Circolare Confartigianato - Canone RAI

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Circolare Confartigianato - Canone RAI
DIREZIONE POLITICHE ECONOMICHE
Roma, 16 febbraio 2012
Prot.200
ALLE FEDERAZIONI REGIONALI
ALLE ASSOCIAZIONI TERRITORIALI
LORO SEDI
OGGETTO:
Canone Radio TV
Richiesta alle imprese e alle associazioni di abbonamento speciale alla televisione.
Riceviamo in questi giorni, da parte di numerose Associazioni territoriali, numerose
nuove segnalazione su una intensa ripresa, da parte della RAI, della campagna di richiesta rivolta alle imprese volta alla riscossione del cosiddetto “abbonamento speciale
alla televisione”.
La nuova campagna della Rai è rafforzata, oltre che da una intensa campagna pubblicitaria sui canali televisivi e radio, anche dalla norma contenuta nel cosiddetto decreto
“salva Italia” che obbliga imprese e società, di indicare nel modello UNICO il numero di
abbonamento, la categoria di appartenenza, ai fini dell’applicazione della tariffa
dell’abbonamento, altri elementi eventualmente individuati dal Provvedimento di approvazione del modello UNICO stesso.
Ricorderete che nelle nostre precedenti comunicazioni vi avevamo anticipato un nostro
deciso intervento nelle opportune sedi politiche per denunciare la situazione e per richiedere la immediata modifica di disposizione normative che penalizzano immotivatamente e fortemente le nostre imprese, indicazione seguita, successivamente, dal reiterato tentativo di ottenere la modifica delle disposizioni vigenti in sede parlamentare.
Purtroppo le nostre azioni non hanno portato ad un risultato significativo ed allo stato,
pertanto, il tributo risulta, a normativa vigente, dovuto.
Vi ricordo, infatti, che la richiesta della RAI si fonda su precise disposizioni legislative
sulla base delle quali chiunque detenga uno o più apparecchi televisivi è tenuto, in virtù
del R.D.L.21/02/1938 n.246 e dell’articolo 16 della legge n. 488/99, a pagare il canone
Rai. Trattandosi infatti di un'imposta sul possesso o sulla detenzione dell'apparecchio, il
canone deve essere pagato indipendentemente dall'uso del televisore o dalla scelta delle emittenti televisive.
In particolare deve essere specificato che esistono due tipi di canone: quello per uso ordinario, dovuto da chi possiede o detiene l'apparecchio televisivo in ambito familiare, e
quello speciale, dovuto da chi possiede o detiene uno o più apparecchi radiofonici o televisivi in locali aperti al pubblico o comunque al di fuori dall'ambito familiare, secondo
quanto disposto dal D.L.Lt.21/12/1944 n. 458.
Confartigianato Imprese
Via S. Giovanni in Laterano, 152 - 00184 Roma Tel. 06.70374 322 Fax 06.77260735
www.confartigianato.it [email protected]
In relazione a quest’obbligo, peraltro, le norme prevedono che quando un abbonato Rai,
per qualsiasi ragione, non intende più usufruire del servizio RAI, deve presentare richiesta al competente Ufficio del Registro, non oltre il mese di novembre di ciascun anno,
indicando il numero di abbonamento e specificando il tipo di apparecchio di cui è in possesso, che dovrà infine essere racchiuso in apposito involucro (di iuta), in modo da impedirne il funzionamento. La chiusura dell'apparecchio, o la cessione di esso, come pure
la distruzione, infatti, non danno diritto all’esonero dall’obbligo di pagamento. Alla chiusura dell'apparecchio provvedono gli Uffici Tecnici Erariali e l'involucro (di iuta), che
contiene l'apparecchio, deve essere chiuso con filo di ferro, munito all'estremità di un
piombino timbrato dell'Ufficio Tecnico; l'apparecchio, così sistemato, viene lasciato in
deposito all'utente, che ne assume tutte le conseguenze di legge.
Il fatto particolarmente significativo di questa nuova azione, consiste nella circostanza
che, nelle attuali richieste, la RAI specifica che il canone è dovuto anche per il possesso
di tutti gli apparecchi atti o adattabili alla ricezione di programmi televisivi, ivi comprendendo personal computer o altri strumenti digitali che consentono potenzialmente la ricezione dei canali RAI, indipendentemente dalla loro effettiva ricezione. Ovviamente, la
richiesta è stata indirizzata a tappeto a tutte le imprese e società, basandosi sul presupposto che in tutte le imprese sia presente almeno un computer.
Il mancato pagamento del canone comporta l’applicazione di specifiche sanzioni e il
controllo sulla regolarità di pagamento è demandato a tutti gli Organismi che ordinariamente effettuano controlli sulle imprese.
Ricordati i termini strettamente giuridici della vicenda, appare del tutto evidente come
la questione assuma aspetti di assoluta mancanza di buon senso, anche in considerazione della coattiva applicazione di norme che risalgono a tempi molto remoti e che
contrastano fortemente con l’innovazione tecnologica e l’impiego delle tecnologie multimediali sempre più diffuse nello svolgimento delle attività imprenditoriali, rappresentando, quindi, un disincentivo irragionevole.
Per di più, la massiccia azione svolta in questi giorni dalla Rai, volta al recupero
dell’evasione del canone, appare alle imprese, in questo momento di particolare difficoltà economica, l’ulteriore vessazione di fronte alla quale soccombere in virtù delle numerose disposizioni di legge che prevedono “balzelli” della più svariata natura.
Per tale ragione, pertanto, torneremo a sollecitare l’intervento chiarificatore del Legislatore che esoneri le imprese dal pagamento del Canone TV, e probabilmente lo faremo
oltre che come Confartigianato, anche come Rete Imprese Italia, nell’ambito della quale
stiamo coordinando i comportamenti.
Con riserva di ulteriori comunicazioni in ordine all’evoluzione della questione, l’occasione
ci è gradita per porgere i nostri migliori saluti
IL DIRETTORE
Bruno Panieri
Confartigianato Imprese
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