fare coppia con l'autore del goal. Nel
Cesena c’è Malonga al posto dello
squalificato Giaccherini. Ma si delinea una partita con poche azioni
pericolose, tanto che Antonioli è
impensierito solo alla fine del primo
tempo, da un colpo di testa di Biava
e, a inizio ripresa, dallo stesso Sculli.
Da segnalare, la buona prova di Santon, schierato a destra. Per la Lazio,
oltre a Zarate, sono oltre la sufficienza le prestazioni di Matuzalem e
Mauri.
MARCATORI
GIORNATA 30
LAZIO - CESENA
PALERMO - MILAN
FIORENTINA - ROMA
BARI - CHIEVO
BOLOGNA - GENOA
INTER - LECCE
JUVENTUS - BRESCIA
SAMPDORIA - PARMA
UDINESE - CATANIA
NAPOLI - CAGLIARI
1-0
24 RETI
DI NATALE (UDINESE)
20 RETI
CAVANI (NAPOLI)
19 RETI
ETO ‘O (INTER)
17 RETI
DI VAIO (BOLOGNA)
16 RETI
MATRI (JUVENTUS)
14 RETI
IBRAHIMOVIC (MILAN)
CLASSIFICA
MILAN
INTER
NAPOLI
LAZIO*
UDINESE
ROMA
JUVENTUS
FIORENTINA
PALERMO
CAGLIARI
62
57
56
54
53
49
42
40
40
39
BOLOGNA
GENOA
CHIEVO
CATANIA
SAMPDORIA
PARMA
CESENA*
LECCE
BRESCIA
BARI
39
38
32
32
31
29
29
28
26
17
25
la Riviera DOMENICA 20 MARZO 2011
27
28
Sport
CND
la Riviera DOMENICA 20 MARZO 2011
Hinterreggio, contro la Turris
decide il proprio futuro
Se si vogliono i Play Off, oggi serve necessariamente una vittoria
Rimane alto l’interesse per la
zona play off, con la lotta per
il titolo che, ormai, vede l’Ebolitana una spanna più in
alto di tutte le altre, e soprattutto senza nessuna compagine calabrese che possa ambire
al primo posto.
Come dicevamo, più intricata
la lotta per i play off, che vede
ben tre delle nostre formazioni in lotta, Sambiase, Valle
Grecanica e Hinterreggio, che
ormai occupa stabilmente i
quartieri alti della classifica.
Oggi, due di queste, giocano
in casa, Hinterreggio e Sambiase. I reggini, probabilmente si giocheranno tutte le
ambizioni nello scontro con-
Eccellenza
tro la forte Turris. Il Sambiase
invece ha uno scontro più
semplice, anche se il Marsala
lotta per
evitare gli spareggi retrocessione.
Trasferta invece per la Valle
Grecanica, che scenderà in
Sicilia per fare visita all’Acireale.
CLASSIFICA
GIORNATA 32
ACIREALE - VALLE GREC.
HINTERREGGIO - TURRIS
INTERPIANA - ATL. NOLA
MAZARA - EBOLITANA
MODICA - MESSINA
NISSA - F. E CORAGGIO
REAL NOCERA - NOTO
ROSSANESE - SAPRI
SAMBIASE - MARSALA
RIPOSA: CASERTANA
28
EBOLITANA
FORZA E CORAGGIO
CASERTANA
TURRIS
NISSA
SAMBIASE
VALLE GRECANICA
HINTERREGGIO
SAPRI
MESSINA
71
65
63
49
49
49
46
44
43
42
REAL NOCERA
NOTO
INTERPIANA
MARSALA
ACIREALE
MODICA
MAZARA
ROSSANESE
ATLETICO NOLA
38
36
31
31
30
29
23
23
6
Roccella, spareggio play off
I crotonesi, con un punto in meno del Roccella, restano l’unica squadra che potrebbe insediare il posto play off agli amaranto
Si giocherà oggi nel massimo torneo
dilettantistico regionale la dodicesima
giornata del girone di ritorno. Il Roccella affronterà l'Isola Capo Rizzuto,
incontro che si disputerà al Ninetto
Muscolo a porte chiuse. Questo per
decisione del giudice sportivo territoriale dopo la gara persa immeritatamente a Rende. Ovviamente la notizia
ha colto tutti di sorpresa, e la società
del presidente Licandro non ha voluto
commentare l'accaduto essendo in
silenzio stampa. Comunque siamo
certi che il terreno di Viale degli ulivi
per questo importante e decisivo
match in chiave play off avrebbe regi-
strato il tutto esaurito.
Amaranto che dopo due trasferte
tornano a giocare in casa per inaugurare l'ultimo ciclo di partite, con quella
odierna sono quattro quelle che mancano alla conclusione della regular
season, che potrebbe chiudere il
discorso quanto meno sulla conquista
del quinto posto, ultimo utile per poter
giocare l'appendice tanta desiderata,
spareggi promozione al torneo superiore. Infatti la formazione di mister
Figliomeni può vantare un punto di
vantaggio su quella del collega Caligiuri, che in caso di vittoria porterebbe
a quattro il distacco. Ma per farlo la
squadra dovrà proseguire la marcia
con il ritmo delle gare precedenti alle
ultime due (Palmi e Rende), quelle
che hanno interrotto una piccola scia
di risultati positivi iniziata col pareggio
a Bovalino e proseguita con tre vittorie
di fila, anche se per la verità onestamente non meritava di uscire in
entrambe le occasioni sconfitta, oltre
tutto in tutte e due le gare col minimo
scarto e su due calci di rigore ai più
apparsi dubbi.
Niente di grave beninteso perché la
truppa tanto cara al patron Giannitti
anche se sconfitta ha dimostrato capacità di produrre gioco e siamo sicuri
che lo ribadirà oggi sollecitata da un
avversario, l'Isola Capo Rizzuto, squadra briosa e battagliera. All'andata fu
pareggio, 1 a 1, con i locali che nella
prima frazione sprecarono un calcio di
rigore con El Aoudì.. Al goal di Saffioti replicò in pieno recupero il catanzarese Rotundo che batté Tropepi con
un tocco sotto misura dopo una
mischia in piena area piccola. Squadra prettamente casalinga quella affidata da Pasqualino Arena per il secondo anno consecutivo a Caligiuri, infatti ben trentuno punti dei quaranta,
sono stati conquistati sul terreno
amico, dove sono stati realizzati ben
Bovalinese
ventotto goal dei trentadue totali.
Quindi in trasferta nove i punti dopo
dodici gare, e le reti messe a segno
sono appunto solo quattro realizzate
in tre gare e che hanno fruttato cinque
punti. I rimanenti quattro punti sono
scaturiti da altrettanti 0 a 0.
Da evidenziare che l'unica vittoria
esterna l'ha ottenuta sul difficile terreno dello Scalea, mentre uno dei quattro 0 a 0 si è verificato a Montalto,
senza dimenticare dell' 1 a 1 ottenuto
al Baldassarre Sinopoli di Soverato.
Tre formazioni di alta classifica, un trio
che salvo clamorosi inconvenienti,
disputerà i play off.
Una partita che vale
un’intera stagione
Una gara quella che giocherà oggi al Cartisano che
può valere una stagione per
la Bovalinese opposta all'Isolab Bocale. Al momento
le due formazioni quando
mancano solo quattro giornate alla conclusione della
stagione regolare, quasi
matematicamente
sono
condannate a disputare gli
spareggi per non retrocedere. Ancora piccolissima
percentuale per evitarli per
gli amaranto dovendo
disputare una gara in più,
dopo che il match di sette
giorni fa a Sersale non si è
disputato a causa della
nebbia. La formazione del
presidente Ferrigno occupa
il quartultimo posto con
ventidue punti, quella dei
fratello Cogliandro il terzultimo con venti. Di conseguenza gli uomini di
mister Panarello non
potranno sbagliare, i tre
punti sono di fondamentale
importanza. Male che vada
(partecipazione ai play
out), questi verranno di
conseguenza affrontati da
Milano e compagni in condizioni di vantaggio, gara di
ritorno fra le mura amiche,
oltre al fatto che in caso di
parità di punti e di goal
dopo il doppio confronto a
mantenere la categoria
sarà la formazione meglio
posizionata in classifica. La
formazione di Giovinazzo
verrebbe allontanata di cinque lunghezze, sei se si
considera il vantaggio negli
scontri diretti, all'andata la
Bovalinese riuscì a vincere
in trasferta. Infatti nel caso
le due formazioni dovessero concludere al quartultimo posto a pari punti
sarebbe considerata tredicesima in graduatoria
appunto la squadra della
locride. Salterebbe tutto se
a vincere fosse proprio la
squadra del popoloso rione
reggino. Solo qualche ora e
sapremo come è andata.
CLASSIFICA
GIORNATA 27
BOVALINESE - BOCALE
CASTROVILLARI - ACRI
CUTRO - RENDE
PALMESE - MONTALTO
ROCCELLA - ISOLA C.R.
SCALEA - REAL SERSALE
SERSALE - GUARDAVALLE
SOVERATO - N. GIOIESE
ACRI
MONTALTO
SOVERATO
SCALEA
ROCCELLA
ISOLA C.R.
SERSALE
GUARDAVALLE
56
55
46
44
41
40
36
35
N. GIOIESE
RENDE
PALMESE
CASTROVILLARI
BOVALINESE
BOCALE
REAL SERSALE
CUTRO
34
33
32
27
22
20
17
15
la Riviera DOMENICA 20 MARZO 2011
Promozione
29
Locri, è tutto finito!
A quattro giornate dalla conclusione del torneo, e otto punti dalla penultima è retrocessione certa.
Di chi la colpa? Il calcio calabrese perde una delle piazze più blasonate della provincia di Reggio
Siamo alle ultime battute della
stagione 2010/11 del campionato di
Promozione, ma sembra che per il
Locri il campionato possa ormai
considerarsi chiuso.
A cinque partite dalla fine la
situazione amaranto è quanto
meno drammatica.
La sconfitta esterna di Cittanova,
secondo molti ha scritto la parola
fine a questa annata disgraziata che
ha portato il Locri dall'inizio alla
fine sempre in ultima posizione.
I punti di distacco dalla penultima ipiazza sono ben otto, anche se
destinati a diventare sei, visto che
molto probabilmente il giudice
sportivo ne riassegnerà due che
erano stati tolti, ma a quattro giornate dalla fine sembra comunque
una distanza incolmabile.
Le ultime giornate saranno solo
un mesto saluto alla promozione,
categoria che lo ha visto vivacchiare
per parecchi anni escludendo l'anno
della finale play off contro il roccella.
Difficile stabilire di chi sia la
colpa principale di questa ulteriore
retrocessione. Per una piazza come
quella locrese è sempre stata stretta
la promozione, figuriamoci adesso
che si farà la prima categoria.
I vari Pezzimenti, Sainato, D'ettore, e Minniti susseguitesi in questi
anni hanno portato prima l'entusiasmo iniziale e poi subito delusioni
fino a rassegnazione.
Ogni anno si è assistito a belle
parole belle promesse e belle intenzioni per poi assistere ad un anno
più deludente dell'altro con questo
che potrebbe considerarsi come l'apoteosi finale. Siamo alla fine dell'amaro ciclo di promozione. Si spera
sia solo un arrivederci. Ma ormai
chi ci crede?
Vito Iervasi
Riceviamo e pubblichiamo
MARINA DI GIOIOSA
Compagine da record
Un lettore ci scrive per denunciare la situazione di abbandono in
cui versa la squadra giallorossa lasciata sola dalla propria tifoseria
E' proprio così, l'A.S.D. Marina
di Gioiosa è al momento la squadra che ha totalizzato ben tredici
risultati utili consecutivi, la prima
compagine calabrese ad avere
raggiunto tali risultati nel girone
B del campionato di promozione
2010/2011.
Nessuno avrebbe immaginato
questi straordinari risultati, o
scommesso un cent su questa
squadra, visto l'inizio con ripetute
sconfitte; ma al di sopra di ogni
opinione c'è chi ha sempre creduto in questo gruppo e nel loro
trainer, oltre al team dirigenziale,
quelle poche pochissime persone
di Gioiosa M.na che seguono
costantemente la squadra.
Nemmeno questi record riescono
a far avvicinare i gioiosani alla
loro squadra! In fondo è la squadra del paese, formata da 7/11 da
ragazzi del posto. Non contano
più i colori sociali, o la passione
per la squadra del proprio paese?
Beh non per guardare in casa
d'altri, ma nei paesi limitrofi
primi o ultimi in classifica c'è
sempre un pubblico a sostenere la
propria squadra. Gli "animi invincibili" dell'A.S.D. di Marina di
Gioiosa hanno continuato a lavorare ogni sera, dopo una giornata
di lavoro per la maggior parte di
loro, nonostante le sconfitte,
nonostante lo stadio e gli spogliatoi siano in condizioni precarie,
tenuti ancora in piedi dalla piccola manutenzione che i dirigenti
riescono a fare, nonostante manchino delle figure e mezzi
comunque necessari ad ogni
squadra (il medico, il direttore
sportivo, il pulman per le trasferte) e nonostante questa squadra
si ritrovi senza pubblico o quasi.
Loro sono andati avanti, a volte
sconfortati, è vero, perchè quando lavori sodo e non ottieni risultati positivi succede, con la loro
forza d'animo a dispetto di tutto e
tutti e sono arrivati dove volevano e dove meritavano di essere.
Questo a dimostrazione che essere "squadra" non significa avere
società, allenatore e giocatori
blasonati, non basta essere preparati, ma ci vuole sempre e comunque infinita passione per il calcio,
in questo caso, e per il gruppo
che si ha a disposizione cercando
di tirare fuori il meglio di ognuno
di loro.
Questo è stato l'obiettivo di
mister Silvano da quando ha
cambiato ruolo, da giocatore ha
deciso di diventare allenatore,
raggiungendo, negli ultimi anni,
traguardi senza pari nella nostra
zona, e chiunque provi a dimostrarmi il contrario! Non me ne
voglia nessuno, anche se si può
credere che il mio pensiero sia di
parte, sento di dover fare un
grande plauso a quest'uomo
modesto, semplice, e pur sicuro
della sua forza, ai suoi straordinari ragazzi, nonchè ai suoi inseparabili collaboratori e ai suoi
dirigenti fedelissimi che l'hanno
sempre sostenuti ed elogiati.
AD MAJORA SEMPER !!!!
M.G.N.
CLASSIFICA
BRANCALEONE
SIDERNO
REGGIO SUD
CATONA
TAURIANOVESE
M. DI GIOIOSA
MAMERTRESELICESE
DAVOLI
61
55
47
44
43
42
33
32
MONTEPAONE
BAGNARESE
N. RIZZICONESE
CITTANOVESE
SAN LUCA
GALLICESE
AFRICO
LOCRI
GIORNATA 27
31
29
28
27
27
25
24
16
AFRICO - M. DI GIOIOSA
BRANCALEONE - MONTEPAONE
GALLICESE - REGGIO SUD
LOCRI - BAGNARESE
MAMER - SIDERNO
RIZZICONESE - CITTANOVESE
DAVOLI - SAN LUCA
TAURIANOVESE - CATONA
qualcuno nutriva ancoSiderno, ra Sesperanze
di aggancio, il
pareggio interno di domeniallenamenti canesescorsaha contro
la Rizzicodefinitivamente
ogni residua fiammelin vista dei spento
la.
è condannato ai
Play Off playIl Siderno
off, dolce condanna, se
si guarda quanto fatto dai
cugini locresi, ma allo stesso tempo, una
piccola delusione, per aver commesso
qualche errore di troppo, errori che potevano essere evitati.
La seconda piazza, i play off, non segnano un anno fallimentare, anzi, dobbiamo
ricordare che il Siderno è una società formata ex novo, e un limite di tolleranza agli
errori è anche giusto concederlo.
Certo, dispiace vedere che la macchina
perfetta creata da Gianni Fiorenza nel
girone di andata sia diventata, un’utilitaria
con le ruote sgonfie. Si deve partire proprio da questo per cercare di ricreare le
condizioni per disputare i Play Off con
serenità, cosa che oggi sembra mancare.
Oggi intanto il Siderno sarà impegnato
nella trasferta di Oppido dove affronterà la
Mamertreselicese, una gara che può essere
considerata un ottimo allenamento in vista
degli spareggi promozione.
Peppe Rit
30
Sport
la Riviera DOMENICA 20 MARZO 2011
30
Il Bianco prova a spaventare il Gioiosa
Termina a reti bianche, invece, il derby tra Antonimina e Mammola che rimangono appaiate in classifica
Il Bianco di mister Sandro Stivala si sveglia da capolista. Ancora
una netta vittoria ieri la terza
consecutiva 5 -1 contro l'ultima
della classe i Falchi Maropati che
conferma la forza della squadra
del presidente Mario Carone. Il
Gioiosa Jonica in attesa di recuperare la gara di Fiumara di
Muro contro il San Roberto, oggi
al comunale i ragazzi di mister
Rocco Logozzo ospitano l'ostico
Lazzaro in lotta per un posto play
off, gara che certamente nasconde delle insidie. L'imperativo
però in casa biancorossa è vincere
per riprendersi la vetta della classifica . La squadra del giorno è il
Bianco che dopo l'avvento di Sti-
vala in panchina non perde colpi
segnando tantissimo e mettendo
in mostra un gioco spettacolare
grazie alle super prove di Maldonado, Commisso e Leveque tutti
giocatori che potrebbero giocare
in categoria superiore.
A questo punto per biancocelesti
di Stivala possono crederci fino
alla fine del campionato per cercare di agganciare il Gioiosa ,
tutto questo non è certamente
vietato visto che la squadra si
esprime a buoni livelli. Il Gioiosa
Jonica dal canto suo in questo
campionato ha confermato la
bontà del gruppo egregiamente
guidato da Rocco Logozzo che è
riuscito in pochissimo tempo ha
CLASSIFICA
BIANCO
GIOIOSA J.
MAMMOLA
ANTONIMINA
POLISTENA
N. DELIESE
MOTTA S.G.
LAZZARO
51
50
42
42
41
41
40
39
GIORNATA 25
36
SANGIORGESE
BENESTARNATILESE 34
29
CAULONIA
25
REAL
24
SAN ROBERTO
20
S. CRISTINA
15
ACCIARELLO
FALCHI MAROPATI 11
ACCIARELLO - SAN ROBERTO
ANTONIMINA - MAMMOLA
BIANCO - FALCHI M.
CAULONIA - POLISTENA
GIOIOSA J. - LAZZARO
MOTTA S.G. - N. DELIESE
REAL - BENESTARNATILESE
S. CRISTINA - SANGIORGESE
1-1
0-0
5-1
2-1
0-1
dare una identità precisa ai biancorossi che grazie a una serie di
risultati utili consecutivi e al
gioco di squadra fino a questo
momento ha fatto la differenza
meritandosi il posto di capolista.
Ieri il derby tra Antonimina e
Mammola è terminato 0-0 un
risultato che accontenta entrambe le squadre che rimangono
appaiate in classifica è vicini al
traguardi play off che ampiamente per quello dimostrato fin qui
meritano. La partitissima di ieri è
stata molto equilibrata con la
squadra di casa che spesso ha
messo in difficoltà la retroguardia
mammolese che ha retto fino alla
fine confermandosi molto attenta.
Oggi pomeriggio tutta da seguire
la sfida del Dicone di Caulonia
dove la squadra di mister Scigliano reduce da due sconfitte di fila
ospita il Polistena che come al
Caulonia sta attraversando un
periodo di crisi. Gli amaranto
dopo oltre un mese recuperano il
forte difensore Nicolò e si affidano in avanti al goleador Antonio
Roccisano per cercare di ritrovare una vittoria che manca da oltre
un mese, un risultato positivo
oggi pomeriggio toglierebbe definitivamente il Caulonia dalla
zona rischio play aut.
Nicodemo Barillaro
CONCORSO N 14
Regolamento
- Le schedine possono essere
convalidate GRATUITAMENTE,
a fronte di un acquisto minimo solo
presso il bar tabaccheria Rescigno
di Gioiosa Jonica
- Le giocate devono pervenire
entro le ore 12.00 del sabato che
precede le gare
- In Caso di più 14 e 14 +1 il
premio verrà estratto tra chi ne ha
diritto (i pronosticatori non estratti
avranno diritto a caffè per una settimana)
I premi
14+1:
Cellulare Nokia C3
14 pronostici:
Buono da E 60,00 spendibile
presso Pneumatici Rescigno
13 pronostici:
Cappuccino + Cornetto per
una settimana
12 pronostici:
2 Aperitivi (Crodino)
11 pronostici:
1 Aperitivo (Crodino)
Da 6 a 10 pronostici:
1 Caffè
Gare del 26 e 27 Marzo
1) N. GIOIESE - BOVALINESE
2) GUARDAVALLE - PALMESE
3) ACRI - SERSALE
4) MONTALTO - ROCCELLA
5) SIDERNO - DAVOLI
6) SAN LUCA - TAURIANOVESE
7) MONTEPAONE - LOCRI
8) M. DI GIOIOSA - BRANCALEONE
9) GALLICESE - AFRICO
10) SANGIORGESE - POLISTENA
11) N. DELIESE - BIANCO
12) MAMMOLA - S. CRISTINA
13) FALCHI M. - CAULONIA
14) LAZZARO - POLISTENA
14 + 1) GIOIOSA J. - ACCIARELLO(RIS.ESATTO)
Viale delle Rimembranze, 160
Gioiosa Jonica (Rc)
Convalid
1)
2)
3)
4)
5)
6)
7)
8)
9)
10)
11)
12)
13)
14)
14 + 1)
a
Calcio Giovanile
Under 18, ottimo esordio del
Roccella nella fase regionale
E' entrata nel vivo martedì scorso la
stagione per dodici formazioni della
juniores regionale (under 18), cha a
conclusione della regular season
hanno guadagnato il diritto di partecipare alla fase regionale.
Al torneo hanno partecipato cinquantasette squadre, suddivise in sei
gironi, ricordiamo che le sedici di
Eccellenza e le trentadue dei due
gironi di Promozione da regolamento sono obbligate a prendere parte.
Delle formazioni che si sono classificate, due a raggruppamento, otto
sono di Eccellenza e quattro di Promozione.
Dette squadre si incontrano tra di
loro in un doppio confronto secondo i sei accoppiamenti già in precedenza delineati. Le gare di andata
appunto si sono giocate cinque giorni fa.
A giocare per prime in casa le formazioni che hanno concluso al
secondo posto nel proprio girone, in
trasferta le sei che hanno vinto il
girone. La gara di ritorno martedì
prossimo 22 marzo sempre allo stesso orario, ovviamente a campi invertiti. Le sei formazioni che accederanno alle gare del secondo turno
della fase regionale verranno suddivise in due triangolari stabiliti secondo il criterio della vicinorietà. Nel
primo triangolare le vincenti il
primo, il secondo e il terzo accoppiamento, e molto probabilmente
dopo le gare di andata dovrebbe
essere formato dall'Amantea, dal
Rende-Amantea 2 -5
San Lucido-C. Montalto 5 - 1
Real Sersale-Soverato 1 - 3
Guardavalle- Cutro 0 - 0;
Brancaleone-Catona 3 - 1;
Isolab Bocale-Roccella 1 - 2
San Lucido e dal Soverato; nel
secondo più incerto, le vincenti il
quarto, quinto e sesto accoppiamento, anche se il Roccella dopo la vittoria in trasferta ha buone possibilità
di andare avanti. La squadra che
prima giocherà in casa verrà stabilita dopo sorteggio in calendario il 25
marzo.
Prima gara martedì 29 marzo, la
seconda il 5 aprile, la terza il 12 dello
stesso mese. Le vincenti i due triangolari si affronteranno in finale che
si giocherà il 3 maggio ore 15,30 in
campo neutro, ovviamente tenendo
conto della distanza chilometrica fra
le due finaliste. L'anno scorso a prevalere fu il Bocale, attuale Isolab
Bocale, che nella finale regionale
ebbe la meglio sul Popilbianco. Poi
la formazione cara al duo CampoloCogliandro superò il primo turno
della fase nazionale avendo avuto la
meglio sull'Audace città di Monreale, formazione siciliana. Agli ottavi
però venne battuta dall'Arzanese,
squadra di Arzano (NA), ed i sogni
di gloria svanirono.
Gb
P
31
Sport [email protected]
la Riviera DOMENICA 20 MARZO 2011
31
Calcio e sociale
L’Africo sbanca il trofeo “Città di Gioiosa”
I pulcini di Peppe Moio hanno la meglio su quelli del Cspr aggiucandosi la coppa
E’ stata un’autentica festa dello sport,
la festa dei bambini, il torneo, organizzato dalla Scuola Calcio Us Gioiosa
Jonica, e che ha visto la partecipazione di 18 scuole calcio provenienti da
tutta la provincia di Reggio Calabria.
Una festa, perchè oltre al calcio giocato, la manifestazione ha visto 400
bambini giocare, lottare, competere,
ma soprattutto divertirsi, com’era
nelle intenzioni di Domenico Rescigno, organizzatore insieme all’Us
Gioiosa Jonica dell’evento. Il torneo,
che si è concluso giovedì, ha visto
trionfare l’Africo che ha avuto la
meglio, dopo i calci di rigore sul
C.S.P.R., terzo posto per il Roccella, e
quarto, infine per la Bovalinese.
Oltre ai risultati conseguiti sul campo,
tutti contenti per aver passato una
splendida giornata nella quale i bambini, anche quelli che hanno giocato
meno, si sono divertiti...
Ce lo confermano i responsabili delle
squadre classificatesi nei primi quattro posti, come Pietro Pucci, respon-
sabile del Cspr "Ci siamo trovati benissimo, perchè l’organizzazione è stata
perfetta, e perchè Gioiosa Jonica non ci
ha fatto mancare il supporto e il calore".
Per Francesco Maviglia, istruttore dei
pulcini della Bovalinese, "Abbiamo
preso parte a una manifestazione organizzata benissimo. Siamo stati accolti
meravigliosamente dal Gioiosa e da
Domenico Rescigno che ha organizzato
tutto. Competizioni del genere andrebbero organizzate più spesso”. A trionfare è stato l’Africo di Peppe Moio,
“Abbiamo trovato un ambiente splendido, una manifestazione organizzata alla
perfezione. Devo dire che i bambini si
sono divertiti tantissimo, e anche chi ha
giocato meno, a fine giornata era contentissimo, contento per aver partecipato a un’autentica festa”. Infine sentiamo chi la manifestazione l’ha organizzata, Domenico Rescigno, responsabile della Scuola Calcio Us Gioiosa
che ci corregge… “Non è corretto
dire che ho organizzato tutto io, ho
avuto un idea, un progetto, che abbia-
La Coppa del Sud Italia
arriva nella locride
Le città di Polistena, Siderno e Caulonia, in provincia di Reggio Calabria, ospiteranno la Coppa Sud Italia
di arti marziale vietnamite e di
kickjitsu e lotta a terra, nonché lo
stage del Mediterraneo di arti marziali e kickboxing. A dirigere le storiche e importanti manifestazioni sarà
il professore Giuseppe Cavallo,
responsabile nazionale FIKBMS del
settore giovanile lotta a terra, e coordinatore del settore vietnamita della
FIWUK e della WTKA per tutto il
Meridione d'Italia. La FIWUK e la
FIKBMS, sono le uniche federazioni
riconosciute dal CONI per il wushu
kung fu, la kickboxing, savate, muay
thai, shoot boxe, kickjitsu e arti marziali affini. I migliori atleti del Mezzogiorno, fra i quali gli allievi del
maestro Cavallo, membri della
nazionale italiana, si contenderanno
i titoli prestigiosi messi in palio e
l'ambito posto, anche per il 2011 in
maglia azzurra. Le iniziative sportive
prenderanno il via a Polistena,
domenica 3 aprile, per poi proseguire a Siderno e Caulonia, nei prossimi
mesi, fino a luglio, con lo stage del
Mediterraneo, al quale prenderà
parte il grande maestro marco Guarneri, direttore tecnico nazionale del
settore vietnamita della FIWUK e
della WTKA. Sempre nei prossimi
mesi è previsto l'avvio del corso di
difesa personale femminile, che sarà
curato dal maestro Cavallo, specialista a livello internazionale, con l'ausilio del proprio staff tecnico, a
cominciare dagli insegnanti tecnici
Nicola Geranio, Vicenzo Coluccio,
Maria Spanò, Rocco e Franco
Garelli, Rosanna Fuda. Intanto,
presso l'istituto comprensivo di Caulonia centro, il professore Cavallo,
con l'ausilio dell'insegnante tecnico
federale Maria Spanò, avvierà, sabato, il progetto CONI “A Scuola di
Giocosport” avviato in varie scuole
della provincia grazie all'impegno
del presidente provinciale, professor
Giovanni Filocamo e dei fiduciari di
zona, a cominciare dal professore
Salvatore Papa. Da evidenziare, infine, che il maestro Giuseppe Cavallo,
che è cintura nera 8° DAN di difesa
personale, 6° di kickboxing e kung
fu, 5° di karate della FIJLKAM
(federazione italiana CONI di judo,
lotta, karate e arti marziali) e jujitsu,
si sta occupando, nella sua qualità di
membro della commissione tecnica
mondiale dei grandi maestri di arti
marziali e sports da combattimento,
a livello internazionale, del progetto
di addestramento antiterrorismo,
riservato a personale delle forze di
sicurezza. Un grande prestigio per
lui, la sua scuola ma, soprattutto, per
tutta la Calabria.
mo realizzato insieme allo staff dell’Us Gioiosa.
L’ottima riuscita si ha avuta grazie alla
sinergia creata tra le scuole Calcio,
all’Us Gioiosa, al suo presidente Celestino Rossi che mi è sempre stato vicino, all’ importante supporto delle Istituzioni, con Mario Mazza, il sindaco
di Gioiosa, Attilio Tucci, Rocco Agrippo, Salvatore Scali, grazie allo staff
arbitrale disponibilisimo, a Luciano
Racco che ha offerto il pranzo ai 400
bambini. A premiare tante personalità del mondo della politica, avvicinatisi al torneo vista l’importanza, ma
soprattutto il risvolto sociale della
manifestazione, il sindaco di Gioiosa
Mario Mazza, l’Assessore Provinciale
allo Sport Attilio Tucci, Franco Candia, l’assessore allo Sport del comune
di Gioiosa Elio Napoli che hanno
consegnato le borse di studio alle
prime tre formazioni classicate, e ai
piccoli atleti che hanno vinto i premi.
Miglior portiere è andato al giovanissimo portiere dello Sporting Locri,
miglior difensore per Domenico
Favasuli dell’Africo, miglior centrocampista Antonio Gerace del Roccella, miglior attaccante Santoro Favasuli, sempre dell’Africo, mentre miglior
giocatore è stato il piccolo atleta del
Cspr Alessandro Carrozza. Premi
anche per le due migliori giocatrici
Rebecca Laface e Marilina Maisano,
entrambe del Melito. Premiato anche
l’allenatore dell’Africo Peppe Moio.
Domani, poi, a partire dalle ore 17,00,
presso l’Auditorium delle Scuole
Medie di Gioiosa Jonica la conferenza stampa per la presentazione del
progetto che assegnerà altre 100
borse di studio ai bambini delle Scuole Calcio.
Giuseppe Ritorto
Pesca
A Salvatore Pellegrino la
prima vittoria del 2011
A distanza di tre mesi dall'ultima
gara in programma l'anno precedente, la ripresa delle gare organizzate
dall'Associazione Sportiva Dilettantistica “Sport Fishing” di Siderno di
cui si sentono onorati di far parte.
Domenica 6 Marzo in una giornata
tipicamente invernale, fredda e ventilata, e con mare molto mosso si è
dato inizio alla stagione 2011 dello
Sport Fishing.
La prima gara valevole per il Campionato Sport Fishing 2011 si è tenuta a Roccella Jonica ed ha visto la
partecipazione di 32 soci
Erano le 07.00 quando i giudici
hanno dato il via alla gara che si è
protratta per tre ore e mezza ed
ognuno dei concorrenti si è impegnato dimostrando il meglio di sé
cercando di assicurarsi i primi posti.
Non sono mancate le emozioni,
infatti, sono state tante le catture
che nonostante le condizioni del
mare si sono verificate, diverse le
prede pescate, dalle mormore alle
triglie, dai saraghi alle spigole.
Al termine della gara tutti i concorrenti si sono diretti al box pesatura
prede e si è stilata la classifica che ha
visto salire sul podio il Vice Presidente dell'associazione Salvatore
Pellegrino, seguito al secondo posto
da Panetta Cosimo e al terzo posto
si è piazzato Tonino Pasqualino.
Essendo stata la prima gara dell'anno si è passati successivamente a stilare la classifica provvisoria del tor-
neo “Sport Fishing” riservato ai tesserati dell'associazione che di seguito viene riportata:
1)Pellegrino Salvatore 15 punti
2)Panetta Cosimo
12 punti
3)Pasqualino Tonino 9 punti
4)Arceri Giuseppe
7 punti
5)Giordano Giovanni 6 punti
6)Pellegrino Domenico 5 punti
7)Callea Marco
4 punti
8)Lamanna Davide
3 punti
9)Tassone Giovanni
2 punti
10)Marcianò Natale 1 punto
Era nelle previsioni la riconferma di
un successo, dopo i risultati positivi
dell'annata precedente, sia dal
punto di vista partecipativo che di
presenza di pubblico e dei tanti
curiosi che hanno assistito con
attenzione all'evolversi della giornata sportiva.
C'è da dire che l'associazione di
pesca sportiva dilettantistica “Sport
Fishing” di Siderno, è nata da un
gruppo di amici cinque anni fa, ed è
ormai diventata una realtà importante per l'intero comprensorio
della provincia di Reggio Calabria.
Lo dimostrano, senza alcun dubbio,
i risultati ottenuti le scorse stagioni,
Un messaggio l'associazione lo rivolge a tutti gli appassionati di pesca
invitandoli ad iscriversi per diventare soci di una realtà in continua crescita e partecipare alle varie competizioni in uno splendido clima di
amicizia ed armonia.
Arti Marziali
Csk, trionfi anche in Coppa Sicilia
Buona prestazione degli atleti del
CENTRO STUDI KARATE alla
“COPPA SICILIA 2011”, organizzata dalla World Martial Kombat
Federation in collaborazione con l'
A.I.C.S.-C.O.N.I. ed il Patrocinio
della Regione Sicilia; si è svolta a
Montelepre (PA) presso il Palaz-
zetto dello sport, dove si sono
affrontati atleti provenienti da
tutta la Sicilia.
Tante medaglie importanti per gli
atleti del M° Vincenzo Ursino, sia a
squadre che individuali. Nella specialità KARATE POINT si sono
imposti i fratelli sidernesi Tomma-
so e Vincenzo Figliomeni, un
secondo posto per il locrese Eros
Oliveto ed una medaglia di bronzo
per Domenico Macrì. Strepitoso
successo del CENTRO STUDI
KARATE nella specialità SELF
DEFENCE dove il club calabrese
conquista il podio più alto nelle
due categorie esistenti con le formazioni ANGILLETTA-FIGLIOMENI-GALLUCCIO (soprannominato il trio delle meraviglie, per
le straordinarie prestazioni acrobatiche inserite nella prova), e
CORDI'-MACRI'-SCRUCI.
“E' stata una bella giornata all'insegna delle arti marziali, ma
soprattutto all'insegna dello sport ha detto il M° Vincenzo Ursino - il
karate, come tutte le discipline
sportive, oltre alla componente
meramente atletica, aiuta i giovani
nella crescita e infonde i valori sani
della vita, come il rispetto verso gli
altri e verso se stessi”.
32
Società
CONTRO RACKET E USURA QUALI SOLUZIONI NELLA LOCRIDE?
II 18 marzo 2011, alle ore 18,30 nel sala della Caritas diocesana di Locri si è svolta la presentazione del libro “L'uomo
d'onore non paga il pizzo” del giornalista Roberto Mazzarella, edito da Città Nuova.
La presentazione è stata affidata al prof. Antonio Scordino, uno dei responsabili della Commissione Giustizia e Pace
diocesana e attuale sindaco di Bianco, e all'avv. Antonio Cavo, componente di rilievo della Fondazione Antiusura. Di
ottimo spessore l'intervento di entrambi i relatori che da anni sono impegnati in ambito sociale e diocesano per
promuovere iniziative che favoriscano percorsi di crescita socio-culturale del territorio.
DOMENICA 20
MARZO 2011
Attualità
GIORNATA
DELL’ACQUA
A LOCRI
A
Locri, lunedì 21 marzo, alle 9.30,
nell’Auditorium del Liceo Linguistico e delle Scienze Umane (ex
Istituto Magistrale) in un interessante
convegno dal titolo ” Le problematiche
della gestione e dell’utilizzazione della risorsa idrica per uno sviluppo sostenibile del ter-
A Bovalino, Pasquino Crupi celebra i 150 anni
dell’Unità con una prolusione su “Il Risorgimento
nella poesia dialettale calabrese”.
Da sinistra Mimmo Agostini,
Pasquino Crupi, Nino Gemelli,
presidente nazionale
dell’Unlla, Luigi Giugno,
consigliere provinciale
zioni locali, organizzazioni pubbliche e
private, banche, associazioni e comunità
di tutto il mondo, ad attivarsi nei confronti di problemi quali le risorse idriche e i
rifiuti _in ambienti urbani. Si vuole sensibilizzare il mondo sulle avverse condizioni
globali riguardanti la gestione delle acque
Il Risorgimento fallito
ritorio calabrese”, amministratori locali,
funzionari di enti preposti alla tutela dell’acqua, esperti del settore, studenti e
docenti cercheranno di fare luce, sulla
base di conoscenze professionali e dati
concreti, su un argomento che da qualche
anno è diventato fondamentale nei dibattiti delle società mondiali.
In un parte dell’opinione pubblica italiana
si è andata affermando la consapevolezza
che l’acqua debba essere una risorsa condivisa, piuttosto che un bene economico
monetizzabile attraverso la privatizzazione. “ Contro il decreto di privatizzazione
si è attivata una rete di movimenti sociali
e ambientalisti, sindacati, associazioni di
cittadini e consumatori; più di cento consigli comunali e provinciali hanno approvato delibere che affermano il principio
dell’acqua come bene comune e che
chiedono la gestione pubblica dei servizi
idrici”. Nel referendum del 12 giugno
saremo chiamati a decidere se abrogare o
no tale decreto.
La GIORNATA MONDIALE DELL’ACQUA istituita nel 1992 dalla Conferenza sull’Ambiente e lo Sviluppo delle
Nazioni Unite, rappresenta ogni anno
un’occasione per focalizzare l’attenzione
su uno specifico aspetto della critica questione dell’acqua dolce, con particolare
riguardo alle prospettive di accessibilità e
sostenibilità delle risorse di questo bene;
“Acqua per le Citta’: come rispondere alle
sfide dell’urbanizzazione”_ è il tema scelto per il 2011 e vuole essere un’opportunità per incentivare governi, amministra-
e incoraggiare chi e’ investito di potere
decisionale a cogliere le opportunità per
affrontare tali sfide. Mostrando, inoltre,
alcuni casi di buon governo si tenta di
incoraggiare i decisori ad intraprendere e
sostenere riforme ed approcci che guardino al futuro.
Le organizzatrici
Liliana Ielasi e Marò D’Agostino
Ha scelto un modo originale Pasquino
Crupi per festeggiare i 150 anni dell’Unità
d’Italia. L’ha fatto, cioè, percorrendo il
dispiegarsi dello stato unitario nel Mezzogiorno attrevarso i testi dialettali dei poeti
dell’Otto- Novecento e del nostro tempo.
Luogo dell’incontro: l’elegante sala del
ristorante Orchidea di Sebastiano Primerano, munifico cavaliere di cortesia rinascimentale, che ha sorretto l’iniziativa di
Mimmo Agostini, delegato regionale dell’Unlla e della stessa responsabile locale.
Hanno portato il saluto il sindaco di
Bovalino, Tommaso Mitiga, e Luigi Giugno, presidente della Commissione bilancio alla Provincia. All’incontro di Bovalino, non è voluto mancare Nino Gemelli,
già deputato europarlamentare e Presidente Nazionale
dell’Unlla., che ha sottolineato il bisogno
di cultura di cui la Calabria necessita. “In
un mondo che corre veloce il particolare
va evidenziato – ha detto Gemelli – e nel
linguaggio globale il particolare è rappresentato dal dialetto. Perché il nostro linguaggio è la nostra memoria, la nostra
radice, la nostra identità
L’esordio di Pasquino Crupi è di netta e
chiara impronta meridionalista : “ Ci
siamo nutriti di pensiero meridionalista,
siamo ancora nutriti di pensiero meridionalista. Non c’ dubbio il nostro valore
comune rimane la difesa del Mezzogiorno
dentro l’Unità d’Italia, che non si tocca,
come non la toccarono i grandi meridionalisti, e alla quale in questo ultracentenario della sua nascita è però legittimo e
necessario guardare con spirito critico.
Ciò che è già avvenuto. E questo spirito è
già, fin dal formarsi dello stato unitario,
nella poesia dialettale dell’Ottocento”.
“ E questa nostra poesia dialettale, dai
guasconi della cultura impellicciata considerata come poesia marginale che non sa
alzare la testa verso i grandi temi , si salda
subito con la cultura letteraria nazionale
e con il pensiero meridionalista, avendo
in comune la delusione storica, manifestatasi subito dopo l’unità d’Italia. Tali sono i
contenuti della poesia dell’abate Antonio
Martino, di Costantino Jaccini, di Antonio Marasco, di Mastro Bruno”.
“ Questo nell’Ottocento. Se volgiamo ora
lo sguardo alla poesia dialettale del Novecento, ci avvediamo che tutti i temi, sollevati dai grandi meridionalisti- da Villari a
Luigi Sturzo- che, insomma, tutti problemi, che configurandola perdurante questione meridionale, confluiscono nei poeti
dialettali del primo e secondo Novecento,
ENDOMETRIOSI
CONOSCERLA PER CONOSCERSI
In occasione della Settimana Europea della
consapevolezza dell'endometriosi, l'Associazione Culturale “Il Nodo di Ipazia” in collaborazione con l'Associazione Italiana Endometriosi, ha voluto creare un momento di
incontro, di dialogo, di riflessione, ma soprattutto di informazione su una patologia molto
diffusa nell'universo femminile, ma ancora
oggi sotto molti aspetti poco conosciuta.
L'Incontro dibattito sul tema Endometriosi:
conoscerla per conoscersi si è svolto nella
cornice liberty della Biblioteca Comunale
“De Nava”.
Nell'introdurre i lavori, la moderatrice dell'incontro Tina Ferrera ha sottolineato l'importanza di definire una giusta diagnosi della
malattia; in tal senso, la necessità di una maggiore informazione da parte dei medici di
base che di concerto con altre figure professionali ( farmacista, psicologo, ginecologo,
omeopata, gastroenterologo, fisiatra),
dovrebbero svolgere una azione di indirizzo
e di “ascolto dei sintomi”.
Sul tema sono intervenuti il Dott. Rosario
Idotta (Responsabile Reparto Ginecologia e
Ostetricia Casa di Cura Villa Aurora e Centro Endometriosi dello Stretto), la Dott.ssa
Eva Gerace ( Dottore di Ricerca in temi di
Prevenzione in Psicanalisi), Margherita Iellamo (Responsabile Calabria e Sardegna e
Consigliere A.I.E.), e Rosamaria Malafarina
(Presidente Associazione Culturale “Il Nodo
di Ipazia”).
Con una attenta analisi medico scientifica, il
Dott. Idotta ha illustrato il percorso diagnostico e terapeutico nell'endometriosi.
“L'endometriosi è una patologia complessa
che deriva da un disordine genetico, multifattoriale. Si comporta come un tumore con più
metastasi”.
Le moltissime donne e soprattutto adolescenti colpite da tale malattia (solo 3 milioni
in Italia) devono combattere con una “belva
feroce” che si insinua lentamente e progressivamente nel loro corpo e nella loro mente.
Molti sono oggi gli strumenti diagnostici per
individuare l'endometriosi: visita ginecologica, laparoscopia, ecografia, esame istologico,
DA ROMAA GERACE PER L’UNITÀ D’ITALIA
la Riviera
E’ Gerace l’incantevole cittadina antistante il Mar Jonio il luogo in cui si sono recati gli studenti dell’Istituto
Alberghiero “ Dea Persefone”, in occasione delle celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, per visitare la
mostra documentaria- fotografica “Il Risorgimento calabrese: personaggi luoghi e fatti”, curata dalla Soprintendenza
Archivistica per la Calabria e allestita nel salone di Palazzo Tribuna sede del Museo Civico della cittadina Questo
appuntamento segue una visita precedente a Roma presso l’ Altare della Patria, ove gli studenti hanno visitato la
mostra sul Risorgimento, reperti esposti per la prima volta in occasione del 150° anniversario dell’ Unità d’ Italia.
e di questo terzo millennio: l’emigrazione,
la mancanza di lavoro, la rivendicazione
della purezza delle classi
analfabete, la ndrangheta, il federalismo.
Tali i contenuti della poesia dialettale di
Giuseppe Morabito, Mario Vincenzo
Careri, Luigi Campagna, Giuseppe Coniglio, Rocco Ritorto,Vincenzo Guerrisi,
Antonio Zurzolo, Pasquale Favasuli, Franco Blefari, Bruno Lucisano, Vincenzo
Cordì, Totò Mediati. I quali tutti sono l’esempio fattuale di come la poesia dialettale, in coniugazione con il pensiero meridionalista di cui rappresentano la narrazione
in versi, si alza a poesia nazionale”.
“Non è all’ordine dl giorno della Calabria
la poesia dialettale , non è all’ordine del
giorno del Paese la questione meridionalem, che, nella più oscena delle ipotesi,
viene tenuta presente come questione criminale. Ma il nostro problema è il malessere delle cose, non il malessere dell’essere”.
“L’unità non si tocca – ha continuato Crupi
. Questo è un punto fermo, ma non ci piacciono i cavalieri in camicia verde che saranno pure senza macchia e senza paura ma
sono anche senza memoria. Poiché l’Unità
è stata un vantaggio esclusivamente per il
nord. Lo aveva capito Benedetto Croce,
quando rifletteva che in un fatto nuovo
(l’Unità) ci sono vantaggi e svantaggi e si
sporgeva pure verso un elogio della poesia
in dialetto, della poesia popolare.
La quale è la parte più alta della poesia
calabrese. Lbera, autonoma, originale.
Soprattutto voce del popolo senza del
quale nulla vi sarebbe stato di ciò che di
alto ed elevato nella nostra epoca: una
società di soli scienziato è destinata a perire”. Una bella fatica questo percorso storico-culturale. E, infine, Pasquino Crupi,
visibilmente commosso ha concluso così: “
Consentitemi che da questa tribuna d’onorata cultura, insieme a tutti voi, io mandi
un saluto di riconoscenza a Rosario Villari,
che ci ha mossi allo studio del Mezzogiorno e che ha il merito ineguagliabile di
avere riscegliato la coscienza meridionalista con quel formidabile studio, che s’intitola Il Sud nella storia d’Italia”.
La serata è stata, poi completata dalla
pregevole lettura della poesie di poeti calabresi quali Jaccini, Creazzo, Morabito,
Guerrisi ecc.... L’ultima parte della manifestazione è stata impreziosita dall’esibizione
di poeti dialettali come Franco Blefari,
Pasquale Favasuli, Vincenzo Cordì, Salvatore Luccisano ,Totò Mediati, Antonio
Zurzolo, ai quali è stato consegnato un
attestato per la loro attività altamente
meritoria in difesa della lingua dialettale in
versi.
Giovanna Mangano
risonanza magnetica, esami di laboratorio.
“Negli ultimi 10 anni, ha precisato il Dott.
Idotta sono migliorate le tecniche terapeutiche e quindi la cura dell'endometriosi. Si è
altresì ridefinito il rapporto medico paziente
in una forma empatica.
Le donne affette da tale patologia fanno spesso un uso - abuso di analgesici e antinfiammatori; da qui la necessità di seguire una giusta
terapia medica (progestinici, pillola contraccettiva, gravidanza), o in taluni casi una terapia alternativa (magnesio, paracetanolo,
fitoestrogeni).
Per convivere quotidianamente con una
malattia “insidiosa”, le donne devono modificare il proprio stile di vita, i rapporti sociali e
lavorativi, le abitudini alimentari.
Sotto il profilo psicoterapeutico, la Dott.ssa
Gerace ha ricordato il peso della “giubba”
(cioè della malattia), che le donne affette da
endometriosi devono indossare: il vestito di
una sofferenza silente che mortifica la femminilità nella sua essenza.
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DOMENICA 20
MARZO 2011
REDAZIONE IN PIAZZA 3° APPUNTAMENTO
Domani lavori
in corso a Locri
In alto il primo incontro in
piazza Nassiriya a Locri.
In basso il secondo incontro
al 5th Avenue di Siderno
“La donna si arma e si protegge: compie un
doppio movimento. Si infarina la faccia per
nascondere le sofferenze che la patologia
porta con sé. Inventa una grammatica della
lesione per riscoprire la propria femminilità
come desiderio e non solo come dolore”.
Lunedì, artisti, scrittori, poeti, musicisti e appassionati di Calabria
si incontrano per il terzo appuntamento con “Redazione aperta”,
che per l’occasione diventa “Under Costruction - Lavori in
Corso”. Uno spazio di incontro e di discussione sui problemi del
nostro territorio, un’occasione per proporre soluzioni alternative
e originali… Un laboratorio di idee aperto a chiunque voglia esercitare il proprio diritto-dovere alla partecipazione, per migliorare,
partendo dal piccolo, il nostro territorio.
La discussion toccherà diversi temi, quali: Situazione Politica;
Vento del Sud (Rivoluzioni Mediterranea); Lo stato della Cultura nella Locride; Reti di collaborazione culturale
Margherita Iellamo ha posto invece l'accento
sui significativi progressi compiuti dal 1999 ad
oggi dall'Associazione Italiana Endometriosi.
“Un movimento partito dal basso, che coinvolge oltre 20.000 donne. Tante gocce che
hanno formato un oceano”.
La filosofia di auto-aiuto, di condivisione della
stessa esperienza, di scambio informativo, su
cui si fonda l'attività dell'A.I.E., vuole offrire a
tutte le donne nuovi strumenti di sostegno e di
supporto psicoterapeutico.
Per Rosamaria Malafarina si deve cercare di
vedere “oltre la malattia” nel cuore di tutte le
donne non più sole nella battaglia per la vita.
“Un grande atto d'amore, di amicizia, di unione, una promessa di impegno per ritrovarsi
uguali e pur unicamente diverse”.
L'endometriosi è una malattia sociale, invalidante per moltissime donne.
Il Consigliere Regionale Antonio Rappoccio,
presente all'incontro, ha sottolineato la necessità di continuare a parlare di endometriosi,
soprattutto a livello regionale nelle opportune
sedi istituzionali.
“Una proposta di legge che tuteli le donne
affette da tale patologia, garantendole il diritto all'assistenza, alla cura, alla vita”.
Lr
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Società
ITALIA UNITA... DALLA SPAZZATURA
Forse sarebbe più corretto dire Locride, viste le condizioni indecorose in cui si
trovano le nostra strade. E la fatalità, o forse qualche buontempone
lungimirante ha perfettamente coniugato il meglio della settimana. L’unità
d’Italia e la crisi spazzatura... In foto, per l’occasione, un cassonetto tricolore...
DOMENICA 20
MARZO 2011
Attualità
ITALIA, BUON
COMPLEANNO!
Siderno, all' Istituto Ipsia si è appena
concluso l'iter formativo commemorante il 150 anniversario dell' unità d'
Italia. Un' occasione fondamentale, per
le nuove generazioni, per sottolineare
soprattutto l'impronta del Sud durante
il Risorgimento.
Molti sono stati, infatti, i conterranei
ricordati, tra i quali Michele Bello,
Paolo Pellicano, Rocco Verduci, Gaetano Ruffo, e tanti altri. Uomini che
cercavano la Libertà, la realizzazione di
sogni e nobili ideali, per i quali erano
pronti a morire.
Gente che amava la propria terra, ricca
non solo di Valori ma anche dal punto
di vista economico.
Dati che non possono essere camuffati,
come sottolineato da D. Geria, esperto
di storia risorgimentale, sono infatti: i
443 milioni d' oro presenti nelle banche
del nostro Regno, la terza flotta militare più grande al mondo e la prima
marina mercantile in Italia. “Vittorie”
che la storiografia tende a trascurare
come emerso dall'intervento, al quale si
aggiunge il ponderoso lavoro del professor Vincenzo Cataldo che allarga la
visuale al sistema fiscale del Regno e
alla politica attuata dai diversi sovrani.
Una società permeata anche dal potere
clericale che intravedeva in ogni accenno alle idee di libertà un attentato al
potere costituito. Importante è stato, in
riguardo, il convegno tenuto dal docente E. Agostino che ha saputo riassumere la nostra Storia.
Un passato in cui anche le donne
hanno contribuito, e che il dirigente
scolastico, Mariolina Spadaro ha
descritto come simboli, il cui impegno è
stato frutto di una “decisa maturazione
culturale e spirituale con la partecipazione piena alla dimensione civile del
vivere.”
Temi che rivalutano la Calabria, da
sempre considerata “terra selvaggia e
primitiva”.
L'augurio è, dunque, che questi convegni risollevino le coscienze affinchè l'unità d'Italia venga “costruita” ogni giorno con impegno e responsabilità.
Come ricordava un film, anche noi, ora
vogliamo terminare questo intervento
con una domanda importante:
L'Italia si è formata, quando si formeranno gli italiani?
L'augurio sorge spontaneo dai nostri
cuori verdi, bianchi e rossi.
Sara Caccamo
"Zalex
il Normal'eroe
delle Regole "
sceneggiatura
Naic Pezz
disegni Mattia
Papp per
EnergiECalabr
ia-Movimento
Creativo
LA CALABRIA SOTTO SOPRA
SERATA D’ ONORE PER
NINO AMADORE
S
MARILENE BONAVITA
erata d’onore alla libreria Mondadori
di Roberta Strangio per il giornalista
Nino Amadore, autore del saggio La
Calabria sottosopra, edito dalla Rubbettino. Presentatori di lusso: Giocchino Criaco,scrittore; Maria Teresa D’Agostino,
Pasquale Violi, Ercole Macrì, Antonio Tassone, giornalisti, e Rosario Condarcuri, editore
de la Riviera.
Il libro è un’inchiesta sulla Calabria e sui calabresi che l’autore ha ben conosciuto durante il
suo periodo universitario a Messina, sulla
situazione e sulle responsabilità della società
calabrese. Un atto di gratitudine nei confronti di un popolo capace ed orgoglioso che si
divide in due, gli onesti ed i disonesti. La Calabria di oggi rappresenta la scommessa che gli
onesti devono vincere sui disonesti: “solo da
ciò sarà possibile capire quanto sia ricostruttibile il tessuto connettivo dell’intero paese”,
dice Nino Amadore. Ma chi sono gli onesti? E
dov’è la verità? Non è un problema di politica,
di destra o di sinistra, ma di cultura, dove la vittima, come argomenta Criaco, è la Calabria e
l’intera comunità calabrese.
Entra il tema che non manca mai: la ndrangheta, e come combatterla. Osserva ErcoleMacrì: “ Dal delitto Fortugno varie le associazioni ed i movimenti antimafia creati, ma tutte
con pochissima partecipazione, la gente è
sempre la stessa e spesso mancano proprio
quelli della locride, solo in pochi si assumono
le proprie responsabilità”.
Ma incalza ancora Nino Amadore: “Per
cogliere l’identità del popolo calabrese bisogna affacciarsi in quella che i messinesi chiamano passeggiata a mare, osservare i luoghi
che questo popolo ha formato e cercare di
capire il perché del fallimento della classe dirigente. Non è possibile più tollerare, bisogna
fare qualcosa che sia una provocazione, bisogna avviare dei discorsi, parlare, non fare
evangelizzazione, ma affermare il proprio
punto di vista”. Per il giornalista Violi : “il libro
di Amadore si presenta con un taglio diverso
rispetto ad altri volumi perchè non si limita a
riportare semplicemente le ordinanze ma va
ad approfondire i rapporti della ormai nota
“zona grigia” dove la ndrangheta si è infilrata.
Infine, per il nostro giornale è intervenuto l’editore Rosario Condarcuri, illustrando che da
anni la Riviera esprime il disagio e denuncia la
situazione esistente, con piglio originale, senza
casco coloniale, come nel caso del quindicenne di Taurianova. In altre parole : “Anche se il
futuro è una parola pesante in una regione
come questa, è arrivato il momento di cominciare a parlarne seriamente per avviare un
percorso di crescita culturale, umana ed economica affinchè non sia più una regione sottosopra”.
ConvegnodelLionsClubdiLocri
L'unificazione dell'Italia e le contrastate verità storiche
Grazie ai Lions, distretto 198Y di Locri, presidente, l'ing. Macrì Correale, ed al patrocinio del Comune di Locri, presso il Palazzo della
Cultura, giorno 12 marzo, alla luce di analisi a posteriori più dettagliate e non di come ci è sempre stato riportato dai testi scolastici, si
è ripercorso il modo in cui fu in effetti compiuta quest'unificazione,
che ha portato,in soli nove mesi, con lo sbarco garibaldino e l'invasione dell'esercito piemontese, all'annessione, o meglio alla conquista dell'Italia del sud a quasi tutta la penisola.
In effetti, come riportato da uno dei relatori, lo storico e scrittore dr.
Bruno Zappone, grande conoscitore ed appassionato di Garibaldi,
l'unità all'epoca non fu completa visto che mancava il Veneto e lo
Stato Pontificio.Tra gli altri relatori: Digi Di Fiore, storico e giornalista del Mattino e l' avv. Domenico Romeo, storico sidernese.
Finalmente, un' occasione affinchè i giovani, possano conoscere e
comprendere la vera realtà storica della tanto sbandierata Unità d'Italia.
Giusta conclusione con un insegnamento dato ai giovani delle scuole del comprensorio presenti e, finalmente coinvolti, dell' on. avv.
Armando Veneto, Parlamentare europeo, Past Lions Governatore
distrettuale 108Y: “Non si deve combattere solo per la libertà, ma
per la dignità”
Marilene Bonavita
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la Riviera DOMENICA 20 MARZO 2011
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UNICEF E INNER WHEEL INTERNATIONAL AREGGIO CALABRIAPER LADIFESADEI DIRITTI
Due forze, un solo obiettivo. L'Unicef e l'Inner Wheel International, la più grande organizzazione femminile di service al mondo, uniti per il progresso.
Domenica 13 marzo, a Reggio Calabria, presso la Villa Zerbi, una grande prova di forza. Debellare il tetano neonatale, assicurare il diritto all'istruzione
per le donne boliviane, tutelare l'infanzia. Un incontro che suggella la già ampia collaborazione a livello internazionale. Per Pietro Marino, presidente del
comitato provinciale Unicef, e Maria Rosa Mafrica Smorto, presidentessa reggina dell'Inner Wheel International, non è mai tardi. Sottolineano, a una
sola voce, la volontà di rilancio e la necessità di credere nei propri intenti e nelle proprie aspettative Simbolo della manifestazione le Pigotte, bambole di
stoffa distribuite in cambio di un contributo apparentemente irrisorio, ma che in realtà fornisce a decine di bambini africani un kit salvavita, fondamentale
per la sopravvivenza nei primi cinque anni di vita. (Giovanna Cento)
35
DOMENICA 20
MARZO 2011
L’Officina delle stelle segna il debutto
letterario per l’avvocato di Caulonia
Pietro Alvaro, l’uomo
che cura le stelle
L'officina delle Stelle segna l'esordio di Pietro
Alvaro, avvocato con la passione della scrittura, che dopo una vita di romanzi scritti solo per
diletto, ma mai pubblicati, viene convinto dai
tanti attestati di stima che riceve dai pochi fortunati che erano riusciti, privatamente, a leggerlo, diventando, quindi, la sua prima vera
fatica letteraria. L'autore parte dell'idea delle
stelle che cadono, come se fossero stelle malate, che finiscono, nel momento della caduta, la
propria vita, spegnendosi definitivamente.
L'officina è la sua personalissima cura, il modo
grazie al quale l'autore riesce a ridare vita a
quegli astri che cadendo avrebbero abbandonato, definitivamente, l'immensità dell'universo.
Il libro inizia con un dialogo tra l’autore e una
stellina, è proprio il battito del cuore del narratore che riesce a darle forza, a ridarle la vita
che andava spegnendosi.
Le stelle, sono solo la metafora delle donne
della vita dell'autore, in un rapporto non sempre amoroso, ma anche amichevole; infatti
come si denota dalle pagine del libro, l’amicizia ha un ruolo fondamentale, un sentimento
anche più forte e intenso dello stesso amore.
Il romanzo, si rivela sicuramente in controtendenza con le tante pubblicazioni made in
Calabria, dove spesso in primo piano appaiono i nostri lati peggiori, ndrangheta e criminalità; questo è un libro ricco di passione, che
mette in evidenza un importante aspetto
della nostra cultura di oggi, ma soprattutto
di ieri, la nostra voglia di socializzazione, di
come si stia purtroppo perdendo.
L'autore, grazie al percorso effettuato nella
stesura del libro, ritrova se stesso, forse le
risposte che cercava dalla sua vita.
Il libro evidenza come l'uomo sia più
sognatore della donna, che viene
messa in rilievo per la sua
maggiore razionalità. Due
mondi diversi che si incontrano e si scontrano, il sentimento, maggiore nell'uomo e la praticità spiccata nella donna.
Questo libro è a tutti gli
effetti un inno al buo-
numore, un tentativo di ribellarsi ai sentimenti negativi che spesso ci attanagliano... l'autore
infatti ne fa una specie di inno all'ottimismo.
L'officina delle stelle sarà presentato il 2 Aprile a Roma presso la sede della casa editrice
Albatros, mentre il 13 sbarcherà a Siderno,
dove sarà presentato presso la libreria Mondadori del Centro Commerciale La Gru.
Il 18 Marzo la giornata
mondiale del sonno
Anche in Italia, venerdì 18 marzo l'A.I.M.S. Associazione Italiana
Medicina del Sonno, con il patrocinio a livello mondiale di WASM
(World Association of Sleep Medicine), a ed in concomitanza con la
giornata mondiale del sonno, ha celebrato l'undicesima edizione della
giornata mondiale del dormire sano.
Come per le precedenti edizioni, anche quest'anno ci si poteva collegare al sito e ricevere in tempo reale il consiglio di uno specialista dell'
A.I.M.S e scambiare esperienze e opinioni sul sonno e l'insonnia con
altre persone che fanno fatica a dormire.
Alcune sindromi che influenzano la durata e la qualità del sonno emergono, infatti, solo tramite appositi esami. In tutt'Italia vi sono più di
sedici specialistici, i Centri di Medicina del sonno, interamente dedicati a questo tipo di disturbo, dove poter effettuare esami specifici e sedute di terapia e dove la guida esperta di uno specialista conduce il paziente verso una corretta analisi del suo disturbo.
Il sonno è quel periodo di tempo durante il quale il nostro organismo
si riposa,si rigenera e permette al cervello di rielaborare le esperienze
vissute durante la giornata. In genere il sonno si ripete periodicamente, ed è uno stato in cui l’organismo è incosciente, non è in attività e rallenta le funzioni metaboliche. Allo stato di sonno si accompagnano
altri cambiamenti fisici: rallentano i battiti del cuore e il ritmo del respiro, cala la pressione del sangue e si riduce il tono muscolare.
Scientificamente, il sonno si può suddividere in due stati neurofisiologici diversi: • Il primo (che, a sua volta, si ripartisce in quattro stadi) è
caratterizzato da un progressivo “addormentamento” del cervello:
all’esame dell’elettroencefalogramma si presenta sotto forma di onde
ampie e a bassa frequenza. Il secondo stato (detto sonno REM o paradosso) si può ripartire in due stadi: fasico e tonico. I nostri ritmi di vita
ci spingono a sottovalutare le conseguenze delle molte notti insonni
che trascoriamo. Ma se questo stato perdura per più notti, si parla di
insonnia “cronica”, uno stato che và affrontato, diagnosticato e curato
per non avere effetti negativi sulla salute.
Le cause del deterioramento del sonno possono essere diverse. Spesso
esistono chiare correlazioni con disturbi o patologie già presenti, altre
volte si tratta di forme di insonnia specifiche o difficilmente indagabili.
Rivolgendosi al proprio medico curante, sarà possibile farsi indirizzare
verso il centro più vicino al proprio domicilio,dove il paziente verrà abituato alla corretta igiene del sonno, a rispettare orari precisi di addormentamento e risveglio, ad evitare tutti quei comportamenti che alterano durata e qualità del riposo. (Marilene Bonavita)
Virtual Games,
10 anni di successi
Giovedì 24
Marzo sarà
il
giorno
della festa
per Virtual
Game.
Infatti
il
celebre
negozio di videogames e pc, situato sul Corso Garibaldi a Siderno, in questi 10 anni è divenuto un vero
e proprio punto di ritrovo per i tutti i videogiocatori e per gli appassionati di Computer e Tecnologia
della zona. Gennaro Ciminiello, proprietario e
gestore dell’attività, e Sergio Sergi, fido braccio
destro, e spalla infaticabile, hanno a loro vantaggio
l’arma in più; la passione per il lavoro che fanno.
Cerco lavoro
Virtual Games infatti non vende semplicemente
videogiochi, quasi li disegna addosso ai propri clienti che sono sempre informati sulle ultime novità del
momento, sia per consolle che per pc. Se vi dovesse
capitare di entrare non è raro trovarli a sfidarsi
(invece di lavorare), proprio il modo giusto per
coinvolgere la gente, appassionare e stupire.
Passione quindi, ma anche competenza e assistenza,
sono questi i punti che ne hanno fatto il punto vendita più fornito per il genere, fornito e sempre
aggiornato con tutte le novità del momento.
Giovedì 24 si festeggeranno, quindi, 10 di successi,
ma anche di sorrisi, di partite vinte e perse. 10 anni
di Virtuale Games, insomma... Bravi, continuate
così.
Peppe Rit
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CINEMA & MUSICA
la Riviera DOMENICA 20 MARZO 2011
Facebook, polemica
tra musicisti!
Quando, tramite Facebook, sulla bacheca de “La
Riviera”, abbiamo posto la domanda :” Paola
Turci a Locri, Frassica a Siderno, sabato Cristicchi
a Gioiosa Jonica. La rinascita della Locride passa
da qui?”, non pensavamo che la discussione si
sarebbe prolungata quasi fino ad oggi.
Le reazioni alla questione sollevata sono stati sia
di approvazione (..”qualsiasi iniziativa stimoli interesse, partecipazione ben venga nella nostra terra”)
che di contrarietà ( “.....parlare di rinascita mi sembra azzardato!). Ma il dibattito si è infuocato
quando ognuno ha cercato di manifestare la propria idea di musica. A riguardo, i diversi modi di
“sentire” un’arte, tutti ugualmente plausibili ma
contrapposti, hanno dato vita alle polemiche. E’
Emanuele Sanci ad accendere la miccia, scrivendo, in riferimento alla Turci e a Cristicchi, “se
volete fare un discorso approfondito sulla musica io
penso di essere il primo a sovrastare questi personaggi”. Nei suoi commenti, infatti, Emanuele si
dimostra fiero della sua “cultura” musicale, non
debitamente apprezzata (sempre secondo lui)
nella nostra terra. Gli risponde Ruggero Brizzi,
per il quale la musica è anche “originalità”, che
ognuno si costruisce con diverse esperienze.
“Credi che la musica sia solo la didattica?”, dice
Ruggero ad Emanuele, il quale, però, non desiste
e replica: “la didattica è alla base di tutto. Perchè gli
“autodidatti” a meno che non siano fenomeni non
hanno strada lunga”. Di seguito, è sempre Emanuele ad alzare il tono del dibattito: “io penso che
nessuno di voi è mai stato a teatro ad ascoltare qualcosa di diverso e penso che mai ci andrà perché
non penso che riuscite a capire se un do di petto è
afono o meno ! Eppure state ad ascoltare i Rokkettari gridare alla luna ..quello è più semplice.Basta
urlare e non importa se la voce stona ..”
A questo punto della controversia, subentra un
altro artista, Fabio Nirta, che scrive: “Emanuele ci
sono due scuole di pensiero: la prima quella dei
puristi che se ne fregano. La seconda quella di parlare di cose basse utilizzando tecniche o linguaggi
alti”.
Dopo qualche schermaglia, è sempre Emanuele
ad animare il confronto “Bene, dimmi la trama di
Tosca o Boheme o qualsiasi opera di Puccini e
senza copiare da Wikipedia ... “.
Fabio, però, non ha problemi a confessare di non
essersi mai occupato di queste opere: “ovvio che
copio da Wikipedia per chi mi hai preso..”
Ed ecco che, inaspettatamente, si pronuncia
anche Francesco Sgambelluri: “caro Fabio Nirta
vorrei solo dirti che la musica che ascolti tu è addirittura più indietro di quella che ha postato Emanuele ma purtroppo il vostro giudizio è influenzato
dalla sonorità e non dall’analisi degli elementi strut-
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il Cinema
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nero” rispondendo alla nostra domanda
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Saranno premiate con un biglietto gratis
le prime due mail con la risposta corretta
CINEMA IN CALABRIA
Parla Franco Stalteri, presidente Agis
Calabria, e gestore di due cinema nella locride
“Non è tutto
rose e fiori”
L
MARILENE BONAVITA
turali, armonici , dinamici e architettonici coinvolti.
Infatti Bach viene considerato il primo jazzista”.
Ma Fabio ribatte: “infatti hai ragione Francesco.
Dovevano chiudere i rubinetti della musica dopo la
classica non ne serviva altra e anche castrarci chimicamente..... vi e’ mai sfiorata l‘idea che la rivoluzione passi dai suoni e non dalle armonie e che questo possa interessare maggiormente molte persone,
dato che di scrivibile e di scritto c’è già stato tutto?”a
che la rivoluzione passi dai suoni e non dalle
armonie e che questo possa interessare maggiormente molte persone, dato che di scrivibile e di
scritto c’e’ gia’ statoa che la rivoluzione passi dai
suoni e non dalle armonie e che questo possa
interessare maggiormente molte persone, dato
che di scrivibile e di scritto c’e’ gia’ stato tutto?
Quasi come un lampo, anche Massimo Cusato si
“affaccia” su Facebook e laconico afferma:
”?...leggo solo ora alcuni commenti...non ho parole...”
E non basta Domenico Stranieri a mediare tra le
varie posizioni: “trovo molto triste quanto scritto
fino ad ora da persone che in quanto musicisti
dovrebbero essere un esempio di tolleranza e di solidarietà in un clima arido. E’ proprio questo, credo,
che alimenta continuamente gli asti: l’aridità del territorio. Il problema non è il solito putiferio inutile tra
musiche colte e non colte o di tradizione orale, bensì
problematiche di carattere emotivo legate alle poche
opportunità concesse ai musicisti sul territorio. Questo purtroppo porta a chiudersi nel proprio recinto
musicale e sentirsi come emarginati...”.
Alla fine, dunque, ancora una volta, ha vinto l’idea di Arthur Rubinstein che, senza troppi giri di
parole, un giorno pare sentenziò: “La musica
sono io”.
SUNSET BOULEVARD
e interviste a Vittorio Zannino, e Vincenzo Mammoliti pubblicate domenica scorsa hanno diradato le nebbie che volevano il
cinema, nella zona della Locride, e in tutta la provincia di Reggio in ripresa, una controtendenza ai numerosi cinema, sempre
più spesso vuoti. In merito abbiamo sentito Franco Stalteri,
sidernese, presidente dell’Agis Calabria, l’Associazione Generale Italiana
dello Spettacolo, per chiedere conferma della rinascita dei cinema in Calabria
Lei è giunto al terzo mandato in qualità di Presidente dell'Associazione Generale Italiana dello Spettacolo, che idea si è fatto della situazione del cinema in
Calabria?
Purtroppo, a malincuore, devo ammettere
che non è solo la situazione cinema in Calabria a non funzionare, ma in generale è tutto
il contesto socio-culturale, e parliamo a livello nazionale.
Si avverte la necessità di un impegno più
forte per un cambiamento di tendenza, bisogna educare, soprattutto i giovani, alla cultura per il cinema, teatro, musica etc. etc.
La scuola, che dovrebbe avere un ruolo fondamentale, non si interessa di utilizzare questi mezzi di espressione culturale. Ciò sarebbe un contributo fondamentalealla crescita
della personalità, alla formazione di identità
che poi avranno bisogno di cinema, teatro e
non solo di stare del tempo davanti allo
schermo di un computer o di un televisore .
Essendo anche il gestore di due cinema nella locride, il Golden a Roccella ed
il Cinemax Arena a Siderno, ci conferma che la situazione attuale del cinema
nella locride è fiorente?
Direi che non tutto è rose e fiori. Non bisogna creare illusioni, il cinema va
bene solo in determinati periodi dell'anno. Quando la gente è incuriosita dalla
pubblicità per determinate opere cinematografiche. Ma sono solo momenti
occasionali; dire che il cinema va bene significa garantire il pubblico per tutti i
di Antonio Falcone
Gli uomini preferiscono le bionde (1953)
G
Quale premio ha ricevuto Natalie
Portman per l’interpretazione di questo
film?
36
TITOLO ORIGINALE : GENTLEMEN PREFER BLONDES
entlemen Prefer Blondes è un' opera per certi versi minore rispetto ad altre commedie di Howard Hawks, ma può sempre fare affidamento,
oggi come ieri, sulla spettacolarità, esaltata dalla fotografia in technicolor di H.Wild, e sul fare sardonico proprio del regista, il quale conferisce
inedita connotazione al tema dell'amicizia femminile, incrociandolo con la tematica a lui cara del “conflitto tra i sessi”; il risultato è un felice
punto d'incontro tra piglio autoriale e divismo allo stato puro, rappresentato dalle due splendide attrici Jane Russell, scomparsa nelle scorse settimane, e Marilyn Monroe: entrambe dotate di un fascino e di una presenza scenica tali da farle risultare convincenti anche con la semplice
apparizione sullo schermo, offrono il meglio di sé, con brio elegante e vagamente ammiccante, cantando e ballando, affidando alla storia del
cinema i loro numeri musicali. Loreley Lee (Monroe) e Dorothy Shaw (Russell), l'una bionda, l'altra bruna, cantanti e ballerine, si imbarcano
su una nave diretta in Francia, dove la prima spera di poter convolare a nozze con il suo innamorato Gus Esmond (Tommy Noonan), lontano
dal ricco padre di questi, che non vede di buon occhio la procace fanciulla, tanto da assumere un investigatore privato, Ernie Malone (Elliot
Reid), perché ne segua le mosse durante il viaggio.
Dorothy appare più propensa a cercare l'amore in sé, mentre Loreley ad una sicura sistemazione economica e così se la prima trova appagamento nella visione dei componenti della squadra olimpionica presente a bordo e stringe amicizia con Ernie, la seconda civetta con Sir Beekman (Charles Coburn), proprietario di una miniera di diamanti. Le avances del vecchio ganimede e il dono di un diadema appartenente alla
moglie, saranno l'inizio di una serie di guai, sino all'inevitabile lieto fine.
Con una sceneggiatura (Charles Lederer) plasmata sulle due protagoniste (dall'omonima commedia musicale, '49, di J. Fields e A. Loos, a sua
volta ispirata al romanzo di quest'ultima, '25, già oggetto di un film nel '28), tanto lieve da sfiorare l'inconsistenza, passando per un umorismo
tutto sommato tradizionale ed eccentrità manieristiche, Hawks entra nel genere, il musical, sovvertendone i consueti canoni se non da un punto
di vista propriamente formale comunque della narrazione in sé, visto che i vari numeri musicali ne fanno sì parte, ma senza esserne propriamente ed essenzialmente la struttura portante, ma dei quadri a sé stanti, che si alternano con il suo svolgimento. Dando poi rilievo alle due
donne, ben delineate nelle rispettive psicologie, rispetto ai protagonisti maschili, piuttosto scialbi, ai quali si presentano, specie Loreley/Marylin, come loro vogliono che siano, candidi stereotipi, per poi rivelarsi tutt'altro, il sopra citato conflitto dei sessi le vede alla fine vittoriose, riducendo noi maschietti a semplici burattini, destinati a scomparire letteralmente dalla scena, come in quella finale del matrimonio a 4, quando
l'inquadratura, sino alla sovraesposizione del classico The end, è tutta al femminile, caustica firma hawksiana.
CURIOSITÀ
S
I “MOSTRI” DEL CINEMA: DIVENTANO DONNE..
CINEMA & MUSICA
Andiamo
al
Cinema
ul sito Cineblog.it, portale dedicato al cinema, l’otto marzo è stato dedicato uno speciale alle donne più terrificanti della
settima arte, il cinema, non solo dal punto di vista fisico, ma anche caratteriale e psicologico. Eccone le prime cinque:
1. Annie Wilkes (Kathy Bates) - Misery 2. Mallory Knox (Juliette Lewis) - Natural Born Killers 3. Alex Forrest (Glenn
Close) - Attrazione Fatale 4. Asami (Eihi Shiina) - Audition 5. Baby Jane Hudson (Bette Davis) - Che fine ha fatto
Baby Jane
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Reggio Calabria, info: 0965/ 51036
SALA DE CURTIS
giorni della settimana e per tutte le opere e non solo quando si tratta di commedie frivole, ma in special modo per le opere di contenuto o cinema di qualità.
Parliamo di film come i vari Vacanze di Natale?
Sinceramente ormai neppure questi films attirano; assistiamo al fallimento di
commedie che fino a qualche anno fa andavano per la maggiore, come ad
esempio Manuale d'Amore. Solo film con importanti novità come Avatar
destano interesse reale, o ultimamente i film di Zalone e Albanese. Non esiste
più la cultura del tempo libero, dell'aggregazione, del contatto sociale, della
piacevolezza di confrontarsi.
Per tempo libero intende tutto ciò che è spettacolo?
Anche, lo spettacolo comprende non solo il cinema, ma il teatro, la musica,
danza, la lettura di un buon libro. Significa che ogni persona dovrebbe sentire
la necessità di trascinare lo spirito ad alti livelli, invece assistiamo al vuoto; e
come si colma il vuoto? Qualche volta nei Pub o paninoteche ad ascoltare
“musica” consumando alcool o altro. Non viene vissuta certamenteuna delle
tante espressioni culturali o di spettacolo.
Per aggregazione intende non solo gruppi di ragazzi , amici, ma anche i nuclei
familiari?
Certamente. Infatti si è persa anche la buona abitudine di accompagnare i figli
piccoli al cinema a vedere le opere di Walt Disney, o un prodotto similare, la
piacevolezza di stare in compagnia dei propri figli.
Naturalmente a questo punto non parliamo di spettacolo nella società, ma
della società dello spettacolo.
Personalmente non riesco ad intravedere quali siano i percorsi della famiglia
nell’ interesse di ogni membro che la compone. C'è internet e si crea la condizione dell' esser solo assieme agli altri solo virtualmente. Ci stiamo disumanizzando. Ho l’ impressione che tutti i valori stanno venendo meno.
E dunque in questo contesto cosa proporrebbe a livello di spettacolo?
Fare cinema significa, per me, offrire un servizio sociale; la lettura delle immagini ha un ruolo fondamentale, non ultimo aiuta al linguaggio, migliora la
dizione (migliora la musicalità della voce). Inoltre deve essere anche la scuola,
ad educare i giovani alla visione di buoni film. Stimolare la curiosità. Aiutare i
giovani a ritrovarsi, realizzare dibattiti e altro.
In questo contesto, cosa pensa del 3D?
Ultimamente l’ esercente di Locri ha installato un impinto 3D, presto anche
Roccella offrirà un’ evoluta tecnologia per vedere i film in 3D.
In effetti oggi stiamo assistendo alla consuetudine di scaricare i film per vederli comodamente a casa. Pensa che magari in tutto questo possa aver influito il
fatto di non trovare un ambiente accogliente all'interno dei nostri cinema?
Per come vanno gli incassi negli ultimi anni. E non avendo finnziamenti governativi, nè agevolazioni particolari e sopratutto, mancando i presupposti culturali, diviene molto oneroso poter intraprendere delle spese importanti, un
rischio d'impresa, per l'imprenditore, direi fallimentare. In ogni caso non trascuriamo gli aggiornamenti tecnologici e le spese per garantire in’ ottima programmazione del meglio della cinematografia e ciò avviene in tutta la nostra
zona.
Spesso nella locride però vi sono stati film molto pubblicizzati in uscita contemporanea nazionale...
Nel momento in cui si sceglie di effettuare una programmazione in uscita
nazionale, si rischia. Se il pubblico non accetta la nostra scelta, non ci sono
garanzie: la sala resterà vuotae i costi restano elevati.
Secondo Lei la creazione di un multisala potrebbe aiutare?
In progetto esiste già, il multisala all'interno del Centro Commerciale La Gru,
ma proprio per evitare questi grossi rischi si è ritardata la realizzazione. Anche
se son convinto che verrà alla luce al più presto proprio nell'intento di creare
l'aggregazione e l'interesse di cui si parlava prima.
Cosa pensa che sia necessario per riprendere produttivamente il settore?
E’ essenziale trovare intese per una giusta collaborazione con gli istituti scolastici, individuare tutte le possibilità per coinvolgere la famiglia, mantenendo sempre un’ offerta di qualità; attuare una giusta politica dei prezzi,; coinvolgere i mass-media a divulgare sempre più il settore dello spettacolo.
LA RECENSIONE
Peppe Voltarelli
non si ferma più
Reduce di Targa Tenco
2010 per la categoria
dischi in dialetto con l’album “Ultima Notte a
Malà Strana“, Peppe Voltarelli (primo calabrese ad
aggiudicarsi l’importante
riconoscimento che nel
passato fu di Fabrizio De
Andrè, Enzo Jannacci,
Pino Daniele e Teresa De
Sio) continua il suo lungo
tour per raccontare le sue
esperienze attraverso la
musica.
Infatti, si è appena concluso il tour canadese il quale
ha promosso la distribuzione, anche oltreoceano,
della sua ultima fatica
musicale: “Ultim a
notte a
Malà Strana“che è
stato pubblicato
anche in
Argentina e Messico.
Un
gran
successo
che sembra
continuare
per il cantante che
ormai si è
affermato
nel panorama della
musica
internazion a l e .
Gnomeo e Juliet/ 17.00 - 18.45 - 20.30
Dylan Dog / 22.00
SALA SORDI
Nessuno mi può giudicare/18.30 - 20.30-22.30
Infatti grazie al tour canadese e alla pubblicazione
dell’ album, Peppe Voltarelli è stato invitato ad esibirsi dalle direzioni artistiche del FrancoFolies di
Montreal e del Luminato
di Toronto, ovvero due dei
maggiori festival musicali
mondiali, che si terranno il
prossimo 11 giugno a
Toronto e il 12 e 13 a
Montreal. Voltarelli è poi
reduce dal concerto della
Notte Tricolore di Torino.
Sul palco, oltre a Voltarelli, anche Roberto Vecchioni, Davide Van De Sfroos,
Syria Irene Fornaciari e
Lou Dalfin, poi anche
Nidi d'Arac Luca Morino
e Tinturia a rappresentare idealmete ogni
regione
della penisola.
L'artista calabrese ha aperto lo spettacolo in Piazza
Vittorio
Veneto con
quattro canzoni in dialetto.
Poi Voltarelli partirà
per la Spagna, dove lo
aspettano al Barnasantes Festival
di Barcellona per
poi giungere con la
sua chitarra in Germania per esibirsi
davanti al pubblico
tedesco in due concerti a
Berlino e Francoforte.
Dopo la Germania sarà
la volta della Repubblica
Ceca, per gli otto concerti
che concluderanno questo
lungo tour tra vecchio e
nuovo continente.
di Antonio Falcone
Unknown- Senza identità
A
eroporto di Berlino. Il dottor Martin Harris (Liam Neeson), professore americano di botanica, è appena giunto nella capitale tedesca, insieme all' affascinante consorte Elisabeth (January Jones), per presiedere ad una importante conferenza.
Salgono su un taxi diretti al loro albergo e una volta a destinazione Harris si accorge della mancanza tra i bagagli della sua
valigetta: senza dire nulla alla moglie, prende un altro taxi per tornare indietro, ma resta coinvolto in un terribile incidente, salvandosi solo grazie all'intraprendenza della taxista. Risvegliatosi in ospedale dopo 4 giorni di coma, privo di documenti, Harris è confuso, i ricordi si affastellano nella mente, si rammenta della conferenza, ma una volta rientrato in albergo ecco l'amara sorpresa di non essere riconosciuto da Elisabeth e vedere al suo fianco un tale (Aidan Quinn) che sostiene di essere lui Martin Harris; solo e braccato, senza un'identità, gli saranno d'aiuto nel venire a capo della sconvolgente
verità la sua salvatrice, Greta (Diane Kruger), immigrata clandestina, Ernst Jurgen (Bruno Ganz), ex agente della Stasi ed
ora investigatore privato, l'amico, e collega, Rodney Cole (Frank Langella), precipitatosi in Germania dopo aver ricevuto
il suo messaggio d'aiuto…
Tratto dal romanzo di Didier van Cauwelaert Fuori di me (ora edito da Dalai Editore col titolo del film), premio Goncourt,
sceneggiato da Oliver Butcher e Stephen Cornwell, diretto con buona mano da Jaume Collet-Serra (Orphan ), Unknown
- Senza identità è strutturato, efficacemente, come un classico thriller, giocando sul tema del doppio: ognuno dei protagonisti si rivelerà diverso da come appare, comprendendo nel novero la stessa Berlino, visivamente divisa tra zona ovest e
zona est; le varie scene d'azione, inseguimenti compresi, appaiono coinvolgenti e funzionali al plot narrativo, per quanto a
volte possano apparire eccessivamente concitate e confuse. L'aggettivo “classico” però in tal caso sta a significare, essenzialmente, che Collet-Serra attinge, cinematograficamente parlando, a semplice livello d'ispirazione, un po' dappertutto,
dal caro vecchio Hitchcock al Polanski di Frantic, '89, passando per Intrigo a Stoccolma, '63, di M. Robson e senza dimenticare un pizzico della saga di Bourne ed anche de Il fuggitivo, Andrew Davis,'93, mescolando il tutto con sicuro mestiere
ma accumulando troppi colpi di scena, evidenziando il limite primario della credibilità, conferendo in sostanza la patina
della plausibilità esclusivamente, facile ironia, al sottotitolo italiano del film. Valide le prove interpretative, Jones e Kruger
in testa, con una menzione particolare per la caratterizzazione di Ganz, mentre Neeson mi è sembrato esprimere più una
sorta di allucinatorio spaesamento che propriamente l'angoscia di chi non sa più chi diavolo possa essere, trasferendola
probabilmente, visti i citati rimandi filmici, a regista e sceneggiatori.
SALA MASTROIANNI
Il Rito 20.45
Rango/ 18.10 sab. e dom. anche 16.00
SALA DE SICA
Dylan Dog / 17.30 - 19.45
Il Rito/ 23.00
CINEMA NUOVA PERGOLA
Reggio Calabria, info: 0965/ 21515
Amici miei- come tutto ebbe inizio/ 18.00
20.00-22.30
CINEMA ODEON
Reggio Calabria, info: 0965/ 898168
La vita facile / 18:00-20:00-22:00
CINEMA AURORA
Reggio Calabria, info: 0965/ 45373
Streetdance 3D/ 18.10 - 20.20 - 22.30
CINEMA GARIBALDI
Polistena, info: 0966/ 932622
Manuale d’amore 3 / 16.00 - 19.15 - 21.30
CINEMA POLITEAMA
Gioia Tauro, info: 0966/ 51498
Manuale d’amore 3 / 18.00 - 21.00
CINEMA MODERNO
Vibo Valentia, info: 0963/ 41173
Dylan Dog / 17.00 - 19.15 - 21.30
CINEMA NUOVO
Siderno, info: 0964/ 342776
Nessuno mi può giudicare / 16.00 - 18.0020.00 - 22.00
CINEMA GOLDEN
Roccella J. info: 0964/ 85409 - 333/7672151
Il cigno nero / 18.00 - 20.00 - 22.00
CINEMA VITTORIA
Locri, info: 339/7153696
Amici miei-come tutto ebbe inizio / 16.00 18.00 - 20.00- 22.00
Box office
La classifica dei film più visti
al cinema questa settimana
1
Rang o
€ 1.966.795,00
di Gore Verbinski
con Johnny Depp ,
2
Isla Fisher, Abigail
Breslin
Il Rito
€ 1.228.959,00
di Mikael Hafstrom
con Anthony Hopkins,
3
Colin O’ Donoghue,
Alice Braga
La vita facile
€ 755.084,00
di Lucio Pellegrini
con PierFrancesco
Favino, Stefano Accorsi, Vittori Puccini
la Riviera DOMENICA 20 MARZO 2011
38
39
la Riviera DOMENICA 20 MARZO 2011
39
la Riviera DOMENICA 20 MARZO 2011
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CULTURA
STORIA MERIDIONALISTA DELLA LETERATURA CALABRESE/X
TOMMASO CAMPANELLA
precursore del socialismo scientifico?
PASQUINO CRUPI
Per i lettori che mi hanno fin qui seguito la
domanda era: merita il Campanella il titolo di
precursore del socialismo, come amò proclamare la letteratura socialista dell’Ottocento, che
aveva estremo bisogno di trovare anticipatori?
Ritengo di no. C’è uno scarto formidabile tra il
socialismo utopistico di Tommaso Campanella e
il socialismo scientifico di Marx. Il Grande
Monaco individua la possibilità della società
socialistica nella già realizzata comunità dei
monaci dove tutto è di tutti, Marx, invro e invece, nella lotta di classe. Inoltre- ma questo è già
stato detto- ne La Città del Sole ognuno è ricompensato secondo il proprio lavoro, invece e invero, nella società, divisata da Marx, ad ognuno
viene dato secondo il proprio lavoro e secondo
le proprie necessità, intimamente connessi.
E altra domanda incalza ancora: prendeva
slancio l’utopia campanelliana dalla realtà circostante? Certamente, anche ne La Città del
Sole no v’è una critica organica della società e i
riferimenti a situazioni concrete sono appena
due. Il primo allude alle grandi disuguaglianze
sociali di Napoli. Qui, diversamente che nell’isola di Tropabana, “son da trecento milia anime,
e non faticano cinquanta milia; e questi patiscono fatica assai e si struggono; e l’oziosi si perdono anche per l’ozio. Avarizia, lascivia ed usura,
e molta1.gente guastano tenendoli in servizi e povertà” Il secondo riguarda la scoperta dell’America verso la quale gli Spagnoli “vanno per
avarizia di denari” 2.
La costruzione teorica ha peso ben maggiore
che gli elementi realistici della Città del Sole, ma
non li annebbia e non li cancella, né occupano
uno spazio accidentale e inutile. Nessuna utopia,
per quando voli in alto, perde il contatto con la
terra. E l’utopia socialistica di Tommaso Campanella non è un sogno che scoppia, frantumandolo, nel buio di un carcere sotterraneo.
Quel sogno, prima di trovarsi nell’operetta e
assumere la forma dura e risplendente del diamante, tentò di prendere forma nella congiura
del 1599, e si può dire che la Città del Sole è un
estratto di quel che pensarono e poi dichiararono i congiurati e rovinarono, coprendosi vicendevolmente di accuse. Né la forza di quel sogno
è ridotta dalla comune osservazione che l’idea d’
una grande riforma morale, sociale, religiosa era
al centro del pensiero dei grandi pensatori del
Rinascimento. Questo vuol dire soltanto che
Tommaso Campanella seppe e volle trovarsi in
buona compagnia. E in compagnia del grande
fervore scientifico che accendeva il Seicento.
UTOPIA CONTADINA
Il Campanella non solo scrisse una Apologia di
Galileo, ma legò la sua utopia alla scienza e al
progresso della scienza. Nella Città del Sole la
svalutazione dell’Umanesimo è massima; e massima è l’indicazione per una educazione scientifica dei giovani. Onnicomprensivo è l’occhio del
Campanella. Ricomprende la totalità delle
manifestazioni del secolo, che si apre con le
grandi scoperte geografiche, e non è per
nulla – intuizione assai
feconda – secolo di
decadenza, contenendo “più istoria in
cento anni che non
ebbe il mondo in quattro mila; e più libri si
fecero in questi cento
che in cinque mila; e
dell’invenzioni stupende della calamita e
stampe e archibugi” 3.
“L’opera si conclude –
scrive Giorgio Spini –
con una esaltazione vibrante della civiltà moderna; e forse proprio in questo sta il contributo più
originale del Campanella rispetto alla letteratura utopistica precedente. Fra’ Tommaso avverte
A sinistra
Tommaso
Campanella,
a destra
Karl Marx
con lucidità e commozione insieme il salto
qualitativo che hanno portato nella storia
umana le grandi scoperte geografiche e le invenzioni della stampa e delle armi da fuoco. Di questo clima di portenti fanno parte – secondo la
sua visione – segni astrali grandiosi e novità singolari, come la presenza di regine sui vari troni
europei. Ma soprattutto ne sono culmine il
dramma religioso della battaglia tra Riforma e
Controriforma e l’espansione del cristianesimo
nel Nuovo
Mondo”4.
Un’esaltazione vibrante ne La Città del Sole
Tommaso Campanella riserva, in primo luogo,
alla campagna, fonte di ricchezza e di salute.
Scrive il Campanella che “l’agricoltura è in gran
stima: non ci è palmo di terra che non frutti” per
mezzo dei contadini, che sanno di lavorare la
loro terra, finalmente di proprietà di chi la lavora. Possiamo allora, senza scandalo e per la
prima volta, dire che l’utopia campanelliana è
utopia contadina, la terra liberata dallo sfruttamento e dagli sfruttatori. Così aveva pensato
anche Gioacchino da Fiore.
E questa utopia si riverbererà, dopo secoli, nella
letteratura calabrese, letteratura della terra: in
Francesco Perri, in Corrado Alvaro, in Leonida
Rèpaci, in Fortunato Seminara, nel primo Saverio Strati. Non si avverò questa utopia contadina
in Tommaso Campanella, né si avverò negli
scrittori poc’anzi citati, che con quel fallimento
hanno raccontato il disfacimento della società e
della civiltà contadina.
E a conclusione di questo mio discorrere intorno a La Città del Sole vorrei richiamare la attenzione sulla prosa scientifica di cui si avvale il
Campanella per scrivere la grandiosa opera. Il
Seicento è stato enfatico anche nella prosa,
soprattutto nella prosa religiosa. Il Campanella
ha da tutto ciò una grande distanza.Va dato
merito a Galileo Galilei di avere osato scrivere le
sue opere – non tutte – in lingua volgare e di
essere stato, dunque, il fondatore della prosa
scientifica. La quale, però, non circola solo nell’opera sua e negli scienziati che l’assunsero a
modello. Un buon esempio di prosa scientifica è
rappresentato da La
Città del sole, caratterizzata da un linguaggio in
cui la parola si qualifica
nel suo rapporto
immediato con la cosa
che deve essere descritta. E fuori dal verbalismo esagerato del Seicento si colloca anche
la poesia di Tommaso
Campanella.
Possiamo, senza scandalo e
per la prima volta, dire che
l'utopia campanelliana è
utopia contadina, la terra
liberata dallo sfruttamento e
dagli sfruttatori
POESIA RADICATA
NELLE COSE
Nella Poetica in lingua volgare del 1596 e nella
Poetica in lingua latina del 1613, inclusa, unitamente alla Dialectica, Rethorica, Grammatica,
Historiographia, nella Philosophia rationalis,
Tommaso Campanella ragiona intorno alla funzione della poesia.
Il poeta non può essere altro dal filosofo e la
poesia non è cosa diversa dalla magia. La poesia
è profetismo e il poeta ha l’alto ufficio di stenebrare le menti umane con la luce della ragione.
La lirica petrarchesca – ma anche lo stesso
morbido e ammobiliato Petrarca – e il Barocco
sono oltrepassati. Dante, che era stato dispregiato e dimenticato, è l’autore-nume al quale
Campanella si volge. Incarna, meglio di ogni
altri, l’idea della poesia come profezia e come
ansia di rigenerazione sociale. Il programma
politico di Dante, che vuole ridurre il mondo ad
unum a mezzo della Chiesa e dell’Impero, nuovamente principi universali, è il programma di
Tommaso Campanella, che assegna alla Chiesa,
purificata dai suoi abusi, e alla monarchia spagnola, liberata dalle sue avidità, il compito di
unificare l’umanità. Si rifà a Dante il frate di
Stilo anche dal punto di vista linguistico. Nella
Scelta d’alcune poesie filosofiche di Settimontano
Squilla, pubblicate in Germania nel 1622, per
interessamento dell’amico Tobia Adami, ricorrono frequenti fonemi danteschi, come morta
gora; si smaga; Ch’io m’intuassi; come tu t’immii;
perdute genti.
Non più un autore, ma un libro, il libro dei libri,
le Sacre Scritture, costituiscono il secondo puntuale riferimento del Campanella poeta. Indiscusso il valore profetico e poetico della Bibbia. Anche in questa direzione i richiami scritturali non mancano, così come non mancano le
presenze di Lucrezio, Giovenale e Orazio.
IL TRADIMENTO DEI CHIERICI
Tutta la poesia di Tommaso Campanella marcia
in un’unica direzione: la grande riforma morale
del mondo, che trova ostacolo nelle seconde
scuole che “non da Dio nella Natura imparano,
ma da’ libri degli uomini, parlanti come opinanti di proprio capriccio e non come testimonianti
di quello che imparano nella scuola di Dio”. Ed
egli, nato dall’Intelligenza e dalla Saggezza,
che sa bene guardare
nel libro della Natura,
si erge per richiamare
“il mondo vaneggiante
a se ribello” al “latte
della madre” sua Sofia,
che lo nutre, lo trasfonde “dentro ogni tutto,
ed antico e novello, /
perché conoscitor e
fabbro” sia.
La poesia, dunque, che
è profezia, cioè conoscenza, è nel contempo
azione. Ad essa vien domandato di creare una
“nuova progenie” affrancata da “tirannide, sofismi, ipocrisia”, da “carestie, guerre, pesti, invi-
dia, inganno / ingiustizia, lussuria, accidia, sdegno”, e dai preti che tentano di soffocare d’incenso Cristo:
I tuo’ seguaci, a chi ti crocifisse,
più che a te crocifisso, somiglianti,
son oggi, o buon Gesù, del tutto erranti
da’ costumi che ‘elle tuo senno prescrisse.
Lussurie, ingiurie, tradimenti e risse
Van procacciando i più stimati santi.
Alle radici dei grandi mali del mondo opera, furtiva e attiva, l’ignoranza, l’ignoranza calcolata e
costruita dal tradimento dei chierici, degli intellettuali con la tonsura e senza la tonsura, che
hanno smesso ogni rapporto con la realtà e si
sono ritirati dalla battaglia per il trionfo dei valori spirituali.
Costoro hanno trasformato la virtù in altezzosità, la santità in ipocrita sacco penitenziale, la
cortesia in belle maniere, l’intelligenza in acute
sottigliezza, l’amore in zelo, la bellezza in belletto, e hanno recepito il mondo di “finti eroi,
infami ardor, bugie e sciocchezze”. Né si tratta
puramente di una scelta di poesia e di estetica.
Hanno scelto di stare nel campo del Potere.
Sono “sonatori pagati” che “raddolcirono il
sonno infame” di vaste plebi, immerse nella più
squallida ignoranza di che cosa potesse e non
dovesse essere più la loro vita.
A questa specie perniciosa di chierici che hanno
tradito, il Campanella oppone la missione del
dotto cui incombe di debellare l’ignoranza e di
accendere un lume sulla spietata condizione
umana, su questa “gabbia di matti” che è il
mondo. E premio al dotto che così si impegna,
sono persecuzioni, carcerazioni, financo l’annientamento, se Dio non soccorre.
PENSIERO POETANTE, OSSIA POESIA
PENSANTE
Più motivi tematici trascorrono nella poesia
pensante o nel pensiero poetante di Tommaso
Campanella. L’aspra condizione del giusto,
ingiustamente condannato, la polemica contro
le sozzure della società, la Grande riforma,
annunciata dal ritorno del Cristo armato sulla
terra, Dio imperscrutabile, che spiega il temporaneo ordine storto delle cose, il mondo “animal
grande e perfetto”, il rapporto tra l’uomo e l’universo in cui è immerso. Ma non sono tutti questi motivi tematici che gli affluenti di un fiume
solo. Una forte organicità di rapporti e di corrispondenze interne regge la poesia del frate di
Stilo.
La poesia del frate di Stilo non prende avvio
dalla sua afflitta condizione di carcerato; ed è
evidente che ciò che viene dopo non può animare ciò che viene prima. Ciò che anima l’intera
raccolta è l’idea della poesia come profezia, del
poeta come conoscitore e fabbro: questa meravigliosa avventura, tentata fin là solo da
Dante, conosce prezzi pesanti e tutti pagati sino
all’ultimo. Incidenti di un percorso che questi
incidenti non riescono a modificare, com’è sottolineato dalle conclusive Tre elegie fatte con
misura latina in cui il Campanella sa per lui e per
gli altri che il “suo strazio è necessario, il suo
rifugio è solo nel vero,
in questo cielo che s’apre nella terra stessa”
5
.
La lirica
petrarchesca, ma anche lo
stesso morbido e
ammobiliato Petrarca e il
barocco sono oltrepassati da
Tommaso Campanella.
NOTE
1
Ivi, pp. 47-48.
2
Ivi, p. 77.
3
Ivi, pp. 77-78.
4 G. Spini, Le origini
del socialismo. Da
Utopia alla bandiera rossa (Einaudi, Torino
1992), p. 91.
5
B. Croce, La letteratura italiana, a cura di M.
Sansone, I (Laterza, Bari 1969) p. 526.
39
la Riviera DOMENICA 20 MARZO 2011
41
CULTURA
ESOPO REDIVIVO
CANTAMI O DIVA
Il mondo poetico di Cecè Guerrisi
(MA IN DIALETTO)
‘NASULABANDERA
GIANNI CARTERI
Ho un ricordo sempre vivo di Cecè Guerrisi,
instancabile poeta dialettale che incontravo talvolta
sulla sua vecchia Legnano, piena di fascino e di storia,sulla via marina. Guardava il mare di Ulisse e fissandomi con aria da artista consumato ripeteva
alcuni versi dedicati al suo paese:
“ O Bovalino, Bovalino mia, / chi surgi tra Careri e
Pintammati, / u foresteri ti guarda e si ricria, / ti
guarda c’u ‘ddu’ occhj ‘nnamurati. / ’Stu mari, chi ti
basa e ti’ccarizza,/ forti diventa e non ti sconza mai,/
u scrusciu chi ti faci è cuntentizza, / ti voli beni chi
tu mancu sai.”
Tirava fuori dalla tasca della giacca l’ultima sua
creazione e la declamava aspettando il mio giudizio
. Spesso mi interrompeva ripetendo le sue espressioni ricorrenti ( “ cu ‘ndavi figghj ‘ndavi patruni),
l’incipit delle sue poesie più conosciute, i proverbi
degli antichi, le espressioni ormai cadute in disuso e
che lui riportava con tenacia a nuova dignità letteraria.
Declamava, a suggello dei suoi ragionamenti , alcuni versi di una poesia di Salvatore Filocamo, che
apre la raccolta Ricchi e Povari: “Pecchì ‘u dialettu
esti com’o pani / chi facenu ‘na vota, pani veru./’i
sulu ranu, senza corpi strani, / ‘u dialettu esti semprici e sinceru./ E’ sinceru pecchì tutti ‘i palori/ chi
nescinu d’i labbra, boni e mali,/ venunu ddritti’nta
d’u cori/ e sunnu veri, puri, naturali”.
In un mondo che correva verso la modernità , spesso screanzata e invadente, Guerrisi ha avuto la
forza di non adattarsi alle mode , sempre labili , volgari e superficiali,ma di contrapporre la sua lingua
materna che considerava un territorio privilegiato
che resiste alle trasformazioni ed in grado di rivelare l’essere nascosto. Riabilitazione della memoria
quindi e della storia etnica di un popolo errante
,come elemento vitale dell’identità personale. La
modernità mandava in crisi vecchi valori, antichi
modelli di comportamento e non restava che rivolgersi, descrivendolo ed interrogandolo, a quel passato che in fretta ci eravamo illusi di dimenticare.
Particolarismo etnico e linguistico a fronte del policentrismo endemico della tradizione italiana.
Bisogno di ritorno al paese ( tema ricorrente nella
letteratura italiana , Alvaro , Pavese , Vittorini),di
appaesamento, che è sicurezza di fronte alla frenesia del quotidiano, della modernità che genera insicurezza e fragilità.
L’ancoraggio ed il ritorno al dialetto assume in sé
un ulteriore atto di coraggio di fronte all’imporsi
dell’inglese o dell’appiattito linguaggio narcotizzante e ripetitivo imposto dai mass-media.
Il dialetto è una lingua sostanzialmente introversa
ma è lingua della realtà nella quale affluiscono i
valori e i miti, i costumi e il sentire popolare della
quotidianità. La poesia dialettale è figlia naturale
del modello epigrammatico, topos imbevuto di una
galleria di personaggi che raccontano la propria storia.
Quando saranno pubblicati i Caratteri di Cecè
Guerrisi , misteriosamente ancora nel cassetto,
verrà fuori tutto un piccolo mondo antico, in cui
ognuno di noi ritroverà le sue vere radici, miticamente felici,riscoprirà il paese dell’anima e i suoi
personaggi, la rusticità e la povertà del vivere. Tutti
intorno a quel “braseri” che il poeta descrive come
un personaggio di Spoon River:
“ I cotrari , ‘ccitti,’ccitti, / tutti chjni i fantasia / arricchjavanu ‘gli cunti / standi sempi ‘intornu a mia…/
e passavanu i sirati / ‘nta’nu lampu, com’a
nenti/,’nzemi ananna, gli cotrari/ si curcavanu contenti./ Fici beniquantu potti, /cardiandu tutta a casa,
/ ora nugliu ‘gghjù mi cerca, / nugliu veni mi mi
scasa./ […] Accenditimi ‘na vota/ coma a nanna mi
‘ccendia/ e cogghjtivi ‘nu pocu/ tutti quanti’ntornu a
mia, Stando ‘ccitti com’a tandu, / ‘glià, ‘nta casa, o
stessu puntu…/ mimi passunu i penzeri, /’ncuminciatimi ‘nu cuntu!”.
Il dialetto che usa Guerrisi è difficile apprenderlo dai vocabolari, viene da molto lontano, ha un’eco e radici classiche. Le sue pennellate sono degne
della migliore tradizione magno-greca.
Ecco Filomena che viene rappresenatata dal
poeta in tutta la sua forza dirompente e che si riverbera in versi davvero intensi e carnali, in un crescendo ritmico che trascina il lettore :
“
Facia a magara, ‘na fimminazza/ saputa i tutti …di
bona ‘rrazza./ ‘nd’avia ‘na casa chjna , ‘ncugnata/ i
tanta ‘rrobba o postu conzata:/ stuppa , linusa , hjuri
i sambucu/ carti cu’ ‘ncenzu ‘nta ‘ccocchj bucu/ e po’
padegli c’u cassalori / a ‘mmenzu a ‘rrami c’u pipalori, / riganu e mazzi i stincu ‘mpisi/ e spogghj i serpi
c’u ossa misi./ A magaria po’ preparava/ era ‘nu
‘mburnu chi cunsignava/’Rrivava genti i tutti i cuntrati,fimmani schjetti e maritati, / tutti volianu sulu
m’u sannu/ cu’ facia beni cu’ facia dannu […]/
Godia ‘glia genti, tornava ancora, / pecchì d’i guai
non’era fora […] /A sorti mina e a leva para…/ chiglia chi vinci è sempi a magara!” .
Ed altrettanta incisa nella nostra memoria rimane Donna Cuncetta,levatrice di professione che
amava raccontare quando fu chiamata d’urgenza in
campagna per aiutare nu cotraregliu a venire alla
vita. La vicenda si tinge di aspetti pirandelliani : “
Com’era ‘gliani ‘ntisi ‘nu ‘ngusciu / chi era forti ,
attru ca scrusciu:/”Chi succediu? Cu si lamenta?”/
S’i dissi chigliu nomm’a spaventa:”/ Esti a sumera
chi ‘nd’avi i sgrava…/ chistu discurzu no’m’u spettava!”/”Bonu-si dissi –‘ddonna Cuncetta-/jutamu
puru’ssa poveretta!”/’Glià, ‘nt’a capanna, quandu’rrivaru,/ ajutu tantu po’ si dunaru/e’nt’e doluri, cu’
l’occhj i vitru,/ chiglia sumera ‘nd’eppi u puglitru./A
finitoria, pe’ chigliu chi fici,/qual era u cuntu si dissiru i dici./S’u fici e dissi:” Siti contenti/ ca p’a sumera
non vorzi nenti ?”/ I tandu ‘mpoi si vitti ‘nta
furia/,”Ddonna sumera” ‘nd’eppi pe’ ‘ngiuria!”.
Era questa la poesia di Guerrisi che si esprimeva in
versi che appaiono come l’accorata nostalgia di un
esiliato e di un reduce. Il suo struggente dialetto è
musica, nicchia di un altrove che si trasforma in
rifugio naturale .Il dialetto è rassicurante riparo che
si materializza nel paese , nei personaggi che l’hanno reso vivo e umano e che fanno dire al nostro: “
U tempu passa e quando a notti fini, /u jornu arriva e tuttu si risbigghja, u mundu , com’è fattu, i rosi
e spini, / s’è notti o jornu, è sempi meravigghia !”.
Sono i versi finali della poesia Notti, di un lirismo
forte , espressione della vita che fu. Guerrisi è guidato da una sorta di componente magica che lo
rendono ad un tempo poeta e musico. Squarci
“
UN ANNO FA, IL 16 MARZO ,
MORIVAVINCENZO
GUERRISI PARLÀ. ERANATO
ABOVALINO IL 16 AGOSTO
1924. FU ALTACATTEDRA DI
MORALITÀ NELLAVITAE
NELLAPAROLAPOETICA,
DESTINATA, COME È STATO,
ARIVOLUZIONARE LA
LETTERATURADELLA
FAVOLA, PER SUANATURA
SDEGNOSAD'OGNI
INNOVAZIONE. LUI CI È
RIUSCITO. IL NOSTRO
DOVERE È QUELLO DI
MANTENERE PERPETUALA
SUAMEMORIA.
improvvisi di descrizioni paesaggistiche, intrisi della
meraviglia della creazione e dell’esistere. Il vizio
della memoria in Guerrisi è instancabile, la religione contadina del cristianesimo popolare , intriso di
reminiscenze paganeggianti, nutre i suoi versi ,
imbevuti di squisitezza letteraria e trasfigurazione
poetica.
“Appena a luna spunta, meravigghia!” .Quell’appena all’inizio del verso rammenta certi versi di Mario
Luzi, senti una cantabilità trasognata. C’è un’espressione di esclamativo trattenuto che si snoda
nella seconda parte del verso con quel “ meravigghia”. Quasi un’apertura di sipario ai movimenti
che seguono , alla vita che d’improvviso si anima.
Inizia appunto una scena, descritta quasi da un
abbaino con accorata nostalgia. El vero Cristo operaio , di pasoliniana memoria diviene in Guerrisi “
U cricifissu chi cu u vidia , prima mi prega prestu
ciangia”.
Versi della poesia A ‘Gnura Giusa, vecchia centenaria , che a chi le chiedeva il segreto della sua
longevità rispondeva sorridendo : “Non avi a
nuglia ‘cchjù megghju i mia, / mangiu ligumi, erba
chi trovu/ e , quasi o spissu mi pigghju ‘n’ovu, / i
pummadora ‘nd’haju ‘mpenduti / chi mi piacinu
sempi ‘rrustuti/e, com’o solitu, mi mangiu u pani /
fattu i farina, fattu ch’i mani […]. /’Ddu casci rustichi’ndavia ‘nt’e lati/ sulu pe’ schiocchi e fica ‘mpurnati/ chi tenia fitti ,i ‘ll’oru cchjù cari/ mi si rigala a
tutti i contrari”.
Per Guerrisi il paese diventa la geografia totalizzante del proprio spirito. Ecco perché i vari “
Mussu i pistoni” , ‘Ntoni, Mastru Lunardu”, ecc., in
simbiosi permanente con la natura e gli stessi animali ( in primis l’asino , vero protagonista della poesia del Guerrisi) contribuiscono a scatenare nel
poeta e in chi lo legge una cascata di emozioni forti,
intrise di pudore e rimpianto. Purezza e primitività,
elementi caratterizzanti della civiltà contadina e che
è la molla primaria dell’ispirazione del Guerrisi.
Man mano che egli esplora la sua terra , la nostra
terra , il verso si scioglie in musicalità perché è voce
di natura, voce di poesia , di innocenza e di semplicità che lo fa approdare ad una sorta di pace prenatale.
Talvolta c’è un atteggiamento contemplativo ed
estetizzante nel quale Guerrisi si crogiola compiaciuto e che mette in evidenza l’aspetto visivo-iconico del suo mondo poetico. Poeta della nostalgia ,
raccontatore di favole alla maniera di Esopo e
Fedro e per dirla con Pasquino Crupi la capacità
davvero nuova nel contesto della poesia dialettale
di trasformare la favola in romanzo. Una nuova
visione d’insieme che scarta con coraggio l’episodicità, dando una continuità al narrare poetico. Una
sorta di viaggio odissiaco, nostos, rigeneratore alla
propria isola per distruggere i mostri che ognuno di
noi si porta dentro .Un viaggio che è volontà di parlare a nome del popolo, di farsi voce della ormai
muta civiltà contadina, che vive solo nei ricordi. Per
questo poesia dialettale e poesia popolare in Guerrisi coincidono.
Per dirla con Calvino, Guerrisi ha raggiunto attraverso la poesia un’amara serenità pur con sobbalzi
di lacerante nostalgia, dettati dai drammi di questo
mondo sempre più incapace di affetti veri .
Nel momento in cui il mondo sembra inesorabilmente condannato alla pesantezza del vivere, la
leggerezza dei versi del Guerrisi apre forse una via
per poter cambiare la nostra immagine del mondo.
Coi suoi versi il poeta cattura con rapidità le eterne contraddizioni dell’uomo: “Puru co mundu
prova guerri e paci, chigliu chi si facia , sempi si
faci”.
Integrato da un’altra perla di saggezza: “Nto
mundu com’è fattu e com’è misu./ nugliu è senza
doluri e senza pisu!”.
Vero e proprio diario lirico i versi del Guerrisi, il
diario di un uomo dolente e quasi indifeso che riesce ad acquietarsi solo davanti alla meraviglia del
creato. Ecco perché la scelta della rima nei suoi
versi non è mai fine a se stessa ma è unità tra dire e
sentire. La verità della parola è inscindibile dalla
compiutezza metrica dei versi, respiro dell’uomo ,
energia vitale che rompe l’inerzia del tempo e lo
consegna all’eternità della poesia: “ U mundu è
fattu e com’è fattu resta, / mi piaci sempi, senti chi
ti dicu, / diventa mundu bellu, mundi i festa/
quand’unu ‘ndavi o cantu ‘ccocchj amicu./U tempu
passa prestu …si’ndi vaj…/ ora chi’nci si tu non
passa mai !”.
TOTÒ MEDIATI
Pe’ storia pe’ arti e curtura
era giardinu du mundu
ed ora, cchiù senza misura,
staci toccandu lu fundu…
senza russuri no’ scornu
‘mbrogghianu tutti li carti
chiddhu c’a spogghja ogni jornu
e chiddhu chi vvoli ma sparti:
u primu, ‘mparatu mi sbagghja,
voli i cridimu a befana,
l’attru, fissatu ma tagghja,
si vanta ch’è figghju i…padana
e mentri si spartinu a torta,
nui si pagamu li spisi…
non sai cchiù s’è viva o s’è morta,
si esti burdellu o paisi
st’Italia, ‘nto mari sdraiata,
chi senti luntana e vicina,
cchiù brutta i ‘na vecchia sciancata,
cchiù bella i ‘na statua divina,
st’Italia chi dormi e ssi nzonna
‘na luci chi brilla ‘nto scuru,
‘na mamma chi prega a Madonna,
‘nu figghju chi cerca lavuru;
l’Italia chi llotta e cchi spera
mi ndavi ‘nu pocu i futuru,
mi torna da novu com’era,
no’ m’è cchiù chi spaddhi ‘nto muru,
spogghiata di tutti i diritti,
st’Italia chi ciangi e cchi prega,
ch’è stanca i hjastimi e minditti
di quattru bovari da’ lega;
l’Italia chi llotta e cchi spera,
chi chjama, chi grida e cchi bbussa,
chi vvoli ‘na sula bandera
m’è virdi, m’è ianca, m’è rrussa…
di tri culuri ma unita,
pecchì unita non mori
comu a ccu’ detti a so’ vita
mi porta vivi nto cori
‘sta terra e chista bandera
chi s’arza, chi canta e cchi cunta
ch’è senza confini e frontera
da parti cchiù arta a’ so’ punta
e vvoli ‘na sula canzuna
pe’ terra, pe’ mmari e ppe’celi:
dill’Arpi a Sicilia tutt’una
l’Italia cull’Innu i Mameli!
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la Riviera DOMENICA 20 MARZO 2011
Blob
43
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i leoni scendono
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Per fortuna ora abbiamo un
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Un saluto all’arci
pesca di Locri
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Il quartetto
del "Fifth"...
La televisione
presente
La classe non è
acqua, ma avana7
REGGIO
E DINTORNI
Una mano lava l’altra e tutti e due,
organizzano una serata
di buona musica
Calciomercato:
Avolte è davvero deludente
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la Riviera DOMENICA 20 MARZO 2011
44
BIBLIOTECA MERIDIONALISTA
GIUSTINO FORTUNATO
L
a povertà naturale del Mezzogiorno: è questa la scoperta
fondamentale di Giustino Fortunato. Ed è questa povertà
naturale del suolo, inviperita
dall’infausto clima, che spiega
l’inferiorità del Mezzogiorno.
Ma c’entra anche il malgoverno della borghesia.
Nell’orizzonte di Giustino Fortunato non c’é posto per l’industrializzazione del Mezzogiorno. Posto non c’è neanche
per i lavori pubblici come leva
fondamentale di riscatto dell’inferiorità del Mezzogiorno.
Gli assi ordinatori del pensiero
di Giustino Fortunato stanno
tutti nella soluzione del problema agrario e nella riforma del
sistema tributario. Non vi è
altra via, e solo danno potrà
recare l’istituzione delle regioni
contro cui si levò alla Camera
dei deputati nella tornata del 3
luglio 1896. Né alleviamento
dei suoi gravi problemi il Mezzogiorno potrà attendersi dalla
“inconcludente panacea delle
famose «leggi speciali», per lo
più di uno di un altro lavoro
pubblico, poi che siffatta politica meravigliosamente […]
aiuta [ il governo] ad eludere
la necessità e il dovere di attuare riforme organiche, e gli costituiscono un alibi alla inguaribile sterilità ne’ riguardi del Mezzogiorno”.
Ritenne dal principio della sua
battaglia il Fortunato che il
buongoverno della borghesia
italiana avrebbe operato perché
la differenza tra Nord e Sud
cessasse e, insieme ad essa, la
sperequazione tributaria tra
Nord e Sud. Assistette, invece,
al processo contrario: all’aumento di quella differenza e
all’aumento di quella sperequazione. Liberale in politica,
liberista in economia, Giustino
Fortunato bevve fino all’ultima
goccia l’amaro calice della
sconfitta delle sue idee. Non ci
furono liberali veri e non ci fu
una borghesia liberista nella
Storia d’Italia sulla quale assai
pesante è il giudizio del Grande Meridionalista.
Il riscatto non poteva venire
certamente dalle classi popolari, ma su queste il Fortunato calò
parola di affetto e di rispetto,
dicendosi convinto che queste
“ analfabete, o non, hanno un
sentimento morale più vero e
sincero di quello che ispira le
classi dirigenti, colte e censite”.
Né il Fortunato sentiva la possibilità di un risorgimento dal
lato dei partiti, i quali “ tanto i
vecchi
quanto i nuovi (e già i nuovi
non meno asmatici de’ vecchi)
sono ciechi e la loro corsa
verso
l’ignoto pare irrefrenabile” .
Eppure, continuava a illudersi
che dalla miseria economica
e dalla miseria morale il Mezzogiorno poteva essere redento
“dall’unità politica,
mossa dal sentimento nazionale della comune difesa”
Da non dimenticare mai l’opera fortunatiana ,
Il Mezzogiorno e lo stato
italiano, Voll. 2
(Laterza, Bari 1911)
P.C.
PARVE AL SUD DI AVER PERDUTO TUTTO*
[…] Un funesto pregiudizio, che invano tutti i tempi si
affaticarono a smentire, regnò sovrano a’ suoi danni
[del Mezzogiorno].
Era un paese che clima e suolo, da un lato, e configurazione topografica, dall’altro, rendevano essenzialmente povero, – ed esso fu creduto e si credette eccezionalmente ricco. Tutta la sua economia si racchiudeva in un’agricoltura meramente estensiva, – e quella fu
pure più stremata da una finanza cieca e rapace, che
insieme col maggiore costo della vita, mantenne alto il
costo della produzione. Il suo popolo, come tutti i
popoli dell’Oriente, che vivono del solo reddito agrario, si raggirava in un circolo vizioso di stenti, – e la più
sordida legislazione doganale pesò ognora su di esso,
non mai permettendogli di chiudere le sue annate con
avanzi, che scemando il prezzo del danaro, favorissero
il lavoro ed accrescessero il pubblico risparmio. Gravose imposte e più gravi dazi, se appena tollerabili in
regioni dove l’arte de’ campi è praticata unitamente
con l’industria e il commercio, sono causa inevitabile
di esaurimento in quelle obbligate a sostentarsi della
sola agricoltura, perché – esposte alle maggiori precarietà di fronte alle crisi dei raccolti, assai frequenti nelle
zone semi-tropicali – esse non possono giovarsi di
alcun altro reddito e ricadono, ogni volta, nel più duro
bisogno, sempre impotenti ad accrescere il capitale circolante, sempre incapaci di elevare il grado medio di
civiltà così dell’uomo individuo come dell’uomo collettivo. Perenne squilibrio tra popolazione e ricchezza,
tra ricchezza e tributi: questa la formula a cui si ridusse, nel passato, la vita sociale del Mezzogiorno; squilibrio ancora enorme, ma ignoto agli altri e neppure
avvertito da noi stessi, nel felice giorno del patrio
riscatto….
Se mai una rivoluzione politica fu intessuta di illusioni
e di speranze, o eccessive o del tutto infondate, quella
fu certamente la nostra. Nessuna precisa nozione del
passato, nessuna vera conoscenza del presente; tutta
Italia credemmo fatta ad una immagine e similitudine,
e il Mezzogiorno, se mai, in condizioni di natura assai
più favorevoli, che solo ingiuria e incuria di uomini
avevano danneggiato: non era qui sorta, nella Magna
L'Italia non potrà saggiamente
risolvere alcun problema legislativo
di ordine generale, senza tener
conto, principalmente, della grande
disuguaglianza di condizioni non
accidentali, che persiste tra il
Mezzogiorno e il Settentrione della
penisola.
Grecia, la prima splendida civiltà? non erano qui nate,
in Palermo e nelle Puglie, al tempo di Federico II, la
letteratura e l’arte nazionale? non era sempre questo
l’incantato paese «dove fiorisce l’arancio»?. Tutti credevano che la terra promessa, colma di tutti i
doni celesti, a’ quali male aveva solo corrisposto la fiacchezza degli abitanti, fosse appunto il Mezzogiorno,
«fosse favorito dalla natura», secondo il Borghi ,
«eccezionalmente cospicuo», a detta del Sella, «singolarmente ricco», per bocca del Depretis, «il più bello,
il più fertile paese di Europa», a giudizio del Minghetti[…].
Chi mai avrebbe osato dire che mezza Italia, – poco
difforme dalla Turchia ad essa così prossima, – fosse
chiamata a viaggiare con l’altra come un vaso di terracotta accanto ad uni di ferro? che infinitamente ardui,
per ciò, ci si presentassero i dati di proporzionalità e di
stabilità, nell’assegnare i termini del nuovo consorzio,
i mutui rapporti di produzione e di scambio, i comuni
pesi, tutto quanto potesse creare un migliore progressivo accordo? che, insomma, la più alta affermazione
della terza Italia e le sue sorti avvenire dovessero consistere nella resurrezione del Mezzogiorno?
Grande, senza dubbio, il compito, ma non impossibile
a raggiungere, perché il Mezzogiorno, se molto impari di forze alla rimanente Italia, ha pur tanto da tenerle dietro e perché da secoli assuefatto alle più dure
vigilie, forse anche da gareggiare con essa affrettando
il giorno della sospirata equazione storica nelle due
parti della penisola, solo che arte e sapienza di governo gli assicurino, innanzi tutto, ciò che mai non ebbe
dacché è memoria de’ fatti umani: ossia, il pieno esercizio della scarsa, faticosa, lenta sua capacità economica.
Niente di più micidiale ad esso, niente per esso di più
insolvibile, quanto una politica troppo costosa, troppo
sproporzionata al povero naturale suo stato.
Tutto un periodo si è chiuso nella storia millenaria d’I-
talia, un altro è incominciato; e questo segnerà certo la
restaurazione del Mezzogiorno, ma a patto che governo e paese acquistino il senso della vastità e della molteplicità del problema, e l’uno e l’altro operino, in
tutto, conformemente ad esso. Più difficile del volere è
il sapere, dice il proverbio; ed è legge di natura, – soggiunge il Gioberti , – che, in politica, solo al sapere sia
proporzionato il potere!
Non appena caddero le prime bende, parve al nord di
essersi accompagnato con un corpo morto, al sud di
avere troppo perduto nel far getto della sua autonomia; per molti anni quello credette di pagare esso solo
per tutti, questo sospettò di essere considerato non
altrimenti che una terra di conquista; superbo sino alla
insolenza il primo, irrequieto e loquace il secondo. Poi
le cose cambiarono alquanto: al nord fu forza riconoscere, che pure essendo più ricco, era proporzionalmente molto meno gravato, al sud, che qualunque
sacrificio valeva bene il prezzo d’entrata nel mondo
della civiltà. Oggi, fortunatamente, il così detto «regionalismo» non ha più in Italia alcun carattere anti-unitario: dovunque è sempre più chiaro, che vi è conflitto,
non contraddizione d’interessi, differenze, non opposizioni di eredità, di educazione, di cultura; e tutti ormai
presentono, che una imprescindibile fatalità alla separazione non esiste per nessuno, che alla salda coesistenza del paese importa solo una sua gran parte non
sia più afflitta da atrofia, che l’unità politica può e deve
significare un’alterna vicenda di utilità per tutti, e il
federalismo, sia quello della Svizzera od anche quello
dell’Austria-Ungheria, nessun male scemerebbe e
molti beni trarrebbe via con sé. Qualsisia attenuazione
del vincolo unitario segnerebbe l’inizio della comune
perdizione; né i danni della presente sperequazione
contributiva tanto nelle imposte quanto ne’ dazi di confine – di cui è strano non ancora si dolga abbastanza il
Mezzogiorno, – sono irreparabili: basterà che esso, per
il primo, ne abbia intera la coscienza, e reclami da ora
in poi atti di giustizia, non concessioni di favore o, peggio ancora, inutile spreco di danaro….
Senza dubbio, ben altre mutazioni, ben altre conversioni dovranno avvenire nello spirito pubblico, affinché all’unità politica risponda, adeguatamente, l’unità
morale della patria. Per prima e principal cosa, fra
tanto, occorrerà il giovine Stato cambi rotta nella sua
politica generale, troppo dispendiosa, perché troppo
grandiosa in tutto, ed esso non ignori di avere, nella
questione meridionale, il maggiore de’ suoi doveri di
politica interna da compiere: una questione, non certo
«esclusivamente», ma certo «soprattutto» economica.
Perché fino a tanto il sostrato economico di essa
rimarrà quello che è, con tanta sproporzione fra il capi-
GIUSTINO FORTUNATO
( Rionero in Vulture, Potenza, 4 settembre
1848- Napoli 23 luglio 1932.
Di antica e nobile famiglia , studia giurisprudenza a Napoli dove la famiglia si era spostata nel 1862.
Gli è compagno di studi il fratello Ernesto.
Si laureano ambedue in giurisprudenza..
Ernesto si dedicherà alla conduzione e
amministrazione delle terre della famiglia. E
Giustino alle aule
dei tribunali preferirà il campo degli studi
sociali, segnatamente lo studio della Questione meridionale.
Entra alla Camera dei Deputati nel dal 1879
e ne esce nel 1909.
tale produttivo e la popolazione, e sul Mezzogiorno
peserà, in una misura senza confronto meno equa, la
doppia soma di un carico tributario enorme e di un
regime doganale assai più proibitivo che protettore;
fino a tanto una trasformazione sociale, oggi appena
iniziata, non avrà notevolmente accresciuto il numero
de’ benestanti e sensibilmente diminuito quello della
piccola borghesia «senz’arte né parte»: sarà vano credere, più vano sperare una profonda riscossa anche
negli ordini più elevati della politica, dell’amministrazione e della morale […].
Quasi tutti i paesi di Europa, quantunque in proporzioni meno gravi che presso il nostro, ebbero dinnanzi
il difficile increscioso problema di una notevole disuguaglianza nella produzione della ricchezza, di una
maggiore povertà e, quindi, di un minor grado di
civiltà in alcuna parte del territorio, ciò che essi giustamente considerarono causa suprema di debolezza
nella compagine de’ propri Stati; e quasi tutti o lo risolsero o son vicini a risolverlo. Perché non dovremmo
riuscirci anche noi, a forza di studio e di buona
volontà? Tanto ci costa averne prima un concetto limpido e vero, una idea un po’ distinta e ordinata, poi il
fermo proposito di agire in conformità di essa? Perché
dormicchiarvi sopra in una sterile inquietudine, e
mostrare di avvedercene sol quando ci balza fuori
all’improvviso, senza un disegno generale, senza un
disegno ne’ particolari, e noi, rabbuiandolo sempre
più, solo allora lo prendiamo a futile pretesto di lotte
elettorali o di contese parlamentari? […].
La inferiorità del Mezzogiorno, determinata principalmente da cause naturali, avrebbe da sé sola dovuto
imporre al nuovo regime unitario, se anche la rimanente Italia fosse stata assai più prospera che in realtà
non era, una pratica di raccoglimento e di modestia,
che insieme con la resurrezione economica, avesse a
quello assicurato un sollecito elevamento civile. Non
leggi di favore né provvidenze speciali, ma neppure
ostacoli od ingiustizie a suo danno; il carico dei pesi
commisurato alla minore sua capacità, e i traffici, tanto
con l’interno quanto con l’estero, lasciati del tutto liberi: questo il punto da cui muovere nella comune opera
Sembrò al nord di essersi
accompagnato con un corpo morto,
al sud di avere troppo perduto nel
far getto della sua autonomia; per
molti anni quello credette di pagare
esso solo per tutti, questo sospettò
di essere considerato non altrimenti
che una terra di conquista.
governativa. Invece il bisogno fu scambiato col desiderio e il desiderio con i mezzi, ognora sedotti dalla facile illusione, che per accrescere i mezzi fosse dato
proteggere, artificialmente, la ricchezza ne’ vari suoi
modi di produzione e di scambio: quanto sarebbe
stato meglio, dopo tanta così dolorosa esperienza, non
arrestarla né per una via né per l’altra! Se è vero che la
generazione politica del 1860, – come or ora ha detto
il Tivaroni, commemorando a Rovigo Cesare Parendo
, – «fu la più equilibrata» tra quante si successero in
Italia da oltre un millennio, è pur vero che anch’essa
non ebbe una idea precisa della realtà, né più delle
altre mosse sicura i primi passi, perché anch’essa, ignara del profondo divario che corre tra il nord e il sud
della penisola […].
Spetta alla generazione venuta su dopo il 1876, la
prima dopo quella cui dobbiamo l’unità nazionale, il
singolare merito di avere iniziato indagini e distinzioni, sempre più accurate e legittime, che oggi conducono a parlare liberamente, non più a mezza voce e
senza discernimento, di una questione meridionale.
La quale non è dubbio sia destinata ad avere una
importanza sempre più decisiva nella politica generale del nostro paese, se è vero un assioma già enunciato dal deputato Alessio– in cui tanti ormai consentono – che, da ora in poi, e forse per tre o quattro generazioni, l’Italia non potrà saggiamente risolvere alcun
problema legislativo di ordine generale, senza tener
conto, principalmente, della grande disuguaglianza di
condizioni non accidentali, che persiste tra il Mezzogiorno e il Settentrione della penisola.
[G. FORTUNATO, La questione meridionale e la riforma tributaria, in G. Fortunato, Il mezzogiorno e lo stato
italianio, cit., pp. 317-327].
* Titolo redazionale
la Riviera DOMENICA 20 MARZO 2011 45
BIBLIOTECA MERIDIONALISTA
Una (croni)storia della Calabria attraverso i “forestieri”
L’uso perverso dell’aggettivo “Calabrese”
GIUSEPPE FIORENZA
Abbiamo più volte, nei numeri precedenti, rimarcato la perversa abitudine
di giornali e media in genere di accostare l’aggettivo calabrese a situazioni a dir
poco imbarazzanti se non moralmente
e socialmente inaccettabili.
Nella semiologia il carattere di un
segno linguistico, nel caso nostro, di
una parola, può essere di tipo denotativo o connotativo. Il primo è quello che
si chiama livello di significato immediato, il secondo quello più profondo. Una
parola può contenere tutti e due i significati oppure può avere bisogno di
un’altra per esplicare quello più profondo. La parola uomo indica l’uomo in
quanto tale ma contiene anche altri
livelli di significato, come ad esempio
che è un animale razionale ecc. Ma non
ne contiene altri: per sapere se l’uomo è
alto, dobbiamo dire uomo alto.
Nel caso dell’aggettivo “calabrese”
stiamo passivamente assistendo a una
contaminazione affatto negativa del
termine: pare che “calabrese” ormai
non indichi più una persona o una cosa
della regione Calabria ma qualcosa di
più profondo o…diverso. Certo, continua a circoscrivere la determinazione
territoriale ma si aggiunge un significato negativo: mal che vada il riferimento
è a qualcosa di comico oppure a qualcosa di illegale e malavitoso. Nella maggior parte dei casi viene associato a una
natura maligna, propensa a delinquere,
elemento di una razza di lombrosiana
memoria.
L’aggettivo viene dimenticato in toto
quando la notizia riferisce di storie di
successo o ha un carattere positivo, in
questo caso si usa l’aggettivo “italiano”.
Succede spesso ma per non essere tacciati di manie di persecuzione citiamo
tre casi: il primo è del 1997, il secondo
del 1991, il terzo del 1981.
1. La Repubblica del 2 gennaio 1997
utilizza il termine italiano per designare una famiglia di emigranti che ha
fatto fortuna in Argentina. Il titolo è
infatti: “I ricchi d’Argentina una storia di Italiani”. Soltanto nel testo dell’articolo si scopre che uno di questi
ricchi è originario di Polistena, in
Calabria.
2. In occasione del ragazzo ucciso nella
guerra del Golfo del 1991, l’unico soldato della nazione caduto, La Repubblica del 15 gennaio 1991 titola: “Assassinato un marinaio italiano”, ma non
dice che è calabrese, soltanto nell’occhiello riporta la sua origine: Siderno
Superiore, Calabria.
3. Un esempio significativo di ciò che
fanno i media nel discorso che stiamo
affrontando è la rassegna stampa relativa all’ascesa e caduta del discusso psicanalista Armando Verdiglione, calabrese
residente in Lombardia. Nei momenti
di gloria, veniva chiamato “il Gatsby dei
Navigli, allievo di Lacan, santone dell’inconscio,
eminenza grigia della psicanalisi italiana”. Quando iniziano le sue traversie
giudiziarie il Gatsby dei Navigli diventa il Gatsby calabrese, lo psicanalista
“lacaniano-calabro”, il Guru di Caulonia, mentre si era già iniziato a connotarlo con i peggiori stereotipi del meridionale mafioso. (Panorama 9 febbraio
1981: “Pedigree assolutamente non d’eccezione, è nato a Caulonia, provincia di
Reggio Calabria; Epoca del 2 maggio
1981: “Si veste come un capofamiglia di
Cosa Nostra...e quei capelli di un intenso nero meridionale che Robert De Niro
potrebbe invidiargli per i suoi ruoli di ita-
liano di Broccolino”; Paese Sera del 3
maggio 1981: “Il suo abito rigatone,
stile Padrino.”
Come si vede: se la notizia è negativa
si accosta l’aggettivo, se è positiva no.
Ma non basta.
Abbiamo esaminato gli archivi di
alcuni fra i più importanti giornali
nazionali e i risultati che sono venuti
che spesso produce dei dossier o delle
inchieste, cosa che rende spesso difficile non localizzare il territorio o i
residenti nell’articolo in questione,
incomprensibile appare il 36,10 della
Stampa e il 25,59 della Repubblica.
Dire ‘ndrangheta calabrese è una
inutile ripetizione, in grammatica è
una figura retorica che si chiama
accumulazione, in quanto già il
sostantivo contiene il significato che
l’aggettivo dovrebbe dargli. E’ come
dire il samurai giapponese, dove la
specificazione è inutile in quanto il
samurai è giapponese per definizione. Allo stesso modo dire ‘ndrangheta definisce già la criminalità organizzata calabrese. È una parola che connota e denota insieme.
Allora? Ci chiediamo: qual è il
recondito motivo per il quale si accosta quell’aggettivo a quel sostantivo?
Siamo maliziosi? Siamo noi stessi
perseguitati dal pregiudizio su noi
stessi (e ci scusino i lettori per …l’accumulazione)?
Crediamo invece che così facendo si
compia un’operazione truffaldina, in
quanto si tende a connotare la parola di un significato improprio, che poi
la caratterizza negativamente. Sarà
difficile poi per il lettore discostare
l’aggettivo, quando ne sentirà o ne
leggerà, da quel sostantivo dandogli
una connotazione non positiva.
Nel periodo dei sequestri di persona,
alla fine degli anni ottanta, i giornali
parlavano di “Anonima calabrese”,
allora calabrese diventò sinonimo di
sequestratore e l’Italia assistette muta
e indifferente alla vergogna delle Lettera a San Luca (delle quali parleremo in un altro articolo).
Nel caso del sequestro della piccola
Patrizia Tacchella, però, dato che non
ma residente nella Bassa”.
Il killer che uccide una fidanzata virtuale per gelosia è: “D.I, 52 anni,
calabrese ma residente nel piacentino” (Repubblica Bari 14 luglio 2010).
Altro killer per gelosia è sempre “un
camionista di origine calabrese”
(Repubblica Milano 7 marzo 2010).
Un uomo che muore in auto per
overdose di eroina è “L.I. di origini
calabresi ma residente a Viadana”
(Repubblica Parma 5 giugno 2010).
L’accostamento che fa lo stesso giornale, parlando di una gang dei portavalori sgominata è un virtuosismo
giornalistico: nel gruppo mafioso
mentre il componente pugliese è un
imprenditore, quello calabrese è un
pregiudicato.
Questo è niente in confronto a quello che faceva la Stampa negli anni sessanta. L’aggettivo associato a delitti lo
metteva nel titolo. Ma si era nel
periodo della grande migrazione
interna, quando le città del nord
erano invase dalle orde meridionali.
Bisognava perciò mettere in guardia i
residenti del pericolo!
Molti sono d’accordo nel ritenere che
questa strategia che abbiamo delineato risponde all’esigenza di “far notare
come esiste uno specifico calabrese
che ha bisogno di essere separato dal
resto e curato a parte. Il messaggio é:
la regione non é in grado di provvedere da sola, le sue risorse le amministriamo noi, la sua democrazia la
tuteliamo noi. A livello locale vi é
risposta nello stesso tono, anche se
opposta nei fini: abbiamo bisogno di
più risorse per risolvere i problemi;
esistono tanti calabresi buoni; i cattivi
sono pochi e isolati. Entrambe queste posizioni pur sollevando giuste
considerazioni sono funzionali ad
una cultura della separazione: i forti
fuori sono sorprendenti. La tabella
seguente ci aiuta a capire qualcosa di
più.
Gli articoli della Stampa sono tanti
perché si riferiscono a un giornale che
ha archiviato tutti gli articoli dalla sua
fondazione, cosa che non ha fatto il
Corriere. Quelli della Repubblica si
riferiscono agli articoli dal 1984 ad
oggi, quelli de L’Espresso sono di
meno perché si tratta di un periodico.
I numeri della prima colonna si riferiscono agli articoli che contengono al
loro interno la parola ‘ndrangheta, i
numeri della seconda a quelli che
contengono sia la parola ‘ndrangheta
sia la parola calabresi o Calabria.
Come si vede, le percentuali sono
molto significative e inducono a una
analisi interessante del fenomeno.
Se il 35 % de L’Espresso può essere
spiegato (ma non giustificato) col
fatto che si tratta di un settimanale,
si trattava dell’Anonima calabrese”
(!), non si riuscì, dai titoli dei giornali, ad individuare la provenienza
regionale degli rapitori (erano piemontesi). La Repubblica del 18 aprile 1990, infatti, pubblicava un articolo in prima pagina (titolo:”Hanno
liberato Patrizia”; occhiello: “A rapire
la Tacchella non è stata l’Anonima
ma un gruppo di piccoli industriali) e
altri cinque articoli in seconda e
terza pagina. Orbene, nei titoli,
occhielli e sommari di tutti e cinque
gli articoli non si diceva la provenienza dei sequestratori.
Ma non è solo l’accostamento alla
‘ndrangheta. La stampa ne profonde
a piene mani con gli episodi di cronaca nera.
La Repubblica di Parma del 12 luglio
2010, parlando di uno stalker condannato a un anno e tre mesi per resistenza, dice: “F.P. è di origini calabresi
contro i deboli, gli ordinati contro i
disordinati, gli onesti contro i disonesti, i produttori contro gli assistiti.
Tutti tendono a scaricarsi delle loro
responsabilità, come se nessuno avesse colpa. Il nord contro il Sud, una
parte del mezzogiorno contro l’altra, i
cosentini contro i reggini, i reggini
contro i locresi, Locri contro San
Luca ecc” ( Calabria, n.77 dicembre
1991, pag.58.)
Non è tutto vero ciò. Crediamo che il
fattore decisivo sia costituito dall’assenza totale di una economia calabrese, che traina quella sociale, culturale
e territoriale, la quale non avendo
peso nazionale viene lasciata al suo
destino. D’altronde i tentativi passati
di risollevarla si sono rivelati sempre
un fallimento.
E allora che li sosteniamo a fare?
Sono calabresi!
(5 – continua)
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la Riviera DOMENICA 20 MARZO 2011
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Curiosità
"Il mio doppio matrimonio con Totti e le Iene"
Da 6 anni è la signora Totti, da 5 la signora della tv irriverente. Ilary Blasi,
primadonna delle Iene, vive in perfetto equilibrio le sue "doppie nozze", con la
valigia sempre pronta per fare la spola tra Cologno Monzese - dove registra il
programma con Luca & Paolo - e Roma, dove invece fa una vita normale e va
allo stadio a tifare Roma insieme ai figli Chanel e Cristian. E ammette: "Sono
una privilegiata".
ZonaCesarini di Benjamin Boson
LA PROFEZIA DI GIUDA
on vi preoccupate non ci sono ricascato, ma nelle vene mi è passata tanta di quella roba che ogni tanto qualche molecola residua mi rientra in circolo e arriva al cervello con effetti devastanti. Quando succede do i numeri. E oggi appunto quello faccio. 11 settembre, 11 marzo, 11 marzo: America, Spagna, Giappone. Pure coincidenze, mica si può sostenere che tutto sia stato architettato con cura, e se anche le bombe spagnole e americane fossero state programmate, mica si
può provocare un terremoto? Nonostante l'assurdità della cosa qualcuno lo crede, anch'io quando il cervello mi va in pappa.
Anche il pastorello (quello che scrive sulle prime pagine della Riviera) deve usare qualche acido andato a male o un vino
portentoso, però ha anticipato di un anno le rivoluzioni nordafricane, le bombe di Reggio e ha anticipato di una settimana
il tema del nucleare. Non male per un capraio. Appunto a lui parlo, e sono in condizioni mentali stupefacenti, lo anticipo.
Ti vorrei dire delle rivoluzioni. Non era difficile prevederle, perché erano previste e programmate da tempo. In Tunisia ed
Egitto le pance vuote hanno permesso che il fuoco occidentale incendiasse subito la secca paglia araba. I libici, sudditi e
oppressi al pari dei fratelli vicini, hanno però le pance piene; da loro la rivolta non ha attecchito. La rivoluzione libica è una
balla colossale, gli incendiari esterni hanno coinvolto poca gente. Tant'è che non ci sono immagini, se non le poche che girano in continuazione mostrando gente che alza le dita a v, spara in aria, e facendo vedere qualche colonna di fumo. Non ci
sono migliaia di morti perché non c'è una guerra se non mediatica. Una rivolta pompata sui massmedia mondiali per giustificare una prossima invasione. La rivolta libica è analoga alle armi di distruzione di massa dell'Iraq. C'è un riassetto degli
equilibri mondiali. L'Occidente in crisi ha la necessità di controllare totalmente le materie prime, tra le quali il petrolio occupa il posto di testa. Francia e Inghilterra sono pronte a una nuova guerra di colonizzazione. L'orologio del tempo è tornato
indietro, e siamo di nuovo agli imperi. Caro pastore questo sono le rivolte arabe, l'alibi a un invasione programmata. Probabilmente il terremoto al Giappone l'ha mandato il destino, ma il pericolo del nucleare verrà smisuratamente gonfiato, quanto i costi per lo sviluppo delle energie compatibili con la natura. Il mondo sarà illuminato ancora per molto tempo dal petrolio, e i pozzi continueranno a essere appannaggio dell'Occidente. E non ho bisogno di sostanze strane per prevedere il futuro … è il solito film yankee. Con te abbiamo diverse cose in comune: una pallottola in testa, un paio di visite nell'oltre e la
data di nascita, 3 marzo, 3-3, se vuoi 33. Se sommi i tre 11 di sopra, anche lì c'è un 33. La conosci la profezia dell'apocalisse
di Giuda? "33 anni al Cristo, 33 giorni al Cataro e 33 anni al terzo millennio".
N
Roccella
Questa, Piazza Stazione a Roccella, oggi.
Una bellisima fontana, e tre indecorosi gazebo, a coprirla da tutti i lati possibili. I Gazebo,
spazio aperto di tre locali che si affacciano
sulla piazza sono abbandonati, sporchi, assolutamente antiestetici. Il modello Tropea, per
non andare molto lontano, è tutt’altra storia.
Le attività devono lavorare, siamo daccordo,
ma tenendo fermo il non detupare le
(poche) bellezze artistiche.
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DOMENICA 20
MARZO 2010
L’OROSCOPO
ARIETE
Prestate la giusta attenzione a tutto quello che accadrà
intorno a voi e avrete la giusta prospettiva di tutte le situazioni rimaste in sospeso ed alle quali non riuscivate a dare
un nome. In amore Non siate troppo pretenziosi ma nemmeno troppo accondiscendenti
TORO
Essere sinceri e comportarsi con un'etica cristallina è una
politica che alla lunga vince, perché non ha la miopia suicida della cattiveria, né la scarsissima lungimiranza dell'avidità. Ne sarete premiati. In amore ricordate che sbagliare è umano, perseverare è diabolico…fate attenzione alle
vostre scelte.
GEMELLI
Ogni guerra passa per una battaglia. Ok voi le avete
perse tutte, ma l’importante è ancora avere fiducia nel
futuro, anche se, all’orizzonte, le nubi sono nerissime.
Nella settimana dell’Unità d’Italia sposate i propositi di
Bossi, il vostro essere in controtendenza vi distingue.
Tra guardie e ladri, rimarrete, al massimo, il secondino.
CANCRO
Guardarsi intorno vi servirà a mantenere le giuste
distanze e a piazzare dei paletti molto importanti,
soprattutto con i clienti che vorranno spingersi oltre e
che pretenderanno lo stesso da voi. In amore confidate nel vostro partner o in una persona speciale che vi
fa vibrare il cuore
LEONE
Gli astri aiutano il segno, costringendovi a fare piani finanziari quinquennali e a termine lunghissimo. Assecondateli: non potete far altro. In amore le vostre doti vi aiuteranno ad affrontare al meglio piccoli nervosismi e situazioni
che necessitano di calma e comprensione.
VERGINE
Vi sentirete un tantino spossati e qualcuno potrebbe accusare dei malanni. E' il vostro umore che comunque vi
rende un tantino malinconici e non sopporterete molto la
presenza delle altre persone, soprattutto di quelle che vi
parleranno di argomenti futili. In amore cercate un po di
equilibrio e tutto ritornerà come prima.
BILANCIA
Certi modelli e certi punti di riferimento sono un tantino
obsoleti per la realtà che state comunque vivendo. Occorrerà adoperarsi per renderli attuali e aderenti alle circostanze del momento e dell'avvenire.
In amore occorre un po di pazienza che per il momento
vacilla ma cercate di recuperarla al più presto.
SCORPIONE
I vostri programmi sono troppo pesanti e non realizzabili.
Senza ritoccarli eccessivamente, cercate di renderli più
blandi e di dilazionarne i tempi di esecuzione. In amore
mettete da parte nervosismo e stress e regalatevi dei
momenti di assoluto relax di coppia.
SAGITTARIO
Certi ostacoli sono caduti e le questioni legate ai sentimenti e alla loro realizzazione non trovano barriere nella loro
immediata concretezza: la felicità è finalmente a portata
di mano! Non lasciatevela sfuggire. Un piccolo consiglio
confidate nelle vostre forze.
CAPRICORNO
Arriva il 2° CD degli Scialaruga
È prevista per la prossima settimana l’uscita del cd degli SCIALARUGA. La band, capitanata
da Fabio Macagnino è alla sua seconda pubblicazione, dopo la colonna sonora del Film “Liberarsi. Figli di una rivoluzione minore” in uscita nel 2008 per la Loading Production.
Gli ScialaRuga ormai completamente liberi da qualsiasi preoccupazione di adesione ad una
tradizione o appartenenza “etnica”, producono il loro secondo CD cercando di colmare quel
gap che esiste tra la musica che deriva dalla cultura contadina tipica calabrese e la musica
popolare contemporanea.
Maggiori informazioni sul cd verranno rese note la prossima settimana.
Dovreste fare qualcosa di inaspettato e di molto divertente poiché vi siete un pochino appassiti e c'è bisogno di
riprendere vigore. Anche le persone intorno a voi ve lo
faranno notare e vi spingeranno ad agire in questo senso
proponendovi qualcosa di simpatico da fare insieme!
ACQUARIO
In questo periodo le vostre ambizioni riprenderanno
quota tuttavia dovrete prima stabilire delle condizioni e
soprattutto calcolare se siate fisicamente in grado di
affrontare certi sforzi. Se non lo siete, rimandate per tempi
migliori, in quanto è molto meglio non sforzare troppo il
fisico!
PESCI
Le vostre energie saranno sicuramente tutte incentrate su
ciò che in questo periodo potrebbe fruttarvi più soddisfazione e quindi potrà essere il lavoro così come potrà essere l'amore!Avete il cinquanta per cento delle possibilità,
quindi scegliete accuratamente.
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