DIREZIONE POLITICHE ECONOMICHE Roma, 13 maggio 2010

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DIREZIONE POLITICHE ECONOMICHE Roma, 13 maggio 2010
DIREZIONE POLITICHE ECONOMICHE
Roma, 13 maggio 2010
Prot.n. 736
ALLE ASSOCIAZIONI PROVINCIALI
ALLE FEDERAZIONI REGIONALI
LORO SEDI
OGGETTO:
Richiesta di “Abbonamento Speciale” da parte della RAI, Radio Televisione Italiana, per il possesso di apparecchi radiotelevisivi fuori
dall’ambito familiare.
Ci stanno pervenendo, da parte di numerose Associazioni territoriali, segnalazioni sulla
ripresa, da parte della RAI, di una intensa campagna di richiesta rivolta alle imprese che
detengono un apparecchio radiotelevisivo nel proprio laboratorio (indipendentemente dal
collegamento d’antenna e dall’uso per ricezione di programmi) volta alla riscossione del
cosiddetto “abbonamento speciale alla televisione”.
In relazione a detta richiesta, deve essere preliminarmente chiarito che si fonda su precise disposizioni legislative sulla base delle quali, chiunque detenga uno o più apparecchi
televisivi è tenuto, in virtù del R.D.L.21/02/1938 n.246 e dell’articolo 16 della legge
n.488/99, a pagare il canone Rai. Trattandosi infatti di un'imposta sul possesso o sulla
detenzione dell'apparecchio, il canone deve essere pagato indipendentemente dall'uso del
televisore o dalla scelta delle emittenti televisive.
In particolare deve essere specificato che esistono due tipi di canone: quello per uso ordinario, dovuto da chi possiede o detiene l'apparecchio televisivo in ambito familiare, e
quello speciale, dovuto da chi possiede o detiene uno o più apparecchi radiofonici o televisivi in locali aperti al pubblico o comunque al di fuori dall'ambito familiare, secondo quanto disposto dal D.L.Lt.21/12/1944 n. 458
In relazione a quest’obbligo, peraltro, le norme prevedono che quando un abbonato Rai,
per qualsiasi ragione, non intende più usufruire del servizio RAI, deve presentare richiesta
al competente Ufficio del Registro, non oltre il mese di novembre di ciascun anno, indicando il numero di abbonamento e specificando il tipo di apparecchio di cui è in possesso,
che dovrà infine essere racchiuso in apposito involucro (di iuta), in modo da impedirne il
funzionamento. La chiusura dell'apparecchio, o la cessione di esso, come pure la distruzione, infatti, non danno diritto all’esonero dall’obbligo di pagamento. Alla chiusura dell'apparecchio provvedono gli Uffici Tecnici Erariali e l'involucro (di iuta), che contiene l'apparecchio, deve essere chiuso con filo di ferro, munito all'estremità di un piombino timbrato dell'Ufficio Tecnico; l'apparecchio, così sistemato, viene lasciato in deposito all'utente, che ne assume tutte le conseguenze di legge.
Confartigianato Imprese
Via S. Giovanni in Laterano, 152 - 00184 Roma - Tel. 06 70374.322 - Fax: 06 77260735
www.confartigianato.it - [email protected]
Deve peraltro essere messo in evidenza che il canone è dovuto anche per il possesso di
tutti gli apparecchi atti o adattabili alla ricezione di programmi televisivi.
Il mancato pagamento del canone comporta l’applicazione di specifiche sanzioni e il controllo sulla regolarità di pagamento è demandato a tutti gli Organismi che ordinariamente
effettuano controlli sulle imprese.
Descritta nei termini giuridici, appare del tutto evidente come la questione assuma aspetti
di inopportunità e che l’applicazione di norme che risalgono a tempi molto remoti contrasta fortemente con l’innovazione tecnologica e l’impiego delle tecnologie multimediali
sempre più diffuse nello svolgimento delle attività imprenditoriali.
Per di più, la massiccia azione svolta in questi giorni dalla Rai, volta al recupero
dell’evasione del canone appare alle imprese, in questo momento di particolare difficoltà
economica, l’ulteriore vessazione di fronte alla quale soccombere in virtù delle numerose
disposizioni di legge che prevedono “balzelli” della più svariata natura.
Non essendo ancora chiarita, peraltro, la vicenda che ci vede in contrapposizione con SCF
per la ben nota questione della riscossione dei “diritti connessi” (vedi nostra comunicazione Prot.n. 734/2010), sembra proprio che in questo periodo, alcune categorie in particolare, siano sottoposte ad una forte pressione che rischia di divenire insostenibile.
Per questa ragione la Confederazione interverrà tempestivamente nelle opportune sedi
politiche per denunciare la situazione e per richiedere la immediata modifica delle disposizioni normative che penalizzano immotivatamente e fortemente le nostre imprese.
Con riserva di ulteriori comunicazioni in ordine all’evoluzione della questione, l’occasione
ci è gradita per porgere i nostri migliori saluti.
IL DIRETTORE
Bruno Panieri
Allegata: lettera RAI
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